Mike Volpi, Partner Index Ventures

 

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L’ospite di oggi ha vissuto gli anni d’oro della Silicon Valley e di Internet, si è fatto strada nel mondo tech ed oggi è partner di uno dei fondi di venture capital più famosi al mondo, nonché membro del board di molte aziende tra cui anche Ferrari. Parlo di Mike Volpi, partner di Index Ventures.

Index Ventures nasce nel 1996 a Ginevra ma con l’arrivo di Danny Rimer, che è considerato da Forbes uno dei top investitori al mondo, ha aperto gli uffici prima a Londra e poi a San Francisco. E’ proprio in questa fase Americana che entra in campo Mike, già noto nel mondo tech e startup della Silicon Valley. Tra le aziende in cui ha investito Index Ventures in America ci sono Dropbox, Pure Storage e Cloudera. 

La storia di Mike inizia però dall’altra parte del mondo. Nasce in Italia ma quando aveva 6 anni tutta la famiglia si trasferisce a Tokyo per il lavoro del padre. Le scuole internazionali che frequenta lo mettono in contatto con nuove culture, ma soprattutto con quella americana. Decide quindi di andare a studiare Ingegneria Meccanica a Stanford, proprio negli anni in cui nella Silicon Valley iniziava il fermento di internet. In pratica, si trova nel posto giusto al momento giusto! 

Inizia la sua carriera da Cisco, dove rimane per ben 14 anni, e dopo una breve parentesi da CEO di una startup, Danny Rimer lo chiama per aprire la sede di Index Ventures in America. 

Durante la puntata abbiamo affrontato tanti argomenti interessanti sia per chi vuole fondare una startup sia per chi invece ambisce a diventare un investitore. Ci ha raccontato degli anni d’oro della Silicon Valley, quando era ancora tutto da scrivere e le grandi aziende di oggi erano solo delle startup. Ma ci ha parlato anche delle sfide che ha dovuto affrontare nel suo cambio di carriera e delle difficoltà superate per rendere Index Ventures uno dei fondi piu importanti anche in Silicon Valley.

TAKE AWAYS

Trasferimento in Giappone (00:01:47)
Mike racconta il suo trasferimento in Giappone, l'adattamento culturale e le scuole internazionali.

Passione per le scienze (00:07:41)
L’innata passione per la scienza e la tecnologia e il supporto dei genitori.

Scelta di Stanford (00:10:27)
Mike parla delle ragioni che lo hanno portato a scegliere Stanford per il suo percorso universitario.

Primo lavoro e MBA (00:12:20)
Dopo Stanford, Mike inizia come product engineer e decide di proseguire con un MBA.

Chiamata a Cisco (00:14:43)
Mike racconta come ha ottenuto un colloquio con Cisco tramite una chiamata a freddo al CEO.

L'esperienza in Cisco (00:17:03)
Volpi racconta la sua lunga carriera in Cisco e la crescita dell'azienda.

Transizione a Entrepreneur in Residence (00:19:01)
La transizione da Cisco a Sequoia come Entrepreneur in Residence e le sfide iniziali.

Riflessioni sulla carriera (00:21:40)
Volpi riflette sulla sua carriera e sull'importanza di conoscere i propri punti di forza.

Momento di introspezione (00:22:18)
Riconoscimento delle proprie capacità e ricerca di situazioni professionali più gratificanti.

La filosofia di investimento (00:23:51)
Volpi discute l'importanza di imparare dagli errori e il valore delle esperienze passate.

L'idea di aprire un ufficio in Silicon Valley (00:26:05)
Come è nata l'idea di espandere Index Ventures a San Francisco.

Vantaggi della rete di contatti (00:29:27)
L'importanza dei contatti e delle relazioni nel mondo del venture capital.

Ostacoli nella crescita del fondo (00:32:16)
Le sfide e la competitività nel lanciare un nuovo fondo negli Stati Uniti.

Perdita di opportunità e competitività nel settore (00:33:41)

Mike discute le difficoltà iniziali nel settore del venture tech e la competitività nel reclutamento.

Aspetti chiave per un buon investitore (00:34:24)

Volpi elenca le qualità necessarie per essere un investitore di successo, tra cui la visione delle opportunità.

Selezione delle aziende da investire (00:34:30)

L'importanza di saper scegliere le migliori startup tra le molte che falliscono.

Essere partner attivi con le startup (00:35:56)

Essere un socio attivo e supportare i fondatori è fondamentale per costruire reputazione e relazioni.

Reputazione di Index Ventures (00:36:12)

Volpi spiega come Index Ventures ha mantenuto la sua reputazione nel tempo grazie alle relazioni.

Importanza delle relazioni con i CEO (00:36:20)

Le relazioni con i fondatori sono cruciali per il successo degli investimenti a lungo termine.

Mentorship e varietà di esperienze (00:39:06)

Avere diversi mentori offre prospettive uniche e aiuta nel processo decisionale.

Percorsi diversi per diventare investitori (00:41:08)

Volpi discute le varie strade per diventare venture capitalist e l'importanza del giudizio sul carattere.

Ecosistema startup italiano (00:43:36)

Volpi condivide le sue opinioni sull'ecosistema startup in Italia e la necessità di esempi di successo.

Crescita delle startup italiane (00:45:45)

Il potenziale di aziende come Bending Spoons come esempio positivo per il futuro delle startup in Italia.

Futuro di Mike Volpi (00:46:22)

Volpi parla dei suoi piani futuri dopo Index, inclusi investimenti seed e ruoli in board non profit.

Italianità e relazioni umane (00:47:33)

Volpi riflette su come la sua italianità abbia influenzato la sua carriera e le sue relazioni professionali.

 

TRASCRIZIONE EPISODIO

Inès Makula

00:02:21

Mike benvenuto su MadeIT! Siamo molto felici di poter raccontare la tua storia. Sei nato a Milano, dove sei rimasto fino ai tuoi sei anni, fino a che la tua famiglia ha deciso di trasferirsi a Tokyo per il lavoro di tuo padre, che era banchiere. Tu eri molto piccolo quando sei lì, ma ci puoi raccontare Se è stato difficile inizialmente per te e la tua famiglia integrarsi un po nella cultura giapponese che sappiamo è molto diversa da quella occidentale.

Mike Volpi

00:02:44

Grazie. È un privilegio essere qua con voi. sono molto, molto contento di avere l'opportunità di parlare con voi. Sì, sono andato in Giappone con la mia famiglia quando avevo cinque anni e mezzo. sei anni. Adattare, devo dire ragazzi giovani si adattano in fretta cioè in parte perché anche sono tanti anni fa ma questo punto non mi ricordo tante cose che erano per me difficili forse era più difficile per i miei genitori perché entrambi erano italiani entrambi milanesi quindi cresciuti vissuti in un certo modo e per loro era un grosso cambiamento.

