Francesco Urso, Founder Wolf Project

 

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Bentornati a una nuova puntata di Made IT!
In questo episodio abbiamo intervistato Francesco Urso, fondatore di Wolf Project, un brand di beauty maschile che oggi fattura circa $5 milioni ed ha come mercato di riferimento quello Americano, già presente nel grande magazzino Nordstrom sta approdando anche nella mega catena Americana Target, ed ha una strategia forte su Amazon.

Questa puntata è una grande fonte d’ispirazione: Francesco ci racconta come ha costruito il suo business, come ha conquistato il mercato americano e quali strategie ha adottato per distribuire i suoi prodotti. 

Ma ci siamo soffermati anche su un punto molto importante: come si prende la decisione di lasciare una carriera avviata per iniziare un percorso imprenditoriale? Francesco ha deciso di lasciare una carriera promettente da Procter and Gamble per iniziare Wolf Project e ha poi scritto un libro proprio su questo tema “Quit to Win” quindi ho voluto fargli diverse domande su come fare il salto, quali sono gli ostacoli reali e quelli che ci inventiamo per tenerci indietro, e come capire quando e’ il momento giusto. 

 È stata una conversazione ricca di spunti utili per chi sogna di lanciare un’attività ma non ha ancora trovato il coraggio di fare il grande passo. Scopriamo insieme la sua storia!

TAKE AWAYS

Il percorso internazionale di Francesco (00:02:36)
Francesco condivide la sua esperienza di crescita in un contesto internazionale e le sfide affrontate.

L'ingresso in Procter & Gamble (00:04:26)
Francesco racconta come è entrato in Procter & Gamble quasi per caso, seguendo le orme del fratello.

Il ruolo del destino nella carriera (00:06:03)
Francesco riflette sull'importanza delle coincidenze e sull'equilibrio tra spinta e accettazione nel percorso di vita.

Carriera dinamica in Procter & Gamble (00:08:23)
Il conduttore discute la carriera di Francesco in Procter, evidenziando la sua curiosità come guida.

Esperienze in Russia e Cina (00:11:05)
Francesco parla delle sue esperienze lavorative a Mosca e Guangzhou, e delle lezioni apprese.

Crisi geopolitica e apprendimento (00:12:39)
Francesco racconta come ha gestito una crisi geopolitica e le sfide lavorative in Russia.

Esperienze in Cina (00:13:33)
Descrive la sua immersione culturale in Cina e le difficoltà di comunicazione.

Passione per il settore beauty (00:14:32)
Francesco condivide la sua attrazione per il mondo della bellezza e il suo legame con l'arte.

Differenze tra marketing beauty e corporate (00:16:07)
Si discute delle distinzioni tra marketing beauty e marketing tradizionale.

Decidere di lasciare Procter & Gamble (00:16:52)
Francesco esplora le sue motivazioni per abbandonare il corporate e diventare imprenditore.

Domande per valutare il salto imprenditoriale (00:19:51)
Si analizzano le domande chiave da porsi prima di intraprendere un percorso imprenditoriale.

Affrontare paure e miti (00:22:12)
Francesco discute delle scuse comuni che ci si racconta e come superarle.

Valore di un lavoro che piace (00:24:17)
Riflessione sull'importanza di avere un lavoro gratificante rispetto alla sicurezza economica.

Il salto imprenditoriale (00:25:18)
Discussione sulle paure e i consigli per superare il blocco nel fare il salto imprenditoriale.

Allineamento ai valori (00:26:18)
Francesco parla dell'importanza di vivere secondo i propri valori per affrontare il malessere.

Nascita di Wolf Project (00:27:12)
Domande su come è nata l'idea di un brand di beauty maschile e le motivazioni dietro.

Trend nel mercato skincare (00:27:17)
Francesco condivide osservazioni sui trend di crescita nel settore skincare maschile.

Investimenti iniziali e sfide (00:29:44)
Discussione sulle difficoltà e gli investimenti necessari per lanciare il brand.

Raccolta fondi e strategie (00:31:56)
Francesco spiega come ha raccolto capitali e le sue esperienze nel fundraising.

Cambiamenti nel fundraising (00:33:39)
Riflessioni sui cambiamenti nel mercato del fundraising e consigli per affrontarli.

Importanza di Amazon (00:35:41)
Francesco discute come Amazon è diventato un canale cruciale per la crescita del brand.

Espansione nel mercato americano (00:37:08)
Domande sull'ambizione di entrare nel mercato americano e consigli per farlo senza essere fisicamente presenti.

Perché ho scelto l'America (00:37:45)
Francesco spiega le ragioni della sua scelta di entrare nel mercato americano.

Le sfide di un founder all'estero (00:38:44)
Discutono le difficoltà di gestire un business americano da un altro paese.

Networking e connessioni (00:39:49)
Francesco condivide come ha costruito un network di advisor americani.

Creatività nell'outreach (00:40:49)
Strategie creative per ottenere incontri con retailer come Nordstrom e Target.

Importanza dell'omnicanalità (00:42:36)
Discussione sull'importanza di avere sia un canale online che fisico.

Gestire le emozioni (00:44:32)
Francesco parla delle sfide emotive legate alla crescita di Wolf Project.

Riflessioni sul passato (00:46:16)
Consigli a se stesso e considerazioni sulle decisioni prese in passato.

Visione a lungo termine per Wolf Project (00:47:45)
Francesco condivide la sua ambizione di creare una grande marca di skincare.

Il ruolo dell'italianità (00:49:42)
Riflessioni su come la sua italianità e la figura del nonno influenzano il suo percorso.

Introduzione alla storia di Wolf Project (00:50:46)
Francesco Orso racconta l'importanza delle sue esperienze e del suo brand.

Imprenditoria fisica e sfide (00:51:26)
Discussione sull'imprenditoria tradizionale e le sfide che affronta, in contrapposizione al tech.

 

TRASCRIZIONE EPISODIO

Camilla Scassellati

00:02:36

Francesco, iniziamo dal tuo percorso. La domanda che ci piace fare è cosa dobbiamo sapere del contesto nel quale sei cresciuto per capire il tipo di persona che sei oggi?

Francesco Urso

00:02:51

Il contesto importante è che io sono cresciuto in un in un ambiente molto Internazionale. Quindi io sono stato in Italia fino a quando avevo dieci undici anni, poi ci siamo trasferiti in Svizzera con la famiglia, poi ho fatto un anno in America. Durante il mio liceo si è fatto l'università in Svizzera, ho fatto un anno in Spagna. Questo contesto è molto importante perché mi ha aperto la mente a culture diverse, mi ha spinto ad adattarmi in situazioni molto difficili perché quando alla fine, relativamente parlando, difficili. Ma quando hai 15 anni e passi un anno senza la tua famiglia, in una città di 30.000 abitanti in Minnesota è molto dura adattarsi senza vedere la tua famiglia per un anno che era lo scopo del mio anno di scambio quando l'università fa l'Erasmus. Sì che divertente! Sono stato un anno a Barcellona, anche lì super challenging sotto alcuni punti di vista, quindi l'internazionalità.

Francesco Urso

00:03:44

E senza parlare del movimento da Italia Svizzera che ho fatto quando ero piccolo. Quindi l'internazionalità è stata qualcosa che è molto importante per me, perché mi ha aperto gli occhi al mondo da una età molto giovane.

Camilla Scassellati

00:03:55

Parlando della tua carriera, hai iniziato a lavorare in Procter and Gamble, ma ci ha raccontato che è successo un po per caso il tuo ingresso in Procter in Gamble? Per un motivo magari non super, diciamo lungimirante o serio, però è interessante. Quindi ti volevo chiedere se ci racconti un po della storia e se la leghi un po alla domanda che che ruolo secondo te ha giocato il destino nel tuo percorso? Il saper prendere le opportunità e pensi che alcune cose nella vita bisogna lasciarle capitare piuttosto che pianificare tutto a tavolino?

