Massimiliano Magrini, Founder e Managing Partner di United Ventures
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Se in questo podcast possiamo raccontare di startup italiane di successo, una parte del merito va certamente a Massimiliano Magrini, founder e managing partner di United Ventures.
Laureato in scienze politiche, ma da sempre appassionato di tecnologia, Massimiliano si può considerare uno dei fondatori del venture capital italiano. Dal 2000 ha guidato l’avvento in Italia dei motori di ricerca prima come country manager di Altavista e poi di Google. Massimiliano trae ispirazione dalla mentalità imprenditoriale americana, ma allo stesso tempo non accetta che l’Italia sia considerata un paese dove non si può fare innovazione.Così, nel 2009 lascia Google e fonda Annapurna Ventures, uno dei primi VC italiani, mentre nel 2013 crea United Ventures insieme al socio Paolo Gesess.
Attraverso United Ventures, Massimiliano ha raccolto oltre 500 milioni, gestisce tre fondi, con un quarto in arrivo, e ha investito in oltre 30 startup, realizzando due exit di grande valore con FACEIT e Datrix.Ma oltre a FACEIT, sono tantissime le storie di successo del nostro podcast che sono state finanziate da United Ventures: da Moneyfarm a D-Orbit fino a Babaco ed Electra Vehicles.
In questo episodio, Massimiliano fornisce consigli fondamentali per ogni founder in cerca di investitori, ci spiega gli errori da non fare davanti ad un VC e ci svela anche cos’è la prova dell’aeroporto…ascoltando Massimiliano percepiamo tutta l’importanza e il fascino del ruolo del venture capitalist.
TRASCRIZIONE EPISODIO
Camilla Scassellati (00:00:00) - Abbiamo tantissimi argomenti da scoprire soprattutto sul mondo delle startup in Italia. E la tua visione di cos'è una startup che funziona. Cosa cerchi in un imprenditore nei quali investite? Però vogliamo comunque cominciare dal tuo percorso, perché è ovviamente molto molto interessante E partire con una domanda sul digitale in che momento della tua carriera hai scoperto il digitale? E cosa ti ha convinto Che avrebbe cambiato le cose? Perché è stato quasi una scoperta nel tuo percorso.
Massimiliano Magrini (00:00:30) – Certo, assolutamente, ma tieni conto che io ho cominciato a comprare digitale più o meno nella metà degli anni novanta, quindi sostanzialmente in epoca non sospetta e ai tempi mi occupavo di business developer per un editore e avevo cominciato a sondare la possibilità di digitalizzare le testate giornalistiche. Fondamentalmente e nel fare questo tipo di analisi mi ero reso conto che è stiamo parlando appunto di metà degli anni novanta. L'impatto sarebbe stato irreversibile in quel momento? Ovviamente no. Tutti gli editori, anzi la maggior parte dei dottori non aveva nessun interesse a fare questo tipo di investimenti. Quello che definiscono gli inglesi in gennaio al Nord no, Boh, chissà. Arriverà chi lo sa, ma non ci interessa. Non è una cosa per noi. Però io in quel momento ho capito che ci sarebbe stato un punto di non ritorno per tutto quel mondo dell'industria che val la pena ricordare.
Massimiliano Magrini (00:01:15) - L'industria Dell'editoria è stata la prima a essere completamente disrupt dall'avvento della tecnologia digitale. E così è stato, sostanzialmente dalla metà degli anni novanta al Duemila sono poi partite tutte le startup di internet dei tempi, i portali, quel mondo lì che ha cominciato la grande cavalcata del processo di digitalizzazione che partendo dai media poi in qualche maniera toccato tutti i settori,
Inès Makula (00:01:39) - Ti sei mai fermato a riflettere? Perché hai scelto di seguire questo trend emergente invece di continuare su una strada più convenzionale? Come molti dei tuoi colleghi all' epoca, perché non era più banale voler fare quello che volevi fare tu negli anni a metà degli anni novanta?
Massimiliano Magrini (00:01:54) - Si, in realtà sai, io penso che un po' come cerchiamo Maine, i fan dei segnali, diciamo, di alcune motivazioni che stanno alla base delle scelte. Erano già molto, molto prima. Ero sempre stato una persona abbastanza curiosa, mi piaceva cambiare azienda e tendenzialmente avevo sempre lavorato anche nelle aziende più tradizionali, in quei settori, quei dipartimenti dove si cercava di innovare e di fare qualcosa di nuovo. Quindi facevo business development, sviluppo di nuovi prodotti, all'interno dei settori più tradizionali. Però, come sempre, la vita nelle organizzazioni molto articolate e strutturate non era esatta niente, niente. Quindi ho appena avuto la possibilità di mettermi a confrontarmi con realtà più piccole e più sfidanti, ma più capace anche di insegnarti qualcosa di nuovo. E sinceramente non sono fatto scappare. Ed è una di quelle scelte da cui non mi sono mai pentito. Sicuramente però il problema lì è cercare di convincere gli altri che è una cosa che stai facendo, un senso perché nessuno ti crede quando tu rinunci a una posizione per gli altri, percepiscono come interessante.
Massimiliano Magrini (00:02:47) - Ha un buono stipendio, una buona visibilità per fare qualcosa di completamente innovativo, che no, una che ha più rischi che ritorni. È molto difficile riuscire a convincere le persone che sta intorno. Però quella natura mia, forse che
Inès Makula (00:03:00) - secondo te da dove viene questa tua voglia di innovare? Qualcosa che è innato in te, che i genitori hanno smesso?
Massimiliano Magrini (00:03:07) - Ma sai, secondo me alla fine proviene da un po' di livello di insoddisfazione rispetto a quello che vedi intorno a te. Tu vedi delle cose intorno a te che ti piacciono e sei contenta. Ok, ma se tu vedi delle cose che non ti convinco, secondo te possono essere migliore e non ti accontenti mai, Mai dire vabbè così quella motivazione a cercare di cambiare le cose, se non è quello quel piccolo livello di soddisfazione che hai positivo nel vedere le cose che non vanno, a voler cercare di mettere a posto e secondo me la scintilla che ti muovi a fare le cose. Ed è anche un po' quello che vado cercando nelle altre persone, quando cerchiamo di finanziare un cantore, quella scintilla, quella motivazione, quella capacità di mettere energia su una grande volontà di cambiare le cose, secondo me quello che poi alla fine il motore di tutto e
Inès Makula (00:03:49) - poi deciso di lavorare per startup multinazionali. Che tipo di ambiente? C’era all' epoca e cos'ha imparato da dalle tue esperienze in startup.
