Stefano Onofri, Co-Founder Cubbit
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Questa settimana abbiamo fatto due chiacchiere con Stefano Onofri, co-founder e co-CEO di Cubbit, startup di cloud storage geo-distribuito.
Abbiamo conosciuto Stefano in un ascensore a un evento startup a Milano e ci ha colpite subito la sua energia, che ci ha dato voglia di scoprire la storia di Cubbit che da poco aveva chiuso un accordo con Leonardo per collaborare alla creazione di un cloud superprotetto, il che ci ha incuriosite.
Da li Cubbit ha continuato a crescere da poco, a luglio 2024, ha chiuso un round di finanziamento da 12.5 milioni guidato da LocalGlobe, fondo che con i suoi 19 unicorni in portfolio si è affermato come il fondo N 1 in EMEA secondo Dealroom, e con la partecipazione di ETF Partners, Verve Ventures, 2100 Ventures ed altri. Questo round permetterà a Cubbit di crescere in Europa e aumentare la sua base di clienti enterprise.
La storia di Cubbit comincia da un gruppo di compagni di università che si chiudeva per week-end interi in un appartamento a Bologna soprannominato “la tana” a programmare e pensare a nuove idee di business senza tanta strategia, quindi penso possa essere una storia che ispiri e motivi molti a cominciare e continuare a provare e superare ostacoli.
TAKE AWAYS
Collaborazione con Leonardo (00:00:10)
Stefano ha chiuso un accordo con Leonardo per un cloud super protetto.
Motivazione imprenditoriale (00:02:20)
Si discute della motivazione che spinge gli imprenditori a intraprendere questo percorso difficile.
Incontro tra fondatori (00:13:58)
Stefano racconta come ha conosciuto i suoi co-fondatori e l'inizio delle loro idee imprenditoriali. Descrizione dei diversi background accademici dei membri del gruppo e come ciò ha influenzato il loro lavoro.
Fase di test e preparazione (00:17:33)
Riflessioni su come il gruppo ha iniziato a testare le loro idee e prepararsi per il futuro.
Momento cruciale per Cubbit (00:20:38)
Racconto di un incontro significativo che ha fatto crescere l'idea di Cubbit.
Primi passi per formalizzare l'idea (00:21:05)
Discussione su come il team ha iniziato a lavorare seriamente sull'idea di startup.
Creazione del team e dell'ufficio (00:22:14)
Stefano parla di come hanno trovato un ufficio e formato un team per lavorare.
Startup competition e finanziamenti (00:23:45)
Racconto delle competizioni di startup a cui hanno partecipato per ottenere fondi.
Fondazione della società (00:24:58)
Descrizione del processo di apertura della loro società e dei primi finanziamenti ottenuti.
Vincita del premio nazionale innovazione (00:26:26)
Discussione sulla vittoria di un premio che ha fornito fondi iniziali per la startup.
Timore degli investitori (00:27:17)
Riflessione sullo spavento iniziale nel confrontarsi con gli investitori e la mancanza di un prodotto pronto.
Esperienza di accelerazione (00:28:39)
Descrizione dell'importanza del programma di accelerazione per la crescita e la validazione dell'idea.
Entrata in programmi di accelerazione (00:29:02)
Discussione sull'accesso a un programma di accelerazione internazionale e i benefici ottenuti.
Esperienza a Tel Aviv (00:29:56)
Racconto dell'impatto positivo di un'esperienza di accelerazione a Tel Aviv sulla startup.
Sviluppo del primo prototipo (00:31:03)
Dettagli sul lancio del primo prototipo due anni dopo l'intuizione iniziale.
Utilizzo di Kickstarter (00:32:20)
Strategia di crowdfunding su Kickstarter per validare il prototipo e raccogliere fondi.
Idea di collegare hardware e software (00:33:51)
Spiegazione del collegamento tra un prodotto hardware e il software per attrarre investitori.
Importanza dei bandi di finanziamento (00:36:41)
Discussione sull'utilizzo di bandi europei come opportunità di finanziamento senza equity.
Chiusura del primo grande round (00:38:41)
Racconto delle sfide e strategie per chiudere un round di finanziamento significativo nel 2021.
Costruzione del round di investimento (00:39:56)
Stefano discute l'importanza della resilienza nell'affrontare i rifiuti e la pressione degli investitori.
Resilienza e trasformazione dei "no" (00:41:55)
Michaela chiede a Stefano come riesce a trasformare i rifiuti in opportunità.
Ingredienti per il successo imprenditoriale (00:42:34)
Stefano elenca la convinzione e il supporto del team come elementi chiave per il successo.
Supporto tra co-founder (00:43:54)
Si discute dell'importanza del supporto reciproco tra i membri del team durante i momenti difficili.
Chiusura del round da 12 milioni (00:44:35)
Stefano annuncia la chiusura di un round di investimento significativo con investitori europei.
Investitori internazionali e diversificazione (00:45:04)
Si esplora l'importanza di avere investitori non italiani e la diversificazione geografica nel fundraising.
Networking e connessioni (00:46:36)
Stefano spiega come le connessioni personali abbiano facilitato l'accesso a investitori importanti.
Iniziativa Growth Club (00:48:56)
Si parla di come Qubit sia stata selezionata tra le top startup europee nel programma Growth Club.
Importanza degli italiani all'estero (00:51:23)
Stefano sottolinea il valore delle connessioni italiane nel fundraising internazionale.
Connettersi e chiedere aiuto (00:51:51)
Si evidenzia l'importanza di costruire relazioni e chiedere supporto nel percorso imprenditoriale.
Essere curiosi e aperti (00:54:00)
Discussione sull'importanza di essere curiosi e di costruire relazioni nel business.
Collegamenti con gli investitori (00:55:15)
Strategie per convincere gli investitori attraverso connessioni e presentazioni efficaci.
Ecosistema startup in Italia (00:56:14)
Riflessioni su come il networking sia facilitato dalla dimensione ridotta dell'ecosistema startup italiano.
Importanza di legami straordinari (00:59:04)
Riflessione sull'importanza di avere partner e co-founder con legami forti e affettivi.
Il valore dell'italianità (01:00:06)
Stefano discute come l'italianità possa essere un motore di motivazione e resilienza.
Superare ostacoli (01:01:56)
Conclusione sull'importanza di condividere storie di superamento per ispirare gli ascoltatori.
TRASCRIZIONE EPISODIO
Camilla Scassellati (00:02:20) - Stefano Siamo sempre curiosissimi di scoprire un po da dove viene la motivazione dei nostri ospiti a diventare imprenditori. Perché, come ci spiegherà in questa chiacchierata, è comunque un percorso difficile e che deve avere qualche tipo di fuoco interno che ti porta a continuare sempre, anche quando ci sono ostacoli. I famosi rollercoaster dell'imprenditoria quindi ti volevamo volevamo aprire facendoti questa domanda vieni da una famiglia di imprenditori e quindi è per questo che hai seguito questa strada. E se no secondo te da dove viene questa tua voglia di di fare l'imprenditore, questo spirito imprenditoriale?
Stefano Onofri (00:03:19) - Guarda credo che tutti un po se lo anche auto chiedono per provare a fare un po il come dire un po di retrospettive alla fine ti dico la risposta iniziale no, i miei non sono imprenditori però credo che avessero diciamo molta curiosità che mi abbiano trasmesso in campi diversi perché mia madre non ha fatto per esempio tecnologia ma diciamo una commercialista e però una libera professionista e quindi comunque ha sempre dovuto ingaggiarsi.
Stefano Onofri (00:03:49) - È laureata così come laureato mi pare lui un ingegnere elettronico però devo dire che forse la cosa più grossa che mi hanno dato la curiosità di scoprire cose belle cose grandi e soprattutto la libertà di farlo da solo cioè mi hanno dato sempre molto indipendenza, forse anche un po la fortuna di dove abiti. Io sono nato a Bologna per Affori dal centro, quindi è il classico contesto dove avevo la casa, dove c'erano i nonni, un piano, noi sotto e quindi il cortile. Quindi sono dei mini spazi che piano piano diventano più grandi e dove tu hai però una certa libertà perché è uno spazio un po safe. Quindi prima vai, non so, nei giardini vicino a casa dove c'è la scuola elementare media, poi comincia ad andare al liceo e ti prendono il motorino e anche questo ti dà un'idea di dire ehi, ho un tool che mi può portare, cioè sono io a decidere dove voglio andare e quindi sono messo nelle condizioni di farlo. E mi hanno inviato in Inghilterra da quando avevo nove anni d'estate per imparare l'inglese eccetera.
