Sabrina Fiorentino CEO e Founder di Sestre

 

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Sestre Supplements è una startup femtech che mira a diventare punto di riferimento per i nutrienti dedicati al benessere femminile.

La storia di Sabrina ci ha colpite per la tanta tenacia che Sabrina ha dimostrato nel suo percorso e il suo saper raccontare un percorso di crescita personale profondo. Nata e cresciuta in un piccolo paese in Puglia, Sabrina ha dovuto abbattere tanti ostacoli per arrivare prima a Milano dove lavorava in un'azienda farmaceutica durante la settimana e in farmacia il week-end poi a lanciare la sua propria azienda.

Scoperta una passione per la nutraceutica, la disciplina che unisce la nutrizione e la farmaceutica, Per iniziare il suo percorso imprenditoriale decide di tornare in Puglia e lanciare una startup che produce integratori  per sostenere e favorire la fertilità, Sestre nasce dalla

La sua mission è chiara, ma non ha consapevolezza di cosa va incontro quando lancia Sestre. Una volta partita, Sabrina brucia velocemente tutti i suoi risparmi e deve affrontare una serie di delusioni e cadute che non si aspetta dalla vita da imprenditrice. Ma piano piano la strada si sblocca. Il fatturato cresce e quest’anno hanno previsto di raggiungere 1 milione di euro di fatturato. Ad oggi Sestre ha raccolto 250 mila euro da CDP e Bando Regione Puglia e si sta preparando per una raccolta da oltre un milione di euro, programmata per il prossimo anno.

Questa storia ci dimostra che non c’è bisogno di essere perfetti, l’importante è lanciarsi ed essere determinati, perché alla fine il lavoro e il sacrificio portano sempre risultati.

 

TRANSCRIZIONE EPISODIO

Inès Makula (00:00:00) - Sabrina, il contesto in cui sei cresciuta è una parte centrale della tua storia e vogliamo scoprirla un po' di più con te. Ci puoi raccontare del paese in cui sei

 

Sabrina Fiorentino (00:00:08) - cresciuta e un po' della tua famiglia? Certo, ciao a tutti e a tutte. Partire dal mio paese mi fa sempre molto piacere perché è un po' l'elemento che contraddistingue la nostra storia di startup perché il mio paese si chiama Trinitapoli, di un paese piccolissimo che non si conosce però proprio per il legame, l'attaccamento che io ho al mio territorio, continuo a mantenere la sede legale a Trinitapoli, quindi è evidente quando andiamo in fiera questo paesino rispetto magari alle altre città. E in realtà un paese che mi ha dato gioie, un attaccamento a questo paese, naturalmente è un contesto anche che è stato sempre molto problematico e che mi ha messo anche molto in difficoltà molto spesso inconsapevolmente. Quindi io sono nata e cresciuta qui e naturalmente in una città più vicina è Bari, quindi noi ci troviamo nel nord barese quasi diciamo verso il gargano e quindi non abbiamo degli esempi anche role model, proprio come idea di donna imprenditrice piuttosto che di donna controcorrente.

 

Sabrina Fiorentino (00:01:10) - Ma l'immagine che noi avevamo della nostra società era la donna madre di famiglia che comunque rimaneva all'interno del suo nucleo familiare e quindi la mia è stata anche un po' piano piano una decostruzione di questa idea di donna perché quando sei troppo dentro non ti rendi neanche conto di quella che possa essere la cosa giusta, la capisci nel tempo e una ricostruzione poi della realtà che io volevo in viso e realtà portare nel mio territorio. Quindi Trinitapoli rappresenta tanto ed è anche un po' quando Mi trovo a parlare anche con le mie socie che mi chiedono ma la sede legale di Sestre rimarrà sempre a Trinitapoli, non possiamo spostarla a Milano, a Bari, no deve rimanere Trinitapoli perché Trinitapoli racconta tanto su quello che è appunto il mio percorso come persona e poi di conseguenza la storia dell'azienda. E I tuoi genitori in questo paesino cosa facevano e cosa fanno magari tuttora? Vengo da una famiglia, da una generazione di panificatori, quindi mio padre ha un panificio che ha naturalmente preso, ereditato da mio nonno, mia zia ha anche un altro panificio, il mio attuale compagno è un panificatore, quindi io sono all'interno di questo mestiere che io naturalmente sono follemente innamorata, questa forma di artigianato che viene definita arte bianca in cui però il lavoro diventa quasi sinonimo di sacrificio.

 

Sabrina Fiorentino (00:02:41) - Anche questo ha molto spesso influenzato le mie scelte e anche costruito la mia persona. Quindi quando parlo di famiglia di panificatori significa magari nella generazione di mio nonno erano persone che si svegliavano di notte per produrre il pane per il paese. Fortunatamente questo non succede più perché c'è la tecnologia al servizio e anche in questo devo dire che in un paese piccolo come Trinitapoli c'è anche questa evoluzione. E diciamo che mio padre è stato molto importante anche nelle scelte imprenditoriali e devo dire che avere in famiglia una persona che poteva essere mio nonno, così come mio padre, che riusciva a gestire un'azienda con tala naturalezza, naturalmente ha portato in me anche il desiderio di farlo senza pensare alle difficoltà, perché come lui gestiva l'azienda, il panificio, con passione, quasi tu lo percepisci senza una difficoltà, ma come è una cosa naturale? Poi io ricordo sempre le parole di mio nonno che nella sua ingenuità mi ricordava che io potevo realizzarmi come persona soltanto una volta realizzata come professionista, perché diciamo questo è un po' anche il se vogliamo la caratteristica del che mi sono portata come retaggio dal mio paese che purtroppo il lavoro non nobilita soltanto all'uomo cioè si passa sempre il concetto che il lavoro ha nobilità all'uomo.

 

Sabrina Fiorentino (00:04:03) - Quello che ho capito a distanza di anni è che in realtà nel contesto in cui vivevo il lavoro andava a identificare un uomo, quindi che è un concetto ben diverso, però io questo lo ho capito più tardi, quindi che in realtà adesso sto cercando di separare anche la persona dal lavoro che fa, ma nel contesto che vivo e che ho sempre vissuto non c'era questa distinzione e infatti mi ricordo anche molto spesso quando io magari dopo un esame universitario, piuttosto dopo aver preso un bel voto a scuola, io volevo festeggiarlo, quindi mi sentivo, avevo il desiderio di festeggiare, di andare a fare un giro con gli amici, invece mi ricordo comunque mio padre che diceva no, si lavora, prima perché lo studio quasi era una cosa diversa da lavoro, quindi il lavoro invece doveva esserci sempre proprio come forma di identità all'interno del proprio contesto sociale, quindi forse un po' di retaggio culturale che con crescendo e con naturalmente poi I vari ambienti che ho vissuto, che ho avuto l'opportunità di conoscere, ho cominciato a vedere in maniera

 

Inès Makula (00:05:17) - oggettiva. E tu dentro questo panificio, la piccolina, immagino che ci è passato tanto tempo ma ci lavoravi anche magari il weekend aiutavi la famiglia o comunque magari visto che comunque nel tuo paese era forse più gli uomini che lavoravano era qualcosa a cui non eri esposta?

 

Sabrina Fiorentino (00:05:33) - Allora sì, questo mette in luce un altro elemento. Allora, la nostra era una casa-bottega, quindi era un po' la famiglia, quindi il concetto di famiglia mi è stato sempre trasmesso con molta importanza, quindi è un valore fondamentale che contraddistingue la mia famiglia e quindi che mi porto dentro. La casa bottega significa questo, cioè fare il bene della famiglia significa anche contribuire al lavoro che sta facendo la tua famiglia. Quindi per noi era quasi, all'inizio lo prendevi un po' come un gioco, il fatto di aiutare mamma o mio padre mentre si lavorava, oppure durante il periodo di Natale o durante le feste. Io mi ricordo anche questa cosa, che nel contesto in cui sono cresciuta era molto raro o meglio c'erano, ma erano comunque delle eccezioni, vedere quelle donne indipendenti che lavoravano quindi non rimanevano a casa e quindi che realizzavano la propria carriera professionale.

