Giovanni Pizza, Co-Founder BonusX

 

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Oggi scopriremo una startup e un founder principalmente mossi dalla voglia di avere un impatto sociale positivo, ma che hanno anche trovato un modello di business innovativo che ha attratto l’attenzione di fondi internazionali, e di cui sentiremo parlare. La startup e’ Bonus X  e nell'episodio di oggi, intervisteremo il suo Co-Founder, Giovanni Pizza.

Bonus X, fondata nel 2020, si impegna a rimuovere le barriere che ostacolano le persone nel raggiungere i propri obiettivi personali e professionali, facilitando l'accesso a prestazioni sociali, servizi e incentivi fiscali. Oggi conta 350.000 utenti che hanno richiesto nel corso degli ultimi 3 anni oltre €25 milioni di euro di benefici. 

Con il recente round seed da 3.2 milioni Bonus X mira ad espandere a livello globale superando la percezione che solo l’Italia sia inefficiente nei sistemi burocratici quando in realtà, quasi una persona su due nell'Unione Europea ad esempio, non riesce ad accedere a un beneficio sociale o fiscale a cui ha diritto a causa di informazioni e procedure complesse. 

Con Giovanni esploreremo le sfide e le strategie del mondo imprenditoriale: Dall'importanza del mitigare il rischio al superare le obiezioni degli investitori con dati concreti alla mano. Fino ad approfondire la ricerca del co-founder, che a volte può iniziare con una riflessione sui colleghi incontrati nel percorso lavorativo e che potrebbero diventare compagni di avventura, come è accaduto con Fabrizio Pinci, ex collega nella multinazionale americana med-tech, Boston Scientific. 

Un viaggio avvincente che svela il lato umano e appassionato del mondo imprenditoriale.


TAKE AWAYS

BonusX: modello di business innovativo (00:00:42) Descrizione del modello di business innovativo di BonusX e il recente side round da 32 milioni di euro.

L'infanzia e l'adolescenza di Giovanni a Nola (00:02:34) L'impatto della famiglia e della città di Nola sulla storia di Giovanni.

Nascita dell'idea di BonusX (00:11:03) Giovanni spiega com'è nata l'idea di BonusX durante il suo trasferimento a Roma per l'università.

Complessità della burocrazia italiana (00:13:00) Giovanni descrive le sfide legate alla burocrazia italiana e la necessità di semplificare l'accesso alle agevolazioni.

Esperienza lavorativa prima del lancio di BonusX (00:15:20) Giovanni parla della sua esperienza lavorativa prima del lancio di BonusX e della sua preparazione teorica e pratica.

Le sfide dell'imprenditoria (00:17:13) Inés e Giovanni discutono delle sfide quotidiane dell'imprenditoria e dell'importanza di prendere pause per riflettere.

Il passaggio da dipendente a imprenditore (00:18:48) Giovanni racconta il passaggio da dipendente a imprenditore, spiegando come ha mitigato i rischi e preso decisioni significative.

La scelta del co-fondatore (00:24:36) Giovanni racconta come ha scelto Fabrizio come co-fondatore di Bonus Ex e l'importanza di avere un partner complementare.

Il percorso di test di BonusX (00:29:47) Giovanni spiega l'importanza dei test e delle prove nel percorso di sviluppo di Bonus Ex, condividendo l'esperienza del primo MVP.

Obiezioni degli investitori (00:34:22) Esposizione delle obiezioni degli investitori, le difficoltà nel fundraising e le risposte alle obiezioni.

Dilemma Harvard Business School (00:43:32) Analisi del dilemma tra cessione di ownership e controllo della società e la gestione del dilemma attraverso stock option ai dipendenti.

 

TRASCRIZIONE EPISODIO


Camilla Scassellati Sforzolini (01:25.87)

Giovanni, la tua famiglia e Nola, la cittadina in provincia di Napoli dove sei cresciuto, hanno entrambe un impatto fortissimo sulla tua storia. Quindi vogliamo cominciare da quello come al solito e chiederti se ci puoi raccontare come hai capito quello che avresti fatto nella vita e come queste due influenze che ho descritto ti hanno aiutato in questa realizzazione.

Giovanni Pizza (01:44.826)

Ok, ma immagino che famiglia e città di origine in generale abbiano un atto forte nella storia di ognuno e Nola poi è una città abbastanza particolare perché è una cittadina di circa 35 mila abitanti, antichissima, c'è un villaggio del 10.000 a.C. che è fondamentalmente la Pompei della Preistoria ed è una città che tra l'altro anche da un punto di vista filosofico è un patrimonio dell'Unesco con la festa di Già e quindi diciamo molto forte da un punto di vista sia culturale che storico però allo stesso tempo Nola è anche una delle città che fa parte della terra dei fuchi quindi viene citata da Gomorra e vi amo un po' il drama della camorra, della spazzatura e io fin dal giovane sono nato vedendo un po' questo binomio, questo contrasto tra un territorio pieno di potenzialità, bellissimo, sono anche dei ristoranti molto buoni quindi diciamo tutte le varietà che si possono immaginare per però allo stesso tempo tutti i problemi dell'Italia contemporanea. E crescendo vedevo anche molti dei miei compagni che magari trasferivano tempo in mezzo alla strada piuttosto che frequentare le medie, oppure poi il liceo e la scuola superiore. E quindi fin da subito ho un po' vissuto il contrasto tra questi due elementi, cioè le potenzialità e quello che potremmo essere e quello che invece siamo, no? Che siamo un paese in decadenza fondamentalmente da 50 anni, dove non c'è più sviluppo economico, non ci sono più prospettive di crescita, un po' per tutti noi. dove spesso come ragazzi siamo anche costretti a migrare e l'idea era fare qualcosa, perché poi sono sempre stato fondamentalmente un enorme innamorato della mia terra, della famiglia, dei miei amici era fare qualcosa che cambiasse tutto e inizialmente avevo visto 3 prospettive davanti a me per essere finalmente onesti, cioè l'imprenditoria era una di queste poi ho visto la scrittura e la politica non solo ecco la scrittura, ma aggiungi un target che già sensibilizzata rispetto a quello che era dire e qui la famiglia aveva un'influenza enorme perché in famiglia abbiamo sempre detto tanto mio nonno poi era stato giudice di pace, mi era sempre un po' cresciuto anche con la filosofia, la giurisprudenza, da piccolo fa ci facevo cause con lui, quindi ero sempre stato un po' di appassionato del diritto e allo stesso tempo poi come alternativa ho visto la politica, però anche qui nasciamo in un territorio che ci fa essere un po' cinici rispetto a quello che la politica ha ad offrire e mi ricordo che il mio nonno quando era vicesindaco di Nola aveva avuto una bomba che gli aveva fatto esplodere l'auto, di fatto frantumando tutti i vetri della nostra villa e quindi sono anche cresciuto con questa storia, no? e quindi anche con questa visione un po' disincantata del mondo politico e alla fine vedevo nell'imprenditoria, l'imprenditoria in fatto sociale, uno strumento che consentisse di fare quello che mi piaceva però accettando meno compromessi e quindi riuscendo a farlo, come dire, al massimo potenziale, no? e volevo fare qualcosa appunto che aiutasse le persone a migliorare la propria vita e dato che noi siamo in un paese dove lo stato fa comunque circa il 48% della scena pubblica e il fatto che funzioni così male, di fatto determina così tante potenzialità mancate per tutti noi, allora l'idea che avevo maturato più da piccolo era per migliorare questo pace bisogna migliorare il modo in cui funzionano le pubbliche amministrazioni, il rapporto tra noi e pubbliche amministrazioni. E questo era un po' il percorso che ho maturato durante gli anni del Liceo. E quindi lì gli diciamo i primi semi di quello che poi avrebbe portato a BonusX.

Camilla Scassellati Sforzolini (05:04.558)

Sì, ci hai detto che a 17 anni eri già convinto che avresti fatto l'imprenditore nel sociale. Che devo dire... Scusa. Sì, ci hai detto che a 17 anni, ci hai detto che avevi già deciso che avresti fatto l'imprenditore nel sociale. Che devo dire, è un ambiente... è a volte anche un'ambizione che abbiamo, ma poi si perde per strada. Nel senso che questo idealismo dei 15 anni, mi ricordo il mio, per esempio, e poi...Entra la vita, vai all'università e ti perdi un po' i pezzi. Nel tuo caso non è stato così. Ma anche se rimaniamo nell'adolescenza, sei sempre stato convinto della tua strada, della tua idea, di quello che avresti fatto. Ci sono mai stati momenti di dubbi in cui ti stia un po' perso per strada o per te è sempre stata così retta la via, diciamo.