Francesco Urso

00:04:26

L'episodio divertente al quale ti riferisci è che io all'ultimo anno, quindi ero a Barcellona in Erasmus al terzo anno di di Bachelor, quindi avevo 19 anni, neanche venti perché ho iniziato l'università presto. Mio fratello lavorava in Procter in Finance e lui era entrato facendo questo Financial Seminar che era una settimana pagata in un hotel a Ginevra fighissimo e dove facevi un seminario di una settimana, facevano sta di casa e mi ha detto dai fai sta application al Financial European Financial Seminar e quindi io faccio l'application a un seminario di una settimana a Ginevra, ma soprattutto per stare in un hotel a cinque stelle tutto pagato per una settimana che all'epoca anche oggi è figo, però comunque all'epoca era ancora più figo e quindi l'application per entrare in questo European Financial Seminar era la stessa.

Francesco Urso

00:05:11

I vari Steps, quindi tre interviste, sei psychological test mathematical test, la stessa che per avere un lavoro mi scrivono. Dopo tutto questa trafila di viste mi dicono guarda tu sei italiano ma sei svizzero? Ma studi in Spagna in questo momento ci sono quote aspre Paesi abbiamo sbagliato non sei preso. Va beh, che scusa del cavolo. Cioè le quote dimmi che non ero bravo e mi va bene così. E invece mi dicono no, guarda, ci sei piaciuto talmente tanto che ti vogliamo offrire un lavoro a tempo pieno E io dico no, non ero pronto io a sta cosa qua, non mi ero neanche fatto la domanda Voglio fare il master, voglio voglio andare in Procter, in McKinsey, in Danone che ne so io dove voglio andare ma 19 anni ma cosa ne sai. E quindi alla fine ho accettato perché no proprio il perché no e con la classica entro faccio due anni in P&G che comunque all'epoca ancora di più ma anche oggi scuola incredibile di marketing di vita e quindi per poi alla tua seconda domanda il destino.

Francesco Urso

00:06:03

E questa è una domanda un po profonda perché che sto ancora cercando di capire a 38 anni il ruolo del destino, dell'universo, delle coincidenze nella vita. Penso che adesso penso che ci sono delle fasi di vita, delle situazioni in cui bisogna spingere l'universo per far succedere delle cose e altre volte tu devi accettare che le cose ti sono capitate. Poi ho vari esempi dove alcune cose difficilissime mettendo tantissima energia non sono successe e altre cose incredibili mi sono cadute addosso. Quindi è un good balance tra destino spinta. Io comunque non riesco a non spingere, quindi in genere tra le due piuttosto che il passivo scelgo illustrativo.

Inès Makula

00:06:43

Facciamo una mini interruzione per parlarti dello sponsor che ha reso questo episodio possibile. Startup Geeks il più grande incubatore online in Italia per aspiranti imprenditori e start up. È un'idea di business, ma non sai da dove cominciare. Magari hai già sentito parlare di pitch, MVP, product Market, Fit, Business Plan, Fundraising, ma non hai proprio idea di come approcciare tutte queste fasi Startup geeks. La soluzione si chiama Startup Builder, un percorso di incubazione online della durata di dodici settimane, pensato proprio per chi vuole trasformare la propria idea di business in una startup pronta a raccogliere i primi investimenti e essere lanciata sul mercato.

Camilla Scassellati

00:07:16

Il programma include 25 ore di formazione pratica e sessioni di mentorship individuali e di gruppo. Per accompagnarti in ogni fase del tuo percorso. Imparerai come validare la tua idea, costruire il tuo business model e preparare i documenti fondamentali come il business plan e il pitch tech. Con il continuo supporto di mentor esperti e del team di start up. E alla fine del percorso avrai l'opportunità di presentare la tua startup a investitori e acceleratori selezionati, ottenendo feedback preziosi per portare il tuo progetto al livello successivo. Le candidature per la prossima edizione in partenza a breve sono già aperte. Visita Startup Builder Kit o segui Startup Geeks sui social per scoprire di più e prendere al volo questa occasione. Sì, secondo me non è per forza uno o l'altro. Uno può essere molto attivo e quindi sai come il famoso detto la fortuna aiuta, gli audaci no. L'idea che ti devi comunque mettere nella posizione per essere fortunato, quindi se è come dici è un po un tira e molla tra il dove ti posizioni, poi le cose che ti succedono quando sei in quel nella posizione che ti sei creato.

Camilla Scassellati

00:08:23

Parlando appunto della tua carriera a Procter and Gamble è stata molto dinamica, come lo è spesso una carriera in questo tipo di gruppo che per chi non lo conosce è un gruppo che al suo interno ha tantissime marche diverse di prodotti che tutti conosciamo per la casa, per il beauty, anche food and beverage. E tu hai iniziato nel team Finance, come dicevi, perché quello è stato un po la tua. Il punto di entrata con il seminario, seguendo un po le orme di tuo fratello e poi sei finito nei team marketing e hai lavorato per Dash Italia e poi per Ariel. Quindi due detersivi che conosciamo tutti. Come hai fatto? Ci puoi raccontare un po di come hai fatto il salto tra queste posizione? Perché so che il mondo corporate di questi tipi di gruppi può essere molto politico e quindi immagino che ci siano degli ascoltatori che sono magari nella tua posizione e si chiedono qual è il modo giusto per posizionarmi per il prossimo ruolo districarmi tra la politica interna. Non so se hai dei consigli.

Francesco Urso

00:09:16

Riguardo al tuo primo statement la carriera in questi grandi gruppi può essere tanto dinamica ma anche no perché se tu entri in finance nel quartiere generale, tu puoi morire in finance nel quartiere generale e fare solo quello.

Francesco Urso

00:09:28

Se tu entri in marketing a Ginevra o a Cincinnati, nel caso di Procter tu ci puoi, volendo restare io. E questo risponde anche alla tua seconda domanda. Ho sempre lasciato la mia curiosità a guidarmi. Quindi io non ho mai cercato di massimizzare il tempo di promozione. Minimizzare il tempo per essere promosso di andare a cercare il ruolo con più exposure. Politica di andare io mi sono sempre detto ok qual è la prossima cosa che voglio imparare quindi il primo ruolo Finance ti danno quello che capita ma già dal secondo tu puoi dire ok voglio andare in categorie Finance al posto di Product supply finance. Sono andato in category finance, i detersivi mi sono detto cavolo ma che bello il marketing! Io voglio fare le etichette, voglio, voglio lavorare su Dash Italia, voglio lavorare con Fabio De Luigi, che era l'ambasciatore voglio imparare a come si gira una pubblicità poi per per entrare nel mondo un po più politico convincere quelli del Finance a farmi passare al marketing è stato difficile però anche lì non puoi bloccare una un intuito una sensazione e poi anche lì per continuare in Procter tanti volevano essere.

Francesco Urso

00:10:27

Quando sei manager vuoi essere promosso direttore dopo sei sette anni e io volevo semplicemente andare in mercati che non conoscevo quindi ho detto al mio management promuovermi quando sono pronto quando avete uno slot ma io li voglio andare voglio andare in open countries a fare delivery non Innovation a Ginevra. E così è stato. Quindi io ho lasciato la mia curiosità a guidarmi e le esperienze che andavano a massimizzare il mio learning. E questo poi ha portato buoni risultati perché ho fatto una delle carriere secondo me in Procter più estreme che ci sia stata perché ho fatto Ginevra Finance marketing Russia Cina con ruoli completamente fuori di testa, quindi non è stato bellissimo.