 

Sabrina Fiorentino (00:06:25) - Mia madre entrava in un'eccezione comunque perché era una mamma che non riusciva a dedicarsi ai figli dalla mattina alla sera, piuttosto portava noi al lavoro. Io mi ricordo che se all'inizio vedevo questo come un essere messo da parte rispetto magari alla mamma di una mia amica che aveva invece più tempo dedicato a loro, Poi anche con il tempo mi piaceva il fatto che comunque mia madre si distinguesse dagli altri e che portasse anche il suo contributo nel lavoro familiare e quindi penso che anche questa è stata una piccola diciamo caratteristica familiare che mi sono portata dietro. Sì, sicuramente, esatto, avere una mamma già che lavora, anche in nostri

 

Inès Makula (00:07:06) - tempi non era così banale, ma io sono cresciuta tra Milano e Roma, le madri non lavoravano e tante madri dei miei amici non lavoravano, quindi non è banalissimo proprio per la nostra generazione avere madri in carriera, o comunque già solo che lavoravano, adesso penso che per le nuove generazioni sono cambiate tante cose e il meno male e tu ci avevi anche descritto un po' il contesto sociale e culturale del tuo paese come molto conservatore anche con una mentalità abbastanza chiusa ci puoi spiegare magari meglio in che modo e questa cosa si proiettava diciamo ti metteva angoscia questa cosa crescendo quando sei poi magari risa conto perché da piccola immagino che magari non ci fai neanche caso, però crescendo ti ha portato, ti ha dato ansia.

 

Sabrina Fiorentino (00:07:41) - Allora sì, perché hai detto una cosa giustissima, che quando sei troppo dentro non ti rendi conto, quindi pensi che sia tutto giusto perché comunque è la tua vita, il tuo contesto. Poi c'è una consapevolezza che viene con il tempo e quindi io Mi ricordo che le prime prese di posizione, forme di consapevolezza sono arrivate all'università perché comunque io ho fatto l'università sempre in Puglia, però a Bari quindi mi sono spostata e lì ho cominciato proprio a nutrire questa voglia di evadere, nel momento in cui si vive comunque l'università si è un caos all'interno, perché magari non si sa cosa si vuole fare e io dico sempre che in realtà quel caos è bellissimo, perché poi da quel caos viene fuori tutto, viene fuori la vita perché appunto la vita è fatta diciamo da questa sensazione di caos. Però è proprio quel caos che inizia a mettere in discussione tutte quelle che sono state le tue certezze e quindi anche il solo fatto di riuscire a desiderare una vita che non fosse quella nel tuo paese, già quella per me era una presa di posizione già molto distante dall'idea che avevo avuto di me stessa nel mio contesto fino a quel momento.

 

Sabrina Fiorentino (00:09:01) - Quindi sono state una serie di prese di micro-scienza. Io dico sempre che è tutto un percorso che si vive. Quindi poi in base anche alle opportunità che ti crei, perché normalmente non sempre ti arrivano, ma che ti crei, inizi a comprendere qualcosa in più che ti porterà poi a realizzarlo in maniera diversa. Ognuno lo realizza in maniera diversa, lo hai realizzato con Sestre, però è un percorso non sempre rapidissimo, perché dipende anche da dove si viene e con chi ti interfacci. Certo, poi più uno scopre il mondo più si allarga questo mondo infatti perché uno spinge spesso e

 

Inès Makula (00:09:42) - si sente dire ah fai l'esperienza all'estero, fai qua, fai là, fai più esperienze possibile proprio perché ti si apre questo mondo che all'inizio è molto piccolo, dipende da dove sei, cresciuto ovviamente in che ambiente può essere più o meno piccolo, ma comunque fa bene a tutti uscire un po' dalla comfort zone, mettersi in gioco, aprire un po' questo mondo. Ed è per questo che tante persone vogliono e riconoscono questo anche poi sul mondo del lavoro.

 

Sabrina Fiorentino (00:10:02) - Esatto e su questo mi lego, che mi è sbloccato un aneddoto di quando, forse faccio un passo in avanti, però mi ricordo questo momento in cui sono stata, diciamo, fuori a Manchester, lo so che sto anticipando però è molto importante proprio da capire. In quel momento quando ero fuori dal contesto non soltanto Italia, diciamo paese in cui vivevo, Puglia, Italia, io come se in quel momento era la prima volta che io mi allontanavo dalla mia comfort zone, io ho avuto come quella sensazione di vedere per la prima volta la mia vita in maniera oggettiva. Quindi era come, non so se avete mai vissuto, una sensazione in cui è come se ti sedessi esternamente e vedi dall'alto la vita che hai vissuto e la vita che sei in quel contesto. E quindi questo secondo me è fondamentale per prendere delle decisioni importanti nella vita perché devi necessariamente in un momento renderti esterna a quello che stai vivendo per prendere delle decisioni anche oggettive per il tuo futuro. Naturalmente io l'ho fatto in una fase in cui dovevo scegliere dopo la laurea che cosa fare della mia vita e quel vedere la mia vita con gli occhi diversi mi è servito tantissimo ed è per questo che come abbiamo detto prima Ines è giusto invitare I giovani soprattutto a vedere di fuori del proprio paese, quindi della propria comfort zone.

 

Sabrina Fiorentino (00:11:33) - Sì, uno guarda poi tutto con occhi diversi, anche la propria città

 

Inès Makula (00:11:36) - con gli occhi diversi. Prima, soprattutto italiani, mi ricordo uno sottovaluto, anche solo la bellezza del nostro paese, della nostra città poi va all'estero e quando torna riguarda tutto in maniera totalmente diversa, no? Che fortuna che abbiamo tutta questa bellezza che non la vedi quando ci sei dentro tutti I giorni. E tornando un attimo al periodo anche del solo della scuola, tu sei sempre stata una ragazza molto anche inquadrata, premiata con testati di merito, quindi molto brava, meticolosa, studiosa, però ci hai messo tanto a prendere coscienza di questa tua bravura, ti sai spiegare perché?

 

Sabrina Fiorentino (00:12:08) - Allora, sì, effettivamente parlando di oggettività, io oggi dico, però effettivamente ero sempre tra quelle più brave della classe, quelle che passava il compito, che nel suo esame di stato era quella che doveva fare compito di matematica e aiutare gli altri, ero sempre diciamo, poi naturalmente ci ranno proprio degli attestati come la migliore della classe, però io questi cosi è come se non li avessi mai presi veramente sul serio. Cioè è come se ci dicono ah vabbè si è capitato, ah sì sì si è capitato e io questa risposta me la sono data ora, cioè ora ti dico diciamo negli ultimi anni, perché è come se diciamo il concetto di se stessa che manca quindi il ritorna sempre il concetto di coscienza della propria identità nel momento in cui non ti conosci e quindi non hai coscienza di te stessa non puoi neanche valutare quello che ti succede come una cosa giusta. Se non sai di valere 100, tutto quello che dall'esterno ti dice che vali 100, tu lo metterai sempre in discussione. Quindi fa parte anche un po' della crescita della persona. Infatti io dico sempre, anche nel contesto lavorativo, nel contesto della mia startup, Io oggi posso dire che il mio sogno, quello che immaginavo, l'ho raggiunto, l'ho superato.

 

Sabrina Fiorentino (00:13:37) - Ma in realtà adesso ne ho tanti altri obiettivi, perché man mano che aumenta la consapevolezza che ho di me stessa, aumenta l'ambizione a cui sono diretta. Quindi è come se ogni anno supero quel gradino di consapevolezza di me stessa e quindi alzo il livello, l'asticella e quindi voglio raggiungere degli obiettivi sempre maggiori. Perché mi rendo conto che non ho limiti fisici, non ho limiti mentali se non me stessa. Quindi nel momento in cui trovo gli strumenti giusti per raggiungerli, posso farlo. Però effettivamente quando sei piccola forse ci sono troppe cose che succedono all'interno della società che non ti fanno raggiungere facilmente questa consapevolezza, perché tu vedi sempre la stessa cosa.