Stefano Onofri (00:04:43) - Cioè hanno investito molto su di me lasciandomi anche molto tempo libero e credo che alla fine questo contesto fertile con probabilmente una curiosità e una voglia di imparare che ho io dentro e che io la dico sempre nel. Ho voglia di parlare con gente molto più intelligente di me che è molto facile trovarla perché non sono premio Nobel, ma è per dire che mi annoio molto velocemente e ho bisogno sempre di stimoli e sono pendo sempre dalle labbra di persone che credo abbiano qualcosa di interessante da dire, per cui appena ne vedo qualcuna, che sia un professore o un PR della stessa età, voglio spenderci il più grande tempo possibile. Sono sempre stato messo nelle condizioni di farlo.
Camilla Scassellati (00:05:22) - Si dice spesso che gli imprenditori lo fanno per voglia di riscatto, per dimostrare qualcosa ai propri genitori, anche solo per motivi economici, oppure per salvare il pianeta. Insomma qualcuno ognuno ha la propria motivazione interna. Tu ti sei mai chiesto qual è la tua?
Stefano Onofri (00:05:37) - Guarda, io credo che la cosa che mi motiva di più in assoluto è quando io percepisco che c'è un potenziale che è ancora inespresso e che può creare qualcosa di nuovo che prima non c'era.
Stefano Onofri (00:05:48) - E quando vedo per esempio delle persone che hanno dei talenti e che mettendosi insieme uno mette un pezzo quello quell'altro insomma la somma diventa più grossa più grande della dell'insieme delle singole parti separate ecco la voglia ho una voglia proprio così innata una passione di costruire quel tavolo dove le persone possono mettersi insieme e quindi credo che anche questo sia come è nato cabaret perché l'occasione di aver conosciuto tramite il Collegio superiore dell'Università di Bologna delle persone che studiavano cose completamente diverse da me e che invidiavano qualche parte perché diciamo ho amato quello che ho studiato International management Business. Ma tornando indietro farei assolutamente tutta la vita del STEM, probabilmente ingegnere del software e quindi un po anche la curiosità di vedere quel pezzo in più che loro potevano mettere, che io non avevo l'idea che collaborando si potesse fare qualcosa di più grande. Mi ha sempre così dato un sacco di energie e.
Camilla Scassellati (00:06:47) - L'ho appena detto appunto che dici spesso che il Collegio superiore quindi queste possibilità che hai avuto di studiare insieme a persone di altre facoltà è stato un po la scintilla che secondo te ha fatto nascere e un po il vostro percorso imprenditoriale.
Camilla Scassellati (00:07:02) - Quindi volevo un po parlare di questo e chiederti se secondo te il fatto che all'università, soprattutto in Italia, si è così segmentati dove magari se fai ingegneria non conosceva nessuno che fa management e viceversa e siamo tutti così separati anche in quello che studiamo non ci incrociamo mai non ci sono momenti di di condivisione se secondo te quello è uno dei motivi per cui è più difficile fare start up o magari che è uno di quei motivi che semplicemente rende fare start up più difficile in Italia o ovunque ci sia questa segmentazione di facoltà. E cosa potremmo fare per risolvere questo problema se secondo te è effettivamente un problema?
Stefano Onofri (00:07:39) - Guarda, sono più che d'accordo. Ti dirò di più che noi abbiamo provato già in qualche modo a risolverlo allora tanto giusto per perché ci. Insomma non tutti conoscono il Collegio superiore è una cosa molto di nicchia anche all'Università di Bologna ma non è altro che non so l'equivalente della scuola Normale a Pisa o tutti i più grossi atenei d'Italia da Pavia a Catania hanno praticamente questa scuola dove si entra per merito quindi io ho sempre studiato tanto, diciamo mi piaceva proprio spingere anche nello studio e quindi ho provato a fare questo test sono passato ero un po la pecora nera, nel senso che di solito ne prendono tipo 14 all'anno sette scientifici e tecnici e sette diciamo umanistici o economici e tendenzialmente qualcuno che studia business non c'è mai perché il 90% fa conto di quelli che poi fanno il Collegio superiore diventano ricercatori dottorati sono molto Deep nella scienza che studiano che sia hard o anche humanities e quindi lì sono stato esposto a la possibilità di fare questi corsi interdisciplinari dove si studiavano cose fuori dal quello che è il tuo corso di studi quindi ho fatto non so architettura filosofia qualcosa anche più di scientifico e i tuoi peers erano appunto venivano da tutte le facoltà quindi lo scambio così naturale che c'era nel mettere persone ovviamente c'è anche un'altra settore sotto che sono ovviamente non è un campione randomico ma è gente che aveva qualcosa in comune che era la passione per non so dedicarsi allo studio scoprire cose nuove quindi erano erano degli hard workers diciamo con questa diversity e praticamente è stato la miscela perfetta.
Stefano Onofri (00:09:17) - Io lì ho conosciuto sostanzialmente i miei co-founder. A parte Alessandro, che conoscevo già dal liceo perché lui è nato a Bologna, insomma abbiamo avuto il caso ci ha portato a conoscersi anche prima liceo. E sostanzialmente credo che col senno di poi veramente è finito il percorso universitario c'è una cosa che manca assolutamente in Italia. La dico in modo molto trasparente io mi ricordo che ero io stesso perplesso quando andavo parlavo con gente che studiava in America dicevano so faccio il master in fisica ma poi il mio minor è non so in danza classica anche.
Camilla Scassellati (00:09:51) - Cambiare questa è una cosa bellissima dell'America che magari entri con un manager in neuroscienze e ti rendi conto che ti piace. Ti piacciono più le biotecnologie pharma e puoi benissimo cambiare a metà percorso il tuo maggior o minor e quindi sei un pochino più aperto ad assorbire.
Stefano Onofri (00:10:07) - Hai ragionissima, non sapevo neanche di questa cosa del cambio. Mi stai confermando la tesi ancora di più. Cioè avevo come dire noi siamo molto nozionistici in Italia siamo strutturati per fare questa cosa che è dannosissima e anche io stesso ci sono cascato no tanto a lungo nel senso che per anni il tuo obiettivo quando sei piccolo e ovviamente inconsapevole di come funziona il mondo.
Stefano Onofri (00:10:30) - Sostanzialmente il tuo obiettivo è per esempio dare il massimo a scuola. Quindi lo diciamo, lo fai combaciare con il voto massimo e nove materie su dieci sono una studia tanto, ricorda quello che hai studiato e hai fatto no che se c'è una cosa non è dannoso di per sé, ma l'abuso ne è totalmente dannoso, Soprattutto la mancanza invece di quella scintilla di mischiare competenze, mettersi alla prova, fare team work, insomma mettersi alla prova del mondo. Questa è una cosa di cui pecchiamo tantissimo. Quindi come dici tu, questa mancanza di diversity è un assoluto blocco. Ti stavo dicendo prima noi abbiamo provato a risolverlo in minima parte perché vedendo questo potenziale inespresso che ti dicevo prima, la cosa che mi motiva e motiva tantissimo anche Alessandro io probabilmente lo chiamerò Cillo, ci chiamava così lui, io so nonno e lui è Cillo dal cognome e sostanzialmente abbiamo detto no. Qua bisogna che quello che per solo 14 studenti all'anno ogni anno quindi il Collegio superiore fa conto che avrà un centinaio di persone e ci sono 100.000 persone dell'Università di Bologna che studiano di tutto da dalla A alla Z bisogna che queste persone si incontrano allora abbiamo creato questa idea insieme all'Università di Bologna che sono stati molto lungimiranti nel darci spazio perché eravamo solo degli studenti degli sbarbatelli capito noi che avevamo molto altro se non una proposta di un progetto.
Stefano Onofri (00:11:49) - Ed è nato lo start up dell'Università di Bologna, dove l'idea è semplicissima. Sfruttando l'asset più grosso dell'università italiana che è la mailing list degli studenti ci hanno banalmente il database se vuoi degli utenti che hanno ogni. Ogni anno c'era una call for Ideas e praticamente aspiranti founder dicevano Ehi, voglio cercare dei co-founder e effettivamente in quel giorno c'erano più di 2000 persone che venivano si conoscevano attorno a questi tavoli sulle idee e diverse aziende sono nate da lì. Quindi anche noi stessi, come capita abbiamo trovato dallo start up dell'Università di Bologna i primi employees e quindi ha funzionato.
Camilla Scassellati (00:12:26) - Questo episodio è sponsorizzato da Sereni. Lo diciamo sempre l'imprenditoria è un percorso fatto di alti e bassi e può essere anche un percorso molto solitario. Per questo è importante non perdere di vista la propria salute mentale. E lo dice anche Paul Graham, il founder di Why Combinator. I migliori imprenditori sono quelli che si prendono cura di sé. Questo non vale solo per gli imprenditori e le imprenditrici, sia chiaro. A volte facciamo fatica ad ammetterlo, ma abbiamo tutti bisogno di aiuto.
