Gianluca Cocco e Gaetano de Maio, Co-Founders Qomodo

 

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Nella puntata "speciale" di oggi parliamo con Gianluca Cocco e Gaetano De Maio, i founders di Qomodo, la nuova startup fintech italiana appena uscita da ‘stealth mode’ che ha chiuso un dei round pre-seed più importanti di Italia.

Nell’arco di pochi mesi, sono riusciti a raccogliere un round di pre-seed da €34.5 milioni da Fasanara Capital, Exor Ventures, Proximity Capital, Ithaca Investment, Lumen Ventures, The Techshop, Primo Ventures - oltre a fondi stranieri quali Notion Capital, Octopus Ventures e Plug&Play.

Di cosa si occupa esattamente la startup? Qomodo porta negli store fisici una suite di soluzioni per i pagamenti smart, compresa la formula Buy Now Pay Later, per le spese essenziali, spesso impreviste. Effettivamente vi potrebbe aiutare a pagare una spesa come una riparazione imprevista della propria macchina o una spesa veterinaria importante.

Ma sentiremo tutti i dettagli direttamente da Gianluca e Gaetano nella loro prima intervista podcast dal lancio.

 

TRASCRIZIONE EPISODIO

Camilla Scassellati (00:01.582)

Gianluca o Gaetano benvenuti su Made It. Siamo veramente felici di avervi ai nostri microfoni per annunciare il lancio ufficiale di Qomodo anche se dietro le quinte state lavorando a questo startup fintech da mesi. Però siete usciti da stealth mode e parleremo anche di cosa vuol dire. Però prima vogliamo scoprire un po' la vostra storia, quella di Qomodo. Gianluca, come vi siete conosciuti e come è nata questa idea per questa nuova startup?

 

Gianluca Cocco (00:30.938)

Ma fondamentalmente io e Gaetano ci siamo conosciuti nel 2017 quando lui stava tornando in Italia dall'estero dopo essere stato molto in Asia e in Europa con Rocket Internet, c'è da dire che ci sono pochi italiani che lavorano in Rocket Internet a un certo livello e quindi ci volevamo sempre conoscere e abbiamo preso un caffè da quel momento è nata una grande amicizia, una grande stima e abbiamo provato a più riprese a fare qualcosa assieme fino a quando è arrivato il momento corretto, cioè questa volta.

 

Camilla Scassellati (01:03.182)

E l'idea come nasce?

 

Gianluca Cocco (01:05.146)

L'idea nasce da appunto due ragazzi, due imprenditori seriali che fanno le loro ultime exit più o meno nello stesso momento, all'inizio 2022 e con tutti quanti gli apprendimenti di questi anni hanno bene chiaro in testa l'identity del business che vogliono lanciare quindi un business B2B, un business idealmente senza operation, un business con dei buoni unit economics e quindi chiaramente il tutto punta verso il fintech, verso il sas sono seguiti poi fondamentalmente a Gaetano, corregimi se sbaglio, ma quasi 5 mesi di studio e di prevalidazione

 

Gianluca Cocco (01:49.978)

e fino a quando abbiamo chiuso il modello di business e abbiamo cominciato appunto tutta la parte di costruzione del prodotto, del fundraising, vendita, assunzione delle persone e via discorrendo.

 

Gaetano de Maio (02:03.148)

e c'è stato tutto un processo dietro, prima di cominciare a lavorarci sopra. Lunghi cinque mesi.

 

Camilla Scassellati (02:10.702)

E poi parliamo anche del timing, però ovviamente lo diciamo sempre su Made It, ma gli investitori cercano sempre di investire sul team, il founding team migliore possibile e voi sembrate veramente il dream duo perché Gianluca tu, come hai detto, imprenditore seriale con due exits alle spalle, Gaetano un'esperienza da country manager, da SumUp e da Revolut che sono due fintech molto importanti e conosciute quindi. Sembra ovvio perché avete deciso di lavorare insieme a questa idea, ma Gaetano non so, se ci vuoi raccontare come vi descrivereste l’un l’altro, o entrambi potete descrivere l'altro e secondo te cosa vi rende complementari.

 

Gaetano de Maio (02:54.892)

Allora, tra l'altro, per prendere la cosa di Gianluca di prima, noi effettivamente ci conosciamo da 2017, poi ambedue abbiamo la mentalità imprenditoriale. Infatti, da subito, fondamentalmente siamo andati a parlare di business model e se lo potessimo lanciare insieme. L'idea di Qomodo, tra l'altro, era... già l'avevamo pensato nel 2017, in realtà, agli albori, però non era... penso che non avevamo le capacità ancora per riuscire a gestirla. Poi nel frattempo ci siamo continuati a conoscere, abbiamo capito un po' i nostri caratteri perché trovare un socio è molto complesso. Secondo me, come dicevi tu, la parte del founding team è la cosa più complessa. Trovare un partner, un socio su cui puoi fidarti, di cui puoi fidarti, è molto complesso. Penso che noi siamo stati abbastanza fortunati, però è stato un rapporto di studio nel corso del tempo. Poi a livello di carattere, noi siamo molto simili, perché siamo tutti e due molto ambiziosi. Tutte e due veniamo da un universo che è quello di Rocket Internet, quindi siamo abituati a fare società che crescono esponenzialmente a gestire pure lo stress che queste società qua portano. E quindi siamo molto complementari. Poi abbiamo leggermente un background diverso, io sono economista, Gianlu è ingegnere, però il paradosso è che magari io sono un po' più bravo secondo me in tutta la parte di processi, mentre Gianlu è estremamente bravo in tutta la parte di sales. Gianlu è natural pusher, sia con gli investitori che sia con sales quindi in azione secondo me siamo estremamente complementari poi abbiamo un rapporto per cui ogni settimana ci sentiamo almeno tre ore per capire e valutare i business come sta andando in generale le cose che funzionano le cose che vanno aggiustate eccetera eccetera per provare a risolvere i problemi prima ancora che si manifestano…

 

Gianluca Cocco (04:41.306)

Almeno tre ore inteso solamente io e lui, poi chiaramente ci continuiamo a sentire. Magari ti sentissi solamente tre ore Gaetano!

