Giacomo Marini, Co-Founder Logitech
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Lo sapevi che la famossima Logitech è stata creata da italiani? Ebbene si 2 dei 3 founders sono Italiani: Pierluigi Zappacosta e Giacomo Marini.
Logitech è uno dei principali produttori mondiali di mouse, tastiere e webcam con una market cap di 11.8 miliardi di euro. Fondata nel 1981 a Losanna, Logitech si è espansa rapidamente nella Silicon Valley grazie al suo primo mouse: il P4 venduto per l’astronomica cifra di $299 dollari (che oggi rappresenterebbero $944).
Pensa che dal ’82 ad oggi Logitech ha venduto quasi 2 miliardi di mouse !!!
Ma da dove viene il suo nome?
Logitech deriva da logiciel, la traduzione francese di software.
In questo episodio parliamo con Giacomo Marini, uno dei founder, che ci porta in un vero e proprio viaggio nel tempo per scoprire la Silicon Valley dei primi anni 80. Con Giacomo ripercorriamo anche le lezioni più importanti che ha imparato crescendo Logitech, e che oggi cerca di passare ai giovani founder nei quali investe.
Abbiamo anche riflettuto su cosa rende la Silicon Valley una vera e propria fabbrica di imprese, e cosa manca all’ecosistema italiano: ha una risposta ben precisa, e molto interessante.
TRASCRIZIONE EPISODIO
Inès Makula (00:01:17) - Giacomo ti sei trasferito nella Silicon Valley, specificamente a Palo Alto all'inizio degli anni 80, quindi sei veramente un precursore. Non possiamo non chiederti di raccontarci come era allora e quali sono state un po le tue prime impressioni arrivando.
Giacomo Marini (00:01:30) - Pressioni diciamo un ambiente aperto, no, nel senso che vai dappertutto e la gente ti accoglie diciamo in qualche modo senza senza grossi problemi senza chiederti da dove vieni cosa fai. Direi facile. La sensazione che richiedesse un grosso portamento è un po, diciamo, il senso dell'ottimismo.
Inès Makula (00:01:51) - Si respirava un'aria diversa, ma ti sembrava di essere un po arrivato nel futuro. Cioè era già molto tecnologica la città o rispetto magari all'Italia da dove venivi?
Giacomo Marini (00:02:00) - La sensazione che il centro del mondo si fosse spostato non fosse più in Europa non stava a Roma diciamo ma neppure a Francoforte in qualche modo diciamo questo questa è una sensazione che abbiamo avuto penso abbastanza presto.
Inès Makula (00:02:15) - Che sei andato al liceo classico a Chieti poi all'università a Pisa dove ti sei laureato in scienze dell'informazione che allora era un nuovo corso forse neanche al primo anno di questo nuovo corso ti sei poi trasferito a Palo Alto, in un'epoca in cui ovviamente era molto meno comune di partire, andare in America e magari anche più complicato, forse trasferirsi.
Inès Makula (00:02:33) - Cosa ti ha spinto a trasferirti dall'altra parte del mondo?
Giacomo Marini (00:02:36) - Richiamo sempre una cosa quando quando si parla di questo che mio padre è stato un emigrante mio padre quando io avevo due anni è partito ed è andato in Venezuela a cercare un futuro migliore lo spostarsi per cercare diverse opportunità e opportunità migliori. Diciamo l'esempio di famiglia e.
Inès Makula (00:03:00) - Hai fondato Logitech con con altri due co-founder che ovviamente è un'azienda che ha fatto la storia e produce prodotti iconici che usiamo tutti i giorni. Come si fa sentire questa cosa che un'azienda che tu hai creato comunque tanto tempo fa nella vita di tutti i giorni di tantissime persone di milioni se non miliardi di persone ti reputi una persona di successo come come ti senti.
Giacomo Marini (00:03:21) - Io mi sento beh diciamo nel senso che è chiaramente una soddisfazione quello che tu hai accennato di vedere questi prodotti in mano a tantissime persone diciamo prodotto veramente di grandi volumi di massa e così via sentirmi di successo non è successo non so quanto sia importante preferisco al limite essere percepito come persona per bene se.
Camilla Scassellati (00:03:44) - Guardo la mia scrivania ci sono quattro prodotti Logitech in questo momento, quindi sicuramente scoprire la storia di quello che hai creato è stato interessante e devo dire che non so se per nostra ignoranza, per esempio, né io né né sapevamo che logiche fosse stata fondata da italiani e quindi anche raccontare questa storia ci fa molto piacere.