Giovanni Pizza (05:48.442)

Allora, è una cosa interessante perché si tratta un po' di ripescare tanti anni fa, no? Però ho un vantaggio, io fin da piccolo scrivo poesia e quelle poesie, tra l'altro, sono state una cosa assurda, io pubblicavo anche un libro di poesia che andavo 15 anni. Sono stata una cosa assurda perché poi leggendole nel corso degli anni, cioè quando avevo 20, 25, quei 30 anni mi hanno consentito in un certo modo di ricordare come ero però a livello molto più emotivo rispetto a quello che solitamente fa un diario e la prosa, no? perché la presa solitamente va un attimo a fotografare un'emozione, uno stato d'animo e quindi mi consentiva poi nel tempo di emergere maggiormente quello che provo da ragazzo. Forse anche questo mi ha consentito un po' di riuscire ad essere nel tempo fedele a quello che pensavo da titolo, no? Perché è stato anche costante rispolverare a volte quelle emozioni, quelle sensazioni. Tra l'altro ero un ragazzo abbastanza vivace, a 16 anni ho occupato una scuola con 1600 studenti, con 3 serie di staccate, avevamo organizzato il tutto. Penso almeno è andato in prescrizione, quindi lo possiamo dire. Però fondamentalmente non ero una persona che stava con le mani in mano. Allo stesso tempo scrivo tanto e quindi anche in quelle poesie rivela a volte un po' il contrasto tra il mondo ideale e quella che al tago qui ci si scontra e da questo contrasto secondo me nascono i dubbi e l'incertezza e io mi sono perso diverse volte nel mio percorso perché poi sapevo un po' la direzione dove volevo andare però è il modo in cui si può realizzare un sogno a volte abbastanza pieno di diramazioni, un po' imprevedibile. Però avendo sempre abbastanza chiaro, anche ricordando un po' quello che mi spingeva, quello che mi rendeva felice, a volte riuscivo comunque a ritrovare la strada. Come dire, anche nei momenti in cui magari sentivo di deviare da questo percorso, nella vita ho deviato diverse volte, e a volte deviare è stato anche un modo di ribellarmi alla frustrazione, di scontrarmi con una realtà che era lontana da quello che volevo e quello che pensavo, no?

Giovanni Pizza (08:06.138)

Alla fine sono riuscito ad essere coerente con me stesso e oggi sinceramente quando mi sveglio, anche se devo lavorare 50 ore a settimana, mi sveglio pieno di passione. Sono una persona che a volte sembra un po' di bete in mezzo alla strada, perché magari rito senza motivo, no? Però ti sembra che se fai una cosa che ti piace e poi te la porti nella quotidianità e lo trasmetti anche agli altri.

Camilla Scassellati Sforzolini (08:28.814)

Sì, ti volevamo fare questa domanda delle distrazioni più che altro per dare anche un po' la realtà della storia dietro e mi piace come l'hai raccontato perché è vero che a volte quando raccontiamo la nostra storia agli altri pare che lui l'ha sempre saputo, si è formato apposta per fare questa cosa, è stata una cosa così voluta e che ovviamente è stato così che uno poi non si rispecchia nella storia, perché diceva io magari non ho questa stella nord che ho seguito tutta la vita e quindi non posso seguire un percorso simile, quando in realtà è anche un po' il modo in cui ci raccontiamo e ci teniamo motivati su una strada, ma non vuol dire che nella via non ci sono state diramazioni, non ci sono stati momenti in cui magari uno si è perso, ha fatto cose diverse, si è confuso sulle cose che voleva fare, quindi...

Giovanni Pizza (09:19.098)

e non è un po' difficile, ma è un po' difficile. E quindi, non è un po' difficile, ma è un po' difficile.

Camilla Scassellati Sforzolini(09:25.454)

mi fa piacere che lo hai raccontato anche tu così, che ci sono stati questi momenti anche per te. E poi l'altra cosa che mi è piaciuta che hai raccontato è un po' questa, quando uno è dualista è anche molto arrabbiato, quindi a volte invece di voler fare cose positive ci si spinge anche, non che occupare una scuola sia questo, però immagino che ci sono stati dei momenti in cui magari uno è, fa anche cose un po' distruttive invece che costruttive. Nel tuo caso, come ti sei sempre ritrovato poi nel voler essere costruttivo.

Giovanni Pizza (09:48.602)

Però effettivamente è importante capire come incanalare questa energia, anche a volte come trasformare la rabbia in qualcosa di positivo. Però è importante soprattutto per noi stessi, perché la rabbia e l'odio sono tendenzialmente delle emozioni che consumano, che rischiano anche di lasciarci più vuoti, no? Poi più aridi rispetto al mondo esterno. E io mi ricordo che anche da piccolo ho fatto comunque delle promesse a me stesso. perché poi sono stata una persona che è sempre stata un po' introspettiva, osservava anche tanto gli altri, no? Quindi vedevo magari i miei nonni, i miei genitori, le persone attorno a me. E ho sviluppato una mentalità critica dove ho spesso messo in discussione le cose che mi venivano insegnate e che erano passate anche per normali nella nostra società, faccio un esempio.Quanto spesso torniamo a casa, diciamo che abbiamo preso un bel voto e la prima domanda che ci fanno è gli altri come sono andati Cioè come se gli altri come sono andati no? fosse un termine che possa dare un meno valore a quello che noi abbiamo fatto questa è una cosa bruttissima della nostra mentalità no? cioè la costante competizione degli altri come se si stessero se noi avessimo valore e successo solo in relazione al valore e al successo che anche gli altri hanno…


Camilla Scassellati Sforzolini (11:42.254)

e gli altri mi ricordo dicevo io ho preso un voto altissimo e gli altri bassissimi quindi era un modo di differenziarsi perché allora eri stati veramente...

Giovanni Pizza (11:52.634)

Sì, e per me questa è sempre... cioè è una roba che inizialmente reciproco passivamente, poi pian piano anche sviluppando una mentalità più critica ho iniziato veramente a vedere una luce diversa, ho capito ma questo ragionamento è sbagliato, cioè la realizzazione di una persona è soprattutto verso se stessa e quelli che sono i propri sogni, no? Non è verso quello che gli altri fanno, verso quello che i tuoi genitori o la società si aspettano a te. Secondo me quando arrivi a una conclusione di questo tipo, inizi anche a incanalare tutte le energie e la rabbia che provi verso qualcosa che ha te stesso da valore. Perché poi una cosa alla fine su cui ho ragionato i termini, veramente anche precoci secondo me, perché è una di considerazioni veramente dei miei 14-15 anni, no? Che alla fine noi la notte andiamo a letto da soli. Cioè, il giorno dopo ci svegliamo con dei sogni, con quello che abbiamo pensato questa notte, e soprattutto verso noi stessi che abbiamo degli obblighi su questo fronte. Quindi una delle cose più importanti che ho cercato di capire nella mia vita è stato quello che a me rendeva felice, anche se magari era inusuale, perché magari altre persone misurano il successo in termini di quanto ricchi diventi, quanta visibilità hai, se diventi famoso meno. Ci sono determinati paragoni abbastanza radicati nella società attuale, no? Però in realtà il successo è soprattutto il nostro grado di realizzazione rispetto a quelli che sono i nostri sogni. E quindi ci sono due dimensioni fondamentali da che arriva. In primis, capire cosa rende noi felici. E in secondo luogo riuscire a distinguerlo da quello che gli altri ci insegnano che ci dovrebbe rendere felici. Perché a volte, magari questo messaggio passa anche da persone che ci vogliono bene come i nostri genitori. Che lo fanno a fili bene, però non è necessariamente la cosa corretta per noi.

Camilla Scassellati Sforzolini (13:51.278)

Sì, veramente una realizzazione che forse non ho ancora pienamente avuto, ma che sicuramente è arrivata nei trent'anni. Il fatto che tu abbia affrontato la tua vita anche già da adolescente con questa chiarezza di pensiero veramente mi impressiona. Infatti, abbiamo detto che a 17 anni già volevi fare l'imprenditore nel sociale, che è magari una cosa che... si scopre molto dopo e infatti l'idea di bonus ex la raccontiamo subito perché è arrivata molto presto nella tua storia, è arrivata... immagino che avendo già questa realizzazione ovunque guardi trovi delle idee per... e le testate nella tua testa per dire potrebbe essere questa l'idea della mia impresa anche se non nasce subito però se ci puoi raccontare un po' appunto come nasce l'idea di bonus ex e nasce nel periodo in cui appunto ad Anzola ti stai trasferendo a Roma per andare all'università.

Giovanni Pizza (14:37.626)

Io ho vissuto, penso, le tipiche dinamiche da studente fuorisede e credo che il momento

Camilla Scassellati Sforzolini (14:45.486)

e ci racconti un po' qual è il problema che hai constatato e come hai pensato all'inizio prima di lavorarci veramente come l'avresti potuto risolvere.

Giovanni Pizza (15:03.898)

e il tetto familiare sia il primo momento in cui abbiamo anche impatto di cosa significa la burocrazia pubblica, no? Perché in quella fase della mia vita mi stavo trasferendo a Roma, quindi c'era una tematica in primis di che tasse universitarie pagare. Mi ricordo c'era questa cosa, no, ma la stranissima che si chiama indicatori isa, mai sentito nella mia vita, che in base a cui venivano determinati i contributi da pagare per le tasse, l'assenza scolastica, eventuali agevolazioni per l'affitto per i libri e simili. e quindi mi sono scontrato con tutto questo aspetto burocratico legato anche all'accesso all'opportunità per avere una vita più semplice e far risparmiare qualche costo ai miei genitori e vedevo che come io cercavo attivamente di informarmi su queste cose e capire anche rispetto ai primi guadagni quanto dovevo pagare di tasse banalmente, come funzionava il 7.30, come funzionavano cose simili che fondamentalmente le stesse sfide erano vissute dai miei colleghi

Giovanni Pizza (15:52.456)

E quindi mi sembrava assurdo che ognuno di noi impiegasse decine o centinaia di ore a orientarsi in questa giungla, no? Ed era una cosa che... Cioè, allo stesso tempo pensavo... Ma allora, se i requisiti sono questi, i miei dati sono questi, e di base le pubbliche amministrazioni queste informazioni dovrebbero averle, no? Perché a me la famiglia è questa, è quella di reiterazione dei Redditi ogni anno. Ma perché io devo fare questo sforzo attivo, devo sprecare decine centinaia di ore? poi inserito nella logica sociale che ho sempre un po' avuto, pensavo questa cosa la faccio io la fanno tutti i miei colleghi cioè secondo me sono 58 milioni di italiani dell'epoca c'è uno spreco di centinaia di miliardi di ore che si potrebbero togliere, se c'è un sistema che semplificano tutto questo accesso alle agevolazioni, pagamento tasse e simili andando a tagliare i tempi morti sia a livello informativo che poi a livello di processo perché ricordo che c'erano le fili a calco al patronato cioè ero oggettivamente una roba che richiede abbastanza energie

Camilla Scassellati Sforzolini (16:58.318)

Io quello che ho sempre notato è quanto impressionante che nessuno ti aiuta, non c'è un posto dove puoi fare una domanda, non c'è.