Camilla Scassellati

00:11:05

Infatti poi l'ho appena accennato con Ariel. Se poi è andato a lavorare tre anni a Mosca e poi ti sei spinto ancora più in là perché sei andato in Cina, a Guangzhou, che è la città più grande del mondo, se non sbaglio. Comunque una vera Cina, molto diversa da quella a cui siamo abituati. E per seguire il marketing di Pantene quindi hai cambiato anche, diciamo categoria, sei passato dal dai detersivi al beauty al personale che credo si chiami non so.

Camilla Scassellati

00:11:30

Quindi ti volevo chiedere appunto hai fatto questa carriera estrema e hai detto che volevi vedere più mercati possibili. Immagino che anche sia stato difficile adattarsi nel marketing a mercati che non conosci, quindi quanto è stato importante per te vedere tutti questi mercati, le lezioni più grandi che hai imparato e mi connetto anche quello che dicevi dell'importanza dell'internazionalità nel tuo percorso, che continua poi anche più in là.

Francesco Urso

00:11:52

Esperienze completamente diverse. Io ho fatto. Ho vissuto tre anni a Mosca e tre anni a guancia a guancia. Mi hanno spinto. Io non sono lì e l'universo vedi lì è arrivato il numero due di Procter, che era quello italiano, Gianni Ceserani, che era mitico in Procter e mi ha detto in un one two anni fa your going to Cina. E io? Io mi ricordo che ero proprio in piedi all'angolo ed ero letteralmente all'angolo perché quando il numero due di procreatrice io Going to Cina tu in Cina ci vai cioè non è che hai tanta scelta soprattutto che mi aveva proposto un ruolo incredibile così cosa esperienza in Russia mi ha insegnato è stata marcata dall'invasione della Crimea che da un punto di vista di business dici ma cosa c'entra la Crimea con Ariel? Sì, ma il rublo è passato da 30 al dollaro a 70 al dollaro in overnight.

Francesco Urso

00:12:39

Crisi totale. Geopolitica di team addirittura, perché la gente si vedeva dimezzare il loro stipendio overnight. Fabbriche che non sapevano se avrebbero prodotto o no l'Ucraina che non parlava più con la Russia. Dovevamo delle fabbriche in Ucraina quindi in Russia. Io ho imparato a gestire una crisi, una crisi monumentale e cercare di bilanciare quello che è giusto fare quello che è giusto per il business, quello che è giusto per il top line, per il bottom line marketer. Quindi è stato un gioco di bilanciamento, come mi ha aiutato la mia internazionalità. Io ero aperto, io ero aperto e io ero curioso. Io non vedevo l'ora di scoprire. Quindi io mi sono immerso nel paese, al contrario di tanti expat che non lo fanno, io questo me lo posso permettere di dire che tanti expat arrivano lì, fanno il loro lavoro. Io invece ho voluto capire la Russia, ho viaggiato in Siberia, ho viaggiato a Vladivostok, ho viaggiato in Kazakistan dappertutto per andare a capire il consumatore e questo mi ha aiutato tantissimo. Mi spingo ancora in Cina e lì ho applicato quello che sapevo fare in Russia.

Francesco Urso

00:13:33

Quindi cerca di capire c'è vai. Con poca arroganza, ero l'unico bianco tra virgolette della squadra anche lì umiltà vai cerca di capire e quello che era molto apprezzato del mio modo di essere era che non vai lì per dire alla gente cosa fare perché tu sei l'ex perché se il direttore così tu vai lì per capire vai lì per imparare da loro e ogni tanto porti la tua esperienza. Cina come hai detto tu Angiò Cina cattiva Cina vera, non Shanghai, French connection, French quarter. Dove vai lì e ti senti figo Lì non parlava inglese nessuno. Vai da Starbucks, non ti capiscono. E ce n'era uno di Starbucks, cioè tutto casino. Io andavo nei ristoranti e c'erano il menù e non sapevo cosa mangiavo perché non c'erano le immagini. Tu dici ma io che cavolo sto ordinando? Tu vai, dici. Speriamo. Ero lì con la mia ragazza che è stata mia moglie e madre edificio. Boh, incrociamo le dita. Che sia buono è una roba mentalmente folle, è stato bellissimo, quindi io mi sono divertito un sacco in Cina.

Francesco Urso

00:14:29

Ho adorato vivere in Cina e ci tornerei domani.

Camilla Scassellati

00:14:32

E poi l'altro aspetto di lavorare in Cina che come dicevamo hai lavorato su Pantene, quindi cambi categoria e ti innamori del mondo beauty. Mi racconti un po in particolare cosa ti ha attratto di quell'industria e che caratteristiche uniche al mercato della cosmetica. Adesso che ci lavori anche come imprenditore.

Francesco Urso

00:14:50

Mi sono innamorato del beauty. Perché uno Concettualmente il beauty mischia il beauty must beauty, che era quello che fa Procter mischia la Commercial Savings perché su Pantene con Pantene ed anche head& shoulders che avevamo, ti batti su dei centesimi. Alla fine se tu esci a 6€ e l'altro è a cinque venti anche la cinque venti tu muori, cioè perdi share, quindi ti batti ancora sui centesimi, come nell'onda. Però aggiungi il sogno aggiungi che che sui sui detersivi su Pampers c'è molto meno diciamo su Mastrolindo non è che vendi un sogno mentre su Pantene comunque vendi il sogno, vendi confidence alle donne nel caso di Pantene. Most mostly alle donne L'ossessione al dettaglio gli shooting delle televisioni, il visual, la bellezza del beauty che si collega all'arte, che si collega al fashion.

Francesco Urso

00:15:42

A me mi emoziona ancora, a me emoziona tantissimo. Quindi questa lavorare con i creativi, fare gli shooting ispirati dal fashion e anche abbastanza fashion è stato bellissimo. Quindi io mi sono innamorato del mondo del beauty per questo. Cioè mi vengono ancora la pelle d'oca pensando al beauty. Anche i visual. Io posso stare dietro anche i visual per ore a correggere il capello, a correggere la tinta. Le foto? Ti emozioni per una foto?

Camilla Scassellati

00:16:07

Sì, è un tipo di marketing, come dici, simile sul commerciale, ma sul marketing completamente diverso nel tipo di messaggio.

Francesco Urso

00:16:15

Ma sul marketing sono due mondi. Cioè se tu vai su Londra alla fine più bianco non si può. Del Dash più bianco non si può. Devi far vedere una magliettina bianca, devi trovare ogni volta un modo che è anche difficile concettualmente, intellettualmente perché se tu pensi Dash che è una marca leader in Italia che è uno dei mercati più competitivi al mondo da 70 anni cioè c'era Mike Bongiorno il primo il primo attore negli anni 50. Se tu pensi il miracolo di essere market leader in una categoria stra competitiva come detersivi in un mercato stra competitivo come Italia per 70 anni è folle.

Francesco Urso

00:16:49

Però da un punto di vista di marketing di di beauty non ce n'è.

Camilla Scassellati

00:16:52

Quindi con questa passione e la fine del tuo percorso in Cina decidi anche che non vuoi più rimanere da Procter. Non vuoi proprio più rimanere in corporate perché vuoi fare l'imprenditore. Ti si accende un po questa lampadina, questa ambizione. Ed è un salto molto difficile. Ne parliamo spessissimo su MadeIt, Ci concentriamo spesso su cosa ci vuole per fare il salto tra corporate e imprenditoria. E tu lo sai bene, perché poi più in là, insomma, guardando il tuo percorso hai deciso anche di scrivere un libro che si chiama Quit to Win e quindi vorrei parlarne un attimo con te. Quindi fare una piccola divagazione per parlare di cosa vuol dire fare questo salto. Però iniziamo ovviamente da tua esperienza quanto è stato facile o difficile per te prendere questa decisione e quale è stato il momento scatenante? Cioè cosa è stato? Mi sembra sempre che nelle storie ci debba essere un qualcosa che ti spinge.

