Gianpiero Kesten, Host di Cose Molto Umane
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Bentornati a una nuova puntata di MadeIT!
Oggi ci divertiamo perché abbiamo un ospite diverso dal solito: Gianpiero Kesten, uno dei nostri podcaster preferiti. Jam è l’host di Cose Molto Umane, un podcast intanto molto corto, quindi facile da fruire e che ogni giorno vi spiega qualcosa o vi racconta qualcosa di molto curioso. In questa puntata abbiamo affrontato curiosità sul mondo del lavoro parlando di Cose Molto…MadeIT!
TAKE AWAYS
Nascita del podcast (00:01:22)
Gianpiero racconta come ha creato il podcast durante il lockdown per rimanere in contatto con il pubblico.
Curiosità e argomenti trattati (00:02:23)
Il podcast esplora temi random, riflettendo la curiosità di Gianpiero su vari argomenti.
Fonti di ispirazione (00:03:21)
Gianpiero condivide come trova idee per gli episodi, anche grazie al supporto dei patron su Patreon.
Tecnologia e risparmio di tempo (00:07:59)
Si discute se la tecnologia realmente ci faccia risparmiare tempo, con risposte non sempre chiare.
Impatto della tecnologia sulla produttività (00:10:10)
Gianpiero analizza come la tecnologia possa complicare la vita, nonostante i vantaggi apparenti.
Multitasking e cervello umano (00:12:29)
Gianpiero spiega perché il nostro cervello non è capace di multitasking, contrariamente a quanto si crede.
Consumo energetico del cervello (00:14:56)
Si discute di come il cervello consuma energia anche quando siamo fisicamente fermi.
Origine del termine "freelance" (00:16:24)
Si esplora l'origine e il significato del termine "freelance" e il suo uso attuale.
Evoluzione del freelance nel lavoro moderno (00:19:32)
Discussione sull'uso attuale del termine freelance nel contesto della creator economy.
Fenicotteri rosa di plastica (00:21:03)
Gianpiero introduce un episodio sui fenicotteri rosa e la loro storia.
Storia dietro il fenicottero rosa (00:22:06)
Si scopre l'origine del fenicottero rosa di plastica e il suo significato culturale.
Lavoro bizzarro dell'epoca EDO giapponese (00:27:00)
Si racconta di un lavoro storico giapponese un pò… particolare.
Introduzione al podcast "Cose Molto Umane" (00:30:14)
Discussione sull'interessante contenuto e il valore del podcast "Cose Molto Umane".
TRASCRIZIONE EPISODIO
Camilla Scassellati
00:00:42
Come ho detto, nel tuo podcast si parla veramente di tutto, ma proprio di tutto. Però visto che siamo su MadeIT devo ti devo tenere un po contenuto, ci conteniamo anche io e ti vorrei parlare di alcune delle puntate, delle domande che ti sei posto sul mondo del business e del lavoro, se ti va.
Camilla Scassellati
00:00:59
Però non posso anche resistere un po al mio spirito da intervistatrice MadeIT e quindi ti chiedo prima delle domande su di te, perché mi interessava sapere un po come hai cominciato, cose molto umane e soprattutto come ti è venuta l'idea di questo format, di queste domande un po strampalate, pazze, di cui tutti ci chiediamo le domande, ma magari non cerchiamo la risposta.
Gianpiero Kesten
00:01:22
La nascita del podcast è avvenuto, come credo, il 90% dei podcast. Oddio, adesso forse un po meno, perché ne nascono di nuovi. Però nel periodo del lockdown, per cui nel periodo della noia come voi esattamente perché io sono un conduttore radiofonico, quello è sempre stato il mio lavoro. Dal 2005 lavoro a Radio Popolare a Milano e nel periodo del lockdown ovviamente non si poteva più andare in onda. Cioè c'è stato un momento in cui ci si collegava a distanza, però insomma era ancora un periodo di assestamento, per cui avevo del tempo libero e moltissima voglia di restare in connessione con col pubblico con gli ascoltatori, per cui mi sono inventato qualcosa che doveva essere facile da fare veloce da fare e perché lo volevo fare tutti i giorni e ovviamente sapevo che sarei stato da solo per cui mi sono trovato un un'idea che alla fine è molto personale cioè quella delle curiosità come dici tu dei temi random, semplicemente perché mi riflette un po il mio modo di essere.