Inès Makula (17:08.935)

Non c'è un call center!

Camilla Scassellati Sforzolini (17:10.829)

Se tu non sai fare le tasse, devi pagare un... poi in Italia è nato l'idea del commercialista, però quando li fai per la prima volta, tu stesso ti dici ma come può una persona veramente capire cosa deve fare? Poi un errore costa un sacco di soldi, quindi è assurdo che tutto quello che è burocratico non c'è dall'altra parte un aiuto, mentre per tutto il resto della nostra vita ovviamente siamo accompagnati, aiutati e supportati quando...

Giovanni Pizza (17:24.09)

Sì.

Camilla Scassellati Sforzolini (17:40.206)

cercare di capire una cosa importante. Quindi si, effettivamente raccontato così è assurdo che ognuno si deve sbrigare da solo a capire questa cosa, nessuno si aiuta vicenda, l'università non ti aiuta a capire perché dici che ogni caso è a sé stante e quindi diventa poi complicatissimo.

Giovanni Pizza (17:48.09)

ma poi c'è un dettaglio che a me coltiva a 18 anni e continuo a colpire adesso a 31 che era questi moduli a volte che compilavano dove c'era tipo un checkbox che diceva di con l'articolo 3,5, il decreto legislativo x dell'anno x e io immaginavo, poi guardandomi attorno, perché poi sono sempre una persona che ha veramente frequentato tutti nella dita, ma l'italiano medio ma veramente si fa a leggere il decreto legislativo, l'articolo, il comma, prima di mettere una spunta su questo checkbox o smette la spunta e basta perché obbligatorio. pur di smarcarsi questa cosa. Alla volta chiaramente non avevo visibilità dei milioni di contenziosi con IMPS, agenzie delle entrate, però poi nel tempo facendo analisi per bonus x ho scoperto che l'italiano medio metteva spunta ma non si fa a leggere il legato legislativo e anche se volesse leggerlo probabilmente non riuscirebbe a capirlo nel 90% dei casi.

Inès Makula (19:02.536)

Secondo me tipo il 99% di italiani non si va a leggere quell'articolo. Io non sono mai andata a leggere queste cose, adesso non voglio parlare per gli altri, però sì, rendono queste cose complicatissime. E quindi ci stai raccontando detto come nasce un po' l'idea di bonus ex, però diciamo non hai nasce questa idea mentre eri in università, anzi hai finito la laurea alla Lewis, poi sei andata a lavorare in due grossi multinazionali americane, General Electric e Boston Scientific.

Inès Makula (19:31.592)

Perché hai aspettato di lanciare la tua startup e non hai lanciato subito, visto che avevi un'idea? E' un'idea così chiara. Come mai non hai lanciato subito l'azienda?

Giovanni Pizza (19:38.618)

Allora è legato anche al fatto che io prima di fare una cosa tendenzialmente ho sempre studiato no? Ad esempio prima di informarmi su come funzionasse eccetera io ricordo all'epoca mi ero proprio scaricato la legge, ero provato a studiare attivamente, quindi il mio ragionamento era anche se voglio avviare un'azienda devo prima capire come funziona un'azienda e magari a livello universitario mi sono smarcato un po' la teoria delle cose studiando economy and management in quel momento però il dubbio era proprio nella pratica operativamente come fa a funzionare e quindi l'idea era lavorare in delle aziende dove potessi imparare proprio i processi interni cioè come la gestione, come il rapporto tra i colleghi, come funziona l'organizzazione di un team il lavoro di squadra insieme e avevo scelto poi delle realtà che comunque fossero di impronta americana e quindi anche un po' svincolate sei volte dalla logica che noi abbiamo nelle aziende italiane e per gestione familiare perché volevamo cercare comunque di imparare da quelle che erano le migliori realtà presenti e quindi avere un benchmark che fosse di valore e ricordo che all'epoca avevo fatto application per questo tirocinio in general electric, una divisione Oetker che era basata a Milano e quindi poi di lì effettivamente si è avviato un percorso che da un punto formativo mi ha dato tantissimo, perché riuscire a entrare in azienda e capire come funziona un'organizzazione, prima effettivamente di condarne una, mi ha dato tantissimi strumenti, però al stesso tempo mi ha dato anche maggiore sicurezza in me, perché poi ho fatto anche carriera in queste aziende. Quindi riuscire anche a avere una validazione come dipendente, no? Prima magari di diventare un fondo, un amministratore di una società, era importante perché...Comunque è qualcosa che poi neghia nel startup mi ha fatto mettere tante volte in discussione. E secondo me se ci fosse arrivato senza quel percorso alle spalle, magari non avrei avuto quella sicurezza in me per prendere determinate decisioni, nel andare avanti in certi modi, quando poi si presentavano le difficoltà.

Inès Makula (21:46.344)

Certo, poi uno certe volte magari sottovaluta quanto ti insegne in realtà a lavorare in una in una grossa azienda in termini di processi, ma anche solamente come ti relazioni con i colleghi, come si crea un team, come si crea una struttura, come si scrive una mail di lavoro, cioè tutte queste cose che non ti insegna mai l'università, quindi la pratica fa tutto. Quindi immagino che l'hai descritta in maniera molto positiva, tornando indietro rifaresti la stessa scelta.

Giovanni Pizza (22:10.554)

Sì, sì, ma banalmente l'impostazione di un'email è centrata proprio al piano. Cioè, sembra una cosa banale, però come scrivi un'email, anche come fai a formattare e creare un'email che aumenti le probabilità di essere letta dal destinatario. Quindi non solo che sia formalmente corretta, ma che sia anche più facilmente fruibile per la persona a cui lo invie. Sembrano delle banalità, ma poi ti fanno buona parte della quotidianità.

Inès Makula (22:14.6)

Esatto!

Giovanni Pizza (22:37.946)

quando poi lavori su una startup in genere un'organizzazione con più partner, più colleghi.

Inès Makula (22:42.92)

mai scrivere una mail lunghissima. Regola numero uno.

Giovanni | BonusX (22:46.842)

Grazie.

Camilla Scassellati Sforzolini (22:49.454)

rispondere subito nel senso magari uno non si rende conto quanto è importante rispondere immediatamente a un email quando qualcuno ti scrive rispondere è ovvio che se facciamo le cose coi nostri tempi o quello che tu pensi che sia meglio magari non so pensi oggi penso tutto il giorno a scrivere questa email ovvio che poi uno lavorando si impara tutte queste cose ma sono le piccole le piccole lezioni di lavorare in azienda però secondo me il il costo di questa cosa a volte che poi uno entra in azienda fa carriera e dice vabbè

Giovanni Pizza (22:49.498)

a meno che è.

Camilla Scassellati Sforzolini (23:18.542)

in realtà sta andando così bene questo percorso che non devo più mollare a fare altro. Non hai mai avuto questa paura che poi appunto andando bene, tutto procedendo anche a gonfie vele nella tua carriera, perché comunque nei pochi anni che hai avuto hai avuto i tuoi successi relativi in quella carriera, non ti sei mai detto che sono comodo qui, non ho bisogno di fare poi l'altra cosa che avevo in mente.

Giovanni Pizza (23:43.194)

C'è stata una sfida in tal senso, perché poi a un certo punto in realtà sono stato una biforcazione, dove c'era un determinato percorso davanti a me, se restavo in azienda, oppure l'opzione effettivamente di terminare l'apporto di lavoro, almeno in quel formato, iniziare a lavorare e costruire questo progetto che avevo in mente da un po', non rischio reale, quello a volte che diciamo quello che inizialmente concepito come strumento un percorso poi diventi il nuovo fine no? Però di nuovo ogni tanto mi riprendo queste poesie di quando ero piccolo e facevo chiarezza su quello che era un po' in realtà il mio sogno e quello che poi in effetti era il percorso per arrivarci no? E quello è stato utile veramente cioè paradossalmente

Da piccolo quando scrivo non immaginavo, io scrivo per esigenza, non immaginavo che poi a distanza di anni diventasse una forma di bussola per orientare in vita grande nelle diverse decisioni, però secondo me è un rischio reale a volte quello di lasciarsi prendere dalla quotidianità, da nuovi obiettivi e anche dovuto a spesso al carico di lavoro, perché io comunque sono sempre stato una persona che ha lavorato tanto, molto appassionato, mi facevo prendere, un perfezionista, a volte ci si perde un po' nella quotidianità. Secondo me è anche bello staccare ogni tanto, dedicare il tempo a se stessi e un po' ricalibrarsi. Semplicemente pensare, sono andato nella direzione dove voglio andare, sono contento, sono soddisfatto, è il momento magari di prendere qualche decisione un po' più drastica e se la voglio prendere come faccio a mitigare il rischio, magari la prendo in modo, come dire, cioè in sevo col percorso, però anche riducendo le potenziali avversità.