Mike Volpi

00:03:18

In particolare poi avere ragazzini giovani come noi, ma per noi era facile. Era un clima accogliente, la gente era molto gentile. Abbiamo fatto sia a mio fratello che io abbiamo fatto scuola internazionale dove avevamo tanti altri ragazzi, non esattamente come noi, ma in circostanze simili. Quindi credo che la bellezza era che eravamo un po in compagnia di un gruppo di gente che avevano tutti un avuto un trasferimento molto diverso da quello che era normale e in quello c'è stato anche una comunità un po internazionale, diciamo.

Inès Makula

00:03:55

Certo, un po tutti gli expat. Una cosa che mi aveva particolarmente colpito della cultura che un'amica che è andata a lavorare in Giappone, che era nella mia azienda prima quando lavoravo da Estée Lauder, è andata a fare sei mesi in Giappone. Mi ha detto che dopo essere riuscita finalmente a fare amicizie in ufficio perché ovviamente all'inizio non erano molto chiacchieroni come magari noi italiani finalmente diciamo Breakthrough è stata invitata da uno di loro a casa e c'è questa cultura del bagno no e quindi avevano preparato la vasca per lei e lei ha dovuto farsi questa vasca prima di andare a cena mi ricordo mi ha colpito perché cioè se non sei abituato e non lo sai può essere un po uno shock culturale queste piccole cose che.

Mike Volpi

00:04:33

Sicuramente il Giappone, noi siamo andati nel 1972, quindi il Giappone di quel tempo era sicuramente molto meno internazionale di quello che si trova adesso. Adesso che Giappone è cambiato è un posto internazionale, ci sono tanti turisti, ci sono tanti expat, eccetera. A quel tempo era un po diverso e direi che era molto raro a quei tempi di essere accolti in una casa giapponese. Detto questo, come dicevo prima, i ragazzini sono ragazzini, poi andavamo a giocare a calcio nel campo, quindi quello quello non cambiava molto. In quel senso i ragazzini sono fenomeni perché non si preoccupano troppo della cultura.

Inès Makula

00:05:09

Si sa, basta un pallone e uno fa amicizia con chiunque. E c'è un aneddoto della tua infanzia o adolescenza che ci può aiutare un po a capire che tipo di ragazzo eri.

Mike Volpi

00:05:18

Io direi che più che altro ero un ragazzo più timido. I miei genitori mi hanno spinto a andare a scuola presto. Io sono andato a scuola un anno prima del previsto perché era un po preoccupati che non mi adattava bene, eccetera. Non ho fatto tantissimi amici all'inizio, però a poco a poco, una volta che ho trovato le amicizie vere, diciamo da ragazzino meno ma poi anche più negli anni le ho trovate che erano molto profonde cioè sono relazioni che ho mantenuto per tanti anni, con gente che ha culture e background molto diverse, ma direi sono il tipo di persona che da ragazzino ci metteva un po di tempo a fare le amicizie, ma dopo me le trovavo molto profonde e infatti quasi una volta fatte le amicizie quasi vivevo a casa dei miei amici e avevo degli amici molto particolari perché andando a scuola internazionale avevo amici finlandesi, avevo amici indiani, pakistani e ci trovavamo molto d'accordo.

Era un po come andare a una cuisine internazionale di cena perché un giorno mangiavo giapponese, l'altro giorno mangiavo indiano, eccetera. Quindi credo che ho fatto anche sviluppato un buon gusto per la cucina internazionale, diciamo.

Inès Makula

00:06:32

Si fa quest'idea comunque un'apertura mentale pazzesca Queste scuole in questi Paesi dove sono tutti expat vengono da tutto il mondo deve essere bellissimo avere l'opportunità di conoscere tante culture diverse. Ti consideri ancora una persona timida o hai hai cambiato un po personalità e adesso sei un estroverso?

Mike Volpi

00:06:48

Sono una persona di media. Cioè dopo tanti anni, avendo tanta esperienza e provato tante cose sono sicuramente meno introverso, meno più capace di gestire il mondo com'è. Non sono una persona adesso come dire che tante persone nel mio mestiere venture capitalist così non è che vanno a una festa ogni sera però ci troviamo bene e credo che anch'io a questo punto sono molto più adattato ovviamente avendo avuto tante esperienze diverse da giovane direi che aiuta molto una persona trovare chi sei come persona e quello aiuta secondo me, nello sviluppo dell'individuo.

Inès Makula

00:07:26

Assolutamente. E dopo il liceo andrai a Stanford a studiare ingegneria meccanica, come hai scoperto la tua passione per le scienze? Eri sempre stato appassionato durante la scuola o hai avuto qualcuno che ti ha un po indirizzato verso questa strada?

Mike Volpi

00:07:41

In famiglia mia non ci sono altri ingegneri, nessuno che conosca. Io però, da ragazzino piccolo mi piace da sempre la matematica, la scienza. A scuola mi piaceva costruire le cose. Ero appassionato di automobili, di aeroplani, di navi, di cose, di treni, di cose da costruire. Leggevo, avevo poster, facevo i modellini. Era abbastanza chiaro. Credo sia per me che per i miei genitori che ero orientato a cose tecniche. Poi mi ricordo anche quando credo che dal secondo, il terzo anno di liceo anno avevamo qualche computer a scuola, al liceo e la prima cosa che volevo fare imparare a programmare. Poi ci hanno portato il predecessore del Macintosh, che ha fatto la Apple. Me l'hanno portata, ce l'hanno portata uno proprio in tutta la scuola e non mi staccavo più. Cioè ero sempre lì a giocare quindi era non era una cosa non c'è stato un senso di minuto di mentorship così più altro credo che era sia per me che per i miei genitori era abbastanza ovvio che era una cosa per la quale avevo una predilezione.

Inès Makula

00:08:49

E loro ti hanno assecondato molto in queste tue voglie di costruire, magari anche smontare cose. Cioè erano contenti e te lo facevano fare volentieri.

Mike Volpi

00:08:59

Riconoscevano che era qualcosa ovviamente riconoscevano che era produttivo cioè non era non ero fuori a fare cavolate e credo che più che altro mi permettevano di mettere di darci il tempo a fare queste cose credo che in quel senso sono sempre stati molto liberali per lasciarmi fare quello che mi piaceva e infine finisce a trovare una passione per una cosa che mi è servito in tutta la vita.

Inès Makula

00:09:28

Abbiamo una grande notizia! Notion, uno dei software più amati e utilizzati delle startup e fondi di venture capital è lo sponsor di questo episodio ha una super offerta per voi sei mesi del piano Plus da un valore di 6.000$ con incluso l'accesso illimitato a Notion. Hai tutto gratuitamente. Trovate le istruzioni per attivare questa promozione in descrizione di questo episodio. Ma cos'è Notion. Notion è un tool che permette di prendere appunti, ma il suo vero focus riguarda la gestione di progetti che vi tornerà molto utile per evitare di dimenticare scadenze importanti o per impostare degli obiettivi da raggiungere entro un determinato periodo di tempo.

