Paolo De Nadai e l’Evoluzione di OneDay Group: Un Viaggio di Leadership e Imprenditorialità
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Oggi entriamo nel mondo di Paolo De Nadai, il presidente del Gruppo OneDay una holding che testa, implementa e diffonde un nuovo modo di vivere il mondo del lavoro e di fare impresa creando aziende come ScuolaZoo, la community di studenti più grande d’Italia con 4 milioni di utenti e WeRoad la scale up di adventure travel che ha appena chiuso un round di Serie B da 18 milioni.
Con 350 dipendenti, un'età media di 30 anni e un welfare aziendale che comprende il supporto all'imprenditorialità con programmi come “high potential profile program” possibilità di lavoro full-remote e un’attenzione ai temi della genitorialità, il Gruppo Oneday è una fucina di innovazione. Padovano, classe ‘88, Paolo è cresciuto tra il dopo-scuola gestito dai Gesuiti e i campi scout, due percorsi formativi che hanno plasmato il suo percorso imprenditoriale, basato sulla ferma convinzione nell'incredibile potenziale dei ragazzi quando vengono ascoltati,stimolati e guidati dai giusti mentor.
Eletto Vicepresidente Nazionale di Confindustria Giovani e membro del Digital Advisory Board della Fondazione Telethon, Paolo è una forza motrice per le generazioni Z e Alpha. La sua storia è un mix travolgente di intuizioni, viaggi e successi, pronti a ispirare e sorprendere.
TRASCRIZIONE EPISODIO
Camilla Scassellati Sforzolini (01:01.404)
Una cosa che ci ha colpito è che nella tua bio le prime esperienze che descrivi sono il doposcuola con i gesuiti che hai frequentato e gli scout e nella tua bio scrivi proprio. È da queste esperienze che nasce la mia ferma convinzione nell'incredibile potenziale dei ragazzi quando vengono ascoltati, aiutati e guidati dai giusti mentor. Quindi ti volevo interrogarmi su questo punto. Lo dici in parte perché pensi che la scuola non possa essere questo posto dove appunto...trova il giusto potenziale nei ragazzi o che la scuola non abbia giocato per te questo ruolo?
Paolo De Nadai (01:49.434)
Allora non voglio generalizzare, poi ci sono professori eccellenti e professori che non meriterebbero di stare in cattedra, vedi la mia storia di come è nata scuola zona, io penso che ci sia un tema importantissimo legato all'orientamento, quindi i ragazzi, tutti noi, la cosa più complessa che dobbiamo fare è riuscire a trovare il giusto modo, il giusto tempo, le giuste persone che ci aiutino ad ascoltarci, a capire quali sono le nostre
Paolo De Nadai (02:18.266)
e la scuola oggi penso sia molto più focalizzata sull'apprendimento quasi mnemonico del programma di studi piuttosto che nel capire questi ragazzi che hai davanti, chi sono, cosa vogliono fare, cosa gli accada al cuore, che cosa sono appunti a combattere, dove danno loro meglio. Quindi questa cosa è molto importante che ho imparato a fare agli scaddo i gesuiti. I gesuiti hanno questa cosa di discernimento. che è secoli che praticano e che si focalizza proprio sulle nuove generazioni nell'aiutare i ragazzi a capire, a discernere chi vogliono essere. E lo scoutismo è uguale. Quindi, auguro a tutti di fare questi tipi di percorsi nella loro vita formativa.
Camilla Scassellati Sforzolini (03:01.404)
Entriamo nel merito degli scout in particolare. Cosa degli scout secondo te ha tirato il fuori in meglio di te? Perché dici che ha augurato a tutti nella vita di fare questo tipo di percorso? Perché pensi che sia stata un'esperienza così importante?
Paolo De Nadai (03:17.562)
Ma sul tema dell'orientamento, nello scoutismo c'è quella che si chiama progressione personale che è proprio un percorso che tu fai di mento con il tuo capo e che ti accompagna lungo il percorso, ti dà degli obiettivi di come stai andando, quindi è molto molto figa la parte di progressione personale nello scoutismo. Poi c'è la parte di feedback che è un altro elemento molto importante nella vita che nello scoutismo c'è per cui ti fai proprio, ti metti in cerchio e ascolti di feedback dei tuoi amici, dei tuoi compagni, dei tuoi capi. Cosa molto importante è che poi è difficile fare come sei adulto se non sei stato esercitato fin da bambino, no? In realtà il feedback è un dono e è la cosa che ci fa crescere. E poi tutta la parte di, ovviamente, avventura, vita all'aria aperta, cucinarti da solo, montare la tenda, costruirti in reparto il campo estivo, insomma è molto bello, la responsabilità che hai aversi più piccoli, lasciare il posto un po' migliore di come l'hai trovato, ma lo scoutismo ha dei valori meravigliosi. lo stesso spirito di squadra, la puntualità, l'importanza della divisa, poi tutte cose che anche nei nostri viaggi noi riportiamo, no? Ehm... è bellissimo. Come fare sport, alla fine come fare conservatorio, tutte quelle esperienze che da giovane ti possono aiutare a... a tirare fuori meglio di te, e a vivere in gruppo.
Camilla Scassellati Sforzolini (04:33.596)
Sì, è interessante perché da una parte ti insegnano la disciplina, perché devi essere molto disciplinato per essere negli scout, però da altra parte è una disciplina che non ti viene imposta, ma che tu stesso hai voglia di replicare perché c'è qualcosa che viene da te, anzi che da qualcuno che ti dice cosa fare.
Paolo De Nadai (04:52.122)
Ma io mi ricordo, con orgoglio, indossavo la divisa scout, il mio fazzolettone, andavo a fare le uscite nei weekend, il campo Pasquale, il campo Invernale, il campo Estivo. E poi alla fine viaggi di squadra di verde è questo, eh. Cioè io non conosco un viaggio fatto senza divisa praticamente, capito? E quindi è super figo.
Camilla Scassellati Sforzolini (05:10.588)
E non sei i nostri ospiti, vediamo se riescono a connetterci questi puntini, ma non sei il primo ospite che ci ha raccontato degli scout. Anzi, c'è un'altra nostra grande puntata con Matteo De Brabant che ci racconta proprio che tutta, tutta Gialla è costruita su, insomma, il nome, il branding, eccetera, tutta costruita sulla-scout.
Paolo De Nadai (05:22.234)
Certo! Matteo è un nostro investitori di V-Rod, se volete tenere il suo ufficio, c'è il coccodrillo ovunque, i nomi delle sue aziende hanno i nomi legati a Baluci, Kai, Kat, tutte le cose di Scout, lui è molto sul branco, io faccio solo più a reparto, quindi più sulla parte esploratori.
Camilla Scassellati Sforzolini (05:43.868)
Invece la tua famiglia che impatto ha avuto sul tuo percorso, se ce lo puoi raccontare, ti hanno sempre incoraggiato in tutte le tue idee, ora lo vedremo, ma sei stato anche molto prematuro in tutte le cose imprenditoriali che hai voluto fare, i tuoi genitori vedevano del merito in tutto ciò.