Camilla Scassellati (00:04:03) - E ti vogliamo un po parlare di Logitech e abbiamo cercato di trovare delle lezioni che secondo noi sono importanti da da imparare ancora oggi su quello che avete creato. Ci hai raccontato che appunto abbiamo detto quanto sono iconici i vostri prodotti. La cosa più iconica è il mouse di Logitech. Siete stati anche una delle prime aziende a crearlo in massa diciamo. Però ci raccontato che prima di arrivare al vostro primo prodotto, cioè questo mouse, siete passate da molte altre cose che non vedevate, che non funzionavano. E quindi vogliamo chiederti quanto è secondo te importante, nei primi tempi di una start up di un'azienda, essere flessibili e provare tante cose e vedere quello che diciamo prende una.
Giacomo Marini (00:04:42) - Cosa importante e trovare la quadratura giusta fra la focalizzazione e determinazione e la flessibilità. Molte start up nel mio mestiere anche come investitore come venture capitalist degli anni vista età uno scopre che una percentuale elevata di start up finisce col fare qualcosa di diverso da quello che era una prima idea o il punto di partenza quindi flessibilità e importante però va accoppiata alla focalizzazione determinazione quindi noi essendo un po europei diciamo abbiamo dovuto imparare la focalizzazione dal dall'America quando siamo venuti qui parlavamo di tante cose che potevamo fare e la gente diciamo dite quando avete deciso cosa volete fare fate quindi la flessibilità importante però forse viene dopo la focalizzazione la determinazione prima si deve partire con un'idea e perseguirla aggressivamente però rimanere flessibili a ricevere feedback dal mercato dal mondo che non funziona va cambiato e questa quadratura non è non è facile no perché si può abbandonare come dire un progetto troppo presto oppure lo si abbandona troppo da quando è troppo tardi.
Camilla Scassellati (00:06:09) - Questo meccanismo che hai descritto si chiama più o meno product market fit, cioè quando si capisce che c'è un prodotto che il mercato vuole. E che ci sono le metriche giuste per poterlo spingere e appunto ci sono dei consumatori dall'altra parte che lo vogliono e quindi quello è il primo sentimento di Ok ho creato qualcosa che funziona nel vostro caso è stato un product market fit ovvio cioè quando avete iniziato a lavorare sul mouse quanto ci avete messo a capire che era la strada giusta?
Giacomo Marini (00:06:35) - La visione che il mouse sarebbe stato importante è cominciato abbastanza presto, quindi noi siamo partiti nell'81, quel mouse lo conoscevamo nell'82, abbiamo cominciato a vendere questo mouse negli Stati Uniti e poi nel resto del mondo nell'84 direi c'è stata la chiarezza che questo sarebbe stato la cosa giusta la cosa importante per il futuro diciamo mi ci c'è voluto un po di tempo però diciamo una visione giusta fin dall'inizio.
Camilla Scassellati (00:07:08) - Immagino che anche sia stato dato da dinamiche di mercato nel senso che i computer diventavano sempre più comuni e quindi con un computer serviva un mouse. Quindi avete seguito un po la crescita del personal computing.
Camilla Scassellati (00:07:20) - Un altro punto importante o interessante di Logitech? E ovviamente eravate degli italiani a Palo Alto. Però oltre quello avete capito subito l'importanza di costruire un'azienda internazionale globale e ci ha infatti raccontato che molto presto avete iniziato a produrre, a spostare la vostra produzione in Asia iniziando da Taiwan. Quanto è stato importante secondo te questa vostra visione internazionale e quanto lo è forse ancora oggi per le start up?
Giacomo Marini (00:07:47) - A quei tempi era ed è stata eccezionale. Noi siamo stati globali in qualche modo dal primo giorno. Noi siamo nati a cavallo tra l'Italia e la Svizzera. Qualche mese dopo siamo andati a prenderci un primo contratto in Giappone, dall'altra parte del mondo. Alcuni mesi dopo abbiamo aperto a inizio 82, abbiamo aperto negli Stati Uniti. Quindi questo essere globali dal primo giorno ci è stato molto importante e poi ci ha portato a fare appunto le mosse giuste di spostare la produzione in Taiwan 86 nell'89 abbiamo cominciato abbiamo aperto operation in Cina in un momento in cui in Cina non ci andava nessuno e quindi questo è stato un elemento molto importante che ci ha poi mantenuto la competitività no quando la gente parla dell'Olivetti parlare le aziende di computer in Europa che non esistono più.