Insomma, il suo scopo è quello di rendere la vostra vita lavorativa più organizzata. Tra le tante funzioni disponibili vi è la possibilità di creare calendari, flussi di lavoro e persino lavorare in gruppo. Tutto in un unico posto. Trovate tutti i dettagli e il codice promozionale in descrizione dell'episodio. Come mai hai scelto di andare a Stanford da da Tokyo? A quel punto immaginatevi tutte le opzioni del mondo come Quindi come hai fatto questa scelta?

Mike Volpi

00:10:27

Ora ovviamente la mia educazione era in inglese, la scuola internazionale in inglese l'italiano, qualcosa che mi insegnavano i miei genitori e mi insegnava mia nonna quando andavamo in Italia, ma era abbastanza ovvio che dovevo fare un percorso universitario in inglese, quindi c'era un po una scelta prima di tutto di andare in Inghilterra, visto che avevo più che altro una passione su qualcosa tecnico, cioè non sapevo esattamente cosa volevo fare, ma scienza, tecnologia, matematica, qualcosa. In quell'ambito siamo andati a visitare un po di università americane con i miei genitori, abbiamo fatto le varie application e fortunatamente sono stato accettato un po di posti.

Mike Volpi

00:11:06

Infine, credo che c'erano due cose Stanford, uno che era un clima fantastico. Cioè la California… Ci sono andato credo a febbraio a vederlo e c'era sole, c'era 23 gradi. Era bellissimo quello sicuramente aiutato. C'era la prossimità ai miei genitori perché le altre scuole che avevano simili qualificazione erano più vicine a Boston ed era più lontano, quindi c'era anche quell'aspetto lì. Infine era un'università rispetto ad altre che erano più tecniche. Per esempio stavo considerando andare MIT, Ma e MIT sono scuole che sono puramente tecniche piuttosto che Stanford è un'università che ovviamente ha una forte reputazione nel settore della tecnologia, della scienza eccetera però si studia anche l'umanità si studia anche tante cose storia, filosofia eccetera. Anche a quel punto non mi vedevo come un puro tecnico, volevo essere una persona che ambiva a cose più ampie. In quel senso Stanford era e tuttora è oggi un interessante compromesso, perché è un posto dove una persona può seguire una strada tecnica, ma ha anche opportunità per vedere le cose in campi diversi.

Inès Makula

00:12:20

Il tuo primo lavoro dopo Stanford è stato come product engineer da XP e poi sei andato a fare un MBA.

Inès Makula

00:12:26

Come mai senza fare un MBA, visto che hai già una carriera tecnica? Di solito sono anche molto, non so i consulenti o gente che vuole cambiare totalmente carriera. Tu come hai preso questa decisione?

Mike Volpi

00:12:36

Io sono un ingegnere meccanica e ho fatto anche un master. Sono stato cinque anni, ho fatto un master, il lavoro mi interessava, però lo trovavo un po solitario e mancava un senso di scopo. Cioè avevo un capo. Erano bravissimi, gente molto cara, molto gentile. Mi venivano dice Senti Volpi, mi devi fare questo design e io mettevo sul computer, sul CAD, facevo 6 ore di cad e poi andavo a casa. E non mi disturbava il fatto che non capivo il perché. Cioè perché dovevo fare questo lavoro qua, perché mi avevano chiesto di fare questo componente. Lo scopo sia organizzativo che anche strategico cioè perché questa azienda vuole fare questo tipo di prodotto. E io chiedevo queste domande al mio capo che era il engineering manager della. A quel punto il mio capo immediato lui aveva fatto MBA e mi disse lui ha detto senti se queste cose che che tu vuoi capire lo scopo logico per la ragione per quale si fanno queste cose è una buona idea di considerare la MBA.

Mike Volpi

00:13:47

Io ho fatto le application, sono stato fortunato, è entrato un po i posti che volevo entrare. Ho deciso a quel punto non proprio per fare un cambio di carriera, ma più che altro per una curiosità di imparare. E bisogna ricordare che questo era il 1992, quindi era pre-internet e molte di queste cose Adesso credo che potrei mettermi su internet a capirle, ma a quel tempo non si poteva studiarle e quindi ho deciso a quel punto di lasciare la HP e andare a fare un full time MBA.

Inès Makula

00:14:16

E’ vero che adesso tra podcast youtube c'è ormai uno quasi non deve neanche più andare a studiare. Poi puoi imparare da alcune delle persone delle menti più brillanti, puoi imparare un sacco di cose che uno sottovaluta la fortuna che abbiamo adesso quando vogliamo imparare. E quindi il tuo lavoro mi sembra dopo la MBA. A questo punto entri. Poi lavorare da Cisco e so che c'è di mezzo una chiamata a freddo al CEO ci puoi raccontare un po la storia che ci piace sempre se ci sono queste storie, Aneddoti divertenti.

Mike Volpi

00:14:43

A quel tempo, nel 94, perché molte delle aziende della prima generazione della web, della internet avvengono, partono nel 95, sono la Yahoo eBay eccetera partono tutte nel 95 nel 94 c'era la Netscape che faceva il browser e c'erano poche altre.

Mike Volpi

00:15:00

Io ho chiesto per una domanda di lavoro la Netscape mi ha detto ingegnere meccanico non ci serve. E allora ho guardato ho studiato un po come era fatta l'internet, come era prodotto e cos'è questa cosa? Perché funziona un internet e trovo che l'internet è prodotta da questi oggetti che si chiamano router, che fanno la connessione e si va da un posto all'altro sull'internet e guardo e studio chi è che fa questi router. Avviene che c'è questa azienda Cisco che a quel tempo diciamo aveva quasi non so su 1000 impiegati diciamo vado a chiedere a Stanford c'è un ufficio dove ti aiuta a trovare lavoro? Vado a chiedere se c'è un contratto alla Cisco. Sì, il il presidente il CEO a quel tempo non si scrivevano lettere io ho detto beh come contattarla ecco questo numero di telefono l'avevo chiamato ho chiamato l'azienda dice sono Volpi finisco la NBA, volevo trovare un mestiere. E la sua assistente del CEO a quel tempo che lui si chiamava John Morgan, mi ricordo ancora assistente. Si chiama Silvia. Silvia risponde dice raccontami di te gli dico due cose Cioè c'è tempo oggi pomeriggio di venire qua.

Mike Volpi

00:16:10

Certo che c'è tempo. Sono andato, mi ha parlato lui per mezz'ora. Mi ha poi passato uno all'altro e due settimane dopo mi avevano offerto un posto di lavoro e ho senza dubbio sono saltato lì subito perché era credo l'opportunità che veramente cercavo.

