Consigli dal più Grande Investitore Italiano, Giovanni Tamburi, Founder e CEO Tamburi Investment Partners

 

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Benvenuti a un nuovo episodio di MadeIT! L’ospite di oggi è Giovanni Tamburi, founder e CEO di Tamburi Investment Partners, che dal 2000 investe nelle eccellenze italiane del lusso, del design e della moda, con un portfolio che include nomi come Moncler, Amplifon, OVS, Eataly e molte altre realtà. Negli ultimi anni, ha ampliato il focus sulle startup italiane attraverso StarTIP, l’hub dedicato a sostenere l’innovazione e il Made in Italy.

Questa puntata è un po’ diversa dal solito: la storia di Giovanni è già nota a molti, quindi abbiamo deciso di concentrarci sull'economia italiana e su un tema centrale del suo libro "Fare Sistema in Italia".

Ma cosa significa davvero fare sistema? Significa creare connessioni tra aziende, associazioni, università per valorizzare ciò che ci rende unici: artigianalità, manifattura, e creatività. Ma significa anche imparare a promuoverci meglio a livello globale.

È stata una conversazione super interessante, che ci ha sicuramente permesso di esplorare un punto di vista diverso.

TAKE AWAYS

  • Giovanni Tamburi è un'importante figura della finanza italiana.

  • L'Italia investe troppo poco rispetto ad altre nazioni.

  • La classe dirigente ha un ruolo fondamentale nel cambiamento.

  • Il digitale offre nuove opportunità per le imprese.

  • Fare sistema significa collaborare tra imprese e istituzioni.

  • Il prodotto italiano è di alta qualità ma perde valore nel mercato.

  • È necessario un cambio di mentalità per investire a lungo termine. La burocrazia in Europa ostacola le decisioni politiche.

  • Molti imprenditori italiani preferiscono mantenere il controllo delle loro aziende.

  • Le startup devono collaborare per avere successo.

  • Gli stipendi in Italia sono troppo bassi rispetto ad altri paesi.

  • Il settore del lusso italiano ha un grande potenziale di crescita.

  • Le aziende italiane devono unirsi per competere a livello globale.

  • La mentalità imprenditoriale sta cambiando in Italia.

  • Il sistema di incentivi per i lavoratori deve essere migliorato.

  • Creare sinergie tra aziende è essenziale.

  • Le nuove generazioni devono approfondire le loro conoscenze.

  • La curiosità è cruciale per il futuro.

  • Lavorare con un partner può portare a risultati migliori.

  • Il buon senso è più importante dei numeri negli investimenti.

 

TRASCRIZIONE EPISODIO

Inès Makula (03:14.702)

Ciao a tutti e benvenuti in un nuovo episodio di Made It. Oggi siamo onoratissime di avere qui con noi Giovanni Tamburi, il fondatore di Tamburi Investment Partners e una delle figure più importanti del panorama della finanza italiana. Quindi, Giovanni, ti do un benvenuto, grazie di esserti con noi. Grazie a voi, grazie a voi. In questo podcast ci piace sempre partire un pochino dagli inizi per capire un po'. Ti vogliamo chiedere da dove, che contesto sei nato, cosa facevano i tuoi genitori e che impatto hanno avuto sulla tua vita e sulla persona che sei oggi? 

Giovanni Tamburi 

Io sono nato da una famiglia abbastanza benestante, ho studiato normalmente il liceo, università, sono laureato piuttosto bene, mia madre faceva assolutamente la casalinga, la madre di quattro… direi che hanno inciso abbastanza poco nelle mie scelte professionali mi hanno lasciato molto libero la fortuna è stata che proprio tramite amici di famiglia sono venuto a milano ho avuto la possibilità di iniziare questo tipo di lavori e per cui in indirettamente sono stati fondamentali per poi dare le basi a questa mia vita

Inès Makula

sei sempre stato molto appassionato di economia e di finanza, infatti una tesi che porti praticamente con te veramente dagli inizi dell'inverspare è stata quella di mettere insieme tre cose che sono i risparmi enormi degli italiani, le PMI con i mercati finanziari, una tesi che fino ad oggi tuttora con il Tamburi Investment Partner stai portando avanti da dove viene questa lungimiranza, questo tuo intuito di mettere insieme queste tre cose 40 anni fa quando non era ancora, 50 anni fa quando stavi studiando che non era ancora una pratica che si faceva? 

Giovanni Tamburi 

Lungimiranza non tanto perché non sono mica tanto riuscito, l'Italia è ancora molto indietro rispetto a questi tre fattori che effettivamente sono il mio pallino da sempre e che ho cercato di coltivare. Sono sempre stato uno che leggeva, studiava molto e per cui ho capito che dovendo si occupare di economia le cose importanti erano darne mano a risparmio, alle imprese e...

l'anello di congiunzione sono i mercati. Per cui ho cercato di studiare all'inizio anche durante l'università questi aspetti, ho avuto poi la fortuna di poterci lavorare dentro e ho cercato di fare il possibile per dare una mano a questo mondo direi abbastanza riuscendoci però mi rendo conto che ogni giorno siamo pochi siamo soli siamo più predicatori che non effettivamente parte di un sistema che veramente ha preso a cuore

le famiglie degli risparmiatori, le famiglie degli imprenditori, le famiglie dei lavoratori nelle imprese e questo mondo dei mercati che comunque tanti governi abbiamo visto è sempre stato un po' lasciato andare, sempre stato un po' abbandonato. Il mercato finanziario è visto come mondo dei ricchi, visto come un mondo più da combattere che da tutelare perché in realtà fa parte di quel tipo di società che non è che sia proprio così popolare quando uno racconta in politica e per cui questo ha prodotto le conseguenze di fare poco aiuto alle imprese, poco aiuto ai mercati e pochissimo aiuto ai riisparmi.

Inès Makula

e sempre sulla stessa lunghezza di questa passione per mettere questi tre temi, la passione per l'economia. A 18 anni ti ho sentito dire che invece di andare in vacanza o fare le cose che si fanno a 18 anni tu andavi a visitare le fabbriche quindi questo veramente vedere la tua passione per questo mondo che cosa ti colpiva di più quando andavi in queste fabbriche era il prodotto in sé, la maniera in cui creavano il prodotto, le persone, che...

Giovanni Tamburi 

ma io mi divertivo sempre a lavorare, durante la scuola, il periodo del Natalizio lavoravo in un negozio che vendeva la cosa da sci eccetera, durante poi l'università ho fatto tanto lavoro anche di consulenza, settore pubblicitario, con altre cose eccetera, per cui ero già in contatto col mondo delle imprese seppure indirettamente e proprio

Poco dopo i 18 anni, avendo la possibilità in questo negozio di sci dove collaboravo di toccare tante aziende e dovevo spiegare perché io vendevo certi scarponi, certi sci, certi calzettoni o certe cose, mi veniva la curiosità di dire ma questi dove li producono, come li fanno?

era il periodo di Tony, Gross, per cui la valanga azzurra che portava avanti molto bene questa bandiera dello sci e per cui ho preso la macchina e sono andato a visitare le aziende che producevano questa roba qui per capire meglio, per approfondire quello che da venditore da commesso dovevo raccontare alla gente in maniera un po più sostanziale, po più profonda in maniera un pochino più seria e per cui sì non era molto normale che uno a 18 anni facesse queste cose qui, io a 19, 20 eccetera però mi sono molto appassionato perché ho fatto un lungo viaggio in queste fabbriche, portava a casa gli adesivi che era una delle poche cose che si potevano prendere e certamente ho imparato molto, ho imparato molto cosa vuol dire il lavoratore che nella fabbrica fa la fatica che tante volte uno vede un oggetto in un negozio ma non sa che cosa c'è dietro, lo sforzo fisico mentale intellettuale di inventare un certo prodotto era appunto una stagione un po' particolare nel mondo e sport invernali e per cui la gente doveva capire anche perché uno sci corre di più, uno scarpone tenesse meglio eccetera e per cui mi sono molto appassionata a queste cose qui è stata poi una grande fortuna quella di continuare a voler andare presso le fabbriche in quanto io ho sempre cercato di fare in modo di toccare le aziende personalmente e non far parte di quella finanza londinese, new yorkese ma anche milanese che stava in suoi salottini a ricevere gli imprenditori

Inès Makula

ma ti presentavi così nelle fabbriche o ti chiamavi prima per organizzare un meeting? come funzionava questo? 