 

Sabrina Fiorentino (00:14:32) - Invece forse anche il fatto che la diversità che si vive soprattutto in contesti sociali metropolitani oppure all'estero ti dà subito il confronto con la diversità che io non ho mai invece vissuto. Io ho vissuto sempre quel tipo di ambiente sociale e non avevo l'opportunità di vedere altro. E oggi quando parlo anche di successo, il successo ha molte sfumature, Ad oggi non dico di raggiunto ancora il successo in previsore, perché ho già un altro obiettivo da raggiungere e quindi diciamo dipende, però ho raggiunto tanti altri successi, perché so che magari è stato più difficile realizzare, rendere concreto il sogno che avevo, però in quel tempo che è passato io non ho soltanto realizzato il mio sogno ma ho anche generato una trasformazione nel tessuto che mi circondava quindi per questo quando mi dicono e vabbè ma questo dovevi farlo in un anno e l'hai fatto in due. Io dico, non fa niente. Cioè tu non sai in quei due anni cos'altro ho fatto nel pezzettino di territorio che vivo.

 

Sabrina Fiorentino (00:15:39) - Quindi per me sono poi tante le situazioni che si creano intorno a te durante questo percorso. E Parlando un po' dei tuoi

 

Inès Makula (00:15:48) - sogni, infatti abbiamo detto che hai studiato, sei sempre motivata e poi I tuoi sogni sono anche cambiati, si sono trasformati, ma quando sei nata all'università che sogno avevi? Sapevi già

 

Sabrina Fiorentino (00:15:58) - cosa avresti fatto, cosa hai studiato? Avevi già un po' una traiettoria in mente? Sì, molto sfocata ma ce l'avevo. Questa è poi la verità, è che la passione per la chimica ma con una verticale sulla natura, quindi la nutraceutica, quello di cui mi occupo, quindi alimenti e salute è sempre stato il ciollo che mi attraeva maggiormente, però in quel momento ho tante opportunità che si palesano, cioè quella cosa che va più di moda, cioè entrare in una corpora e pure andare a lavorare in un'azienda in particolare o piuttosto fare la farmacista in una città. Ci erano tante cose che magari in quel momento erano di tendenza, però io avevo sempre questa passione che mi portavo dentro come parallela a tutto questo, o meglio qualsiasi cosa io facessi sin dall'università e quindi anche dalla tesi era sempre con l'unico obiettivo di comprendere sempre di più il mondo della nutraceutica, quindi quando io ero all'università ho scelto la tesi sull'Olio extravergine d'oliva che è uno degli alimenti nutraceutici per eccellenza, quindi ho richiesto quello.

 

Sabrina Fiorentino (00:17:06) - Quando ho vinto per esempio il dottorato di ricerca, che è una cosa a cui si ambiva anche come post laurea, quindi un dottorato di tre anni, quindi un gradino in più a livello accademico, in realtà poiché il dottorato era su un argomento che non rientrava in questi che io desideravo, io l'ho rifiutato e mi ricordo che è stato uno dei rifiuti più brutti della mia vita perché sono ritrovata a non fare niente. Io poi per sei mesi non ho fatto nulla e quindi ogni giorno in questi sei mesi, non so adesso quante sono, ma ogni giorno rimpiangevo il rifiuto perché non avevo rifiutato per avere qualcosa altro, per non avere niente. Però quel no è importantissimo perché tu in realtà stai piano piano costruendo un pezzettino di quello che è l'aggiungete del l'obiettivo. Io non sapevo che cosa avrei fatto con la nutraceutica, sapevo che mi piaceva e che tutto quello che dovevo studiare mi doveva servire a ampliare il bagaglio su questo tipo di argomento. Quindi se dovevo comprare un libro lo compravo su questo argomento, se dovevo fare una scelta la facevo sempre verso questa mia attitudine e tendenza.

 

Sabrina Fiorentino (00:18:20) - Devo dire che in occhio ho dato durante questo percorso, pur e molto sofferti, a distanza di tempo, sono dimostrati coraggiosi e hanno confermato poi il percorso che mi stavo pian piano delineando. Quindi diciamo che c'è sempre stato, però nel frattempo sapevo di non essere pronta a fare il passo, quindi dovevo fare tante altre cose per apprendere quello

 

Inès Makula (00:18:45) - che era il mondo che io ancora non conoscevo che era il mondo del lavoro. Quindi hai studiato diciamo farmacia con una specialità specializzazione sulla nutraceutica?

 

Sabrina Fiorentino (00:18:53) - Sì diciamo che farmacia all'epoca quando l'ho fatta io non aveva ancora un ramo specifico della nutraceutica però si poteva scegliere come aggiunta quindi magari se dovevo fare la tesi io la sceglievo sulla nutraceutica, se dovevo chiedere un approfondimento al professore lo facevo su quello. Oggi devo dire che a distanza di 9 anni, non voglio dirlo meno, 9 anni, si è a distanza di 9 anni, fa sempre fatica a fare I calcoli quando passano pochi anni, a distanza di 9 anni adesso la Facoltà di Farmacia di Bari ha proprio un corso specifico sulla nutraceutica quindi tutta questa materia che quando piaceva a me in realtà era ancora poco diffusa adesso è diventata anche addirittura un corso di studi, quindi sono anche su questo punto di vista molto soddisfatta. All'epoca erano proprio piccole scelte che in realtà potevo fare. In questo percorso di studi ci hai detto prima che sei partita anche a Manchester, dove

 

Inès Makula (00:19:47) - hai fatto un anno di scambio?

 

Sabrina Fiorentino (00:19:49) - Sì, in realtà sono stata qualche mese proprio dalla disperazione del rifiuto del dottorato di ricerca. Ok quindi fate alla fine, volevo capire il dottorato alla fine che sei andata. Sì perché dopo aver rifiuto del dottorato ho detto a caspita io qui mi sto logorando perché non avevo altre opportunità proprio perché non era ancora scattata l'idea di cercare lavoro altrui. Io comunque sono sempre in Puglia in cui opportunità in ambito farmaceutico non ce ne sono. Quindi io ero lì che volevo cercare qualcosa che fosse in linea con le mie aspettative ma non c'era niente e quindi lì per non continuare a disperarmi ho detto basta, adesso è il tempo di andare via e capire cosa deve succedere e quindi di là diciamo sono trasferita a Manchester per qualche mese e quindi di là ho preso consapevolezza di quello che dovevo fare per realizzare il mio obiettivo, quindi uscire dalla comfort zone, capire che ok voglio bene il mio territorio, voglio bene la mia terra, ma devo andare altrove per restituire qualcosa, non posso ora cogliere nulla da questo territorio.

 

Sabrina Fiorentino (00:20:50) - Quindi ho preso poi questa consapevolezza. Quando prendi coscienza di queste cose poi si realizzano anche, le opportunità si creano. Infatti poi sono stata chiamata a Milano per lavorare in un'azienda farmaceutica che era una delle due aziende che avevo tra gli obiettivi lavorativi e quindi poi mi sono trasferita a Milano. L'ipotetico non dici che ti hanno chiamato

 

Inès Makula (00:21:09) - però l'opportunità l'hai cercata tu, hai fatto domanda, ecco, non ve lo sono chiarificato questo prima se gli ascoltatori che magari pensano che sei stata trovata magicamente, no,

 

Sabrina Fiorentino (00:21:19) - infatti ti sei identificato qual era l'azienda farmaceutica per la quale vuoi lavorare, hai mandato la tua candidatura e sei stata presa. Dopo nove mesi mi hanno richiamato, Cioè per dire comunque devi trovare le opportunità e poi sì diciamo io ho detto nel mio caso era è arrivata il momento in cui ero pronta per accettare quella chiamata, quella proposta

 

Inès Makula (00:21:41) - però ne ho mandate tantissime di candidature nel frattempo. Sempre importante sottolinearlo e non farsi scoraggiare perché so che tra l'altro questo è anche un momento particolarmente difficile per tutti per trovare lavoro e ci sono questi cicli però non bisogno mollare non farsi abbattere, magari bisogna aspettare nove mesi per alcuna opportunità può arrivare. Durante la settimana facevi l'analista chimica in questa azienda farmaceutica e poi weekend lavoravi in una farmacia, quindi lavoravi sette giorni su sette. Perché lo facevi? Era per dimostrare qualcosa a qualcuno?