Camilla Scassellati (00:12:52) - La terapia può essere il supporto che ci manca. Se mai pensato di andare in terapia, ma ti senti perso o persa e non sai come trovare il terapeuta che fa per te? Sereni potrebbe essere la risposta.
Speaker 2 (00:13:03) - Sereni Se una piattaforma digitale per il benessere mentale e un centro medico autorizzato che offre percorsi di psicoterapia, psichiatria, supporto psicologico online con oltre 1400 professionisti in tutta Italia, 100% psicoterapeuti con in media undici anni di esperienza. Seguendo il link in descrizione o andando sul loro sito www. Sereni. IT troverai un questionario da riempire e da lì, tramite un algoritmo proprietario, la piattaforma ti connetterà con il terapeuta più adatto a te. Le sedute sono online e se il terapeuta selezionato non ti convince puoi facilmente cambiare. Se Renis ha deciso di offrire un codice sconto per tutti gli ascoltatori di Mediaset con il codice Haidt sette, avrai un colloquio gratuito e un'agevolazione di 7€ sulle successive tre sedute.
Camilla Scassellati (00:13:47) - Bellissima idea e sono d'accordo che effettivamente non ci sono abbastanza dei momenti di condivisione, ma anche abbastanza momenti all'università, semplicemente per trovare le altre persone che sono interessate a fare startup.
Camilla Scassellati (00:13:58) - Perché puoi fare l'ingegnere, non aver nessun interesse, oppure puoi essere molto motivato nel fare startup, quindi avere anche un momento di ritrovo con altri che hanno ambizioni simili. Sono sicuro è stato molto, molto interessante. Ma tornando alla vostra storia, come hai detto appunto, hai conosciuto quindi Lorenzo e Marco, ma anche Alessandro era in questo gruppo del Collegio superiore. Vi siete trovati e avete deciso un po a tavolino che volevate fare qualcosa insieme, che volevate creare, fondare una startup o semplicemente fare qualcosa di nuovo insieme. Come sono nate quelle prime chiacchierate? Come hai fatto a capire che erano che voi quattro eravate un buon gruppo per poter iniziare qualcosa?
Stefano Onofri (00:14:36) - C'era un gruppo di amici più esteso, all'interno del quale poi c'erano anche, diciamo Lorenzo e Marco, che sono i due tecnici cioè Marco è il CTO quindi ingegnere del software mentre invece Lorenzo studiava fisica poi è l'unico dei quattro che ha continuato a fare diciamo ricerche quindi adesso è un post-doc sta a New York alla Columbia e mentre invece io Alessandro che ci conoscevamo già da prima del liceo eravamo.
Stefano Onofri (00:15:04) - Lui ha studiato legge e lo lo prendo sempre in giro per questo e continuerà a farlo per il resto dei nostri giorni. E il perché mi lamento sempre di quanto poca tecnologica fosse economia e quindi ho detto beh per fortuna almeno tu hai fatto legge che c'è qualcuno che sta peggio di me. Però, scherzi a parte, è proprio quella diversity. Comunque ha funzionato anche nel suo caso e sostanzialmente io sono stato molto semplicemente ammaliato dalla capacità di Marco Lorenzo e c'erano insomma anche un gruppo di amici più esteso e di banalmente scrivere software cioè loro erano i classici nerd come nerd sono io mentre io sono un nerd che al massimo gioca dei videogame e parla di cose un po tecniche, ma loro invece sapevano metterci le mani e costruire da zero. Diciamo dei software anche molto buoni e quindi avevamo un'altra fortuna che era questa appartamento che aveva Marco in centro a Bologna. La sua famiglia aveva un appartamento dove lui era il classico che era uno dei. Prima avevano diciott'anni e così uno dei primi che aveva un po di spazio personale per dire ok, invito gli amici a casa e non disturbo nessuno, quindi ci trovavamo sempre da lui, tant'è che alla fine chiamavamo casa sua la tana, come la tana di Batman dove ci andavamo a rintanare e praticamente per tantissimi week end noi ci mettevamo lì così a improvvisare qualcosa di nuovo.
Stefano Onofri (00:16:22) - Quindi una volta era l'idea di fare un'applicazione di messaggistica come se fosse WhatsApp, per dire. L'altra era più una cosa stile social network. Quello che ci ha fatto creare il need noi stessi, da cui poi è nata l'intuizione di Kabir, è stato quando volevamo fare una. Praticamente una piattaforma video, un mix tra un Vimeo, se vuoi uno YouTube e un social network dove sostanzialmente i video degli utenti erano il contenuto specifico che creavano. Diciamo rendevano unico il loro profilo e la ragione di connettersi con altre persone che erano che caricavano dei video no e quindi c'era un bisogno di storage enorme e da lì è nata l'intuizione di.
Camilla Scassellati (00:17:08) - Cubbit per arrivarci un po nella mentalità in cui vi incontrate, cioè vi incontrate il weekend a fare queste idee per divertimento o perché sapevate che volevate fare una start up e comunque farne il vostro lavoro full time. Eravate alla fine dell'università, stavate finendo insomma, o durante anche avete fatto application a dei lavori o vi siete detti no adesso ci mettiamo insieme, facciamo qualcosa e questo sarà il nostro lavoro per i prossimi dieci anni.
Stefano Onofri (00:17:33) - È iniziato tutto per divertimento e curiosità quando nei primi anni dell'università. Dopodiché abbiamo cominciato a conoscerci meglio e effettivamente fatte tante idee che ovviamente erano così proprio fine a se stesse e diciamo non sono andate da nessuna parte. A un certo punto abbiamo cominciato a sviluppare una sensibilità nel distinguere quelle che erano nel filtrare un po le idee che potessero avere un potenziale. E allora ti dicevo prima a un certo punto noi ci siamo trovati in questo problema che era eravamo studenti squattrinati non avevamo nessuna voglia di pagare dei server, diciamo in cloud dove ovviamente giravano le applicazioni. Quando abbiamo avuto questa idea, che ci sembrava molto grossa, di fare questa piattaforma video social. Avevamo improvvisamente un bisogno di storage enorme che si sarebbe tradotto ovviamente in un costo di server enorme. Ora, se oggi approcciarsi a questo problema è chiaramente la prima cosa che farei e proverei a fare per typing dire ehi, ma c'è veramente interesse per questa idea della piattaforma di video? Proviamo a prendere un po di nodi di traction e col taping e quindi senza costruire il prodotto.
Stefano Onofri (00:18:39) - Vediamo interesse eccetera. Proviamo a portare questo degli investitori e vediamo di trovare dei fondi e troviamo un business model e costruiamo l'azienda. Ok all'epoca eravamo completamente immagini di studenti italiani quindi completamente fuori dalla. Noi abbiamo iniziato l'università nel 2010, quindi la parola startup ha cominciato a girare se vogliamo forse due anni dopo quando hanno fatto il famoso editto delle startup la famosa legislazione delle startup innovative per cui eravamo completamente consapevoli e quindi era veramente un una voglia di fare di di creare e anche di divertirsi tra gente che sistemava vicende che insomma aveva dello dello struzzo creativo. e quindi quando l'unico modo che noi siamo riusciti a dare una risposta al problema del non voglio pagare server è stato un. E dobbiamo inventare una tecnologia che ci evita di utilizzare server che è la cosa più complicata del mondo. E ci siamo detti c'era anche lì di nuovo forse è un fil rouge effettivamente parlando con te riesco a vederlo anche in modo più chiaro un'altra situazione di potenziale inespresso perché io deve avere migliaia di utenti che sono interessati ad utilizzare questo servizio che hanno ognuno di loro dei computer funzionanti e dello storage in più che non utilizzano e dall'altro lato noi per erogare questo servizio che vogliono dobbiamo no a pagare un affitto a un terzo che è il cloud provider.
Stefano Onofri (00:19:59) - Allora l'intuizione tecnologica è stata e ma se facciamo uno storage distribuito dove sono gli utenti stessi sulle loro risorse inutilizzate a tenere sulla rete allora abbiamo risolto il problema che stavamo affrontando quando ci è venuta in mente questa idea. Dopodiché ci abbiamo ragionato un pochino sopra e mi ricordo benissimo che a un certo punto era dicembre 2014, quindi tantissimo tempo fa ci siamo un po guardati. Era il mio compleanno. Perché i compleanni a dicembre Dicembre Benedetto? Sai cosa? Questa idea che abbiamo avuto ha un potenziale molto più grosso rispetto all'applicazione che serve proprio a noi in questo momento per fare quella cavolata del fisso.