Giovanni Tamburi 

ma dipende, c'erano fabbriche molto snob nelle quali non potevi prendere un appuntamento e per cui andavo lì bussavo e con la scusa proprio degli adesivi cercavo di entrare dentro dire mai sono curioso sono un venditore presso il negozio di Roma di vostri prodotti, posso dare uno sguardo, qualche volta mi facevano entrare, qualche volta erano molto insospettiti da questo ragazzino curioso che bussava la porta, però in quasi tutti i casi ho riuscito a convincere, a farmi entrare, a farmi spiegare un po' di cose. 

Inès Makula

E per questa intervista abbiamo deciso di chiedere ai nostri ascoltatori di mandarci le domande che avevano pensato e abbiamo scelto una domanda che quella di Claudia Lollobattista che ti chiede Dottor Tamburi nella sua carriera ha mai percepito un istinto o un aspetto del suo carattere come un'arma segreta? Qualcosa che gli altri non avevano e che ha fatto la differenza? 

Giovanni Tamburi 

Non lo so, pensare a se stessi in chiave così unica e difficile credo di avere la capacità di ascoltare molto. il mondo della finanza, della borsa, di chi fa consulenza all'impresa è un mondo molto pieno di facenti, di gente che ha la ricetta pronta, che ti racconta cosa dovresti fare pur sapendo magari pochissimo delle imprese che hai davanti io ho cercato sempre molto di ascoltare, di stare lì perché gli imprenditori in fondo sono quelli che ci pagano stipendi a tutti con il loro valore aggiunto mettendo insieme legno, plastica, ferro, eccetera producono le cose che abbiamo addosso che compriamo, con cui giriamo l'automobile, le biciclette eccetera e per cui non credo sia un'arma segreta è semplicemente un fatto di buon senso ho cercato sempre di ascoltare molto chi secondo me aveva in mano le chiavi del paese italia come valore aggiunto del export come imprese eccetera per cui gli imprenditori i manager di queste aziende che in realtà non tanto spesso venivano valorizzati vengono tuttora valorizzati come verrebbero

Camilla Scassellati (11:30.263)

Subentro io con le mie domande da fuori. Di solito in questa parte dell'intervista, passeremo tanto tempo a scoprire un po' il percorso del nostro ospite, come è arrivato ad arrivare dov'è, però il tuo percorso è stato molto raccontato e ci sono tante interviste su questo e su come hai creato Tamburi Investment Partners. Quindi volevamo parlare di un altro tema che ci sta molto a cuore, che quello dell'italianità e soprattutto dell'economia italiana che purtroppo non riusciamo ad approfondire abbastanza con tanti dei nostri ospiti quindi veramente vorremmo passare un po' di tempo a parlare di quello e che è anche molto legato a quello che fate con Tamburi Investment Partners e anche un libro che hai pubblicato recentemente intitolato Fare sistema in Italia. Quindi faremo qualche domanda su alcune delle cose di cui parli spesso e che credi su quello che chiama il sistema Italia, parleremo anche di quello

E una delle prime osservazioni che abbiamo notato è che dici che in Italia si investe troppo poco. Quali pensi siano le cause principali di questa tendenza e a dove si investe troppo poco?

Giovanni Tamburi 

ma è vero, grazie per aver citato il libro perché effettivamente dopo tanti anni ho scritto parecchi libri nella mia vita che mi diverte appunto scambiare idee così come oggi sono qui, ho in università, nelle associazioni eccetera ho cercato di raccontare un pochino le mie fortune e l'ultima, l'ultima mi racconta questo libro che ho impiegato quattro anni a farlo per cui ho cercato tra l'altro in questo mondo di chiacchiere, di demagogia eccetera di dimostrare quasi tutti, tutte le affermazioni gli statement che facevo perché troppo spesso molto anche voi dei media cercate di essere molto forti nei titoli colpire ma sotto sotto non c'è mai quel 100 % di verità che magari il titolo stesso racconta e per cui quasi ogni affermazione cercate di dimostrarla con un grafico, una tabella, un'occhio di questo genere qui l'Italia perché non si investe? ma perché purtroppo l'italiano è un consumatore, l'italiano è una volta un po' superficiale, certamente si può dare la colpa al mondo politico, a me non piace dare la colpa solo al mondo politico e certamente ha tante colpe, come ho detto prima, ma non ci torno sopra, in quanto tanti governi in tanti anni si sono dimostrati più anti impresa che pro impresa. Associazioni di settore, imprenditori stessi, tante singole persone componenti, la classe dirigente, perché la classe dirigente siamo noi, siamo coloro che chiacchierano in giro, vanno nei media, sono protagonisti questa vita e tutti quanti facciamo molto. quanti dovremmo fare di più, dovremmo consumare di meno, investire di più, ragionare più sul lungo termine. Ecco un difetto probabilmente c'è un po' in Italia è quello di essere un po' a corto termine, essere un po' quelli che guardano il domani mattina più che il dopodomani. Certamente questo viene da una mentalità portata più a cogliere il morio dei fugi che non a costruire pian piano nel tempo, però devo dire che comunque l'economia italiana è stata anche molto forte con le sportive.

Noi siamo stati anche negli ultimi anni dopo il covid tra i più dinamici esportatori del mondo perché la nostra tanto deprecata piccola azienda alla fine è riuscita a esportare, ad essere più dinamica di tante aziende più strutturate, più grosse, francesi, tedesche eccetera per cui in realtà non è così male certamente come sempre si potrebbe fare molto molto meglio

E' uno dei mondi in cui si può fare molto meglio è proprio un legame fra le università, le associazioni, il mondo dell'impresa che effettivamente si parla poco. Quello che io cerco di dire nel libro è, facciamo parlare di più le imprese con le istituzioni, le imprese con l'accademia, le imprese con chi deve dare una mano di cornice al nostro quadro di produzione del nostro prodotto. Fare cose di questo genere credo che sia molto importante e molto utile.

Camilla Scassellati (15:39.371)

Ed è questo un po' l'idea di fare sistema. Spieghi chi ha differenze per esempio del mondo anglosassone dove c'è una grande forza nel mettersi insieme, nel creare conglomerati, nel marketing, insomma nel creare poi tutto quello che c'è intorno all'impresa che è molto forte. In Italia invece non sappiamo fare sistema e prima di andare avanti ti voglio chiedere, puoi aiutarci a definire cosa vuol dire fare sistema? Cosa intendi per sistema? Cosa manca?