Paolo De Nadai (05:59.578)
Che bella domanda Camilla questa! Pensa che ho fatto una tesi di laurea, una parte della tesi di laurea era sull'impatto che hanno le famiglie sul stimolare unorinpenitoria. Io dovevo ringraziare tanti stessi vegetali perché mi hanno super incoraggiato in tutto questo, nel senso che poi sono tutto all'inizio e mio papà veniva, io ho pensato che era prestissimo, quindi consigli in casa, si poteva parlare in famiglia dei problemi del lavoro.i primi soldi che poi gli sono tornati assolutamente, il capitale sociale me ne ha dati mio papà. Mia mamma e mio papà venivano sempre ad aiutarci al porto ai primi viaggi di scuola ZOE in partenza, davano una mano perché erano quelli adulti e comunque erano tutti ragazzini, magari c'erano gli altri adulti che portavano i figli, venivano a vedere qualcuno di responsabile, quindi mi ricordo i miei genitori a fare i biglietti, il check-in al porto di Ancona o per conoscere i miei colleghi, il pranzo di Natale,pentoloni giganti, memoria dei campi scout per tutti, facevamo il pranzo di natale cucinato dai miei genitori. Devo dire che ho avuto l'infortunio di avere sempre il loro supporto, il loro rapporto. Mia mamma c'era a dire che ci teneva che finisse in università, quindi poi mi sono anche scritto la specialistica perché mia mamma ci teneva, poi non l'ho finita perché nel frattempo ha sposato il business e è contenta così. Però comunque diciamo che secondo me quando ho iniziato io eravamo una terra di mezzo tra... e il diciamo la forte spinta imprenditoriale che oggi c'è che io vedo e sono molto detto di ciò nell'ecosistema italiano e ancora il no ti devi laureare devi andare a lavorare alla grande corporate in finanza in consulenza no io ero ancora negli anni di mezzo oggi per fortuna secondo me tra i nuovi generazioni c'è zero la voglia di dire ah faccio la carriera nella grande azienda ma c'è molto più il mi ascolto capisco questo sono i miei i miei talenti e quello che è faccio che può essere dal freelance alla carriera al nome digitale al faccio startup. E' molto figo anche questa evoluzione che ci ha avuto dal vero sociale il ruolo dell'imprenditore.
Inès Makula (08:03.182)
Sì, sì, assolutamente sta cambiando il mondo sempre di più, è però bello sapere che i tuoi genitori, diciamo, ti abbiano aiutato in questo percorso anche perché all'inizio magari non capivano neanche bene come avresti potuto fare un business da questa cosa che è partita. Infatti il tuo percorso professionale nasce quasi per caso sui banchi di scuola, ma prima di parlare del famoso aneddoto andato virale, ci puoi raccontare un po' che tipo di...Eri a scuola, ti annoiavi? Cosa vedevi come problematico nella scuola? Raccontaci un po' del Paolo al liceo.
Paolo De Nadai (08:37.657)
Ma quello che un po' mi annoiava è che abbiamo avuto un bellissimo appuntamento con i professori. E che io sono un po' allergico all'apprendimento manualistico-mnemonico, no? Insomma, per esempio, adesso l'ITS è una formula meravigliosa. È vero che l'ITS è dopo la maturità. Qui stiamo ancora parlando di scuole superiori. Però comunque un apprendimento un pochino più vicino al fare, no? Poi sicuramente è importante...l'apertura mentale, quello che la scuola ti può dare in termini di pensiero laterale, e soprattutto in Italia anche filosofico, di valori. Però la parte pratica è fondamentale, c'è... Per fortuna che ora c'è il coding, per fortuna che ora c'è tutti questi indirizzi un pochino più vicini al mondo del lavoro. Sono stato eletto da poco anche presidente di ConfCommercio Giovani qua a Milano e...appunto con Coff Commercio e DTS noi spingiamo un sacco, c'è proprio un gap tra quello che è la domanda di lavoro e quella che poi invece è l'offerta dei neodiplomati, dei neolaureati per te quello che sono le competenze che servono, quindi sai forse un po' prima dei tempi, io ero già un po' che guardavo il mondo del lavoro e mi stupivo alle mesi a volta elementari ma i spiaggiori te li spiegavano le sempre stesse quattro cose riviste in mille salse.
Inès Makula (09:54.222)
Però diciamo che eri studioso e anche persino vinto le Olimpiadi di matematica a Parigi nel 2001. E una domanda un po' fuori dal tuo percorso, ma ti vogliamo chiedere in che modo pensi che la tua mentalità matematica abbia influenzato il tuo percorso in printeriale? E se ci sono parallelismi tra matematica e primaria per te? Di solito lo chiediamo con lo sport, questa volta con la matematica.
Paolo De Nadai (10:14.554)
Voi tu i genitori mi ricorda che quando lo vinte, poi sei andato a vincere alle finali nazionali, sei andato a quelle mondiali che erano a Parigi, sono andato da mia famiglia perché avevo 13 anni, ero minor M, mi ricordo l'orgoglio dei miei genitori a Parigi spesati dalla stagnazione dell'Olimpiadi, è stata molto molto figo, una bella esperienza.
Paolo De Nadai (10:45.308)
risoluzione dei problemi anche in maniera strutturata, ma anche con un guizzo di pensiero laterale, per cui a volte leggi il quesito e la risposta che ti sembra più mediata, quasi banale, in realtà è quella sbagliata, perché c'è un pensiero laterale, che poi è una cosa che ti porti dietro anche nel mondo del lavoro, davanti ai problemi, analizzare in maniera strutturata, dove però c'è un inghippo che sembra insormontabile, avere un po' di lateral finch e pensare a quella che può essere la via.
e poi il fatto che ogni volta che tu risolvi un problema le olimpiadi sono strutturate che quello dopo è più difficile e la vita è questa la vita imprenditoriale no? In apertura il round che abbiamo appena fatto è il series B con We Road, cioè se io penso alla complessità di un series B se tu parti a zero è impossibile però se fai il precede il seed puoi essere visto che con alchimia lo sperate bene le varie fasi no?
Paolo De Nadai (11:44.73)
che sembra un Everest e poi ce la fai, no? e poi il miracolo dopo, eccetera, il problema di tematica è uguale ti fai le ossa sul problema successivo e molto figo
Inès Makula (11:55.054)
Infatti diciamo sempre che bisogna pensare anche quando uno si vuole buttare su un progetto di pensare a scale piuttosto che la montagna finita. Quindi cercare di pensare al prossimo passo oppure cercare di spezzare tutto il progetto in piccole cose. No se no non parti vai infatti proprio per quello che dicevo perché sai quante persone vengono da noi con idee. Avremo a fare questo, avremo a fare quello. Da poi concretizza veramente poca gente perché proprio perché se ti immagini il prodotto finale è troppo è troppo grande. Ma se ti immagini un piccolo.
Paolo De Nadai (12:07.578)
Sì, perché se no in esse non parti mai, eh!
Inès Makula (12:22.766)
pezzettino piano piano piano piano poi alla fine si costruisce qualcosa come abbiamo costruito anche noi il podcast abbiamo messo un anno prima di partire ma poi siamo partite ufficialmente e tornando invece alla tua storia a 19 anni hai fondato scuola.com un blog per studenti per raccontare aneddoti divertenti sulla scuola ma anche problemi che vedevate era anche il periodo proprio dei blog mi ricordo c'era MySpace c'erano tutti i vlog con che spirito avete fondato questo blog inizialmente pensavi che sarebbe iniziato sarebbe potuto diventare un'opportunità lavorativa o era un blog per divertimento. Qual era la tua impressione?
Paolo De Nadai (12:55.194)
Ma non so se... Guarda voglio essere sincero, è stato proprio un gioco, cioè la voglia di denunciare il mio professore non c'era un business plan, era il 2007 ragazzi non esisteva in Italia il concetto di dvc, il concetto di fare un business plan, un round Cioè era proprio... eravamo io e il mio soci, io andavo allo scientifico, lui al classico, avevamo insieme sto giornalino online, facevamo le feste di istituto
organizziamo le magliette personalizzate delle scuole che alla fine è diventato il business che fa oggi scuolazoo, mercenari scolastico, feste e viaggi e il giornalino online che è diventato prima di citare MySpace, era un blog, poi ho dato Facebook, poi Instagram, una nuova TikTok, insomma il media è un differente però il concetto era aggregare i ragazzi attorno a una piattaforma digitale dove poter tenersi aggiornati, quindi è stato veramente un gioco e posso dirlo, ho detto più volte e dico sempre quando vado anche all'università a parlare.
è stata la nostra grande fortuna, cioè l'invito che io faccio a tutti quelli che vogliono fare impresa è di partire il prima possibile, affrontare come dicevi tu un pezzo alla volta, perché hai molto più libertà di sbagliare, il fatto che non era un lavoro, ma il nostro lavoro mio e del mio socio era fare gli studenti universitari, ci permetteva davvero di essere molto più sereni, e quindi è una cosa che prima inizi a fare in penitoria, hai più possibilità di farci superare la parte iniziale che è quella dove c'è il più alto passo di mortalità.