Camilla Scassellati (00:20:38) - Le idee nascono così, no? Quello famoso è l'esempio di Twitch che in realtà loro volevano fare tutt'altro. Poi si sono resi conti che la chat che avevano per i gamer che funzionava molto meglio della loro idea iniziale principale, che pensavano fosse incredibile e spesso nascono così con dei video platform dei social network che poi alla fine ce ne sono già di social network. Quindi uno poi trova l'applicazione e quindi hai detto che come dicevi, non è che avevate idea di come procedere passo passo.
Camilla Scassellati (00:21:05) - La MVP va lì, diamo l'idea eccetera eccetera. Quindi qual è stato il vostro primo passo per dire ok, abbiamo questa idea tecnicamente fattibile ma complicato perché il 2014 ancora non abbiamo tutte le basi tecnologiche per farlo. Cosa è stato il passo successivo che vi ha portato un po a formalizzare il tutto?
Stefano Onofri (00:21:23) - Noi li abbiamo avuto il focus di dire ok, dobbiamo metterci nelle condizioni di fare un test. Cioè immagina che noi eravamo studenti. Mi piace parlare di questa cosa perché spero veramente che ci siano tantissimi no tantissime situazioni analoghe in giro per l'Università d'Italia dal nord al sud, dove magari c'è gente che così veramente l'ha. Semplicemente il desiderio di fare qualcosa insieme fa dei tentativi e poi, dopo quello che succede nove volte su dieci si perde la motivazione è difficile ma io c'ho la mia sessione d'esami ma tu questo e quell'altro eccetera no allora noi eravamo in una fase dove sapevamo che da lì a un anno ci saremmo laureati e abbiamo detto signori, qua ci dobbiamo mettere la testa full time perché se no non funziona. Quindi abbiamo avuto un anno di preparazione dove abbiamo detto noi tra un anno dobbiamo avere un ufficio e un team e abbiamo trovato l'ufficio rimodulando.
Stefano Onofri (00:22:14) - Questa è una storia carina prendendo allargandosi dalla famiglia di Marco che ringrazierò per sempre che aveva un altro appartamento lì di fianco ed ha detto sì va bene ragazzi ve lo diamo per qualche mese però tenetevelo bene. Noi abbiamo fatto veramente i muratori abbiamo costruito la cucina, abbiamo sistemato le camere e praticamente abbiamo detto ok, il nostro business model è usiamo il soggiorno per lavorare e le tre camere che abbiamo le mettiamo su Airbnb la sera per rientrare. I costi? È stato l'unico momento della vita di chi abita dove siamo stati da positivo perché eravamo eravamo a zero costi qualche entrata e ed è divertente perché adesso facciamo un flash forward giornate che è stato VP of Product di Airbnb e che ha reso possibile questo business model in via San Vitale a Bologna, è diventato Angel Investor di Cub, quindi anche divertente ogni tanto. Ovviamente lui sa di questa storia e ci ha riso un sacco sopra e quindi praticamente avevamo l'ufficio che stavamo cercando del team perché nella completa ingenuità del un pensiero che era assolutamente non Lina all'epoca dovevamo capire ancora a prendere a prendere a braccia aperte tutto tutto il mondo dell'in Start-Up e i Dusan danzano per far scalare un business da zero e ci eravamo focalizzati sulla sulla tecnologia quindi abbia detto e abbiamo bisogno di un prototipo veramente funzionante quindi abbiamo bisogno di reclutare tra tutti i nostri nemici più svegli del di ingegnere del software gli amici di Marco, Di Lorenzo, eccetera.
Stefano Onofri (00:23:45) - Mettiamoli, mettiamoli li e quindi abbiamo creato un team di matti che praticamente il giorno dopo la laurea nel 2015 abbiamo detto Signori, noi qua facciamo come Napoleone ci diamo 100 giorni sperando che vada meglio che a lui, perché lui poi dopo è stato esiliato. Ma ci diamo una deadline e abbiamo un compito voi sviluppato il più possibile la tecnologia per farla vedere in funzione. Noi proviamo a reperire il lato business. Io Alessandro io Cillo i primi soldi e quindi è partita una folle corsa che però ha reso possibile applicare a tutte startup competition del tempo e all'epoca secondo me erano anche molto di più di adesso che davano chi dieci K che i venti K chi l'ufficio, chi la formazione, chi il contatto, eccetera. Ma ti giuro che avremmo fatto application in quei due mesi ad almeno 50 bandi, tra cui uno che non mi scorderò mai per il primo che abbiamo vinto e che ci ha dato i primi 10.000€ che ci hanno convinto a fare anche l'altro passo che è faticosissimo mentalmente, cioè aprire la srl, prendere questa obbligazione, interfacciarsi col mondo no dei commercialisti dei notai che ovviamente per È faticoso adesso figurati quando uno è all'università e non sa nulla di come funziona il mondo.
Stefano Onofri (00:24:58) - E abbiamo detto abbiamo vinto il Millennium Award di fondato da Paolo Barletta che è un grande è una di quelle persone che se ce ne fossero di più in Italia sarebbe un Paese sicuramente più innovativo e con quei 10.000€ siamo andate dal notaio abbia detto adesso nasce CAB S.r.l..
Camilla Scassellati (00:25:13) - Esattamente per questo che facciamo le domande cioè per chi si trova esattamente in quella posizione in cui eravate voi quindi in quattro amici all'università che adesso per fortuna ci sono un pochino più di risorse per capire quali sono i passi giusti per fare start up però non tutti hanno le risorse non sanno con chi parlarne quindi magari sono persi. E questa idea di trovare i soldi e senza girarci troppo intorno è un po l'idea che o continui o non continui. Perché dopo che hai investito i tuoi 2.000€ che magari hai messo da parte o che ti hanno dato i tuoi genitori, eccetera eccetera. Poi diventa complicato cominciare soprattutto con un'idea grande software di tech o qualsiasi essa sia. Parliamo di come avete fatto. Quindi avete vinto queste startup competition? Avete messo dei soldi di tasca vostra o no? Solo questa cosa dell'erba? No, li.
Stefano Onofri (00:26:00) - Abbiamo generati dalle Airbnb quindi c'era la fortuna che è una fortuna cioè che per proprio in quel momento per qualche mese era finito un affitto c'era un appartamento sfitto. Cioè ci siamo tirati su le maniche le maniche e abbiamo cambiato molte lenzuola per gli ospiti Airbnb in quel periodo. E come.
Camilla Scassellati (00:26:17) - Avete poi avete avuto anche avete fatto un round di fundraising se non sbaglio con Primo Ventures come siete arrivati a fare fundraising.
Stefano Onofri (00:26:26) - È arrivato un po dopo perché noi veramente Camilla le prime all'inizio noi stavamo provando a prendere diciamo tutte queste opportunità alla fine abbiamo raccolto abbiamo vinto il Premio nazionale innovazione che è un premio che ancora oggi funziona molto bene e all'epoca ci aveva dato 25.000€ e premiava diciamo le idee di start up nate da un ambito universitario e quindi sostanzialmente avevamo messo un primo malloppo da parte che ci dava quella linfa vitale minima per dire ok, le persone più smart di quel team che avevamo messo da parte, tra cui Alessio Coia che adesso è Doc Tech di di CAB ed è praticamente un co-founder acquisito. Abbiamo preso guadagnato più tempo possibile per provare a validare l'idea cominciare ad avere i primi utenti, le prime risposte e mettersi lì a fare un pitch che fosse diciamo investa blu.
Stefano Onofri (00:27:17) - noi avevamo forse col senno di poi eravamo quasi troppo spaventati dal confronto con gli investitori cioè non ci sentivamo pronti perché dicevamo cavolo ma noi chi siamo non abbiamo no diciamo non abbiamo ancora nulla il prodotto non funziona ovviamente non abbiamo metriche eccetera abbiamo una visione ed eravamo stati molto bravi a raccontarla perché ne fare il pitch comunque è una cosa che ci viene abbastanza bene e quindi grazie a questi pitch abbiamo vinto queste start up competition. Ma ci sentivamo non pronte infatti è la prima Il primo capitale privato che abbiamo raccolto è stato da Gianluca Dettori il suo team che sono veramente early stage nel senso soprattutto in quel momento loro sono diciamo erano tra i pochissimi in Italia che veramente scommettevano su idee appena nate che era un poco più di un power Point e abbiamo avuto lì un ottimo un altro timing molto favorevole perché avevano appena deciso di fare un batch di accelerazione che poi non hanno poi rifatto quindi è stato quell'anno lì e basta in cui praticamente avevano preso dieci dieci start up nascenti avevano fatto il classico di accelerazione quindi un mix di di di capitale limitato diciamo sui 30 K per un Y fisso di di equity stile stile accelerazione diciamo e questa cosa qua è stato game Changing perché abbiamo detto ehi ok ma allora siamo investe belle abbiamo cominciato a cambiare un po'la.