Giovanni Tamburi 

mettersi insieme semplicissimo fare sistema che significa mettersi insieme. Noi oggi siamo qui a registrare questa trasmissione questo podcast che andrà in onda spero che avrà un ottimo successo in giro in questo momento ci sono anche tante strutture come le vostre che stanno facendo cose simili con altre persone probabilmente saremmo più forti tutti sareste più forti anche voi se vi parlasse di più con quelli che sono i competitor o i fornitori o i clienti o chi vi sta vicino

perché siamo molto individualisti, siamo molto proiettati sulle stesse, molti di noi convinti di essere i più bravi del mondo e certamente la parte degli imprenditori

è molto importante in questo, tanti imprenditori non pensano come raccontano all'impresa, raccontano se stessi come in primis e cosa succede poi dopo alla fine anche con i figli con i poti eccetera, conta relativamente per cui fare sistema significa provare a ragionare per come al meglio mettersi insieme per fare delle cose faccio un esempio tra i più banali tutte le imprese da qualche anno sono di fronte al tema del digitale

il digitale sta cambiando i connotati a tutto, ormai qualunque cosa può essere venduta via internet, qualunque messaggio può essere diffuso, possibile che la singola impresa, magari piccola, deve farsi il suo sito da sola, il suo e-commerce da sola, tutta una serie di cose che se fossero fatte insieme tra 3, 5, 10 aziende, costerebbero poco di più ma diviso in 3, 4, 5, 10. Queste sono cose normalissime.

Camilla Scassellati (17:46.2)

e abbiamo parlato appunto di per esempio se compariamo al sistema anglosassone io sono qui in America e per esempio mio marito lavora in un settore molto industriale di manufatturiera e si rende conto che non c'è in realtà un sistema forte industriale manufatturiere in America, sono molto indietro anche rispetto all'Italia però allo stesso tempo l'economia americana rimane molto forte perché poi c'è tutto quello che c'è dopo. l'industria che è forte, mentre in Italia abbiamo una forza industriale e manufatturiera fortissima, però poi non siamo così forti a commercializzare quello che produciamo e portarlo nel mondo. Non so se è d'accordo con questo e se sì, secondo lei cosa manca un po' alle aziende italiane? Sempre questa idea che non ci si mette abbastanza insieme per il capitolo successivo.

Giovanni Tamburi 

Bellissima domanda, io tutte le volte sono stato in America, ho visitato delle fabbriche e sono stato male perché sono vecchi, sono inefficienti, pavimenti scardinati, pezzi di fabbriche attaccate in qualche modo con magari una parete buttata giù qualche settimana prima, è una cosa vergognosa veramente una cosa vergognosa il sistema industriale americano inteso come fabbriche per cui capisco

il marito che dice io sto in un mondo che se fosse in Italia sarebbe completamente diverso uno slogan che spesso dico e mi spiace mi ripeto tante volte il prodotto italiano è il migliore al mondo quando arriva al cancello della fabbrica poi dopo si perde per strada proviamo elaborare un po questo fatto è chiaro che le solite colpe sono l'infrastruttura, i ponti, le strade, i trafori perché c'abbiamo le Alpi, e Appennini eccetera eccetera

io credo che però il tema sia anche un altro io credo che il tema sia quello che l'americano ha la fortuna che sono 300 350 milioni di persone con la stessa lingua con la stessa cultura con tutta una serie di cose che facilitano la vita l'azienda della brianza che deve vendere il suo mobile questo tavolo o questa poltrona vuori già per andare in Germania o per andare in Austria attaccata qui a noi la Svizzera attaccata qui a noi deve cambiare lingua

in Svizzera deve cambiare valuta, deve avere una mentalità diversa, una cultura diversa, per cui questo effettivamente è molto forte ultimamente si parla tantissimo d'Europa, non voglio fare un discorso politico perché non sono capace ma certamente ci parla di Europa, l'Europa non c'è, è una chiacchierata di gente che non ha capito nulla di 27 stati o 28 o 29, vediamoli come vogliamo ma che si fanno i dispetti che hanno lingue diverse, hanno culture molto diverse, che hanno tutto un substrato economico ma anche politico ma soprattutto sociale molto diversi e in questo andare a vendere un prodotto è difficilissimo l'americano prende e lo mette in vendita molto facilmente per cui sono questi aspetti oggettivi e soggettivi che contribuiscono a questa situazione che tra l'altro non si può sanare rapidamente perché noi vediamo che tante volte

Anche in Europa, l'altro giorno parlavo con una persona molto importante a livello di commissione europea, appena uscito, e mi diceva, ma quello che noi come politica decidiamo, anche come leggi che facciamo, e di leggi che hanno fatte troppe e troppo sbagliate, e lui questo lo ammetteva, poi i burocrati, gli attuatori di questa roba qui, fanno il contrario. Per cui c'è addirittura all'interno dell'Europa non solo una difficoltà di mettere insieme, e l'abbiamo visto con le ultime… nomine e al punto di vista politico tante persone nella commissione, il parlamento europeo eccetera eccetera ma c'è addirittura una classe burocratica che quasi boicotta e certamente fa la sua strada in maniera completamente diversa rispetto agli indirizzi carattere politico e questo è un ostacolo mostruoso

Camilla Scassellati (21:41.304)

E nel nostro podcast, realtà la cosa di cui ci occupiamo di più è il mondo delle startup, delle innovazioni, nuove aziende che nascono. Però tutti questi temi secondo me si legano molto anche a quello che stanno facendo i più giovani, chiamiamoli, imprenditori adesso. E mi interessava anche un altro tema che discute nel libro, che è l'idea che molti imprenditori italiani hanno questa mentalità sbagliata di voler rimanere padroni, diciamo, rimanere sempre nell'individualità, di rimanere azionisti maggioritari della propria azienda, di tenersela per sé per i propri figli e ovviamente questa è una dinamica che nel mondo startup non potrebbe funzionare perché è tutto centrato su avere un co-founder, quindi trovare un socio, trovare investimenti da capitali esterni, dare via equity per poter crescere. Secondo lei perché abbiamo questa mentalità in Italia e la sta vedendo cambiare e secondo lei è una parte centrale del cambiare un po' come potrebbe l'economia italiana perché noi la vediamo come una delle cose che forse sta cambiando di più adesso con queste nuove start up e queste nuove aziende

Giovanni Tamburi 

10 anni fa io mi posi il problema visto che ho stato abbastanza fortunato con la mia attività sulle aziende medie, medio grandi eccetera, dire bisogna creare una sorta di tip delle startup e trovai e cercai quella che poteva essere la società che aveva il modello più simile a noi anche perché molte delle startup in tutto il mondo sono finanziate da fondi di private equity, fondi di venture capital

io sono sempre stato contro i fondi perché il fondo comincia ma finisce non solo ma meglio vai e più rapidamente il gestore del fondo vuole che tu monetizzi la sua quota e per cui è qualcosa contro l'impresa so che questa è una teoria abbastanza minoritaria ma io sono convinto che abbia un suo ruolo e ho investito 40 anni in questa direzione per cui sono andato a cercare una società che avesse questo tipo di linea e trovai Digital Magics nella quale non ho fatto due diligence, non ho fatto nulla, ho chiesto soltanto una cosa voi dovreste quotarvi in borsa più rapidamente possibile e questo si sono impegnati a farlo e l'hanno fatto per cui Digital Magics si è quotata moltissimi anni fa all'epoca non so quante startup avesse in portafoglio certamente poche ma comunque un numero decente poi è cresciuta, è cresciuta molto. ci abbiamo messo molti anni a convincere un'altra società simile a Digital Magic che si chiamava El Venture che adesso abbiamo fuso con grandissima fatica e la risultante si chiama Zest anche lei quotata in borsa, tra l'altro siccome El Venture ha quotata su un mercato più importante, Digital Magic un mercato bene importante abbiamo scelto la strada di fonderci nella società sul mercato più importante proprio per raccontare meglio questa storia ha a chi potesse essere interessato. Oggi questa struttura ha 250 startup sotto di sé, una roba meravigliosa, unica, eccezionale. Se guardate cosa vale in borsa è una roba ridicola. Se fossimo negli Stati Uniti ma anche in Inghilterra, anche in altri paesi, varrebbe 10 volte tanto, 20 volte tanto, 30 volte tanto. E per cui è una vergogna. Ma perché è una vergogna? Perché comunque il mercato degli investitori