Inès Makula (25:38.664)

Se fai queste pause, lo abbiamo detto un cammino, ogni tanto facciamo i nostri episodi una volta all'anno in cui raccontiamo un po' le nostre vite. E ogni tanto uno ha un obiettivo e si rende conto che magari dopo due o tre anni non è più lo stesso, non vuoi più raggiungere le stesse cose, stai crescendo, la vita cambia, quindi ti devi... in realtà non è una cosa che fai una volta. Cioè prendersi un momento per riflettere, una pausa è una cosa che uno dovrebbe fare spesso in realtà, almeno una volta all'anno, giusto per esaminare che la vita...

Giovanni Pizza (26:01.914)

Sì.

Inès Makula (26:07.592)

ai lavori, progetti, vai avanti, hai uno stipendio, e entri in questa, diciamo, ruvoletto, come si dice, dove non riesci più a uscirne. E questa è una fase realtà che ci interessa tantissimo esplorare in dettaglio, perché pensiamo davvero che sia la fase che scoraggia tante persone a decidere di effettivamente cominciare un percorso imprenditoriale. Quindi ti vogliamo chiedere come ti sei organizzato per lasciare il lavoro e di iniziare a lavorare sulle basi di bonus ex, mitigando un po' i rischi, e perché era...

Giovanni Pizza(26:22.138)

allora è qualcosa che ho fatto a step perché mi ricordo ero...

Inès Makula (26:36.36)

era importante per te avere un piano ben definito.

Giovanni Pizza (26:50.426)

C'era questo momento in cui avevo questo doppio percorso avanti Ero in un colloquio con il mio capo dell'epoca in Boston Stamp Pfiff Lui, metà spagnolo, metà canavese, quindi chiaramente tutte le conversazioni erano in inglese perché faccio parte del team europeo E mi ricordo che era proprio il percorso di carriera e quindi era un po' quel touchpoint, diciamo, legato al percorso di carriera E lui stava parlando delle prospettive di crescere e tutto e a un certo punto gli faccio Alex, I'm going to quit .direttamente, ho intenzione di licenziarmi, no? Poi in realtà con tutti i miei colleghi avevo creato veramente un bel rapporto quindi sono passato progressivamente da un full time a un part time di 2 mesi dove ho dato anche l'occasione a loro di trovare una persona che mi sostituisca perché poi comunque anche quando facciamo queste scelte importanti ci sono altre persone impattate quindi chiaramente in quel momento la mia preoccupazione era anche non creare cioè creare un disagio però cercare di mitigarlo anche per le persone che mi hanno dato fiducia fino a quel momento e poi successivamente io ho attivato una partita viva e ho lavorato con uno di quelli che era i nostri fornitori nell'ambito del web del dirigente da marketing come consulente e tramite loro poi anche per diverse aziende nell'ambito pharma, healthcare che era un po' il settore in cui mi ero specializzato sempre un po' in quella che era la materia che andava a trattare con la materia che era molto diciamo bilanciata tra il marketing e la parte di coding perché poi successivamente a laurea in volume e management studiavamo anche programmazione un po' l'autodidatta quindi mi ero spinto su una parte del marketing più digitale e più tecnica fondamentalmente e quindi ho fatto questa fase di transizione dove avendo attivato la partita IVA lavoravo di meno in termini orari, in quali andò praticamente lo stesso se non di più dove mi ero arrivato comunque ad un'idea di contatti diciamo con grazie alle precedenti esperienze lavorative e parallelamente ho fatto prima un percorso di nuovo formativo perché ho studiato l'intelligenza artificiale machine learning al Consiglio nazionale di ricerche a Roma, all'Istituto delle Scienze e Tecnologie Cognitive e nel frattempo è iniziato un po' a sviluppare l'idea che era dietro Bono Six e poi nel tardo 2019, quindi praticamente a un anno da quando mi ero licenziato ho coinvolto uno dei miei ex colleghi, Fabrizio, nel progetto e quindi poi con lui, che era uno dei miei personali che ho mai lavorato ho iniziato effettivamente a dedicarmi poi full time su Bono Six andando ad abbandonare sempre di più le attività e in partita viva quindi c'è stato comunque questo passaggio diciamo più prudenziale

Giovanni Pizza (29:16.378)

dove abbiamo creato una fonte di reddito nel mentre non iniziavo a ragionare sul progetto e a lanciarlo effettivamente.

Inès Makula (29:22.92)

Grazie, questa parte è molto interessante perché spesso si può pensare che lasci il lavoro da un momento all'altro, perché in realtà c'è gente che lo fa solamente in questo modo, dove si lancia da un momento all'altro, però ci sono varie maniere di farlo, io, per mitigare i rischi, per continuare un po' a guarnire, per vedere come riesci a lavorare anche da solo, più in autonomia. E soprattutto vorrei sottolineare quello che ho detto prima, lasciare un lavoro con dei buoni rapporti è importantissimo, perché magari un giorno ribusterai a quella porta, magari un giorno quelle persone...

Giovanni Pizza (29:47.482)

Anche.

Inès Makula (29:51.784)

Non si sa mai, però, nel senso come gira, però potresti e sicuramente se hai lasciato le cose bene è sempre un vantaggio, diciamo, per il futuro. Hai appena accettato esatto Fabrizio, quindi il tuo co-founder, visiti conosciuti a Boston Scientific, quindi eravate colleghi, e quando ci abbiamo sentiti la prima volta l'ho iscritto veramente come un incontro fondamentale. Hai capito da subito che sarebbe stato lui la persona giusta con cui fare...BonusX e come mai, perché cosa hai visto in due?

Giovanni Pizza (30:26.458)

Fabri l'ho conosciuto anche lavorando in divisioni diverse, perché entrambi erano bastati nell'ufficio a Milano di questa azienda e in realtà fin da subito mi aveva accorpato per le capacità di problem solving. Lui è più giovane di me di un paio di annetti, quindi quando li siamo conosciuti inizialmente era in tirocinio verso questa azienda, poi successivamente anche lui ha fatto carriera e quindi ha iniziato a ricoprire una posizione diversa e in realtà c'è stato subito un buon feeling. Noi non lavoravamo stretto rapporto perché eravamo comunque parte di team diversi, però c'erano state un paio di situazioni in cui l'avevo visto all'opera e mi aveva molto colpito. E soprattutto mi aveva colpito anche poi per un percorso simile al mio, perché lui quando ha terminato il tirocinio aveva due opzioni davanti, farsi assumere o collaborare in partita IVA con l'azienda. E ha scelto di collaborare in partita IVA invece di farsi assumere, no? E quindi li iniziavo anche a denotare quell'attività un po' più imprenditoriale, più prona il rischio che tendenzialmente è difficile da trovare, perché noi siamo ancora un paese dove c'è la mitologia del posto fisso, no? Quindi avere persone che dicono no, non voglio il posto fisso, voglio lavorare in parte teoria, quindi la maggiore flessibilità, già è un chiaro segnale che quella persona può essere più, avere una maggior attitudine a lavorare in una startup, no? E poi nel 2019 io ho parlato di bonus X, lui si è ritrovato tantissimo nelle difficoltà che aveva vissuto, quindi si è molto immedesimato anche col problema che andavano a risolvere gli è piaciuta molto l'idea e quindi ha iniziato attivamente a lavorarci insieme a me. Insieme poi abbiamo creato il primissimo MVP, cioè come in gioco si chiama Minimum Viable Product, che era un minimo di fondamentalmente piattaforma per iniziare a testare le potenze dietro il business model. Quindi è stato sicuramente un incontro, ma io dico anche fortunato, perché poi nella vita incontro tantissime persone e il feeling che abbiamo sviluppato noi, ma anche la complementarietà in termini di capacità attitudini in azienda, secondo me è una roba rara anche perché poi negli anni ne abbiamo vissuti momenti di difficoltà cioè assolutamente è stato un percorso dove io in determinato caso ne ho fatto anche 45 giorni lavoro di seguito perché c'era bisogno di fare cosa, non c'erano soldi quindi doveva fare tutto internamente e Fabrizio non ha mai mollato cioè trovare qualcuno che quando effettivamente...

Giovanni Pizza (32:51.386)

il fondo, nel senso che stai spremendo ogni energia che può essere per quello che ti piace, quello che ti appassiona e quella tua idea, la fatta sua, perché ormai Buenos X non è più un'idea che è mia, è un'idea che appartiene a lui, appartiene a tante altre persone insieme a noi e vedere quel livello di impegno, quella determinazione, quella capacità anche di trovare soluzioni di dove altri vedrebbero solo problemi insormontabili secondo me è qualcosa di raro, quindi direi che nel nostro percorso non abbiamo avuto tantissimi no, ci sono stati pochi strategici si che hanno fatto la differenza e il suo è stato il secondo sì fondamentale nel percorso di bonus. Il primo è stato chiaramente quello che ho dato a me stesso quando ho detto voglio fare questo, ma il secondo fondamentale è credo in ogni startup è quello del poco founder, cioè è il primo vero sì esterno a te che concretizza, inizia a concretizzare a rendere reale quello che fino a quel momento è stato solo un'idea.

Camilla Scassellati Sforzolini (33:50.478)

Esatto, è la prima persona che convinci che vale la pena lasciare tutto per fare questa cosa e quindi dovrei convincere tante alte nel percorso, però ovviamente diventa sempre più facile perché da nulla nella tua testa inizia ad avere anche un track record, no? Quindi quello è il primo sì, ma anche secondo me il più difficile. Molte persone, tra l'altro, non trovano questo co-founder, questo match fino a quasi troppo tardi nella propria storia, quindi sei...

Giovanni Pizza (33:57.978)

Sì.

Camilla Scassellati Sforzolini (34:19.31)

devo dire che effettivamente hai avuto un'ottima, sembra che tu abbia avuto un'ottima percezione della persona che hai scelto ma anche fortuna in un certo senso ad incontrarla quando l'hai incontrata e come l'hai incontrata. E hai parlato di...

