Costruire un’azienda da zero e trasformarla in un fenomeno di mercato con Matteo Fabbrini, Co-Founder FABA

 

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Come si costruisce un’azienda da zero e la si trasforma in un fenomeno di mercato?
L’ospite di oggi lo sa bene: Matteo Fabbrini ha creato quattro aziende multimilionarie, e l’ultima, FABA, sta rivoluzionando il modo in cui i bambini apprendono e si divertono.

FABA è un cantastorie moderno senza schermi, progettato per stimolare la fantasia dei più piccoli attraverso racconti, favole e contenuti educativi. Lanciato nel 2019, in pochi anni è diventato il singolo giocattolo più venduto in Italia nel 2024, con una presenza nel 15% delle famiglie con bambini tra 0 e 3 anni. Oggi è in 5 Paesi, ha un team di 30 persone e ha chiuso il 2024 con un fatturato di 10 milioni di euro e un EBITDA positivo.

Ma il percorso di Matteo non è stato lineare nè privo di ostacoli. Cresciuto nell’azienda di famiglia, ha fondato imprese di successo a livello internazionale, ma a 40 anni, con un mercato in trasformazione che minacciava il futuro della sua azienda più grande e la nascita di sua figlia, ha scelto di reinventarsi per creare qualcosa con un impatto reale.

Come si fa a ripartire da zero e costruire un brand di successo? In questa puntata Matteo ci racconta il dietro le quinte della sua storia imprenditoriale, le sfide affrontate e il segreto per scalare un’azienda in modo sostenibile.

Ascoltiamo la sua storia.

TAKE AWAYS

L'importanza della famiglia (00:01:08)
Matteo discute il suo background familiare imprenditoriale e le sfide affrontate.

Inizio precoce nel mondo del lavoro (00:02:16)
Matteo condivide la sua esperienza di lavoro nell'azienda di famiglia fin da giovane.

L'impatto di un imprevisto (00:07:04)
Riflessione su come un problema di salute ha cambiato la traiettoria della sua vita.

La reazione della famiglia (00:09:03)
Matteo racconta come la sua famiglia ha reagito alla sua decisione di intraprendere un percorso imprenditoriale diverso.

L'idea imprenditoriale iniziale (00:10:02)
Matteo presenta la sua prima idea di business nel campo delle chiavette USB.

Lancio di più aziende (00:12:43)
Spiega come ha gestito il lancio simultaneo di tre aziende diverse.

Organizzazione e multitasking (00:14:12)
Matteo discute la sua capacità di gestire più progetti e come si organizza.

Il falso mito del multitasking (00:15:58)
Discussione sull'illusione di poter gestire più aziende e avere una vita sociale attiva contemporaneamente.

Riflessioni sul focus aziendale (00:16:22)
Matteo riflette su come concentrarsi su un'unica azienda potrebbe averla portata a un successo maggiore.

Lancio della prima azienda e chiavette USB (00:16:53)
Matteo racconta la creazione di Tribe e la produzione di chiavette USB a tema popolare.

Collaborazione con grandi brand (00:17:41)
Descrive come Tribe ha collaborato con marchi di intrattenimento per creare chiavette uniche.

Espansione globale e sfide (00:21:08)
Le difficoltà di gestire un'azienda in espansione con team distribuiti in diverse nazioni.

Saturazione del mercato delle chiavette USB (00:23:00)
Discussione su come il mercato delle chiavette USB si stava saturando e necessitava di un cambiamento.

Transizione a Faba (00:23:33)
Matteo parla della decisione di lanciare un nuovo prodotto, Faba, dopo il declino delle chiavette.

Impatto del prodotto sui bambini (00:26:21)
L'importanza di avere un impatto positivo sulla vita dei bambini attraverso il nuovo prodotto.

Competizione nel mercato (00:27:11)
Riflessioni su come diverse startup simili sono emerse contemporaneamente nel mercato.

Ricerca di mercato per Faba (00:30:35)
Discussione sulla ricerca di mercato fatta prima del lancio di Fava e le opportunità future.

Il focus sul prodotto durevole (00:31:23)
Matteo discute l'importanza di creare giocattoli di qualità che durano nel tempo.

L'apprendimento attraverso il gioco (00:32:34)
Inés condivide la sua esperienza come madre e l'importanza del gioco per la concentrazione dei bambini.

Sviluppo del contenuto audio (00:33:44)
Matteo spiega le sfide nel creare contenuti audio coinvolgenti per bambini.

Raccolta fondi per Faba (00:35:30)
Matteo parla del processo di raccolta fondi e delle difficoltà incontrate.

Esperienza nel fundraising (00:36:04)
Matteo riflette sulla sua prima esperienza di fundraising e le sfide affrontate.

Sostenibilità economica e obiettivi futuri (00:40:45)
Matteo discute l'importanza della sostenibilità economica e i piani per il futuro di Faba.

Espansione e strategie di mercato (00:42:14)
Matteo condivide gli obiettivi di crescita e l'espansione in nuovi mercati.

Concentrazione sul prodotto (00:43:51)
Matteo spiega l'importanza di rimanere focalizzati su Faba senza distrarsi con nuovi progetti.

Riflessione sul successo personale (00:45:46)
Matteo riflette su come la nascita di sua figlia ha influenzato la sua idea di successo e priorità.

Faba e l'impatto sui bambini (00:47:11)
Matteo discute l'importanza di Faba e il suo impatto sulla vita dei bambini.

Impatto vs fatturato (00:49:50)
Camilla chiede come bilanciare il desiderio di impatto e il successo economico.

Crescita e ambizione (00:50:40)
Matteo spiega che impatto e successo economico devono andare di pari passo.

Passione come motore (00:51:52)
Il consiglio di Matteo è di mettere la passione al primo posto per avere successo.

Consiglio al giovane Matteo (00:53:16)
Matteo riflette su cosa direbbe al suo giovane sé riguardo alla concentrazione.

 

TRASCRIZIONE EPISODIO

Camilla Scassellati

00:01:42

Matteo benvenuto su MadeIT. Siamo molto contenti di averti qui e come al solito partiamo sempre subito con le nostre domande e siamo sempre curiosi di scoprire un po da dove vengono i nostri ospiti. La tua infanzia, la tua famiglia e come tanti di quelli che sono passati da MadeIT.

Anche tu vieni da una famiglia di imprenditori. Nel tuo caso dai due lati, quindi sia mamma che papà imprenditori sei di Treviso della zona di Treviso quindi anche una cosa che sono sicura che condivide con tanti dei tuoi amici di scuola perché è una zona dell'Italia molto centrata sull'imprenditoria. Ma ti vogliamo chiedere quanto secondo te questo tuo venire da una famiglia di imprenditori ha influito sul tuo percorso e sei sempre saputo che il tuo destino sarebbe stato quello di fare l'imprenditore?

Matteo Fabbrini

00:02:45

Allora prima di tutto grazie di avermi voluto ospite del vostro podcast che come vi dicevo, ascolto da sempre, quindi sono onoratissimo di poter partecipare come ospite e rispondendo alla tua domanda sì sono di Treviso intanto quindi una regione in Italia dove le imprese sono tante e gli imprenditori altrettanto ovviamente. Sono cresciuto da due genitori che però di Treviso non sono perché mia madre tedesca e mio padre è umbro si sono trasferiti qua a Treviso per lavoro e qua a Treviso, poi hanno fondato le loro aziende. Le loro aziende erano nello stesso edificio dove io sono cresciuto come come bambino, quindi avevo casa e ufficio nello stesso ambiente e quindi il confine tra le due cose è sempre stato molto sottile.

Matteo Fabbrini

00:03:32

Mi ricordo che da bambino, appunto, giravo per gli uffici, andavo a giocare in mezzo ai tavoli di lavoro e quindi per me crescere all'interno di un contesto imprenditoriale è stata una cosa molto, molto naturale. Aggiungiamoci che ho un fratello che ha 14 anni più di me e che quindi anche lui è entrato nel mondo del lavoro da giovane e quando io ero ancora un bambino e quindi insomma praticamente sono cresciuto con quell'ambiente in maniera molto naturale.