Gianpiero Kesten
00:02:23
Cioè sono curioso di un sacco di cavolate. Alcune sono molto interessanti, alcune sono importanti, altre assolutamente no. E però siccome ne avevo, come dire, già una vasta collezione nella testa, ho detto cominciamo da qua, poi vediamo. Ed è curioso perché ancora oggi quando non so tengo dei corsi di podcasting come succede eccetera La prima cosa che dico sempre è l'importante che il tuo podcast riflette i tuoi interessi. Che sia verticale, no, che nel podcasting si può essere verticali, si può essere specifici di un argomento, però in realtà poi nella vita faccio una roba che è completamente l'opposto, perché parlo di tutto.
Camilla Scassellati
00:03:00
Sì, è un format molto specifico che tra l'altro si adatta bene ad essere infinito. Hai mai avuto paura di finire le domande? E quindi collego anche la mia altra domanda che avevo un po curiosità personale, ma a questo punto che nei fatti così tanti gli episodi come trovi gli argomenti da da da coprire da seguire da raccontare.
Gianpiero Kesten
00:03:21
Leggo molto ovviamente nel senso che da lì ci sono sempre spunti però cose molto umane Ha sempre avuto il sostegno dei patron su Patreon chi sostiene cose molto umane oltre alle cose classiche tipo non so ascoltare le puntate senza pubblicità può fare le domande, per cui ho una sorta di redazione diffusa in tutto il mondo di persone che trovano delle domande.
Gianpiero Kesten
00:03:44
A volte sono ho già risposto, altre volte sono troppo brevi, sono sono così corte che non ci faccio una puntata. Però nella maggior parte dei casi sono molto buoni, per cui in un certo senso ho una fonte inesauribile. Dopo di che la paura di non di non trovare la domanda buona. Sì, certo, ogni tanto, ogni tanto mi viene però ogni giorno, bene o male.
Camilla Scassellati
00:04:07
Ecco, io passerei le ore su Quora a cercare le domande più assurde che la gente chiede nei forum. Cioè fai queste cose o veramente ti vengono in mente?
Gianpiero Kesten
00:04:16
Anche il fatto dei forum e che molte volte ci sono un sacco di belle domande. Purtroppo non sempre, non sempre, a volte sì, però non sempre delle ottime risposte, nel senso che siccome è molto democratico c'è anche il lato cattivo cioè che risponde mio cugino che dice no non è così però è vero sì, ci sono. Il web in fondo è una risorsa inesauribile di curiosità.
Inès Makula
00:04:42
Facciamo una mini interruzione per parlarti dello sponsor che ha reso questo episodio possibile.
Inès Makula
00:04:46
Startup Geeks, il più grande incubatore online in Italia per aspiranti imprenditori e start up ai viaggi business. Ma non sai dove cominciare? Magari hai già sentito parlare di Pitch, MVP, Product Market, Fit, Business Plan, Fundraising. Ma non hai proprio idea di come approcciare tutte queste fasi Startup geeks. La soluzione si chiama Startup Builder. Un percorso di incubazione online della durata di dodici settimane, pensato proprio per chi vuole trasformare la propria idea di business in una startup pronta a raccogliere i primi investimenti e essere lanciata sul mercato.
Camilla Scassellati
00:05:17
Il programma include 25 ore di formazione pratica e sessioni di mentorship individuali e di gruppo. Per accompagnarti in ogni fase del tuo percorso. Imparerai come validare la tua idea a costruire il tuo business model e preparare i documenti fondamentali come il business plan e il pitch tech, con il continuo supporto di mentor esperti e del team di start up. E alla fine del percorso avrai l'opportunità di presentare la tua startup a investitori e acceleratori selezionati, ottenendo feedback preziosi per portare il tuo progetto al livello successivo.
Camilla Scassellati
00:05:46
Le candidature per la prossima edizione in partenza a breve sono già aperte. Visita Startup Builder.it o segui Startup Geeks sui social per scoprire di più e prendere al volo questa occasione. E hai un tema o un episodio preferito che hai fatto o qualcosa che non lo so. Il tuo primo episodio.