Inès Makula (14:21.966)
Assolutamente. Lo hai raccontato mille volte. Quindi abbiamo ricevuto di raccontarlo per te, questo reddito di cui abbiamo parlato prima, ma nel 2007 hai pubblicato online una foto del tuo prof di italiano che si è addormentato durante il tuo esame di maturità. La pubblicheremo anche noi sui nostri canali social se volete rivederla. La foto diventa virale, mi sembra che il giorno era messo sicuramente sul studio aperto.
Paolo De Nadai (14:45.21)
Studi aperto, sì, sì, studi aperto.
Inès Makula (14:51.854)
a scuola zoo o ti porta a fondare scuolazoo a 16-19 anni. Ma siamo curiosi di capire meglio quello che ti passava per la testa quando hai visto la foto diventa virale. La storia poteva ovviamente finire lì come tante foto virali, con tanti momenti virali, ma cosa ti ha spinto a capitalizzare su questo evento e usarlo per fare il salto successivo e fondare scuolazoo? Avevi già idea di cosa fosse una startup? Cosa avresti pensato di costruire?
Paolo De Nadai (15:15.994)
No, beh, no, guarda, intanto grazie che hai detto tu, perché l'avevo detto mille volte, sempre appassionante. Poi è bello sentirlo anche raccontato da qualcun altro, perché ti fa insomma un po' capire anche, bisogna un po' cogliere l'attimo, no? Cioè, lui si è addormentato, ha scritto studio aperto, che alla fine è come oggi diventare virale, non c'erano i social, quindi per diventare famoso, gratis, senza budget marketing, bisogna finirlo in studio aperto, quindi adesso è, sarebbe, significherebbe diventare, diventare virale, no?
Ma in realtà quello che mi ha mosso all'inizio, che ha mosso a me il mio socio Francesco, era la voglia davvero di dare voce anche agli altri. Insomma l'imprenditoria deve essere proprio un fuoco cadente, una vocazione, una... Comunque fare l'imprenditoria è una lavoro difficile. Voi lo sapete ragazzi, se ti senti solo, sei il tuo socio porto, poi sei degli investitori meglio, perché così sei un po' meno solo, però insomma è un lavoro faticoso e deve essere quindi, secondo me...deve nascere da dentro, da questa passione. Quindi quando Scuola Zola è diventata una bigotta famosa, è diventato...un ammalano sempre di più un lavoro quello che ci dava energia era vedere che i ragazzi ci scrivono da quella foto lì da questo video studio aperto c'è stato un sacco di altri ragazzi con problemi simili allora dove abbiamo capito cavolo potremmo raccontare anche altre storie e quindi poi da studio aperto siamo finiti a porta a porta sti c'è la notizia da Barbara Dulce al mattino 5 c'era c'era c'era già tutto c'era il miglio affidato tg4 mi ricordo di tutto tutti tg a raccontare non solo la nostra storia ma quella di tanti altri ragazzi, capito? Poi i primi eventi, incontravamo altri rappresentanti di istituto, il 200 ragazzi della prima estate che poi sono entrati migliaia di anni dopo, e poi abbiamo quel senso di vedere una cosa piccola di entrare sempre più grande, che ti dà anche l'energia, e poi il fatto che noi abbiamo la fortuna, non solo di aver fatto un lavoro trasformato in passione in un lavoro, che se mai stava qua ragazzi bisognava che tutti lo cercassero questo in una vita, il famoso orientamento che dicevo prima.
Paolo De Nadai (17:09.05)
ma la seconda cosa è che noi abbiamo la fortuna che il nostro lavoro è fatto di persone, di community e quindi è faticoso lavorare con le persone, no? rispetto ai prodotti SAS, B2B che vanno tanto di modo a ora, sicuramente lavorare con le persone è più faticoso però ti dà, almeno a me, una soddisfazione, cioè... è senza paragoni, no? vedere proprio le reazioni che tu costruisci, come impatti in vita delle persone penso a We Road, mia sorella si è sposata con un ragazzo che ha conosciuto in viaggio con We Road cioè che figata è... la community è bellissima costruire community è qualcosa di... meraviglioso
Camilla Scassellati Sforzolini (17:46.332)
E una domanda che mi sorge spontanea invece su di te, ora che ci hai raccontato un po' come hai fondato Scuolazoo, comunque sì, certo era un gioco e tanti di noi abbiamo fatto giochi al liceo dove magari avevamo dei piccoli business o dei blog o le nostre cose. Ti sei mai interrogato sul perché però non hai mollato e da dove viene appunto passione ma dove viene il tuo spirito imprenditoriale se ti guardi dentro realmente cosa? Cioè perché tu?
Paolo De Nadai (18:15.194)
Eh, allora, penso che sarebbe... sarebbe sciocco mentire e dire che gli imprenditori sono dei supereroi che non hanno mai difficoltà a momenti in cui dicono ma chi ci ha fatto fare, no? Cioè, a momenti di ci sei cos'è... Basta! Cioè ce l'ho avuto come penso che ce l'abbiano avuto tutti, no? Soprattutto all'inizio quando comunque lavori un sacco, superi problemi magari più grandi di te senza neanche avere poi quel ritorno economico, no? Perché poi è così, all'inizio non vedi un becco di un euro, no? Cioè, reinvesti tutto, non ti prendi lo stipendio, cioè ci siamo passati tutti, no? Nella parte di startup. Però se tu hai la fortuna di... Ecco io oggi vedo tanti business plan, tante startup, nascere più sul business plan. che sulla vocazione dell'imprenditore. E quello inizialmente è il tasso di immortalità, cioè, adesso non conosco i numeri, bisogna guardarli, fare uno studio, ma così a pelle mi sento di dire che la percentuale di immortalità di le startup a tata voline erano nate da una passione altissima. Perché poi quello che mi ha portato avanti per rispondere poi a tua domanda, Camilla, è davvero una voglia di vedere realizzato il tuo sogno. Adesso io ho due figli, però il mio primo figlio è stato a scuola ZO. Cioè..
Camilla Scassellati Sforzolini (19:35.516)
Sì, però quello che è interessante è vedere anche quei punti iniziali. Infatti tu ti sei scritto comunque dopo liceo, anche se Scuolazoo eravate già andati virali a quel punto, ti sei comunque scritto all'università, sei andato a studiare economia all'università di Padova. Immagino perché anche, insomma, generalmente quella era la cosa da fare, era comunque andare a studiare, però festivi l'unità e scuola ZO allo stesso tempo.
Camilla Scassellati Sforzolini (19:57.276)
Come gestire le due cose? Riuscivi a gestire le due cose tornando indietro? O rifaresti anche l'università? O magari consigliereste anche di dire se hai un'idea, stanno andando da Dio, buttatevi, non importa fare l'università.
Paolo De Nadai (20:07.194)
Allora, l'università io sono contento di averla fatta, ho fatto la trinacria in economia a Padova, poi mi sono iscritto a specialistica a Milano, ma non l'ho finita perché a quel punto il business era troppo grande. Mi sono iscritto un po' per fare lo detto mia mamma, che ci teneva, e un po' perché dovevo fare l'Erasmus, perché in treanaria lavorando e studiando non ho fatto in tempo a fare l'Erasmus ed è un'esperienza che volevo farePoi ho fatto i primi esami per poter iscrivere alle RASMUS. Ho fatto l'ERASMUS sei mesi a Istanbul, meravigliosi, e poi basta, in senso che comunque avevamo già fatturato, dipendenti, eccetera. Ed era più quello che imparavo a lavoro che quello che imparavo all'università. Però la triennale, contentissimo di averla fatta e la rifarei intanto perché comunque la formazione di base economica ti serve per gestire un'azienda. E due, perché comunque l'Unità ha anche un'occasione per fare il networking. la Betty che era mia socia fino al tempo di università l'ha conosciuta appunto nei banchi dell'università ed è stata diciamo abbiamo creato insieme scuola zio viaggi e l'abbiamo portata a scala e poi le è passata a fare e è tutt'oggi la capa di tutta quanta la parte di people and culture di One Day e dei nostri community quindi sicuramente università è un ottimo occasione per trovarti i tuoi soci e i tuoi compagni di viaggio e tutti i primi team member che ho avuto erano compagni dell'università i primi collegamenti B2B, i professori che si prendono entri dentro la loro ara protettiva, ti fanno le intro alle prime aziende, alle prime conferenze, cioè l'università comunque, soprattutto quella di oggi che è molto più aperta al tessuto imprenditoriale industriale della città e del paese, è un ottimo strumento per imparare, conoscere i compagni e cantare i professori e avere i primi intro. Tutta la vita va fatta di studi poi non per forza scusate università ci sono anche un sacco dicevo prima di ts ci sono un sacco magari di master di percorsi di studi un pochino più verticali che magari non sono dei circuiti dal miur perché il miur sappiamo che un po più lento diciamo le istituzioni sono sempre un pochino più lenti di quello che è il mercato però che ti portano comunque il risultato ecco non insegnerai il pezzo di carta ma seguirei piuttosto il resto no la sostanza del percorso
Camilla Scassellati Sforzolini (22:26.172)
Poi per voi effettivamente la vostra base di utenti erano i ragazzi, l'università, quindi era anche un ottimo posto per testare le vostre idee. E hai detto più volte, insomma hai scritto, insomma sì, l'ho detto in vari tocchi, hai fatto che uno dei segreti di Scuolazoo per te è stato integrare tutto quello che era online. Quindi anche se era il 2007 appunto il blog, tutte le parti.