Inès Makula

00:16:26

No pazzesca questa storia devo dire fa vedere quanto il mondo era anche un po diverso cioè chiamare il sì o poter parlarci così fare l'intervista Intervista. Il colloquio subito e insomma.

Mike Volpi

00:16:36

Ma credo che in quel senso è quello il grande vantaggio della start up della cultura start up e poi ne parliamo dopo sicuramente americana nel senso che non ci sono tutte queste formalità e barriere anche oggi secondo me se un MBA da una chiamata o manda un messaggio lo stesso giorno del meeting probabilmente lo può trovare in certi posti. Credo che io ero un po fortunato perché la buona Silvia veramente non aveva bisogno di prendere la mia chiamata.

Inès Makula

00:17:03

Quindi in totale si è passato da Cisco 14 anni e hai lavorato anche. Hai guidato poi anche il Team M&A. Cosa ti ha dato voglia di di lasciare quel mondo comunque anche un mondo che reddito anche corporate immagino di una tech Company e tentare un percorso più imprenditoriale.

Mike Volpi

00:17:20

Sono andato alla Cisco non pensando di starci 14 anni ma ho detto facciamo un paio d'anni se tutto va bene e poi l'azienda è cresciuta in un passo inaudito cioè siamo andati dal 94 quando sono andato io che c'erano 1000 persone, sette anni dopo eravamo 40.000. Quindi è stato un percorso unico. Questo è continuato e l'azienda generosamente mi ha permesso di gestire tante cose diverse. All'inizio ho fatto business development, facevo i miei, poi mi hanno dato un una sezione dei prodotti da gestire, poi altre sezioni di prodotti da gestire. Avevo un continuo di momenti da studiare, imparare e diventare un professionista più ampio. E mi è piaciuto molto. Quello che è cambiato è che quando si arriva al 2007, quando ho lasciato la Cisco, direi che la cultura dell'azienda era cambiata molto. Non era imprenditoriale come prima. Direi che a quel punto ci avevo credo 40 anni e più o meno mi sono guardato nello specchio. Ho detto beh, faccio questo per i prossimi 15 anni o vado a fare qualcosa? Interessante che ha meno burocrazia e meno complicata.

Mike Volpi

00:18:30

A quel punto l'azienda credo che aveva 55 60.000 persone era un villaggio cioè non era più l'azienda che che dove sono andato io quindi una parte era il fatto che non mi vedevo mai come una persona che mi piaceva lavorare in aziende grosse in cose complicate. E l'altro era proprio un aspetto che volevo percorrere lo stessa strada che hanno fatto tanti in Silicon Valley di di prendere il salto e buttarsi sull'imprenditorialità.

Inès Makula

00:19:01

Infatti se poi diventato entrepreneur in residence per Sequoia che effettivamente vuol dire diventare diciamo il CEO di una delle loro portfolio companies. Come è stata questa transizione passando da dato da una azienda da 55.000 persone a una start up? Come hai vissuto quell'esperienza?

Mike Volpi

00:19:18

Bisogna riconoscere che la seconda era l'investitore più grosso nella Cisco. Don Valentine, che era il fondatore della Sequoia, era sul board e mi conosceva bene. Mi trattava veramente, cioè era un mentore per me. Spesso mi diceva vieni, vediamo cos'altro puoi fare eccetera eccetera. Quando ho fatto la decisione di lasciare la Cisco mi hanno gentilmente offerto di prendere un ufficio nel da loro con la sequoia e guardare cosa passava per vedere se c'erano opportunità.

Mike Volpi

00:19:47

Quello più che altro era un periodo temporaneo, nel senso che immaginavo che sarei stato lì sei mesi tre mesi quello che era trovare un altro posto. Avevo il desiderio di gestire un'azienda, non avevo io personalmente un'idea per cosa doveva essere un'azienda da gestire, quindi mi aiutavano molto a guardare tante cose diverse. Infine abbiamo trovato uno che era che avevano investito loro e sono diventato il CEO.

Inès Makula

00:20:14

E come è andata quell'esperienza?

Mike Volpi

00:20:15

Non granché bene, devo dire. Era un'azienda che si chiamava Joost. Faceva lo streaming del video come YouTube Quello che oggi si pensa come Netflix più o meno avevamo l'azienda cheaveva sviluppato una tecnologia peer to peer che faceva più o meno il lavoro che fa la Netflix. Volevano fare un servizio non in subscription ma supportato da dall'advertising. Il modello non funzionava effettivamente, quindi abbiamo cercato di acquisire contenuto in varie geografie eccetera, ma era molto difficile. Infine, dopo due anni abbiamo deciso di vendere l'azienda e l'abbiamo venduta. Io finisco di lasciare. A quel punto però direi che è stato un periodo difficile. L'avventura della Cisco è sempre stata molto bella, nel senso che sia dal punto di vista dell'azienda che per me personalmente le cose sono sempre andate bene, mi hanno sempre promosso.

Mike Volpi

00:21:10

L'azienda cresceva sempre tutto come si dice qua in America, tutto sulla destra no. Invece mi sono trovato in un posto dove qualsiasi cosa si provava di fare e forse anche a causa mia, forse ho fatto degli errori anch'io. Non è per dire che avevo fatto tutto giusto, però le cose non funzionavano ed è stato per me un ottimo momento di riflettere e capire cosa ero capace di fare bene io come un professionista e dove mi dovevo trovare nel prossimo passo della carriera.

Inès Makula

00:21:40

Infatti una domanda che mi viene da farti a livello personale, di tua fiducia in te stesso hai avuto un po un momento di crisi esistenziale tipo perché sono andato via da Cisco? Magari non posso fare questa cosa. Cioè come l'hai gestito poi questa fase?

Mike Volpi

00:21:53

No, direi che non ne ho avuto, non ho avuto una crisi esistenziale, diciamo. Più che altro era un riconoscimento di cosa ero bravo da fare io e altre cose che ero meno bravo. E riconoscere il fatto che solo perché una cosa non è andata bene non vuol dire che non è una persona non è capace è solo che quel lavoro lì non è adatto quella responsabilità non è adatta alle capacità della persona.

Mike Volpi

00:22:18

Il momento di riflessione più per me era più sul fatto che durante il periodo della Cisco, in effetti ho trascorso due periodi, uno all'inizio dove facevo investimenti e un secondo dove gestivo vari prodotti ingegneria, marketing eccetera. Come CEO si gestiscono ingegneria marketing e questi questi aspetti aziendali. Però mi trovavo che ero più contento personalmente soddisfatto facendo quello che facevo per i primi sette anni alla Cisco ed è più che altro e mi ha causato di fare una riflessione dove mi trovavo bene io non mancare fiducia in sé ma intuire in quale situazioni professionali mi trovavo più produttivo più capace e alla fine del giorno si va al lavoro si lavorano otto nove, 10 ore dove trovavo più contento mi trovavo più contento quando andavo a casa la sera.