Francesco Urso

00:17:41

Tu non decidi se vuoi fare l'imprenditore o no, tu o lo sai di esserlo dentro o no.

Francesco Urso

00:17:47

Secondo me magari capisci questa cosa col tempo, ma una cosa c'è una grande differenza tra il mondo corporate nel mondo corporate tu puoi avere lo spirito imprenditoriale nel mondo corporate vuol dire che sei uno che spinge un po più limiti, che danza con con i limiti, che cerca di essere un po più flessibile rispetto alla rigidità del corporate, mentre un vero imprenditore lì proprio non ci sta, non ci sta più, non ce la fa. Il momento scatenante quando io sentivo questo malessere crescente dicendo cosa sto facendo qua dentro io sto sprecando io mi ricordo che. E poi ricordiamo parentesi che io ho adorato i miei anni in Procter ho imparato tantissimo. Senza Procter non sarei, quindi non sputerei mai nel piatto dove ho mangiato per undici anni e mi è piaciuto, ma c'è stato un momento in cui dicevo io sto sprecando il mio tempo qua dentro, non mi sento fully exploit ed io sentivo che il mio potenziale era molto più alto, senza mancare di rispetto a chi ci sta dentro, perché è difficilissimo stare in una in una cosa così.

Francesco Urso

00:18:44

E il momento scatenante quando guardando il mio ufficio io abitavano il grattacielo davanti a Procter. Guardo il mio ufficio e dico a mia moglie dico io non so più che cavolo sto facendo sprecando il mio tempo. Lì c'era già l'idea di Wolf Project che era nata in una vacanza a Bali. Ma perché non lanciamo una marca? Ma perché non facciamo una marca di beauty? Legando vari vari puntini, il mio esperienza beauty, il mio intuito che mi diceva che nel mio skincare c'erano opportunità, la mia conoscenza della Korean Beauty così cosa mercato che stava crescendo, mi dico it's time. Poi, seconda domanda è stata una scelta difficile, tremendamente difficile, tremendamente difficile. Perché tu you know what you love you know what you find? Finanziariamente difficile perché avevo un ottimo stipendio Pendio che continuava a crescere. Paura. Paura dello sconosciuto. Paura. Perdi un titolo, Perdi un'aura. Perdi una social proof che tu hai perché tu prima eri il marketing director in P&G, adesso sei Technical Professional. Sei qualcuno che cerca Chasing Dream, Quindi scelta tremendamente difficile e dopo un po uno la fa.

Camilla Scassellati

00:19:51

Nel tuo libro, per esempio, dai anche una lista di domande che uno si dovrebbe porre per capire se sei pronto a lasciare appunto il mondo corpo per fare il salto. Qual è secondo te la domanda più importante che uno si dovrebbe porre prima di decidere? Qual è la domanda secondo te più inside full che uno si può chiedere?

Francesco Urso

00:20:10

Sono pronto a rinunciare alla stabilità per vivere in un mondo di incertezza? Sono Questa è una domanda importantissima perché passi da un mondo relativamente safe a un mondo completamente incerto. Uno due posso permettermelo da un punto di vista emozionale posso permetterlo da un punto di vista finanziario e tre. E questa è una delle dieci domande che scrivo nel libro sto scappando da una situazione che non mi piace o sto inseguendo inseguendo un sogno? Perché se tu scappi da un capo stronzo No, no, no, non va bene questa, questa è una motivazione sbagliata. Se tu scappi perché speri di diventare milionario con la start up, motivazione sbagliata. Se tu scappi perché tu lasci, perché c'hai un fuoco dentro che devi pagare devi calmare in qualche modo devia.

Francesco Urso

00:20:58

E allora quella sì che una buona una buona giustificazione anche lì secondo me non non si sarà mai pronti a quello che si trova uno non può capire l'incertezza l'ansia le paure l'umiliazione che un imprenditore poi avrà. E meno male e meno male perché se tu se uno lo sapesse ma chi glielo fa fare ma zero ma no ma non c'è troppo difficile e meno male che nessuno può saperlo perché anche se tu poi me lo racconti. Guarda che sarà difficile uno ascolta sto podcast, ma meno male che ci sono i folli che lo fanno.

Camilla Scassellati

00:21:31

Infatti c'è la parte diciamo sempre di di ignorance no di non sapere che in realtà è la cosa più giusta e migliore che ti può succedere perché poi quando sai cosa cosa vuol dire poi è molto diverso. Però l'altra cosa interessante è che nel libro parli anche di invece tutte le domande o anzi tutte le risposte finte che uno si dà quindi tutti i miti che uno si crea nella testa di dire ah non ce la posso fare perché questo perché quell'altro insomma tutte le scuse che ci diamo mentalmente quindi ci puoi dare un po un po di esempi su quali sono le scuse per te E secondo te perché non sono valide? Come fai a distinguere tra paure reali e paure non valide che ti stai un po montando?

Francesco Urso

00:22:12

Ho strutturato il libro in tre fasi in tre parti uno Are you ready to quit? Quindi perché hai aperto questo libro? Quali sono le domande che ti stai facendo? C'è una un momento nel libro in cui dico tu devi scegliere o devi affrontare la tua paura di di di di lasciare oppure devi potenzialmente affrontare il rimpianto di non averlo fatto.

Francesco Urso

00:22:31

Quindi fear or regret one of the two you need to have. Se stai leggendo sto libro è perché o devi affrontare la paura o rischi di avere un rimpianto. E poi le paure. Io vado a Bust the Fears Bust Myths che la gente si dice ce ne sono tantissime. Uno è Non ho tempo di pensare a un'idea e io lì nel libro spiego Questa è una cagata, perché tutti han tempo di farsi praticamente tutti un Netflix la sera, 1 ora è una marea di tempo, 1 ora è folle quanto tu possa fare in 1 ora concentrato tutte le sere. Quindi I don't have time, non è vero? You don't make the time I don't give the time to this task. Non ho una buona idea. Non tutti dicono ma non ho una buona idea. Ma Ma sì, ma perché ci benchmark a Facebook, a Airbnb che anche quando loro l'ha lanciata Ma mica era una billion Dollar idea era un'idea di cui avevano passione. Quindi io dico non devi avere una grande idea devi avere un'idea di cui hai passione.

Francesco Urso

00:23:20

Quelli che hanno fatto sull'alcol in America hanno iniziato con un cavolo di studio per fare spinning e poi è diventato una mega catena. L'ha comprata il DM, c'è tutto, ma hanno iniziato con un studio perché non appassionati di spinning. Poi c'è chi dice amo Wilde, sono troppo vecchio per iniziare, ma non è vero, ma non è vero. Quello di KFC aveva 70 anni quando è iniziato, quello di McDonald's 60. E poi tanti dicono ai cannot a fold to do it. Dicono non ho soldi, ma anche lì non è vero perché non hai i soldi. Se vuoi continuare, andare al ristorante tre volte a settimana, se ti vuoi fare le vacanze al Four Seasons e se ti piace viaggiare in business. Ma se tu riduci il tuo lifestyle, ma allora è su pricing quanto tu possa liberare finanziariamente ridurre. E quindi lì c'è anche un concetto interessante perché faccio creo un'equazione tra il mining e i soldi. La motivazione per cui lavori ti dà molta più Happiness che io preferisco lavorare una cosa che mi paga un terzo ma che mi dà dieci volte il mining e quindi io l'ho vissuto perché per cinque anni praticamente non mi sono pagato uno stipendio e sono molto più felice.