Paolo De Nadai (22:33.786)
Sì.
Camilla (22:51.42)
online digitali di Scuolazoo, ma soprattutto delle attività offline, quindi come dicevi community, feste, viaggi, eventi. E volevi proprio creare questa community fisica che per Scuolazoo e poi per I Road e per tante altre tue aziende è stata importantissima. Perché secondo te è importante? E secondo te è importante per quali tipi di business? Voliamo un po' allargare la domanda.
Paolo De Nadai (23:13.914)
Guarda, ci ha insegnato anche il Covid, l'uomo è un animale sociale, quando siamo imbrigliati soffriamo. Quindi sicuramente il nostro modello di business prevede l'america nalità, perché facendo viaggi ed eventi, oltre la parte digitale, è fondamentale vedersi. Però in generale secondo me è un approccio che tutti i business ormai devono tenere. Non esiste e-commerce di successo che non voglia fare un pop-up store, un punto di vendita fisico per incontrare la sua community. e viceversa è ormai anacronistico pensare a un prodotto o servizio che sia soltanto fisico e non abbia una diramazione digitale. Il mondo ormai è interconnesso e la chiave di successo è riuscire a trovare l'equilibrio tra questi due elementi. Questo vale per tutti i business ragazzi, non c'è verso.
Camilla Scassellati Sforzolini (24:02.492)
perché a volte forse c'è la tendenza a pensare che ormai possiamo digitalizzare tutto e che tutto può formare una community online. Ovviamente ci sono tanti benefici dal fare le cose online perché è più facile.
Paolo De Nadai (24:13.274)Ma vedi, come lo smart working? Cioè, è una cosa un po' diversa lo smart working dal remote working, no? In azienda no-no c'è libertà totale, no? Puoi venire quando vuoi, come vuoi. E alla fine il risultato, insomma, è perfetto. Cioè, oggi Milano nevica, non vuoi venire in ufficio perché è un casino per ne' di mezzi, ma stai a casa, domani, ha bel tempo, ti fa piacere, non è stressante arrivare qua, vuoi incontrare i colleghi, vieni. Cioè, sennò anche alienante, stare sempre a casa, capito? Come però è folle obbligarti a venire in ufficio se non c'è nessuno, se hai un'urgenza e finiti di lavorare di aprire casa di Idraulico, ma aprì casa di Idraulico ce n'è...
Camilla Scassellati Sforzolini (24:50.716)
Su questo tema una cosa interessante di One Day Group, adesso ci allarghiamo un po' dal tuo percorso, è proprio che si vede dalla vostra corporate culture che è tutto su empowering i giovani, quindi dargli la libertà di fare le loro scelte, un po' tornando al modello scout, che la disciplina non ti viene andata dal capo, ma voglio che tu abbia la tua voglia di venire in ufficio perché devi fare qualcosa e non perché ti sto obbligando.tutti i tuoi business sono centrati sul lavorare con i giovani, dargli l'opportunità di esprimersi, di viaggiare, di fare festa e anche di non prenderli troppo, né di prenderli troppo seriamente, né di... cioè non avete paura di far esplodere tutte quelle cose che fanno sentire i giovani giovani. Siamo venuti al C30 e mi ricordo che abbiamo visto la foresteria dove se uno viene a fare festa a Milano puoi dormire in ufficio. Quindi comunque anche tenendo il divertimento di tutto quello che vuol dire lavorare, essere giovane.
Quali sono state le tue intuizioni riguardo appunto alle aspirazioni e alle esigenze dei giovani su come fargli dare il meglio di sé e dargli lo spazio di esprimersi? Ma di lavorare, cioè comunque di produrre, sei te un business che funziona, non è che è un posto dove uno va a far festa. Paolo De Nadai (25:55.706)
Allora, fischi! Viste che ho citato di scout, ti dico questa, una delle nostre, dei nostri principal, che in realtà l'ha portato il mio socio Mattia, Mattia Riva che è il nostro cello di gruppo, che ha portato come principal better say sorry than ask for permission. Ma a lui chiedere scusa che chiede permesso, no? Che se vuoi è molto simile, molto vicino all'empowerment che citavi te e al fatto che anche dello scoutismo.Cioè si dà delle sponsalità giganti a dei ragazzi, no? Cioè tu sei caposquadriglia a 16-17 anni di ragazzi più piccoli, cucini tu sul fuoco vero, dormi in tenda, usi la ceretta, vai in route da solo, minore n, ti dicono la mappa, tu tieni che hai due ospitalità, cioè fai delle cose pazzesche, no? L'autofinanziamento, è una roba fighissima lo scoutismo, eh ma l'imprenditorialità è sta roba e lavorare oggi nel mondo di oggi per me è questa approach imprescindibile, Ma non è buonismo, eh. Insomma è l'unica regola che permette oggi di eccelle, di prosperare, di vincere il mercato competitivo di oggi, che è globale, che c'è una sfida nel talento. Io dico sempre, anche quando vado in università a parlare, guardate ragazzi che quando adesso si assumono e ci sono in due, cioè l'azienda scioglie il collega, ma è anche la persona che ci deve andare a lavorare. e di andare a lavorare in azienda dove sa che puoi esprimersi, puoi sbagliare, puoi imparare, puoi crescere, che non vuol dire che non ci sono regole, che non vuol dire che non c'è una gerarchia, che non vuol dire che non devi rispondere ai tuoi risultati. Noi abbiamo il 360 feedback, abbiamo la performance review, abbiamo l'OK, cioè se non performi ci si dà un tavolino, signori miei, non è che siamo qua a...
Paolo De Nadai (27:38.394)
a pettinare le bambole, no? come si dice, però dall'altro lato vai, osa, se sbagli, pace, tanto non è che stia salvando vite umane, non siamo dei chirurghi o, cioè ragazzi, al massimo hai fatto una campagna marketing che si poteva fare meglio, pace, si stende una volta dopo, poi l'altra cosa, insomma importante, è l'approccio di lungo periodo, cioè siamo qua per il lungo periodo, no? e quindi se vogliamo lavare sul lungo periodo è importantissimo il clima di fiducia reciproca, e di anche di realtà. Cioè, questo qui è il modo migliore che... è il modo che io penso sia migliore per costruire una reazione di lungo periodo, di fiducia, dove si sta bene insieme a lavorare, lavoriamo tutti 10 ore al giorno, 12 ore al giorno, se non lo fai in ambiente sereno ma se sei sempre in ansia, c'è ragazzi miei.
Inès Makula (28:24.878)
e Paolo ti vogliamo chiedere qualche consiglio che comunque immagino che l'average age del tuo ufficio sia molto molto giovane. 30 anni, ci sono dei criteri su come fare hiring, cosa guardate? Guardate immagino, non penso che l'università sia la cosa più importante, ma come fate a fare recruiting di persone giovani che possono essere indipendenti e super responsabilizzati? Cioè qualche tip. Possiamo stare tutta la serata.