 

Inès Makula (00:22:08) - Era per mantenerti? Era per imparare

 

Sabrina Fiorentino (00:22:10) - sempre di più? Qual era un po' questo sacrificio comunque di lavorare tutti I giorni a settimana? Allora, in realtà io non lo definisco neanche sacrificio perché forse è stata anche la parte più divertente della mia vista perché è la prima esperienza lavorativa. Quindi nel mio ambito, perché poi precedentemente io ho sempre lavorato, però magari nel laboratorio di miei oppure aiutando I miei genitori quindi non era il lavoro che mi apparteneva. Quindi riuscire per la prima volta a lavorare ed essere retribuita quindi dopo la miriade di tirocini che fa in giro per il territorio ed essere retribuita per quello per cui è studiato per me era meraviglioso, quindi sarei stata disposta a lavorare veramente 24 su 24 e poi lavoravo in contesti differenti che mi erano molto stimolanti perché io al venerdì al venerdì ricordiamoci sempre che io non sapevo quando, non sapevo come, ma avevo sempre chiaro che io a una certa sa ritornata a crearmi la mia realtà a Trinitapoli, non sapevo che cosa sarebbe stata, non sapevo se immaginarmi un'azienda, una startup, una consulente, non sapevo che cosa dovevo fare ma sapevo che comunque avevo bisogno di accumulare esperienza e quindi principalmente era per apprendere più cose possibili, quindi anche per escludere determinate attività perché quando poi ti laurei hai x opportunità.

 

Sabrina Fiorentino (00:23:36) - Noi come farmacisti potevamo lavorare in farmacia, lavorare in azienda, fare gli informatori scientifici, fare I ricercatori. Diciamo che io ho fatto tutto perché dovevo essere sicura di escludere quel tipo di lavoro. Quindi ho fatto anche la farmacia ospedale, era comunque gli ho provate tutte. Quindi adesso era il momento di fare la farmacista e lavorare in azienda. Quindi io in azienda diciamo prendevo quello che era il contesto corporate, quindi I flussi di lavoro, lavorare in team e portavo avanti anche tutta la parte chimica di ricercatrice che mi piaceva tanto.

 

Sabrina Fiorentino (00:24:05) - E poi invece nel weekend facevo la farmacista e quindi per me fare la farmacista e quindi significava mantenere il rapporto con la gente che invece in un contesto azionale non succede. E continuare a lavorare come farmacista mi ha fatto comprendere il bisogno delle persone perché lavoravo in una farmacia che il sabato e la domenica quindi dove si presentavano veramente centinaia di persone al giorno e quindi ascoltavo centinaia di bisogni differenti e di là poi è nato anche il individuo individuato quel bisogno dal quale poi è nata la mia startup quindi sono state le domande delle persone che vengono in farmacia a farmi chiedere ma allora non c'è un supporto nutraceutico per la fertilità e quindi di là poi è nato tutto, quindi se io non fossi stata lì ad ascoltare la gente non avrei mai perso consapevolezza di questo bisogno che esisteva, quindi erano ambienti molto diversi tra di loro che mi stimolavano in maniera diversa, mi facevano crescere in maniera diversa, quindi poi l'ho fatto per un periodo di tempo, nel senso capiamo, ero comunque in una città dove dovevo mantenermi da sola e quindi già lì questo richiede. Poi Milano, adesso la situazione è anche peggiorata, quindi sono vicino anche a tutti quei lavoratori che continuano a lavorare magari con tirocinio perché mi rendo conto che in primo periodo come tirocinante non riuscivo a arrivare a fine mese quindi l'opportunità in farmacia è stata colta principalmente per una questione diciamo di soldi e con anche quella voglia di lavorare e di mettersi in discussione quindi sono state una serie di elementi che mi hanno portato a lavorare per circa due anni dal lunedì alla domenica quindi senza considerarlo come sacrificio E qui ritorna il lavoro dei miei genitori.

 

Sabrina Fiorentino (00:25:54) - Io penso che anche questo abbia influenzato tanto, perché io sono sempre stata abituata a vedere I miei genitori lavorare dalla mattina alla sera, proprio per il concetto di lavoro che loro mi hanno trasmesso. Non era un lavoro fatto ad ora, cioè mai ho sentito parlare ai miei genitori e devo lavorare fino alle otto. Hanno mai pensato al lavoro come ore dedicate a quell'attività, ma hanno sempre fatto il lavoro guidato dalla passione e dal voler soddisfare I clienti e soddisfare I propri dipendenti. Quindi questo concetto in maniera quasi per osmosi mi è stata trasmessa. Anzi, mi ricordo I primi giorni che lavoravo in azienda, che finivo alle cinque e mezza e dicevo, adesso ho tutto questo tempo.

 

Sabrina Fiorentino (00:26:46) - Quindi fermi a bere quel tempo alle 5 e mezza in poi. Per me era tantissimo, era tantissimo. Quindi penso che sia stata un po' influenzata. Certo, esatto.

 

Inès Makula (00:26:56) - Quando uno compara rispetto al lavoro che magari fanno I tuoi genitori, rispetto magari a altri lavori ti cambia tutta la prospettiva, dipendere a chi ti compari. E comunque non è una cosa banale di lavorare a un'età in cui arrivi a Milano, a nuova città, perché ai tati servono ovviamente tutti I ragazzi, tanti ragazzi hanno bisogno comunque di aiuto, però puoi anche voler riuscire, far festa e puoi essere guidato anche da perdere tempo e socializzare che poi non è una perdita di tempo necessariamente.

 

Sabrina Fiorentino (00:27:24) - Anzi, sì, non è pure una perdita

 

Inès Makula (00:27:25) - di tempo. No, no, no, però non tutti fanno queste scelte, ma questa scelta è stata super importante per te perché come dicevi parlando con tutti questi consumatori, queste persone che ti dicevano che quel era il loro problema, hai identificato proprio un problema di business in cui hai visto un'opportunità e infatti hai lavorato così due anni e poi cosa hai deciso di fare a un certo punto? Cioè cosa hai scattato in te? Trovato l'idea per sestre e hai deciso di lanciare? Oppure ti sei detto ok adesso smetto tutto e

 

Sabrina Fiorentino (00:27:51) - trovo qualcosa? Cioè come sono andate le cose? Allora sì, ti rispondo alla domanda e poi vabbè volevo giusto lanciare un messaggio in… è vero che diciamo non è importante lavorare, quindi io ho lavorato per due anni in quel tempo che mi rimaneva, quel tempo libero, che per me era tanto, cioè ho socializzato e mi sono divertita tantissimo perché tu metti una di Trinitapoli a Milano, perde la testa e quindi per me era come stare in una grande giostra, facevo così, vedevo tutte queste opportunità che si palesavano ogni giorno e anche quell'elemento di networking che hai nominato prima, c'è chi è citato, quindi questa socializzazione non trascuriamola perché non esiste soltanto il lavoro e lo studio, cioè la socializzazione, il networking è importantissimo e quindi anche questo è stato fondamentale nella mia vita ma è sempre qualcosa che io consiglio di fare perché è sempre dei rapporti con gli altri che nascono idee, nascono sinergie e naturalmente poi di conseguenza progetti E proprio anche da questo scambio dal vivere anche la vita milanese, che poi a un certo punto mi si è sbloccata quella idea. Come ho sempre detto c'era sempre questa mente parallela alla mia che cercava sempre di creare o meglio concretizzare quello che era il mio desiderio, il mio sogno di tornare a un certo punto e utilizzare la nutraceutica come business, come propria fonte di reddito per me.

 

Sabrina Fiorentino (00:29:19) - Volevo trasformare il sogno in un lavoro che mi avrebbe fatto campare, letteralmente. Dovevo cercare di mettere insieme tutto quello che era successo. La realizzazione di questa cosa è avvenuta davanti a un piatto di pasta, mentre mangiavo. Il cibo è sempre molto importante, tra l'altro mangiavo da sola, quindi mi ricordo che ero lì a Milano, nella mia casetta stavo mangiando un piatto con le verdure, ma queste verdure proprio non sentivo il sapore, sarà che non lo so cucinare, però non sentivo il sapore delle verdure, avevo il pomodoro, la verdura, le cime di rapa, perché quelle sono quelle che mi hanno fatto ritornare in Puglia, ma io non sentivo il sapore. Quindi di là ho detto, Caspita, ma come lo faccio a dire agli altri che in realtà a casa mia tutta questa verdura ha un sapore diverso, un sapore più intenso?