Camilla Scassellati

00:03:58

Infatti hai anche tu però iniziato a lavorare nell'azienda di famiglia prestissimo perché hai detto che a 15 anni già lavoravi e poi hai continuato a lavorare con tuo padre, tuo fratello, tutto il liceo e tutto l'università fino alla fine dell'università. Quindi immagino che volesse anche dire vivere studio e lavoro intercambiabili, mente non so come facevi a bilanciare le due cose. Non so se ti è mai pesato, se pensi che ti abbia aiutato nel tuo percorso, perché comunque non tanti di noi lavoravano a 15 anni o comunque avevano un vero affaccio al mondo del lavoro perché tu eri proprio in azienda, avevi anche le tue mansioni, i tuoi ruoli nel dipartimento marketing?

Matteo Fabbrini

00:04:34

Sì, ma chiaramente non a 15 anni.

Matteo Fabbrini

00:04:36

A 15 anni lavoravo in magazzino però e inbustavo magliette facevo spedizioni anche lavori, lavori molto duri in realtà che però hanno aiutato a formarmi e penso sia stato molto giusto anche questo tipo di approccio al mondo del lavoro e poi crescendo Ovviamente mi sono affacciato sia al mondo del lavoro, quello un po più da scrivania. Contestualmente, anche studiando, ho portato avanti le due carriere in maniera contemporanea, simultanea, ovviamente non senza difficoltà, perché il mio percorso di studi è terminato. Mi sono laureato, però ci ho messo un pochino più del dovuto perché proprio contemporaneamente stavo anche lavorando. Sono contento di aver fatto l'università, ho imparato tante cose importanti, però mi sono reso conto che una città italiana che te ne insegna molte altre che sono magari meno fondamentali diciamo mettiamola così e quindi aver lavorato da subito invece mi ha immerso immediatamente in quello che alla fine sapevo sarei voluto diventare. Insomma sostanzialmente.

Camilla Scassellati

00:05:38

Questo episodio è sponsorizzato da Serenis.

Lo diciamo sempre l'imprenditoria è un percorso fatto di alti e di bassi e può essere anche molto solitario.

Per questo è importante non perdere di vista la propria salute mentale. Lo dice anche il mitico Paul Graham, founder di Y Combinator. I migliori imprenditori sono quelli che si prendono cura di sé. Questo non vale solo per gli imprenditori e le imprenditrici, sia chiaro. A volte facciamo fatica ad ammetterlo, ma abbiamo tutti bisogno di aiuto e la terapia potrebbe essere il supporto che ci manca. Se hai mai pensato di andare in terapia ma ti senti perso, perse, non sai come trovare il terapeuta che fa per te? Serenis Potrebbe essere la risposta Serenis.

Inès Makula

00:06:18

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Inès Makula

00:06:52

Serenis ha deciso di offrire una convenzione per tutti gli ascoltatori di MadeIT con il codice MadeIT7 potrai cominciare il tuo percorso con un prezzo convenzionato.

Camilla Scassellati

00:07:04

Abbiamo tutti i nostri sliding door moments, ma il tuo è stato descritto come quello in cui sei partito per Boston perché dovevi fare un master dopo finita l'università. Quindi hai lavorato come abbiamo detto fino alla fine l'università. Poi dovevi partire per Boston per fare un master alla Boston University, ma l'hai dovuto interrompere subito, praticamente appena arrivato per un problema di salute serio che ti ha riportato in Italia ti sei dovuto operare, quindi non hai più potuto riprendere quel percorso. Quanto pensi abbia cambiato la traiettoria della tua vita? Questo tuo imprevisto, chiamiamolo e che impatto ha avuto sulla tua visione del tuo percorso, della tua vita?

Matteo Fabbrini

00:07:41

Sicuramente ha cambiato il percorso, nel senso che l'ha accelerato. La direzione probabilmente era già un pochino scritta nel mio destino, mettiamola così però è stata un'accelerazione inattesa perché appunto sarei dovuto stare negli Stati Uniti per almeno un anno e chissà quanto altro ancora dopo.

Matteo Fabbrini

00:07:57

E invece sono dovuto rientrare, mi sono operato, sono stato abbastanza male per qualche mesetto. Vicissitudini di vario tipo mi hanno portato a riflettere su quello che volevo fare davvero in quel momento. È lì che ho capito che bellissima l'esperienza nell'azienda di famiglia, però avendo un fratello predestinato per motivi anagrafici, sicuramente a succedere a mio padre, avrei dovuto trovarmi un percorso tutto mio. Ed è così che ho fatto. È stata quella la scintilla che ha fatto scattare tutto. Probabilmente, come dicevo, sarebbe successo lo stesso, magari un po più avanti. E però così ho accelerato i tempi e accorciato quello che poi sarebbe dovuto succedere. Comunque.

Camilla Scassellati

00:08:37

Nonostante avessi questo fratello, come dicevi, 14 anni più grande, quindi destinato un po a seguire tuo padre era già molto più avanti di te, ovviamente, perché ci lavorava da anni. Come l'hanno presa i tuoi, la tua famiglia. L'idea che non volessi comunque rimanere, fare magari una parte di quello che faceva tuo fratello e fare una tua cosa separata. Non so se è stata una discussione che avete dovuto avere, se non ci hanno creduto subito, se ti hanno supportato o no.

Matteo Fabbrini

00:09:03

Sì, è un episodio molto simpatico, in realtà, perché sono andata da mio padre, mio fratello, con quella che era la mia prima idea imprenditoriale dell'epoca. E parliamo del 2006 2007. Non mi ricordo esattamente, ma ho questa idea. Vorrei fare questo progetto qua, lo facciamo all'interno della nostra azienda o ne facciamo una nuova? Ci credete? E mi hanno letteralmente sbattuto la porta in faccia. Mi hanno detto lascia perdere, ci occupiamo di altro, non perdere tempo in queste cavolate. E io però, siccome sono testardo, sono andato dal mio migliore amico che Francesco e gli ho detto guarda questa idea io ce l'ho. Secondo me funziona. Che ne dici se mi dai una mano? Se ci mettiamo assieme la facciamo io e te part time la sera e vediamo se funziona davvero. Quindi mentre continuavo a lavorare un pochino. Comunque nell'azienda di famiglia la sera mi occupavo di questo nuovo progetto che. E poi si è chiamato Maki ed è diventata un'azienda.

Camilla Scassellati

00:09:55

Non abbiamo detto tra l'altro cosa faceva la tua azienda di famiglia che penso che possa dare un po di contesto anche per poi le cose che hai scelto di fare dopo.

Matteo Fabbrini

00:10:02

Sì, è la più grande azienda d'Italia di distribuzione di prodotti per le tabaccherie, quindi distribuiscono cartine, accendini, tutto quello che non è tabacco, sigarette elettroniche. È una realtà comunque, diciamo la più importante nel suo settore. È un settore un po particolare che non mi ha mai particolarmente affascinato, ma non ho neanche mai avuto nulla contro Sono diciamo molta libertà quello che uno si sente di voler fare però io appunto ho voluto provare una strada diversa.

Inès Makula

00:10:34

Infatti questa tua prima idea di business era quella di lanciare un'azienda e-commerce di pennette USB con questo tuo migliore amico e l'azienda si chiama Maikii che si rivelerà un successo. Però detta un po così tipo voglio lanciare un'azienda di di di pennette USB. Può sembrare un'idea un po di nicchia. Come ti è venuto in mente di lanciare proprio questo business?

Matteo Fabbrini

00:10:54

È sicuramente una cosa di nicchia, ma parliamo di comunque quasi vent'anni fa in cui le chiavette USB era un prodotto abbastanza nuovo anzi direi molto nuovo perché sono nate intorno ai primi anni 2000 i primi anni 2000. Parliamo poi in questo caso del 2006 2007.

Matteo Fabbrini

00:11:09

Stavano avendo il loro boom. In realtà io vedevo come all'interno delle catene retail fossero presenti come nel mondo promozionale, quindi chiavette USB personalizzate iniziassero a farsi vedere, ma con molte logiche di vendita ancora molto old school. Diciamo quindi classico catalogo one a gente che viene a proporre tempi biblici per averle per configurare qualcosa. Quindi la mia idea è stata quella di portarle in una dimensione diciamo almeno 2.0 creando un sito web insieme appunto a Francesco in cui le aziende si potessero interfacciare per creare la loro chiavette USB personalizzata. Non c'era nulla sul web, erano anche i primi anni di Google AdWords. Questo genere di cose. Qua stiamo parlando veramente di un'epoca diversa da quella di oggi.