Giacomo Marini (00:08:48) - Uno degli elementi critici a mio avviso è quello di non aver spostato la produzione in Asia sufficientemente presto non averla portata mai l'Olivetti o peggio troppo tardi e in qualche modo anche non aver spostato una parte importante della ricerca e sviluppo in Cina. Perché questo è un po le due mosse da fare che avrebbero forse dato l'opportunità di sopravvivere ad aziende di computer europei. Quindi per noi è stato importante sia in termini di approccio al mercato, diciamo. Logitech è sempre stata molto presente nei mercati globali in Asia non solo abbiamo fatto produzione però abbiamo anche venduto aperto il canale di vendita in Giappone prima e poi in Cina Hong Kong Singapore tutti gli altri parte diciamo rimane oggi un aspetto molto equilibrato del portafoglio diciamo Logitech a tutto e a quei tempi era abbastanza unico.
Camilla Scassellati (00:09:47) - Molto interessante l'esempio che hai fatto di Olivetti o altre aziende di computer europee che isolandosi sono diventate completamente obsolete perché ovviamente non si può più ragionare in questo mondo che si stava già globalizzando negli anni 80, ma adesso lo è al 100%. Praticamente non si può più pensare in dinamiche di mercato locali perché ovviamente poi vieni soppiantato da qualcuno che fa le cose meglio di te a livello internazionale nel crescere Logitech l'altra cosa su cui vi siete concentrati è di costantemente innovare ma non solo innovare a livello di prodotto che forse la cosa più ovvia ma ci hai detto che avete anche innovato moltissimo le vostre strategie di go to market per cercare di portare i vostri prodotti appunto ai consumatori.
Camilla Scassellati (00:10:30) - Quanto pensi che questo sia stato determinante per il successo di Logitech E ci sono degli esempi di di strategie che avete usato che ci puoi dare o qualche aneddoto su come avete deciso appunto di continuare ad innovare costantemente.
Giacomo Marini (00:10:42) - Questo ci è venuto diciamo alla fine degli anni 80 tra le cose che scrivo io in orbita che alla parte di ingegneria diciamo noi abbiamo lanciato un programma per sostanzialmente ridurre almeno della metà il ciclo di sviluppo i prodotti era dai due ai tre anni in quel in quel momento porsi l'obiettivo di portarlo a sotto l'anno e per la verità l'obiettivo era nove mesi fare un ciclo di prodotto diciamo di sviluppo di prodotto estremamente rapido soprattutto a quei tempi dove gli strumenti di sviluppo. Ottiene un pochino più di quelli che non sono e questo è stato importante perché ci ha permesso di rimanere competitivi sa e quella tecnica di obsoleti Orchard competition. Ok quindi e questo è un aspetto il secondo aspetto è che se uno ha un processo di sviluppo prodotti rapido permette di correggere le cose che non funzionano in maniera rapida senza perdere tutto e posso fare anche gli esempi nel caso l'ordine.
Giacomo Marini (00:11:53) - Ci sono dei prodotti che a un certo punto non hanno funzionato diciamo noi avevamo questo scanner a mano poi abbiamo fatto dei controlli video a un certo punto e se uno ha un ciclo di prodotti a tre cinque anni diciamo tre cinque anni poi deve buttare tutto e ricominciare daccapo diciamo ti può ammazzare l'azienda. La rapidità nello sviluppo ovviamente facilita l'innovazione ma anche in qualche modo protegge l'azienda dalle inevitabili notizie negative che ti possono venire dal mercato, sia in termini di competizione perché poi reagisce piuttosto molto rapidamente a quello che fa la competizione e anche in termini di se fai un errore vai via diciamo ti costa di meno. L'innovazione anche come hai accennato tu siamo stati anche come dire fortunati o vincerai o ambedue in alcuni approcci di di go to market un po per necessità e un po per come dire iniziativa no cito la necessità nel senso che noi quando siamo partiti con a vendere il mouse a consumer direttamente all'inizio dove vendevamo a costruttori consumer il metodo tradizionale di distribuzione in a quei tempi era che computer product si vendevano a distributori come Inga mai quello che sia diciamo i quali a loro volta poi vendevano ai retailers ai negozi ai grandi magazzini e così.