non ha voglia, non ha tempo, non ha pazienza per guardare queste cose qui. La vede con una cosa piccola e la dimentica. Non solo, ma in parallelo a questo, che cosa successo negli ultimi anni? Ogni regione, ogni provincia, qualche azione industriale, qualche gruppetto di imprenditori con questa moda dei club deal, eccetera eccetera, ha affondato un incubatore, un acceleratore, tutte queste robette qua, che non servono a niente. Che magari in qualche caso posso dare una mano, perché se sono fortunati o bravi...

possono aver fatto crescere qualche azienda ma dovrebbero tutti confluire, questo è fare sistema tutti confluire ma non dicone la nostra in qualsiasi struttura un po' grossa, un po' di peso anche perché se anche non hai 250 startup, hai 50, 30, 60, quello che è puoi fare sistema puoi poter dire io se vanno male anche 10 non me ne preoccupo basta che ne vada bene 1 2 io guadagno su quello, io do un ritorno agli investitori di questo tipo qui

questo in Italia non si fa è un ottimo esempio di come si potrebbe fare molto molto molto di più e per cui io spero che con questa fusione con questa quotazione di zest al mercato principale qualcuno si accorga di questa struttura. Per il momento l'insuccesso è totale nel senso che si fa una grandissima fatica a convincere la gente a investire dei soldi, si fa ancora più fatica a dire ma io non voglio vendere le mie azioni, anche perché noi siamo il maggior azionista e non abbiamo nessuna voglia di cedere, anzi non ci fa la differenza nei nostri numeri quella di dire io vendo una cosa. Facciamo degli aumenti capitale, facciamo gli aumenti capitale anche con conferimento di startup di altri, con conferimento di strutture di altri che possano essere interessati a entrare in questa combinazione è difficilissimo e per cui anche il mondo di voi più giovani, più dinamici, più tecnologici, più innovativi siete dei gran pigroni, siete dei gran persone che fanno una grandissima fatica a dire fare il sistema. Sto nel mio loculo, nella mia nicchia, nella mia piccola cosa e voglio provare a vedere se sono brava a portare a casa,  dei ritorni su questa cosa qui però va fatto molto di più ci vuole uno sforzo veramente lì è ancora più importante fare sistema

Camilla Scassellati (27:32.536)

L'abbiamo un po' anticipata, volevamo appunto parlare di start-up, però come dice lei, come dici tu, fare sistema nel mondo delle start-up è importantissimo anche perché sono società molto più piccole e quindi hanno bisogno di molto più aiuto perché nascono oggi, quindi non hanno il beneficio di anni di storia e di appunto generazioni che hanno lavorato su questo progetto, se le cose non vanno.

Ovviamente il mondo si è anche molto accelerato, quindi non abbiamo più tempo di generazione, abbiamo tempo di anni massimo mesi per far dimostrare crescita, quindi è una dinamica completamente diversa in un certo senso.

Giovanni Tamburi 

molto diversa e tra l'altro uno degli esempi virtuosi che noi anche lì per fortuna un po' per testa d'argine siamo riusciti a partecipare è Bending Spoons, noi possiamo raccontare che siamo partiti quasi per caso io non la conoscevo questa società mi hanno segnalato che erano delle persone molto brave e per cui siamo andati a trovarli

ci hanno ricevuto, ci hanno un po' snobbato fin dal primo momento dicendo ma voi cosa volete eccetera eccetera però poi nella loro crescita si hanno richiamato e hanno detto ma siete tra i primi che hanno pensato di poterci dare una mano e siete tra i primi che noi chiamiamo e oggi siamo tra i più importanti azionisti certamente a parte il management di gran lunga i più grandi azionisti italiani che poi ormai si sono sviluppati in tutto il mondo e soprattutto i grandi azionisti sono americani questo è un esempio

un esempio che proprio il loro percorso per come hanno allargato il capitale per come sono riusciti a fare nel loro mondo sistema e nel mondo degli investitori sistema dovrebbe essere un simbolo da seguire sono tante altre società in cui magari noi non siamo entrati o perché non ci hanno proposto o perché magari abbiamo avuto paura di entrare che hanno fatto successo sono unicorni, valgono più di un miliardo di dollari ce ne sono di questi esemp

Dobbiamo seguirli come esempi, dobbiamo inseguirli come capacità di cercare di trovare il modo di fare delle cose veramente interessanti, innovative, ma allargate ad un pubblico che sia decoroso, che non sia una cosa molto ristretta come tante alla fine sono costrette a fare.


Camilla Scassellati (29:57.592)

Un'ultima domanda sempre tornando un po' alle cose, un po' delle osservazioni che hai sul sistema italiano, ce n'è una su cui veramente non potremmo essere più d'accordo che è quella l'idea che in Italia si pagano i lavoratori troppo poco e gli stipendi sono troppo bassi, soprattutto se guardiamo la Milano di oggi, ma in tutta Italia gli stipendi sono troppo bassi. Come potremmo incentivare le aziende ad alzare gli stipendi e pagare i lavoratori di più?

Giovanni Tamburi

innanzitutto le aziende sono vittime di un sistema perché non è che l'azienda a o b decide di pagare poco le persone, sono dei contratti e onestamente quando tu hai un contratto io posso pagare la persona 100 la pago 100 poi ci sono i bonus tutti gli anni si racconta dei bonus che prendono in Ferrari o in altre società

bonus totalmente discrezionali in funzione delle performance però è chiaro che la gabbia nella quale si trova una società è quella lì non solo ma l'imprenditore o l'azionista quando dice ma tu perché devi pagare di più le persone quando il contratto ti consente di pagarle quella roba lì per fortuna il covid ha per fortuna o purtroppo per certi aspetti il covid ha aperto un fronte completamente diverso dopo il covid la gente vuole lavorare meno vuole lavorare in maniera molto differenziata nel tempo, smart working, tipologie particolari, qualche ora, qualche giorno eccetera eccetera... per cui è un po' cambiato tutto. Non solo è cambiato tutto, ma come scriveva in un certo punto anche nel libro, la volontà delle persone di voler cambiare è esplosa, perché tutti hanno scoperto che la loro azienda ha qualche problema, non li soddisfa abbastanza e per cui il dinamismo delle persone all'interno delle società è aumentato moltissimo negli ultimi 3-4 anni e questo cosa ha creato? innanzitutto ha creato il fatto che tante aziende avessero bisogno di tenere le persone perché tante volte tu la paghi quello che ritieni che sia il giusto poi la persona va via e tu il sostituto o lo paghi di più o comunque deve chiamare il cacciatore di teste che te lo trova e solo quello che dai al cacciatore di teste ti avrebbe consentito probabilmente di tenere la persona che sia andata via. non solo, ma poi c'è un fatto di formazione, la persona che ha lavorato nella tua azienda per 5 anni, 10 anni, 3 anni eccetera eccetera, ha accumulato un bagaglio di conoscenze e di competenze che è difficile di creare dal giorno dopo o perlomeno è una scommessa pensare che chi tu assumi possa avere questo bagaglio pronto il giorno dopo, magari qualche volta c'ha di più, c'ha di meglio.