Stefano Onofri (00:28:39) - No ci siamo immersi in quei mesi di di accelerazione veramente è stato per noi fondamentale siamo è stato il battesimo da founders se vogliamo motivo per cui dopo abbiamo detto ok questa cosa ci serve facciamo application ai programmi di accelerazione più più importanti diciamo più noti a livello internazionale e abbiamo applicato perché avete.
Camilla Scassellati (00:29:02) - Fatto un altro programma di accelerazione. Come è andato come siete entrati poi prima startup italiana ad entrare dentro un programma di textures quindi abbastanza sono sicuro abbia anche ulteriormente validato l'idea ma quanto vi ha aiutato poi sul concreto è una cosa che consiglieresti allora in short?
Stefano Onofri (00:29:19) - Sì, assolutamente, soprattutto in quel contesto nel senso che è chiaro che se uno è diciamo first time founders è molto diverso rispetto a sé se uno invece ci è già passato quindi chiaro che l'accelerazione serve proprio in quella fase. Però sì noi abbiamo avuto siamo stati la prima start up italiana diciamo che che tratta Tech Stars. L'anno dopo hanno aperto in Italia quindi ci siamo sentiti meno in colpa per il fatto che avevano dovuto, come dire, cambiare il contratto e renderlo integrabile con le srl italiane e abbiamo detto vabbè, gli abbiamo fatto spendere un po d'avvocato, poi dopo si vede che alla fine l'investimento non è stato perso perché grazie a Dio hanno aperto a Torino Textures.
Stefano Onofri (00:29:56) - E stato andare a Tel Aviv, è stato game changing perché mentre in Italia facevamo una grande fatica a spiegare quello che stavamo provando a fare, cioè a Tel Aviv. Io mi ricordo sempre il primo giorno kick off e 29 su lì del building dove eravamo con un po di ovviamente Angels investitori locali e sostanzialmente abbiamo capito che cosa voleva dire essere una start up Nation cioè erano loro che facevano le domande a noi non ci facevano finire le frasi dicendo ma guarda che la tecnologia spezzetta i dati in questo mondo. Sì, ma allora in termini di performance cosa succede in single failure? Qual è il vostro acquisition cost? E quindi rispetto al server cost? Cioè avevano capito il business model in un secondo ed erano su un altro pianeta e noi abbiamo detto ok, abbiamo fatto benissimo a venire qua. E l'imprinting scuola internazionale dal primo momento è stato poi come dire sancito in quei sei mesi a Tel Aviv che abbiamo fatto.
Camilla Scassellati (00:30:51) - Sì certo perché immagino che per i primi anni sia stato abbastanza complicato anche solo spiegare e convincere gli altri del need di questa tecnologia che stavate creando e quanto ci avete messo ad arrivare.
Camilla Scassellati (00:31:03) - Faccio un attimo di parentesi nel capitolo fundraising ma ci torneremo. Ma quanto ci avete messo ad arrivare a un prodotto utilizzabile che funzionava, che riuscivate a vendere ai clienti?
Stefano Onofri (00:31:13) - Il primo prototipo che abbiamo deciso di testare è stato una soluzione consumer. Sostanzialmente l'abbiamo lanciata due anni dopo la primissima intuizione, quindi è un messaggio anche per quelli che hanno difficoltà nel dire ma è lungo il come dire la rendi eccetera se è lungo deve essere solo Smart il più possibile diciamo a decostruire o a fare il reverse engineering a partire veramente dalla MVP capire quello che conta e quello che invece un asset web e focalizzarsi su quello. Noi all'inizio eravamo pessimi nel fare questa cosa qua, l'abbiamo come dire the way con la sbattendoci sbattendoci la faccia ma è il motivo che per esempio ci ha portato a fare un'altra tappa fondamentale della nostra crescita in una fase che. Giusto per dare un po di contesto era di completo Bootstrap per cui tutti noi founders a parte quelli tech avevamo un doppio lavoro sostanzialmente e noi lavoravamo per esempio in Alma Cube che è l'incubatore dell'Università di Bologna Confindustria che era ovviamente super sinergico, nel senso che da un lato eravamo esposti all'ecosistema, imparavamo tanto delle startup, dall'altro poi lo scaricavano a terra su Cubic.
Stefano Onofri (00:32:20) - Ma insomma bisognava portare a casa lo stipendio e con i propri soldi. Il nostro scopo era quello di dire ok, no, assicuriamoci di non perdere il talento che abbiamo intercettato tra questi sviluppatori che abbiamo trovato e quindi noi founders abbiamo fatto dei grandi sacrifici sempre per per non mettere mettere le poche risorse al servizio dell'azienda e quindi l'intuizione di andare su Kickstarter per esempio che è stata un'altra tappa importante perché abbiamo realizzato poi siamo entrati nel top 1% delle campagne di Kickstarter della storia raccogliendo più di 500.000$. È perché avevamo immaginato questo prototipo B2C che ha funzionato e come la campagna dimostra, ha funzionato molto bene e è stata, se vuoi, la prima vera mass validation che noi abbiamo avuto il nostro percorso.
Camilla Scassellati (00:33:12) - Mi interessava molto questo capitolo Kickstarter perché non si vede spesso nelle startup software? Non pensano di andare su Kickstarter? Non so, lo immagino più. Per chi fa un prodotto o qualcosa che vuole testare, fa il prototipo e poi lo invia a casa delle persone. Sai, la classica campagna Kickstarter? Cioè quale? Perché avete? Come avete avuto questa intuizione di andare su Kickstarter? E effettivamente ora capisco che era perché al tempo il vostro prodotto era B2C.
Camilla Scassellati (00:33:38) - Ora avete fatto un pivot, siete B2B, però al tempo immagino che quindi avete creato una campagna per convincere, non so, i gamers che avevano bisogno di più spazio, che potevano guadagnare dando loro storage. Ci racconti un po come come è nata l'idea?
Stefano Onofri (00:33:51) - Era certo. Intanto hai ragionissima. Infatti quello che noi l'escamotage con cui abbiamo fatto questa campagna e che abbiamo collegato al nostro software perché capite 100% software abbiamo collegato un hardware dedicato la Shell che quindi era sostanzialmente un. Molto bella tra l'altro un un mini server diciamo casalingo l'attack al Wi-Fi te lo dimentichi lì e lavorava al posto tuo e aveva dentro un po di storage un hard disk. Ok quindi abbiamo creato sostanzialmente questo primo prototipo nel nel creare una rete distribuita e quindi su Kickstarter la gente acquistava sostanzialmente invece uno dei claim del tempo era appunto paga una volta invece di pagare un canone mensile, quindi comprati questo prodotto che ti da un vero cloud distribuito e non era un personal NAS di quelli che si vedono diciamo non so se vai da Mediaworld eccetera che quindi è come un hard disk collegato alla tua rete locale, ma se ti va giù la rete o ti si rompe l'hard disk hai perso i dati.
Stefano Onofri (00:34:49) - Quindi la logica era che tu sei un pezzo di qualcosa di più grande di te e insieme diciamo l'unione fa la forza. Oggi siamo esattamente dove volevamo essere, ma chiaramente ci è costata molta più fatica di quello che immaginavamo, molte più deviazioni di percorso eccetera. Ma come come tu hai citato prima la parola pivot quello che il nostro piano fin dall'inizio era avere una una validazione su un prototipo B2C per poi dopo spostarsi più nel mondo Enterprise dire guarda l'ho dimostrato in campo operativo ora è una tecnologia solida per poter essere assunta diciamo e adottata in azienda. Questa cosa pensavamo che ci avremmo messo molto meno a farla ma invece chiaramente poi la fatica di fare start up la scopre solo strada facendo e col senno di poi sono tutti più facili. Ok, però è interessante.
Camilla Scassellati (00:35:34) - Avevate già l'idea che sareste state un giorno B2B, ma non sapevate come arrivarci senza aver prima provato di aver, potuto, insomma prima aver testato la tecnologia? Magari sì. Adesso nel 2024 uno ci può provare direttamente, perché le aziende sono magari un pochino più aperte a provare delle tecnologie.
Camilla Scassellati (00:35:53) - Rischiare, però immagino che all'epoca non fosse così e quindi vi sentivate che dovevate avere una forte traction prima di cominciare però questo è molto interessante. Continuiamo sulla parte arrangiarsi per trovare i soldi perché comunque come dicevi è anche un business model capital intensive perché avevate dei team dei costi di tecnologia eccetera avete fatto anche tanti avete fatti applicazioni anche tanti bandi avete vinto quello di Horizon che è il programma diciamo dell'Unione europea avete vinto 2 milioni di dollari quindi comunque una somma molto interessante perché fare application ai Grant è una cosa che consigli Non so. Per esempio vedo che viene a volte molto dimenticato di fare applicazioni a bandi e provare anche a arrays tramite quello non fare subito magari mega round. Non so quale sono le tue opinioni a riguardo.