Massimiliano Magrini (00:03:57) - Sai, guarda, secondo me quando ci sono dei chiamiamoli dei momenti particolari nella vita delle persone, da un punto di vista professionale, no. O quando incontri una tecnologia o quando incontro una tecnologia è un'organizzazione che in qualche maniera la rappresenta. Per me è stato un momento epico, quello perché mi ricordo che siamo nei primi anni duemila, in quel momento di tutte le persone più qualificate, tutti le persone che cercavano di fare qualcosa andavano a lavorare per queste aziende e quindi la cosa che mi ha sempre colpito in positivo è l'estremo livello qualitativo delle persone probabili. E questo è stato per me illuminante. Mi ricordo in quel periodo, per esempio, il primo società di Inter per la quale lavora il portale svedese che si chiamava Spray network, che oggi nessuno si ricorda neanche cos'è, il portale svedese finanziato dalla famiglia Wahlberg, in cui in realtà conobbi Riccardo Zacconi, che poi è stato il fondatore di Chili e conobbi altre persone che poi sono state i miei colleghi a Google.
Massimiliano Magrini (00:04:51) - Successivamente quell'idea tale per la quale l'esperienza che tu devi fare in quel periodo era più importante del livello meno di successo. Dell'azienda era quello che in realtà muoveva tutte queste persone ed erano tutte persone estremamente qualificata di un livello estremamente elevato.
Inès Makula (00:05:06) – E nel 2002 hai anche contribuito al lancio di Google in Italia come country manager. Quali sono state le sfide più grandi di portare il motore di ricerca in Italia è stato capito fin da subito avuto successo fin da subito. Come è andata?
Massimiliano Magrini (00:05:20) - Ma sai il punto è stato questo che, come dicevo prima, nel duemila abbiamo cominciato a fare strada di interesse. Lavorava nei portali e i portali erano dei strani soggetti. Erano dei soggetti nel quale c'era un po' di tutto il modello di vista esprit principale era quello di prendere il concetto della produzione di contenuti trasportavano digitale applicarsi voglio dire, capisci che semplifica quello che c'era prima, in realtà, stando dentro tutti si dimenticavano che la piccola cosa più interessante che c' era una piccola cosa chiamata motore di ricerca che non interessava assolutamente nessuno, perché tutti erano presi dalla produzione di contenuti multimediali. In realtà andavano ancora cinquantasei k, quindi non erano fruibili, ma tutti non prestavano abbastanza attenzione a quella piccola cosa. Il motore di ricerca che era un software che replicava all'infinito e che nei conti di un portale dei tempi era l'unica, cosa che produceva utili invece che perdite.
Massimiliano Magrini (00:06:05) - E quindi dopo ebbi la possibilità di andare a Alta Vista che era ai tempi in realtà la società che ha inventato il motore di ricerca. E dopo un anno e mezzo arriva Google che dice che doveva aprire sostanzialmente tutta la struttura europea e diciamo dei primi shock country manager europei. Quattro venivano da alta vista perché eravamo le persone che aveva più esperienza nello sviluppo dei motori di ricerca. Per me il motore di ricerca, la scoperta della ricerca è stato uno di quei one moment in cui capisci che incontri una tecnologia che tu percepisci, cambierà in maniera radicale, è tutto quello che c'è stato prima e sarà un vero e proprio come dire che il punto di svolta e per me il motore di ricerca ha rappresentato quella cosa ovviamente a Google ancora di piu' quell'effetto che dicevo prima di incontrare un numero di persone molto in gamba è stato ancora più amplificato perché io fui contattato da un cacciatore di teste e rifiutai la prima offerta di andare a Google. Io ad Alta Vista.
Massimiliano Magrini (00:06:59) - Mi trovo benissimo, è molto contento e disse no interessa. Poi ovviamente, come succede arrivo un manager di Google mi disse no, ma tu non ti preoccupare, non mi dare una risposta prendi L'aereo, va in California, incontri un po' delle persone e poi mi dici ovviamente non in cui per la prima volta al Google l'ex che era un edificio, oggi sarai un avvio di fatto tutta l'aria è fatta di edifici di Google, era solo un edificio. Mi resi conto esattamente di questa cosa e la qualità delle persone che c' era Google in quel momento lì era assolutamente fuori da ogni altra organizzazione del quale avessi mai e quindi decisi di entrare a Google. Feci il mio per il periodo di Inception in Silicon Valley e poi mi trovai ad aprire l'ufficio italiano da zero, sostanzialmente con la mia carta di credito, perché non ho neanche un conto bancario.
Massimiliano Magrini (00:07:41) - Quindi dovevo anticipare tutte le spese e l'accordo con stile folk. E loro mi avrebbero pagato i Carrozzini del Mise in cui arrivava l'addebito perché insomma avrei avuto possibilità di di poter pagarlo e da lì è cominciata. L'avventura è ed è stata un'avventura interessantissima perché prima di Google, ovviamente dalla quotazione dal duemila, quindi dalla caduta della del Nasdaq, la caduta della bolla inter alla quotazione di Google, in realtà ci sono stati anni di vuoto di investimenti nella Silicon Valley, addirittura di investimenti per che ci hanno investito. É sostanzialmente un grosso punto di domanda se il digitale fosse in grado di produrre iniziative sostenibili dal punto di vista economico finanziario. E quindi Google è quel momento della storia in cui si dimostra che oltre ad essere un trend interessante dal punto di vista della capacità di cambiare la vita delle persone per il meglio, era anche capace di generare aziende di successo con big smog scalabili e la costruzione di quel paradigma di azienda globale che poi ha rappresentato il digitale dal in poi
Camilla Scassellati (00:08:42) - E abbiamo una domanda abbastanza difficile per chiudere questa parte della tua carriera, perché poi dopo Google, inizierà la tua avventura in fondo di venture capital se ripensi un po', tutto quello che hai scoperto appunto negli anni, diciamo da quando hai scoperto il digitale, il tuo lavoro start-up il lavoro da Google. Quali sono le lezioni più importanti che ho imparato è che magari hai portato nella tua poi decisione di iniziare un venture Capital fund.