Inès Makula

00:23:21

È bello che hai fatto questa riflessione anche che l'hai fatta. Comunque a quel punto sui 42 anni immagino e ti sei un po anche reinventato e capire un po la tua carriera. Quindi certe volte quando dicevo crisi esistenziale forse un po esagerato, però ci troviamo tutti un po di momenti della nostra vita ogni tanto in cui vuoi cambiare, però non sai cosa fare ed è importante guardarsi un po indietro, come dici tu.

Inès Makula

00:23:41

Cosa sono le cose che mi fanno stare meglio, in cui mi sento forte a fare. Ed è qui che è stato lo step in cui sei poi diventato investitore a questo punto.

Mike Volpi

00:23:51

Esatto, esatto. E direi che questo, cioè Silicon Valley mi ha insegnato tante, tante cose ma una delle cose più importante è che ogni tanto si possono fare le cose le cose che si fallisce che non vanno bene però non vuol dire che la fine del mondo cioè non bisogna avere paura di fare delle cose che non finiscono a modo come uno voleva e non è detto che quando si riprende si fa qualcos'altro non vada bene e in quel senso non ho mai pensato di tornare indietro nel lassismo. Avevo lasciato, avevo provato questo progetto, non era andato come volevo io, però c'erano altre opportunità e si va in avanti. Il trasferimento verso visibile, verso investire avviene in un senso perché avevo mantenuto tante relazioni con tanti venture capital negli anni molti mi avevano suggerito di far questo. Avevo anche avuto un'esperienza come CEO dell'azienda trovandomi due venture capital quello che diventa mio socio eventualmente Dennis Reimer della Index e Rule of della Sequoia.

Mike Volpi

00:24:56

E ho osservato il lavoro che facevano loro con me. Mi ha insegnato, mi mi ha fatto vedere. Forse quello era un mestiere che era meglio per me piuttosto di quello che stavo facendo. Ed è lì. C'è stato il momento dove ok, anche in passato vari visi mi avevano offerto di passare a fare un visti, ma non mi sono mai visto personalmente così avendoli visti e visto il lavoro che facevano particolarmente aiutandomi in momenti difficili eccetera ho detto no quello non era quello che pensavo perché io immaginavo che il PC fosse qualcosa danno i soldi, poi si va via e si vede cosa succede. Invece erano veramente dei partner nei momenti più difficili dell'azienda e quello mi ha cambiato la mentalità e mi ha fatto vedere cos'era un buon investitore.

Inès Makula

00:25:41

Infatti lo diciamo sempre sul podcast, l'hai detto anche tu, non c'è mai un fallimento perché alla fine poi impari da qualsiasi esperienza e ti rende una persona, poi anche migliore. E questa cosa che se non avessi fatto questa esperienza sì, o magari non avresti avuto questa realizzazione o questi contatti che ti hanno fatto capire che quello era un mestiere che avresti potuto fare e infatti l'hai menzionato.

Inès Makula

00:25:59

Hai conosciuto così Daniel Rimer. Come nasce però poi l'idea di aprire l'ufficio di Index a San Francisco.

Mike Volpi

00:26:05

Allora l'azienda, l'azienda che gestivo io, che si chiamava Joost, era basata aveva l'executive a Londra ed eravamo spostati a Londra. A quel punto Dani quando abbiamo chiuso la strada con la giusta mi ha offerto di venire come socio alla index. A quel punto per le riflessioni che ho fatto, ho deciso che era un'ottima opportunità per me. Allora entro nella index e un paio di settimane dopo Dani mi dice Mi viene, mi dice Senti, l'Index è un buon fondo, in Europa siamo ben conosciuti, abbiamo fatto investimenti come Skype, come Betfair, eccetera. Però per diventare un fondo di prima classe mondiale bisogna operare nella Silicon Valley. Senza quello non si fa. E ho detto sì, hai ragione Dani, però la realtà è che non è che puoi andare lì, assumere qualcuno e sperare che le cose van bene perché ci vuole delle persone che già conoscono. Da una parte come funziona chi è Silicon Valley e dall'altra parte della gente che può essere integrale al fondo Index in se stesso.

Mike Volpi

00:27:10

E lui ha detto sì perché non andiamo noi due? E a quel punto credo che uno Interessante per me perché pur essendo nell'ambito di investimenti era imprenditoriale cioè lanciare qualcosa de novo senza avere nessuno qua in Silicon Valley per un fondo che in Europa conosciuto negli Stati Uniti molto meno. Mi parse interessante un Challenge bello. Uno quello poi anche dal punto familiare avevamo dei figli che a quel punto erano nelle scuole medie dovevano fare un po la decisione di dove li mettiamo. Io ho sempre trovato il sistema qua, forse un pochino meglio di quello che si trova in Europa e sia dal punto di vista personale che dal punto Dal punto di vista di fare un challenge professionale era il momento adatto. Abbiamo fatto la decisione sei mesi dopo ci siamo spostati.

Inès Makula

00:28:03

Facciamo una breve pausa per parlarti dello sponsor che ha reso possibile questo episodio. Startup Geeks, il più grande incubatore online in Italia per aspiranti imprenditori e start up. Hai una start up innovativa e stai cercando capitali per portarla al livello successivo. Allora i club degli investitori di startup Geeks è l'opportunità che stavi cercando per accelerare la tua crescita.

Inès Makula

00:28:21

Questo club ti permette di accedere a un gruppo selezionato di investitori che conoscono il tuo settore e che sono pronti a supportarti con capitali, mentorship e strategie mirate.

Camilla Scassellati

00:28:30

Entrare nel club degli investitori significa avere accesso a una rete di business angel, pronti a investire visibilità diretta e connessioni strategiche con altri imprenditori e professionisti. Inoltre, sarai seguito passo dopo passo dalla presentazione del tuo progetto fino alla raccolta di capitale per assicurarti il miglior risultato possibile. E, cosa fondamentale, la partecipazione delle startup è su selezione per garantirti un supporto personalizzato e la massima attenzione al tuo progetto. Se pensi che la tua startup abbia tutte le carte in regola per raccogliere capitali, visita il sito SG Exit Slash Investment Club e scopri come puoi candidarti. Come al solito tutti i dettagli nelle note.

Inès Makula

00:29:16

E una domanda che ci piace chiedere un po a tutti gli ospiti che vengono sul podcast è qual era un po il tuo fair advantage e la tua filosofia di investimento all'epoca e come si è evoluta.

Mike Volpi

00:29:27

Credo che ci sono state 2 o 3 cose che ci hanno aiutato molto nel tempo.