Inès Makula

00:11:56

Io mi ricordo l'unico e-commerce da cui compravo forse anche tu Cami era Victoria's Secret dall'America, perché non credo ci fosse un e-commerce italiano. Praticamente mi ricordo dai loro cataloghi si poteva comprare, Avevo comprato dei vestiti tipo nel 2007, tipo il mio primo approccio all'e commerce oltre e-bay dove mi ero comprata un televisore che pensavo fosse un vero televisore, invece era un televisore per la macchina e ci ero rimasta malissimo.

Inès Makula

00:12:23

E però, non contento, continui a fondare aziende e infatti nello stesso anno lanci anche esclama che un'azienda di merchandising che importava prodotti dall'Asia e un'azienda che si occupava di programmi loyalty B2B, quindi le tre aziende quasi contemporaneamente. Come ha gestito questa follia? Che cosa ti ha spinto a lanciare tre aziende allo stesso tempo.

Matteo Fabbrini

00:12:43

Diciamo che ovviamente non era studiata a tavolino, quindi sono una concatenazione di eventi che sono accaduti in quel periodo. Ma chi era l'idea? Ed è partita da quello? Esclama Era l'occasione perché nell'azienda di famiglia mi occupavo comunque di nuove linee di prodotto, di creare prodotti, di studiare nuove gamme, di articoli da vendere. E avevo però ricevuto anche tanta richiesta da aziende con cui collaboravano, conoscenti eccetera, di fare qualcosa anche ad hoc per loro. E quindi l'idea di fare un'azienda verticale sul produrre merchandising per sempre per aziende e reward dava la conoscenza di un amico che già lavorava nel mondo delle loyalty nel B2B e quindi mi ha detto mettiamoci insieme voi insomma avete una struttura, avete un'esperienza, mettiamola a fattor comune e creiamo l'ennesima azienda.

Matteo Fabbrini

00:13:35

Effettivamente tutte e tre sono decollate tra 2007 e 2008 ed è stato molto divertente, diciamo, anche se un po difficile da gestire. Inizialmente ero ancora ragazzino, insomma avevo poco più di vent'anni, però sicuramente una bellissima esperienza in quegli anni.

Inès Makula

00:13:49

Ancora oggi sei AD di diverse aziende, ti dividi tra vari progetti, ci racconti un po come fai, come ti organizzi per tante persone. Ovviamente essere a Jesolo di un'azienda è un lavoro full time, no? E anche per gli investitori poi parleremo di fama. Può essere anche un freno a vederti lavorare su altre cose. Tu quindi come gestisci tutto e pensi che il multitasking sia un po un tuo modus operandi innato?

Matteo Fabbrini

00:14:12

Non penso che il multitasking sia la soluzione. Anche io che devo farlo. Purtroppo faccio fatica a passare da un argomento all'altro con estrema facilità. Quello che serve è una rigida, diciamo semi rigida, anzi organizzazione. Fare un agenda molto ben schedulato, ma riesco a dedicare tempo a tutte le cose che devo fare. Mi organizzo molto bene, non vado mai a casa se non ho finito di sistemare tutta la posta in arrivo e questo genere di cose qua mi aiutano molto a gestire il tempo, le giornate.

Matteo Fabbrini

00:14:41

Poi è anche vero che nei primi anni di attività di queste aziende lavoravo tante, tante ore ed è normale farlo quando sei più giovane. Oggi per fortuna ho comunque dei soci e dei manager che si occupano di gran parte delle attività e quindi insomma le aziende sono un pochino più avviate e mi sono potuto dedicare ai progetti più recenti.

Inès Makula

00:15:03

Ecco. E cosa hai dovuto sacrificare perché ovviamente il tempo abbiamo solo tutti 24 ore no c'è chi può dormire 4 ore a notte quando uno legge tipo il libro di Steve Schwartz che ha creato Blackstone e anche Berlusconi mi sembra fosse quel tipo di persona lì. Però quello ti dà un edge perché magari hai letteralmente quasi una giornata lavorativa in più degli altri. Cosa hai sacrificato per fare questo?

Matteo Fabbrini

00:15:25

Beh, forse non mi sentirei di dire che ho sacrificato proprio sacrificato qualcosa. Però indubbiamente ho dovuto mettere un pochino più da parte le mie altre passioni lo sport, gli amici li ho, sono quel Il nucleo storico che mi porto avanti da quando sono ragazzino. Però ho avuto mai più difficoltà a farmi nuove amicizie perché il tempo era quello che è.

Matteo Fabbrini

00:15:47

Quindi mi sono concentrato molto su quello che alla fine però è la mia passione. Perché fare l'imprenditore, fare azienda, fare prodotti è sempre stata la mia passione quindi non è che lo sofferta questa cosa.

Inès Makula

00:15:58

Ma certo una decisione personale poi se fai quello che ami ti pesa meno dedicare tanto il tempo libero e magari non lo vedi come un sacrificio. Però chiaramente un'allocazione del tuo tempo che priorità al lavoro magari sul tempo libero sulla vita sociale però ci teniamo a sottolinearlo perché c'è questo ci può essere questo falso mito di posso fare tre aziende posso avere questo mega successo però allo stesso tempo uscire tutte le sere cioè da qualche parte il tempo non si può fare tutto.

Matteo Fabbrini

00:16:22

E anche una cosa che forse è uno dei miei ricordi più più forti è che se mi fossi concentrato magari su una sola di queste aziende magari l'avrebbe portata a un livello molto più superiore a quello a cui sono arrivate. Questo ovviamente non lo so non lo so non ho la dimostrazione di questo però sarebbe potuta anche andare diversamente da così. Quindi oggi ho avuto diverse aziende che sono tutte andate mediamente bene, però sviluppano un tot numeri.

Matteo Fabbrini

00:16:49

Se non mi fossi concentrato su una sola magari sarebbe diventato un unicorno.

Inès Makula

00:16:53

Chissà quello usato non potrei mai sapere. Però c'è anche quel tipo di persona che si ossessionano su una cosa ed è un tipo di personalità. E poi ci sono invece quelli che magari sono multipotenziale, chiamiamoli, a cui piace fare cose e cose diverse. Tornando un attimo a Maikii che è cresciuta fino a poi lanciare Tribe, quindi un brand che produceva, forse hai accennato prima chiavette USB su scala mondiale con proprio la licenza per produrre con tutte le società di entertainment più grandi al mondo. Quindi produceva tutte le chiavette a forma di personaggi tipo Star Wars, Hello Kitty, Batman, Karl Lagerfeld, i Genesis. Forse non sapranno che cos'è una chiavetta USB, però i millennial dai Millennials quando non esisteva Dropbox e tutto questo cloud si andava con la chiavetta USB. Ma ti puoi chiedere da dove è arrivata questa opportunità nel mondo del licensing e come avete fatto ad avere poi così tanti contratti?

Matteo Fabbrini

00:17:41

Noi siamo partiti col fare chiavette USB personalizzate. A un certo punto ci ha chiamato una grande azienda italiana della grande distribuzione, ci ha detto bellissimo quello che fate però noi non ci interessa la chiavetta col nostro logo, ci interessa una chiavetta da vendere nei nostri negozi, che sia un acquisto d'impulso, che abbia un certo appeal, che però non sia la classica chiavetta che trovi nei negozi di elettronica e che sia qualcosa di un po diverso.