Giacomo Marini (00:13:23) - Nel caso nostro siccome noi eravamo arrivati un po in ritardo c'era già Microsoft in quel mercato Il distributore aveva poco interesse a prendere un prodotto come il nostro, no, quindi siamo dovuti andare a vendere direttamente alla rete. E questo che all'inizio è stato uno svantaggio E poi diventato un elemento di vantaggio perché ci ha portati più vicino al punto di vendita finale che a tanti vantaggi. Diciamo anche quello di avere un feedback a mercato molto più breve. Noi siamo stati il primo prodotto al computer, il primo accessorio per computer venduto a Wal-Mart. Quando siamo andati a Wal-Mart. L'industria dei computer non era pronta per i mass merchant come come World perché, mi ricordo, uno dei requisiti era quello di dire noi vi diamo un intervallo di 1 ora in cui voi dovete consegnare no quindi venerdì mattina dalle dieci alle undici ovviamente diciamo la gente che è abituata a mandare i camion a e anche a macro non aveva nessuna capacità di fare qualcosa del genere però noi avendo venduto al professor Toy quello era un periodo in cui alle fabbriche della Apple noi consegnavano Just in time con 20 minuti di di preavviso quindi ci arrivava la richiesta dalla linea della o ci serve un altro batch di mouse e noi doveva noi abbiamo dovuto mettere i nostri magazzini dall'altra parte della strada in modo da poter consegnare rapidamente quel punto.
Giacomo Marini (00:15:03) - Poi noi siamo entrati in canali che poi sono diventati molto più importanti diciamo successivamente quindi quello è stato chiaramente un altro degli elementi di successo.
Inès Makula (00:15:14) - Te faccio solo un mini passaggio dicendo che tutti quelli che non conoscono Walmart è tipo il supermercato più grande di America quindi faccio solo perché magari non sanno che è interessante come vi si è chiusa una porta dei distributori. Poi si è aperto invece un mondo enorme del retail e del direct consumer. A questo punto mi hai fatto pensare anche quando parlavi di di del marketing di andare di di cercare di abbassare il ciclo di produzione a nove mesi mi ha fatto pensare una cosa che diceva il sito di aste Lauder che era un'azienda per cui ho lavorato tanti tanti anni dice sempre fail fast face keep cioè come dici tu se uno perde 4 o 5 anni tutto il Budget a sviluppare qualcosa poi non sai neanche se funzionerà. Rischia di buttare giù la tua azienda mentre lanciare veloce e magari è un flop, però lo scopri rapidamente senza aver speso tutto il tuo il tuo budget. Quindi è interessante che è stata veramente una chiave anche del vostro successo.
Inès Makula (00:16:05) - Oltre a tutte queste cose che ci hai già raccontato, siete stati anche veramente molto lungimiranti nel dare attenzione al design dei vostri prodotti in un'epoca in cui non era proprio ovvio se uno pensa all'estetica. Di quello che erano i computer prima. Pensi che questa cosa sia stata il risultato della vostra italianità?
Giacomo Marini (00:16:22) - Di sicuro in qualche misura diciamo no e direi forse sei italiani o anche europei. Venendo da un contesto in cui i prodotti oggetto sono disegnati da un design, ce lo faceva in qualche modo naturale per noi no. Poi ovviamente io avevo speso tre anni in Olivetti Olivetti in quel momento era anche dal punto di vista del design chiaramente all'avanguardia come dire gli americani diciamo il telefono lo disegnava il l'ingegnere meccanico che faceva il telefono non un designer mentre in Italia chiaramente veniamo da da una cultura dove la sedia o il telefono lo disegna un designer diciamo quindi di sicuro quello aiutati anche fortunati il nostro primo designer era un giovanotto svizzero poi lui è diventato il capo del design di Nespresso. Poi noi abbiamo usato abbiamo usato nati tu e così via. Come dicevi tu, siamo stati fra i primi.
Giacomo Marini (00:17:27) - Steve Jobs cominciò a parlare con Ford Design nell'82. Diciamo è il primo prodotto mi pare disegnato da design venne fuori forse 84 fino a 82 84 diciamo quindi sostanzialmente contemporaneamente a noi.
Inès Makula (00:17:43) - È molto molto interessante come si sono poi diversificati i vari le varie aziende tecnologiche su questa parte di design ce ne sono ancora che non sembra che ci diano molta attenzione e invece qualche ricordo magari aneddoti di momenti particolarmente difficili che avete dovuto superare.