Stefano Onofri (00:36:41) - Certo io sono assolutamente a favore, con metodo e raziocinio ovviamente, perché ci sono tanti bandi là fuori. Ovviamente uno deve sempre soppesare il trade off e quindi un ritorno sull'investimento, ma per noi era esattamente quello che ci serviva per due motivi uno perché noi eravamo ancora in una fase comunque poco invest tables, vuoi per fare un round vero e proprio.
Stefano Onofri (00:37:04) - Eravamo appena partiti, avevamo già le prime traction Kickstarter eccetera, ma insomma il business model era ancora in informazione e quindi è un'ottima escamotage quella di avere dell'equity free financing per farti finanziare in vista di fare un round migliore di quello che potresti fare subito. Per chi fa un software di Opteck come il nostro, molti dei bandi nascono per quello. È stato difficilissimo vincere Horizon2020. Abbiamo fatto tutti da solo, senza consulenti esterni e abbiamo. Mi ricordo benissimo quando siamo andati a Bruxelles per il finale diciamo. Poi dopo hai un mese di attesa per sapere se è passato no e che è una cosa completamente game changing. Ovviamente in quella fase 2 milioni di euro sono un round anche significativo per un preside, se vuoi. Mi ricordo l'urlo di sollievo quando ci è arrivata la notizia. Quindi assolutamente quello che io consiglierei se siete nel mondo deep tech, sia software che hardware e avete anche delle declinazioni che sono ovviamente strategiche per chi fa questi bandi per cui l'Europa noi avevamo la sovranità digitale e anche il l'angolo del del risparmio diciamo della sostenibilità sì perché ovviamente il nostro software fa lo stesso lavoro del cloud grazie alla distribuzione usando molto meno risorse quindi anche molta meno energia molto meno consumi e quindi questa cosa è stata vincente per cui assolutamente io credo che soprattutto in realtà mercati sotto finanziati come quello italiano rispetto a quello quello francese per esempio a maggior ragione abbia senso sfruttare un pochino questa opportunità.
Camilla Scassellati (00:38:41) - E poi arriviamo al vostro diciamo non è il vostro primo round però il primo grande round che avete chiuso che avete chiuso nel 2021 che era un round da 6 milioni di euro che avete diviso in due tranche e in cui hanno investito Cdp Jellyfish, soci di IAG. Quindi diciamo tutti i player importanti nel mondo venture capital italiano. Quanto è stato difficile chiudere il round? Che strategie avete usato per convincere gli investitori? Non so se hai fatto qualcosa che vi ha fatto emergere in qualche modo, che vuoi raccontare o consigli che hai su come chiudere in un round grande come avete fatto voi.
Stefano Onofri (00:39:14) - Guarda, noi stavamo cercando tra milioni di euro e alla fine ne abbiamo raccolti sei. Questa cosa è stata ovviamente un lungo processo che era il 2020 quando abbiamo iniziato così, per cui avevamo praticamente il round già fatto. E poi ah, fermi tutti, è cambiato il mondo, cosa succede eccetera non ne riparliamo vediamo tra due mesi eccetera quindi noi con una grande ansia ovviamente di come dire finire finire i soldi eccetera. Siamo riusciti a mettere allo stesso tavolo dei i player del venture capital italiano c'era ovviamente anche primo ventures che aveva era già dentro con un piede per i primi soldi che ci aveva dato in quella fase.
Stefano Onofri (00:39:56) - E e Gianluca è stato sicuramente super in in trincea con noi nel costruire quel round io credo che l'ho visto anche nell'ultimo round di cui immagino tra poco parleremo. Succede sempre così all'inizio tu hai tanti tanti no e aggiusti il tuo pitch, capisci che cosa non viene percepito, Non fai più gli errori di prima, senti anche su di te chiaramente più pressione per avere una performance, perché chiaramente più la tua lista di target investors comincia a essere filtrata. Ok, erano 100, però venti hanno detto no, quindi rimangono 80, altrimenti 60. Diciamo hai anche su di te la pressione di veramente fare la performance della vita nel convincere l'investitore perché non hai alternative per cui questo di solito è uno stimolo che funziona e poi si trova un John in Point dove hai il commitment veramente di qualcuno che dice ok, ci sto e questo a catena no, crea un effetto umano troppo umano di appunto FOMO e quindi sostanzialmente siamo riusciti e siamo passati molto rapidamente dal temere di non poter chiudere quella causa ad andare in over subscription e questo non non ci sono se vuoi ricette segrete se no magari un po di accortezza nel fatto di partire chiaramente con il focalizzandoci su un investitore che che magari ha più facilità di essere convinto nel senso che per il suo decision maker process interno può essere più abbordabile Un grosso grazie per esempio noi lo dobbiamo dare a agli UGG perché il modo in cui questi club funzionano che sono utilissimi per l'ecosistema e che comunque è strutturato per cui tu sai che se viene selezionato cioè hai quel momento e dopo comincia a raccogliere il commitment degli Angels eccetera.
Stefano Onofri (00:41:45) - Noi abbiamo raccolto quasi 1.000.000 mezzo tramite gli UGG che una delle raccolte più grosse che abbiano fatto e ovviamente questa cosa ha creato poi quella FOMO che che di cui parlavo prima e.
Camilla Scassellati (00:41:55) - Non so perché ho questa impressione che tu sei abbastanza resiliente sui no e riesci a trasformare no in sì. Non so se una mia intuizione giusta o sbagliata me lo dirai tu e se è così secondo te cosa? Perché hai questo superpotere? Diciamo di riuscire a non farti demoralizzare dalle porte in faccia, perché secondo me quella è una delle cose più importanti che devi abbastanza imparare quando fai l'imprenditore che mentre nella vita di tutti i giorni se qualcuno ti dice no, la voglia di andare a piangere, sentirsi un po tristi con se stessi. Quando fai l'imprenditore diventa più o meno all'ordine del giorno farsi dire di no. Quindi come hai vissuto? Cioè come vivi questo?
Stefano Onofri (00:42:34) - Io credo proprio che la job description del founder sia il tuo, il tuo il tuo lavoro è trasformare dei no, dei sì, perché è esattamente se ci pensi chi crea qualcosa da zero sostanzialmente è quasi un paradosso fisico cioè dal dal nulla deve creare della materia quindi il nulla il no e la materia il sì per cui tu hai bisogno per farlo secondo me di due elementi fondamentali il primo è che ci credi veramente tu nel senso che sei convinto razionalmente.
Stefano Onofri (00:43:07) - Poi c'è chi è più razionale come me o chi più irrazionale magari non so. Creativo, comunque visionario in quello che tu stai facendo perché sai che hai percepito qualcosa che che c'è e che quindi anche se gli altri non lo vedono, diciamo alla fine li convincerai. Il secondo ingrediente necessario è che tu abbia un team di co-founder che si supporta a vicenda perché è normalissimo avere, è proprio la diversificazione del rischio. Come? Se vuoi fare un'analogia, allo stesso modo in cui i venture capitalist diversificano il rischio con la portfolio strategy su diverse start up, il l'imprenditore diversifica il rischio di under performance o under motivation depressione eccetera suo. Grazie al supporto degli altri co-founder magari.
Camilla Scassellati (00:43:54) - Tu hai una giornata no in cui dici questa cosa non sta funzionando basta mollo tutto non vedo il prossimo step. Ci hanno detto di nuovo no non so se riuscirò a raccogliere quei soldi che ci servono. Uno dei quattro invece in mezza giornata si dice ma che cavolo dici? Guarda, siamo riusciti a fare questo, tecnologicamente ce la faremo e quindi TT hai anche questo mood altalenanti che ti servono perché quando sei in down magari c'è qualcuno in up e riesci a tenerti a galla con la forza di volontà.
Stefano Onofri (00:44:25) - Ma sicuramente è successo più e più volte. Ci sono stati chiaramente dei momenti molto difficili ma per fortuna sono difficili a turni e quindi come dire il abbiamo sempre controbilanciato.
Camilla Scassellati (00:44:35) - E arriviamo ad oggi perché dobbiamo assolutamente parlarne avete da poco ufficialmente annunciato che avete chiuso un round da 12 milioni mezzo di euro in cui hanno partecipato investitori europei quindi avete raise da Local Globe e da ETF partners che sono due visti riconosciuti sulla scena europea e quindi quanto è stato importante per voi raccogliere questo round, raccoglierlo da visi non italiani, quindi avere un po questa diversificazione geografica. Come li avete conosciuti?