Massimiliano Magrini (00:09:09) - Ma sai, la cosa più importante è stata l'avventura più importante è che tu non puoi mai dare per scontato il fatto che se tu hai anche la migliore tecnologia sul mercato, questa automaticamente venga accettata dal mercato. La capacità di costruire un'azienda innovativa su una tecnologia distintiva è una, come dire un'attività a sé stante, molto complessa. E non è detto che anche se tu hai la migliore tecnologia, ma non hai la migliore struttura mai costruito, come dire un'organizzazione, capace di portare questa innovazione sul mercato in maniera efficace ed efficiente. Di fatto tu non l'hai risolto neanche la metà del problema, e questo è vero per la gran parte delle startup al quale noi andiamo a lavorare. Io penso che in fondo si sia quando è bravo è bravo a mettere nelle condizioni il founder di avere quel supporto che la costruzione di un'organizzazione che consente all'azienda di portare sul mercato l'iniziativa con cui si può sviluppare questo aspetto di comprensione delle dinamiche di business, di costruzione di un team di allineamento degli interessi del team.
Massimiliano Magrini (00:10:12) - Esattamente la cosa più difficile, più complicata da fare per il fund e della laddove il dieci di qualità è in grado di portare un
Camilla Scassellati (00:10:20) - valore, infatti, parleremo ancora del insomma del ruolo del so che avevi detto che appunto connettere tutti i punti delle proprie esperienze e portare la propria esperienza poi al servizio di un funerale è una delle cose più importanti che appunto un investitore può fare. Ed è per quello che un founder deve scegliere un buon investitore. Ma prima di parlare di questo appunto hai lanciato un venture capital non ha deciso di raggiungerne uno già esistente in Italia, anche perché poi ce lo dirai. Forse non esistevano tanto, ma ci ha raccontato che volevi all'inizio lanciare il wii combinate italiano. No, hai visto che non era possibile. Ci puoi spiegare perché non era possibile all'epoca lanciare voi combinate in
Massimiliano Magrini (00:11:00) - Italia? Si, questa è una domanda complessa che necessita di un po' di articolazione. La risposta tieni conto che la caratteristica dei nuovi combinator di fatto era quello di essere un grande promotore di é il fluoro per gli investitori è caratterizzandosi sullo stage e quindi con una proposizione di relazione quelli dei fondatori, molto orientata al supporto del fondatore. Ora per noi questa questo concetto ci sembra quasi banale, perché negli ultimi quindici anni questo è un concetto che si è fortemente affermato, ma non era così. Nel 2000 no nel 2009 esistevano ora molti dei fondi, che erano quelli che erano nati in duemila, dove l'approccio era un po' da piccolo patetico. Quindi tantissimo focus sulle protezioni contrattuali, il controllo di gestione, il controllo formale dell'andamento del business che non era quello che volevo fare io. Sostanzialmente io, venendo dal business, volevo cercare di riprodurre quelle logiche di comprensione delle dinamiche di business, di supporto all'imprenditore che, ti assicuro nel 2009 non erano così presenti.
Massimiliano Magrini (00:12:01) - Il primo oggettivamente a farne, come dire un manifesto, è stato venute Gram. Il problema è che negli stati uniti esisteva comunque un mercato sviluppato di venture capital che riusciva a capitalizzare sulle cose buonissime che selezionava gram in italia, anche se eri bravissimo a selezionare le iniziative, il venture capital istituzionalizzato era praticamente non esistente. Stiamo parlando dieci più di dieci anni fa i numeri erano assolutamente residui e quindi, non avendo la possibilità, ho pensato di prendere quello stile di gestione con lo stile di relazione con i founder e trasportarlo invece in un fondo di venture capital blackrock. E quindi lì ha conosciuto il mio socio attuale Paolo e insieme abbiamo cominciato a mettere insieme i pezzi un po' come un puzzle per costruire un investitore istituzionale italiana di venture capital che portasse dietro per le caratteristiche di comprensione delle dinamiche del business, che non fosse totalmente orientato sulla dark side protection ma che fosse orientato alla supporto l'imprenditore della costruzione presa innovativa, tendenzialmente aiutandoli a costruire global company che è un pò diciamo la nostra missione ed è un po' quello che abbiamo cercato di sviluppare negli ultimi dieci anni è un po' in quello cui abbiamo dimostrato di avere riportato continuare
Camilla Scassellati (00:13:11) - su questo pensiero perché hai visto appunto ha detto che non ce n'erano tanti di un buco stuccato perché hai visto un'opportunità di lanciare un nuovo vice in Italia qual era un po' la vostra la trasmissione non so a servizi dell'ecosistema ma sai,
Massimiliano Magrini (00:13:26) - il problema è che quando siamo partiti noi innanzitutto che ricorderà molto poco c' erano pochissime storie di successo e ogni volta che andavi fuori dall'Italia o anche in Italia a dire che faceva capita la prima domanda che ti facevano ma perché esiste una realtà innovative in Italia? E questa domanda è una domanda, un po' diciamo contro intuitiva perché è difficile pensare che un paese come l'Italia seconda economia manifatturiera d'Europa che ha sviluppato tantissima tecnologia nel suo passato ha avuto tantissimi innovatori senza andare a Leonardo da Vinci si auto rappresentasse così limitante nella capacità di produrre imprese innovative. Lo capisco, magari quando ti guardano da fuori lo capisco meno da quando ci guardiamo interamente. Uno dei punti di osservazione molto chiaro è stato che dalla nascita di Google in alcuni paesi più evoluti aveva generato una nascita molto forte di startup in tutta Europa. In Italia questo rapporto era meno di uno a dieci nel in particolare una delle motivazioni, secondo me, è che mancava quel tipo di seconda generazione di fondi di venture capital che fossero in grado di capitalizzare sulla nascita delle nuove piattaforme tecnologiche.
Massimiliano Magrini (00:14:29) - Ed è stato così non solamente in Italia, perché in quegli anni sono nati in realtà tutta la attuale generazione di fondi europei. Sono nati esattamente in questo periodo, quindi non era una interruzione in posizione solo di massima Magrini Malnutrizione di tutta la seconda generazione di gestori di fondi non capita a livello europea, che sono cose che hanno costruito le iniziative sulla base di questa osservazione. In Italia, come dicevo, poco track record, pochi investitori istituzionali e poca capace qualche quindi di costruire dei soggetti che avessero sessanta settanta milioni di capitale. Per poter svolgere questo ruolo è molto difficile farlo senza aver raccolto dei capitali che ti consentono prima di tutto di rimanere in piedi come struttura e con United
Camilla Scassellati (00:15:08) - Ventures quali sono? Ne hai parlato brevemente, ma per appunto per approfondire quali erano i vostri obiettivi. Ha detto appunto un Venture Capital con un con una visione. Cosa intendi per poter capire l'altra value proposition? Scusate l'inglesismo quando avete lanciato all'inizio il fondo
Massimiliano Magrini (00:15:25) - Ma sai molto difficile, nel senso che comunque gli investitori istituzionali erano quasi inesistenti anche in Italia. Quindi io penso che onestamente abbia giocato a mio favore il fatto che aveva lasciato Google e senza essere stato sollecitato per questo e abbiamo rinunciato a quella posizione ha uno stipendio per fare questa iniziativa. Molta della gente si sarà domandata o ero pazzo o tendenzialmente avesse individuato qualche opportunità. Quindi penso che ci sono una serie di persone che mi abbiano dato fiducia solamente sulla base del fatto di o è pazzo, appunto, a qualche idea in testa che forse vale la pena di sopportare e dall'altro punto di vista sono nati in quel periodo oggettivamente anche degli investitori istituzionali e mi ricordo. Noi fummo il primo fondo in cui uccidi più investito. E fu il primo fondo in cui Cdp investe insieme allo European Investment che l'altro l'hard grande investitore istituzionale.