 

Gaetano de Maio (04:45.036)

ehm... diciamo questa parte è un po' negativa e io e Cocco stiamo tante ore insieme

 

Camilla Scassellati (04:55.694)

E mi sembra di capire che però per le tante ore passate insieme avete diviso i vostri ruoli abbastanza chiaramente, nettamente. Ci potete spiegare un po' come avete avuto quella prima conversazione tra co-founders su come dividervi ruoli, come dividervi i focus point dell'azienda, perché immagino che è una cosa molto complessa sia che all'inizio tutti vogliono fare tutto e poi ti ritrovi a magari fare le cose due volte, a non ottimizzare il tuo tempo, a non fare le cose nel modo...migliore perché Gaetano e Gianluca volete tutti e due fare dare la vostra sugli stessi punti quindi se ci potete raccontare un po' di quelle prime conversazioni come ci si divide effettivamente poi il lavoro

 

Gianluca Cocco (05:35.962)

Certo, allora guarda in realtà tutto quanto si vada sulla fiducia e la stima, quindi sappiamo che cosa ha fatto Gaetano prima, che cosa ha fatto già Luca prima e quindi banalmente già in fase iniziale sulla parte di scale del team di sales Gaetano l'ha fatto recentemente in SumUp e quindi ha preso il lead ma è una cosa naturale senza neanche dover si sederci a un tavolo per definirlo così come tutta quanta la parte di fundraising o di messa in piedi anche di facility perché l'avevo visto ad esempio con Factory14. Poi chiaramente ci sono alcuni...diciamo dipartimenti che allora come adesso sono più centrali e dove è strategicamente importante che siamo entrambi allineati dalla parte di finance, alla parte di HR per attrarre i talenti alla parte di prodotto però anche vero che poi c'è stato un processo naturale di divisione dei ruoli dove appunto abbiamo una fiducia l'un l'altro reciproca pazzesca e un rapporto di trasparenza e di cultura del feedback di darlo e riceverlo è molto importante difficile da vedere anche nella realtà italiana quindi per esempio io adesso ho preso la lead decisamente sulla parte di prodotto e tecnologia sulla parte di rischio perché essendo anche un Buy Now Pay Later chiaramente c'è anche un dipartimento di rischio e un pochettino di più sulla parte finance perché chiaramente abbiamo una parte molto importante per quanto riguarda la creative facility assieme gestiamo appunto la parte di HR quindi tutti quanti talenti che assumiamo e anche il loro sviluppo professionale lo gestiamo

 

Gianluca Cocco (07:10.012)

E poi chiaramente Gaetano ha preso più la lead sugli aspetti commerciali operativi account management io mantengo ancora molto il rapporto chiaramente con i grandi gruppi quando andiamo cerchiamo di andare a fare delle partnership, chiudere dei contratti un pochettino più strutturati però quando si tratta di gestire il team commerciale è lui l'owner sia pre contratto che post firma contratto

 

Gaetano de Maio (07:33.964)

E c'è una cosa, Gianluca sottolinea tre volte la fiducia e la sottolinea una quarta volta, nel senso che non si può fare un'azienda senza avere fiducia totale nei confronti dell'altra persona. Fiducia significa pure non dover entrare nelle cose che fa Gianluca, o Gianluca non entrare nelle mie, ma affidarsi alla bravura reciproca del fatto che tutte e due riescano a portare risultati. Io vedo tante società che saltano perché magari cade la fiducia tra i due soci, cosa che tra noi rimane sempre intatta, quindi c'è...come diceva Gian, rispetto, ma soprattutto fiducia che l'altra persona stia facendo quel lavoro là, al meglio. E impariamo anche l'uno dall'altro, poi, tra l'altro.

 

Camilla Scassellati (08:10.862)

Sì che non è una cosa banale, perché ovviamente non tutti i co-founder poi hanno una storia dalle spalle di anni e anni di conoscenza, quindi c'è anche un po' di immagino entri anche un po' di gut feeling, di sentirsi che è la persona giusta e doversi fidare, anche se uno non ha tutti i dati alla mano che effettivamente andrà come andrà, però è molto interessante.

Camilla Scassellati (08:40.813)

Mi interessa sapere un po' come iniziano i co-founder, non avete avuto un meeting, non so, al bar in cui vi siete detti, ok tu fai questo, io faccio questo, ne avete avuti talmente tanti che neanche ve li ho ricordate più esattamente come vi siete divisi i ruoli.

 

Gianluca Cocco (08:53.114)

Non c'è stato un momento formale no direi, fin da subito alcune le aree uno era chiaramente più skillato e l'altro meno e su altre c'era un po' di overlap e mano a mano abbiamo definito anche lì naturalmente questa evoluzione però in maniera molto smooth ma proprio perché secondo me al di là che ci conoscevamo tanti anni anche le nostre basi, quelle di Rocket

 

Gianluca Cocco (09:23.068)

La stessa lingua e ragionare allo stesso modo.

 

Gaetano de Maio (09:24.556)

Se quando metti delle metriche ben definite e quando comunque hai due persone che più o meno sanno tutti e due determinati argomenti, poi diventa anche un momento per imparare. Quindi magari uno dà dei consigli, hai provato questo, hai provato quell'altro, nessuno e tutti e due ha ragione ma si provano tanti test magari e si vede quello che funziona e quello che non funziona. Un altro argomento è quello dell'ego, quindi pure qua. Quindi, come dicevi tu, siamo un po' più experienced rispetto a chi lancia una startup nei vent'anni e quindi deve un po' venire meno l'ego. Ecco, su questo abbiamo lavorato tanto, ma tanto, quindi c'è ragione su questo e su quell'altro, quindi c'è da mettere tutto in regola.

 

Camilla Scassellati (10:10.99)

E vi ho fatto un po' di suspense con queste domande, ma la grande notizia è che avete chiuso un round pre-seed da 34.5 milioni di euro, che è uno dei più importanti, se non il più importante, cioè ci correggerete nel mondo tech in Italia. Cosa pensate che sia stato il fattore che vi ha permesso di attrarre così tanti capitali? Come abbiamo detto, non si vedono questi tipi di pre-seed in Italia, quindi volevamo capire un po' da voi. Secondo voi cosa avete fatto? Bene o diversamente che ha funzionato nel vostro caso.

 

Gaetano de Maio (10:42.86)

Su questa rispondo io però un fattore chiaro è stato già Luca Cocco, nel vero senso della parola e nel senso che secondo me in Italia una persona così bra a fare fundraising non c'è, almeno qui di preside quant'altro quindi veramente lui è stato determinante e poi come dicevi tu Camille all'inizio c'è il founding team quindi quando vai a…chiaramente vanno a guardare il background. Io e Gian venivamo da un background molto competitivo, molto seri, ad alti livelli a livello di tecnologia. Quindi abbiamo gestito alcune delle società tecnologiche migliori in Italia. Quindi questo ci ha chiaramente favorito il fatto di parlare la stessa lingua degli investitori, perché sai molto spesso gli startupper arrivano con un'idea quando invece l'idea è solamente una parte di tutto questo, molto dipende da come fai l'execution, quindi devi parlare di numeri, di come vuoi metterla a terra questa idea, perché poi tutto dipende da questo. Quindi background, capacità di esecuzione, l'avere un business model che era chiaro quasi fin dall'inizio, poi c'è bisogno di interazioni, di vedere quando lo metti a terra quello che succede, però tendenzialmente va già con le idee chiare. Poi noi avevamo scelto di puntare nel mondo offline. Dove se io che Gian, abbiamo già fatto crescita esponenziale, io con SumUp, Gian con Foodora, quindi inizialmente è un mix un po' di tutto questo. Però secondo me l'esperienza di base dei due curriculum era quello che poi salta agli occhi degli investitori.