Matteo Fabbrini

00:18:03

E noi abbiamo studiato un progetto, le abbiamo proposto questo progetto, poi ha funzionato perché ne hanno vendute tante e da lì però abbiamo anche ripensato come farlo diventare qualcosa di continuativo. Quindi abbiamo detto vabbè, invece di fare degli animaletti accostiamoci qualcosa che possa attrarre diversissime tipologie di persone. Quindi siamo partiti con Star Wars, di cui ovviamente io sono super fan. Poi abbiamo messo Hello Kitty che in quegli anni spopolava, poi ci abbiamo messo Harry Potter e tutto quello che è il mondo dei lavori di Warner, quindi Batman Superman insomma tutto quello che era entertainment è stato una chiavetta di di Tribe. È stata una cavalcata bellissima che è durata dal 2010 fino al 2017 2018. È finita un pochino in sordina perché ovviamente il il prodotto chiavette USB ha iniziato a dare molto meno e mi ricordo che tra l'altro sono andato in sede Dropbox perché nel frattempo ci aveva permesso anche di aprire l'ufficio a San Francisco questa attività e con Dropbox collaboravano. Avevo conosciuto anche i founder perché avevamo messo uno storage fornito da Dropbox gratuito all'interno delle nostre chiavette. Lavoravamo anche con loro.

Matteo Fabbrini

00:19:19

Questo è un aneddoto particolare, ma insomma è stata un'esperienza che comunque ci ha fatto crescere tantissimo e lavorare con grandissimi brand. Quindi sì, ci siamo seduti al tavolo con i più grandi licenziatari del mondo, sicuramente Disney, Star Wars e Marvel, che sono poi diventati la stessa azienda è stata. È stato incredibile perché avevamo contratti aperti per qualsiasi country del mondo fino alla Nuova Zelanda e l'Ecuador ci ha permesso anche di avere una grossa visibilità. Abbiamo vinto tantissimi premi, prodotto dell'anno, licenziatario dell'anno. La cosa brutta di tutto questo è che Tribe però era sempre in secondo piano rispetto ai brand appunto, di cui avevamo la licenza perché noi eravamo le chiavette di Star Wars e le chiavette di Yoda di Da Peter eccetera. Quindi non avevamo mai le chiavette di Mai chi li trae?

Camilla Scassellati

00:20:05

Recentemente scoperto la storia di un fondatore di Marvel e sono iniziati anche loro nel mondo del licensing e dei giocattoli e facevano i film per promuovere i loro prodotti e i loro giocattoli. E mi fa pensare un po a anche questa storia e quello che poi sarebbe potuto diventare.

Camilla Scassellati

00:20:22

Già usavate ovviamente dei licensing esistenti, però il mondo del licensing è un mondo super interessante perché ovviamente è molto complicato entrare in questo mondo, avere i contratti giusti. Però una volta che li hai effettivamente c'è un'opportunità enorme nel mercato che voi avete sfruttato come dicevi con un prodotto che aveva una vita finita però cioè finita una vita che poi si è rivelata finita però immagino che appunto sia stato un periodo abbastanza emozionante che come dicevi avevate uffici a San Francisco a Hong Kong a Parigi una fabbrica in Cina vendeva in tutto il mondo avete aperto la fabbrica quindi quali sono stati un po per te personalmente per l'azienda le sfide più grande di questa espansione, anche globale.

Matteo Fabbrini

00:21:08

È stata una cosa molto rapida, in realtà. Perché partito il progetto 2010, la licenza di Star Wars 2012, il boom vero e proprio abbiamo avuto nel 2014, penso 2015 e questo ci ha permesso appunto come come dicevi, di aprire diversi mercati e anche uffici in diversi mercati. La sfida più difficile è stato proprio questo. Però alla fine, nel senso di gestire un team da remoto, in un'epoca ancora in cui il remoto non era così normale, non c'era teams o zoom e non era banale.

Matteo Fabbrini

00:21:42

Per fortuna ho avuto un socio, Marco, che si è trasferito prima in Cina ad aprire la fabbrica, poi si è trasferito a San Francisco ad aprire ufficio lì. Però contemporaneamente avevamo che Parigi avevamo l'ufficio commerciale a Hong Kong. Insomma, era difficile gestire tutto ed eravamo online, tra l'altro 24 ore al giorno in quel momento, perché col fuso dall'Italia eravamo giusto in mezzo. Si lavorava con tutti, dappertutto contemporaneamente. È stato però devo dire incredibile essere avere un ufficio nella Silicon Valley e contemporaneamente produrre in Asia vendere con questi marchi in tutto il mondo è stata una cavalcata bellissima.

Inès Makula

00:22:21

Poi tutto ciò immagino sotto i 30 anni praticamente quindi comunque da molto molto giovane e quindi alla fine tuo padre e tuo fratello come hanno reagito? Cioè da che ti avevano detto che questo era un po una cavolata a fare il licensing per i più grossi brand? Come li avrei un po stupiti, Sorpresi?

Matteo Fabbrini

00:22:38

Sì, sì, beh, allora ovviamente non si sono mai sbottonati più di tanto sui complimenti, però so che sono molto orgogliosi di quello che abbiamo creato, che ho creato.

Matteo Fabbrini

00:22:48

Mio padre ha tutti gli articoli di giornale conservati, quindi sì, dai, qualcosa di buono effettivamente ho fatto e ho reso orgogliose queste sue mani. Mi fa molto felice.

Camilla Scassellati

00:23:00

E come abbiamo detto a un certo punto il mercato delle chiavette USB si stava saturando. Avete deciso? Lo dico al plurale perché anche con i tuoi soci Chiara e Francesco avete un po deciso di inventarvi a 40 anni e di lanciare qualcosa di diverso che che sarà poi Faba. Però prima di parlare di Faba volevo chiederti come hai gestito personalmente il cambiamento, di dire ok, facciamo qualcosa di nuovo e inventiamoci un concetto diverso. E cosa hai imparato un po da quella fase della tua vita?

Matteo Fabbrini

00:23:33

Allora è stato un percorso un pochino travagliato perché eravamo al top, davvero al top, con numeri importanti per ragazzi comunque abbastanza giovani, con uffici appunto in tutto il mondo e 30 40 persone diciamo che lavoravano per noi e ci siamo resi conto però che dovevamo crearci un piano B, un'alternativa perché il mercato appunto si stava saturando e le chiavette USB non stavano più funzionando.

Matteo Fabbrini

00:24:02

Abbiamo provato diversi progetti in quegli anni. Un paio d'anni di diversi progetti che abbiamo sperimentato non sono andati bene, varie idee e avevo una pressione anche genuina ma forte da parte di quelli che lavoravano con noi e che capivano che il treno stava per arrivare in stazione. Serviva qualcos'altro dopo e ovviamente ci mettevano però pressione per per averla questa nuova idea però non è che schiocchi le dita e ti inventi un nuovo business ci vuole un po di tempo. Quindi ho cercato di tenere tutti qua in azienda non abbiamo ovviamente le cose che comunque riuscivano a dare ancora bene quindi abbiamo dovuto lasciare a casa nessuno. Però abbiamo dedicato tempo, testa e risorse a fare qualcosa di nuovo. Ed è così che alla fine poi siamo arrivati a farla.

Camilla Scassellati

00:24:51

E come, come siete arrivati a farla? Sono super curioso di saperlo perché c'è un mix di cose che sembrano due business completamente diversi. Però ci sono delle cose che accomunano Maiiki. Insomma, fare i personaggi però comunque è un mondo completamente diverso con un con un cioè consumatori completamente diversi quindi come siete arrivati a questa idea e so che ha coinciso anche con una fase della vita personale nel senso che tutti e tre stavate diventando genitori quindi sicuramente quello aiutato.

Matteo Fabbrini

00:25:22

Sì sì infatti è esattamente il mix di questo, nel senso che abbiamo messo del know how tecnico che avevamo. Quindi fare i personaggi, tentare di fare l'elettronica conoscere il mondo dell'entertainment dei contenuti delle licenze e questa diciamo il nostro background tecnico che avevamo. A qualcosa di più un pochino più emozionale che nasce dapprima dalla volontà di avere un brand veramente nostro e non essere dietro ai grandi brand dell'entertainment e delle licenze quindi avere qualcosa che fosse un pochino più personale, intimo, nostro e al tempo stesso fare qualcosa di buono. Perché alla fine ci tenevamo tanto a vedere le nostre chiavette in mano a tantissime persone. Però l'impatto che puoi avere sulla vita dei bambini ti dà un appagamento che nessun prodotto di largo consumo ti può dare. Alla fine vedi un bambino felice, una famiglia contenta di utilizzare il tuo prodotto. Non ci sono numeri che tengano da questo punto di vista, almeno per noi, è.