Giovanni Pizza (34:31.994)

Anche perché, Cavinato Torino, che è anche lui che ha scelto me, è quello proprio anche l'aspetto fondamentale, no? Ci vuole una certa dose di pazzia per abbracciare un progetto di qualcun altro e investirci così tanto. E per me non mi nascondono, anche in momenti più critici è stata una forte motivazione andare avanti, no? E poi in questi anni siamo cresciuti tutti e due tantissimo però anche della propria sua triste per me è stata un'enorme conto di soddisfazione nel senso avere qualcuno che matura così tanto e capace di fare così tanto Fabrizio come dicevo ora ha 29 anni comunque gestisce un team decine di cibi, operatori, partner nel senso delle responsabilità enormi è una grinta, è un'intelligenza pazienza, io oggi sono troppo fan comunque voi potete censurare, però come dicevo, secondo me è proprio il primo augurio che faccio a qualcuno che vuole realizzare una startup, cioè avere un co-founder con cui si crea questo genere di rapporto, di sintonia e con cui puoi fare questo livello di affidamento.

Camilla Scassellati Sforzolini (35:48.75)

E poi ci ha raccontato appunto brevemente questa idea che avete iniziato con un MVP, quindi questo Minimum Viable Product, questo test per vedere se l'idea di bonus X effettivamente serviva, veniva utilizzata, eccetera. In realtà ne avete fatte più di uno di MVP, ne avete fatti vari con vari test diversi, con varie funzionalità diverse e trovo che funzionava bene con la teoria anche del rischio calcolato di non lasciare subito il lavoro di tenere un contratto, è stessa cosa quando uno parte con l'idea, non è che deve mettere tutti i propri soldi in una cosa, costruirla per mesi mesi mesi e poi lanciarla, anzi è molto più efficiente fare delle piccole prove anche un po' magari arrabattate per vedere se la cosa potrebbe funzionare. Ci spieghi un po' come è andato nel dettaglio questo percorso per voi e perché è stato importante partire con questi test.

Giovanni Pizza (36:39.642)

Sì, tra l'altro le VPS sono fatte anche prima della fondazione della società, che è un consiglio che mi sento di dare a molti perché in Italia già fondare una società ha determinati costi, rispetto ad esempio all'Estonia, altre economie europee, quindi a volte conviene anticipare questa fase di test anche alla fase di pre-fondazione.

Giovanni Pizza (37:04.602)

al momento quando stiamo lavorando su bonus x non avevamo dei benchmark o qualcosa di simile né a livello italiano né sulle altre geografie che avevamo esaminato e quindi di base c'erano diverse ipotesi che andavano comunque testate perché magari questa roba funzionava ma non funzionava solo nella nostra testa e di fatto la piattaforma che cosa fa? prende dati dalle persone in base a questi dati calcola tutta una serie di indicatori che mostrano agevolazione e opportunità al piano di ditto quindi bonus pubblici, servizi dalle pubbliche amministrazioni quindi una primissima ipotesi da validare era che le persone fossero disponibili a inserire tutti questi dati personali su famiglie, redditi e patrimoni anche banalmente a livello anonimo per riuscire a scoprire l'agevolazione a cui potevano accedere

Giovanni Pizza (37:57.946)

per esempio c'era un percorso guidato che in base a queste domande in magazzi dei dati, ad esempio sulla composizione familiare, del patrimonio della persona, c'era un calcolatore praticamente che ha questi risultati, questi requisiti per i bonus e poi mostrava a questa persona se aveva il diritto a uno più di sei bonus integrati fondamentalmente, niente di pazzesco, stratosferico, roba molto basica per vedere se la gente inserisca questi dati. In una settimana abbiamo fatto una semplice campagna per il personaggio su Google dove cercammo persone che appunto si informavano online per capire i requisiti per queste agevolazioni e questa mini-piattaforma era stata usata da più di mille utenti Quindi vabbè, diciamo ok, mille persone in una settimana inseriscono tutti questi dati per capire se hanno diventato una lisa agevolazione diciamo la prima cosa, ciò possiamo smarcare come fatta sembra che regga Ora il secondo punto era capire, ok ci inseriscono questi dati ma sono disposti a farlo a livello identificabile rilasciando un'email per poi continuare a ricevere aggiornamenti su questo fronte quindi a quel punto integriamo in questa forma di mail come campo del tutto facoltativo e vediamo che la settimana successiva, dal 60% al 70% delle persone ci lascia comunque l'indirizzo e mail per continuare a essere informata su agevolazione e contributi a cui possono accedere Vabbè, anche secondo check smarcato la terza cosa era un po' più complessa perché richiede l'utilizzo di un e-commerce ed era praticamente consentire alle persone poi di acquistare le pratiche per richiedere queste agevolazioni e lavorare online e all'epoca mi sono studiato come funzionava WordPress mai usato perché poi avevo usato altri CMS nelle vecchie aziende però poi non ho capito come integrare WordPress, ci ha voluto un po' più di tempo in quel caso l'abbiamo integrato e quindi le persone una volta visualizzate questi 6-7 agevolazioni che potevano accedere potevano anche pagare tramite l'e-commerce per gestire queste pratiche online la gestione delle pratiche è una roba estremamente manuale, veniva fatta tramite email dove gli operatori amici di CAF raccogliano i documenti, facevano la pratica e andavano a prestazione alla persona. Quindi una cosa veramente veramente basica, però di fatto vedevamo che la gente era disposta a pagare e quindi questo ci dava validazione. E questi sono anche i primi dati con cui noi abbiamo raccolto il primo finanziamento. Quindi prima ancora di fondare la società abbiamo già avuto l'ok da un acceleratore per l'investimento iniziale di 70.000 euro.

Giovanni Pizza (40:21.21)

Quindi abbiamo smarcato le metriche, abbiamo smarcato i primi fondi, con questi due input abbiamo fondato la società.

Camilla Scassellati Sforzolini (40:30.414)

Sì, è stato, ti aiuta anche a rispondere alle ovvie obiezioni di possibili finanziatori che ti dicono gli italiani non vogliono condividere i propri dati privati, non so, mi immagino tutte le cose che uno può un po' dirti e tu sai, hai già tipo, ho testato, ovviamente è un test limitato, ma ho già validato queste queste ipotesi e mi sono già chiesto queste domande, quindi ti dà abbastanza senza aver lanciato un prodotto perfetto appunto con Super User Friendly, ti dà abbastanza per poter raccogliere quei primi soldi. Parlando di fundraising, siete partiti nel 2020 con ovviamente questa era la vostra prima startup, eravate giovani, eccetera, e siete andati subito a chiedere finanziamenti appunto giusto sulla base di questi MVP. Ci puoi raccontare com'è andato il primo fundraising? È stato difficile? Quali sono state le obiezioni, appunto parlando di domande un po' scomode, quali sono state le obiezioni principali che avete dovuto un po' navigare, a cui avete dovuto rispondere effettivamente, cercare di convincere gli investitori che effettivamente avreste potuto farcela, l'idea aveva, aveva, insomma, le gambe per andare avanti.

Giovanni Pizza (41:47.802)

è stato complesso, poi noi durante i nostri primi due anni di vita abbiamo comunque avuto dei finanziamenti ma arrivavano sempre un po' a goccia no e quindi c'è stato anche un costante stato tra virgolette di precarietà quindi non c'era mai quella sicura, anche che tra l'altro genera anche sprechi la precarietà sai perché non esci mai fare pianificazione non dico sui 24 mesi ma almeno sui 18 o i 12 perché comunque hai sempre dei fondi che ti coprono per un montaggio di mesi limitato. E di fatto le obiezioni principali erano anche tipiche secondo me di un mercato italiano delle startup e di VCR, che nel 2020 comunque non era quello del 2022, del 2023, dove c'era uno scenario parecchio inferiore di serie acceleratorie, che di vissi che investono in fase di realistaggio. Io credo che non abbiamo fatto progressi notevoli negli ultimi anni come paese. c'erano diverse difficoltà, perché in primis era la nostra prima startup in secondo luogo io avevo questo percorso ibrido, tra me era una gioventù in programmazione, però non avevo una forte componente tech ed era un'azienda di prodotto, una forte componente tech, quindi anche questo inizialmente era un'obiezione che arrivava dagli investitori in terzo luogo era questa c'era l'altro anche un'obiezione abbastanza paradossale. Ok questa cosa è super utile, ma se allora è così utile e si può fare perché nessuno l'ha mai fatta Che poi a me fanno ridere queste obiezioni perché con questa filosofia puoi smontare tutto Cioè se non è mai stato fatto allora perché dovresti essere tu a parlarlo? No chiaramente E nessuno l'ha mai fatta prima, quindi ci deve essere la fregatura perché nessuno l'ha mai fatta prima Quindi tendenzialmente con questa tipo di obiezioni brucia ogni tipo di innovazione pura che non sia un copycat

Inès Makula (43:31.304)

ogni innovazione esatta. E se è stata fatta ti dicono è stata già fatta mentre vuol dire quante cose sono le stesse e uno ci prova e fa meglio. Quindi quando... Queste tipi di obiezioni qui non puoi vincere perché tanto... Cioè... Sai già che la persona davanti non è la persona giusta con cui parlare se ti fa questo tipo di obiezione, probabilmente.

Camilla Scassellati Sforzolini (43:33.198)

No.

Giovanni Pizza (43:37.178)

E' stato!

Giovanni Pizza (43:50.458)

e poi c'è l'obiettivo specchio.