Massimiliano Magrini (00:16:16) - Il vento capitano in Europa. Quindi quell’avvenimento, è stato un avvenimento importante per l'ecosistema italiano, perché in qualche maniera ha preso due dei principali investitori istituzionali che hanno dato fiducia a un team italiano e l'hanno fatto partire. Quindi quello secondo me è molto importante, è stato molto importante per noi ed è stato probabilmente è molto importante per quelli che verranno dopo di noi. Dopo di noi. C' è un track record positivo di soggetti istituzionali che hanno supportato dai team italiani, che poi hanno anche sviluppato delle iniziative di successo. Quindi io sono abbastanza orgoglioso del fatto di aver comunque rappresentato un caso di successo nel mercato italiano, perché sicuramente quando siamo partiti nuovi di casa é successo italiano era vanta infatti
Inès Makula (00:16:57) - una domanda che ti volevo fare. Cosa ti ha tenuto in Italia? Perché comunque avevi l'ex, forse nella Silicon Valley con Google avevi lavorato per l'azienda svedese, la piattaforma svedese, insomma, avevi avevi già contatti internazionali sapevi che in Italia le cose sarebbe state più difficili. Quindi cosa ti ha tenuto nel insomma in Italia?
Massimiliano Magrini (00:17:15) - Guarda, è questa è un'ottima domanda. In realtà io il momento clou della mia carriera è stato proprio quello. Io avevo la possibilità di andare a lavorare, di andare a votare in California per Google. Ve l'avevo chiesto, però decise di rimane in Italia proprio perché prima di tutto volevo cominciare un'attività imprenditoriale. Questo era uno dei primi obiettivi e volevo farlo in Italia. Perché un po' questa idea del fatto che ci ha otto percepisse così svantaggiati e che gli altri ci percepissero così svantaggiati, ma una cosa che sostanzialmente intellettualmente non accetta e continuo a non capirla. Nel senso secondo me abbiamo tutte le condizioni per poter essere, per avere un ruolo di successo in questo mercato abbiamo le caratteristiche, abbiamo qualche effetto limitante però secondo me dimostrare di poterlo fare dell'Italia secondo, non è anche suoi ritorno di soddisfazione personale.
Inès Makula (00:18:05) - Infatti ci tenevo a farti questa domanda perché in effetti sarebbe stato più semplice partire all' estero in cui in quel momento tuttora diciamo che ci sono pochi. Ci sono pochi fondi di venture capital, quindi quando è cominciato tu eri veramente uno dei propri primissimi ed è bello che lo hai fatto. In Italia è aiutato così tante cose, tante startup a lanciarsi internazionalizzarsi. Qual è la tua visione? Diciamo in strategia come managing partner di United Ventures nel creare il valore a lungo termine per le aziende in cui investite?
Massimiliano Magrini (00:18:32) - Sai, il venture capital è un po' strano animale ed è sicuramente cambiato tantissimo negli ultimi dieci anni. Quindi noi parliamo innanzitutto di venture capital early stage e noi tra l'altro investiamo in quell'angolo in cui a sinistra hai lo spray ebrei, cioè persone che alloggiano dei capitali, diciamo in forma statistica, e ce ne sono tantissimi soggetti che bloccano anche in maniera sexy questo tipo di tale età. E alla nostra destra invece abbiamo tutti quelli che investono solo dove e quando ci sono delle metriche oggettive che tu puoi rappresentare, moltiplicare e dividere in un foglio di Excel. Noi invece ci occupiamo di quella fascia centrale dove le cose chiave sono identificare il talento imprenditoriale del soggetto che viene a raccontarci la sua vittima. Ehm, riteniamo che ci sia un incrocio importante su un settore che sia in grado di è come dire rappresentare un grandissimo valore di innovazione realizzata in un arco di tempo che sia compatibile con la vita di un fondo di Mark.
Massimiliano Magrini (00:19:34) - E dici Però noi non investiamo mai quando le metriche ormai sono, come dire, talmente evidenti in cui è facile dire quel capitale che tipo di conseguenze possa avere. Lo invitiamo. Investiamo in quel dello spazio in cui le tesi di investimento e la qualità delle persone sono sostanziali. E noi riteniamo anche che sia, anche se oggi è molto popolare, investire in settori molto chiari, specifici. Questo in realtà vada contro uno dei paradigmi fondamentali dell'innovazione è che la serie se l'innovazione fosse, come dire, pianifica, abile dal giorno zero, non sarebbe innovazione, sarebbe politica industriale. In realtà la letteratura ci dice che è la letteratura è piena di casa, insuccesso di innovazioni pianificate e top down in maniera molto precisa. Questo non avviene perché i percorsi di realizzazione delle iniziative innovative sono i più disparati, meno prevedibili, in cui gli aspetti secondari sono più importanti degli effetti primari di quanto si creda.
Massimiliano Magrini (00:20:37) - Quindi tutte queste dinamiche fanno sì che gli investimenti di Harry Stage comporta il fatto di essere molto coscienti che bisogna prendere un rischio che è calmierato però dalla capacità di identificare le caratteristiche specifiche delle persone che fanno gli imprenditori in settori che si ritenga possono avere un vero e proprio impatto nella vita delle persone. Questa, secondo me, è la caratteristica che contraddistingue il nostro modo di Francia é
Inès Makula (00:21:03) - un'altra delle cose che vi contraddistingue. Quando avevo parlato con te la prima volta è anche la vostra tesi dell'internet dell'internazionalizzazione una parola che io facciamo sempre farti capire perché secondo te è importante che le startup italiane pensi ad un'espansione all' estero fin dall'inizio? Ci
Massimiliano Magrini (00:21:21) - sono due motivi allora il primo è che nessun mercato tecnologico è grande abbastanza a livello locale per poter consentire a queste imprese ed evitare. Il secondo è che se tu sei il più bravo in Italia per poter essere il più bravo ti devi confrontare anche con i più bravi fuori dall'Italia alzare l'asticella è un modo anche per confrontarsi con è come dire mercati altrettanto sofisticati rispetto al nostro. Adesso la metafora calcistica è quella più semplice da comprendere. È ovvio che se tu vinci il campionato italiano e per vincere la Champions League devi andare a vincere contro quelli che vi hanno vinto i campionati locali e questo sforzo di miglioramento è quello che fa diventare veramente, come dire, consente alle aziende di superare i propri limiti, di raggiungere delle dimensioni, anche quelle attuative, assolutamente superiore. Quindi questo è un po' in sole due motivazioni principali e secondo me è uno dei limiti strutturali invece di molta parte del nostro ecosistema, soprattutto quello di dieci anni fa, quando abbiamo cominciato e che è sempre molto focalizzato locali diventare grande localmente, continenti locali.