Giacomo Marini (00:17:58) - Ce n'è uno che mi viene in mente su questo che proprio sul fronte personale no mi ricordo nell'82 circa un anno dopo che erano partiti finiti tutti i soldi non avevo più soldi mi ricordo che una volta non siamo andati erano stati invitati agli amici andare fuori per una pizza e non siamo andati non ha visto mia moglie via perché non c'era più quindi diciamo io ero poi.
Inès Makula (00:18:22) - Portati dal periodo in cui eri eri con tua moglie, non vi potevate permettere una pizza in quel momento la vita è molto cambiata da allora ma come hai gestito quel periodo? A livello personale? Avevi una pressione addosso? Come sei uscito poi da quella situazione, diciamo perché carriera abbandona, trova, ti trova un lavoro, Avevi comunque delle buone qualifiche, però.
Giacomo Marini (00:18:42) - Beh, oddio, non mi è neppure passato per l'idea di trovare di cercare un altro lavoro diciamo si trattava di di continuare diciamo quello che stavo facendo e il futuro sarebbe stato migliore mi torna in mente diciamo qualche volta.
Inès Makula (00:18:56) - No penso che tante persone si possono ritrovare soprattutto in queste situazioni soprattutto se vogliono lanciare il loro il loro business chiaramente se uno passa da uno stipendio a non guadagnare più niente bisogna restringere i budget e stringere la cintura. Abbiamo avuto vari ospiti, ci hanno raccontato un po delle loro esperienze, però è interessante sapere che l'hai vissuta anche tu sulla tua pelle hai praticamente visto nascere, diciamo, la Silicon Valley. Quindi se dovessi descrivere tre cose che secondo te rendono la second vale essenzialmente una fabbrica di nuove imprese, quali sarebbero? E in altre parole non so qual è la ricetta segreta della Silicon Valley.
Giacomo Marini (00:19:29) - Dico due cose che non ci dicono molto spesso la ricetta della Silicon Valley che poi crea diciamo l'ecosistema che c'ha tante componenti però la gente parla normalmente dei componenti dell'ecosistema e non parla del del meccanismo fondamentale che descriverò in un momento a mio avviso è il meccanismo fondamentale di Silicon Valley che è un free market for talent è un mercato in cui il talento si muove con una logica di mercato è il secondo pezzo di questo quindi il talento si muove dove c'è opportunità di migliore e si muove in maniera libera diciamo no rimane attaccata ad un'azienda, ad un progetto.
Giacomo Marini (00:20:16) - Secondo aspetto che poi l'elemento motivazionale è che c'è questo contratto di condivisione della partecipazione azionaria tra il talento e il capitale. Quindi mercato libero del talento che si risolve in una transazione di mercato in cui meccanismo e la condivisione della partecipazione azionaria fra il capitale e il sì come dire si infrange l'assunzione vecchia che la teoria solo del capitale.
Inès Makula (00:20:53) - Sì poi così si creano persone che hanno guadagnato tanti soldi escono da queste aziende fanno poi la loro no PayPal e.
Giacomo Marini (00:21:00) - Allora poi la cosa si ripete poi se uno guarda alla quella che è stata probabilmente la prima azienda finanziata a Reggio Calabria che è stata in contatto esattamente a un po. Diciamo cominciato questo linguaggio è stato. È andato a trovare 1.000.000 che è 1.000.000 mezzo mi pare a quei tempi per questo gruppo degli otto traditori diciamo che hanno lasciato soli per fondare fondare quella che poi inizialmente è stata Semiconductor diciamo il capitale otto persone sono messi assieme sono divisi la proprietà e hanno cominciato questa avventura che poi ha generato così tante altre aziende diciamo nel settore.
Inès Makula (00:21:46) - Da dove tra l'altro poi viene anche il nome della Silicon Valley no il materiale conduttore l'avevamo raccontato nell'episodio di introduzione con Camilla che era un fan fact che non conoscevamo.
Inès Makula (00:21:56) - E lo diciamo sempre che la Silicon Valley predica l'importanza di usare il fallimento. Cioè in America si vedono. Anzi, quello che abbiamo sentito è che certe volte gli investitori preferiscono investire in imprenditori che ci hanno provato e non ce l'hanno fatta, però che hanno imparato dai loro errori piuttosto che magari in persone che non ce l'hanno non hanno mai provato. Pensa anche tu che sia importante questa cosa di stigmatizzare il fallimento.