 

Sabrina Fiorentino (00:30:12) - E quindi di là è cominciata la ricerca personale della dieta mediterranea perché il territorio mediterraneo ha comunque delle proprietà salutistiche maggiori, quindi ho cominciato a fare questa ricerca per darmi delle soluzioni. Ma al tempo stesso ho realizzato la voglia di voler tornare a casa perché I miei obiettivi a livello professionale li avevo raggiunti, quindi il mio riscatto come persona, come Sabrina che veniva da un paese

 

Inès Makula (00:30:35) - piccolo,

 

Sabrina Fiorentino (00:30:35) - l'avevo raggiunti perché avevo avuto il mio contratto a tempo indeterminato in azienda, avevo la mia casa, avevo la mia indipendenza come persona svincolata da tutto, mi ero creata I miei amici perché questa è un'altra cosa che succede nei paesini. Generalmente io ero Sabrina ma ero sempre associata alla mia famiglia perché poi il panificio è un panificio e un'attività a contatto con la gente quindi io non potevo presentarmi alle persone come Sabrina la farmacista, ero Sabrina la figlia di Pasquale il panettiere, cioè non esisteva altro. Invece il riscatto a Milano è stato riuscire ad entrare in un bar nessuno che mi diceva, beh saluta mio padre ma tu sei la figlia di Pasquale, ma tu sei essere Sabrina e basta. Quindi questo l'avevo realizzato, avevo avuto questo riscatto sociale e quindi di là ho detto sono pronta per tornare a casa. Nel frattempo non avevo smesso comunque di formarmi e quindi stavo seguendo un corso all'Università di Milano in cui si parlava di epigenetica e in cui mi avevano dato la risposta che stavo cercando cioè che gli alimenti di dieta mediterranea avevano degli elementi, delle attive al loro interno responsabili di proprietà salutistiche che avevano benefici sulla salute umana quindi proprio sul DNA, sulla longevità e quindi di qua poi l'idea di dire, da farmacista, di trasformare le proprietà di quei alimenti in integratori che potessero quindi aiutare a star bene la gente e quindi l'ha legato col bisogno di quella donna che viene da me, io ero dietro al bancone della farmacia e mi chiede ma cosa posso fare?

 

Sabrina Fiorentino (00:32:07) - Io voglio un bambino, da dove devo cominciare? Ci sono degli integratori che mi possono aiutare e non esisteva nulla e quindi poi tutto quello che è successo. Infatti, quindi adesso hai l'idea un po' in testa, torni in Puglia e quali sono stati I primi passi per concretizzare, diciamo, per rendere questi sogni, queste idee un'azienda, un marchio nella nutraceutica? Posso dire che non sapevo niente di questo mondo, cioè adesso forse veramente siano molte più cose, siano molte più informazioni. Io semplicemente sono andata dal commercialista di mio padre, ho detto io voglio creare integratori, ho già studiato la formulazione, gli voglio realizzare, quindi cosa devo fare?

 

Sabrina Fiorentino (00:32:49) - Lui mi ha detto semplicemente costituiamo questa azienda, basta. E poi tutto il resto sono stata una serie di errori, di cadute, di rialzate in un mondo che non conoscevo, cioè era completamente diverso da quello che io avevo immaginato, era qualcosa che non conoscevo perché nessuno ad oggi ti forma e ti dà quell'opportunità di poter realizzarti anche come imprenditrice o imprenditore. Non avevo base di economia, non avevo base di management aziendale, non avevo niente. Quindi è stata un fare una serie di scelte guidate dal buon

 

Inès Makula (00:33:27) - senso,

 

Sabrina Fiorentino (00:33:30) - quel networking di cui parlavo prima erano chiamate ma come faccio a fare questa cosa, ma sto facendo bene quest'altra curiosità, cioè quindi andare in giro, frequentare tutti gli eventi possibili e immaginabili per rubare idee, task, cioè proprio no, per rubare operatività dagli altri quindi Era questo, era in continuo ricercare qualcosa che potesse essere utile alla creazione della tua azienda. Quindi non avevo assolutamente

 

Inès Makula (00:34:02) - regole e questo non lo consiglio agli altri. Diciamo che adesso in questi ultimi anni soprattutto si parla molto di startup, anche un podcast come il nostro in cui cerchiamo di spezzettare un po' la creazione, I primi passi, almeno chiederlo agli ospiti, però c'è gente che si butta e magari non come magari te non sapevi neanche cosa fosse una startup adesso uno parla di startup tanto si sente parlare però prima non era neanche un concetto era più una azienda come crea la mia azienda dove chi mi deve produrre I miei prodotti quindi sei proprio un investigatore alla ricerca del tuo prossimo pass di come andare a fare quel pass avanti per concretizzare sempre di più. Esatto, però se posso dare

 

Sabrina Fiorentino (00:34:37) - un consiglio è molto importante essere consapevoli di questa cosa. Allora non si sentirà mai pronti per fare il passo, cioè mai, perché ancora oggi non mi sento pronta in alcune cose che sto per fare e quindi quando poi ho deciso a settembre 2017 di dire basta devo tornare a casa io avevo una parte di me che diceva ma dove vai Sabrina non sai non sai fare questa cosa però l'altra parte che continuava a dirmi che poi è quello che io consiglio a tutti non potete fare la scelta e quindi lanciarvi in una nuova avventura con la piena consapevolezza di quello che succederà e quindi oppure facendo tutti I corsi possibili e immaginabili per formarvi a 100% e iniziare una nuova avventura. Il salto nel vuoto ci deve essere sempre. Il mio salto nel vuoto era l'ignoranza di quello che stavo per fare, quindi quella è stata la mia spinta. La passione che copriva e quindi andava a far vibrare tutto quello che mi portava avanti.

 

Sabrina Fiorentino (00:35:40) - Però effettivamente è un po' come nell'ambito delle startup, quel minimum viable product, quel prodotto che non è mai perfetto prima di arrivare sul mercato, anche voi non potete mai essere perfetti prima di lanciarvi in una nuova avventura, c'è che gran parte delle cose si imparano per strada, quindi però nessuno deve limitarsi a immaginare qualcosa e non farlo. Poi anche perché non ci sarà mai scritto il libro fatto per la tua propria azienda, perché ci

 

Inès Makula (00:36:06) - si dicono un po' di sonnipasti, però poi ognuno ha un percorso molto diverso, ognuno è basato in paesi, località diverse, con un mercato diverso, quindi poi bisogna buttarsi come dici tu, saltare nel vuoto e imparare strada facendo. E in questo salto nel vuoto sei riuscita anche a convincere tua sorella a fare questo salto con te. Perché hai pensato che potesse essere una buona squadra? Come hai pensato a lei? Cosa stava facendo?

 

Sabrina Fiorentino (00:36:29) - Allora, la startup e l'azienda hanno un fattore di rito altissimo. Quindi chi è il pazzo che salta su questa nave in preda alla tempesta se non una sorella? Ti dico,

 

Inès Makula (00:36:43) - posso capire perché sono la sorella che è saltata con l'altra sorella, quindi io sono come tua sorella, quindi capisco bene chi ti può seguire.

 

Sabrina Fiorentino (00:36:53) - Ledo Mentre io ero quella diciamo la sognatrice, la visionare, era quella con I piedi per terra e quindi mi ha dato un consiglio che poi è stato effettivamente molto molto saggio. Delle due avevamo anche un background che ritornava nel progetto che volevo realizzare, perché comunque io ho sempre studiato la nutrizionistica e la nutrizionistica non è altro che l'unione di nutrizione e farmaceutica. Io in questo contesto ero la farmacista e la nutrizionista, quindi anche come combinazione di professionalità comunque c'eravamo. E poi lei mi ha dato questo consiglio, ha detto, Sabrina facciamo una cosa, questa è un'azienda con un altissimo fattore di rischio perché l'impresa in generale ha un rischio, le start-up ancora di più. Quindi lei mi ha detto, tu dedicati full time all'azienda, io continuo a mantenere il mio lavoro, quindi ti sostengo nella fondazione, nella costituzione, però io continuo a dedicarmi al mio lavoro.