nessun problema ma certamente uno deve cercare di salvaguardare questa fedeltà quanto più possibile se non altro per ragioni economiche e qualche volta anche per ragioni sostanziali e per cui quello che nelle nostre aziende per esempio noi cerchiamo di predicare per quello che possiamo fare da azionisti importanti ma sempre minoritari, è quello di dire paghiamo la gente un po' di più perché a questo punto sono più fedeli, più contenti, diamo welfare in tante le nostre aziende ci sono attenzioni alla famiglia, ai bambini, alla formazione a tutti questi aspetti veramente molto importanti e questo credo che possa fare la differenza nel futuro è chiaro che ce lo possiamo permettere perché le nostre quasi trenta società sono tutte profittevoli con poco debito, con una buona posizione di mercato eccetera eccetera

però io credo che queste aziende sono arrivate in quella posizione anche perché si sono comportate in un certo modo e non grazie a noi grazie al fatto che l'impostazione che avevano in un certo tipo per cui alla domanda come si può fare bisogna semplicemente dire io mi voglio ottenere i miei dipendenti sì e allora me ne frego si direbbe dalle parti di voi giovani del contratto gli do il 5 il 10 15 il 20 per cento in più si arriva ad avere una fedeltà maggiore, ad avere una felicità maggiore delle persone, anche perché noi lo vediamo per esempio in zona di Varese, quanta gente che abita a Varese va a lavorare in Svizzera e torna indietro? Perché a parità di lavoro guadagna il doppio, ma c'è i costi dell'Italia. Poi ricordiamo anche un aspetto che a volte si dimentica, il 85-90 % degli italiani, se non conosco le statistiche esatte recenti, possiede la casa, per rispetto allo Svizzero, al tedesco, che magari possiede la casa al 40-45%, c'è quel pezzo di reddito che tu risparmi. Per cui ci sono delle compensazioni dovute al fatto che l'italiano, risparmioso, che guardava altre cose, che ha avuto più inflazione, per cui ha avuto più paura, ha avuto in botta il 20%, ha messo tanti soldi nelle case e questo certamente aiuta.

Inès Makula (34:47.886)

e sicuro che vediamo, siamo dalla generazione 30, più che siamo partiti all'estero proprio per questo problema, perché sapevamo che i giovani non guadagnano, quindi Camilla è in America adesso, ma siamo state a Londra prima, io sono appena tornata dopo 15 anni, ovviamente i giovani venivano...

valorizzati di più e quindi gli stipendi erano più alti e quello che sono notando adesso che sono tornata è che mi sembra che le uniche persone che guadagnano bene sono gli italiani che sono tornati dall'estero che 1 hanno veramente dei incentivi fiscali ma 2 perché hanno comunque quell'esperienza dell'estero che a parità di merito su un altro CV, aver lavorato per aziende super forti all'estero tu che sei comunque sostenitore dell'Italia e hai anche vari figli, cosa ne pensi di mandare i figli all'estero?

Giovanni Tamburi

è certamente un vantaggio spaventoso io ho quattro figli e tutti e quattro hanno studiato in scuole straniere in parte sono stati a lavorare all'estero sono tutti in questo momento in italia felici di essere in italia perché comunque qui si sta bene perché ci sono tanti aspetti negativi ma ci sono anche tantissimi aspetti molto positivi il tema di andare all'estero è che o uno è molto bravo e guadagna la borsa di studio e guadagna il modo di andare all'estero però andare all'estero è faticoso per cui bisogna vedere in che famiglia uno sta se lo possono permettere o meno c'è anche comunque una tale quantità di borse di studio di incentivi a far lavorare all'estero di interscambi che poi uno può fare in università in italia ma può fare uno scambio di sei mesi all'estero eccetera.

ecco in questo bisognerebbe che ci fosse un incentivo da parte di voi giovani per voi giovani a darsi più da fare a voler per molti aspetti se volete veramente lavorare ad essere contenti il vostro lavoro a rinunciare a un pezzo di più di vita privata perché voi comunque vi siete abituati ad una vita privata un po più facile di quella che abbiamo avuto noi. poi i nostri genitori arrivano dalla guerra, solite storie che avete sentito, per cui il miracolo economico, 21 al giorno eccetera, ho l'impressione, e lo dicevo prima sul post covid, che i 20-30 anni di oggi, ma anche i 30 anni, 35 anni col covid abbiano avuto un po' una sbornia da voler fare un po' meno e per cui uno deve fare una scelta.

mica c'è bisogno di dire io per forza devo essere bravissimo a lavorare o impegnatissimo sul lavoro però se dedico al lavoro non abbastanza e quella non abbastanza è la frontiera per dire guadagno la borsa di studio riesco andare all'estero aiuto la mia famiglia a fare queste cose qui vado all'estero e lavoro moltissimi amici dei miei figli, i miei figli stessi hanno lavorato all'estero per cui di giorno andavo all'università e pomeriggio sera magari lavoravo in un negozio lavoravo come magazzinieri lavoravano in tante cose ecco.

questa voglia da dentro bisogna capirla perché non si può volere la vita un po' più divertente un po' più facile l'aperitivo e tutte le belle cose che voi avete la fortuna di poter fare noi onestamente molto meno. dall'altra parte dire io non sono abbastanza realizzato sul fronte del lavoro o non sono abbastanza pagato per quello che sto dando ecco in questo dovete essere un pochino più duri con voi stessi perché vi siete abituati un po malino in tanti tanti settori. 

Inès Makula(38:28.686)

Grazie per i consigli che invitiamo a tutti. Noi lo diciamo anche spesso con Camilla di alzare la mano, di fare di più perché quello che devi fare sul lavoro è un given, cioè è ovvio che devi fare quelle mansioni, ma per ricevere quello step in più, per poter negoziare il tuo stipendio, devi alzare la mano, devi fare di più, devi far vedere che sei pronto a metterci a investire di più degli altri, no altrimenti rimani dove sei. E tornando un po' a tip...

Acronimo del Tamburi investment partners avete investito in molte eccellenze italiane e europee quali ampli, fuon, moncler, roche, bobois e anche se il vostro portfoglio è molto differenziato avete una specializzazione nel mondo lusso, moda, design pensi che ci sia un'opportunità particolarmente interessante in questi settori visto le tese di fare sistema

Assolutamente sì, tra l'altro anni fa un giornalista del 24 ore fece un libro su di me chiamando dei signori del lusso per cui connotando questa porzione, lo chiamo portafoglio perché siamo talmente attivi sulle aziende che portafoglio implica un cosa che stai lì prendi dividendi e lascia le aziende andare per la strada. Noi siamo tutti i giorni dentro le aziende a cercare di aiutarle, dare il nostro piccolo

Quali settori meglio di quelli in cui l'Italia è leader mondiale? Il mondo dell'arredamento, del design, eccetera. Quasi 50 miliardi di dollari di settore nel mondo siamo i primi. Il mondo dell'abbigliamento, il mondo del cosiddetto lusso degli accessori, delle cose che ci mettiamo addosso, che compriamo, eccetera.