Paolo De Nadai (28:31.546)
Britannici
Paolo De Nadai (28:49.37)
Quanto dura il podcast? No, perché sulla parte di Hiring, Poppé ci ha fatto una domanda a cui teniamo tantissimo. La Betty, la mia soci che vi dicevo, ha proprio creato tutto un un framework di lavoro su come rendere il più efficace e possibile la parte di conoscenza di Cipolla di un'azienda candidato, per cui per esempio puoi candidarti su Instagram, via WhatsApp, lo puoi fare con un... non è che lo puoi fare, devi farlo, se tu ci carichi un CV normale, poi il primo step di selezione nel processo è mandarci un video, perché comunque il video ci mette da fare, e scusami, dove si deve prendere a mandare un video? Cioè ti dà un premio se non le faccia, quindi c'è un video di quello che sarà al tuo referente, no? di quello che mette già post in fuori, cioè noi come team member, futuro manager, non possiamo mettere fuori un annuncio senza necessità la faccia in cui ci video rappresentiamo, raccontiamo quale sarà il lavoro, eccetera eccetera, però chiediamo anche a te il video, no? Pessoa aiuta molto, a parte che c'è il tasso d'abbandono, questa fase è altissima, eh? Altissimo, no? Però già così ci... Cioè, praticare mi ci sta lunga, no? Cioè ci stiamo...
Inès Makula (29:57.774)
Altissima immagine, sì sì.
Paolo De Nadai (30:04.634)
definendo come lavoriamo qua dentro, no? Poi abbiamo creato quello che si chiama work with e poi è, non so, one day, we roll through la zona, l'azienda e la persona ti diciamo come ci piace lavorare e tu ci racconti come ci piace lavare la te perché poi le competenze sai, si acquisiscono nel tempo assoluto se poi sono delle... se sono le persone senior c'erano già le competenze, se sono persone junior le acquisiscono quindi in realtà la competenza è quasi una commodity, ripeto non siamo dei... c'è neanche della salvavita umana, devi saper fare l'operazione a cuore aperto, costruiamo case, devi saper fare i conti giusti se una crolla al palazzo, le competenze tecniche la impari stanno facendo, è molto più importante il match culturale, il modo di lavorare, eccetera e quindi analizziamo molto quella parte lì, quindi il match soft, la reason why che tu hai come professionista se puoi diciamo sfociare, sbocciare da noi. perché insomma è molto importante che il purpose che tu hai come professionista sia compatibile con quello che abbiamo come azienda perché è ovvio che sarà più facile il matrimonio in questo senso quindi poi abbiamo una giornata alla fine del processo di selezione non mi ricordo se il business case arriva dopo il video e poi c'è una giornata insieme lo chiamiamo one day in one day, un giorno in one day per conoscersi e come dire prima di sposarti fare un po' di convivenza
Inès Makula (31:16.43)
Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org
Inès Makula (31:21.678)
Assolutamente, assolutamente.
Paolo De Nadai (31:23.066)
consiglio di farla, ecco.
Inès Makula (31:25.23)
No, buon quesito, poi ci piace chiederlo, perché in realtà costruire il team è forse una delle cose più difficili da fare, da azzeccare, ma è la cosa più importante, una delle cose più importanti all'inizio, perché se la sbagli, sbagli, cioè, può rischiare di fallire anche l'azienda. E visto che siete tanti giovani e come ogni generazione più grande, tutti si lamentano la generazione dopo che non lavora, non è motivata. Quindi volevo vedere se, insomma... Esatto. E un altro pezzetto, invece, della tua storia sono i viaggi.
Paolo De Nadai (31:47.93)
La strategia dei nuovi comuni dai!
Inès Makula (31:54.894)
stessa hai visitato più di 80 paesi che sono tantissimi perché io ho contato i miei sono tipo 44 e pensavo di aver viaggiato tanto e poi sia con scuola Zocche che con WeRoad, insomma, hai organizzato i viaggi, hai anche puntato, scusami, rifaccio questa perché l'ho detto male. Un altro più alto della tua storia sono i viaggi, tu stessa hai visitato più di 80 paesi e poi sia con la scuola Zocche che WeRoad che hai fondato nel 2007 hai anche puntato sui viaggi come una grande opportunità di business. Come mai viaggi? Che opportunità hai visto?e c'erano scettici perché magari pensavano ma una un'agenzia di viaggi non è proprio la cosa più tech o più startup che si vede in giro quindi vogliamo chiederti questa la tua view sui viaggi
Paolo De Nadai (32:36.57)
su questa ultima parte, io penso che non è che di reinventare i margini per inventare qualcosa di nuovo, siano molto pochi, ormai nel mondo di oggi, il punto è come innovare il come, no? Fai quel lavoro, e quindi comunque la parte tecnologica in WeRoad, sulla piattaforma tecnologica, la vendita diretta, non voglio farti lo spot di WeRoad, insomma, gli elementi innovativi sono stati molteplici, e poi i numeri insomma, ci hanno dato ragione, dato ragione che se viaggiare è una cosa che esiste dalla labbra dei tempi, c'erano dei margini per farlo in maniera diversa. Ecco io penso poi che siano stati due anni molto difficili con il Covid, molto molto difficili, però penso che l'industria del travel sia la più resiliente, una delle più resilienti. Il nostro Ceo che viene da bookie, in esperienza di vent'anni in bookie, lui dice sempre che ha visto...l'11 settembre, ha visto la crisi finanziaria del 2008, ha visto Fukushima, il navi da crociere a fondare, i vulcani ruttare in Islanda, Terremo, ha visto la qualunque si blocca, si congela istantaneamente il reato travel dopo questi episodi ma poi puntualmente riparte più forti di prima, perché viaggiare è proprio nel DNA dell'uomo, cioè noi siamo degli esploratori, siamo un animale sociale e quindi viaggiare di gruppo noi facciamo, quindi noi abbiamo messo insieme che cosa? Viaggiare e community.community che sono i miei mari sociali sociali Aristotele diceva e poi nel nostro DNA il viaggiare siamo degli esploratori se tu guardi proprio per la porta della Nasa proprio dice questo cioè è nel DNA dell'uomo esplorare e quindi eccoci qua
Inès Makula (34:17.518)
Tra l'altro complimenti perché veramente avete lanciato poco prima del Covid, c'è stato un disastro, poteva veramente finire lì l'avventura di We Road, il modo in cui l'avete gestito è stato incredibile. Infatti ricordiamo ai nostri ascoltatori che abbiamo raccontato la storia di We Road nella nostra intervista con Erika De Sant, che era l'episodio 25, se volete scoprire tutto il mondo We Road e che tu hai portato poi dentro diventata co-founder della vostra start-up We Road e proprio la settimana scorsa avete chiuso un round a 18 milioni di euro, un Series B.Quale pensi sia il segreto del successo di We Road? Cosa ti emoziona di più di questo progetto?
Paolo De Nadai (34:52.25)
La cosa più bella è la parte dei community. Il vedere persone che partono da sconosciute e tornano con noi amici, con nuovi partner, relazioni che poi durano anche post viaggio. È molto bello la dinamica per cui dopo un viaggio di We Road ognuno può entrare nel gruppo città di la sua città, di WReaders, li chiamiamo gli ex viaggiatori, e continuare a vedersi e a incontrarsi. Penso che...il mondo di oggi con tra due anni di covid, è già un po' mucca trend, si lavora tanto, si fa smart working, si è sempre sul telefono, la solitudine è un tema veramente importante, penso che siamo dei mani più grandi dei tempi moderni, proprio di sentirsi soli, è un po' come se vuoi il boom dello psicologo, alla fine We Road può essere un bel antidoto alla solitudine e alle difficoltà che la società di oggi ci impone. e quindi una cosa che più mi emoziona è questo, l'impatto che abbiamo nella vita delle persone, aiutarle a rifiorire. E poi a scappare dal mondo. Penso che il turismo sia un antidoto al razzismo, alle guerre, alle mentalità chiusa, no? Viaggiare tanto per la mente. Quindi la figata è proprio questo, tu hai due impatti. E poi viaggiare le distribuisce anche la ricchezza, perché poi tendenzialmente il mondo occidentale che viaggia in posti remoti, che comunque cerchi sempre un po' di avventura, quindi ridistribuisci ricchezza, apri la mente, torni con noi amici.