Camilla Scassellati Sforzolini (43:51.214)

oppure un modo di vedere se sei resiliente, oppure un modo di testare la tua risposta, se appunto uno deve essere pronto a rispondere a queste addizioni perché verranno in tutte le loro forme.

Giovanni Pizza (43:57.658)

Anche, l'obiezione specchio tra virgolette è stata già fatta da una grande azienda quindi tu non hai difendibilità rispetto a loro come fai a difenderti da loro no? quindi se non è stata mai fatta come mai non è mai stata fatta se può funzionare se già stata fatta come puoi difenderti da queste aziende più grandi che l'hanno già fatta è un'obiezione tipica del percorso iniziale poi parlano di burocrazia pubblica

Camilla Scassellati Sforzolini (44:06.126)

Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org

Giovanni Pizza (44:30.234)

C'era un ulteriore fattore che era anche un bias paese, che era l'idea che le cose funzionassero male solo in Italia. Quindi un ulteriore obiezione che c'era fatta era ok, ma anche se la fate questa roba è scaricabile all'estero, che mercato ha. E quindi c'era un ulteriore obiezione che fosse una roba di nicchia, magari senza valore aggiunto, senza un grosso volume di utenti, di paganti per renderla effettivamente sostenibile e vi dirò, secondo me queste obiezioni servono anche un po' a rifinire il business model, a mettere in discussione il prodotto. Noi comunque abbiamo sempre ascoltato i feedback, anche quelli in cui noi eravamo d'accordo, perché ci consentivano, dal lato, un po' di ragionare su come ottimizzare il business, il prodotto, la tecnologia. E all'altro anche di come ottimizzare la comunicazione. E siamo migliorati tanto grazie anche a feedback esterni come...comunicare il valore, la mission, la vision e le potenzialità di quello che stiamo facendo ma allo stesso tempo inizialmente non avevamo colpo a piena le potenzialità per esempio noi avevamo partiti con mindset abbastanza ambizioso però avevamo dati solo sull'Italia queste cose poi ci hanno spinto anche a raccogliere dati dall'estero e sull'estero analizzando la situazione estera poi abbiamo avuto avuto avuto accesso ai rapporti dell'Unione Europea e dell'ONU che mostrano come il problema che noi andiamo a rispondere, quello dei non take up, cioè persone che hanno diritto alle utilizzazioni dei servizi pubblici, non riescono ad accedervi, sia un problema che ha rilevanza globale e addirittura sta minando l'efficacia delle politiche dei stati membri per raggiungere i 17 obiettivi di sostenibilità delle Nazioni Unite, no? Noi nel 2020 di questa roba non avevamo visibilità, avevamo il problema di

Giovanni Pizza (46:14.97)

ma non immaginavamo ci fossero queste ricadute a livello globale. Le obiezioni, i primi no, tutti gli attriti ci hanno anche costretto a uscire continuamente a nostra comfort zone. Quindi fare cose che per noi al momento sembravano premature, perché il concetto era ma se ancora non abbiamo finito di sviluppare la tecnologia sull'Italia, avere le date sull'Italia, perché ci dobbiamo interrogarci di quello che succede negli Stati Uniti, in Francia, in Germania, no? Però invece gli investitori si aspettavano questa tipologia di dati perché era un indicatore della potenzialità del business. E chiaramente una persona che investe in startup non lo fa se è un investitore serio per creare una PMI, lo fa per creare uno Unicons, quindi è un'azienda che riesce a operare su più stati e avere miliardi di euro di fatturato.

Camilla Scassellati Sforzolini (47:00.75)

uno può pensare che la burocrazia sia un problema tutto italiano, perché siamo italiani, ma ovviamente esiste ovunque ed è problematico in modi diversi, in posti diversi. La prima cosa quando tu racconti l'idea all'inizio è effettivamente anche la mia prima obiezione è stata, ah, ma è una cosa solo italiana. Però in realtà non l'ho stata e non l'ho stata anche nel vostro fundraising, perché nel vostro seed round avevate già incluso un investitore internazionale nel round appunto immagino a questo ragionamento che ho appena fatto. Quanto è stato importante per te, secondo te, quanto è importante in generale che le start-up, anche italiane, cerchino di andare all'internazionale nel fundraising già dall'inizio?

Giovanni Pizza (47:32.434)

e secondo me dipende sempre dall'ambizione che si ha cioè se vogliono fare le cose in grandi bisogna stare attenti a non mettere i paletti da soli perché a volte sono anche paletti... allora qual è il punto? che secondo me quando si fa startup si è carichi di lavoro, no? ci sco scrivere anche l'ambito in cui operiamo per una determinata scelta ci dà l'impressione di perdere meno il controllo, cioè ci dà l'impressione di dover fare meno cose fondamentalmente. Cercare investitori su 195 stati nel mondo è diverso a cercare su non solo sato fondamentalmente, no? Quindi chiaramente se tu parti con quel livello di addizione allarghi anormalmente il numero di VC di potenziarli parte in istituzionali da coinvolgere, cioè i siti su in Italia sono decine. che allarghi già a livello europeo e diventa centinaia e migliaia fondamentalmente per secondo elettruttore e tutto Di nuovo il discorso era cerchiamo di avere la visione e l'ambizione maggiore possibile, cioè senza metterci i paletti da sole senza, come dire, sminuire nelle potenzialità di quello che possiamo essere, no? Allora, abbiamo capito che questo è un problema che ha rilevanza globale? È importante cercare dei partner che opere in altre tre geografie, che siano forti, e ci consentono di costruire un'azienda in realtà che poi diventi una multinazionale e abbia veramente un impatto forte sul mondo. Perché se poi noi creiamo un'azienda piccola, di medie dimensioni, in realtà non riusciamo neanche così tanto a cambiare bene il nostro paese. E se vogliamo veramente avere un impatto sull'arbitro circostante, non possiamo oggi non ragionare su una logica globale. quindi non è migliorando le cose in Italia che si migliorano le cose per gli italiani cioè migliorando le cose nel mondo che si migliorano le cose per le persone in mondo anche per gli italiani e quindi era anche diciamo un discorso verso noi stessi nel non porre i paletti da soli fondamentalmente e lì abbiamo iniziato il nostro tipico approccio di studiare quindi siamo fatti i corsi di tech start degli acceleratori americani su come funzionasse il fundraising in fase SID mi ricorda..Altro, diciamo, complimento a Fabri, è il tipo che legge anche un libro in una settimana, esatto? Cioè, da fare qualcosa nonostante faccia il lavoro full time, no? E quindi ci avevamo messi totalmente a macinare corsi online, libri su come funzionassero queste cose. A un certo punto l'abbiamo fatto proprio a livello industriale, quindi abbiamo creato un file con l'Investor Mapping, siamo iniziati a scrivere a congressi a livello europeo ed abbiamo iniziato a mappare tutti gli investitori in Europa e negli Stati Uniti che potessero essere interessanti per noi.

Camilla Scassellati Sforzolini (51:12.91)

Sì è vero che uno sottovaluta sempre il potere che hanno i business angel in altri paesi, nel senso che siccome i business angel oltre ai capitali quello che ti danno in realtà non avendo dietro dei soldi situazionali è veramente il loro tempo, il loro network. Avere queste persone che ti possono aprire porte in altri paesi è davvero una cosa interessante a cui non avevamo pensato o di cui non avevamo parlato prima effettivamente. Un'altra cosa che ci hai che abbiamo trovato molto interessante è l'idea del Harvard Business School Dilemma, che ti lascio spiegare più o meno, e il founder deve decidere quanta ownership lasciare per poter far crescere l'azienda più velocemente, o quanta tenere per poter essere lui in prima persona, beneficiare della crescita di questa azienda per più tempo o per comunque personalmente ricevere di più.

Giovanni Pizza (51:42.682)

è stato un tema che abbiamo affrontato proprio quando abbiamo iniziato a farci una cultura sul fundraising, no?

Camilla Scassellati Sforzolini (52:09.038)

Come hai gestito, come hai pensato a questo? Appunto, raccontaci meglio questo dilemma, perché ovviamente l'ho semplificato, e ci racconti un po' come lo hai gestito e come lo stai gestendo adesso anche dando stock option ai tuoi impiegati, condividendo la crescita con più persone possibile, eccetera eccetera.

Giovanni Pizza (52:37.018)

quindi quante quote si cedono agli investitori e quindi quanta parte anche dell'ownership della società si è disposta a cedere e a cui si rinuncia fondamentalmente. Il Fond del Dilemma è abbastanza interessante perché è proprio una strutturazione di satè orico di questo trade-off tra ownership e quindi controllo, che poi l'arma di business school traduce nell'essere king, cioè probabilmente il re della propria casa. e il fatto invece di creare società sempre più grandi che magari hanno anche un ritorno economico sempre più importante per il founder ma con percentuali di possesso e quindi di ownership e controllo della società sempre inferiori no? E fondamentalmente è a tutti gli effetti una sfida che secondo me a livello più o meno in coscienza noi viviamo, cioè tra il diffondere l'idea che abbiamo in mente e quindi chiaramente rendere anche un'idea sempre più condivisa non solo da un punto di vista pureamente concepuale, ma anche proprio da un punto di vista pratico in termini di condivisione delle quote della società che poi va a encarnare questa idea oppure allo stesso tempo avere uno sviluppo più progressivo, più lento però non cedendo il controllo fondamentalmente quindi non cedendo quote della società per me la società è sempre stato uno strumento per realizzare quella che era la vision dietro bonus x, cioè creare un mondo dove per le persone fosse più semplice accedere all'opportunità per migliorare la propria vita, che fossero persone più realizzate, persone più felici, e quindi di base a una realtà con una maggior uguaglianza sociale, maggiore democraticità, maggiore accesso all'istruzione. Quindi la scelta, in realtà io l'avevo smarcata anni e dietro, cioè la scelta era dare ownership fondamentalmente, perdere il controllo, ma anche felicemente perdere il controllo, perché comunque io poi ho questa visione per cui quanto un sogno è solo tuo resta un sogno. Se un sogno è condiviso ed è condiviso da tanta più gente, inizia a diventare la realtà. E quindi secondo me era un po' implicito nella vision di BonusX, questa visione diciamo del conder dilemma risolto, l'auto perdita di ownership, no? C'è alcune direccisione della corona, tra virgolette. E noi l'abbiamo incarnata in diversi modi. In primis ricorrendo...