Francesco Urso

00:24:17

Io mi sveglio la mattina e voglio andare a lavorare e questo è quanto vale questa cosa. E nel libro spiego c'è un episodio abbastanza importante in cui spiego che noi sottovalutiamo il valore di avere un lavoro che ci piace lo diamo lo diamo lo diamo fragrante e questo è una cosa che non va fatta. Ho un amico. Nel libro spiego che c'è un mio amico che aveva appena venduto il business di famiglia. Si trovava con una barca di soldi e lui mi diceva Io non vedo l'ora di svegliarmi la mattina e avere un lavoro che mi chiami, che mi spinga ad andarci lì. Mi ha aperto un po gli occhi perché, dicevo, io ce l'ho sto lavoro qua e per lui questa cosa vale tutto e io la prendo. Quindi nel libro spiego un po queste cose qua e poi nella terza parte do qualche consiglio su come come ho fatto io, Ma il libro non è su di me, non è sul project, è sul percorso da uno all'altro.

Camilla Scassellati

00:25:07

Che è quello che dicevamo che è molto interessante perché effettivamente è un percorso che in una chiacchierata si racconta in una domanda ma che nella tua vita è forse una delle decisioni più grandi che fai.

Camilla Scassellati

00:25:18

E poi è anche una decisione che dura nel tempo, nel senso che è una decisione che piano piano una scintilla che matura. Ci sono tante domande, tanti passi avanti, tanti passi indietro tante paure da affrontare. Quindi mi interessava molto parlarne con te che ci hai pensato e ti volevo chiedere. Ricapitolando anche se qualcuno sta ascoltando e si sente bloccato, che sia da una paura reale o da un mito che non riesce a superare, qual è il tuo consiglio più grande su come fare il salto?

Francesco Urso

00:25:45

Non è, non è resto o mollo? Secondo me questa non è la domanda giusta, perché uno davanti a questa domanda si paralizza, uno può anche iniziare a fare piccoli passi. Cosa sarebbe la mia vita se mollasse? Magari inizi un side project, quindi uno è relax, non bloccarti. So good, Non hai ancora preso una decisione irreversibile e anche se la dovessi prendere non è irreversibile. Due Secondo me bisogna. Quando uno si sente un po bloccato bisogna. Se quello è il feeling uno si deve deve fare un passo indietro e chiedersi sto vivendo secondo i miei valori o no? Sto vivendo.

Francesco Urso

00:26:18

Se uno è bloccato vuol dire che c'è fondamentalmente un malessere dentro. Io in quel momento ero bloccato in proprio perché non stavo vivendo secondo i miei valori che era spingere la mia curiosità e massimizzare il mio potenziale. E quindi in quel momento lì uno fa un passo indietro e cerca di allineare le proprie scelte al sistema di valori. E non possono essere mai sbagliate queste scelte. Se uno allinea la scelta al sistema di morali etici di vita è uno non può mai sbagliare. You'll never regret decision based on values never non è matematicamente impossibile.

Camilla Scassellati

00:26:47

Volevo però parlare anche un po di Wolf Project, ovviamente, che è l'azienda che hai creato, è un brand di beauty maschile, Quindi, come dicevamo, hai seguito la tua passione per il beauty? Ti sei inserito nella categoria beauty maschile che è una categoria piccola e difficile. Poi ne parleremo, ma prima, sempre per tornare un po nella tua testa di quei giorni, come nasce l'idea? Perché fare qualcosa nel beauty maschile? Hai visto un buco nel mercato? È semplicemente una cosa che ti appassionava.

Camilla Scassellati

00:27:12

Qual è stato il driver di questa decisione? E la scintilla che ha fatto nascere il progetto.

Francesco Urso

00:27:17

Ho collegato tanti piccoli puntini, ho visto che c'era un trend. Ricordo che quando facevo le visite su antenna parlavo con i con i responsabili di negozio in Cina. Qual è la categoria che sta crescendo di più skincare? Ok, ma within skincare qual è che sta crescendo di più? E loro mi dicevano le maschere Boh Iniziamo a provare ste maschere, le maschere, le shit mask, quelle che metti senza provarle, se stanno crescendo così tanto vanno provate. Ma non mi serviva niente per il lavoro però boh, è un segmento che esplode, poi metti un altro puntino. Nel report che avevo che dicevano che l'uomo stava iniziando a usare. Si parla del 2018 2017 quando iniziavo ad avere proposte, maschere e dico cavolo, funzionano veramente? Io con una maschera idratante antiage, una maschera per gli occhi, io ho un effetto incredibile devo. Non devo neanche più mettere il mostro laser tutti i giorni. Che palle! Me lo dimentico pure di mettere questa maschera qua una volta a settimana top visible results e quindi lì poi uniamo lo al malessere che avevo dentro, di come sai che io lancio.

Francesco Urso

00:28:16

Provo a lanciare una marca di skincare, ero nel DToC boom quindi con i vari Glossy e con i vari native Men's Parker, Albert Kasper Pelatone everybody was going to see di to see friends that there was in late tense e quindi ho usato Bose. L'hanno fatto loro sono più diligenti di me. No, io parto sempre da sto principio. Non mi ritengo un genio, ma non mi ritengo neanche un cretino. Quindi anche se tu vedi adesso il tipo di il fondatore di x, y, Z che ti sembra un genio ma no, è uno che è intelligente tanto quanto noi ha avuto un po più di culo, è stato un po più bravo, ha lavorato duro, ma non è fondamentalmente più bravo di me. Quindi se l'hanno fatta loro ce la posso fare anch'io. E ovviamente anche lì, ignorando la difficoltà disumana del task. E quindi dopo un po io, lavorando come dico nel libro tutte le sere un'oretta ho iniziato a fare tool box, ho iniziato a creare una marca, ho iniziato a spenderci un po di soldi e tempo fino a quando era quasi tutto pronto per lanciare, quindi ho seguito queste questo GAT queste intuizioni diciamo.

Camilla Scassellati

00:29:16

La difficoltà del di tu sì come l'hai chiamato che lo ripeto ai nostri ascoltatori e direct to Consumer quindi vendere un prodotto direttamente al consumatore finale. È che e soprattutto nel beauty e ci vuole un investimento upfront abbastanza importante nel senso che servono dei soldi per cominciare perché devi ovviamente sviluppare trovare i fornitori sviluppare il prodotto ci puoi parlare un po di quella parte degli inizi, di come hai affrontato il Insomma, i primi loop dei primi prodotti e lancio del brand.

Francesco Urso

00:29:44

Ho investito uno ignoranza e tanto sudore, quindi non ne sapevo niente. Il dito sì, perché Procter non faceva di tutti e probabilmente non lo fa neanche adesso. Bradley speaking. E ho investito ho iniziato a investito io 150.000$ di soldi miei praticamente ho iniziato a capire il mondo di oggi ho deciso che il mercato era America non sapevo quanto sarebbe stato caro creare una marca in dito sì che poi è risultato ovvio al mondo, ma all'epoca non era così ovvio, perché eravamo nel periodo in cui il customer acquisition cost su Facebook era molto basso. Il CPM Cost per Thousand Impression era molto basso e quindi ho iniziato e piano piano ho creato una marca, ho creato un prodotto, ho creato delle Facebook Ads e ho cercato di.

Francesco Urso

00:30:31

Io uso un framework nella mia testa che è sempre abbastanza utile, che cerco da un problema grosso a crearne 100 piccoli. Quindi io voglio lanciare una marca di. Sì, ok, cosa vuol dire di tu? Sì, in quel momento voleva dire online, quindi da un sito ok cosa devo fare per avere un Per lanciare una marca su un sito devo avere un sito che gira bene? Come si fa? TA ta ta ta ta Altri quattro sottoproblemi? Devo avere traffico? Come lo posso fare? O con PR o con o Se hai una celebrity famosa che ti dava traffico e te lo spinge lì oppure con advertising non avevo PR, non ero nessuno traffico e quindi come si fa il traffico? Ok, devo fare delle facebook ads Instagram come si fa? Quindi io smantellò il problema in 100 sottoproblemi. Veramente ho delle liste enormi da problema uno a problema, uno che ti sembra una montagna. Ah ok, devo parlare col tipo, devo capire come si fa un visual, devo capire come sono e quindi tantissimi piccoli problemi che uno riesce a mettendoli tutti insieme a lanciare.