Mike Volpi

00:29:31

Prima di tutto questo si parla del 2010 ed era ancora nel periodo post la crisi finanziaria del 2008. Tutto era crollato, venture fan non andavano bene, quindi c'è stato un periodo dove credo che l'ambito competitivo anche in Silicon Valley si era rallentato un pochettino permettendo un fondo nuovo come il nostro di entrare nel mercato quindi questo uno circostanziale perché non è che l'abbiamo creato noi ma era così. Il secondo è che avendo fatto 14 anni alla Cisco che nel suo periodo erano le aziende più Ben conosciute io fortunatamente ero abbastanza senior nell'azienda quindi mi conosceva tanta gente. Avere questi contatti avere soprattutto una network a Silicon Valley e di avere due persone perché anche Denny aveva fatto un periodo lungo come investment analyst alla JPMorgan, quindi anche lui aveva già una rete prestabilita questo era un è un grande vantaggio perché tutte le porte si aprivano. Abbiamo avuto l'opportunità di investire in certe cose che se non avessimo avuto questa rete di contatti di conoscenza eccetera non quelle porte non si sarebbero aperte questo secondo me era un grande vantaggio. Il mondo di venture capital molto basato su chi conosci come tu sai se rispettato o meno.

Mike Volpi

00:30:59

L'ultima cosa direi che avevamo un vantaggio interessante nel senso che siccome la index era un fondo abbastanza grande potevamo fare Investimenti late stage che forse un fondo assolutamente nuovo non poteva fare. Allora strategicamente abbiamo deciso di lanciare un il fondo basato su certi investimenti ben conosciuti alla Late stage. Abbiamo fatto investimenti come Dropbox abbiamo fatto investimenti come Pure Storage come Cloudera eccetera che erano investimenti che erano già aziende a serie C Series. D Già si sapeva che queste aziende avrebbero avuto successo eventuale quindi riuscire a entrare quello ottenere la credibilità di essere investitori in queste aziende che poi vengono a essere molto ben conosciute ci aiuta e nello stabilire che era un fondo che insomma sapeva quello che stava facendo e quelle tre cose direi l'ambiente il fatto che avevamo la rete e il fatto che avevamo i fondi per investire qualcosa più significativo credo che ci ha ci ha dato un vantaggio che altri forse non avevano.

Inès Makula

00:32:08

Invece a livello di ostacoli ci sono state ostacoli nella crescita del fondo in America o le cose sono andate sempre molto bene?

Mike Volpi

00:32:16

No, era difficile. Devo dire che se se qualcuno mi avesse spiegato quanto era difficile lanciare un fondo più o meno nuovo negli Stati Uniti, forse non l'avrei neanche fatto.

Mike Volpi

00:32:26

Il fatto è che il mondo vi si particolarmente Silicon Valley e molto particolare nel senso che siamo tutti i colleghi ma siamo tutti super competitivi fin quando sei piccolo un fondo nuovo Index va bene dai ti lasciamo un pezzettino qua anche a voi ma appena si ricomincia a diventare competitivi è difficilissimo. E c'è gente a Silicon Valley che sono i più bravi al mondo a fare questo mestiere, che siano Sequoia o che sia Andris Horowitz o che siano Kleiner Perkins o Benchmark. Tutte queste sono gente che sono i campioni del mondo nel loro mestiere. Quindi una volta che si diventa veri competitori all'inizio non tanto, ma quando si comincia a vincere cose serie sei azienda importante IPO eccetera diventa molto competitivo. Venture Capital non è come comprare le azioni in un mercato quotate in una azienda quotata in borsa o si prende l'investimento o lo prende l'altro. Quindi c'è un aspetto veramente competitivo in quello era difficile all'inizio perché perdevamo tante opportunità noi facevamo la ricerca conoscevamo la gente volevamo investire. Diciamo per esempio Airbnb l'abbiamo trovata, ha fatto amicizia, volevamo investire. Infine hanno scelto qualcun altro.

Mike Volpi

00:33:41

E come perdere una partita di calcio, a parte una partita di tennis? Molto. Spiace molto e all'inizio hanno perso molte di queste opportunità. Poi a poco a poco se ne vince uno, c'è la reputazione, se ne vince un'altra e le cose sono migliorate, ma all'inizio. Particolarmente direi da Dal 2010 fino al 2015 era molto difficile anche assumere la gente, cioè si trovava una persona che era brava, voleva assumerla, non pompa attiva andava da un'altra parte o qualcuno che assumeva che era bravo. Dice che questa persona è molto capace, se ne andava da un'altra azienda quindi diciamo che la competitività è stata molto molto difficile per noi all'inizio. Poi eventualmente le cose sono migliorate, il brand è migliorato e le cose sono diventate un po più facili.

Inès Makula

00:34:24

A cosa devi secondo te un po il tuo successo come investitore? Che cosa ti rende un bravo investitore?

Mike Volpi

00:34:30

Credo che ci sono 3 o 4 aspetti importanti per essere un buon investitore. La prima cosa è vedere le opportunità, cioè avere una rete sempre presente per vedere cosa sono i nuovi investimenti.

Mike Volpi

00:34:44

Siccome questo si parla di aziende piccole, giovani, pochi impiegati, non è che te le viene a raccontare nessuno. È un lavoro proattivo di vedere cercare e avere una rete di contatti di di persone che ti possono introdurre ti spiegare eccetera molto poco importante secondo bisogna avere. Ci sono tante storie interessanti a Silicon Valley, ma il 95% delle aziende vanno male, quindi bisogna avere un certo senso di buon gusto per Nell'ambito di tutte queste aziende nuove che vengono avere la capacità di selezionare le più buone. E importantissimo poi avendo selezionato quelle buone bisogna guadagnare il privilegio di investire di dare l'investimento perché molte volte trovi un'azienda è molto bella sai che avrà successo e loro ti dicono no grazie prendiamo da Sequoia. E quindi c'è un aspetto competitivo di riuscire a vendere il prodotto che il prodotto siamo noi effettivamente se sono io cioè gli diamo i soldi però la realtà è che i suoi prodotti siamo io Deni e vari colleghi delle Indie siamo il prodotto quindi bisogna introdurre e vendere il concetto del prodotto e poi infine per valorizzare questo prodotto, una volta investito bisogna essere veramente un socio, un partner.

Mike Volpi

00:35:56

Al CEO e fondatore dell'azienda dove si è investito. Questo poi crea la reputazione che crea la rete, che aiuta a vincere certi investimenti importanti. E tutto è un ciclo ma tutte e quattro cose sono molto importante per per essere un buon venture capitalist qua in Silicon Valley.

Inès Makula

00:36:12

Secondo te a cosa è dovuto il successo di Index e come avete fatto a mantenere la vostra reputazione da tier one investor in tutti questi market cycles?