Giovanni Pizza (54:54.906)

al VC Capital, perché chiaramente il venture capital è un qualcosa che fai quando sei disposto a accedere ownership, perché una fase iniziale tu hai anche altri strumenti finanziari, puoi fare indebitamento, puoi accedere alla finanza agevolata, noi abbiamo usato anche questi, però il VC è sicuramente lo strumento più veloce per accedere allo sviluppo, no? Ma in secondo luogo, anche andando a strutturare, banalmente i cani stock option, aggiornamenti i cani stock option sono molto poco diffusi in Italia, è qualcosa su cui noi stiamo lavorando proprio in queste settimane con i legali. e rappresentano anche l'idea di dare parte delle quote alla società ai dipendenti che coprano figure chiave o comunque effettivamente si distinguono per la passione e per il contributo che portano al progetto e per me questo è anche una visione culturale dell'azienda cioè il fatto di rendere bonus X di proprietà dei dipendenti che maggiormente si appassionano e contribuiscono al suo sviluppo in modo che possano avere delle ricadute dirette anche tutto il valore che viene generato a livello societario, oltre che chiaramente tutte le soddisfazioni personali che ci possono essere nel creare un prodotto usato da centinaia di migliaia di persone oggi e milioni di persone domani.

Inès Makula (56:04.52)

Sì, assolutamente. Questa cosa che non è diffusa in Italia, tra l'altro parlavamo con imprenditori che anche, non solo dalla parte degli imprenditori dove magari vogliono essere più i rei, controllare, tenere, ma anche dalla parte di dipendenti che magari non ne approfittano e non vanno a prendere le stock options perché non capiscono, non sanno, magari preferiscono uno stipendio un po' più alto, piuttosto che magari sacrificare un po' di stipendio, prendere magari più un rischio sulle stock options. Però è un...e il benefit principale poi tra l'altro di lavorare in una startup è di condividere una parte poi anche del guadagno se ci sarà o della scommessa che si fa di lavorare in quella azienda. Passando invece a delle domande un pochino più personali ti vogliamo chiedere in termini di leadership e management ci sono dei principi che segui, hai dei mentor o qualcuno che ammiri e che cerchi di, voglio dire copiare, però un po' emulare.

Giovanni Pizza (56:52.122)

Allora in termini di mentorship io non ho diciamo un solo riferimento però solitamente mi confronto un bel po', cioè mi piace chiedere consigli anche ai nostri advice, anche ai nostri investitori attuali, ma anche banalmente perché magari un'idea voglio un attimo prima prima di tradurre le nazioni e avere un feedback esterno rispetto a quello che mi è venuto in mente. Allora, a me piace l'idea che PRONOSIX possa essere un ambiente protetto in cui le persone possono svilupparsi e crescere a livello professionale e umano, no? E personalmente mi dà tantissima soddisfazione quando vedo dei miei colleghi, dei miei arti membri del team fare un bel lavoro. e anche proprio riuscire a superare quelle che magari erano loro difficoltà iniziali quando si sono unite all'azienda Artim e vederli poi sempre più sicuri di sé, sempre più confine, sempre più maturi nelle scelte che fanno. Su questo noi cerchiamo di lavorare in diverse dimensioni. In prima di tutto adottiamo metodologia agile, quindi cerchiamo anche molto di lavorare sull'instrumentum delle persone per riuscire a organizzarsi da solo il proprio lavoro quindi evitando di fare micro management e consentendo alle persone di effettivamente ristrutturare da solo le proprie attività poi se qualcuno entra in difficoltà chiaramente c'è anche il supporto esterno e là magari si può lavorare sulle task di volta in volta da fare però di base ci si fa comunque dare gli strumenti affinché le persone siano autonome investiamo in formazione tantissimo perché poi chiaramente diciamo se una persona ha un gap rispetto a quello che è il ruolo attuale o il ruolo a cui vuole tendere è importante dare anche gli strumenti per crescere, apprendere e quindi riuscire a lavorare su queste dimensioni. Poi notiamo molto nella cultura del feedback costruttivo, cioè internazionale abbiamo, penso, un modello anche molto diretto nel scambiarci idee, feedback e a volte mi rendo conto che ci scontriamo un po' con quella che è la cultura italiana dove purtroppo si vedono le critiche in una luce negative come attacchi personali mentre internazionale quando cerchiamo di dare una critica è sempre anche per

Giovanni Pizza (59:12.794)

arrivare a una conclusione migliore come team e fornire a person uno strumento per migliorare e quindi crescere professionalmente in azienda. E di base diciamo sono cose che rientrano se non sbaglio nel capitolo della servant leadership, quindi fondamentalmente l'idea di un leader che sia un enabler degli altri, cioè che consenta agli altri avere gli strumenti poi per diventare la migliore versione di se stessi. che è un po' radicato tra i 10 principi, bonus x, dove c'è proprio quello del continuous improvement cioè l'idea che noi dobbiamo capire chi siamo, il contesto lavorativo, le persone a cui lavoriamo possono essere alleati nel diventare la migliore versione di quello che siamo

Inès Makula (01:00:01.992)

Faccio una mini pausa solo per dire che Camilla ha dovuto scappare, perché lei ha... Per lei sono le 8.30 adesso e parte la sua giornata lavorativa, perché è a Los Angeles, quindi volevo dire che ci sono. Io non è che è sparita così, solo che diciamo che lei ha un'ora e poi ha la sua giornata che comincia, quindi piccola pausa solo per dire che non era, che non è sparita. E... Visto che abbiamo parlato anche un po' di libri, di risorse che vi siete... avete fatto tutto, cioè, vi siete informati tanto, avete cercato tante...

Giovanni Pizza (01:00:12.058)

Inès Makula (01:00:32.2)

tanti modi di crescere. C'è un libro che consigli che magari ti ha veramente cambiato il modo di fare impresa o il modo in cui pensi, o anche cambiato un po' la vita, cioè c'è qualcosa a livello più magari di business.

Giovanni | BonusX (01:00:45.466)

A livello business io ne ho letto alcuni per la mia tesi che poi ho trovato utile perché ho fatto una tesi in grow hacking e in lean startup metodologi mi sembra che fosse dei lean startup e a re-crys ok

Inès Makula (01:01:02.408)

dell'Insight, sì, sì, che è la bibbia delle start-up.

Giovanni Pizza (01:01:07.642)

Quello è stato primissimo e quindi chiaramente è stato anche quello che ha avuto maggiore impatto poi nel percorso, no? Perché c'è una riconoscenza che secondo me sono molto affascinante come l'industrializzazione del fallimento. C'è una visione positiva del fallimento che spesso lontana anche da noi da un punto di vista culturale. Anche prima quando parlava l'esempio di leadership management, è importante dare a persone anche gli strumenti per fallire in piccolo, per apprendere, per migliorare, ma anche a noi stessi, nel senso che nella nostra quotidianità facciamo tanti errori, no? però se riesci a creare un ambiente in cui l'errore ha un basso costo e ti consente poi di darti input per il successo successivo, per esempio, sicuramente è un valore aggiunto e quindi quello è stato uno dei libri più interessanti sicuramente.

Inès Makula (01:01:54.28)

Siete una mission driven start, più avanti abbiamo parlato dell'impatto sociale che BonusX ha sulle persone che lo utilizzano. Qual è la missione fondamentale che ti dà voglia di continuare ogni giorno?

Giovanni Pizza (01:02:10.074)

È abbastanza dedicato in quello che facciamo, cioè avere uno strumento che consente alle persone effettivamente di accedere all'opportunità per inseguire il proprio percorso di vita. Io prima parlavo dell'idea di poter essere la migliore versione di se stessi, quando non integriamo agevolazioni ad esempio per il diritto allo studio, per l'imprenditoria, per il sostegno al reddito, per il chirchio, cioè in effetti diamo persone, strumenti per seguire più facilmente il proprio percorso di vita a me piace questa idea diciamo che è anche diversa, c'è una visione totalitaria della vita, quello dello stato totalitario che ti dice chi devi essere, no? E poi una visione che secondo me ha più una radice sociale che invece tratta di una realtà che abbia incentivi positivi e dia alle persone gli strumenti per inseguire quel percorso di vita. A me piace molto questa seconda visione, quindi il fatto di poter contribuire a creare una società in cui le persone abbiano incentivi positivi per realizzare e realizzarsi in modo armonioso l'una con l'altra per me è una cosa molto bella perché credo che tutta l'evoluzione umana può essere un'evoluzione basata sul nostro essere membri di una comunità no? E quindi più miglioriamo il modo in cui lavoriamo e funzioniamo come comunità, più riusciamo anche a superare le grandi sfide del mondo, quindi la crisi climatica, le guerre e tutto problematiche che oggi viviamo nella pelle di tutti i giorni, ma che passano fondamentalmente da disfunzioni nel modo in cui operiamo come comunità.