Francesco Urso

00:31:29

Quindi ho fatto così.

Camilla Scassellati

00:31:31

Sei partito coi tuoi propri risparmi insomma dei soldi che potevi investire che erano questi 150.000$ che immagino non siano andati molto lontani in realtà visto che dovevi comunque appunto come dicevamo produrre un prodotto fare gli investimenti nel brand eccetera quindi quanto come hai fatto poi quanto sono durati più o meno di quanto pensassi e come hai fatto poi a raccogliere insomma come hai fatto poi a continuare a raccogliere i capitali che sono venuti dopo.

Francesco Urso

00:31:56

150.000$ sono stati bruciati in sei mesi neanche ma neanche secondo me fai la produzione crea il sito, fai 2 o 3 Facebook Ads fai il trade Mark, crea la società così così ti rendi conto che sono già finiti. E lì ho avuto molta fortuna perché il mio quello che era stato uno dei miei ex capi in Procter. L'ultimo, il penultimo mi aveva detto il giorno in cui lasci Procter io investo 150.000$ con te. No, all'inizio mi ha detto 100 e visto che poi non lasciavo proprio, mi fa dai 150. E poi io ho seguito. Se vuoi la road, il book all'inizio sono tre Family friends and fools family.

Francesco Urso

00:32:34

Non ha messo nessuno. Niente, non gli ho neanche chiesti friends. Sì, perché poi abitando a Ginevra, in Svizzera, la Svizzera ha un grande svantaggio che è piccola però grande vantaggio che è molto ricca. Quindi trovare 100.000 franchi in Svizzera 100.000$ in Svizzera più o -1 a 1 è molto più facile che trovarli a Milano e c'è molta meno competition che a New York. Quindi la Svizzera per l'inizio è stato un mercato fantastico, quindi ho tirato su relativamente facilmente mezzo milione con 2 o 3 persone relativamente 150 175, 100 quindi. E poi ho tirato 1.000.000 qua a Ginevra. Business angel, quindi prima FFF, poi Business Angels e poi i Venture Capital Family Offices. Quindi ho seguito by the book diciamo, e ho tirato su in totale. In totale avrò tirato su un po di più di 4 milioni 4 milioni mezzo.

Camilla Scassellati

00:33:19

Il tuo consiglio? Adesso ovviamente è cambiato un po il mondo del consumer business. Come dicevamo, eri più in un boom all'epoca. Poi immagino che il boom anche scemato mentre crescevi, visto che ci sei ancora dentro in pieno.

Camilla Scassellati

00:33:32

Non so se hai dei consigli per chi pensa a questo mercato adesso, proprio a livello di fundraising, come il miglior modo di approcciarlo.

Francesco Urso

00:33:39

Fundraising oggi è molto più tosto di cinque anni fa. Molto più tosto. Perché poi dipende da che settori, dipende da che settori nel consumer è cambiato dal giorno alla notte. Nella tech non ne so abbastanza per dirlo, Non penso che sia cambiato così tanto. Penso che siano cambiate le evaluation, c'è ancora il terreno ancora fertile, mentre nel consumer è dry super dry. Il consiglio che io darei hai veramente bisogno di funding. C'è un modo diverso di farlo Si può crescere più piano con meno funding perché il funding ti porta a crescere molto in fretta ti porta una pressione incredibile, ti risolve tanti problemi è bellissimo avere un conto con 3 milioni dire adesso spendo adesso cresco c'è anche una pressione c'è un expectations di fare una crescita molto veloce c'è un expectations di fare un multiplo di crescita che secondo me non è neanche troppo alti perché è un brand che fa il 10X10 x.

Francesco Urso

00:34:34

Non è neanche quasi giusto aspettarselo. Quindi il venture capital model, che ha funzionato molto bene su alcuni settori nel consumer non ha funzionato e quindi io direi uno realizziamo che le chance di fare fundraising sono basse, sono più basse che all'epoca, quindi non è necessariamente colpa tua ma il mercato è cambiato e due magari trovare un modo diverso c'è anche l'altra parte che senza funding tu come fai a meno che tu non sia ricco che non te lo posso permettere, ma dopo un po uno deve pagare le fatture, deve mandare i figli a scuola, deve pagare la spesa. Quindi come fai? Quindi io ti dico non tirare su così tanto, cerca di creare un business più profittevole, più lentamente. Self sustain E meglio fare zero uno cinque così cosà. Però è anche vero che col funding le cose sono più facili, va più veloce, quindi non ho proprio un consiglio da dare se non un clac.

Camilla Scassellati

00:35:27

Esatto, parlando un po di canali di distribuzione per. Per Wolf Project se non sbaglio Amazon è stato un po il The Click.

Camilla Scassellati

00:35:35

E un canale molto importante per te. Ci puoi spiegare come? Perché? Come hai usato Amazon per crescere?

Francesco Urso

00:35:41

Sì, Amazon per me è stata una cosa ovvia da subito, perché io ho lanciato Wolf Project su Amazon praticamente subito nel 2020, quando per il beauty Amazon era Satana. Ti dicevano no, Amazon e il beauty non sono compatibili o sei super CIPE fai 1$, roba da 1$ così oppure no. E io mi dicevo uno non mi posso permettere di non farlo perché è la più grande marketplace del mondo. Alcuni miei competitor ci sono e vendono tanto, quindi io per non saper né leggere né scrivere, soprattutto visto che non avevo avevo tirato su soldi, ma all'epoca non ancora. Ma i brand che non c'erano potevano permetterselo di non stare su Amazon? Io no, perché ero povero, avevo tirato su mezzo milione, ma tu devi vendere quando ho tirato su mezzo milione non puoi fare i fronzoli. Quindi uno Io ci sono andato subito per necessità perché era la marketplace più grande del mondo e questo ha salvato il mio business perché poi ci siamo trovati in situazioni difficili sul DTC e grazie a Amazon che pagava le bollette perché era già profittevole, io ho salvato il business, quindi per me Amazon è importantissimo.

Francesco Urso

00:36:43

Sono andato contro tutti. No, tutti mi dicevano non vendere mai un prodotto da 20$ su Amazon. Non è vero, Sono venduti decine, centinaia di migliaia di unità. Non la marca di Beauty non Prestige non funziona su Amazon, non è vero, perché adesso ci sono tutte. Quindi intuito fortuna perché mi è andata bene. Però per me Amazon è stato importantissimo e ancora oggi io ti direi senza sapere la categoria così Amazon sì.

Camilla Scassellati

00:37:08

Riprendo una domanda una cosa che ha detto all'inizio che è che mi sono dimenticata di sottolineare prima di farti la prossima domanda che il fatto che quando hai avuto l'idea e hai detto subito che l'America sarebbe stato il tuo mercato di riferimento quindi volevi crescere in US nonostante tu fossi a Ginevra, in Svizzera, come è rimasto? Quella è l'ambizione di essere in America. Sei riuscito ad entrare nel mercato americano? Se sì, immagino di sì, perché poi ti farò la domanda. Però consigli su come affrontare per Mi fanno spesso io sono qua a Los Angeles quindi fanno spesso questa domanda agli imprenditori come entro in America senza essere in America fisicamente.