 

Camilla Scassellati (12:21.07)

E un'altra cosa notevole è che se ti riuscite ad attrarre capitali da investitori internazionali già dall'inizio, leggo alcuni dei nomi nella vostra cap table, Fasanara, Octopus Venture, Plug and Play, però se ti è rimasti una SRL Headquarter in Italia, domanda. E poi a questo punto Gianluca vogliamo anche sapere da te quali sono i tuoi segreti personali, visto che Gaetano ti ha fatto questo mega complimento su...appunto come hai fatto ad attrarre anche questi investitori internazionali e se ci sono anche delle cose pratiche che puoi spiegare su come ha funzionato la raccolta.

 

Gianluca Cocco (13:00.026)

No assolutamente, beh ha partecipato anche a Notion Capital di Fondo Straniero e forse anche qualcun altro che non possiamo fare disclosure, però per dirvi secondo me la chiave è stata essere io e Gaetano, quindi lo ringrazio ma ringrazio anche a te Gaetano, in un posizionamento unico cioè tornando in Italia o comunque facendo la venture successiva in Italia nel momento giusto, quello in cui la mentalità, i fondi, via al 2018 perché difficilmente si poteva fare venture, complimenti a chi ce l'ha fatta, non ce la facevo e ho fatto Factory 14 all'estero, post covid l'italia per due profili come noi era the place to be. Poi non avevo mai fatto fintech quindi il ruolo di la presenza di Gaetano è fondamentale anche dare credibilità in una play che unisce la sua esperienza in sum up la mia in Foodora a fare distribuzione di prodotti su physical merchant ma che ha un taglio internazionale poi diciamo bisogna anche molto ringraziare gli investitori che ci hanno creduto fin dal primo momento.

 

Gianluca Cocco (14:09.788)

però quelli che hanno creduto immediatamente in noi sono stati Giorgio Valaguzza di Taka Investment che conoscevo da parecchio tempo e che è rinomato per essere un ottimo investitore in Italia all'estero, Daniele Guerini di Fasanara che ho contattato sul consiglio di Giorgio anche se conoscevo già ma...che non pensavo mai più potesse essere ingaggiato così presto perché un fondo come Fasanara mi attendevo fosse più un fondo da Seed, Series A o onwards e poi sicuramente anche il team di Lumen Venture che anzi all'inizio inizio è stato anche diciamo l'inception di tutto quindi arrivata ad avere già dei nomi italiani o diciamo come Fasanara UK con impronte italiana che hanno già ben chiaro come fare business in Italia andare per l'SRL era...obvius proprio perché è cambiato tutto rispetto al periodo pre-covid. E avere poi questi nomi che hanno una valenza internazionale ci ha permesso anche di convincere oltre al modello di business oltre ad avere una compelling story lato fundraising, lato strategia, lato modello di business, lato unity economics a convincere anche gli altri nomi diciamo che nomi di investitori di qualità tirano nomi di investitori di qualità e quindi l'importante è scegliere quelli giusti fin dall'inizio che poi ti possono anche aiutare operativamente a gestire il business devo dire che i nostri investitori tutti da questo punto di vista sono super operativi e super engaged.

 

Camilla Scassellati (15:39.726)

e sì devo dire questa il fatto che si riuscita a raccogliere così tanti capitali con un srl è se posso dire un segno molto positivo per l'ecosistema startup italiano perché non abbiamo ancora visto una cosa del genere allo stesso tempo per essere fair diciamo sempre che non è per forza che più capitale che non dici scusa ricomincio allo stesso tempo per essere fair diciamo anche sempre che non per forza raccogliere tantissimi capitali, è la strada giusta per tutti, non vuol dire che se hai raccolto 40 milioni allora a volte raccogliere troppo anzi ti lega un po' le mani. Quindi vogliamo chiedere perché avete raccolto così tanto e come pianificate di usare i soldi della raccolta.

 

Gaetano de Maio (16:28.588)

Questa la prendo io. Effettivamente sono tanti soldi, però allo stesso tempo si e che già veniamo da situazioni in cui sappiamo pure il valore dei soldi, quindi non pianifichiamo di buttare questi soldi da nessuna parte. Per ritornare ai punti di prima quindi co-founder, a mio punto di vista molto bravo quindi investitori top. La prima cosa su cui investire è il team, che è quindi fatto da persone, quindi l'azienda è fatta da persone, quindi le persone sono la prima cosa su cui andare a investire, quindi il primo focus che abbiamo fatto, appena finita la raccolta di capitali, ma ancora prima, era cominciare ad aggiungere le persone nel team. Poi, se io e Gian siamo abbastanza meticolosi nella scelta, cerchiamo persone sia brave, quindi con hard skills, ma anche... Da un punto di vista personale, quindi persone motivate che ci credono e sai ci sono diversi tipi di persone, quelle che vogliono fare azienda a certi livelli e quelle invece che non vogliono. Quindi la prima cosa da fare su cui abbiamo investito e stiamo continuando investendo è appunto la scelta del team fondamentale, dare una visione, una direzione a queste persone. All'interno dell'azienda noi poi abbiamo la cultura dell'ownership quindi fondamentalmente assumiamo una persona che si specializza in quella cosa e poi non possiamo né io né Gian dire a loro come fare le cose, ma sono loro che dicono a noi ok ragazzi facciamo così così così, ad esempio nel rischio, né io né Gian abbiamo la capacità di capire come si fa un modello di rischio ma ci affidiamo a una persona esperta del settore che abbiamo assunto che ci aiuta da questo punto di vista qua, che quindi ci sviluppa tutto il modello. E questo per ogni cosa, stessa cosa a livello di prodotto, stessa cosa a livello di tecnologia, quindi il team è la prima cosa. Poi chiaramente c'è la parte che riguarda prodotto e tecnologia, il nome è Qomodo, l'azienda Qomodo è solo Qomodo appunto di nome ma in realtà il prodotto è estremamente complesso da gestire da un punto di vista tecnologico, quindi dietro le quinte c'è tutto un lavoro e abbastanza complesso e che poi questo pure un po' l'inception del nome. Cerchiamo di semplificare tanto tutto questo mondo finanziario qua.