è un mondo importantissimo, lì ci sono i due colossi francesi che negli anni sono riusciti a fare moltissimo ma c'erano anche decine di aziende italiane meravigliose hai citato Moncler che è uno dei capolavori assoluti di quel settore a livello mondiale ma ci sono anche altre aziende c'è Giorgio Armani, c'è Zegna ci sono, adesso poi non voglio nominarne soltanto alcuni perché fare i tordo ad altri ci sono cose meravigliose io ho l'onore di essere nel consiglio di Altagamma che è la fondazione che riunisce le aziende con un'alta di gamma è un'emozione tutte le volte che vediamo queste aziende che parla di loro stessi è un'emozione quando chiedono di essere ammesse e noi facciamo una sorta di esamino il tuo marchio, tuo brand, il tuo logo per l'altezza dell'alta di gamma eccetera una roba meravigliosa chi è inventato alta gamma in Italia ma che c'è anche in altri paesi è stato un genio perché ecco lì si fa sistema

Io non ho parlato granché di Altagamma nel libro perché non volevo poi fare uno spot che sembrava che si edora il consiglio avendo varie aziende che ne fanno parte uno dicesse quanto siamo bravi però certamente Altagamma è una delle forme di fare sistema più belle più intelligenti più lungimiranti più visionarie- perché adesso, per esempio, al prossimo Expo di Osaka, Altagamma farà uno stand molto importante nel quale tanta gente da tutto il mondo andrà a visitare le eccellenze italiane e queste sono le cose da fare. Bisognerebbe anche qui avere un po' più di aiuto a livello governativo, a livello pubblico, però comunque già aver chiamato un ministero, il ministero del Made in Italy è stato dal mio piccolissimo punto di vista già un passo avanti e per cui questo governo almeno nominalmente ha dimostrato di voler fare uno sforzo in questa direzione. Certamente bisogna fare molto ma molto di più.

perché ci sono i nomi ma ci sono poi anche i contenuti speriamo che contenuti pian piano arrivano, nulla è facile, nulla è rapida, specie quando c'è la politica di mezzo però io credo che sia stata giusta questa domanda perché mi dà la possibilità di dire a tanti giovani guardate questo settore siamo i numeri uno al mondo siamo i più bravi al mondo, più riconosciuti al mondo.

Sono aziende artigiane in Toscana, in Veneto, in Brianza, nel sud Italia, che fanno delle cose meravigliose che sono impossibili da fare. Gli americani di cui si parlava prima, ma non hanno la più vaga idea di come si cuce quest'asola o di come si attacca un bottone in modo intelligente. Queste sono cose per cui dovremmo essere orgogliosi e per cui dovremmo volerci lavorare. poi se lo stipendio è giusto bene, sennò ci mettiamo quel pezzo di passione che ti appaga quella componente di stipendio che magari può non esserci. E anche perché se non facciamo sistema in questo mondo continuiamo a perdere aziende, quindi hai citato prima il LVMH, Kering che si sono portati via tante dei nostri gioielli.

Inès Makula

Nel mondo del design, una cosa che ti ho detto di dire è che un settore che vale 50 miliardi ma che in Italia sono tutte aziende spezzettate che la più grande mi sembra fatturi intorno in 200 milioni. E' un settore gigantesco ma nessuno può davvero fare la differenza se continuano a tutte separate. Infatti una delle vostre tesi, perché state facendo alcun tipo, di creare un conglomerato proprio nel mondo del design. Come state cercando di farlo?

Giovanni Tamburi

Grazie per l'invito perché effettivamente è un progetto molto bello, è un progetto molto interessante, io sono appassionato anche del solo personale, del design, case, tutte queste cose che ruotano attorno a questo settore. Era nata qualche anno fa una società che si chiama IDB, Italian Design Brands, che ha raccolto attorno a sé alcune eccellenze del design, delle luci, dell'arredamento e che noi abbiamo ritenuto un anno e mezzo fa di guardare con particolari interesse per costruire quella fase successiva che consentisse prima di avere un respiro di lungo termine. Purtroppo torniamo al tema dei fondi di prima quando uno fa un progetto finanziario che ha un suo termine all'azienda Tarpi le ali. Per cui noi abbiamo detto che vorremmo entrare in questa azienda con un peso molto importante in modo tale da non essere i controllori ma da essere persone che danno un contributo importante. Le aziende stanno crescendo, stiamo guardando moltissime acquisizioni, stiamo alzando ulteriormente il livello qualitativo e di posizionamento delle società in cui siamo e vogliamo essere.

ma soprattutto noi vogliamo imparare a fare il sistema, vogliamo insegnare a fare il sistema e soprattutto vorremmo che gli imprenditori imparassero a fare il ma in modo un po' particolare e adesso vado un po' nel dettaglio ma è importantissimo le specificità, le unicità di tante di queste aziende sono l'artigianalità, la capacità di cucire la pelle in un certo modo di piegare i metalli o i legni in un certo modo

e sono cose uniche se tu fai la conglomerata American Style per cui metti tutto insieme non solo per risparmiare costi cancelli direttori finanziari amministrativi e ne fai uno solo cancelli direttore del personale ne fa uno solo metti insieme tante cose tu di fatto tagli quel livello di artigianalità di unicità di specificità di competenze che hai nella singola azienda per cui abbiamo cercato di questo gruppo stiamo cercando di fare questo gruppo rispettando quanto più possibile queste capacità, queste competenze, questa artigianalità. Dare un po' di visione, dare un po' di unicità, per esempio, grazie a noi come capogruppo, questa città adesso gli abbiamo cambiato il nome, si chiama Dexcellence, che vuol dire disegno, eccellenza ed eleganza. La parola eleganza l'abbiamo voluta proprio mettere perché tante volte non capiamo quanto sia importante per questo settore più l'eleganza che l'eccellenza per tanti aspetti. e per cui abbiamo cambiato nome e stiamo andando avanti questo settore qui. Noi abbiamo creato una showroom a New York, al centro di New York, vicino a Madison Avenue, showroom che non avrebbero mai potuto fare le singole aziende da sole con i loro mezzi. Abbiamo stanziato dei soldi, abbiamo trovato le persone, abbiamo cercato di dire perché non venite qui, vi ospitiamo noi come mamma e voi fate il vostro passo verso l'america che comunque non avete niente importanti se New York è una delle patrie e mondiale di queste cose qui all'inizio ci siamo riusciti con due aziende adesso sono già cinque quelle che hanno aderito a questo progetto abbiamo preso altri piani di questo palazzo ed è una bellissima cosa lo stesso noi stiamo facendo sul rapporto con retail perché queste aziende che vendono i prodotti attraverso i rivenditori perché nessuno nel mondo del design anche i più grandi ha la possibilità di andare diretto sulla distribuzione devono andare tramite i rivenditori per arrivare ai rivenditori devi avere una capacità di presenza all'interno del rivenditore che ti consente di dire io voglio quella poltrona lì e non quella lì, io voglio questo tavolo e non quell'altro

e questo facendo sistema per cui dicendo al rivenditore di los angeles guarda che noi da soli ti portiamo cinque brand tutti di alto livello e per cui ti assicuriamo i tempi di consegna la serietà nel fare le cose perché l'artigianale ha tante volte anche i suoi problemini di non essere così precisi e questo sta funzionando molto bene siamo all'inizio perché

è poco più di un anno che siamo partiti con questo progetto però stiamo guardando tantissime bellissime acquisizioni e crediamo che il numero che vi sono dato come obiettivo a 5 anni cioè quello di arrivare a un miliardo di fatturato ed essere l'incontrastato leader con tanti brand rispettati e separati di questo settore in Italia potremo raggiungerlo e speriamo che ci siano imprenditori che accettano questa sfida di venire con noi