Gianpiero Kesten
00:06:10
Non so dirti un episodio, però sicuramente ci sono. Come dici tu è molto random, molto ampio e ogni tanto mi capita di parlare. Non so da le caldaie a come funziona. La pompa di calore ha invece cose che riguardano i sentimenti, la mente e probabilmente quelli in cui si parla di quegli aspetti dell'umano sono quelli che mi piacciono di più. Ho parlato molto spesso di amore e quando ho tante puntate che parlano di un tema da tanti punti di vista, a un certo punto faccio uno special one come quello dei gatti di oggi, che è una prima parte di una raccolta di puntate sui gatti e lo Specialone sull'amore. È stata la puntata più ascoltata in assoluto e ci sono molto affezionato perché ci ho messo anche un po di mio e un po di personale.
Camilla Scassellati
00:06:57
Ecco, sì, poi immagino che le perché le domande sono sempre molto semplici nel senso appunto ti chiedi una cosa abbastanza semplice però come tutti immagino i genitori che hanno dei figli piccoli sanno la risposta non è sempre altrettanto semplice quindi immagino che ci sia anche un tuo lavoro nel distillare le informazioni. Poi quando si parla di emozioni, di amore, di cose molto umane, diventa ancora più difficile trovare una risposta esatta.
Gianpiero Kesten
00:07:26
Sì.
Camilla Scassellati
00:07:27
Si può interpretare in modi diversi, quindi immagino che anche quella sia divertente. Infatti la prima domanda che ti volevo fare è una di quelle, nel senso che hai coperto un tema che entra un po nel nostro mondo business, tecnologia, lavoro, dove la domanda è abbastanza semplice, però la risposta alla fine anche un po a metà perché non non non c'è una non hai trovato la risposta, ma dipende un po da chi sei, dalla persona che sei. Quindi ti faccio la domanda così non c'è troppo suspence per i nostri ascoltatori. Ma ti sei chiesto la tecnologia ci fa risparmiare tempo.
Camilla Scassellati
00:07:59
E volevo che ci raccontassi un po appunto come hai fatto la ricerca, cosa hai trovato? Perché ovviamente noi che copriamo il mondo startup ci sembra che la tecnologia, appunto, ci faccia risparmiare un sacco di tempo. Adesso con le hai tutto si fa in un secondo. Però in realtà la risposta non è così, non Clear, cioè non è così bianca e nera.
Gianpiero Kesten
00:08:20
No, la risposta, appunto, è un po sfumata, nel senso che intanto per fortuna è una domanda che si sono poste un sacco di persone prima di me, e alcuni di queste persone sono sociologi o economisti addirittura che hanno hanno fatto delle ricerche per cui ci sono un sacco di pareri come dire molto autorevoli a riguardo ed è un po un po sì è un po no cioè come dici tu ovviamente la tecnologia soprattutto in ambito di start up, ma io vedo anche il mio stesso lavoro, cioè quello che faccio tutti i giorni, quello che ci siamo appena detti no? Quindi ricercare cose, Registrare e montare. È ovvio che la tecnologia mi dà una mano incommensurabile.
Gianpiero Kesten
00:09:02
Cioè se io già per ricercare dati dovessi andare personalmente in biblioteca perché i tempi si faceva così e tornare. E facciamo che esiste già l'audio, dovrei registrarlo su un nastro magnetico, ad esempio, poi dovrei tagliarlo fisicamente perché si faceva così, fare un montaggio e vabbè, poi lì diventa fantasia perché non c'è, non c'è internet dove diffonderlo. Però è ovvio che ci sono nella maggior parte dei processi lavorativi che facciamo noi, è tutto grazie alla tecnologia. La risposta cambia quando si tiene conto di quello che noi esseri umani facciamo con questo vantaggio, nel senso che nella maggior parte dei casi, e per questo la risposta è dipende, perché dipende dall'individuo. La maggior. Nella maggior parte dei casi con il nostro tempo. In più non lo usiamo per andare a fare gli affari nostri. Non lo facciamo, facciamo un riposino sul divano o non andiamo a fare un giro. In genere lavoriamo di più ancora cioè abbiamo un modo molto efficiente di lavorare e ragione per cui in realtà questo modo o questo metodo lo sfruttiamo tutte le ore possibili per cui lavoriamo lo stesso numero di ore più o meno, Diritti umani diritti civili a parte, di un pò di tempo fa.