 

Gaetano de Maio (18:48.236)

e poi ridurlo in una semplificazione totale lato cliente, però tutti dietro le quinte complesso. Quindi è fondamentale andare a investire da un punto di vista prodotto e tecnologia. Poi un'altra cosa è sales e marketing, chiaramente investiamo anche in quello, perché abbiamo bisogno di crescere, noi siamo ambiziosi quindi dobbiamo crescere tanto velocemente. E l'ultima parte è chiaramente tutti i capitali relativi all'ending gestione dei finanziamenti, redditazione di pagamenti.

 

Inès (19:20.597)

Ecco molto utile sapere come utilizzerete questi capitali, penso per tutti quelli che ci ascoltano anche per capire esatto dove dove andare ad investire quando si lancia. E una cosa interessante è che comunque il settore tech e fintech ha sofferto parecchio negli ultimi 12 mesi, abbiamo visto grandi aziende di buy now pay later per esempio come Klarna passare da una valutazione di 45 miliardi di dollari, scendere a 6.7 miliardi di dollari a causa dell'amento dei tassi di interesse, della diminuzione della spesa dei consumatori e anche altre grosse aziende, diciamo, un trend di mercato abbastanza negativo, ma vorremmo chiedervi se questo trend vi avesse impattato in qualche modo.

 

Gianluca Cocco (19:58.426)

Beh innanzitutto, noi siamo partiti esattamente col mercato all'all time minimum, invece di partire all time high. Quindi in realtà...da questo periodo può solamente migliorare. Detto questo ti liquido un po' la domanda nel senso che quei player sono focalizzati online e su spese di largo consumo mentre noi siamo focalizzati offline che fino a oggi non ha fatto nessuno perché è troppo complicato, giudicato troppo complicato da investitori da imprenditori che è vero, è più complicato che quello che abbiamo fatto appunto in SumUp e Foodora e soprattutto su spese diciamo essenziali, riparare la macchina, portare il cane dal veterinario, andare dal dentista perché se no... Cioè... Vero, anche io!

 

Inès (20:42.485)

C'è anche il dentista, comunque, per i cani secondo me, perché la pulizia dei denti, il ligere dei cani, l'ho scoperta recentemente, esiste, esiste.

 

Gianluca Cocco (20:53.306)

Quindi diciamo che su questo tipo di spese paradossalmente, anzi in un periodo del genere, con l'inflazione che sale, i tassi in test che salgano, c'è paradossalmente anche più bisogno di, appunto, buy now pay later, nel mondo reale.

 

Inès (21:08.949)

E invece una cosa di cui non abbiamo parlato molto su Made It, ma è una strategia di lancio che tante startup stanno avendo. E' questa è questa strategia che avete utilizzato anche voi di lanciare in stealth mode, che per chi non conosce questo termine significa praticamente avviare una startup senza fare pubblicità o divulgare informazioni al pubblico. Quindi così anche ovviamente i concorrenti non sanno che esiste. E quindi la startup opera in questo modo relativamente segreto. Quali sono stati i vantaggi per voi di questa strategia e magari qualche sfida o qualche lato negativo?

 

Gaetano de Maio (21:48.812)

Allora, stealth era una cosa che in realtà nemmeno io conoscevo così tanto, quindi lo ammetto, è una cosa che ha pushato tanto Gianno. Io all'inizio ero molto contro perché una volta finalizzata la raccolta di capitali, ho detto eh, non c'amo? Fia fatta? Pusciamo sui giornali? No. Quindi, totalmente in disaccordo su questo, poi alla fine però mi sono totalmente ricreduto. Andare in stealth era, penso sia, la cosa più intelligente, una delle cose più intelligenti che abbiamo fatto in realtà perché ci permette di entrare sul mercato in punta di piedi. Quando lanci un prodotto, il prodotto non è mai perfetto, non è nemmeno oggi, quindi figuriamoci sei mesi fa, otto mesi fa, era un non prodotto. Quindi fondamentalmente ti permette di entrare sul mercato, avere i primi beta test che ti utilizzano indipendentemente, che l'abbiano visto da pubblicità o meno, non sanno chi sei, si fidano di te e tu costruisci un prodotto in base al loro feedback. Quindi il prodotto all'inizio era super macchinoso, complesso, quindi i beta tester poi ci hanno dato un aiuto enorme, chiaramente, perché tu crei il prodotto in base a quelli che sono i loro feedback. Tutto questo lo fai perché sei in style. Ti immagino se tu non fossi in style, ti lanci un prodotto, fa un mega annuncio, e poi il prodotto non funziona, e allora a quel punto è un fireback totale.

 

Inès (23:03.861)

Certo. Quindi comunque c'erano i beta testers qui, non è che adesso si lancia e nessuno l'ha mai visto, cioè ci sono state le persone che hanno dato i feedback, che lo hanno usato.

 

Gianluca Cocco (23:16.314)

abbiamo circa 500 esercenti che lo utilizzano

 

Inès (23:20.213)

Ah ok infatti, no perché uno può pensare che esatto non stavate operando, invece lo stavate facendo in realtà in maniera segreta e piccola. Ok, ok, esatto.

 

Gaetano de Maio (23:20.556)

Sì!

 

Gaetano de Maio (23:24.556)

No, no, in segreto, in stealth, appunto in sta cena, è vero senso della parola. Lo stealth ci ha dato veramente questa possibilità enorme di reiterare il prodotto. Ad oggi il prodotto, ce vanno 500 merchant come diceva Gianlu in diversi settori, quindi è veramente Qomodo, è vero senso della parola, avere una relazione con loro e tra poco li diciamo anche, li ringraziamo perché grazie a loro abbiamo sviluppato un prodotto che adesso verrà conosciuto da tante persone. Quindi questo qua è sicuramente il vantaggio principale. Dall'altro lato svantaggio è quello che magari se sei conosciuto, tendenzialmente riesci ad attrarre più talenti, più capitali. Però lato nostro era relativamente tranquillo perché noi abbiamo un buon network personale, quindi fondamentalmente i talenti li abbiamo rimediati abbastanza velocemente. Capitalia abbiamo rimediato abbastanza velocemente, sappiamo come far crescere un business e provare a lanciare un business online quindi abbiamo fatto pure quello, ci lasciamo i primi clienti, quindi non ci sapeva niente di tutto questo però chiaramente adesso è arrivato il momento di uscire dallo certo anche perché la maggior parte di investitori poi ce l'ha richiesta da mesi e quindi alla fine siamo usciti

 

Gianluca Cocco (24:41.626)

volevo no volevo solamente fare credits al mio vecchio co-founder di Factory 14 che mi ha fatto conoscere questa modalità stealth Gierme, ciao Gierme non so se mi stai guardando

 

Inès (24:55.445)

Shout out a Gierme.