 

Sabrina Fiorentino (00:37:58) - Quando tutto sarà pronto, ma non neanche pronto, quando l'azienda diventerà sostenibile, allora cercherò di licenziarmi e venirti ad aiutare full time, questo è successo, infatti effettivamente raramente succede, è stata una crescita anche molto misurata, molto lenta e quindi non ti sono disposti a fare, perché quello è stato un sacrificio, cioè voler portare avanti la tua idea, però anche mettendo in discussione la tua indipendenza economica, perché nelle prime fasi la denna non fa attura, quindi tu non riesci a sostenerti dall'impresa. Quindi comunque ci deve essere sempre un compromesso tra I vari soci e cercare un po' di bilanciare quelle che sono le necessità di vita e quelle che

 

Inès Makula (00:38:48) - sono invece le necessità aziendali. E tu infatti questi primi anni come hai fatto a mantenerti? Poi anche con che soldi avete iniziato e quanti, quanti avete messo dentro? Quanto sono

 

Sabrina Fiorentino (00:38:56) - durati? Sempre ritornando un po' a tutta la mia vita precedente, cioè al percorso precedente, io avevo lavorato fondamentalmente per mettermi I soldi da parte per utilizzarli per la mia azienda. Quindi, comunque sono arrivata a Trinitapoli che avevo messo da parte tutti I miei risparmi che dovevo investire nell'azienda. Questo è stato il primo errore perché quando poi gli ho investiti nell'azienda sono finiti in un mese.

 

Inès Makula (00:39:17) - L'ottima mia! Quindi vi ho disperata. I tuoi risparmi della tua vita lavorativa comunque eri giovane però comunque hai tanto fatiche e tanto lavoro per

 

Sabrina Fiorentino (00:39:24) - farli fuori in un mese. Sì, quindi dico a tutti quanti. Cioè questo è il consiglio che io per un mese non smetto mai di dire a tutte le persone che incontro. Differenziateci, fate proprio una separazione tra quelli che sono I vostri soldi e quelli che sono I soldi che servono all'azienda perché l'azienda nella fase iniziale brucia a cassa in una maniera incredibile, è un vortice, cioè qualsiasi cosa tu inserisci in azienda finisce. Cosa che invece poi dopo ad un certo punto si accende lo switch in cui in realtà poi tutto quello che metti si moltiplica, però bisogna essere ben coscienti di questa parte iniziale, quindi io ho fatto l'errore perché comunque ci credevo tantissimo in quello che volevo fare e quindi ho investito I miei soldi e anche mia sorella ha investito I suoi.

 

Sabrina Fiorentino (00:40:10) - Quindi quando mi sono resa conto che bruciavamo cassa molto velocemente ho cominciato a fermarmi e a fare ogni scelta sostenibile. Mi sono concentrata soltanto sulle vendite, sulla vendita del prodotto, sul fare cassa, cioè cercare di generare fatturato e poi piano piano abbiamo fatto crescere l'azienda con una serie di scelte strategiche all'interno del nostro business che ci hanno portato a fatturare e quindi diventare sostenibili anche al più lungo tempo. Però è importante capire quando io per esempio ancora oggi sento imprenditori che vedono l'azienda in difficoltà e fanno un bonifico all'azienda, no questa cosa non deve succedere perché così si perde anche l'identità della persona e l'identità dell'azienda, che sono due cose diverse e soprattutto nella fase iniziale io diciamo proprio mi sentivo quella, io ero sestre perché effettivamente tutta la mia vita era per realizzare questo mio sogno, quindi che era il sogno di Sabrina, però poi a un certo punto devi iniziare a capire che l'azienda non è sabrina, l'azienda è un'entità diversa e quindi tu devi fare in modo che l'azienda, cioè devi lavorare finché l'azienda diventi prima di tutto sostenibile e poi che l'azienda diventi uno strumento per moltiplicare quei soldi. Però è un

 

Inès Makula (00:41:34) - percorso che richiede del tempo. Sì, poi uno si deve bruciare le prime volte per poi non fare più gli errori iniziali. Visto che stavate lanciando un prodotto, ci sono anche poi tanti costi legati alla creazione del prodotto, anche quando uno vuole tirare, vuole qualsiasi tipo di prodotto di solito c'è un minimo ordine, per arrivare a quel minimo ordine di fare una scommessa su quanto pensi di vendere. Poi se crei un prodotto che sia in nutraceutica, food, lo dico perché sono anche un po' nel settore, non sono nell'autoresettica ma sono nel food, c'è una scadenza, quindi non è, lo devi in un certo punto vendere in un tempo ristretto, quindi queste sono un po' tutte le considerazioni da fare all'inizio. E nei primi mesi I sestre ci hai raccontato che avete ricevuto tantissimi no?

 

Inès Makula (00:42:15) - E avete fatto anche faticato per farvi prendere sul serio, perché comunque è un settore immagino in cui molti dei tuoi consumatori sono farmacie, no? Nel senso, poi vendi al cliente finale, però è un B2B, B2C diciamo, no? Come avete trovato la forza di andare avanti? Come avete convinto poi le prime farmacie a vendere il vostro prodotto, come sono andati anche quel momento quando vi siete lasciati sul mercato?

 

Sabrina Fiorentino (00:42:36) - Allora la fase iniziale sì, sono tanti no che ti mettono in discussione prima di tutto, mettono in discussione l'azienda, cosa che non deve mai succedere, che mettono in discussione te. Cioè questo è sempre un po' ricade nella crescita personale che abbiamo perché ricordiamoci sempre che l'azienda è fatta di persone quindi sono un po' le persone, la loro maturità che rendono matura l'azienda. Quindi quando si parte io effettivamente ero immatura proprio come esperienza. Quindi ricevere no dalle persone significava anche mettere in discussione la mia personalità. Quindi dire magari non ho fatto abbastanza, magari non ho fatto il prodotto giusto, magari non è quello che il mercato chiede, quindi era un continuo a mettermi in discussione.

 

Sabrina Fiorentino (00:43:20) - Una volta superato

 

Inès Makula (00:43:21) - questo… L'ultima domanda è come hai superato, perché tanta gente si può… Cioè, cosa ti dava la convinzione che invece stavi facendo la cosa giusta e che il tuo prodotto avrebbe avuto un mercato?

 

Sabrina Fiorentino (00:43:29) - Io, La cosa sulla quale mi sono sempre basata nell'ambito del mio prodotto è stata la scienza. Io sapevo che il mio prodotto a livello oggettivo era migliore degli altri perché era un prodotto studiato, ricercato in collaborazione con l'università. Avevo la mia professoressa, il gruppo di ricercatori che aveva validato il prodotto, quindi la forza di un prodotto valido di qualità presente sul mercato mi ha dato poi la forza di continuare a battermi e dimostrare agli altri che era così. Infatti con il tempo mi sono realizzato questa cosa che I notti ho ricevuto erano direttamente o cioè è proprio dipende da come tu ti mostri all'altra persona. Cioè se io in quel momento mi sto mettendo in discussione non sono sicura di quello che ti sto dicendo e ha un'altissima probabilità che quello sia il no.

 

Sabrina Fiorentino (00:44:18) - Se io invece sono super sicura di quello che sto facendo, sono sicura del business che ho creato e del beneficio che sto portando avanti e che quindi voglio dare al consumatore finale, il no saranno sempre meno. Perché le persone ascoltano la tua sicurezza, la tua caparbietà, perché poi questa è in realtà la risposta alla domanda che mi hai fatto e che caratterizza un po' tutti gli start-upper soprattutto nella fase iniziale, è focalizzare l'obiettivo e la caparbietà, la costanza, la determinazione nel portarlo avanti. Quindi nonostante quei no, io poi ero sicura di quella validità di quello che stavo realizzando. Questo non significa che non ho messo in discussione il mercato non ho messo in discussione il prodotto perché quello l'ho fatto un sacco di volte però almeno devi essere sicura che alla base di tutto tu stai portando sul mercato un prodotto valido quindi e quindi anche la sicurezza di come lo stai facendo. Quindi quando hai questi elementi completamente allineati, tu hai tutte le carte in regola per andare avanti e guardare soltanto l'obiettivo.