Camilla Scassellati
00:10:14
Se lo ritrovo perché se lo ritrovo sono anni che lo cerco lo metto nelle nelle nelle sue note ma questo piccolo video animato stupendo che aveva fatto il New York Times sulla produttività e la tecnologia in cui diceva ok sei ultra produttivo ti svegli con l'allarme che fa salire il sole, ti alzi, fai la tua meditazione sulla tua app, poi corri, poi fai questo. Hai risparmiato 232 minuti oggi e poi faccia vedere che hai risparmiato questi minuti. Ma li hai riempiti con quell'altra cosa produttiva che dovevi fare, che ti ha aiutato a fare la tecnologia e quindi alla fine all'inizio metteva perché dicevi oddio devo fare tutte queste cose per essere produttivo ma alla fine ovviamente la fine del video diceva ma poi con tutti sti minuti risparmiati che ci fai effettivamente. Certo, risparmi tempo, ma poi c'è anche un altro aspetto che perdi tempo. Nel senso che avere le AirPods, il Dyson nuovo, la macchina così tutto si rompe. Quindi devi anche stare molto appresso la tecnologia che devi riparare in continuazione, ma ovviamente tutto quello che aggiunge la tua vita in un certo senso la complica anche un po.
Camilla Scassellati
00:11:21
Quindi c'è anche questo aspetto.
Gianpiero Kesten
00:11:24
Fondamentalmente si c'è poi boiles down tutto a una domanda cioè prova tu a pensare o provate chi ci ascolta a pensare Quante volte ci capita di dire ok, ho finito, adesso non so cosa fare, Quando mai? È ovvio che ti alzi, vai a fare qualcos'altro, magari divertente, però che senti di doverlo fare. Non c'è mai il momento di vuoto, vero?
Camilla Scassellati
00:11:44
Sì, la domanda è ci fa risparmiare tempo? Forse la risposta è sì, però cosa vuol dire risparmiare tempo? È un po la parte meta di questa domanda che dobbiamo un po riflettere tutti su. Cos'è per noi il tempo risparmiato? Esatto. E poi un altro tema legato.. C'è un po una connessione tra queste due domande che ti sei fatto, che secondo me farà esplodere il cervello a tante delle persone che ci ascoltano. Perché gli imprenditori si sentono già dai master del multitasking in cui ti sei chiesto ma il nostro cervello può fare multitasking? E la risposta è no. Però voglio che se ti ricordi un po i dettagli, se ci racconti un poco appunto cos'è questa domanda sul multitasking e perché la risposta è no.
Gianpiero Kesten
00:12:29
Beh, me la ricordo. Sì, perché è stata una una brutta notizia per me. Nel senso, io tra l'altro sono certificato ADHD, per cui ho la tendenza già di mio di passare da una tasca all'altra e mi sono sempre convinto di essere multitasking. Io ogni volta che mi dicevano eh ma tu sei un uomo, non puoi essere multitasking come noi donne insomma io vado in onda, in radio, in diretta, intanto leggo i messaggi, scelgo i brani da mettere dopo. E è vero che lo facciamo, ma è un'illusione. In realtà, cioè in senso stretto il multitasking informatico sono una serie di processi che funzionano parallelamente. Ma il nostro cervello non funziona così è capace di fare una sola cosa per volta. E tu dici ma io sto guidando e sto parlando al telefono in vivavoce e sto pensando a cosa cucinare questa sera. Certo, ovviamente lo facciamo, ma è illusorio, nel senso che il nostro cervello passa rapidamente da un processo cognitivo all'altro e poi ritorna al primo, poi passa al terzo, poi ritorna al 4.º eccetera, con uno scarto di qualche millisecondo che è molto poco perché siamo molto veloci.
Gianpiero Kesten
00:13:35
Però, sempre da un punto di vista della ricerca scientifica si è calcolato che provare perché alla fine non lo facciamo provare a fare quattro processi insieme rispetto a fare prima l'uno poi due,3, 4, non conviene perché quelle quei micro passaggi che tu non avverti di passaggio da una selezione all'altra, da un processo all'altro, alla fine si sommano e diventano delle perdite di tempo per cui. Per cui effettivamente da un punto di vista di struttura neurologica non siamo multitasking dopodiché riusciamo a guidare e a pensare allo stesso tempo per fortuna se non saremo tutti morti probabilmente però insomma non è esattamente due cose insieme.
Camilla Scassellati
00:14:16
La lezione è che è meglio fare una task alla volta soprattutto immagino sia una task importante per esempio stai conducendo un podcast è meglio se ti concentri su quello piuttosto che cercare di anche guardare le mail allo stesso tempo, perché il tuo cervello in realtà è un esempio di due cose.