 

Inès (25:05.973)

È molto interessante tra l'altro anche perché sicuramente la vostra come dicevi tu Gaetano la raccolta capitali l'avete fatta mesi fa quindi uno può pensare che è tutto sta arrivando tutto adesso ma in realtà è stato fatto tutto prima e ad oggi a livello di team come dicevi forse è un po più difficile recruiting se nessuno ti conosce però voi avete il vostro network e avete anche credibilità alle spalle delle vostre precedenti esperienze chiaro sei 21 anni stai facendo stealth mode e non hai...quella credibilità forse è più difficile fare recruiting quindi magari Stelter non è la strategia giusta. Ma a livello di team adesso quanti siete? E quelli sono le principali figure che avete assunto? Avete assunto fin da subito per esempio persone molto competenti? O avete, vi siete focalizzati più su Junior? Cioè come avete strutturato il team?

 

Gianluca Cocco (25:53.85)

Allora siamo circa 15 persone ad oggi. La metà del team sono figure commerciali e operative, l'altra metà del team sono fondamentalmente product manager, sviluppatori e rischio, quindi figure diciamo più tecnico tecnologiche. Chiaramente come dicevi tu, Stead non è per tutti, avendo un po' di network, avendo già assolutamente persone, conoscendone tante, è stato anche abbastanza facile tramite referralo, tramite conoscenza diretta, trovare le persone che volevamo, qualcuno che conosceva da anni, qualcuno che già lavorava con noi anche nel passato, anche perché la scelta dei primi è molto importante sono fondamentalmente i builder o i pioneer, li chiamavamo in amazon, i pionieri quindi stavamo cercando il giusto mix di persone che avessero conoscenza specifica ma anche un approccio molto hands on, anche se avevano un grado di seniority un po' più alto di una persona che inizia una startup mediamente quindi diciamo che l'età media del team è intorno ai 33-34 anni quindi abbastanza alta io e lui ne abbiamo 36, a breve 37 per cui solo

 

Gaetano de Maio (27:05.26)

No, no, io ho ancora 35, è preciso. Settimana prossima 36, ancora 35.

 

Gianluca Cocco (27:09.082)

Ah, 35.

 

Inès (27:09.717)

E' più gialla, è più gialla!

 

Gianluca Cocco (27:14.618)

parlavo di me che a gennaio ne faccio già 37 e fondamentalmente, solamente recentemente, soprattutto sui ruoli commerciali, siamo andati di più su figure più giovani che invece facciamo crescere, esattamente come abbiamo fatto crescere quelle persone che sono tornate a lavorare adesso con noi e quindi consideriamo senior, ma che lavoravano ad esempio con noi il SumUp in Fudora dieci anni fa, quando ai tempi erano junior. Noi piace molto far crescere al tale persone e fargli assumere ruoli crescenti di responsabilità è chiaro che, soprattutto in una startup che fa Buy Now Pay Later, ad esempio nel ruolo di risk management non puoi prendere uno unico e avere subito qualcuno che si hands on ma che sa più il suo con appunto un po' di esperienza uguale alla tua tecnologia e uguale ai tuoi prodotti

 

Inès (27:59.157)

Certo, esatto, ogni ruolo poi ha le sue specificità, però è bello, una delle cose più belle forse delle startup, di andare a lavorare in startup, è questa possibilità di crescita molto rapida, dove si vedono persone giovani avere i ruoli molto importanti che in grosse aziende si vede molto meno. E quali sono adesso quindi i vostri principali obiettivi di crescita? E state pensando già a una espansione internazionale? Fin da subito? O vi volete concentrare prima sull'Italia, prendere questo mercato e poi andare fuori?

 

Gaetano de Maio (28:27.564)

L'ha risposto personalmente già tu Ines, quindi l'obiettivo è innanzitutto l'Italia. Io sono rientrato sei anni fa in Italia e da allora sempre pensato che l'Italia sia il mercato più interessante in Europa perché parte da una posizione un po' più svantaggiata da un punto di vista tecnologico, nel senso che siamo un paese tecnologicamente non così avanzato, quindi c'è la possibilità di portare tante innovazioni e digitalizzazioni in questo paese qua. Il fatto che abbiamo preso 500 clienti in così poco tempo in stealth, quindi senza essere conosciuto nessuno, è proprio la dimostrazione di quanto c'è una fame di digitalizzazione in questo paese, quindi Italia prima di tutto. Puntiamo a rimanere focalizzati sull'Italia per almeno 24 mesi. L'idea è quella di arrivare almeno a 10-15 mila merchant. Non ci prendiamo limiti di crescita da questo punto di vista qua. Siamo persone estremamente ambiziosi. Ho tanta voglia di fare, tanta voglia di lavorare, quindi non ci prendiamo limiti all'ambizione da questo punto di vista. Poi l'Italia è generalmente già un paese molto complesso, è molto peculiare tra nord e sud, quindi devi capire le peculiarità del nord, devi capire le peculiarità del sud. E questo però la rende anche più proteggibile da un punto di vista di player esterni che provano ad entrare. Molte aziende che abbiamo visto...Entrare in Italia poi escono anche molto velocemente che non capiscono il mercato italiano. Quindi noi puntiamo innanzitutto a prendere più mercato possibile, più quello di mercato in Italia. Uno, almeno due anni, dopodiché uscire anche all'estero chiaramente in Europa, questo è il focus principale, più specificatamente nel sud Europa che è quanto meno simile all'Italia. Quindi...Anche questo fa parte della nostra ambizione, una volta che abbiamo l'Italia però fatta bene a quel punto proviamo a espandere all'estero e l'obiettivo è quello di creare una bella storia di successo italiana all'estero, perché ne abbiamo veramente bisogno.

 

Inès (30:31.093)

Sì assolutamente, infatti siamo molto gasati di poter annunciare questo lancio su Made It e abbiamo visto anche noi in tre anni e mezzo di podcast l'evoluzione dell'ecosistema, quindi è bellissimo vedere dei round così importanti delle aziende partire da subito con così tanto carburante per veramente farcela, perché uno dei problemi principali proprio in Italia sono questi micro seed, micro pre seed che non ti fanno arrivare, non puoi competere con startup europee o americane se ti danno mezzo milione o un milione per partire in tante idee. Non abbiamo forse parlato molto del vostro business model, quindi funzionate come una commissione sulle transazioni, cioè come funziona la parte vostra da dove c'è una fatturata.