Massimiliano Magrini (00:22:30) - Questo però non ti dà mai la prova del fatto che tu sia veramente uno dei più bravi al mondo. Di
Inès Makula (00:22:35) - questa cosa che ne parliamo ne parliamo spesso. Tanti italiani sono molto focalizzati su prima conquistare tutta l'Italia, poi magari un giorno andare all' estero. Ovviamente sappiamo che non c' è una ricetta uguale per tutti. Però a cosa deve pensare un imprenditore che vuole portare la propria startup all'
Massimiliano Magrini (00:22:52) - estero, come abbia mai detto giustamente tu innanzitutto non ci è mai una regola generale, ci sono anche se tu hai, in cui magari essere rilevanti a livello nazionale, ma è altrettanto importante. Però noi a noi piace più è probabilmente quello dove sono stati gli uno Stato di esser stati più efficaci e nell'accompagnare gli imprenditori dell'internazionalizzazione che è una sfida molto difficile perché vuol dire costruire delle organizzazioni strutturate che siano capaci di essere governate in maniera efficace ed efficiente, a prescindere dalla vicinanza con l'amministratore delegato col. E quindi questa è una sfida organizzativa molto grossa che se vuoi è un po' quella che abbiamo imparato anche a e nella società, come Google, Google, perché Google ha avuto successo e altre hanno avuto successo degli Eagles è stata capace dal giorno uno a costruire un'organizzazione che fosse molto di successo in Europa, per esempio, molte delle aziende tecnologiche americane di quegli anni anche loro rimanevano negli Stati Uniti, perché la sfida di internazionalizzarsi è una sfida molto grossa.
Massimiliano Magrini (00:23:50) - Quindi questa regola, questa lezione imparata. Google è un po', quella che mi porto dietro un po', quella che cerco di riportare come l'insegnamento ai funghi.
Camilla Scassellati (00:24:01) - E parlando di settori ricordiamo sempre i nostri ascoltatori e imprenditori in erba che prima di impicciare un venture capital è importante guardare l'attesa in investimenti del fondo che si guarda e quindi vogliamo chiederti appunto, quali sono i settori. Ma poi anche una domanda più generale su personalmente quali pensi che siano i settore che sono più promettenti al momento?
Massimiliano Magrini (00:24:24) - Ottima domanda. Come ti dicevo, io non sono un grande fan della definizione a priore e dei settori. Sono più orientato a pensare che il lo sviluppo del sistema di digitalizzazione un sistema complesso in cui ad ogni soluzione in realtà si creano anche altri problemi che a sua volta vengono affrontate da altre società tecnologiche. Diciamo che se dovessimo trovare un minimo con un denominatore a noi piace quelle iniziative che vanno a digitalizzare quei settori che non sono ancora stati digitalizzati. E ti faccio qualche esempio nel fondo precedente il fondo, il nostro secondo fondo. Abbiamo investito in società, per esempio, che hanno digitalizzato il mondo della green. Ai tempi era un mondo che sostanzialmente tutto completamente assente nei portafogli dei principali. Per esempio, abbiamo investito in società che si sono occupate di digitalizzare il processo di sviluppo dei farmaci da un punto di vista di introduzione di del concetto di simulazione software nel mondo dello sviluppo del farmaco.
Massimiliano Magrini (00:25:22) - Anche quello era un settore totalmente non presente nei fondi. Mike è però diciamo se io le avessi dovuti definire dieci anni prima, non te li avrei definiti con questa il livello di precisione, perché, come dicevo prima devi lasciare un po' di sé. Renditi ed è l'imprenditore e non investitore a definire il settore nel quale vogliono andare a risolvere il problema e a occupare lo spazio. E sta all'investitore capire se quel settore ha senso e se l'investitore ha qualcosa da offrire come valore aggiunto l'imprenditore nel fare questo passaggio. Quindi da questo punto di vista io sono un po' contrario a dare, come dire puntualmente l'elenco dei settori. Quello che posso dirti che lo stesso uomo men che ho avuto quando il contratto moderatore di ricerca ovviamente lo sto avendo adesso nei confronti della pubblica delle nuove applicazioni di artificial intelligence il le nuove versioni di quelli sono quei momenti di discontinuità molto forte e penso che chiunque sviluppi tecnologie oggi debba fare i conti con la possibilità tecnologici.
Massimiliano Magrini (00:26:28) - Si, credo
Camilla Scassellati (00:26:28) - che questo sia credo che qualcuno l'abbia chiamato di Iphone momo in questi momenti che stanno cambiando il ceo di invidia, la chiamata di Iphone. Ma in quei momenti che cambiano un po' il panorama di del mercato nel digitale, ma anche tutto quello che facciamo
Massimiliano Magrini (00:26:43) - si, posso anche dirti che noi abbiamo in realtà il settore dell' artificial intelligence appena anche quello che ha permesso molto, che cerca di diventare una ricerca più di dieci anni fa. Abbiamo sempre investito in perché riteniamo che si sia sempre stato un settore molto interessante o in aziende direttamente con o in azienda in cui la componente dai era molto forte. Oggi secondo me la cosa incredibile con l'avvento del cpt e che la tecnologia si è veramente a disposizione di tutti è stato anche con un motore di che è stato negli anni duemila
Camilla Scassellati (00:27:12) - descritte che in inglese si dice disrupt che comunque rivoluzione in un secondo da poter cambiare completamente come uno pensa
Massimiliano Magrini (00:27:20) - però sai guarda, questo è vero, però in realtà anche nel rivoluzionare un settore grande tu in realtà parte da risolvere dal risolvere dei problemi che sembra possono sembrare piccoli. Per esempio ne abbiamo fatto un investimento, una società che si occupa di embedded security, cioè della sicurezza degli oggetti. Quattro anni fa, quando abbiamo fatto l'investimento sembrava un come dire un settore piccolo, in realtà oggi stiamo parlando di miliardi di oggetti e
Camilla Scassellati (00:27:47) - guardando invece se guardiamo un livello sotto quindi abbiamo parlato un po' dei setti, appunto. Hai detto che non è la cosa più importante per voi. Invece se guardi al tipo di start-up o di come sono organizzate le startup o non so che tipo di team, che tipo di founder, ci sono delle caratteristiche che cerchi te, perché visto che sono le cose che funzionano, questa star possa avere successo.