Camilla Scassellati

00:26:21

Questa idea di avere aver impatto. Lo hai percepito da subito, quando avete avuto questa idea? Avevate altre idee? Avete scelto questa perché avete capito che poteva avere più impatto o è una cosa che è venuta dopo? Una volta lanciato il prodotto? Una volta vista la traction che stavate avendo?

Matteo Fabbrini

00:26:37

È venuto un po dopo, è venuto un po dopo, nel senso che era una sorta di MVP Fab all'inizio era dentro Mac, quindi insomma era uno dei vari progetti che stavamo sperimentando e portando avanti, quindi altri non hanno funzionato con questo qua di Fab alla fine ha iniziato ad andare ed è lì che poi ci siamo resi conto che poteva effettivamente avere successo e avere successo avendo un impatto perché poi alla fine è quello la chiave cioè adesso non è che sono distinte le due cose è l'impatto che noi abbiamo sulla vita dei bambini e delle loro famiglie è il successo che sta avendo oggi.

Camilla Scassellati

00:27:11

Hai detto che allo stesso tempo di Faba sono nate anche diverse start up in Europa per caso che facevano lo stesso identico prodotto o un prodotto molto simile quindi sempre un poi ci racconterà cosa ha prodotto, però sempre un cantastorie fatto in modo non digitale, quindi analogico per i bambini. E tutte e tre queste start up che nascevano allo stesso tempo non venivano da un background di grandi case di giocattoli, ma persone che facevano tutt'altro, che hanno avuto tutti un po questa intuizione che mancava. Questo prodotto sul mercato vi ha stressato questa cosa quando state lanciando la vostra cosa, quando stai lanciando e vedi che qualcun altro sta facendo questa cosa, di solito è un momento di stress per il team. E secondo te come fate a coesistere tutti? E perché tutti e tre ancora esistono i brand e tutti e tre hanno avuto successo. Quindi come co esistete? E cosa distingue Faba? Un po dalla concorrenza.

Matteo Fabbrini

00:28:04

Quando noi abbiamo pensato al prodotto di faba, i concorrenti non li avevamo ancora nemmeno scoperti, Le abbiamo scoperti strada facendo. Qualcuno era nato poco prima, qualcuno è nato contemporaneamente a noi ed è veramente incredibile se ci pensi, perché sono quattro start up alla fine a livello europeo e nessuna arriva dal mondo del giocattolo.

Matteo Fabbrini

00:28:27

Quindi sono proprio vere e proprie start up arrivate da. La necessità di colmare evidentemente una necessità del mercato delle famiglie che si stava facendo largo. Non ti nascondo che vedere che un competitor in un mercato molto più forte come quello tedesco che quindi oggi sviluppa numeri incredibili e che all'epoca comunque era già partita molto più velocemente di noi, ci ha un po fatto tremare le gambe, però dall'altra parte ci ha fatto anche capire che facendolo nel modo giusto e mettendoci d'impegno, adattando il prodotto a quello che poi è il nostro di mercato, avrebbe potuto funzionare. Limita la scalabilità di un prodotto come fa un raccontastorie per bambini? Probabilmente è sempre quello il limite un pochino geografico. Noi lavoriamo con delle lingue, i nostri competitor con delle altre e quindi non è che ci siamo mai veramente pestato i piedi e incontrati sul mercato se non in Francia dove in realtà ci siamo tutti e infatti ci scontriamo quotidianamente però noi abbiamo l'Italia Toni che questa grandissima azienda la Germania gli otto UK l'uni in Francia poverini perché loro sono lì perfetti sono partiti per primi nel loro mercato se lo dominano ancora.

Matteo Fabbrini

00:29:37

Però è stato molto affascinante conoscere anche i founder che che appunto conosco personalmente poi nel corso degli anni abbiamo fatto anche vari talk assieme dove ci invitavano perché poi siamo diventati un pochino un fenomeno nel mondo dell'audio per bambini no perché alla fine prima di noi dei raccontastorie l'audio per i bambini era fatto in maniera completamente diversa da come viene fatto oggi.

Inès Makula

00:29:58

Quanta ricerca di mercato avete fatto cioè avete avuto questo intuito e poi eravate tipo avete seguito un po il vostro, la vostra pancia su che mancava questa cosa? Voi siete stati molto analitici su una ricerca di mercato lato più competitor visto che siete nati con altri e che forse più che una domanda è anche un commento, è il fatto che in realtà se tu riesci, visto che siete su mercati con lingue diverse, potrebbe anche essere una possibilità di exit nel futuro se uno di questi player vuole accedere a un altro mercato piuttosto che magari lanciare, il mercato ti può acquisire. Quindi in realtà può anche essere una cosa positiva. Si è visto su magari altre aziende che hanno piuttosto che lanciare dato quel mercato comprano.

Matteo Fabbrini

00:30:35

Quando siamo partiti con Faba. In realtà la ricerca di mercato l'abbiamo anche fatta ma l'abbiamo fatta in Italia ci siamo limitati al nostro mercato di riferimento, quello dove saremmo voluti partire e quindi ci siamo resi conto che non c'era nulla e quindi una volta che abbiamo sbloccato quello siamo partiti. Poi strada facendo ci siamo accorti che stava succedendo qualcosa di simile in altri paesi. Per quanto riguarda le possibilità appunto di merge con altre aziende del settore è una cosa che è sicuramente un tema. Noi come mercato purtroppo siamo italiani, siamo partiti in un mercato dove gli audiolibri sono un pochino in secondo piano rispetto ad altri mercati, dove il potenziale è stato da subito molto più ampio però oggi alla fine comunque in Italia ci siamo noi e se qualcuno vuole arrivare qui da noi deve passare.

Inès Makula

00:31:23

Si esatto, state comunque su questa fascia di tipo di giocattolo, siete gli unici sul mercato e il settore dei giocattoli tradizionali ha un approccio comunque molto diverso dal vostro. In cosa Faba si differenzia e come avete costruito un prodotto destinato comunque a durare nelle famiglie, visto che i giochi sono molto più ormai usa e getta?

Matteo Fabbrini

00:31:42

È proprio con questo concetto alle spalle. Noi dall'inizio volevamo fare un prodotto che durasse a lungo, che le famiglie continuassero a utilizzare nel tempo e che i bambini apprezzassero nel medio lungo termine. È un concetto estremamente opposto a quello con cui vengono ancora oggi purtroppo pensati e fatti i giocattoli e ce ne siamo resi conto poi, quando abbiamo incontrato e parlato con diversi player del settore che ci hanno detto ma voi non avete capito che non sarebbe tutta questa qualità, non sarebbe tutta questa ricerca, tutta questa attenzione. Perché un bambino, un giocattolo lo usa per una settimana, un mese, se va bene. E invece Invece no. Perché se lo fai fatto bene noi abbiamo clienti che sono partiti con noi del 2019 e hanno i loro bambini che ancora oggi usano Faba anche tutti i giorni.

Inès Makula

00:32:34

Io poi, che sono da poco diventata madre, diciamo che tutto quello che è intanto leggendo un po di libri perché sono stata. Cioè ci sono quelli che vanno diciamo molto a non leggono un libro e hanno bambini io non so mi mi sentivo che devo documentare fare un po di ricerca e leggevo che i bambini in realtà imparano e si concentrano giocando.

Inès Makula

00:32:52

Quindi quando si vedono queste sale giochi piene di giochi per questi bambini che vuol dire che passano un gioco all'altro costantemente. In realtà non stai facendo un favore a tuo figlio o tua figlia perché non si sta concentrando su un solo gioco. Quindi, devo dire, sono ho un approccio, povera piccola mia, la mia, la mia povera bambina che non avrà una sala giochi piena di giochi, ma devo dire da madre apprezzo tantissimo ecco pochi giochi ma che durano che siano formativi che soprattutto che non siano legati a schermi perché capisco benissimo che il tablet è la tentazione più grande per far tacere un bambino avere un momento di di di di pace però ecco sappiamo tutti quali sono poi i rischi di essere troppo digitali da troppo presto e la cura della produzione audio è un aspetto chiave di quello che fate quanto è stato difficile sviluppare questo lato del prodotto visto che il resto eravate più formati.