 

Gianluca Cocco (31:11.866)

Allora, fondamentalmente il nostro è una soluzione di incasso che ha una parte SAS, un modulo software. Da questo modulo software è possibile incassare o soluzioni di pagamento tradizionali ma con missioni calmerate, quindi PayPall, Inc. o SmartPost Android, oppure fare delle richieste di pagamento dilazionato senza interessi in Buy Now Pay later. Quindi è chiaro che per quanto riguarda i prodotti di pagamento la...lo stream di revenue viene dal transato su carta generalmente chiaramente, c'è una sas mensile per il modulo software e poi chiaramente una commissione sul Buy Now Pay later però a carico delle esercente perché il prodotto è completamente gratuito invece lato consumatore.

 

Gaetano de Maio (31:56.524)

Una cosa su questo: è la cosa che pure che portiamo è un tool in più per tutto il mondo offline quindi qualcosa che magari c'è nel mondo online, c'è invece dall'altra parte l'Italia fatta dal 95% di piccole e medie imprese che bravano da soluzioni tecnologiche, noi portiamo della soluzione come ad esempio con il Buy Now Pay later nell'ambito degli store fisici online, quindi diamo possibilità anche di...a ottenere più clienti, a fidalizzare i propri. Quindi effettivamente vediamo una tecnologia che ha avuto successo da qualche altra parte e la portiamo nel mondo più complesso in assoluto che sono store fisici italiani PMI italiani. Quindi questo è un po' il vantaggio. Digitalizziamo anche da un punto di vista di tutti i pagamenti eccetera. Cioè il trend dei pagamenti digitali si sta impennando in questo periodo. Quando io ero in SumUp parlavano del 30% di pagamenti che arrivavano sui post adesso siamo al 50%, quindi nel giro di tre anni, due anni, quindi si sta impennando questo e merchant già c'hanno la necessità di entrare verso altre soluzioni, quindi Buy Now Pay later, perché dall'altra parte in online tutti hanno i Buy Now Pay later, nel offline non c'era, e quindi noi colmiamo questo gap.

 

Inès (33:10.805)

Certo assolutamente, grazie, molto interessante. Ne voglio approfittare di avere due founder come voi per chiedervi una cosa. Spesso e volentieri vediamo che gli italiani non sanno magari, non voglio generalizzare tutti, però diciamo rispetto agli americani e gli inglesi che sanno vendersi in 30 secondi, sono molto rapidi, straight to the point, diciamo l'italiano tende a parlare tanto, raccontare tanto, forse un po' troppo. Se vi chiedessi di fare il pitch di Qomodo in un minuto sul podcast così che gli ascoltatori possano ascoltare cosa vogliono un pitch di un minuto ma non lo potete fare.

 

Gaetano de Maio (33:42.796)

Cocco, sei un espertone, quindi vai.

 

Gianluca Cocco (33:45.722)

Per me, se fondamentalmente tu, mio caro esercente, che sei un esercente in un verticale di spesa non discrezionale, quindi una spesa diciamo essenziale, vuoi smettere di fare da banca per i tuoi clienti e quindi farti pagare rate, la riparazione che hai fatto alla macchina, un intervento che hai fatto al cane o l'impianto che hai dato ad un tuo paziente, la tua soluzione perché ti permettiamo di incassare subito e di far pagare al tuo cliente comodamente a rate senza interessi.

 

Inès (34:24.725)

Grazie Gianluca, perfetto, anche meno di un minuto secondo me. Sempre una domanda per Gianluca, questa è la tua terza startup, tra l'altro sei ripartito praticamente subito dopo l'exit di Factory 14, che cosa ti ha dato voglia di rimetterti in gioco così velocemente dopo la tua esperienza da Factory?

 

Gianluca Cocco (34:44.41)

Due cose, un po' la rivolsa e tanto il timing. Allora, io sono ossessionato da creare un business profitable, ma proprio a livello di EBIDTA. Dai tempi, a quando ero in Amazon e nel retail Amazon nel 2011, ancora non girava un profitto. Poi l'ho visto nel food delivery, in altri business, tant'è che Factory14 era un buy and build, cioè un aggregatore di brand profitable, però fondamentalmente durata troppo poco. Perché? Perché c'è stata una cosa epocale che è stato questo cambio incredibile, quasi schizofrenico nel mercato, inflazione e partito il tasso di interesse e quindi quei modelli di business sono andati decisamente in difficoltà. Quindi da una parte un po' la delusione di avercelà quasi fatta, ad aver creato un business profitable, però che poi chiaramente ha sofferto parecchio, dall'altro il timing. Cioè c'erano fondamentalmente perlomeno due cose che erano fondamentali. La prima io e Gaetano che nello stesso momento potevamo iniziare finalmente qualcosa con x anni sulle spalle con, l'abbiamo visto, un identikit dalla startup o della venture che volevamo creare, molto chiaro che collimava e quello non capita sempre, quel è il segno del destino se vuoi. La seconda cosa è il timing di mercato italiano. Cioè abbiamo visto proprio questo cambiamento che ti ho detto dal 2018 quando ero andato via, rispetto al 2022-2023 dove finalmente non ci sono più tutti questi micro pre-seed, micro investitori, ma appunto un cambio di mentalità, una diciamo, agevolazione facilitazione degli investitori dei media per i giovani verso l'imprenditorialità molte nuove venture investitori stranieri che volevano investire in italia e quindi ho detto ok se noi ci posizioniamo assieme al mercato di casa nostra e conosciamo molto bene con il nostro track record, la nostra esperienza, la nostra vision molto chiara è vero che ho finito l'altro ieri però è vero che avremo un'occasione più unica che rara e poi questo round quello che stiamo facendo ne testimonianze quindi era un po il carpe diem.

 

Inès (36:45.045)

Sì, poi il timing è tutto nella vita e quando ti si allineano le stelle non puoi aspettare perché poi magari si disallinea tutto. E invece Gaetano, per te quali sono le parti più belle di questa nuova avventura e magari le parti più difficili?

 

Gianluca Cocco (36:51.898)

Brava.