Massimiliano Magrini (00:28:09) - Guarda questa domanda è molto interessante perché mi permette di dare un'altra risposta. È uno dei vantaggi dei fondi di venture capital. È comunque che è fatto da un numero di personalità diverse tra l'uomo e la e la diversità di personalità di un fondo di venture capital è una ricchezza. Quindi le partnership di venture capital sono fatte in maniera tale in cui si cerca di trovare un modo di minimizzare il bypass personali, che ognuno di noi perché sennò ogni fondo andrebbe investire solo in un certo tipo di persone, perché rientra come dire nella fattispecie, siccome tutti noi come soggetti abbiamo dei byte, cioè ci piacciono alcune persone, abbiamo dei pattern che ci permettono di riconoscere sempre quel tipo di pattern. Il fatto che il fango diventò, che tradizionalmente si è organizzato in una partnership dove bisogna cercare consenso tra le diverse anime è uno degli aspetti chiave che minimizza come dire l'emergere di questi byte.
Massimiliano Magrini (00:29:00) - Fatta questa precisazione, è ovvio che ci sono dei pattern importanti dal mio punto di vista quello che ti posso dire che è importante andare a cogliere gli elementi di motivazione. Bisogna andare a cercare di capire cosa nuova un film, perché sta facendo quello che sta facendo e quali sono proprio i driver della sua motivazione. Quello secondo me è un aspetto fondamentale perché e comunque un'avventura molto complicata in cui la statistica dice che sono maggiori le possibilità di successo di quel successo e quindi se le motivazioni del sono molto forti, questo consentirà al di navigare i momenti difficili che ci saranno sicuramente nel corso della vita dei propri. Se le motivazioni non ci sono non sono abbastanza forte, è molto probabile che fanno a un certo punto decide di abbandonare e quindi quell'aspetto è molto importante. Il secondo aspetto importante lo dico sempre questo è un po' l'esempio.
Massimiliano Magrini (00:29:55) - Secondo me tra imprenditore è investitore, ci dev'essere quel momento che io chiamo il momento dell'aeroporto, ci dev'essere quella piacevolezza di voler stare insieme perché ha un rapporto molto intenso. E io dico sempre la prova dell'aeroporto è quella la prova in base alla quale io mi domando ma se io sono all'aeroporto con questa persona e ho un ritardo nell'aereo e ci devo passare dieci ore, ci sto volentieri a fronte delle tematiche, mi fa piacere conversare questa persona o trovo una scusa banale per poter andare via perché non ho volontà di passare del tempo con la persona? Per me è un momento di verifica molto forte.
Camilla Scassellati (00:30:32) - Questo è un ottimo esempio. Si può usare per altre cose nella vita. Infatti ti volevo proprio chiedere questa domanda. Una domanda che mi chiedo spesso perché anche noi parliamo con tante persone e cerchiamo di capire cos'è che le rende speciali, appunto. E poi hai parlato di bias personali che secondo me questo è un altro aspetto molto importante. Come va? Una volta che ha visto questa persona è motivata perché c' è una ragione, diciamo obiettiva, che spinge la sua motivazione. Come va? Anzi, forse al di là della ragione obiettiva, come valuti la loro determinazione? Impegno? Come fai a capire che la motivazione è reale e ciò è veramente nei primi meeting e mi chiedo se effettivamente vivente, capitaliste. Gli investitori devono essere un po' psicologi, perché devono essere capaci di cogliere anche degli aspetti molto personali, che sono non ovvio, non ovvie.
Massimiliano Magrini (00:31:23) - Sono totalmente d'accordo con te. Ed è il motivo per cui io sono un grande estimatore anche di chi ha una formazione diciamo umanistica, perché penso che questi software element siano più facili da comprendere per chi ha quel tipo di formazione. Ed è uno dei motivi per cui io penso che sia una grande valore nei fondi che abita ad avere varietà di background. Perché se tu costruisci una struttura solo di persone bravissime a quantificare tutto, tutti questi aspetti soft di comprensione delle dinamiche, rischi di coglierli e non cogliendo quelle dinamiche. In realtà non cogli l'ottanta per cento di quello che fa un grande futuro o meno. Io sono, per esempio un grande estimatore della capacità di definire dei piani che siano veramente molto male nelle liste, invece che il piano quinquennale, con i numeri precisi fino in fondo è un buon esercizio, ma che alla fine ti consente solo di capire se queste persone sono capaci logicamente di ragionare astrattamente.
Massimiliano Magrini (00:32:18) - Quello che è importante determinare è il piano dei primi tre mesi, poi del piano dei secondi sei mesi ed essere molto puntuali nel definire cosa sta avvenendo. Quei piani molto bottom-up ti dicono la capacità del founder di eseguire le cose che in testa, che sono uno degli altri elementi critici di determinazione o meno del successo di un film
Camilla Scassellati (00:32:39) - é sempre su elementi critici è scritto libro che si chiama fuori dal gregge di cui parleremo, ma metteremo anche il link in shorts e li scrivi che gli imprenditori devono sapere essere evangelisti della propria azienda. Ci puoi spiegare questa idea di evangelizzare? Cosa vuol dire?
Massimiliano Magrini (00:32:55) - Sai, quello è una tipica caratteristica tipi degli investitori, degli imprenditori tecnologici anglosassone. Nel senso che quando un investitore di cultura anglosassone parte la capacità di convincere gli altri sulla bontà della propria iniziativa, è il cinquanta per cento di quello che fanno ed è una invece, delle, purtroppo, dei più grossi fattori limitanti di fondi europei e italiani in particolare, dove la capacità di essere, come dire convincenti e portare il consiglio su quello che si fa è molto, molto più complicata perché in realtà tutte le volte tu founder sa benissimo che sta lavorando a qualcosa che avverrà nei prossimi cinque dieci anni e molti vivono con frustrazione il fatto che gli altri non siano automaticamente in grado di capire quello che stavo facendo. Quindi come reagisce la frustrazione di lavorare al di là del tempo? Definisce quanto sei efficace nel raccontare e convincere gli altri rispetto a quello che stai facendo.