Matteo Fabbrini

00:33:44

Beh sì era una cosa nuova in effetti per noi perché a livello di contenuto audio non eravamo preparati e non è il nostro background. Quindi prima cosa, ovviamente.

Matteo Fabbrini

00:33:54

All'inizio nel team abbiamo subito fatto entrare delle persone specializzate in questo e le prime collaborazioni con gli editori che alla fine fa sì un device fisico, ma è una piattaforma di contenuti audio per bambini, no. Quindi le prime collaborazioni le abbiamo avute con chi all'epoca faceva audiolibri per bambini, ma ci siamo quasi subito resi conto che li stavano facendo in una maniera, a nostro giudizio non realmente adatta e adattata ai bambini. Perché tu non puoi prendere un audiolibro fatto come un adulto, come per un adulto, e leggere un libro in maniera diciamo pedissequa a quello che il libro dice. Devi coinvolgere il bambino, devi togliere il narratore, devi mettere tanti personaggi, effetti speciali, suoni, musiche. Devi rendere quel prodotto immersivo per il bambino. Quindi vanno fatti, vanno studiati in una maniera completamente diversa da come faresti appunto un libro letto da un adulto per un adulto. E la qualità da questo punto di vista si è alzata tantissimo nel corso di questi anni. Cioè noi siamo partiti nel 2019 in una maniera oggi dopo sei anni stiamo parlando di sforzi titanici ma risultati notevolmente diversi e ce ne accorgiamo Perché abbiamo tirato dietro a noi anche tutto il mercato molto onestamente in Italia quanto meno, e i nostri competitor alla fine l'hanno fatto ugualmente all'estero.

Matteo Fabbrini

00:35:18

Oggi comunque, anche nelle piattaforme audio comincia a vedere degli audiolibri per bambini studiati come fossero degli audio movie che come li facciamo noi no. Prima trovavi solamente dei libri letti.

Inès Makula

00:35:30

Faba quando è nata è nata comunque all'interno di Maiiki che poi però avete deciso di di scorporare e separare le due entità e una volta scorporata avete anche raccolto capitali da fondi esterni. In totale ad oggi avete raccolto 802 milioni di euro da fondi quali Cdp oltre Impact e di Four Ventures. Come hai vissuto il processo di raccolta fondi? Perché mi sembra che sia la prima startup venture backed che stai gestendo. È stato facile convincerli. Comunque il mondo consumer, sappiamo, non è il mondo e hai tech B2B sas che piace tanto agli investitori. Come. Quindi come è nato come processo.

Matteo Fabbrini

00:36:04

Il processo nasce, si è aperto correttamente è stata per noi la prima esperienza, perché tutte le altre aziende le abbiamo fondate da zero. Alla fine sono state delle start up, evidentemente, ma nemmeno ci chiamavamo tali quindi sono la vera vera start up è stata effettivamente Faba.

Matteo Fabbrini

00:36:20

È stato il 2022 l'anno in cui siamo passati diciamo dall'auto incubatrice finanziarci a aprire l'azienda il capitale agli investitori. E quello è stato un anno di transizione importante perché appunto io mi sono dovuto occupare di fundraising in un momento ovviamente in cui Quindi ho dovuto non dico lasciare le redini dell'azienda ma effettivamente mi sono reso conto che dedicarsi a fundraising è un lavoro e quindi per sei mesi che è durato questo processo mi sono occupato moltissimo di questo e molto meno del resto e le cose mi hanno anche un pochino risentite, tant'è che è stato l'anno in cui siamo cresciuti -2022. Alla fine però sapevamo che era necessario, perché se volevamo crescere rapidamente, se volevamo far scalare fama come le potenzialità di quei primi 2 o 3 anni ci avevano dimostrato, era la strada da percorrere e non ti nascondo che personalmente era comunque un tipo di esperienza che volevo anche provare perché non l'avevo mai fatto. Sono stato e sono investitore diverse startup, però dalla parte della barricata del fundraiser non lo sono mai stato e quindi non so se lo rifarei.

Inès Makula

00:37:33

Intanto è un lavoro, diciamo la verità. Infatti è per questo che su questo podcast e tanti investitori vogliono anche investire in in team con svariati founder per tante ragioni ma una delle ragioni anche perché il fundraising ti porta via tanto tempo. Quindi se sei il capo di tutto, l'unico, devi mandare avanti tutto e in più devi fare fundraising. Chiaramente sei in più difficoltà di altri che che hanno team di di vari svariati co-founder, ma è stato comunque facile come avete ricevuto porte in faccia. Puoi dare qualche momento magari inspirational alla nostra audience perché si può sempre pensare che culo! In realtà è andato tutto bene, aveva le sue altre aziende. Tutto è stato facile, però ci piacciono sempre un po le storie di porte in faccia.

Matteo Fabbrini

00:38:14

Perfetto. Beh, le ho prese perché ovviamente, appunto. Comunque conoscendo un pochino il mondo, ma non conoscevo le persone e siamo comunque a Treviso, che non è essere a Milano, alla fine anche quello un pochino può aiutare. E e non avevo esperienza da questo punto di vista quindi sicuramente dagli errori nel fare il deck all'inizio nel non avere le connessioni giuste ci è voluto un po di tempo.

Matteo Fabbrini

00:38:41

La fortuna è sicuramente stata quella di avere comunque già un po di esperienza imprenditoriale alle spalle, quindi non partivo completamente da zero e di avere anche un'azienda che comunque era già praticamente partita, perché insomma quando abbiamo raccolto nel 2022 già fatturava un paio di milioni di euro quindi un qualcosa era però come dicevi prima giustamente sì raccogliere per fare un prodotto hardware è stata tostissima. Ho fatto comunque più di 100 colpi investitori di cui l'ottanta per 100 mi ha rimbalzato subito dicendo che non investivano in hardware ma solo prodotti digitali. Nell'altro 20% c'era qualcuno convinto, qualcuno meno. È stato anche un ostacolo per qualcuno il fatto che comunque avessimo altre aziende che stavano continuando a lavorare, quindi che potesse sembrare che non fossimo full time su fa ma cosa che invece in realtà abbiamo dimostrato di essere stati in grado di fare di gestire ma ovviamente era una scommessa anche per chi avrebbe investito su di noi. Poi ho avuto la fortuna di trovare qualcuno che al progetto ci ha creduto e abbiamo sbloccato il tutto I round successivi perché questo del 22 settembre da 3 milioni a 7 è stato quello difficile.

Matteo Fabbrini

00:39:50

Poi onestamente, avendo portato a casa risultati quasi subito, i due erano successivi. Onestamente sono stati molto più facili, nonostante le condizioni di mercato fossero completamente diverse perché nel 22 le condizioni di mercato erano più facili, Poi dopo raccogliere è stato difficile ma per noi oggettivamente devo dire facile.

Inès Makula

00:40:07

Complimenti allora perché ovviamente si sono viste tante start up che hanno raccolto tanti capitali quando le cose andavano bene e che poi magari non riescono a fare round successivi e quindi morire proprio perché non riescono ad andare avanti col round. Quindi chiaramente una traction super positiva infatti oggi fa ebitda positive, quindi inutile. Un risultato direi molto raro per una start up dopo così poco tempo. E adesso più che mai la sostenibilità economica è un punto chiave. Mentre prima il venture capital finanziava start up, anche vent'anni in perdita. Le regole del gioco sono cambiate anche per i fondi. Qual è stata secondo te la chiave di questo successo in così poco tempo?

Matteo Fabbrini

00:40:45

Non è stato facile perché ovviamente, invogliati dall'aver raccolto capitali, ti viene voglia di spenderli di positivo, che è un risvolto negativo positivo che noi però dobbiamo investire tanto anche sul working capital e Con molta attenzione al cash flow perché siamo comunque molto stagionali e quindi non tutto quello che è stato investito dagli investitori su Fava poteva essere utilizzato solo per investimenti.