 

Gaetano de Maio (36:59.244)

A me è molto facile la cosa, nel senso che a me la cosa che piace di più in generale è la sfida del quando costruisci un'azienda, cioè a me è proprio quello di più, per esempio insomma parlavamo di migliaia di transazioni, milioni di transazioni elettroniche, ok cresci

 

Gaetano de Maio (37:25.452)

è la prima vendita, perché fondamentalmente devi mettere il tuo prodotto in mano ad un perfetto sconosciuto, sperando che in qualche modo uno glielo vendi, due lo utilizzi e tre ti dica, ti dica ok sta andando bene, sta andando male eccetera eccetera, è la cosa più difficile. La cosa che mi è piaciuta di più è stata ad aprile, a un maggio non mi ricordo quando abbiamo fatto la prima vendita di Commodo da remoto in 6 minuti del

 

Gaetano de Maio (37:55.692)

e questa è la cosa che mi è presa veramente bene perché poi, volentamente, quando fai azienda questa è andata bene, poi devi standardizzare tutti i processi quindi il pitch che poi ho fatto per vendere questo qua adesso lo fanno in 6-7 venditori che abbiamo in house e poi chiaramente devi standardizzare e scalare quindi...è bello vedere che una cosa che funziona la ottimizzi e la processi e la scarli quindi questa è la cosa più bella e la fase iniziale quando c'è sempre l'adrenalina ok può fallire può andare bene può andare male però tu ci la metti tutta in qualche modo noi c'abbiamo secondo me la cosa positiva è che c'è un approccio sempre analitico quindi poi alla fine tracciamo tutto c'abbiamo i numeri di qualsiasi cosa quindi bene o male se le cose vanno male puoi capire dove stanno andando male e migliorarli. Quindi è solamente un approccio, cioè tu hai 3.000 problemi quando fai azienda e questa è la cosa bella. Soprattutto nella fase iniziale ce n'hai 10.000 di problemi, però è sempre come di provi a risolvere, quella è la cosa principale. Quindi questa è la cosa positiva, c'è la cosa che mi piace di più, mi piace di più e la fase iniziale. A me è sempre piaciuto più questa, l'ho fatta, sono 10 anni che faccio questa azienda e qua che poi all'inizio soprattutto esplodono, quindi pure a fare le assunzioni, convincere delle persone a venire da aziende grandi nella tua azienda piccolina appena nata, perché gli dai una visione. Quindi questa cosa qua è bellissima. Poi vedere che queste persone gli piace quello che stanno facendo crescamente in un'azienda. Questa è la cosa più bella, in generale dell'imprendere le realtà. La cosa, non ci sono grandi cose negative. Forse l'unica cosa negativa è un po' l'aspetto sociale. Sai, ero passato da counter manager di Sam, da logia a domani, ero passato, mi ricordo, a febbraio di quest'anno, a marzo che eravamo ancora in SumUp e nel frattempo facevamo pure Komodo, quindi telefonavo a qualche merchant e passavo da una parte al counter page di SumUp, quindi dottor de Mayo che in Italia si diceva dottor de Mayo, ok, dall'altra mi presentavo come Gaetano di Komodo e quindi ero il ragazzo di Komodo, quindi un attimo bilanciavo le due cose. Adesso faccio ancora i doppiaidoti totali, adesso faccio solo Gaetano il ragazzo di Qomodo tra l'altro, quindi adesso è una vita solo.

 

Inès (40:02.901)

Doppia vita!

 

Inès (40:10.357)

E a livello invece, ecco, di vita personale, in senso, lavoro, stress, tutte queste cose che ti divertono, ti piacciono, non ci sono sacrifici magari, tu la stai vivendo molto bene.

 

Gaetano de Maio (40:20.524)

Certo. Alta e bassa, in senso che fare azienda in generale non è facile. Sfatiamo questo mito qua. Alla fine, fare azienda secondo me significa fare sacrifici, essere disciplinato, cioè se guardi il mio calendario, quello di Cocco, è un'ora dopo l'altra in continuazione di cose diverse da fare. Quindi mediamente si lavora 12-13 ore al giorno, deve avere la voglia soprattutto la forza di farlo. Quindi non è tutto rosa e fiora, quello quando dicevo prima si parla di idee, l'idea non vale niente di per sé, è solo una questione di esecuzione, di metterla a terra, di analizzarla, di migliorarla. Quindi è chiaro la vita privata, soprattutto nella fase iniziale viene un po' meno, però fa parte del gioco, cioè pure questo devi mettere in preventiva, non si può fare azienda allo stesso tempo da lavorare dalle 9 alle 5, non è nocimoro, non si fa. Non è possibile, a meno che casi rari, totali, però molto complesso.

 

Inès (41:24.597)

In effetti è una cosa che vogliamo sempre anche dire perché c'è anche questa glorificazione di fare startup, di essere imprenditore, quindi tutti vogliono farlo, però ci sono tanti lati positivi e tanti lati negativi.

 

Gaetano de Maio (41:30.988)

No.

 

Gaetano de Maio (41:34.796)

sai io penso almeno 5 volte al giorno ma chi me l'ha fatto fare? almeno 5 e poi 6 volte dico ma va meglio così questa è sempre la realtà, devi avere la capacità che prendi 5 schiaffi e ti rialzi sempre la glorificazione ci sta però è un sacrificio continuo però se ti piace è pure una vocazione a me piace tantissimo penso pure a Giandu quindi

 

Inès (42:01.717)

abbiamo intervistato un imprenditore che in realtà l'episodio, prima di questo intervisto, ma l'episodio uscirà dopo, che ha detto che fare un imprenditore è essere un pirata diciamo no? E che poi diventa una addiction, cioè se lo sei, sei per sempre un po' un pirata e quindi hai anche questo amore per la fatica, per i problemi, per risolvere, cioè ci sono persone che non hanno e non avranno mai e che non devono fare gli imprenditori.

 

Gaetano de Maio (42:25.676)

Guarda che è tutto là, anche quando fai... a parte che abbraccio totalmente questo pensiero qua, e questo è il motivo per cui pure a me piace molto più la parte iniziale di un'azienda che la parte dopo quando tutto va tranquillo eccetera eccetera, ma anche quando fai le assunzioni devi riuscire a trovare delle persone che abbracciono questi valori qua, perché se trovi delle persone che vogliono fare soprattutto una fase iniziale dei lavori 9 to 6...quella persona non è quella giusta, ma non che non sia brava o quant'altro, ma semplicemente che ci vuole... io ho clienti che ci scrivono catene di veterinari che ci scrivono alle 8 di sera, che faccio, dico ah no scusate sono a cena, te lo prendi e lo fai, cioè, quando fai le assunzioni devi guardare molto la parte di motivazione e quanto una persona sia curiosa, perché poi curiosa di imparare, curiosa di fare, e poi quelli che assumi adesso nella fase iniziale sono quelli che diventeranno gli imprenditori di domani.

 

Inès (43:11.253)

Mmh.

 

Gaetano de Maio (43:19.436)

Quindi fai pure questa operazione qua quando assumi qualcuno però devi essere bravo a capire quindi dei colloqui, dei chiacchierati che fai quando assumi devono essere molto specifici.

 

Inès (43:32.949)

e hai un dato ti chiedo magari un follow up a questo una tecnica di qualcosa perché è ovvio che se tu dice qualcuno durante un colloquio sei disposto a lavorare la sera o metterci di più ti possono dire tutti sì fantastico poi magari nella vera vita appena hanno il contratto non lo fanno come hai qualche tecnica di come riesci a fare recruiting?