Francesco Urso

00:37:45

Perché ho scelto l'America perché il mercato più grande del mondo io ero in Svizzera che il mercato più piccolo del mondo la Svizzera sono tre mercati c'è la Svizzera italiana la Svizzera francese la Svizzera tedesca quindi in Svizzera da nessuna parte. l'Italia non la conoscevo bene, nonostante io sia italiano. l'Europa sono tanti mercati separati e io non conoscevo così bene e quindi in America tu prendendo l'America come mercato non ti può diciamo sbagliare il mercato anche più caro del mondo ma io l'ho scelta perché era il mercato più grande un mercato dove fare di tu sia molto facile da un punto di vista di logistica di legal entities di marketing C'è una marea di talento in America quindi in generale non ti puoi sbagliare. Fare l'America dall'estero è tosta. La gente che ti chiede ma voglio lanciare in America, ma non solo in America e tu gli dici no no tardi al per niente perché io l'ho fatto e lo sto facendo da cinque anni ma ovviamente se io fossi andata a vivere a New York o a Los Angeles sarebbe stato tutto molto più facile. Ne parlavo con la persona che ci ha messo in contatto con Gianluca che mi diceva ma tu devi essere qua e ha ragione e ha ragione.

Francesco Urso

00:38:44

Ora per una start up permettersi un founder a New York, a Los Angeles non è super favorevole perché il costo della vita è altissimo. Non decide di andare a, che ne so, anche Hosting costa tanto, però non è ideale fare l'America dall'estero. Io l'ho fatta, è andata bene, ho fatto una marea di avanti e indietro, ho penetrato il mercato, ho avuto un po di fortuna, siamo entrati in Nordstrom che è il retailer, è una catena di grandi magazzini tipo Rinascente, ne hanno 80 più 400 di Nordstrom, di un po più basso livello ed è una delle catene di più selettive da un punto di vista di entrata, di barriere. All'entrata siamo riusciti a entrare perché ci siamo creati un nome sul dito. Sì, perché ci siamo creati un nome su Amazon. Dopo quattro anni stiamo entrando da Target, che è uno dei più grandi al mondo con con Walmart, che è il Penso in America sia il secondo e nella mia categoria di personal grooming Personal Care è il numero uno in America una categoria da quasi 1.000.000.000 solo in quel customer solo di personal care for men.

Francesco Urso

00:39:44

Quindi ce l'ho fatta. Se vuoi è fattibile, è molto sub optimal, molto sub optimal.

Camilla Scassellati

00:39:49

E come hai fatto, per esempio, a prendere i meeting con Nordstrom? A entrare da target perché comunque ci vuole un network delle connessioni che non sono evidenti da creare da appunto se non sei nel mercato anche se sei nel mercato ovviamente però per esempio come hai fatto in questo caso.

Francesco Urso

00:40:07

Io ho creato una ragnatela di advisor americani piano piano facendo anche cold calls. La cosa bella degli americani è che loro ti.

Camilla Scassellati

00:40:18

Danno tempo anche se non ti conoscono.

Francesco Urso

00:40:20

Ma anche se non ti conoscono. Sì, in generale sì. E loro secondo me, ma questo forse una cosa umana, ma loro riguardano molto l'energia di una persona. Quindi se tu sei lì che spingi, che dici? Io voglio spaccare in America il fatto che tu sia a Ginevra, nel mio caso a Milano dove tu ma passa in secondo una volta che fai capire che il conosci il mercato perché comunque questo è importante io non posso andare lì brand che a due mesi ha venduto tre unità e dico vado da Walmart ma non esiste vuol dire che non è proprio capito come funziona Walmart.

Francesco Urso

00:40:49

Il mio background mi aiutava però la mia energia. Il fatto che avessi detto io devo compensare il fatto di non essere in America fisicamente e di non avere necessariamente un network americano con una marea di advisor. Quindi uno l'ho creato e questi advisor poi mi hanno permesso di entrare in contatto con Nordstrom e poi Target. Ho fatto tutto da solo. Target Sì, anche lì datata Connection Connection Connection e ce l'ho fatta. È stato estenuante. A Nord Stream gli ho dovuto mandare 18 email prima di avere una risposta. Le ho contate. Cioè prima io continuavo a cambiare modo di scrivere la buyer che non mi ha risposto per 17 volte. Dopo un po dice io facevo quasi quasi giochi. Alla fine sono andato in negozio a Los Angeles, ho preso una foto dello shelf di grooming che era quello dove volevo entrare io, gli ho photoshoppata la mia marca e gli ho detto gli ho mandato. Era l'ultima, penso. Ho detto testa, guarda quanto sarebbe molto meglio la tua shelf con la mia marca sopra, Ma questa era proprio l'ultima spiaggia.

Camilla Scassellati

00:41:49

Praticamente bisogna essere creativi anche negli outreach. Perché questi bar ovviamente ricevono centinaia di migliaia di mail come la tua, ovviamente tutti i giorni. E quindi.

Francesco Urso

00:41:58

Nordstrom nel 2023 ha lanciato due marche per uomo, diciamo quella di Pharrel Williams Human Race e Wolf Project. Meno male che non me l'hanno detto all'inizio che ne avrebbero lanciate due, ma mi han detto che ricevono ricevono tipo venti pitch a settimana.

Camilla Scassellati

00:42:11

Non mi sorprende. Esatto. E parlando sempre rimanendo sul retail quindi abbiamo detto hai cominciato sapendo che online era la cosa più importante, quindi immagino che il tuo e-commerce poi Amazon, che è stato un canale importante, poi sia entrato nel retail fisico. Quanto è importante avere tutti e due? Bisogna avere sia oppure in più importante il fisico rispetto all'e commerce. Oggi come la vedi in termini di distribuzione di canali?

Francesco Urso

00:42:36

Ci sono tante teorie, non so se ce n'è una giusta, una sbagliata.

Francesco Urso

00:42:39

Io ho sempre creduto nel omnichannel. Ogni canale ha un ruolo diverso. Il il dito siti permette di creare una marca, di creare una vetrina. Amazon ti permette di vendere e avere availability Abiliti il retail ti permette di di avere tanti occhi senza pagarli, quindi essere in 2000 negozi da target vale oro perché c'è una marea di traffico. Quindi anche lì come si crea il traffico retail Te l'ha già creato target? Io credo in un aspetto omnichannel. Parlando di altre marche di cui parlavamo prima, ci sono alcuni che sono più stakanovisti. Su, io voglio solo di sì che non vuol dire solo on line, ma magari anche on shops flagship store. Ci sono tanti modelli, a me piace lo omnichannel. Sono cresciuto così in Procter e credo che alla fine, se vuoi la teoria marketing più importante, questa forse una buona risposta è tu devi essere dov'è il consumatore? Se il consumatore di questa categoria compra solo online, che ne so, sex toys, tu compri, penso non ne conosco niente, ma io penso che ci sia un aspetto più online.

Francesco Urso

00:43:35

Perché sei timido? Perché non hai voglia di andare da Walmart e uscire col tuo vibratore, che ne so, magari sul beauty che era. Anche perché l'uomo non si sente molto a suo agio a comprare i Pampers, non ha quasi senso comprare, cioè non li compri online di una marca così, Quindi devi andare dove il tuo consumatore deve adattare la tua go to market alla realtà del mercato del consumatore giusto?

Camilla Scassellati

00:43:57

Sì, no. Ha molto senso effettivamente di pensare un po alla propria categoria e poi magari anche cercare di essere un po innovativi, come dicevi, anche se ti dicono no Amazon, vedere, fare delle prove, vedere cosa riesci, cosa riesce a fare, dove riesce a penetrare più velocemente. Per concludere questa fase dell'intervista, invece, se dovessi dire la cosa più difficile che hai dovuto fare, abbiamo parlato un po di retail di fundraising, ma l'aspetto più difficile di crescere Wolf Wolf Project qual è stato? Anche a livello personale? Non so se hai dovuto affrontare delle tue sfide personali, hai detto che hai avuto anche due figli, quindi insomma, immagino che sia stato difficile bilanciare il tutto.