Inès Makula

No, in effetti invitiamo tutti che ascoltano davvero di fare sistema perché altrimenti è assurdo pensare che in Italia siamo famosi per così tante cose, la moda, design, il cibo e se ci pensiamo la catena più importante del mondo del caffè Starbucks. La pizza che è un'altra cosa italiana non è italiana cioè perderemo il fashion, adesso sta diventando francese perché hanno acquisto tutte le nostre aziende insomma dobbiamo fare sistema per cercare di anche rimanere un paese rilevante. fa proprio bene alla nostra economia, nostra crescita e rimane uno dei paesi

Camilla Scassellati (49:03.223)

Perfetto e vogliamo tornare un po', avendo parlato di tip di economia italiana, vogliamo tornare un po' su alcune domande personali e riflessioni sul tuo percorso. Un'altra cosa di cui non abbiamo parlato è il fatto che hai sempre voluto insegnare, sei stato professore e docente in varie università, già da giovanissimo hai cercato di impegnarti anche nel quello che in America si chiama il give back, quindi di insegnare alla prossima generazione e passi anche tanto tempo a confrontarti con i giovani tra cui venire anche su questo podcast. Quindi ti voliamo chiedere quando guardi al contesto economico italiano di oggi, che ovviamente è molto diverso da quello in cui hai cominciato a lavorare tu, dove pensi che ci siano le maggiori opportunità? In altre parole, cosa faresti se avessi vent'anni oggi? Che consiglio daresti ai vent'anni di oggi?

Giovanni Tamburi

ma inoltre fare un passo indietro sulla domanda precedente sul fare sistema in quei settori non è un caso che noi abbiamo Eataly da anche lì più di dieci anni e comunque Eataly è il cibo del mondo al di là della fortuna di avere trovato questo nome molto carino molto giusto molto importante il negozio di New York un negozio fa quasi 100 milioni di dollari di fatturato

è il simbolo del cibo italiano nel mondo abbiamo aperto in tante città, fra cui anche Los Angeles, Las Vegas Boston, Chicago, eccetera abbiamo aperto nei paesi arabi, aperto in Giappone, abbiamo aperto in Corea, eccetera, ecco per cui quella è un altro modo di fare il sistema un'altra società importantissima in questo senso qui è Amplifon

Amplifone è il primo retailer al mondo la Starbucks degli apparecchi acustici Nessuno lo sa ma 10.000 negozi abbiamo superato il numero di 10.000 negozi del mondo abbiamo centinaia in America centinaia in Cina centinaia in Australia per cui questa cosa

che diciamo e che mi è stata ricordata poco fa noi veramente abbiamo cercato di portarla avanti e non è un caso che siamo in queste strutture qui anche aziende tipo interpump hanno fatto quasi 50 acquisizioni da quando siamo dentro e l'hanno fatto in tutto il mondo oggi in america interpump avrà 15 aziende per cui questa è la domanda precedente se avessi vent'anni cosa farei? studierei tantissimo

Siete troppo superficiali, leggete poco, leggete solo titoli, siete convinti che con un flash di tre secondi di TikTok avete capito tutto. Non va bene. Dovete studiare, dovete approfondire, dovete andare dentro le cose in maniera giusta. Prima dicevi giustamente alzare la mano.

per tutto io leggo... Quali sono le testate secondo te che valgono di più? Perché adesso tanti investono su dei titoli ma non c'è niente di altro. A parte i titoli non sto parlando di borsa, di finanza, di titoli o di imprese, io sto parlando di imparare le cose. Uno deve la sera guardare su internet e dire mi interessa la parola tavolo o cosa c'è dietro, la parola microfono o cosa c'è dietro, la parola alzare la mano o cosa c'è dietro. Per cui credo che una delle cose veramente ci tengo a insistere su questo aspetto qua sul quale siete stati obbligati da internet a diventare un po' superficialotti dovete ribaltarla in passato per avere un'informazione su una società noi dovevamo andare fuori dal cancello a guardare chi c'era dentro chiederà le pagine gialle voi non sapete forse nemmeno che cosa sono le pagine gialle che comunque sono stata un'innovazione arrivata

vedo gli anni 80-90 ma prima non c'era neanche quella per fare una telefonata ci si fermava in autostrada col gettone e cercavi l'azienda eccetera voi su internet avete tutto basta una parola che vi stimola qualcosa una curiosità tutti noi abbiamo delle curiosità e chi non le ha poveretto bene che non si preoccupi di cose da fare da vent'anni si preoccupi di guardarsi allo specchio perché deve avere studiare approfondire chiedere stimolare

io credo che questa sia la cosa più importante, perché poi da lì ti arriva tutto uno scopre le passioni attraverso queste cose, uno scopre che cosa ti interessa, che cosa non ti interessa, quanto tempo sprechiamo, ma voglio dire anche negli ultimi tempi, a parlare di Trump, parlare di Zelensky, a parlare di guerre, eccetera, importantissimo, fondamentale non vuoi essere qui il dissacrante che dice tutto è il contrario di tutto

però oggi come oggi abbiamo visto che una guerra che li da tre anni più di tanto la vita non ce l'ha cambiata a noi europei, noi americani eccetera eccetera per cui anche quando stasera vediamo quattro amici e parliamo di quella roba lì perché non parliamo di qualcosa di più importante? Qualcosa che ci coinvolga al nostro futuro? e delle conseguenze di quelle cose lì. Tante volte anche lì, Trump ieri ha detto quello, ma chi se ne frega di quello che detto Trump? Quali possono essere le conseguenze nel tempo di quello che detto Trump o di quello che è successo in Israele o in Ucraina eccetera eccetera? Ecco, la curiosità. Ecco io credo che si può dare un consiglio ai ventenni di oggi è siate più curiosi, siate più studiose, siate più vogliosi di andare dentro ai problemi, alzate la mano.

Camilla Scassellati (54:21.175)

Sì, è giusto che internet effettivamente sia una scorciatoia perché uno può avere tutto molto velocemente però c'è anche una, come dicevi, una quantità di informazione a cui abbiamo accesso adesso che se ci passiamo un po' di tempo uno può diventare veramente, approfondire tantissimi argomenti con estrema serietà quindi siamo un po' tirati in questi due...

la pigrizia e l'accesso all'informazione che ci contraddistinguono. Rimanendo un po' sulle domande personali, una cosa che forse non tutti sanno è che hai fondato Tip con tua moglie, Alessandra Gritti, che vicepresidente di Tip. Come è lavorare con tua moglie e che consigli hai?

Per chi lavoro pensa di avviare un proceduto con il proprio partner, soprattutto nel mondo startup, vediamo tante coppie che si mettono insieme per creare qualcosa di nuovo.