Inès Makula (01:03:48.008)

scusa, ho il microfono chiuso, quali considerate dagli imprenditori che vogliono avviare un'impresa sociale? Perché spesso si pensa magari al sociale, non fa soldi, cioè è solo tanto impatto, però ovviamente stiamo cercando di fare sempre più interviste con persone che fanno un impreso sociale, però non è sempre una cosa in cui pensi impatto e soldi o revenue insieme se hai qualche consiglio.

Giovanni Pizza (01:04:10.33)

Secondo me la parte di sostenibilità economica è fondamentale perché è anche unacceleratore dell'impatto sociale, cioè riuscire a creare un'azienda in cui il sistema si auto-alimentano, per cui tu crei impatto ma creando impatto crei anche fatturato e risorse per creare sempre più impatto, è uno dei primi aspetti su cui lavorare, cioè nel senso che...l'essere imprese sociali, l'essere imprese con l'impatto sociale non può prescindere dall'essere imprese sostenibili da un punto di vista economico e questo è fondamentale perché ti rende anche come dire più forte nel livello di impatto che riesci a avere effettivamente se nella quotidianità delle persone quindi il primo feedback è sicuramente ragionare

Giovanni Pizza (01:05:09.21)

dove questo impatto sociale è economicamente sostenibile e l'azienda riesce a catturare parte dei valori che genera per alimentare in un loop infinito questo circuito e quindi riuscire a crescere sempre di più e quindi a generare sempre più esternalità positive per la società circostante.

Inès Makula (01:05:29.672)

E adesso che sei un imprenditore, secondo te, possono tutti essere imprenditori o serve un background particolare, delle skills particolari, una personalità di un certo tipo, perché comunque non è una vita facile. C'è un po' questa, come dicono in inglese, glamorization, di essere startup, di fare quello che uno vuole, di gestire la giornata come vuole, però diciamo che poi quelle sono le cose anche molto positive e poi ci sono anche te.

Giovanni | BonusX (01:05:56.538)

Come ti senti in questo periodo? Allora sicuramente non tutti vogliono essere imprenditori, ripartiamo dalla premessa che è un po' un percorso che deve essere anche in linea a una tipologia di carattere che si ha. Poi, come dire, io non ho mai visto l'imprenditoria con me un fine, no?

Inès Makula (01:05:57.192)

tanti aspetti molto negativi, diciamo sacrificio di vita personale, tanto stress, quindi volevo chiederti il tuo punto di vista su questo.

Giovanni | BonusX (01:06:24.122)

Quando scherzavamo prima su un po' il percorso del gioanni liceale è sempre stata vista come uno strumento per realizzare quello che era un po' il mio sogno quindi ce ne possono anche essere altri, tra virgolette secondo me a livello di imprenditoria ci sono delle cose che sicuramente possono creare grande interesse nella persona perché comunque allora quando si è dipendenti di una realtà molto grande anche se magari si ha un'attività, no? attività non va benissimo è una realtà magari molto strutturata che può reggere il fatto che l'attività non vada benissimo e soprattutto diciamo non sei l'ultimo baluardo se le cose vanno male no? Quando sei imprenditori in particolare poi di una realtà gli inizi, magari sono 15 persone come oggi bonus x anche se in crescita e spesso appunto è importante calibrare maggiormente rischio assicurarsi che cose vanno bene perché non è un'azienda radicata, una azienda pubblica dove chiaramente se una cosa va male allora ci sono risorse infinite, diciamo, non dico infinite però comunque molto estese per fare in modo che quella cosa è andata male non vada a inclinare tutto il resto e poi spesso come imprenditori se è l'ultimo baluardo, cioè qualcosa non funziona se è l'ultima forma di controllo magari di check prima che vada live e avverti il peso di questo e poi avvertì soprattutto, almeno per quello che mi riguarda, il peso della componente umana perché ci sono persone che lavorano con te, che hanno creduto in te, che hanno lasciato altri lavori per lavorare con te, come membri del team, come dipendenti quindi, o anche banalmente come partner o come investitori che quindi hanno investito in te. C'è il tuo co-founder che potrebbe avere una vita molto più tranquilla e ha scelto di venire con te. Questa responsabilità verso gli altri e questa responsabilità ha un peso perché poi dei tuoi errori possono avere delle ricadute non solo sulla tua vita ma anche su quella di chi ti sentirà no? e io cioè per quello che riguarda se una cosa è una ricaduta nella mia vita io ho le spalle forti nel senso capito sopravvivo, sopra la détente esatto è molto spesso il peso dell'impatto che la cosa può avere sugli altri

Inès Makula (01:08:38.696)

sai che ti puoi rialzare.

Giovanni Pizza (01:08:46.297)

e poi io sono follemente innamorato di quello che facciamo in bonus x, no? per me è proprio una roba che merita di esistere, cioè quindi senti anche il peso di fare del tuo meglio finché questa cosa effettivamente esista, sia grande, sia condivisa e possa essere parte della vita di più persone possibili e... cioè è un peso che oggettivamente genera stress può togliere il sonno Però come altre cose secondo me c'è anche qui un percorso dove si matura, si cresce e si impara anche a gestire questo stress. Quindi è tutto superabile e poi la nostra comfort zone si estende sempre di più.

Inès Makula (01:09:28.263)

quello che pensavi che a cui non sareste mai potuto arrivare o gestire, poi lo gestisci, superi l'ostacolo, ovviamente sai che magari il prossimo sarà ancora più grande, ma sai che diciamo che sei già riuscito ad attraversare tante difficoltà. E siamo arrivati alla fine della nostra intervista, che concludiamo sempre con la stessa domanda, e ti vogliamo chiedere in che modo pensi che la tua italianità ti abbia aiutato nel tuo percorso.

Giovanni Pizza (01:09:54.426)

Beh io direi tantissimo perché Bono Sitz nasce come risposta a qualcosa che fondamentalmente mi faceva soffrire del mio paese. Quindi credo che alla sua radice sia anche una forma di rivincita sociale no? Noi siamo in un paese che secondo me troppo spesso sposta l'attenzione fuori dai giovani e fuori dal futuro per rivolgere al giornale nel breve termine. Il buono si no secondo me è stata alla fine la mia forma di ribellione ha una visione anche dell'Italia che la vuole come un paese verziano, un paese che non è in grado di progettare quello che bisogna fare entro il 2050. Questa cosa insomma è riuscita ad accettarla, perché secondo me abbiamo in noi tutte le potenzialità per essere le persone e il paese che medichiamo, cioè che vogliamo effettivamente diventare e non dovremmo ridurci a pensare in piccolo e soprattutto non dovremo accettare l'immagine di noi che hanno costruito altri dovremo effettivamente prendere le redine delle cose che non ci piacciono e cercare attivamente di cambiarle perché comunque ho sempre avuto in me radicata questa idea che possiamo cambiarle e possiamo decidere noi il paese e le persone che vogliamo essere quindi in realtà l'italiana è stata una componente fondamentale perché Monasix nasce come risposta a una visione dell'Italia che non mi piaceva e che soprattutto volevo radicalmente smontare e cambiare.

Inès Makula (01:11:28.456)

Giovanni, grazie davvero, non potremmo finire su una nota migliore, penso che quello che state facendo è veramente, come dici tu, una risposta a tutti i problemi, a tanti problemi che abbiamo in Italia, di cui ci lamentiamo tanto, e vedere persone come te che stanno cercando di cambiare le cose, innovare il nostro paese, so che sarà…so che la tua storia sarà di grande ispirazione per tutti quelli che ti hanno ascoltato e in realtà io vedo un futuro nella politica magari dopo un exit di bonus ex. Secondo me, secondo me, dovresti comunque provare a considerarla, magari abbiamo bisogno di più giovani che abbiano questa visione che esatto, è creare un'Italia di giovani piuttosto che un'Italia di anziani con una mentalità anziana, anche perché ci vuole ci vuole proprio questa mentalità che per realtà possono avere anche gli anziani, no? Questa mentalità di adesso non voglio dire, non voglio dare dell'anziano Benetton, però a 60 anni non è per niente anziano, però lui ha per esempio questa mentalità di spingere i giovani. So che nel fondo 2100 Ventures che ha investito in voi. Quando trovi queste persone più grandi, che provano questa voglia di che credono nei giovani, che investono nei giovani, è sicuramente super importante.

Giovanni Pizza (01:12:42.586)

infatti ti dico non è una questione anagrafica è una questione di mentalità cioè il fatto anche per una persona che oggi ha a livello anagrafico 60 50 70 anni di poter pensare qualcosa a 20 30 anni di imballo no? senza rassegnarsi semplicemente al mondo che è realizzato e che si ritrova in quella determinata fase della sua vita

Inès Makula (01:12:49.64)

totalmente.

Giovanni Pizza (01:13:09.274)

Questa è la cosa più bella, l'idea di vedere gli attori sia del futuro che del futuro della comunità di cui si fa parte. E' una cosa che se sto c'è giovane in realtà può essere di chiunque. Un pensiero bellissimo con queste parti della vita di ognuno in ogni fase della tua vita.

Inès Makula (01:13:26.632)

Assolutamente bisogna contaminare sempre più persone a pensare così, perché è l'unico modo di veramente cambiare. Uno può essere anziano a vent'anni, come può essere supergiovane, a 60-70 con una mentalità giovane, diciamo. Quindi grazie davvero, in bocca al lupo per tutto. Sono sicura, siamo sicure che andrete alla grande. Questo è solo veramente l'inizio di una bellissima avventura. Quindi grazie di essere venuto su Medit a raccontarci la tua storia.

Giovanni Pizza (01:13:55.946)

Grazie mille a voi e faremo del nostro meglio, sempre.



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