Gianpiero Kesten
00:14:33
Un esempio perfetto perché quella cosa lì delle mail non so se a te succede, a me sì e sto rispondendo alla mail e devo andare a recuperare un dato. Apro di nuovo la casella della inbox e c'è anche quell'altra mail a cui rispondo che tra l'altro molto più breve per cui facciamo che rispondo prima questa l'altra la lascio di là un attimo e ci si perde via in 1000 rivoli e diventa faticosissimo perché poi anche quello cioè al di là del tempo, è anche molto faticoso.
Gianpiero Kesten
00:14:56
Il cervello consuma un sacco di energie anche se siamo fisicamente fermi non si vede però consuma.
Camilla Scassellati
00:15:01
Hai fatto un episodio sulle ADHD perché non so come chiederesti la domanda in modo semplice, però è interessante capire come funziona il cervello di una persona che appunto.
Gianpiero Kesten
00:15:13
Sembra preparata questa domanda e giuro che non lo è. Lo giuro. Non a te perché lo sai, ma chi ci sta ascoltando. Ma in realtà. E ho fatto un intero podcast sull’ADHD che si chiama Avanti veloce. Beh, adesso è su Spotify, è uscito per i Play sound, Sono otto puntate in cui racconto intanto come l'ho scoperto io il processo di scoperta e poi ho parlato con neurologi, psicologi, eccetera. Mi sono fatto raccontare come funzionano e come funzionano tutti i cervelli di ADHD, che sono ahimè tantissimi, perché sono percentuali sempre in crescita perché ovviamente migliorano le diagnosi. Non è che peggioriamo noi come esseri umani, però almeno il 5% della popolazione mondiale è ADHD, per cui sì, in effetti ne ho parlato, però non in modo breve, ne ho parlato a lungo.
Camilla Scassellati
00:15:59
Che promo organica che ci hanno fatto a saperlo? Ascolteremo? Beh, come puoi immaginare come sai perché avevo fatto la ricerca qua in America se ne parla fin troppo. Cioè nel senso che siccome viene diagnosticata forse un po troppo presto o un po troppo spesso però capire veramente come funziona così.
Gianpiero Kesten
00:16:19
Questo dal dall'esplosione che tutti a un certo punto di ADHD aspetta un attimo è una cosa.
Camilla Scassellati
00:16:24
A sette anni è difficile capire. Esatto c'è un'altra puntata che che mi ha dato voglia di cliccare di ascoltare perché come sai nel mondo startup business eccetera abbiamo 1000 termini in inglese che usiamo spesso ma neanche li capiamo e uno di questi è freelance, che io parlando inglese ho sempre pensato di sapere cosa volesse dire. Ma quando ho visto la puntata? Ma cosa vuol dire free lance o da dove viene la parola freelance? Mi sono detta In realtà non ne ho idea. Ascoltiamo cosa ci può raccontare perché si dice free lance? E così cosa vuol dire? Magari per chi non lo sa, però immagino che più o meno ormai è usata tantissimo.
Gianpiero Kesten
00:17:03
Tra l'altro che bello sentirti dire free lance, perché come ben sai, in Italia tutto quello che è A in inglese diventa e automaticamente è freelance, freelance, iPad. Free lance vuol dire letteralmente lancia libera. In teoria era free lance in origine e ha un'origine letteraria, nel senso che è la prima volta che viene fuori. È di E in Ivano di Walter Scott, in cui si parla dei mercenari sono questi cioè le lance libere erano soldati lancieri che venivano pagati per per combattere a fianco di di un esercito che era una roba molto comune in realtà in nel Medioevo e non solo anche oggi ahimè però insomma è una è una questione era una questione molto diffusa in Europa. Ok di pagare delle persone per dare una mano e dare manforte quando c'era bisogno di conquistare il castello di fianco. Ok, non necessariamente una nazione. Di solito si parlava di battaglie molto più piccole e free lance va e viene nella storia, nel senso che a volte si usa, a volte un po meno, eccetera, finché a un certo punto è stato inglobato dal mondo della politica, nel senso che i free lance erano anche gli indipendenti di base, cioè quelli che si presentavano senza avere alle spalle l'esercito, cioè un partito politico.