 

Sabrina Fiorentino (00:45:27) - Quindi più è chiaro l'obiettivo, più tutti gli ostacoli, quasi non li vedi perché infatti io ad oggi non mi ricordo quel periodo come un periodo molto difficile o meglio mi ricordo che ogni tanto magari delle mie amiche farmaciste che pensavo che mi aiutassero a vendere il prodotto sono state le prime a dirmi di no e questo mi faceva molto male perché dicevo, scusami, se non ci crede la mia amica, cioè come fanno a crederci gli estrani? Quindi questo ti mette molto in discussione. Però a parte queste, diciamo, delusioni emotive che ho avuto, poi tutto il resto non me lo ricordo perché era così forte l'obiettivo che dovevo raggiungere che tutte le difficoltà, cioè non le vedevo, andavo avanti perché dovevo correre veloce a raggiungere quell'obiettivo, perché dovevo, non potevo tornare indietro, quindi sapevo che avevo fatto un investimento, sapevo che avevo messo dei soldi sul piatto, sapevo che io dovevo campare da quell'azienda e quindi ho fatto di tutto per vedere soltanto l'obiettivo e poi

 

Inès Makula (00:46:26) - il resto è diventato quasi secondario. E quindi c'è stato qualcosa che avete fatto, dove hai visto veramente, siete cominciati a crescere bene, da dove lo vuoi identificare questo momento quando

 

Sabrina Fiorentino (00:46:40) - le cose sono cambiate? Sì, sì, no, assolutamente. A livello strategico sì, c'è stato un momento in cui erano finiti I soldi, avevo tre prodotti in magazzino ed ero da sola. Quindi I movimenti sono stati questi, scegliere quale dei tre prodotti era il migliore perché dovevo ottimizzare anche l'investimento in marketing, quindi di tre prodotti, qual è il prodotto che mi portava maggiore fatturato e quindi di là la validazione di ognuno dei bisogni? In quel caso il mio, il prodotto che mi portava più fatturato perché rispondeva a un need molto forte era quello della fertilità.

 

Sabrina Fiorentino (00:47:15) - Quindi con sofferenza ho eliminato gli altri due che erano comunque I miei prodotti, le mie formulazioni, quindi c'era un lavoro dietro, però ho dovuto eliminare gli altri due, direi io mi concentro soltanto su uno. Poi c'è stata la presa di coscienza che io da sola non potevo fare tutto perché l'azienda non ero io, quindi avevo bisogno di altre persone che mi aiutassero a farlo e quindi lì là ho cominciato a guardarmi intorno a trovare persone di talento che potessero credere nel progetto così quanto ci credevo io e quindi in questo sono stata molto attenta per me e si è guardata intorno fino a quando ho incontrato Sogni e Gloria che attualmente quindi fanno parte di Sestre e che adesso sono diventate parte di Sestre che allora erano delle semplici consulenti Però io sono andata loro con una chiara richiesta, io ho scelto questo prodotto, dobbiamo fare in modo senza un euro che questo prodotto venga venduto perché il bisogno è forte, l'avevo testato sia sul territorio sia attraverso delle diciamo entrando nelle community quindi facendo quei quegli esperimenti personali sapevo che era quel prodotto su cui dovevamo puntare, infatti così è stato nel giro di sei mesi io Sonia e Gloria senza spendere un euro abbiamo raggiunto dei fatturati che ci hanno reso sostenibili nel gelo di sei mesi perché avevamo contato il prodotto giusto ci siamo focalizzati tutte e tre su quel prodotto e su quella persona di riferimento e abbiamo cominciato a crescere.

 

Inès Makula (00:48:46) - quindi nel concreto, cioè come avete, senza budget, avete identificato a persona cosa avete fatto, se ci puoi dare qualche esempio che sarà sicuramente utile?

 

Sabrina Fiorentino (00:48:53) - Content, abbiamo fatto molto content marketing. Quindi conti sui social, creato community. Esattamente, perché Io avevo tutte le competenze da farmacista per piegare il prodotto e abbiamo capito che anche in ambito di fertilità c'erano delle tematiche che non venivano mai affrontate. Quindi parlo di fertilità, di malattie invisibili, di endometriosi, di sconzioni ormonali. Quindi era il momento, poi l'abbiamo fatto durante il covid, quindi c'è stato anche un allineamento di fattori, perché durante il covid la gente era molto più attenta, era il periodo delle dirette, quindi abbiamo cominciato a fare tante dirette, tanti contenuti che spiegassero questo, che facessero anche entrare nella mente della donna che a una certa bisogna pensare anche alla propria fertilità, quindi tutt'altra parte anche di preservare la fertilità, di cercare una gravidanza attraverso qualcosa di naturale che non dovesse essere necessariamente la pillola, che ne sono gli ormoni, piuttosto che la PMA per corsa di procreazione medicalmente assista.

 

Sabrina Fiorentino (00:49:53) - Quindi mi ho fatto molta educazione e quindi il prodotto non era il centro dei nostri racconti, era un educare le donne che poi si fidavano di noi e arrivavano a provare il nostro prodotto. Poi il prodotto era buono e quindi la fidelizzazione era una conseguenza. L'ultima cosa è il

 

Inès Makula (00:50:10) - contenuto, ovviamente devi avere il prodotto buono assolutamente. Invece quando sono arrivati I vostri primi finanziamenti, come immagino che questa crescita a parte il capitale iniziale che hai indietro tu, poi

 

Sabrina Fiorentino (00:50:21) - certo c'è fatturato, però magari serve anche un push in più per creare nuovi prodotti o per investire in marketing. Allora sì, in realtà questo qui entra in tema della credibilità,

 

Inès Makula (00:50:32) - perché

 

Sabrina Fiorentino (00:50:35) - siamo ancora ad oggi quattro donne in un mondo farmaceutico e quindi il mondo farmaceutico è ad appannaggio maschile, quindi I titolari di farmacia sono uomini e quindi io mi rendevo conto che ero poco credibile. Quando andavo a parlare con il farmacista e dicevo che ero io la tesorale dell'azienda, cioè, ah vabbè, chissà che tipo di prodotti sono, quindi mi rendevo conto che non avevo quella credibilità. E quindi abbiamo focalizzato I nostri sforzi, il nostro effetto sulla parte digitale. Quindi abbiamo detto, facciamo una cosa, anche perché andare a chiedere finanziamenti agli altri, quindi agli investor, anche lì era la stessa cosa, perché quando andavamo a parlare di infertilità e disfunzioni ormonali, gli investitori sono quasi tutti uomini e quindi dovevano fidarsi di noi, cioè sulla base di che cosa mi dici che tu aiuti con l'integrazione, le disfunzioni ormonali, non so neanche che cosa sono, quindi loro non percepivano il bisogno quindi non avevamo pochissime chance di convincere l'investitore a darci dei soldi. Sui social e nel mondo digitale siamo tutti uguali, quindi non c'è Sabrina la fila del panettiere, non c'è, ognuno è un po' anonimo.

 

Sabrina Fiorentino (00:51:43) - L'unica cosa che dobbiamo fare è dimostrare che il nostro prodotto è valido e che abbiamo clienti. Quindi ci siamo focalizzate a raggiungere, cioè noi abbiamo raggiunto nel giro di nove mesi dei PIA importanti che dimostravano quanto il nostro business fosse forte. Quando abbiamo cominciato a parlare non di bisogni, non di need, non di risolvere problemi importanti, perché cioè quello facciamo e non mi dimenticherò mai di dire che la nostra impresa aiuta e risolve delle problematiche importanti anche dal punto di vista etico, che purtroppo gli altri importa poco dal punto di vista numerico. Abbiamo capito questa cosa e quindi abbiamo creato dei KPIs fortissimi, dei numeri fortissimi. Quando abbiamo presentato questi numeri agli investitori hanno cominciato ad essere interessati.