Inès Makula (36:16.11)
magari una fidanzata o un fidanzato. Abbiamo parlato prima di fare i viaggi, è un buon momento e tua purta sorella si è sposata che è un ragazzo che ha conosciuto su Viroid.
Paolo De Nadai (36:18.266)
Eh, esatto. La mia sorella, eh. Ma sai quanti matrimoni, sai quanti foto riceviamo di bambini nati dopo un po' di anni di viaggio, matrimoni?
Inès Makula (36:27.694)
Eh immagino!
nès Makula (36:33.038)
sempre di più ci saranno infatti. Poi dicevo anche qua a Londra, siete andando fortissimo perché è la città ricoperta di poster di We Road. Mi rende molto felice che c'è una startup italiana che faccia out of home e promo in Inghilterra. Vraiment siete ovunque, quindi bravi, bravi. Quindi, Scuola Zoho, We Road fanno tutte le parti della holding che avete creato, che è One Day, dove ci sono poi anche altre altre aziende dentro.
Paolo De Nadai (36:45.146)
Dai dai!
Paolo De Nadai (36:51.226)
Grazie.
Inès Makula (37:01.454)
E un aspetto molto interessante della crescita di One Day, quindi di tutte le aziende che poi ne fanno parte, è che nel 2018 hai deciso di portare dentro Mattia Riva, come CEO dell'azienda, quindi di fare tu un step down come CEO. Come hai preso questa decisione è stata fondamentale per la crescita dell'azienda e portarla dove è oggi.
Paolo De Nadai (37:21.242)
è stato cruciale, se non arrivava Mattia, non so come avremmo superato, arrivato poco prima del Covid, è stato fondamentale nel superare il Covid, come è fondamentale ora nella crisi della gruppo, ma come abbiamo Alessandro Gatti come CEO della parte di Communication Platform, Gabriela Esada come CEO di Scuola Zoé, Andrea D'Amico come CEO di WeRoad, non sono mai stato delegato di nessuna delle aziende del gruppo. Ma questo è fondamentale, fa parte del discernimento, diciamo, all'inizio, ognuno di noi deve capire dove c'è, dove ce l'è, che cosa avrà a fare. e fare quello, no? Prima possibile delegare, trovarsi dei compagni di squadra per le parti dove performa meno. Questa è la regola, forse se vuoi è la cosa più difficile, perché delegare è la cosa più difficile, no? Ma è la cosa più importante che uno possa fare per scalare. Perché finché è piccolo ci sta che il fan ne faccia tutto. Poi va separato il ruolo dal founder e dal delegato.
Camilla Scassellati Sforzolini (38:17.628)
Un'altra cosa interessante di One Day che come abbiamo detto a tante aziende sotto è il fatto che tante delle aziende di One Day sono nate per gemmazione da progetti che le varie startup stavano già facendo e che quindi poi creano nuove startup a nascere e continuate a crescere anche diciamo in questo modo di creare nuove idee e quindi di innovare perché la gente si sente libera di provare dei nuovi progetti che poi magari dite ok questo ha merito di esistere da solo e deve essere la sua propria startup proviamo a lanciarla con un full team. Secondo te quali sono gli elementi che permettono a questo fenomeno di succedere in one day? Quanto è stato importante per la vostra crescita, per l'innovazione del gruppo?
Paolo De Nadai (38:56.634)
Il mondo cambia così velocemente che se tu non continui a innovare a un certo punto nascerà una nuova virulenza e ci farà fuori. Quindi è fondamentale continuare a innovare. Nessuno vuole finire come la Kodak o altri esempi che si studia nel manuale di storia, di blockbuster eccetera. Quindi innovare è fondamentale e penso che gli elementi per farlo siano una cultura aziendale che favorisca l'imprenditorialità interna, quindi una cultura che potrei sbagliare, abbiamo un programma interno che si chiama High Potential Profile Programme che prende tutti i tipi di candidati, chiunque può farlo in azienda, c'è un processo di selezione come se fosse un accademia o un'università, c'è proprio tutti i candidati, fai application, c'è un direttore scientifico che ti seleziona e si superi il processo, fai parte dell'High Potential Profile Programme di quell'anno che prevede tutti i corsi interni di impenitoria, è su tre anni. e devi ogni anno superare l'esame interno per accedere a quello successivo e alla fine del percorso, tendenzialmente, sei pronto a lanciare un'impresa se vuoi fare dentro One Day siamo molto contenti l'attuale capo di WeRoadX, che è una novità dentro WeRoad, una startup dentro la startup che ci sta dando delle grandissime soddisfazioni, era un ragazzo di questo programma però, per esempio, un'altra ragazza che era la capa dei coordinatori di WeRoad alla fine del percorso si è dimessa ed è tornata a fare l'imprenditrice, è venuta a finire l'impeditorio dal purgatorio, è tornata, ci ha salutato, è andata a fare l'imprenditrice, sempre al mondo ospitato, ma io sono contentissimo per lei, cioè alla fine poi penso che sai tutto quello che sei mi raccogli, per cui certo mi è dispiaciuto per Willow, perché abbiamo perso una collega bravissima, però sono contento che è andata a fare l'imprenditrice e poi sono sicuro che in qualche modo i punti di godado ci saranno, capito?
Camilla Scassellati Sforzolini (40:48.188)
viaggi nei loro alberghi, ci sono sempre...
Paolo De Nadai (40:49.658)
Capito? Bravissima no? E sai quando lei se n'è andata, noi abbiamo celebrato questa cosa no? Insomma anche questa è la parte della... Non è... Ha un'idea? Non è che ti nasconderla perché l'azienda ti puniva? No va bene così. Cioè... Capito?
Camilla Scassellati Sforzolini (41:05.052)
si, state proprio trasmettendo questo spirito imprenditoriale che uno può portare in altri posti e avere questa community di alumni è sempre bella a celebrare perché come dici tu nel business poi ci si ritrova in tanti modi. Ci stacchiamo un po' da One Day e da tutte insomma, più i consigli anche su business che ci hai raccontato, vogliamo tornare un po' sulla parte personale e fare un po' un look back del tuo percorso, quindi una domanda molto ampia ma...così su due piedi, se tu riguarda il tuo percorso, cosa ti rende più orgoglioso a livello di successo personale o di quello che hai costruito veramente aperta.
Paolo De Nadai (41:43.194)
Nel mio piccolo comunque ogni mese il nostro gruppo paga 300 stipendi, che non è poco, ha ragazzi giovani, ragazzi che hanno l'opportunità di fare famiglia, avere un supporto da noi, abbiamo del welfare molto importante sulla genito di realità, diamo 10.800 euro a ogni bambino che nasce, sono 300 euro al mese per 3 anni.
il bonus matrimonio, il bonus per la prima casa, diamo supporto in quelle grandi film I One Day della Vita e da quando abbiamo introdotto comunque sono nati 27 bambini nel gruppo, mi fa piacere, cioè gli dà che comunque, poi gente se lo merita lo stipendio, si merita tutto il buon, non è che quindi se vuole abbiamo sufficiente reso possibile questi posti di lavoro, poi ci sono tutti quelli dell'indotto poi il fatto che per esempio Scuola Zopa ha la 4 milioni di ragazzi e lo fa
in maniera simpatica, irriverente, ma con anche temi profondi, no? Comunque stiamo affrontando dei problemi sociali giganteschi, dall'ambiente al tema dei femminicidi, al tema dei nit, questo, poi questa lotta, io vedo che secondo me è la più grande lotta che stiamo di affrontare in questo momento, forse ancora non ce ne andiamo conto, è intergenerazionale, cioè le nuove generazioni ragazzi sono... Io a mio avviso penso che è la...
la Gen Z di oggi, l'Erezione Alfa, sono le prime generazioni che, siamo onesti, siamo sinceri, hanno davanti a loro un futuro più difficile di quello delle generazioni precedenti. Ed è la prima volta che capita nel mondo occidentale di togliere le guerre mondiali e da secoli che le nuove generazioni hanno le prospettive peggiori di quelle precedenti. Quindi comunque il ruolo di Squazoo in questo tema qua è molto importante, abbiamo un'astensionismo politico. tra i più alti e durante le elezioni tutti i candidati premier sono stati invitati da scuola a Zoe di raccontare il loro progetto, il loro programma elettorale e noi abbiamo portato loro le istanze dei giovani, quindi comunque sono molto orgoglioso di questo impatto, prima in esse l'idea che dall'Italia possa costruire una unicorn o una multinazionale e avere l'onda tappezzata di manifesti di We-Road e la Francia, la Germania, la Spagna, che figata è, c'è l'orgoglio di costruire qualcosa di grande dall'Italia, insomma.