Gianpiero Kesten
00:18:30
E da lì poi è entrato a far parte del del parlare comune free lance molto più in inglese che che in italiano inizialmente naturalmente poi a un certo punto è stato inglobato come immagino negli anni 80 che negli anni 80 l'italiano ha fatto incetta di di termini all'interno del mondo professionale molto più che prima c'era molto più francese ha preso dall'inglese e ha arricchito il proprio gergo tantissimo. E free lance fondamentalmente vuol dire quello. Un altro modo di dire sinonimo praticamente storicamente accurato, sarebbe il Lanzichenecchi, però è molto meno appealing. Tutto sommato che erano anche loro dei lanzichenecchi. Faccio lanzichenecco.
Camilla Scassellati
00:19:17
Sì, perché ormai viene usato è super interessante perché effettivamente il il paragone è uguale perché ovviamente viene usato adesso direi più nel mondo e come lo chiamerei della creator economy insomma.
Camilla Scassellati
00:19:35
Quindi dove c'è creatività e quindi sono magari di marketing consultant freelance. Quindi lavoro per me stesso e che quello esattamente lavoro per me stesso per cui non sono una lancia che fa parte di un esercito ma faccio le mie cose poi partecipo varie partecipo a vari progetti a mio, a mio volere, a mia scelta.
Camilla Scassellati
00:19:57
Dove ci sono i soldi effettivamente per chi mi paga per cui è carino che è esattamente è facilissimo capire perché è stato usato così però non ovvio che la transizione sia stata appunto dalla guerra.
Gianpiero Kesten
00:20:10
Ci sta proprio bene se ci fai caso. Nel mondo anglo, visto che tu ci sei mezzo freelance si usa ancora o è passato?
Camilla Scassellati
00:20:18
Di moda si usa no no no, si usa, si usa tantissimo e anzi direi che direi che si usa quasi solo in questo mondo più della consulenza digitale. No, non solo però si usa molto nel mondo marketing, creation, creatività, design. Non so se si usa tanto, ma in realtà in tutto tutto quello che consulenze alla fine dici sono un consulente freelance quindi per dire che non lavori per un'agenzia o per per per un'azienda in particolare per.
Gianpiero Kesten
00:20:48
Partita IVA non esiste da quelle parti evidentemente.
Speaker 4
00:20:51
No.
Camilla Scassellati
00:20:52
Non la usiamo. Non so neanche come si chiamerebbe. E ora voglio farti un altro domanda. Appunto abbiamo parlato di cose random, questa è veramente random, poi chiudiamo su una ancora più random.
Camilla Scassellati
00:21:03
Però questa mi interessa tantissimo, non tanto per la storia che ci racconterai, ma soprattutto sul perché ti sei chiesto questa domanda. Cioè hai fatto un episodio su da dove vengono i fenicotteri rosa di plastica?
Gianpiero Kesten
00:21:17
Meravigliosi, certo.
Camilla Scassellati
00:21:19
Per cui ti voglio chiedere soprattutto come ti è venuto in mente di chiederti questa cosa? Perché ti dico io cosa ho pensato quando ho visto la puntata? Ovvio che so cosa sono i fenicotteri rosa da giardino e ammetterò una cosa mia madre li ha messi in terrazza.
Camilla Scassellati
00:21:38
A Roma. Abbiamo fatto tutti i lavori di protesta dicendo leva i fenicotteri rosa dal terrazzo, ma mia madre è molto convinta delle sue scelte artistiche, per cui i fenicotteri.
Gianpiero Kesten
00:21:48
Ha fatto benissimo.
Camilla Scassellati
00:21:51
E le fanno molta compagnia e ma non mi sono mai. Non ho mai pensato che ci potesse essere una storia specifica dietro a questo oggetto in particolare, nel senso che come tanti degli oggetti, non è che ti chiedi da dove vieni. Non so l'aeroplanino, Non lo so, non lo so.
Camilla Scassellati
00:22:05
Come ti sei chiesto questa domanda?
Gianpiero Kesten
00:22:06
Guarda, ti dirò la verità, neanche io pensavo ci fosse una storia dietro questo oggetto, invece. E invece sì. E non mi ricordo se l'ho incrociata a un certo punto, nelle mie incursioni in cui mi tuffo nella stampa strana. Però mi ricordo che la domanda ce l'avevo da un sacco di tempo, ma credo tipo dalle medie, cioè dalla prima volta che ho giocato a Sims tre. Ricordi Sims? Costruire la tua casella.