Stefano Onofri (00:45:04) - Questo round è stato veramente epocale per noi come Cubbit. Ma mi piace pensare che abbiamo fatto un buon lavoro di traghettare questi questi soldi da Londra sull'ecosistema italiano. Local LocGlob ha 19 unicorni in portafoglio Nel report di Deal room del 2023/10000 fondi analizzati in EMEA. Loro sono il numero uno. Sono conosciuti da tutti nel soprattutto UK Nordic. Hanno un team dietro mostruoso di gente che nel venture capital da anni tre tra UK gli US e non avevano mai investito in Italia, così come non avevano mai investito in Italia.
Stefano Onofri (00:45:43) - Anche ITV Partners, che sta per Environmental Technologies Fund, quindi è un fondo a sfondo impact sulla sostenibilità e anche loro sono un fondo molto grande, 280 milioni di euro, e hanno Patrick Sheehan, che il fondatore, era uno dei primissimi fondatori negli anni 80 del venture capital UK, quindi è veramente una persona molto nota È stato veramente epocale ed era esattamente la traiettoria che noi volevamo disegnare. Mi chiedevi come li abbiamo convinti? Da dove è partito Il People factor è fondamentale. Noi infatti entrambi sono persone che non non sono state diciamo approcciate con un approccio di. Se vuoi cold pitch che by the way contro cui non ho nulla perché come dicevo prima se uno vuole parte da zero e vuole trasformare diciamo il il nulla in materia chiaramente le prime armi che ha è banalmente bussare alle porte va benissimo ma ovviamente noi abbiamo fatto questo in una fase dove in una prima fase di and bootstrap in poi il round del 2021 di cui parlavamo prima che effettivamente è stato il primo round che ha reso Cabinet una diciamo una start up in in in traiettoria di fare la start up quindi voler crescere velocemente andare sui mercati internazionali e insomma seguire il percorso standard le start up era esattamente il next step e siamo partiti dalle risorse che avevamo perché ovviamente è difficile partire dalle risorse concentrarsi sempre all'inizio su quelle che hai e si curioso di portarne nel tuo sul tuo tavolo tutto quello che ti manca perché dico questo una per esempio una connessione con Local Globe è nata da Gianluca Dettori che essendo stato uno dei primi venture capitalist in Italia chiaramente anche a livello internazionale è molto noto a tanti legami E quindi c'era dall'altra parte del telefono un altro italiano dei tanti Italians che sono in giro per l'Europa e per il mondo.
Stefano Onofri (00:47:36) - Ferdi Ferdinando che è siciliano ma da otto dieci anni vive a Londra sempre stato nel VC PCI quindi è come carriere completamente internazionale lavora Local Globe conosceva Gianluca ogni tanto si scambiavano dei deal è partita da una da una call normale come tutte le altre una prima discovery se vogliamo e poi dopo c'è sempre stata c'è stata immediatamente se vuoi una Chemistry è una grande sinergia che ci ha portato a il loro team dall'altro lato come abbiamo conosciuto Patrick abbiamo l'abbiamo conosciuto tramite Mikko Mikko su nell'Attica e finlandese. Lui lavorava con Patrik negli anni 80, come dicevo prima, e chi è mio amico è stato nel board più di 100 startup e anche di tre unicorni. Lui è sempre entra sempre negli stage e poi dopo va avanti. È una persona un chairman c'è person diciamo fenomenale come l'abbiamo conosciuto l'abbiamo conosciuto uscendo dalla nostra comfort zone. Perché a proposito di bandi abbiamo applicato una volta un bando che non dava finanziamento ma dava network, fatto sempre da l'Unione Europea, da ISIL European Innovation Council e si chiamava praticamente Growth Club, per cui selezionava tra le aziende che avevano ricevuto finanziamenti di vario tipo dall'Europa quelle più promettenti.
Stefano Onofri (00:48:56) - Noi siamo stati selezionati tra le top 30 europee startup europee, deep tech e Mikko era uno dei mentor. Quando l'abbiamo sentito parlare in queste sessioni, lui diceva che era stato per gli stage investe in un'azienda che faceva online backup, quindi sempre nel mondo dello storage, è un'azienda che si chiama Carbonate, che lo ha investito nel primo round da credo due 3 milioni è stata venduta per 1.000.004. Ok, ok Micco ora tac e lui è una persona stupenda, connessa ovviamente anche nel mondo VC nordico eccetera. Abbiamo cominciato a lavorare insieme e un anno dopo e diciamo quello che abbiamo seminato è stato raccolto con il con il fatto che appunto si è concluso anche questo questo round con ITF e local Globe insieme. Aggiungo anche che hanno investito Verde che è un fondo tedesco svizzero deep tech tra i più attivi in Europa 2100 Ventures che è uno dei fondi nati da poco con un team formidabile e e sono entrati appunto sono sono entrati in società anche loro insieme ad altri investitori che avevano fatto in questo periodo nell'ultimo anno mentre costruivamo questo round avevamo.
Stefano Onofri (00:50:07) - appunto iniziato con con dei convertible per per come dire cominciare a tastare il terreno del fundraising perché è stato un anno ragazzi difficilissimo noi abbiamo iniziato a fare il fundraising nel 2023 che era proprio il down più totale adesso più o meno stiamo rendendo il trend più positivo ma era un anno difficilissimo e abbiamo portato a bordo veramente dei dei degli investitori interessantissimi anche italiani grazie a l'advisor di growth Capital che è un team che lavora benissimo e con cui abbiamo fatto eroda a Jean un altro voglia di uscire un po dalla zona di comfort e conoscere network e conoscere risorse che ti mancano e che invece sono affini a te e ti devi portare più stretto possibile. Abbiamo fatto application per i road, siamo stati selezionati, abbiamo cominciato a lavorare per Growth Capital e senza di loro non avremmo connesso tanti, tanti puntini.
Camilla Scassellati (00:50:55) - Quindi due cose che mi che tiro fuori alla tua risposta è c'è questo gruppo italiano visti con cui lavoriamo ma in generale l'idea di italiani nei visti in giro per il mondo quanto sono importanti perché ovviamente da italiani magari 1 a 2 livelli di connessione può arrivarci più facilmente e grazie a loro arrivare comunque al raise da fondi internazionali perché ci sono anche italiani inviati in America quindi non sottovalutare la forza dell'Italia in questo senso.
Camilla Scassellati (00:51:23) - E la seconda cosa mi sembra che hai anche molto questa propensione a connetterti a persone entrare in gruppi usare advisor quindi mi sembra che anche un tuo consiglio è non perdersi nel dover far tutto da soli e avere una cosa ben precisa. Voglio fare questo, voglio arrivare qua, voglio conoscere lui ma anche appoggiarsi ad altri, chiedere aiuto, parlarne tanto con tutti, raccontare a che punto uno si è quindi fare molto sharing con il proprio network.
Stefano Onofri (00:51:51) - Sono due cose, assolutamente. Allora la prima Italians in bici io non posso stressare quanto siano una risorsa incredibile e perché facciamola semplice cioè se un fondo non ha mai investito in Italia, ok. Il motivo? Il modo con cui convincerla a investire su una startup italiana deve essere un processo di mediazione. Cioè tutti siamo impegnati, siamo, diciamo inconsciamente spaventati dal dall'ignoto Oh mio Dio come funziona la legge in Italia le cose eccetera cioè c'è bisogno di qualcuno che faccia mediazione chi meglio diciamo come early adopters vuoi di un italiano che lavori dall'altra parte del tavolo e quindi un Italians in bici e che possa fare da mediatore se vuoi tra le due parti della transazione.
Stefano Onofri (00:52:38) - Mi piace anche il fatto che è una storia bellissima e il fatto che Italians sia nato poi in modo così spontaneo, cioè proprio come mission driven da operatore dei visti italiani da Londra che poi hanno detto ehi, ma c'è qualcosa qua che sta nascendo? Siamo in tanti e finalmente. E ognuno è motivato, anche da provare a portare il proprio mondo, a vestire l'Italia. Quindi come sempre l'Unione fa la forza e quindi è una bellissima realtà. E sì per tutti founder che ci ascoltano. Assolutamente. Passate le ore su LinkedIn io passo le ore su LinkedIn e per capire le connessioni, ma non in modo cioè sembra quasi che ci siano dei magari possa suonare male nel senso che sembra che ci siano non so di dei club esclusivi o delle dietrologie assolutamente no è la cosa più umana più umana del mondo quando tu conosci qualcuno che è un tuo simile no se ragioniamo quello che dicevi tu nel secondo punto cioè per circondarsi da advisor in certe sfere cioè LinkedIn ci aiuta a ragionare per cerchie quindi è chiaro che la parte più bella delle cerchie sono gli insiemi che sovrapposti quello overlap che crea una catena e una congiunzione che permette a entrambe le parti di fare tap nello show dell'altro è uguale a quando parlavamo all'inizio dell'intervista di quanto è utile per un ingegnere conoscere un economista.