Paolo De Nadai (43:57.498)
di riportare un po' di italiani, abbiamo fatto corrente dei cervelli, un po' di gente di ragazzi che sono tornati in Italia, però per esempio la capa del dpnc di We Road, una ragazza tedesca che vive a Londra e l'abbiamo parlata a Milano, quindi non solo italiani che tornano ma anche internazionali che vengono a vivere a Milano, a me fa piacere, sono tutte una serie di cose che mi piace pensare che abbiano un impatto positivo nella vita di tante persone, nella vita di nostro paese.
Camilla Scassellati Sforzolini (44:22.972)
Sì, perché devo dire che non ne abbiamo tanto parlato, però tante delle cose che ci ha raccontato fino adesso e tante delle cose del gruppo We Road sono anche un po' politiche, sto dicendo politiche con le virgolette, ma nel senso sociali, di dare opportunità ai giovani, di appunto spingersi a fare delle cose che magari il governo stesso non fa, nel dare dei bonus per aiutare anche a ripopolare l'Italia, dare la voglia ai ragazzi di fare dei figli.
Paolo De Nadai (44:35.418)
Sporciari, eh, esatto.
Camilla Scassellati Sforzolini (44:50.748)
vi occupate di tantissimi temi sociali come dici in modo divertente ma molto diretto anche quindi effettivamente anche un ruolo più grande di semplicemente fare un business, fare una startup e diciamo si, avere un prodotto, guadagnare eccetera e invece guardando sempre indietro quale è stata la decisione imprenditoriale più difficile che tu abbia mai dovuto prendere e come hai gestito la pressione di prendere quella decisione se ce la puoi raccontare?
Paolo De Nadai (45:16.794)
Mamma che domanda tosta Camilla! Allora, guarda! a fare una classifica difficile non voglio sembrarti la risposta a Kansas, però io c'ho un intervento e faccio spesso a...L'ho fatto anche da un Ted che viene dalla formazione dei gesuiti che mi hanno spiegato cioè scegliere morire. Se tu scegli A non puoi per Antonomasia dire no a B. Quindi più hai dei ruoli importanti e più hai queste persone difficili perché se apri una porta non puoi aprire l'altra. Quindi da chi prendi come investitori, chi scegli nel team e chi no.
Dove investi? In che progetti investi? Su che persone investi?
Paolo De Nadai (46:13.914)
molto complesso, molto difficile, perché poi fa degli errori. Alla fine la pressione la gestisco. Mia moglie è molto importante nel mio ruolo di imprenditore. Spesso dico che la vera presidente è lei, nel senso che a casa parlo tanto delle decisioni che devo prendere. Lei è capa del personale in una tech company, quindi è un buco che di lavoro abituata.decide con le persone eccetera, quindi mi dà una grande mano a prendere queste decisioni difficili. Il mio socio è importante, abbiamo One to One settimanale in cui metà dei punti sono sempre appunto decisioni difficili da prendere, gli investitori, i mentor, il mio padre spirituale dei gesuiti che mi accompagna sia a livello professionale che poi a livello personale. Ecco, io dico sempre a tutti che è molto importante avere dei mentor, avere che ti vogliono bene, quindi ti vogliono il tuo bene, ma che non sono operativi. Che è una cosa diversa, col mio socio siamo entrati nella stessa barca di competenze difficili, ci confrontiamo, però siamo immersi nella decisione. Avere delle persone esterne all'operatività, il tuo partner, mentor esterni, qualcuno che è molto importante.
Camilla Scassellati Sforzolini (47:34.204)
Sì, che magari anche ha una prospettiva completamente diversa, nel senso appunto, immagino che il padre gesuita che ti accompagna non è che gli interessano le stesse cose, che gli interessano magari al tuo suocero sul modo di prendere decisione, quindi riesci anche... Riesci...
Paolo De Nadai (47:47.642)
brava, esatto. E se l'altra cosa è importante quando hai peneciati difficili, dormirci su, di tarlo un po' nel tempo, che detto da me è forte perché chi mi conosce sa che vorrei tutto subito, forse Erika nel vostro podcast aveva raccontato le bandierine verde, 24 ore, gialla, però le scelte importanti, il tempo ti aiuta
Camilla Scassellati Sforzolini (48:07.868)
Sì.
Paolo De Nadai (48:14.554)
a capire se quello che è la prima intuizione poi è giusta, che non vuol dire rimandare, rimandare, ti dare una scadenza, magari possono anche essere 24-48 ore, non per forza, però ecco dormici su, importante il tempo.
Camilla Scassellati Sforzolini (48:29.532)
per capire un po veramente le implicazioni delle decisioni, perché come dici, le fai talmente tante quando sei il founder di un'azienda che cresce velocemente che a volte magari sei un po' troppo istintivo nel modo di fare e sembra che tu faccia 100 cose allo stesso tempo, nel senso che l'hai sempre fatto con l'università, adesso appunto il One Day Group ha veramente tante aziende dentro, hai anche degli impegni istituzionali, hai il tuo ruolo da presidente, insomma veramente sembra che tu sia dappertutto. Come gestisci?il tuo tempo in modo efficiente, hai qualche tip, qualche modo in cui ti organizzi e anche dal livello personale come riesci a tenere tempo per la tua famiglia, evitare il burnout, avere questo equilibrio anche fuori dal lavoro.
Paolo De Nadai (49:15.962)
Allora, con mia moglie nel percorso del Pneu Matrimoniale abbiamo uno dei punti che abbiamo affrontato e appunto anche poi l'agenda familiare, no? Per cui io mi sono imposto, per esempio, di fare massimo due cene a settimana fuori dal lavoro perché volendo potrei farne 7 su 7. Cioè, state ad arte dei limiti, no? E quindi se arriva il terzo appuntamento, I'm sorry, sta settimana sono full. Ci vediamo alla prossima, no?
io sono arrivato a fare nel 2016, tenevo traccia, questa cosa che mi rileggo molto, quello che faccio, quindi, ho sempre imparato da gesuiti questo, il discernimento proviene che tu ti dai degli obiettivi e poi al posto io rilegge l'agenda e vedi se hai lavorato per quegli obiettivi o se ti sei fatto prendere dall'ifo, la steam force out, hai l'opportunità, la faccio e non ti chiedi se quella opportunità era una vera opportunità o una ferita di tempo, quindi rileggo molto...le scelte a posteriori per cercare di indirizzare e appunto mi ricordo nel 2016 guardando l'agenda ero arrivato a fare più di 120 notti fuori di casa, cioè una su tre, a prendere non mi ricordo se tipo 80 bollire in un anno, è una roba che non era sostenibile e da lì è stato ho fatto 4 giorni via di ritiro con questo famoso padre spirituale e da lì ho dovevo ritallarmi un attimo, è andata one day, ho capito che mi serviva un socio, ho deciso di sposarmi, ho bisogno di alcuni importanti, quindi a volte per ritagliare il burnout devi sapere dove devi andare, avere il tempo di vedere se quello che stai facendo è nella direzione giusta o se anche no. Poi Battia, mio socio, era una macchina guerra sul managing system, quindi lui è arrivato e ha proprio imposto a tutti un po' di struttura
Paolo De Nadai (51:03.802)
e questa è la figata, tipo non è che se c'è una roba la smarchi subito, la aggiungi nel one to one nei tuoi workflow del one to one settimanale, oh ma è incredibile come una buona percentuale di questi punti ora da settimana dopo quando ti incontri, sono già auto risolti, generando 0 entropia e 0 playtime, capito?