Francesco Urso

00:44:32

La cosa più difficile, gestire le proprie emozioni per me è stata la cosa più difficile perché ci sono stati dei momenti, dei challenge sul business dove dici ma come me ne esco da questa qua? Quando il fornitore non produceva più in ritardo andavo auto stock ma di listato questo customer non ho più soldi ma le emozioni è stato difficilissimo. Il self, dati i dubbi di aver di non sapere più cosa fare. L'isolamento il founder, il fondatore di una marca è molto solo, è molto, molto solo e questa solitudine decisionale è molto difficile da gestire emozionalmente. Quindi secondo me la cosa più difficile del mio percorso di Wolf Project è stata ed è ancora è gestire le emozioni, gestire il cuore, restare focused, cercare di essere ottimista. Sono abbastanza banali le cose che dico, ma per me è stato un viaggio emozionale difficilissimo, una tortura quasi giornaliera e accettare questa tortura ecco, forse lì arrivo la cosa più difficile accettare questa tortura e continuare a essere felice di vivere. Tu devi arrivare a casa e non puoi essere depresso perché è andata male la giornata e nel mio caso perché c'è due bambini che stanno crescendo e non posso essere così egoista da dire la mia depressione, le mie ansie vengono prima di voi o le ansie di Wolf Project mi rovinano la vita o il mio self work va In base a quanto venduto il mese.

Francesco Urso

00:45:54

Ci sono stati dei mesi così vendevo tanto, mi sentivo un eroe, vendevo poco, mi sentivo uno sfigato. Quindi lì è stata è la cosa più difficile secondo me. E invece.

Camilla Scassellati

00:46:03

Quindi guardando indietro c'è qualcosa che faresti diversamente? O in alternativa, qual è il miglior consiglio che ti daresti se potessi parlare al Francesco di qualche anno fa che iniziava Wolf Project?

Francesco Urso

00:46:16

Credo. In generale non sono una persona che guarda indietro e dice avrei dovuto fare così. Cos'è? Perché mi fido molto delle decisioni che prendo. Ogni decisione che uno prende è in base a delle emozioni che sente in quel momento, delle informazioni che ha. Io penso di non essere stupido oggi, non ero stupido ieri, quindi ho fatto delle decisioni che poi sono andate male. Era probabilmente la decisione giusta. Oppure se era la decisione sbagliata imparo e quindi non non farei cose diverse ovviamente Looking backward. Certe scelte sono state sbagliate. Io ho fatto troppa. Quando ho fatto il grosso fundraising sono cresciuto troppo in fretta, sono andato troppo di to plain e non ho guardato la bottom line.

Francesco Urso

00:46:53

Non ho cercato di creare un business più sustainable da un punto di vista di bottom line. Avrei dovuto farlo. Per riagganciarmi alla tua domanda io direi calma, andate piano, non andate di ansia, non prendete decisioni. Cerchiamo di costruire un business solido su delle fondamenta finanziarie solide e togliamoci l'ansia da prestazione. Gestiamo le emozioni e io è questo il consiglio che mi darei è Breath Breath. Non stai correndo dietro a nessuno.

Camilla Scassellati

00:47:21

L'ambizione, diciamo il post-it che hai sul muro ci hai detto che era quello di creare un brand degno di Procter, che un giorno Procter magari avrebbe potuto ricomprare. Poi immagino che le cose cambiano anche, però quello è un po la stella. Adesso Qual è la tua visione a lungo termine per Wolf Project? In generale, Cosa pensi che possa succedere nella tua industria, che è quella del Men's grooming?

Francesco Urso

00:47:45

Allora la visione di Wolf Project non è cambiata. Io ho creato Wolf Project con l'ambizione, il sogno, la pazzia di voler creare una grandissima marca, una delle più grandi marche di skincare.

Francesco Urso

00:47:55

E cinque anni dopo, guardando i segni del destino, mi dico Sì, Wolf Project ha questo potenziale, perché se no non avremmo venduto così tanto, se no Nordstrom non ci avrebbe listato target, Quindi la possibilità c'è. Ora mi rendo conto di quanto sia difficile realizzare questa missione, di quanto sia praticamente impossibile statisticamente e quindi la visione non è cambiata le percentuali di arrivare a questa visione le percentuali di possibilità dopo aver preso troppe batoste io sono molto più freddo calcolatore realista su quanto tempo ci si metterà quante. Qual è la statistica La percentuale statistica? Forse cinque anni di imprenditoria mi hanno tolto la naiveté di dire ce la faccio? No, sono e sarà durissima. Quindi l'ambizione non è cambiata. Ora ci sono varie cose che possono succedere nella vita di una startup e anche lì, avendo visto tante marche fallire intorno a me, avendo visto tante marche essere merge con altre, fallire essere comprate. Io so che c'è un Broad Spectrum di di di uno spettro molto ampio di possibilità. Si può discutere si sta discutendo di far entrare la marca dentro un conglomerato più grande che è una vendita praticamente si sta discutendo di tirare su più soldi oppure se non riesco a fare né l'una né l'altra il fallimento è lì quindi uno forse dopo cinque anni sono molto più Aware di quello che può succedere.

Francesco Urso

00:49:21

Non sono più. Dico no, ce la farò non è vero, Piano ce la si può fare. Resto visionario ma molto realista.

Camilla Scassellati

00:49:28

E facciamo sempre questa domanda per finire le nostre interviste E sul punto hai detto che sei una persona internazionale, sei cresciuto in Svizzera, però se pensi la tua italianità secondo te in che modo A hai ti ha aiutato nel tuo percorso l'essere italiano?

Francesco Urso

00:49:42

E io che mi sento italiano, sì, ma anche tanto svizzero tanto internazionale, mi ha messo un po in difficoltà. Questa è la domanda più difficile. Perché non sono fondamentalmente tanto italiano quanto un italiano vero. La mia italianità si riassume a delle persone italiane che hanno voluto dire tantissimo per me e a degli individui. Quindi per me l'italianità è tutto quello che mi ha comunicato mio nonno, che era italiano, italianissimo, ha vissuto a Milano, Veneto, ha vissuto a Milano e lui mi ha insegnato l'arte, mi ha insegnato la passione per l'arte, per la letteratura, per la musica classica. Un uomo di infinita cultura che mi portava mano per la mano a Milano, nelle chiese.

Francesco Urso

00:50:20

Ma in qualsiasi città del mondo andassimo, lui mi portava a vedere le chiese, a vedere le opere d'arte. E quindi per me l'italianità è la è l'arte la sensibilità a tutto il mondo artistico della bellezza che poi mi ha portato al mondo del beauty se ci pensiamo colleghiamo questa cosa quindi per me l'italianità è tutto tantissimo. Mio nonno che mi ha cambiato la vita e che porto tatuato dappertutto su di me.

Camilla Scassellati

00:50:46

Ho Visto un tatuaggio su un braccio che quando alzavi la mano sono sicuramente figure importanti queste. E poi hai anche raccontato. Mi hai fatto pensare anche all'episodio in cui il numero due di Procter era italiano. Ti ha dato lui. Sono sicura che c'è stato comunque tra italiani spesso in questi in questi gruppi ci si trova e ci si riconosce. A volte queste cose aiutano anche senza volere. Intanto ti ringrazio tantissimo di averci raccontato la sua storia la storia di Wolf Project. Seguiremo, vedremo quali saranno le prossime sviluppi con con il tuo brand e con la tua storia però trovo che sia molto interessante e importante parlare anche.

Camilla Scassellati

00:51:26

Sai quando parli di imprenditoria si parla sempre di tech, di software eccetera che c'è tutto questo mondo dell'imprenditoria un pochino più fisica e un pochino più dura che però può funzionare. Tu sei uno di questo tipo di storia, quindi grazie mille di avercela raccontata.

Francesco Urso

00:51:40

Grazie a te. Grazie, è stato bellissimo.

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