Camilla Scassellati
00:22:33
Master di Sims sono stato tante tante ore a fare da Sims.
Gianpiero Kesten
00:22:38
Nella prima edizione potevi comprare un fenicottero da giardino e quindi mi era rimasta in testa questa cosa. Evidentemente deve essere un uno uno staples dell'arredamento americano, no? Chissà come mai. Per cui quando trovato la notizia sì, era andata così ho trovato la notizia. No, questa è mia per forza. Fondamentalmente è quasi pretestuosa, nel senso che era uno scultore, l'ha inventato uno scultore che era stato assunto da una fabbrica di plastica americana degli anni 50 60 in cui si stava. Si stava evolvendo rapidamente il metodo di lavorazione della plastica, per cui si potevano fare oggetti che prima non si potevano fare, in particolare la plastica stampata per cui degli oggetti tridimensionali per cui ti dicono inventati delle cose, lui come prima cosa si inventa una papera e si compra una papera per come animale domestico, così per colpirla, per ritrarla e fanno lo stampo e non vende niente.
Gianpiero Kesten
00:23:32
Allora prova con qualcosa di più esotico e lo fa con un appunto con un fenicottero che diventa il simbolo di tutta una serie di cose, ma per pura fortuna. Nel senso che in quegli anni negli Stati Uniti, quello che stava succedendo era che ci stava per la prima volta sfruttando da un punto di vista turistico e massiccio la Florida, Ok. E in Florida erano stati importati i fenicotteri perché facevano esotico. Di base erano un po un fenicotteri vivi, intendo che facevano un po ed era un po arredamento vivo, mettiamola così. E per cui il fenicottero come oggetto, come simbolo era diventato, riportava tutto un immaginario che in fondo faceva pensare alla bella vita, faceva pensare al al l'agio allo stare bene al lusso.
Camilla Scassellati
00:24:20
Questo è interessato ti interrompo per dire che questo è interessante perché effettivamente anche io faccio questa connessione tra ormai. Beh poi ci porterei lì però ormai la connessione è un po fenicottero uguale kitch Sì, un po alla fine poi siamo finiti sul kitsch con quel fenicottero. Perché la Florida? Perché tutto questo però effettivamente anche fenicottero uguale esotico.
Camilla Scassellati
00:24:40
Però non sono convinta che i fenicotteri siano poi in realtà così. Cioè è interessante che proprio il fenicottero sia diventato il simbolo dell'esotico quando vabbè, in Italia c'abbiamo i fenicotteri, quindi magari per noi sono più di casa, ma in generale non so a che paesi li associ magari mi fa più appunto.
Gianpiero Kesten
00:25:00
Caldo mediterraneo in queste parti un po più centro America invece dal dalle tue però sì non è un Tucano voglio dire è vero quello che dici.
Camilla Scassellati
00:25:09
avrei pensato a degli animali un po non so la tigre anche la tigre fa esotico, però è interessante che il fenicottero sia stato scelto come in realtà il prototipo di questo di questa sensazione appunto del Florida esotico.
Gianpiero Kesten
00:25:25
Guarda, secondo me la risposta è che i fenicotteri sono facili da da gestire e vivono tranquillamente in un clima come la Florida per cui portarli lì Ha senso portare uccelli più esotici, più tropicali? No, Probabilmente era impossibile anche da un punto di vista logistico. Però a un certo punto nella nostra storia succede quello che dicevi tu cioè da fasto lusso bella vita diventa invece sinonimo di kitsch, perché la Florida diventa kitsch e la Florida diventa kitsch perché ci arrivano le autostrade e per cui le vacanze dei ricchi diventano le vacanze un po di tutti.
Gianpiero Kesten
00:25:59
Ok che da un lato figata per tutti, ma chi si associa alla Florida per appunto ostentare non funziona più, non funziona più. Per cui i fenicotteri rosa, anche quelli di plastica, diventano semplicemente un po trash, diremmo in Italia.
Camilla Scassellati
00:26:17
Quindi dici che all'inizio il fenicottero rosa non era trash?
Gianpiero Kesten
00:26:21
Assolutamente no.
Camilla Scassellati
00:26:22
Ah no, ok, anche il fenicottero rosa di plastica ha fatto la sua evoluzione da oggetto desiderato a trash Interessante. E vedi, ci sono inventori dietro le cose che non ci immaginavamo neanche. Ci sono lavori, persone che di lavoro hanno possono dire ho inventato il fenicottero.