Stefano Onofri (00:54:00) - C'è sempre lo stesso principio di essere curiosi e essere aperti a dare, perché dando poi uno riceve. Quindi quando tu ovviamente ti rendi conto che non hai nessuna non so nel tuo business plan cioè che devi iniziare a presidiare la Germania, la dark ride e tu dici ehi ob, sarebbe utile avere uno stakeholder come Verde per esempio, che è appunto tedesco e svizzero. Qual è il reverse engineering che devi fare Allora? Comincia a capire gente che è lì dentro, che è vicina a te e che da cosa può nascere cosa e comincia a seminare. Poi è chiaro che è facile dirla così. La verità è che ovviamente siamo sempre come dire spinti da da deadline da pressure eccetera per cui nel senso alla fine molto spesso quello che devi prendere azione molto veloce e sei costretto a focalizzarti su quello che tu hai già. Ma la buona notizia è che siamo in un mondo oramai quello del vicino e comunque connesso anche grazie a realtà come Italia Servizi eccetera dove veramente se uno guarda gli stakeholder che ha che che che sia l'angelo il primo Angelo o l'amico founder o un Mentor che conosciuto eccetera in realtà basta veramente poco per scatenare un effetto domino domino che libera un potenziale molto grande.
Camilla Scassellati (00:55:15) - No infatti hai detto che non eri contrario alle alle col di mezzo le calcola anche gli investitori ed F tinte non c'è non c'è niente di male ma più parliamo con gli investitori più ci rendiamo conto che in realtà loro vogliono che tu abbia anche fatto solo lo sforzo di aver trovato qualcuno che sai che loro conoscono. Aver convinto loro e aver convinto quella persona a fare l'intro. Perché il fatto che tu abbia già convinto qualcun altro a presentare a loro la tua idea vuol dire che insomma, c'hai la cazzimma di di arrangiarti. E il tuo pitch effettivamente è stato così forte che una persona è stata convinta a fare l'intro, quindi hai già un po fatto capire che hai un'idea che vale la pena presentare. Quindi questo è un po il consiglio che mi sento di dare dalle chiacchierate che abbiamo fatto con gli investitori che certo, provatela col di melma se le colline non va non non abbandonate ma invece fate vedere che siete imprenditoriali. Anche nel trovare le connessioni, come dicevi tu, alla fine bastano due persone che poi fanno network effect.
Camilla Scassellati (00:56:14) - E poi è velocissimo il conoscere tutto l'ecosistema startup in Italia, perché quella è l'altra cosa bella che è abbastanza piccola e quindi più o meno uno ci si ritrova dentro abbastanza velocemente.
Stefano Onofri (00:56:25) - Completa la Grey con allegria e fa tutta la differenza.
Camilla Scassellati (00:56:28) - E parliamo anche di momenti personali perché in questo immagino mega stress di chiudere questo round comunque importante che come ci hai detto c'è voluto anche tanto tempo per chiuderlo. Hai avuto una bambina che è nata più o meno quando avete chiuso il round quindi è stato un duplice successo a casa Onofri come come gestito questo momento di comunque aspettare una bambina in un momento di pressione lavorativa che è un po la vita dell'imprenditore, che è difficile gestire vita personale, vita professionale. E se cambiare, diventare padre ha un po cambiato la tua mentalità, la tua visione sulle cose.
Stefano Onofri (00:57:04) - Allora è bellissima questa cosa. Intanto sono felicissimo di questa cosa nuovissima di diventare padre, nel senso che dico sempre che la Piccola Fenice è nata alle nove 32 di un giovedì e alle 09:45 la mia visione della vita era già stata completamente stravolta e mi fa morir dal ridere il fatto che il termine di questa cosa perché sostanzialmente noi abbiamo inviato il primo pitch per il fundraising prima che lei fosse anche concepita e praticamente quando abbiamo fatto il closing l'avevamo in braccio, per cui ti fa capire quanto è lunga un fundraising e quanto sia in tutti i sensi un parto.
Stefano Onofri (00:57:40) - Nello specifico ci tengo a sottolineare che c'è una start up nella start up perché tra l'altro mia moglie è la Sephora di Cabot, perché noi abbiamo ci conosciamo da ben prima di Cabot e probabilmente io ho questa tendenza a innamorarmi di persone che possono essere potenzialmente co-founder. Infatti ci scherzo sempre sopra con Cillo, nel senso che spero che lui non sia stato geloso, poiché io ho avuto il figlio con qualcun altro. Ma il punto è perché lo stresso? Perché in realtà da cioè fare impresa è uno sforzo straordinario. Un aiuto fondamentale è avere legami extra ordinari, per cui quando tu trovi una persona con cui hai una chimica incredibile intellettuale che poi si può trasformare anche come è stato in questo caso che tra l'altro non è raro perché poi ho scoperto che diciamo VMware Cisco Eventbrite. Aziende enormi sono state fondate da da coppie sostanzialmente quindi è non è così raro trovare delle coppie all'interno di un founding team ma perché credo perché oggettivamente c'è tanta correlazione tra fatto che quello sforzo è straordinario che richiede un legame straordinario poi dopo possa come dire conciliarsi con anche appunto una un legame diciamo di di affetto e di amore per cui.
Stefano Onofri (00:59:04) - E questo aiuta a proposito di fare un balance come dicevamo prima non è solo diciamo ho l'esperienza secondo i co-founder sia con con mia moglie dove facciamo due lavori diversi praticamente non ci parliamo mai tutto il giorno, anche se lavoriamo spesso in casa a due lati del tavolo diverso. Però in generale il il messaggio sottostante è bisogna avere degli adventure, dei compagni di viaggio fenomenali e quindi questa è la prima scelta del founder che ripagherà per sempre.
Camilla Scassellati (00:59:38) - Aggiungo anche che essendo la Stephanie immagino fosse anche lei molto impegnata nel chiudere il round, quindi facciamo soprattutto i complimenti a lei che è riuscita a bilanciare gravidanza party round. Quindi non è anche, come dicevi, un'impresa straordinaria in tutti i sensi e siamo arrivati alla fine della nostra chiacchierata e ti dobbiamo fare la nostra ultima domanda. Quindi ti chiediamo in che modo secondo te la tua italianità ti ha aiutato nel tuo percorso nel percorso di Cavit?
Stefano Onofri (01:00:06) - Guarda l'italianità secondo me è tipo un carburante che noi abbiamo dentro, ma in modo un po paradossale dobbiamo un attimo rinnegarlo per poterlo accendere. Cioè, mi spiego con tre esempi.
Stefano Onofri (01:00:18) - Il primo è che tutti noi abbiamo una percezione del grandeur, di quello che abbiamo creato e di quello che eravamo le il genio le imprese che abbiamo fatto che si scontra molto con lo stato attuale dove c'è molta frustrazione su alcune cose non non sempre ma spesso è diffusa no. Allora se tu sviluppi la forza di voler andare controcorrente e provare a cambiare le cose questa italianità si trasforma in una motivazione infinita di di voglia di riscatto e di e di voglia un po di di di di essere underdog che ce la fa. Un altro modo è il fatto che l'italianità significa che le cose sono complicate cioè e non hai paura di affrontarle quando sono complesse intricate ridondanti eccetera e quindi se sviluppi un odio per la complessità, alla fine ottieni la chiave per la ricerca della semplicità e la potrai portare questa semplicità, questa forza dove altri non si avventurano neanche perché erano spaventati all'inizio dalla complessità, no. E un altro esempio è il fatto di La capacità di. Se vuoi mettere tutti a tavola, cioè in senso figurato, cioè di mettere tutti d'accordo, di creare armonia eccetera e se eviti di essere troppo informale casereccio grezzo nel farlo no e vai a interfacciare con altre culture allora apprende la capacità di diventare un collante umano incredibile in modo spontaneo naturale e che è la formula mettere le persone insieme per per creare qualsiasi cosa da zero, creare un team e fare imprese straordinarie.
Stefano Onofri (01:01:49) - Quindi se siamo in grado di accendere questo carburante che è l'italianità veramente c'è c'è tanto che possiamo dire fare.
Camilla Scassellati (01:01:56) - Grazie mille Stefano di averci raccontato storia quella di Cavit e soprattutto di averci raccontato anche come avete superato tanto degli ostacoli perché penso che questo sia quello di cui vogliono sentire sempre più le persone che ci ascoltano per avere anche loro un po di motivazione e anche rendersi conto che è normale avere tanti ostacoli, che è difficile il percorso e che altri ce l'hanno fatta e quindi spero che anche loro si sentiranno motivati ad andare avanti grazie a questa chiacchierata. Quindi grazie mille.
Stefano Onofri (01:02:23) - Grazie a voi, state facendo un lavoro straordinario che serve a migliaia di persone e quindi avanti tutta.