 

Sabrina Fiorentino (00:52:30) - Ed il là c'è stato il primo investimento, siamo entrati in un percorso di accelerazione e quindi c'è stato il primo gettone di CDP, attualmente il massimo investitore a livello nazionale, quindi poi il bollino di CDP ti apre anche la porta ad altri investitori perché c'è stata una prima persona che ha creduto in te e quindi quasi come... Perché quello è la difficoltà, il primo, cioè il primo che deve credere in te. Quindi una volta che noi avevamo intercettato, abbiamo dimostrato a CTP che avevamo dei numeri interessanti, poi lui ci ha fatto un po' da apripista per tutti gli altri. Infatti adesso comunque stiamo aprendo in un round in questi mesi con un lead investor e stiamo comunque portando avanti relazioni con investitori principalmente nazionali. Stiamo facendo quindi un bridge per poi aprire un round più grande da 1, 2 milioni per

 

Inès Makula (00:53:25) - l'anno prossimo, però siamo pronte per questo passaggio importante. Ottimo, allora se ascoltate le siti degli investitori che volete investire. Medico, Femtech che è super, secondo me c'è veramente ancora tanto da fare come donna che ha vissuto tante di queste cose, c'è veramente tantissimo da fare, se un prodotto è valido c'è un mondo da conquistare. Invece cosa ti rende più fiera di quello che state costruendo?

 

Sabrina Fiorentino (00:53:50) - Ledo L'uomo Allora come ho detto prima, diciamo che ci sono tantissimi successi. Io dico che in realtà noi quando ci vediamo, tutte noi di Sestre brindiamo in continuazione a tutti I successi che raggiungiamo, ma che possa essere anche proprio il successo personale perché magari un anno fa non riuscivamo a gestire bene I flussi di comunicazione, quindi magari entravamo in burnout dopo un mese, invece adesso festeggiamo anche sei mesi senza burnout e quindi già quali sono dei successi perché comunque c'è questa crescita continua. Però in realtà c'è la cosa meravigliosa e quando ci penso sempre cercando di fare un po' l'esterno a quello che è il mondo di seste perché solo con quegli occhi puoi essere veramente consapevoli di quello che sta succedendo, di come seste è diventata una trazione di talenti, cioè come queste persone si sono unite e sono persone, cioè ogni persona è veramente talentuosa e ogni giorno è sempre più consapevole di avere questo talento e di poterlo realizzare ogni giorno attraverso un'impresa sul proprio territorio. Noi oggi siamo sette persone, sette donne, ma questo non significa che non vogliamo uomini lavorare con noi, anzi abbiamo aperto la sezione Lavora con noi sul sito di Aperto a uomini e donne, però sono persone talentuose che in questo momento riescono a lavorare dove vogliono, possono lavorare in Puglia, possono lavorare altrove, ma mi fa proprio felice questo concetto perché non mi scorderò mai quella prima volta che ho venduto il primo pacco di integratori, la prima consegna alla farmacia, mi hanno dato in mano 30 euro, credimi 30 euro, e ho detto, caspita, ma questi soldi li ho guadagnati io, ci sono proprio soldi che ho guadagnato io attraverso Sestre, cioè è una forma di gratificazione incredibile.

 

Sabrina Fiorentino (00:55:38) - Quindi pensare che adesso Sestre è un mezzo che fa vivere bene altre persone e che riesce ad attrarre questi talenti che sarebbero, non lo so adesso, dove, magari in contesti diversi, mi fa veramente veramente felice perché poi è questo un po' quello che cerchiamo di fare in Sestre. Come ho detto prima, l'azienda è fatta di persone, quindi Sestre siamo noi come persone e la cosa meravigliosa è che attraverso sestre noi ci realizziamo tantissimo, cioè come se andassimo a sprigionare la nostra massima creatività e superiamo ogni giorno I nostri limiti, quindi Per me l'azienda è questo, cioè creare un impatto sul territorio, un impatto sulle persone. Quindi noi facciamo questo, l'impatto sulle persone perché comunque aiutiamo tante donne e quindi dietro di me c'è una parete enorme con tutte le gravidanze, tutti I messaggi belli che ci arrivano dalle donne. Però al tempo stesso è l'impatto sulle persone, c'è l'impatto su di noi che facciamo parte di Sestre, che è l'impatto più bello, perché se non l'impattiamo su noi stessi è proprio sulla nostra presa di coscienza continua sul fatto che l'ambizione è direttamente proporzionale alla consapevolezza di quanto possiamo fare. Quindi questo secondo me è proprio una cosa bellissima che mi rende molto molto felice.

 

Inès Makula (00:57:01) - poi se riesci anche a farlo tornando a casa in un contesto che non è il più start up friendly d'Italia o nel mondo e piano piano anche vedendo persone come te che potrei essere il role model di tante ragazze più giovani, spero ci saranno sempre più storie nel vostro territorio. Adesso ti senti di aver conquistato la libertà che ti mancava, hai avuto un po' il tuo riscatto, l'avevi avuto a Milano, però poi sei

 

Sabrina Fiorentino (00:57:25) - tornata, quindi le cose potevano anche cambiare, rimani di questo pensiero. Ledo L'Ambito Allora, In realtà, come penso che è un po' venuto fuori da questa nostra chiacchierata, la libertà non l'ho avuta a consessere perché se essere ti dà la fierezza di quello che hai realizzato. Ma la libertà si ha nel momento in cui capisci che l'unico limite, diciamo, te lo poni tu nella tua testa. E quindi, diciamo, il concetto di libertà secondo me, proprio, dipende dalla presa di coscienza di te stessa. Che in realtà io mi facevo dei limiti, pensavo di non poter mai realizzare.

 

Sabrina Fiorentino (00:58:02) - Quando sono tornata io volevo semplicemente vendere il mio integratore a 10 farmacie e dire vabbè io guadagno da queste farmacie e mi faccio il mio stipendio. Man mano che capivo che non avevo limiti nell'immaginare in obiettivo, alzavo sempre di più l’ asticella e avevo ambizioni sempre più alte. Quindi nel momento in cui capisci questa cosa per me, questa è la libertà, la libertà di poter immaginarti qualsiasi cosa e ambire a realizzarla, se essere uno strumento fondamentalmente. Benissimo, Sabrina siamo arrivate alla

 

Inès Makula (00:58:32) - fine della nostra intervista e concludiamo sempre con la stessa domanda per I nostri fedeli ascoltatori che già la sanno, ma te la volevamo chiedere anche a te, in che modo

 

Sabrina Fiorentino (00:58:41) - diresti che la tua italianità ti ha aiutata nel tuo percorso? Allora, l'italianità è il 90% di Sestre, mi ha molto molto molto influenzata sia nel capire che l'Italia appunto aveva delle ricchezze che bisogna raccontare e quindi una di queste è proprio la dieta mediterranea quindi secondo me anche in questo caso Sestre è un modo per far capire a più persone possibili che la dieta mediterranea ha un valore unico e quindi noi siamo I proprietari ma I detentori di questa ricchezza e poi partire da una qualità, penso che questo sia proprio un tipico tratto italiano, cioè creare dei prodotti di altissima qualità, cioè è quello che ci identifica e quindi questa è stata anche una scelta che è stata molto naturale per me fare un prodotto di qualità ma penso che si rientri proprio nell'italianità e poi gli start-up per italiani non hanno facilmente accesso a finanziamenti e naturalmente investimenti così come può succedere in altri contesti, così come può succedere in America. Quindi quella parte iniziale di riuscire ad arrangiarsi cercando di fare cose che ti aiutano, cioè ti fanno continuare a vedere il tuo sogno e trovare degli elementi alternativi per andare avanti. Quindi anche questo è

 

Inès Makula (01:00:06) - italianità pura. Infatti Danila De Stefan ha proprio detto che questo si chiama l'arte di arrangiarsi, che sia tanto a Napoli però diciamo che comunque da italiani che hanno molti più problemi siamo bravi anche a fare tanto con poco a trovare la soluzione creativa. Sì, esattamente così. Grazie mille, Sabrina, è stato bellissimo scoprire la tua storia. Penso che, come ho detto prima, sarà di grandissima ispirazione a tutti, ma spero che sarai veramente e so che già lo sei, ma un grande role model per tante ragazze che sognano, che magari non sanno cosa possono fare nella vita, ma il consiglio che diamo dopo queste interviste è proprio di buttarsi, di allargare un po' la visione del proprio mondo, di non preoccuparsi, perché strada facendo poi le cose si diciamo si scoprono e uno poi può scoprire testando e provando cosa ama fare.

 

Sabrina Fiorentino (01:00:53) - Grazie Ines per questa chiacchierata bellissima e spero che comunque si possa essere diciamo d'ispirazione a tante donne e ragazzi ragazze che sono lì in quel momento di caos che citavo prima e possa aiutare a trovare la strada giusta. Grazie mille a voi. Grazie.

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