 

Gaetano de Maio (43:51.372)

Io non faccio colloqui, domande, cioè tipo sai qualcuno fa i brand teaser e dice dimmi quante birre si bevono stasera a Milano, ok? No, io ti vedo semplicemente, mi faccio raccontare degli episodi, tanti episodi in cui hanno avuto situazioni stressanti, hanno avuto situazioni in cui un problema non è stato risolto, situazioni reali, ma tante, in cui fondamentalmente, come le hanno risolte? Molte persone si perdono. Poi tanto, io me ne accorgo molto velocemente se una persona, cioè poi te ne accorgi se una persona in generale ha passione o meno. È molto visibile questo qua, oramai sono 12 anni che faccio questo quindi fondamentalmente riesco a... Sì, ho visto che migliaia di persone, quindi un po' di esperienza a riconoscere, però non c'è niente di male, cioè chi vuole fare altro ed è giusto così, chi vuole fare.

 

Inès (44:33.845)

persona di vista.

 

Sì.

 

Gaetano de Maio (44:49.964)

e fa quello, quindi ci riconosciamo subito poi tra imprenditori.

 

Inès (44:51.349)

Certo.

 

Gianluca Cocco (44:55.738)

Dico una cosa a conclusione, secondo me è una cosa anche che è cambiata molto rispetto alle esperienze precedenti e l'efficienza con cui investiamo il nostro tempo quindi magari un tempo, ai tempi di Foodora per esempio, magari erano 12-13 ore anche meno efficienti di adesso, delle volte meno produttive diciamo, mentre adesso se lavoriamo 8-10-12 ore, quello che è, siamo proprio molto strutturati e super focalizzati, quindi...

 

Gaetano de Maio (44:57.1)

Bye!

 

Inès (45:21.461)

super focalizzati sulle priorità.

 

Gianluca Cocco (45:25.786)

si esatto, priorità vedo molto intensità, io direi che il challenge più grande abbiamo intensità molto alta durante l'arco della giornata quello si

 

Inès (45:36.437)

E ci sono dei tools, faccio una domanda un po' all'americana da youtuber, ma ci sono dei tools che utilizzate, non so, per il lavoro che... oddio ho fatto un rumore... dei tools che utilizzate per essere più efficienti per il team che consigliate o siete all school.

 

Gianluca Cocco (45:51.29)

Usiamo i classici Slack, Whatsapp e email, piuttosto che CRM tipo HubSpot o repository tipo Notion, però in linea di massima questi sono.

 

Gaetano de Maio (46:03.308)

Sì, io ci tengo... Noi facciamo tante riunioni, no? È l'appuntamento che cerco diversi team, tipo a lunedì parliamo con il Dipartimento S.A.I.T.S., RISCIO, tutti. Continentalmente secondo me è una questione di struttura in cui non è un'ora per parlare, ma è un'ora in cui tendenzialmente tu devi dire, ok, quali sono i temi, quali sono i topic di cui discutiamo, ancora ancora meglio se c'è dei numeri sottomani in modo tale che parliamo di numeri e ogni venti minuti dev'essere in mente di avere una risposta, altri venti di altra risposta eccetera eccetera. Cioè deve essere super efficiente altrimenti, sai, la prima volta che ritornavo in Italia magari vedevo meeting che si prorogava una vita in cui alla fine tipo tre ore in cui ok te ne esci dal là ma quindi che facciamo? Invece io venivo da 40 minuti di meeting, tipo i primi 10 minuti, 5 minuti in Italia so per parlare del tempo, di altre cose. Queste qua in Germania tipo 5 minuti è eliminato. Allora l'ordine è A, B, C, D. Quindi impari un po' la struttura di come si gestisce il meeting e qual è poi quello che vuoi ottenere dai meeting. In modo che sono tutti allineati. Quindi è tanta struttura secondo me, più che tool. È struttura mentale che devi far adattare tutti a quella determinata struttura lì.

 

Inès (47:08.245)

Grazie.

 

Inès (47:25.205)

Questo è molto utile perché esatto ci sono dei meeting che non servono assolutamente a nulla dove mi ricordo la mia vita corporate, dove mettevano 20 persone insieme, parlavano tre persone e la gente poi arriva al computer e faceva le proprie cose e non ascoltava. Cioè insomma, cioè non serva niente più che tosto che perdere tempo.

 

Gaetano de Maio (47:28.14)

No.

 

Gaetano de Maio (47:36.3)

che serve? fai perdere tempo a 20 a 17 persone con tre che parlano e tutti stanno su whatsapp a scrivere ma che stiamo facendo? qual è il senso?

 

Inès (47:42.485)

e stai pagando. Esatto, esatto. Infatti, in una startup non si può pensare così perché le risorse sono limitate, non ci sono dietro i fondi che ha una corporate, quindi... No. E per concludere, visto le vostre precedente esperienze all'estero, è bellissimo vedere che siete tornati in Italia, che avete deciso di lanciare Qomodo in Italia. Cosa vi ha fatto prendere questa decisione, che comunque non è scontata e banale?

 

Gaetano de Maio (47:53.548)

Quanto meno non nella nostra azienda.

 

Gianluca Cocco (48:13.562)

ma direi fondamentalmente due cose, una di mercato e una personale, allora quella personale è chiaramente fare un business a casa a due è più semplice, poco da fare, per cui diminuisce o mitighi molto i rischi esecutivi. L'altra è quella di mercato, cioè da una parte come vi ho detto è cambiato completamente l'ecosistema e le varie mentex, sia come i fondi, sia come mentalità pre e post covid. Dall'altra ci sono grosse aspettative dall'estero, di diventare grande a livello tech come quello tedesco, francese o spagnolo e poi c'è anche un altro tema un attimino invece più di visione o di trend

 

siamo un paese che sono 30 anni che siamo in inesorabile declino quindi o finalmente ci innoviamo e lo facciamo vedere o un sacco di piccole e medie imprese anche con il cambio generazionale andranno a morire e quindi si aprirà e si sta prendendo una grandissima opportunità per gli imprenditori tecnologici in Italia e quindi la volevamo cogliere pensavamo di essere le persone giuste al momento giusto quindi il timing

 

Inès (49:19.605)

Grazie mille, sono molto orgogliosa che siete si tornati, ci sono sempre più startup come la vostra, sempre più, spero, storie anche nel futuro, anche che crescerete bene e di successo, così che potete essere anche un po' i poster child, che si può fare aziende in Italia, si può fare tech, si può fare fintech, innovazione, quindi in bocca al lupo per tutto. Siamo felicissime che siete venuti qua su Made It a raccontare la storia di Qomodo.

 

Gaetano de Maio (49:45.036)

Viva il lupo! E grazie mille!

 

Gianluca Cocco (49:46.17)

Viva il lupo e grazie a voi! Grazie mille!

 

 

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