Mike Volpi

00:36:20

Sono tante cose che contribuiscono al successo che ha avuto l'Index. Credo che soprattutto abbiamo sviluppato una reputazione di essere molto vicini a i CEO e i fondatori delle nostre aziende. Infine, è una cosa queste relazioni che si sviluppano non è che si possono quantificare molto bene. Nel senso che se io metto ex soldi e mi vengono fuori i soldi, quello si può vedere. E infine la gente concentra troppo nell'aspetto di investire piuttosto di essere un partner nella crescita dell'azienda quando in realtà se si guarda il tempo l'investimento ci si mette Due mesi un mese a decidere fare l'investimento però si vive con l'azienda per sette otto anni e quindi le relazioni che si creano la reputazione che si sviluppa durante quel periodo col quale si vive con l'azienda e cosa vuol dire vivere con l'azienda.

Mike Volpi

00:37:16

Si fanno i meeting si fanno le chiamate se si aiuta assumere la gente a fare raising sulla strategia del prodotto eccetera eccetera. Tutte queste piccole cose che si fanno nei seguenti sette otto anni creano la reputazione che questi sono professionisti seri che ti aiutano che il loro danaro è meglio del danaro della Sequoia o della Thyssen eccetera eccetera E facendo questo essendo veramente un partner con i fondatori con i CEO delle aziende crea la reputazione che poi permette di riniziare il ciclo in modo positivo e noi ci siamo molto concentrati in questo e credo che uno dei vantaggi che avevo io e avendo lavorato in una vera azienda in varie funzione come la Cisco potevo portare a questi fondatori, spesso giovani, che mancavano un po di esperienza, qualcosa che ho imparato nei 14 anni che ero là e non ci sono tantissimi VC che possono dire sì, sì, io ero alla Cisco quando eravamo in 1000 e poi sono stato lì fino a quando avevamo 50 55.000 che sapevo come si faceva, i prodotti come si vendevano l'organizzazione eccetera quello è un vantaggio che diciamo non tanti hanno e ovviamente l'ho sfruttato al massimo.

Inès Makula

00:38:30

Sei stato perché i soldi non sono non ci sono solo i soldi quando si va a prendere un investimento ci sono poi le persone dietro che la relazione che crei che l'aiuto che ti daranno nei momenti difficili. E tra l'altro anche gli investitori non hanno tutti lo stesso percorso forse hanno dei percorsi cioè chi arriva poi a fare il vizio investe non c'è un Clear Path per diventare investitori quindi comunque avere avuto l'esperienza dell'azienda great advantage diciamo. Cioè appena detto lavori da vicino con molti founder. Quanto è importante secondo te avere il mentore giusto e come trovarlo? Per esempio, se sei un founder che dopo l'università ha cominciato subito a fare startup?

Mike Volpi

00:39:06

Questa è una domanda interessante perché molti mi chiedono chi avevo io di mentor anch'io da giovane, eccetera. Io direi che è importante averne tanti di mentor, non uno, perché ogni persona che eventualmente ti aiuta ti dà un po di mentorship, eccetera. Vede il mondo nel loro modo e hanno una varietà di esperienze molto particolari. A loro non tutte le esperienze sono rilevanti in tutti i momenti e non tutti i modi di vedere il modo sono rilevanti per per il momento per il founder.

Mike Volpi

00:39:40

La prima cosa da dire è di averne tanti tuttora oggi quando devo fare delle decisioni io vado a parlare con cinque dieci persone per sentire l'opinione non una E spesso anzi quasi sempre trovo che le opinioni sono molto variate e in certi casi completamente diverse.

Inès Makula

00:39:58

E lì, come chi ascolti, a quel punto.

Mike Volpi

00:40:01

Si integrano le opinioni e si crea qualcosa che diciamo è più rilevante e più e più importante per te. Quindi uno avere tanti mentor e assicurarsi che questi mentor vengono da passi diversi nella vita no? Cioè forse c'è un mentor che è un venture capital un altro è una persona che vendeva prodotti per per la vita un altro che forse alla tecnologia forse c'è qualche professore universitario che è un advisor quindi avere varietà aiuta questo è vero per me come Venture Capital se è vero come per un fondatore vero che i più bravi hanno una rete di contatti fantastiche vanno a chiedere la stessa domanda a dieci persone, poi la decisione la fanno loro. Quindi mantenere relazioni con questi mentor dicendo questo è il percorso che sto trascorrendo in questo momento. Ho questi problemi, c'è questa situazione spiegare bene così loro vedono questi advisor mentre vedono tutta la fotografia e possono poi dare un consiglio che rilevante.

Inès Makula

00:41:03

E invece hai un consiglio per chi vuole farsi le ossa come investitore?

Mike Volpi

00:41:08

La strada degli investitori è molto diversa come dicevi prima cioè io guardo di venture capital che ammiro perché sono ancora adesso vedo della gente che fa il mio mestiere ed è bravissima hanno un percorso molto diverso. Come dicevo da leoni vendeva prodotti alla Sun Microsystems Mike Moritz che famosissimo era un giornalista Peter Fenton a benchmark che è bravissimo lui il papà era un VC lui ha fatto tutta la vita, non ha fatto nient'altro. Il mio mio socio Denny faceva il research analyst per la JPMorgan. Io ho lavorato alla Cisco, quindi non se queste strade sono molto diverse. Credo che ci sono certi aspetti che sono importanti uno e di essere un buon giudice di carattere della gente perché particolarmente quando si va a venture Capital all'inizio non ci sono dati da valutare dell'azienda. C'è una persona imprenditoriale con un'idea con delle capacità con un desiderio di fare qualcosa e bisogna essere bisogna guardarli nell'occhio e dire e questa persona veramente riesce a farcela. Quando quando il 90% della gente non ci riesce e questa è una persona che veramente riuscirà a fare qualcosa di speciale.

Mike Volpi

00:42:23

Secondo è importante conoscere il settore del mercato dove si serve io storicamente ho sempre investito in tecnologia abbastanza profonda data Science in intelligenza artificiale eccetera e siccome sono un ingegnere di background mi trovo bene in quel settore. Però se mi dici Volpi fai un investimento in consumer molto meno bene non è un mestiere che io conosco come conosco il mio quindi secondo è. conoscere il mercato che si serve e gli imprenditori che vorranno servire quel mercato e l'altro e mantenere un'importantissima rete di contatti. Perché, come ho detto prima, bisogna scoprire le sue aziende. Quindi essere molto proattivo nello sviluppare la rete di contatti così si vedono le opportunità che altri non vedono. E quello è un aspetto solo di lavoro, cioè bisogna andare a conoscere, parlare, discutere, leggere studiare. E la rete si crea eventualmente quindi quelle sono, credo, le cose più importanti.