Massimiliano Magrini (00:33:53) - Se invece la vivi come una forte di frustrazione mostruosa e gli altri non ritiene in grado di capire quello che stai facendo in realtà costruire una barriera tra tre gli altri, ma gli altri necessità non necessariamente sono in grado di capire quello stai facendo tu. E quindi quella con L'ispettore è molto delicata e molto chiave.
Inès Makula (00:34:08) - Chiediamo spesso questa domanda perché diciamo che rivela sempre delle lezioni importanti. Quali sono gli errori più comuni che vedi le persone, gli imprenditori? Magari fare quando cercano finanziamenti da un venture capitalist?
Massimiliano Magrini (00:34:21) - Ma sai, ce ne sono di tantissimi collegandosi a quello che dicevo prima, no, quando tu investi early stage. In realtà sei come un talent scout che cercano una rock band, una punk band. Devono essere bravi a suonare quattro accordi bene e deve venire fuori un'anima nel suonare quei quattro accordi. Molti arrivano con la sinfonia di Beethoven Street, ma nella lista che non stai cercando un uno che sia capace di costruire una sinfonia perché la sinfonia arriverà magari tra quindici anni e quindi molti costruiscono questi piani molto anni comprensivi. É quello che secondo me è un limite o magari vengono con piani fatti da altri perfetti ma fatti da altri. Capisci che il loro input è stato limitato? Secondo me la verità è che bisogna cercare di essere se stessi. È il momento di confronto con l'investitore è un momento di anche lì, di riscoperta reciproca.
Massimiliano Magrini (00:35:12) - Anche l'imprenditore nel come dire, nel confrontarsi con bici può avere qualcosa in cambio, che non è solamente l'assegno, perché l'assegno o commitment. Investire avviene purtroppo statisticamente in la percentuale di casi molto bassi. Ma è un momento che sia vissuto bene. Può darti tantissime chiavi per andare avanti e costruire magari meglio quello che stai costruendo, avere dei feedback e poi sono su quelli su cui potrai costruire la tua iniziativa.
Inès Makula (00:35:39) - Quindi secondo me quello che vale la pena fare insieme un po' se stessi, non bisogna anche che poi a questo punto devi continuare se fai finta di essere qualcun altro, poi devi giocare questa facciata e ad un certo punto sarei sgamato. Magari non so se vorrei aggiungere una cosa
Massimiliano Magrini (00:35:52) - è esattamente così, secondo me, essere se stessi e utilizzare questo momento come il momento della verità per cercare di capire se si è pronti a fare quel tipo di
Inès Makula (00:35:59) - di soft e vuoi condividere con noi un esempio di exit di successo che hai guidato, come magari fa ciò di cui abbiamo parlato tanto sul podcast è quali sono stati un po' i fattori chiave che hanno contribuito al loro
Massimiliano Magrini (00:36:10) - successo. Ma sono due storie completamente diverse, allora. Secondo me il caso di Facebook è proprio un caso paradigmatico di quello che noi cerchiamo. Qual è il livello di contribuzione di United? È la relazione. È stata una storia molto interessante perché Nicolò venne da noi hai agli inizi cercava un seed round su un qualcosa in cui lui aveva chiaro, forse il cinquanta per cento di quello. E mi ricordo ancora che non investiamo subito perché ha un paio di domande. Ricordo che Nicolò non fu in grado di rispondermi e noi non ci trovammo, come dire, abbastanza sicuri nel poter fare l'investimento. Però ebbi la fortuna di mantenere la relazione con Nicolò e mi ricordo che dopo due mesi mi chiamò. Andammo a pranzo e mi articolo meglio le cose che stanno facendo e da li investighiamo. E la nostra capacità di assecondare, di supportare Nicolò in tutte le fasi e noi siamo stati l'unico investitore che ha investito dal sig.
Massimiliano Magrini (00:37:06) - Round al primo il pre ex Trump. Siamo stati l'unico che ha come dire ha continuato a investire l'iniziativa e devo dire che essendo stata un'azienda fatta da italiani emanata sostanzialmente al giorno uno in Inghilterra, quindi una global compact dal giorno uno l'aspetto di vicinanza culturale. Però tra noi Nicolò è sempre stata una scossa positiva per entrambi, per noi, ma anche per lui avere la possibilità di confrontarsi prima e dopo dei board, la capacità di analizzare certe cose fuori dai contesti formali. Penso che sia stato anche una delle chiavi del successo del rapporto che abbiamo avuto reciprocamente. Ed è una bellissima storia, perché penso che Niccolò sia un founder a trecentosessanta gradi uno capace di discutere di tecnologia, di codice, ma anche di modelli di business, ma anche di exit di modelli finanziari è veramente quel fund? Era tra sessanta gradi che vorremmo incontrare spesso cerchiamo di
Inès Makula (00:38:00) - fund, anzi siamo molto felici che è stato il primo jazz, il nostro podcast quando avevamo cento cento ascolti danno i nostri amici, ci avevamo visto lungo e anche noi, anche se non conoscevamo il mondo del gaming no scherzo. In realtà Niccolò è un amico di famiglia, quindi era l'unico imprenditore che conoscevamo il momento di lanciare il podcast. Benissimo quello che ha detto, perché mi piace questa storia, anche perché il primo rapporto che ho avuto non era andato, questo non era non era non avete investito la prima volta che l'avete visto però prendendo il feedback e lui prende il feedback andando un po' avanti e rendendosi magari avendo più le idee chiare su quello che voleva. Poi siete riusciti a lavorare insieme, quindi un no non vuol dire che è sempre un no. Questa è una cosa bella,
Massimiliano Magrini (00:38:39) - questo è molto vero. E tra l'altro non è l'unica volta che ci è successo, perché la stessa cosa ci è successo con Electra, per esempio, non abbiamo investito nel seed round, abbiamo investito nel round successivo, però abbiamo mantenuto un rapporto con questa persona e anche vedere queste persone che tipo di rapporto mantengono con l'investitore ti dà la possibilità di conoscerci reciprocamente. E questo secondo aspetto molto molto interessante. Perché una persona che riesce a validare positivamente i feedback ricevuto lavorarci vuol dire che è una persona razionale, che riesce a mettere via gli aspetti emotivi e concentrarsi sulle cose che hanno veramente.