Giacomo Marini (00:22:18) - Decisamente è importante ed è importante in in diversi aspetti uno per cominciare quello psicologico due quello legislativo nel senso che non non ci sono conseguenze diciamo a meno che uno non faccia frode che è un discorso diverso diciamo però non ci sono conseguenze legali. Il come dire sull'impossibilità di gente di cominciare nuove imprese come una volta in Italia diciamo se uno avesse fallito che.
Inès Makula (00:22:46) - Quali sono altri lati della cultura della Silicon Valley che secondo te sono efficaci nel promuovere la crescita il successo.
Giacomo Marini (00:22:52) - Un'altra cosa che è questa questo termine imparato tantissimo tempo fa competition una coesistenza di collaborazione e competizione un po più tipico del settore tecnologico no Google e Microsoft diciamo si combattono sotto molti aspetti collaborano in in alcune situazioni e comunque sopravvivono c'è gente che si sposta l'una all'altra Diciamo parte su quel discorso del del movimento del talento che va in giro diciamo quindi che questo discorso di competition arricchisce le cose e permette la crescita complessiva dell'industria no molto spesso in Europa succede che se tu sei un fornitore di un'azienda tipicamente più grande azienda più grande praticamente ti mette sempre i vincoli che non devi lavorare con nessun altro e la cosa sembra un vantaggio sul breve in realtà uno svantaggio no, perché ti limita l'esposizione, ti limita la crescita.
Giacomo Marini (00:24:01) - Altra cosa sono i meccanismi di monitoraggio della performance le start up imparano un po'perché spinte dagli investitori poche che spinte dall'esperienza dei fondatori e così via. Diciamo il monitoraggio abbastanza alta come stanno andando le cose diciamo sia in fase di sviluppo sia fase di come dire di crescita dopo diciamo al momento che a cui noi analogiche noi avevamo in sala tutte le mattine alle otto di mattina che il rapportino di che cosa abbiamo venduto ieri ok e lo guardiamo tutte le mattine no guardiamo alla fine del mese o guardiamo la fine del trimestre o guardiamo questo in periodi in cui i sistemi informativi erano parecchio più complicati e difficili da gestire di quelli che non che non fossero.
Camilla Scassellati (00:24:53) - Oggi abbiamo parlato di tantissime lezioni che abbiamo un po derivato dalla dalla tua esperienza con Logitech e dal successo dell'azienda. Ci sono altri consigli che dai tipicamente ai giovani imprenditori con cui ti confronti oggi abbiamo detto appunto ai varie volte che fai anche le angel investor, quindi vogliamo vedere se ci sono altre elezioni che secondo te non abbiamo coperto, che sono importanti.
Giacomo Marini (00:25:15) - Una cosa su cui insistere e qual è il prodotto e qual è la good bankers nel senso che molto spesso l'imprenditore specialmente imprenditore di al primo alla prima esperienza imprenditoriale viene fuori idea l'idea non è non va da nessuna parte per cui bisogna come dire andare al di là di questo la l'altra cosa è l'importanza del team no le start up della Silicon Valley sono tipicamente start up che vogliono crescere o che devono crescere in maniera come dire innaturale E in quel caso diciamo l'elemento uno degli elementi critici e come metti assieme la squadra quindi l'importanza del team al di là del fondatore dei fondatori come riesci ad attrarre più competenze e talenti e come lo tieni assieme.
Inès Makula (00:26:08) - Hai qualche consiglio pratico perché questa cosa del team è molto interessante ed è la parte fondamentale, Ma hai qualche consiglio pratico su come attrarre talenti quando non. Pagare.
Giacomo Marini (00:26:17) - Allora una delle cose che dico spesso e all'imprenditore che cerca di convincere un investitore no l'investitore magari vede che il team è un po esile. Una delle domande che che faccio spesso all'imprenditore è quello di dire ma se tu non riesci a convincere i tuoi migliori amici a venire a lavorare con te, come fai a convincere me, investitore che non ti conosco ancora a investire? Il segnale che tu riesci a convincere qualcuno che il tuo progetto è un progetto importante. Se non riesci a spostare questa gente, diciamo è un pochino difficile vendere al resto del mondo, no?