Matteo Fabbrini

00:41:11

Ma qualcosa è finito anche in uno stock che abbiamo dovuto acquistare per poi dare il giro corretto all'azienda e anche per farci sostenere correttamente dalle banche. Ed è proprio per questo motivo che poi alla fine, dal 2023, abbiamo capito che dovevamo avere dei numeri un pochino più in verde e rendere l'azienda sostenibile da subito perché avevamo bisogno comunque delle banche. Non volevamo raccogliere tantissimo gli investitori per non diluirsi troppo. Onestamente anche questo è importante alla fine e quindi messi insieme le due cose non abbiamo strafatto, abbiamo esagerato con Lightning, non abbiamo esagerato con il budget, con le spese siamo riusciti a rendere l'azienda dal 2024 già, appunto con un ebitda anche importante Da quest'anno saremo appunto inutile e i numeri cominciano a tornare già da adesso e sono quindi in maniera abbastanza rapida.

Inès Makula

00:42:09

E cosa c'è nel futuro quindi di Faba quali sono i tuoi i vostri prossimi obiettivi come brand?

Matteo Fabbrini

00:42:14

Beh, oggi siamo market leader in Italia sono stati nel 2024 il giocattolo più venduto in Italia come singolo, diciamo prodotto, quindi un risultato comunque notevole. Ma non ci fermiamo qui perché c'è tantissimo spazio ancora oggi.

Matteo Fabbrini

00:42:29

Faba è circa nel 15% delle famiglie con bambini da 0 a 3 anni in Italia, quindi con un risultato notevole vogliamo arrivare al 25% velocemente e vogliamo arrivare anche in tutte le famiglie con bambini dai tre ai sei anni. Quindi stiamo investendo molto su prodotti adatti anche a bambini più grandi. Quello che oggi il mercato vede alla fine è solo la punta di un iceberg che sotto l'acqua ha ancora tantissimo da tirare fuori. Abbiamo tantissimi progetti, alcuni sono già pronti e usciranno, altri usciranno in futuro. Abbiamo già le idee chiare però su quello che dobbiamo fare per i prossimi due tre anni e quello che sta facendo in Italia poi lo dobbiamo replicare anche in altri mercati. Siamo comunque presenti in Spagna, dove stiamo andando comunque molto bene e come dicevo prima siamo presenti anche in Francia dove invece dobbiamo dimostrare di avere le armi affilate abbastanza per poter competere in mercati anche altamente competitivi.

Camilla Scassellati

00:43:23

Una curiosità come Maiiki avete fatto sempre le chiavi USB, Faba anche un po è mono prodotto? Perché ovviamente avete tanti personaggi, tante storie, tanti accessori che si legano allo stesso prodotto.

Camilla Scassellati

00:43:34

Però comunque siete molto focus su un prodotto. C'è mai stato la tentazione di dire lanciamo qualcun altro gioco diverso che non sia Faba ma che comunque poi ci aiuta a diversificare. Quali sono state un po le tentazioni di di di cambiare un po il progetto?

Matteo Fabbrini

00:43:51

Ci sono state diverse discussioni su questo devo dire e devo dire che forse devo anche ringraziare in questo caso i nostri investitori che ci hanno detto non uscite da quello che sta funzionando. Non perdete tempo energie su altri progetti. Noi per indole forse siamo anche bravi a fare nuovi prodotti nuovi nuove cose quindi insomma per indole per esperienza lavorativa. Però alla fine non l'abbiamo ancora fatto e non lo faremo nemmeno nel breve. Proprio perché alla fine concentrarsi su fare al meglio quello che sta facendo sta pagando e abbiamo ancora tantissimo spazio per migliorare quello che offriamo oggi.

Camilla Scassellati

00:44:34

Ma questa è anche una buona lezione in qualsiasi cosa si fa di appunto nonostante abbiamo detto che tu come persona fai tante cose allo stesso tempo nelle singole aziende cercare di rimanere concentrati su quello che sta funzionando e dirò che invece avevo pensato male mi ero immaginata che gli investitori vi avessero spinto magari a fare cose diverse e invece anche loro hanno capito quindi il potenziale del prodotto che è interessante.

Camilla Scassellati

00:45:00

Volevo un po tornare a riflettere un po sul tuo percorso e rivedere un po degli aspetti che abbiamo già coperto, ma da un punto di vista diverso. Un po della tua motivazione personale. Abbiamo detto che appunto Faba è partito in un momento in cui ti sei dovuto reinventare a 40 anni, che non è stato facilissimo, che ha coinciso anche con la nascita di tua figlia e quindi immagino che sia stato un momento comunque di cambiamenti interni rispetto a tutto quello che hai fatto fino a quel momento. Ci puoi parlare un po di cosa ti ha fatto capire quel quel momento e soprattutto in che modo è ripensato un po il concetto di successo personale, di carriera. Se sono cambiati per te un po i tuoi obiettivi nella vita e e cosa significa per te il successo adesso?

Matteo Fabbrini

00:45:46

Questa riflessione l'ho fatta e l'ho fatta proprio grazie alla nascita di mia figlia, nel senso che abbiamo ottenuto Comunque un discreto successo nel corso degli anni e abbiamo imparato tante cose, ne abbiamo sbagliate tante altre. Tutto questo percorso alla fine ci ha portato a fare Fab.

Matteo Fabbrini

00:46:03

La nascita di mia figlia è stata la scintilla che ha fatto prendere fuoco, ardere questo desiderio alla fine, nel senso che quando sai ti trovi a confrontarti con una nuova dimensione di te stesso, perché alla fine essere genitore non insegnano e lo impari strada facendo. Però vedi quella luce negli occhi di tua figlia, nel mio caso di mia figlia. Insomma, ti rendi conto di quali sono davvero le priorità nella vita e di cosa alla fine, quando arrivi a casa la sera sia davvero importante, no? E non sto dicendo che con questo fare un'impresa, fare azienda, fare fatturato, fare utili non sia importante. Però bisogna avere il giusto mix di interessi. Gli equilibri è la fine per noi. E parlo al plurale perché comunque sono certo che questa cosa accomuna anche i miei soci attuali, ma questa cosa alla fine ci ha spinto nella direzione giusta, ci ha dato le giuste motivazioni per fare fava il prodotto migliore nel momento migliore in cui farlo nascere. Non saremmo stati pronti dieci anni fa a fare fava come la facciamo oggi.

Matteo Fabbrini

00:47:11

Dieci anni fa avremmo fatto Faba che vende tantissimi contenuti audio per bambini, belle statuine, fa un sacco di soldi e bene così. Oggi siamo in grado di fare Faba, che ha un impatto reale sulla vita di bambini e bambine in Italia e crescerà una nuova generazione di bambini e di bambine che si ricorderanno di fava quando saranno degli adulti e magari avranno imparato qualcosa di buono da tutto quello che cerchiamo di trasmettere a loro, no? E questa cura del dettaglio maniacale che poi abbiamo in tutto quello che facciamo ascoltare i bambini. Siamo riusciti a maturare oggi a 40 anni e che avevamo la maturità di fare dieci anni fa, sicuramente.

Inès Makula

00:47:48

Che poi è una responsabilità enorme i messaggi che veicoli.

Inès Makula

00:47:51

perché uno pensa è un bambino non si ricorda niente di dei primi cinque anni di vita ma è proprio i momenti gli anni più importanti in cui si forma il cervello quindi quello che sentono quello che fanno quello che percepiscono anche se non se lo ricorderanno in realtà sta letteralmente formando il loro cervello. Quindi è una grande responsabilità che va presa anche con la maturità di dire voglio fare il contenuto migliore per me.

Inès Makula

00:48:14

Non solo il fatturato Ecco quindi sottolineo questo punto.