Inès Makula

00:43:24

Passando delle domande, magari un po più focus su Italia sei partito che avevi sei anni però parli benissimo italiano meno male perché tante persone che partono così così giovani poi magari non lo parlano più, lo dimenticano.

Inès Makula

00:43:36

Quanto ti senti vicino oggi all'Italia? Hai dei pensieri sull'ecosistema startup italiano? Cosa vorresti vedere di più visto che i nostri ascoltatori ovviamente sono in maggioranza italiani in Italia?

Mike Volpi

00:43:47

Ma io mi sento vicino all'Italia, nel senso che i miei genitori adesso ancora vivono in Italia sono ci vado spesso. Come sai sono sul board della Ferrari quindi vado anche spesso in Italia per quello Paese per quale. Quando si gioca a calcio faccio sempre tifo, quindi mi sento ancora vicino. L'ecosistema di startup in Italia è complicato. Se ci fosse un desiderio per me e che venga una è proprio un'azienda che ha grosso successo, ma veramente grosso dall'Italia e che dà da esempio per altri. L'imprenditorialità imprenditorialità in Italia è forte, c'è ma è più che altro è familiare cioè nel senso che io lancio un'azienda, poi la passo, i miei figli la gestiscono loro, poi la passano al loro figli. E questo non è il modello capitalista americano o diciamo occidentale. Non per niente perché quello è un bellissimo modo di fare l'imprenditore. Però è diverso per fare la start up ci vuole capitale esterno.

Mike Volpi

00:44:49

Ci vuole un'organizzazione professionale che non è familiare per trovare la miglior persona per ogni mestiere. Lavoro nell'azienda per percorrere una strada di crescita velocissima. Andare ad aziende che oggi avevano venti impiegati, domani ne hanno 200. Sono tutte queste cose molto poco normali diciamo da un in un ecosistema italiano e bisogna avere degli esempi se se si guarda altri Paesi europei dove hanno avuto un po di successo vediamo la Svezia per esempio che è un posto un Paese in fondo piccolo però che ha avuto buon successo loro hanno che cosa come Spotify dove possono guardare cosa vedere cosa ha fatto Daniel Ek come è cresciuto lo studiano eccetera e l'Italia ce ne vuole veramente una e da quello può partire credo adesso.

Inès Makula

00:45:33

Con Bending Spoon spero che sia forse un grande esempio. Non so se tu hai pensieri su di loro però stanno acquistando tantissime aziende americane straniere stanno crescendo bene quindi forse sono loro magari che apriranno un po le porte.

Mike Volpi

00:45:45

Sì, conosco Luca. Ho molto rispetto per quello che sta facendo. Speriamo che quella e avendone una poi se ne creano tante, Quindi quello è quello che è, più è molto più.

Mike Volpi

00:45:57

Molta gente dice del capitale. Il capitale è molto fluido quando ci sono le buone opportunità il capitale arriva. Quello è la cosa più fluida al mondo. Quindi il capitale non ha neanche bisogno che sia italiano. Può essere americano, cinese, giapponese non importa. I soldi vengono sempre quando si possono moltiplicare, quindi quello che manca è la vera buona opportunità. Poi il capitale arriva.

Inès Makula

00:46:21

Cosa vedi nel tuo futuro?

Mike Volpi

00:46:22

Dopo Index adesso sto cominciando a chiudere con Index perché sono 15 anni. Mantengo, sono ancora un partner e mantengo gli investimenti che ho fatto, ma non ne sto facendo molti nuovi. Più che altro adesso vorrei percorre un periodo dove faccio qualcosa più di per me più che altro che per un per un fondo quindi sto facendo un po più di investimenti seed. Da parte mia, a parte alla Index che mi tengono corrente nel mica nel mercato stimolato intellettualmente eccetera poi c'ho un paio di board non profit interessanti la più importante che sono sul board dell'ospedale di Stanford che mi sta insegnando molto del settore della medicina e della cura, che è qualcosa che non ho fatto in passato ma trovo molto interessante e poi c'è un board con la Ferrari che è interessantissimo una passione che da quando ero piccolo, che adesso che c'ho un pochino più di tempo che avevo prima mi permette di spero a dare valore aggiunto ma sicuramente godere qualcosa di molto speciale italiano.

Inès Makula

00:47:24

Bellissimo, bellissimo un ottimo segue nella nostra ultima famosa domanda che chiedeva tutti i nostri ospiti in che modo diresti che la tua italianità ti ha aiutato nel tuo percorso?

Mike Volpi

00:47:33

Direi che soprattutto noi italiani siamo un popolo, un gruppo di persone che piace molto alla gente. Noi siamo simpatici, siamo simpatici perché siamo aperti, ci piacciono le persone, abbiamo desiderio di imparare e abbiamo in un certo senso una storia non classicamente puramente italiana, ma 2000 anni di storia dove si interagisce con culture diverse, con persone diverse e anche noi italiani siamo abbastanza diversi internamente. Quindi tutte queste cose, questa capacità di riuscire a sviluppare un rapporto umano e personale con altri, spesso con persone diverse da quello che sei te. Questo è stato probabilmente la cosa più importante che ho avuto io nella vita perché ho avuto tanti percorsi tanti posti diversi conosciute, persone diverse, un assetto validissimo che credo hanno tanti italiani. E questa capacità di sviluppare un rapporto personale e in fondo anche adesso dove si vive in un mondo di intelligenza artificiale eccetera che io tecnologia che ho grande passione quello che vale soprattutto e questa capacità di avere un apporto umano e in questo siamo campioni del mondo.

Mike Volpi

00:48:45

Credo in Italia.

Inès Makula

00:48:46

Che bello sentirti dire queste parole e penso che il problema di italiani che ci sottovalutiamo questa skill perché ci viene molto naturale però quando uno viaggia e incontra altre culture quando appena dici sei italiano le persone sorridono cioè immediatamente non lo puoi dire per magari i tedeschi o altre culture non lo so no.

Speaker 4

00:49:05

Non dico cose negative degli altri però noi.

Inès Makula

00:49:08

Non diciamo non diciamo cose negative però diciamo che l'exit quando uno conosce un italiano è qualcosa di così super positivo e che sottovalutiamo ma è una skill come dici tu connettere le persone fare amicizia parlare davvero importante quindi bellissimo vedere che questa è stata una grande diciamo un grande vantaggio nella tua vita e nella tua carriera Ma grazie mille per essere stato qui su Madrid con noi e aver condiviso la tua storia, i tuoi consigli che penso saranno utilissimi per tutti i nostri ascoltatori. Quindi grazie e attendiamo di vedere allora questa terza fase della tua carriera da Engel Investor e magari qualcosa nel mondo del health. Vedremo che cosa cosa uscira fuori. Grazie.

Mike Volpi

00:49:46

Ti ringrazio, è stato bellissimo parlare.

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