Ci sono poi le corte al review, si fanno gli OKR, ha imposto le etichette nelle mail per dati follow up, per categorizzare. Ha portato in one day un'accademia che si chiama Productivity Superpower, prima o poi deve venire nella pubblica per tutti perché è una figata, che ti aiuta a essere più efficiente nel modo di lavorare, tipo non guardare il telefono e fare solo mail, poi guardare il telefono, o ogni volta il whatsapp, una notifica, la roba. un po' di struttura, la fine della tua efficienza, la tua utilità si moltiplica
Camilla Scassellati Sforzolini (51:55.164)
Sì, molto interessante questa cosa, ha tanti consigli utili a applicare in qualsiasi cosa uno faccia. Mi piace molto questa idea dell'agenda di dire cosa pensavo di dover fare all'inizio della settimana e quanto di queste cose non ho fatto perché mi sono fatta tirare da altre cose che le persone chiedevano di me, ma in realtà io devo fare queste cose importantissime che forse non sono immediate ma sono più importanti in un certo senso, quindi ottimi consigli.
Inès Makula (52:19.118)
Tra l'altro se aprite questa Academy di Productivity fateci sapere perché ci vediamo anche noi, che gestiamo anche noi i due progetti a suo tempo è ogni tanto difficile. Il tuo percorso sì sembra allinearsi al principio degli scout di lasciare il mondo un po' migliore di come lo si è trovato. Come immagini lascito del tuo lavoro e quale impatto speri di lasciare nel mondo attraverso i tuoi progetti?
Camilla Scassellati Sforzolini (52:22.236)
ehi
Paolo De Nadai (52:22.97)
Ma che...
Paolo De Nadai (52:44.794)
dicevo un po' prima, l'impatto sulle persone, formalmente la vision di One Day è avere un ampio, positive duratura e impatto sulle persone sul mondo, quindi questo quello ci piacerebbe fare. Come? Diffondendo un po' il nostro modo di fare impresa, quindi un nuovo modo di vivere il lavoro, di fare impresa che sia coinvolgente, che mette le nuove generazioni al centro, questo quello facciamo tutti i giorni, un po' e sette la volta, mi auguro...
Inès Makula (53:18.734)
Spero prima perché sono nel recinto.No, fai bellissimo perché comunque tutte queste queste questi welfare che state dando ai giovani far vedere che i giovani possono fare tanto è sicuramente spero di gran ispirazione anche per altre persone che hanno un'azienda e che devono investire molto di più sui giovani e su e sul welfare perché alla fine delle persone come dicono happy wife, happy life, happy employees, non lo so, maybe a better company. Esatto. E se potessi avere una bacchetta magica e cambiare qualcosa nel mondo.
Paolo De Nadai (53:46.618)
bette a company esatto
Inès Makula (53:53.134)
da dove partiresti, cosa cambieresti.
Paolo De Nadai (53:55.258)
Ustedia!
Paolo De Nadai (53:59.002)
diciamo che viviamo in un contesto un po' complesso, lo dicevo prima, guerre, pandemie, inflazione, cambiamento climatico, cioè, cosa sono? Tre, no? Le cose che puoi chiedere alla lampada magica, forse si avrebbe di più, no? Di richieste, molto complesso. Si deve guardare un po' al nostro paese, alle nuove generazioni, io ciò. grande tema dell'orientamento che mi sta qua a vedere un sacco di ragazzi che alla fine non riescono a realizzarsi perché nessuno li ha aiutati ad ascoltarsi. Quindi insomma c'è un tema fortissimo dell'orientamento. I 2 milioni di NIT che abbiamo in Italia sono convinto che non è che siano tutti scansafatiche, è solo un tema che riguarda ragazzi che non riescono a trovare il giusto stimolo, il giusto posto nel mondo e è un peccato. Quindi c'è un tema fortissimo dell'orientamento.
C'è un tema devastante in Italia sui nostri ragazzi, al vero dire, stipendi, farsi una famiglia, una casa, il costruire un futuro nel nostro paese. Voi due siete all'estero quindi sarei curioso di chiedere anche a voi il vostro parere. Però diciamo che vedo 100.000 ragazzi che vanno a vivere all'estero ogni anno, la maggior parte giovani, laureati...direi che evidentemente abbiamo un problema come paese, cioè dobbiamo tornare ad essere attrattivi per questi ragazzi, perché non facciamo figli, quelli che facciamo li mandiamo all'estero o rimangono on it, cioè è evidente che così non andiamo da nessuna parte. E poi il secondo e altro grandissimo tema è trovare un equilibrio tra generazioni, nel senso che penso che l'esperienza...di chi ha un po' più di anni sia fondamentale e se trova un match con l'energia, con la creatività, l'intuizione, la voglia di cambiare le cose dei nuovi generazioni possiamo tornare ad essere un paese incredibile. L'Italia è stato un paese pazzesco, pensate al dopoguerra, pensate al rinascimento, cioè noi abbiamo avuto delle epoche storiche in cui eravamo un paese incredibile, lo siamo ancora.
Camilla Scassellati Sforzolini (55:47.772)
Grazie.
Paolo De Nadai (56:05.338)
ma c'è un po' questo mismatch, oggi sembra come che non parlarsi la spinta al cambiamento in una generazione con l'esperienza e le legacy di chi c'era prima.
Camilla Scassellati Sforzolini (56:15.58)
E sei tra l'altro stato anche eletto come presidente di commercio giovani nella zona di Milano, se non sbaglio lombardia. Sono dei temi che porti anche... qual è il tuo ruolo lì? Sono dei temi che...
Paolo De Nadai (56:20.25)
Sì, sì!
Paolo De Nadai (56:25.914)
E beh, la mia voglia di commutare si vede anche in questo, penso che fare squadra sia fondamentale e se riusciamo, lo riuscirò come con la squadra che abbiamo in commercio, a diffondere un pochino questo modo di fare impresa, avvicinare, perché io sono poi il presidente della parte giovane, unirsi con quella dei senior, riuscire a fare squadra, etc. sarebbe davvero una grande cosa. È uno dei miei obiettivi del mandato. Ho 5 anni, vediamo se ci la facciamo. Esatto.
Inès Makula (56:54.926)
Ci risentiamo fra cinque anni per vedere allora tutti gli obiettivi raggiunti. Siamo arrivati alla fine della nostra intervista che concludiamo sempre con la stessa domanda che faremo anche a te. In che modo pensi che la tua italianità abbia contribuito al tuo successo?
Paolo De Nadai (57:12.122)
ragazzi noi italiani siamo meravigliosi, abbiamo una creatività che più il mondo è complesso e più la nostra creatività è fondamentale, problem solving, poi abbiamo una professione italiana, abbiamo una professione all'eccellenza che abbiamo espresso in tanti campi dove siamo andati a vivere nel mondo e l'ospitalità può essere assolutamente, anche questo è uno dei nostri DNA e quindi mi ha super aiutato e poi il fatto è che noi siamo un po' estroversi, no? Gesticoliamo un sacco, siamo stati amici di tutti, che è un po' l'essenza della community. Il nostro business è fatto di community e su questo esser italiano mi ha super aiutato. Non lo vedo un tedesco che fa community, ecco. Anche se la nostra capo di PNC è una ragazza tedesca che è bravissima. Quindi poi vedi che alla fine gli stereotipi non funzionano mai.
Inès Makula (57:56.654)
Sì, però diciamo che il DNA di We Road deve essere italiano, perché il divertimento, l'ospitalità e il viaggiare è una cosa innata in noi. Grazie mille Paolo per averci raccontato la tua storia. È veramente dal, penso, il primo anno che abbiamo cominciato Made It che vogliamo raccontare la tua storia, quindi grazie di essere venuti ai nostri microfoni a raccontarla.
Paolo De Nadai (58:21.85)
Grazie a voi ragazzi!