Camilla Scassellati (00:27:01) - È il primo test di quello che adesso un sito male si chiama FOMO, no? Se riesci a dare ai tuoi amici la percezione che stai costruendo una cosa che potrebbe essere talmente grande che devono assolutamente essere il loro lavoro per seguirti. Stessa cosa per gli investitori, ovviamente, che si devono separare dai loro capitali che hanno raccolto con tanta fatica per darli a te.
Giacomo Marini (00:27:24) - Un'altra cosa che spesso viene fuori quello di non confondere il proprio ruolo di fondatore con il proprio ruolo di a medio lungo termine. L'importante è fare costruire una azienda di successo. Quindi la flessibilità mentale di essere pronti a cambiare ruolo o portarsi a bordo il CEO che gestisce l'azienda 100 milioni quando il fondatore era buono per gestire la dieta dalla migliore ai 10 milioni diciamo è un'altra cosa in qualche modo importante perché poi diciamo altrimenti il fondatore diventa un po il collo di bottiglia no, crescita non.
Camilla Scassellati (00:28:06) - Lavorato appunto per una start up. Le skill del fondatore erano su un prodotto quindi era un bravissimo ingegnere di prodotto però ciò non vuol dire che sia un buon manager e quindi magari rimanere sull'aspetto prodotto ma portare un sito professionale che l'ha già fatto prima, che può portare avanti la parte di management. Quindi sapere dove sono le proprie punti di forza e saperle usare i momenti giusti della crescita dell'azienda.
Giacomo Marini (00:28:29) - Esatto. Quindi diciamo poi mettere l'azienda la crescita l'azienda la cosa più importante non il tuo ruolo specifico all'interno.
Camilla Scassellati (00:28:39) - E volevamo anche parlare un po del mondo venture Capital.
Camilla Scassellati (00:28:42) - Hai anche partecipato a lanciare il primo incubatore in Italia che aveva anche associato un fondo di venture capital, uno dei primi. Quindi hai avuto anche esperienza nel mondo venture capital italiano e ti vogliamo chiedere un po qual è? Ci puoi descrivere brevemente il ruolo? Qual è secondo te il ruolo del. Negli Stati Uniti e in particolare la Silicon Valley e come si differenzia da quello italiano anche oggi la.
Giacomo Marini (00:29:06) - Maturità dei del modello nei due posti diciamo è significativamente diverso. Negli Stati Uniti abbiamo una cosa diversa no. Se voi guardate alle dieci aziende quotate in Borsa negli Stati Uniti e dieci più grande e di valore più alto sette di queste le magnifiche sette sono società fondate diciamo qui negli Stati Uniti l'impatto del Venture capital è che gli Stati negli Stati Uniti ha creato e mantenuto la leadership economica industriale degli Stati Uniti. Ma potrebbe esagerare dire che senza giocarvi forse gli Stati Uniti non sarebbero la realtà economica industriale di oggi che sono. Questo in Italia non è ancora successo, no?
Camilla Scassellati (00:30:00) - Sì, esatto. Non avevo mai pensato a questo fatto che, come le chiamate, le magnifiche sette che sono Netflix, Apple, Microsoft, Google, Meta invidia, sono tutte società che iniziano come start up, molte delle quali in Silicon Valley con fondi venture e che poi riescono non solo ad arrivare alla IPO.
Camilla Scassellati (00:30:23) - Che un po il sogno di tutti gli startupper, ma anche come società pubbliche rimanere al top di quello che c'è. E in Italia ancora abbiamo poche start up che arrivano da IPO alcune sempre di più adesso c'è stato anche un mercato difficile per per quotarsi però effettivamente le grandi aziende rimangono quelle del vecchio tessuto industriale quindi dobbiamo ancora fare quel cambio di passo e come dicevi ci sono dei segnali positivi ma secondo te appunto quali sono. Se dovessi dire qual è la cosa che secondo te manca ancora in Italia per completare diciamo questo sistema del venture capital.
Giacomo Marini (00:30:59) - Un'opinione molto precisa io penso che l'elemento che debba debba crescere di più è la predisposizione e l'azione da parte delle aziende grandi e medie italiane ad acquisire. Fare innovazione attraverso l'acquisizione e acquisendo devi superare due ostacoli grandi allora uno è quello di pagare bene per l'acquisizione. Se non sei stato in grado di innovare internamente o non sei semplicemente non vai alla velocità giusta di innovare internamente. Devi convincerti che è importante pagare il prezzo giusto. Perché per la start up perché il risultato di quella start up e anche il risultato di cinque dieci altre aziende in quel settore che non sono andate a nessuna parte che però hanno creato sufficiente tecnologia informazione e così via che poi mostra nella nella stata più di successo.