Camilla Scassellati
00:26:44
Da giardino. Cioè, Comunque effettivamente non tutti possono dire questa cosa. ok abbiamo detto che il tema era lavoro quindi chiudo su. Il lavoro più strano, bizzarro, divertente che abbiamo scoperto sul podcast, che è quello della. Eoi buchini. No, l'ho detto male, aspetta.
Camilla Scassellati
00:27:10
Eoibikini. Sì, Quindi ci racconti cosa fa e cosa faceva? Perché allora non esiste più?
Gianpiero Kesten
00:27:19
Siamo in Giappone nel periodo Edo, che è un periodo che va dal 1600 a metà fine 1800, era detto semplice un aiutante, la dama di compagnia delle delle nobildonne per cui l'aiutava nelle cose di tutti i giorni negli incontri diplomatici a vestirsi probabilmente era un assistente personale. Sarebbe oggi e fino qua, bene o male è normale. Immagino che tu ti riferisca a un aspetto del suo lavoro che oggi fortunatamente non ha tanto peso e praticamente l'aerobica si prendeva le colpe delle puzzette della sua, della sua signora, diciamo così. Ora evidentemente il trattenersi in determinate situazioni non era contemplato nel Giappone del periodo Edo, però fatto sta che se la signora proferiva in un rumoroso in rumorosa emissione durante un pranzo o una cena, insomma, insieme ad altri diplomatici, il ruolo della sua accompagnatrice era quello di prendersi la colpa, che tra l'altro è interessante perché vuol dire che doveva farlo in modo da essere molto vocale. Esatto, scusate, sono stata io ed è curioso anche perché ovviamente è una convenzione a quel punto. Cioè se tutti sanno che tutti hanno la propria assistente il cui ruolo è anche quello di prendersi le colpe sappiamo cioè è il segreto di Pulcinella.
Gianpiero Kesten
00:28:45
Però evidentemente andava ancora e. ci sono lavori peggiori. Secondo me però questo è un lavoro abbastanza curioso di quando la domanda si incontrano in modo molto interessante.
Camilla Scassellati
00:28:59
Esatto. Poi adoro che sei diventato ci vede che c'è stata una prima signore che ha detto ora ti prendi tu la colpa delle mie scoregge. Poi è diventata una cosa comune perché comunque se è sopravvissuto fino ad oggi. Questo fatto che storico vuol dire? Che poi tutte si sono messe d'accordo a dire che l'idea geniale ho fatto fare anche alla mia accompagnatrice di corte. E nell'episodio Scopri altri lavori che fa sono nella lista dei lavori peggiori.
Gianpiero Kesten
00:29:25
Ce ne sono tanti.
Camilla Scassellati
00:29:27
Che ce ne sono tanti sì, tipo adoro che è sempre una cosa di cui uno parla quando si mette poi a chiacchierare. Cos'è secondo te il lavoro peggiore? Però mi ricordo che dicevi annusare le ascelle perché.
Gianpiero Kesten
00:29:39
Ci sono i nasi.
Gianpiero Kesten
00:29:41
I nasi. È un lavoro, è un lavoro che invece esiste ancora. E i nasi che non lavorano per le grandi case di profumi, che quindi fanno lavori un po più umili, sono quelli che devono dirti se ad esempio il fumo di una fabbrica puzza si sente anche nelle abitazioni vicino, per esempio, ma anche il funzionamento dei deodoranti, banalmente lo fanno in modo molto empirico.
Gianpiero Kesten
00:30:07
Prendi una persona, la deodori e poi giorni dopo vai a vedere se puzza. È una cosa orrenda.
Camilla Scassellati
00:30:14
Quante ore ci ha messo a puzzare? Esatto. Sì, ci sono lavori interessanti e su questo chiudiamo le nostre cose molto male, visto che abbiamo parlato di comunque temi più o meno rilevanti al nostro podcast. Però ci tenevo a raccontare anche il tuo, perché è davvero simpatico, divertente, interessante. Quindi, ascoltatori medi andate ad ascoltare cose molto umane grazie a jam di essere venuto qua con noi su Medit.
Gianpiero Kesten
00:30:39
Grazie mille, grazie a te Camilla, grazie a tutti per l'ascolto e un bacione.