Inès Makula (00:39:13) - Esatto. Non prenderla personalmente è una cosa che tante persone magari critiche feedback le prendo. Poi quando l'azienda diventa praticamente un pezzo di te stesso, penso che tante persone magari diventano difensivi, si sentono quasi aggredite personalmente.
Massimiliano Magrini (00:39:26) - Questa è una cosa verissima. Questo vale per gli investitori é quanto per gli imprenditori. Io penso che le persone è successo siano persone che siano state in grado di fare i conti col proprio ego. Questo vale sia per gli imprenditori che peri, perché sennò tu non riesci mai a entrare a risolvere i problemi, perché i problemi vengono nascosti da altre cose e vengono visti un po', come diceva Platone, come l'ombra della mai per quello che sono. Quindi quello è un aspetto fondamentale.
Inès Makula (00:39:50) – E invece qual è il significato del venture capital per te personalmente e come credi che possa contribuire a risolvere le sfide della nostra società in un'epoca di cambiamento così epocale?
Massimiliano Magrini (00:40:02) - Ora, io penso che il venture capital sia una risorsa chiave per fare, come dire quello che finirei la politica economica di mercato, non una politica economica centralizzata di qualcuno che stanno chiusa una stanza e decide come avverrà il futuro, ma come qualcuno che spende abbastanza tempo con gli imprenditori per capire quali sono le dinamiche però avendo chiaro che il senso di responsabilità di quello che fai va anche nella direzione di risolvere i grandi prodotti. E oggi ovviamente abbiamo tutti delle grandi priorità come società. E io penso che alcune delle risposte più importanti i problemi che abbiamo oggi verranno da imprenditori che verranno messe nelle condizioni di poter fare quello che fanno, anche grazie ad Alec
Inès Makula (00:40:44) - e passando a delle domande un pochino più personali. Ti volevo chiedere cosa ti rende più fiero del lavoro che fai?
Massimiliano Magrini (00:40:50) - Guarda, questa è un'altra. Bellissima domanda e ci stavo pensando a pochi giorni fa e la risposta è molto chiaro. E io penso che in questi anni da Annapurna United Ventures di avere contribuito a formare professionalità che oggi sul mercato sono diventati dei gestori di venture capital, dei funghi di successo. E questo per me è la mia più grossa soddisfazione. È la mia lega, sia più importante come professionisti tra
Inès Makula (00:41:11) - l'altro ci ha molta voglia di chiederti una vana perché vediamo una bicicletta dietro di te e ti volevo chiedere se era una sua passione e e che cosa impari andando in bici.
Massimiliano Magrini (00:41:20) - La bicicletta si è una mia grandissima passione, eh? Che a volte corre il rischio di diventare totalizzante, quindi va gestita con cura, ma secondo me il tema dell'innovazione e della costruzione di impresa innovativa e non sporchi endurance devi avere la capacità di resistere alla fatica anche quando sembra insormontabile. E la bicicletta da questo punto di vista è una grande maestra di vita dopo una salita c'è sempre una discesa. In realtà anche quando pensi che l'energia di non averle più, poi magicamente ti ritornano, non riesce ad arrivare alla fine. Quindi da questo punto di vista penso che sia una grande maestra di vita.
Camilla Scassellati (00:41:51) - che un commento su quello sulle energie che spariscono. Una cosa di cui mi rendo sempre conto quando faccio sport difficili o fatica è che la tua mente e penso che sia forse una metafora anche per l'imprenditore ora che ci penso che la tua mente quando stai facendo tantissima fatica pensa ok, non ce la faccio più, devo mollare e poi quando ti fermi dici ma in realtà non era cosa difficile possa ricominciare. Quindi è vero che questi sport in your hands ti aiuterò molto anche con il resto della vita.
Massimiliano Magrini (00:42:21) - Assolutamente. Bisogna però anche saperli gestire perché lo sport di endurance te anche delle endorfine particolari, quindi non bisogna neanche diventarne addicted.
Inès Makula (00:42:28) - Dopo, infatti lo sport è una cosa di cui alla fine bellissimo parallelismo trasporti e imprenditoria. Infatti abbiamo intervistato qualche sportivo proprio professionista e anche qualche ex sportivo. Perché quello che dici proprio tu non andare oltre ai propri limiti, non mollare, sono cose che sono, che poi diventano veramente parte del percorso di un imprenditore. E siamo arrivati alla fine della nostra intervista che concludiamo sempre con la stessa domanda Ti volevo chiedere secondo te in che modo la tua italianità ha contribuito al tuo successo?
Massimiliano Magrini (00:43:00) - Io sono un grande fautore di quello che definisco il meglio dei due mondi e a me piace tantissimo prendere i punti di forza della nostra cultura che secondo me sì, come dire, manifesta, più evidente nella nostra capacità di avere un approccio umanistico alle cose, ad avere una centralità basata sulla persona sempre molto importante. Mi piacciono ovviamente la cultura anglosassone, perché è quella che puoi, ti mette sempre nelle condizioni di fare qualcosa di nuovo, di avere un'attitudine a rischio molto forte tutte le volte che fallisce. Puoi ricominciare. Quel tipo di approccio di quella cultura mi piace tantissimo, però penso che abbia un limite nel riconoscimento del valore della persona. Invece il nostro la nostra cultura, diciamo italiana, è sempre molto centrata sul valore della persona. Quindi cercare di mettere insieme questi due pezzi secondo me è sempre stato una delle mie proprietà.
Camilla Scassellati (00:43:48) - Come nell'esempio di Niccolò è bello trovarsi tra Italia, è una startup all' estero. Trovare un investitore italiano che possa supportarti anche nella tua esperienza all' estero deve essere molto bello.
Massimiliano Magrini (00:44:00) - Quindi guarda, tieni conto che gli ecosistemi più di successo sono ecosistemi di persone. Sono state capaci di utilizzare il loro elemento culturale come effetto network per fare la costruzione are. Portare al successo i loro ecosistemi a livello globale è uno degli elementi critici del successo di quegli elementi. Forse noi non abbiamo ancora sfruttato al cento percento.
Camilla Scassellati (00:44:21) – Ti ringraziamo Massimiliano moltissimo di aver partecipato al podcast e in maniera così succinta e concisa che non succede. Spesso è riuscito a toccare a tantissimi temi importanti per chi vuole fare startup, ma anche generalmente per parlare dell'ecosistema imprenditoria in Italia del ruolo del venture capital penso che abbiamo parlato veramente di tante cose e poi di aver scoperto il tuo percorso è sempre una delle cose che ci emoziona di più. Quindi grazie mille di aver partecipato e speriamo di rincontrarci presto.
Massimiliano Magrini (00:44:50) – Grazie a voi.