Giacomo Marini (00:32:04) - Il secondo è che ti devi preparare al fatto che cinque delle dieci acquisizioni intanto devi fare dieci acquisizioni non puoi farne due e devi prepararti al fatto che tu cinque dieci acquisizioni 1/2 non funziona quindi diciamo la tolleranza l'altra alleanza dell'insuccesso vale anche in questo secondo me in Italia questo è l'elemento che vedo più critico e quello come dire meno sviluppato a questo punto nell'ecosistema.
Camilla Scassellati (00:32:39) - Sì perché ovviamente questo risolve due problemi uno da un un obiettivo di exit alle start up che sanno che se fanno innovazione in poi potranno essere acquisiti che alla fine quello a cui tutti ambiscono appunto come diciamo o un iPod o è un exit tramite e-mail. E se non sai che c'è quel cammino davanti a te diventa molto difficile anche lanciarsi in questo percorso. E secondo come spiegavi, mantiene le aziende che esistono ormai da decenni, le mantieni in possibilità di continuare ad esistere nel futuro, appunto per riportarla. Un esempio americano forse questo in realtà è il network effect, il network effect che Google, per esempio, è uno dei più grandi acquisitori di tutte queste start up. Quindi tante delle innovazioni che ora vediamo da Google sono non sono create in house, ma sono in realtà state acquisite e come dicevi, sono sicura che di quelle che vediamo dietro ce ne sono altrettante che alla fine non sono andate da nessuna parte.
Camilla Scassellati (00:33:33) - Ci sono anche degli esempi molto famosi, quindi molto interessante questa lettura dell'importanza delle mail. Vuol dire che ci sono dei segnali di alcune corporate multinazionali italiane che iniziano ad avere il loro Innovation Department sappiamo che ce ne sono alcune che addirittura hanno delle persone in Silicon Valley che sono lì per fare un po gli innovation scout. Quindi speriamo che come dici, sia un po il futuro del nostro ecosistema.
Giacomo Marini (00:33:55) - Con quella precisazione diciamo che uno si deve mettere in testa di acquisire aziende.
Camilla Scassellati (00:34:02) - Siamo arrivati un po alla fine di questa intervista, sappiamo che abbiamo coperto tantissimi temi ci hai appunto dato un po'di lezioni un po'sulla sulla storia della Silicon Valley che però sono state molto utili anche a capire quale sarà il futuro dell'ecosistema italiano. Ti facciamo la nostra ormai direi famoso ultima domanda che è in che modo pensi che la tua italianità abbia contribuito al tuo successo.
Giacomo Marini (00:34:25) - Beh oddio allora cos'è cos'è l'italianità allora facciamo facciamo una una cosa tipica allora italiani santi poeti, navigatori. Ho fatto che ho passato alcuni anni della mia adolescenza in seminario il seminario mi ha insegnato gli skills organizzativi diciamo quindi penso l'inizio della della dei miei skills ora gareggia divi gli passo il passo e poi gli diciamo forse quello che abbiamo detto prima diciamo il la la sensibilità per le cose fatte bene le cose le cose belle il design ma diciamo più concettualmente le cose fatte bene diciamo di navigatori diciamo il coraggio di emigrare di cercare nuove opportunità.
Giacomo Marini (00:35:12) - La tolleranza del rischio diciamo il l'imprenditorialità diciamo è come dire una parte navigatore quindi se sono italiano diciamo un po in questo senso forse questi sono alcuni degli elementi.
Vogliamo ringraziare BAIA, la Business Association Italy America, per la loro partnership.
BAIA è un'associazione non profit che opera nella San Francisco Bay Area dal 2006 e ci sta aiutando a promuovere questa serie con i loro membri.
BAIA è gestita da un gruppo di professionisti italiani a San Francisco che crea opportunità di networking professionale all’interno della comunità italiana e italo-americana, facilitando lo scambio aperto di conoscenze tra l’Italia e gli Stati Uniti attraverso eventi per manager e imprenditori in Silicon Valley. Piu' informazioni sul sito baia-network.org e se siete in SIlicon Valley vi consigliamo anche di iscrivervi alla loro newsletter.