Matteo Fabbrini

00:48:18

Guarda, noi ci siamo dotati da subito in realtà in tempi non sospetti di un comitato scientifico addirittura perché appunto il nostro background comunque non era quello ovviamente non abbiamo studi nella nostra esperienza lavorative e di studio passate e quindi avere delle delle persone che ci aiutano nel vagliare tutte le scelte che facciamo che ci mettono in dubbio tutto quello che creiamo che incasella non le nostre produzioni nel contesto giusto che ci fanno usare le parole migliori che ci fanno togliere i contenuti che non vanno bene, che non sono più attuali o che comunque non sono adatti a quel tipo di stage di crescita dei bambini. È molto, molto utile. E non è banale però, perché vuol dire comunque confrontarsi con un organismo, chiamiamolo così, esterno, che giudica giustamente il tuo operato e non hai la libertà completa di fare tutto quello che vuoi. Ma perché è giusto così? Perché alla fine è una cosa per bambini e sono la cosa più delicata che c'è al mondo. E non possiamo farlo senza dare il giusto peso alle azioni che compiamo.

Matteo Fabbrini

00:49:24

Quindi anche una semplice canzoncina per bambini di sei mesi. Non è vero che la puoi fare con la leggerezza che ti verrebbe in mente di poterla fare. No, devi stare attento a tutto quello che fai. Ascoltare perché queste piccole orecchiette alla fine captano tutto e tutto quello che ascoltano, lo trasformano poi nella loro testa. E quindi è importantissimo.

Camilla Scassellati

00:49:50

Hai parlato tu dell'idea che siamo un po tutti ossessionati con il fatturato, con. Diventare un unicorno? Ovviamente ne parliamo sempre anche noi su questo podcast ed è un po la misura di successo che si ha in un business, in una startup che sia. E poi però c'è questa voglia di avere impatto di cui ci hai appena parlato e che si sente molto nella tua voce. Ti trovi combattuto tra queste due cose, soprattutto adesso che siete venture budget e poi domanda un po separata. Cosa consiglieresti a un imprenditore che ha questo stesso desiderio di voler creare un business di successo a livello economico? Perché ovviamente senza il successo economico non si va avanti, non si cresce, ma comunque mantenendo un occhio sull'impatto e su quello che stanno facendo.

Camilla Scassellati

00:50:36

O comunque creare un'azienda che sia sostenibile significativa.

Matteo Fabbrini

00:50:40

Allora sicuramente avere impatto e avere successo sono due cose che in realtà vanno di pari passo, perché tu non puoi avere un impatto se ti limiti a farlo con numeri piccoli. Noi per avere un impatto sui bambini italiani dobbiamo arrivare al 25% di bambini che anno fa Ma se fossimo fermi all'1% che impatto abbiamo? Non stiamo crescendo una nuova generazione di bambini con fiaba stiamo crescendo una piccola parte no noi vogliamo crescere un intera nuova generazione quindi 25% è al minimo in realtà possiamo anche ambire di più e quindi poi di conseguenza vuol dire anche fare numeri fare numeri che crescono e magari diventare anche un unicorno quindi non è che una cosa toglie l'altra e questo ce l'hanno ce lo dicono sempre i nostri investitori appunto di un fondo Impact che che oltre per avere un impatto reale deve avere dei numeri reali e questi numeri devono avere una sostanza e non essere marginali perché se no bellissimo tutto unicorni rose e fiori ma alla fine stringi stringi e se qualcosa vuoi portare a casa di averlo su larga scala è quello che è la nostra ambizione alla fine.

Matteo Fabbrini

00:51:52

Quindi non sono due cose che vanno in antitesi, assolutamente. Anzi, sono due cose che, pesate nella maniera giusta, danno valore l'una all'altra. Il consiglio che mi sento di dare a chi si affaccia al mondo del venture, però anche a cuore l'impatto è di mettere in prima posizione la passione per quello che si sta facendo. Cioè se se ovviamente vuoi un impatto è perché sei appassionato di quello che stai facendo e credi tantissimo in quello che stai realizzando, che vuoi realizzare e quando l'hai messo, diciamo al primo posto tutto il resto viene abbastanza di conseguenza, in maniera naturale. Quindi io non ero appassionato di chiavette USB, ovviamente quando avevo vent'anni ero appassionato di fare una cosa che alla fine avesse successo dimostrare a mio padre e mio fratello che non avevano creduto in me, che avrei potuto fare qualcosa di buono nonostante questo. Ed era quella la mia motivazione no oggi la mia motivazione invece avere tantissimi genitori che ci scrivono ogni giorno per ringraziarci di aver inventato fama. Sono fasi della vita diverse. Però alla fine la cosa comune di questo è mettere al primo posto il tuo obiettivo e il resto nasce di conseguenza.

Camilla Scassellati

00:53:16

E siccome hai dato un po il tuo consiglio a un giovane imprenditore e abbiamo parlato un po della tua, della tua storia, appunto, hai ricordato un po il giovane Matteo. Quale sarebbe il consiglio che daresti a te, giovane che inizia a lanciare queste prime tre aziende e capire cosa vuole fare in quel momento? So che erano tempi diversi, ma se potessi tornare indietro e darti un consiglio, cosa ti diresti?

Matteo Fabbrini

00:53:41

Di stare calmo Perché le ho fatte anche troppe. No, a parte gli scherzi, no, un po è vero quello che quello che dicevo anche prima, non nel senso che avrò sempre un pochino il dubbio di non essermi concentrato su una cosa sola non l'aveva portata al massimo. Anche Tribe, per esempio, alla fine aveva il potenziale di diventare un'azienda come è diventata Fango? Cioè noi siamo partiti fango. Molti la conoscono. Vabbè, giusto per spiegarlo. Sono quelle quei pupazzetti in 3D di tutte le licenze del mondo e noi alla fine facevamo la stessa cosa con le chiavette

Matteo Fabbrini

00:54:21

Quindi magari se mi fossi concentrato solo su Tribe non avessi avuto tutto il resto, magari sarei potuto arrivare a qualcos'altro. Quindi questo dubbio mi resterà per sempre e non me lo toglierà nessuno. Così me lo porto a casa.

Camilla Scassellati

00:54:35

Come dicevi. Però poi sono tutte le cose che hanno portato a fama e ancora ci stai lavorando, quindi hai ancora tanto spazio per vedere dove porterai questo progetto. E chiudiamo sempre con la nostra solita domanda per cui ti vogliamo chiedere in che modo la tua italianita ti ha aiutato secondo te nel tuo percorso?

Matteo Fabbrini

00:54:52

Allora, premesso che sono mezzo tedesco, come dicevo all'inizio, penso che per la mia italianità abbia preso il sopravvento nel corso degli anni, perché sono comunque nato e cresciuto in Italia e mia madre è comunque ormai italianizzata anche lei. E quello che sicuramente è un punto di forza che ritrovo negli italiani e che mi sono reso conto che abbiamo lavorando davvero con tantissime persone da tutto il mondo e spesso e volentieri la passione. E non parlo della passione a livello romantico, parlo della passione del lavoro che facciamo e noi comunque ci mettiamo il cuore spesso e volentieri non lo facciamo solamente per avere uno stipendio a fine mese o per portare dei bei numeri.

Matteo Fabbrini

00:55:42

In generale lo facciamo perché ci appassioniamo nelle cose che facciamo e le facciamo di conseguenza col cuore e le facciamo di conseguenza al meglio. Quindi è grazie alla passione, alla fine, che esiste la qualità riconosciuta in tutto il mondo dei prodotti italiani. La qualità del Made in Italy o nel caso nostro, comunque non è un prodotto made in Italy. Quello che facciamo però effettivamente è riconosciuto da tutti che quello che facciamo lo facciamo bene perché ci mettiamo il cuore, la passione.

Inès Makula

00:56:11

Bellissimo.

Camilla Scassellati

00:56:11

Grazie Matteo di essere state con noi. Vedete di averci raccontato tutta la tua storia in modo onesto, personale, trasparente e aver condiviso anche con noi tutto quello che ti motiva e l'impatto che senti di avere. Adesso che appunto Inés è una nuova mamma, io sarò mamma. Ci rendiamo conto di appunto questo altro mondo che esiste, che è quello dei bambini ed è bello avere qualcuno di italiano che sta avendo un impatto in questo spazio.

Matteo Fabbrini

00:56:42

Vi ringrazio. È stato davvero bello essere qui con voi oggi.

Inès Makula

00:56:50

Grazie mille di averci ascoltato. Mi raccomando non dimenticate di iscrivervi al nostro podcast ovunque ci ascoltiate per non perdere nessuna puntata.

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