Giovanni Tamburi (55:22.318)

Allora è una esperienza unica anche perché è una me una seconda moglie per cui chiaramente uno guarda anche al passato no? e per cui noi abbiamo cominciato a lavorare insieme in una società che non è la tip ma la quale io l'assunsi moltissimi anni fa e ci siamo trovati molto bene perché ci siamo trovati complementari io diciamo sono più di stampo romano per cui un po più superficialotto, po più chiacchierone, un po più attento alle cose generali e non specifiche lei è molto più attenta alle cose specifiche molto più precisa molto più puntuale la che che racconto sempre è che le prime volte che vediamo invitati a cena a Milano a Roma se arrivi puntuale sei maleducato perché arrivi giusto a Milano se arrivi cinque minuti dopo il risotto è già in tavola qui ecco queste sono le differenze che si fanno. la fortuna di lavorare insieme è potersi capire al volo a parte che noi siamo riusciti a trovare nell'ambito del lavoro una segmentazione per cui lei fa certe cose, io ne faccio altre, lei segue più certe aziende, io seguo più certe altre per cui questo effettivamente è un aiuto ma non perché siamo due caratteri forti e ci sovrapponiamo perché a volte essere specifici nelle proprie cose va bene ma anche perché tu esalti le quello che pensi di saper fare meglio, che pensi di voler fare di più. Per cui la fortuna in questi casi è trovare una partner con la quale ti capisci veramente al volo e con la quale non hai bisogno di spiegare io ho fatto questo e fatto quell'altro perché, perché sono arrivato tardi la sera a casa o perché ho la testa confusa perché ho un problema molto grosso che devo poter spiegare è una complicità, è un qualche cosa che lo stare insieme effettivamente aiuta molto a risolvere i problemi e io sono convinto che una parte del successo di tip sia proprio dovuto al fatto che lei fa benissimo certe cose, io faccio diversamente certe altre e siamo riusciti in 15 persone oggi noi abbiamo vestito direttamente circa 3 miliardi a valori di oggi abbiamo vestito molto meno ma quello che abbiamo in portafoglio, chiamiamolo così come dite voi, oggi vale circa 3 miliardi con il club-deal quasi altrettanto e per cui 15 persone nati da una coppia di mattacchioni che oggi nell'Italia seguono un 5, 6, forse 7 miliardi di investimenti è una cosa abbastanza rara

Camilla Scassellati

Hai creato tantissimo valore con Tip, cosa pensi che faccia di te un buon investitore?

Giovanni Tamburi

il buon senso io non credo di essere ne un grande esperto di numeri non amo i business plan non amo queste cose diciamo troppo tecniche io mi fido della gente io ho io noi siamo riusciti in particolare io come persona più esposta diciamo della società sono riuscito a fare accordi con delle persone in poche ore e poi gli ho stretto la mano nei prossimi giorni scriviamo i patti parasociali. Ecco, credo quello che si chiamava una volta intuito di persone, cioè questa facilità di guardare persone, abbiamo fatto anche qualche errore, non c'è dubbio, però nel medio generale è andata bene, ma...rispetto a tanti altri molto più bravi di noi molto più analitici di noi molto più numerici di noi credo che sia proprio nel fatto che primo ci fidiamo ma anche perché avendo un po' ideato in Italia questa storia dell'investitore di minoranza sul lungo termine perché non essendo fondo possiamo stare quanto tempo vogliamo e non essendo presuntuosi né maggioritari non diciamo da domani comando io o per lo meno ho le leve magari comandi tu ma se non mi piace ti mando a casa

Questo ci ha consentito di dire magari se all'inizio facciamo un piccolo errore poi lo correggiamo nel tempo. L'imprenditore che ha scelto noi o noi che abbiamo scelto lui sa benissimo che la maggior parte del costo dei suoi errori sono suoi perché lui ha la maggioranza della società. Per cui io credo che siamo stati molto facilitati sia nell'avere la fortuna, l'intuizione, la visione di fare questa cosa un po' prima degli altri. Adesso si parla di gente che investe in minoranza, di gente che fa club deal, di gente che fa anche il lungo termine, ce n'è moltissima, ma un po' anche perché siamo stati coerenti. Ieri è venuto da me un imprenditore dicendo sono due anni che guardo in giro le clausole che nei patti parasociali mi mettono tutti gli altri investitori sono per me inaccettabili voi siete gli unici in Italia con i quali voglio fare posso fare un progetto come lo vorrei fare andando avanti e chiaramente questo mi fa piacere perché siamo riusciti a costruire qualcosa veramente di un po' particolare, unico non c'è mai nulla, però certamente un po' particolare grazie a queste intuizioni.

Camilla Scassellati

E sappiamo che è un po' come scegliere il figlio preferito e che non piace farlo agli investitori, ma l'investimento di cui vai più fiero, anche per un motivo personale, perché c'è una storia dietro, che ricordi di particolarmente interessante in un investimento fatto.


Giovanni Tamburi

ma ne direi tre perché è giusto non per i figli tanti o pochi ma perché sta una storia diversa interpump perché avere il coraggio pur guadagnando tantissimi soldi sulla carta di star lì per più di vent'anni quando persone importantissime, bravissime, molto più ricche di noi state coinvolte dal momento zero e insomma a mano uscite dal capitale di questa società che avevano guadagnato molto e erano contente e temevano tra virgolette che in futuro si sarebbe potuto guadagnare meno e noi abbiamo approfittato anche di queste occasioni per crescere ulteriormente è stata ed è una storia meravigliosa con dei ritorni incredibili io non amo tanto parlare di numeri ma se consideriamo che in quel caso lì 23 anni fa circa abbiamo pagato le azioni circa 3 euro abbiamo preso i dividendi molto di più di 3 euro e oggi vale quasi 40 e arrivato a 60 questo già dimostra che tipo di bella storia è una seconda storia è OVS noi siamo stati molto presi in giro quando abbiamo fatto OVS tant'è che non abbiamo fatto il club deal perché non avremmo trovato nessuno che volesse mesiare con noi o meglio qualcuno forse l'arrivo trovato ma più per affezione e per obbligo morale che non per convinzione perché sono negozi, vecchio stile, tra l'altro l'immagine di OVS qualche anno fa non era l'immagine che c'è adesso e per cui siamo stati molto criticati, anche tanti i media hanno detto tutto il mondo va su Amazon quegli scemotti lì comprano i negozi, vecchio stile lì ci abbiamo lavorato moltissimo abbiamo interagito col management molto il management è rimasto lo stesso perché noi come dicevo prima Non amiamo dire io ho l'amico più bravo di te, eccetera eccetera Stefano Beraldo è persona bravissima, è un imprenditore nato che io conosco il De Longhi molti anni prima che ho sempre stimato, sempre seguito è un bel giorno, visti problemi che ha avuto OBS il deterioramento dell'immagine, un'operazione sbagliata eccetera non certo per tenerezza, perché io gestisco soldi gli altri e per quello è che posso far intenerire e dire per pietà hai fatto quell'operazione lì, per convinzione

quando tu sai che hai 1500 negozi in Italia sei capillare poco meno delle poste e poi se sei bravo col prodotto non dico imporre ma certamente proporre il tuo prodotto in maniera molto intelligente ci ho voluto provare è stata una sfida una sfida che è venuta dopo Moncler una sfida che è venuta dopo una sfida che è venuta dopo tante cose di grande successo nell'altissimo di gamma ma proviamo a vedere se siamo capaci anche con le botteghe di questo tipo qui

e ovviamente è diventata una roba meravigliosa, da uno o due marchi adesso ne abbiamo moltissimi, tra l'altro in questi giorni stiamo lanciando l'Ecopen che è un vecchio marchio carino, bello, che ha avuto una sua storia ma che poi è andato male, l'abbiamo fatto con Stefanel, l'abbiamo fatto con Piombo, una storia meravigliosa, certamente io personalmente ho dedicato moltissimo tempo a questo progetto

ho anche provato a dare un po' di coraggio al management sull'aumentare i prezzi, su investire nei negozi, su fare delle cose che probabilmente per chi veniva dai fondi private equity con il leverage, il peso del debito, faceva fatica a concepire. L'abbiamo fatto, quest'anno non dico i numeri ufficiali perché non posso, ma secondo gli analisti dovremo sfiorare un EBITDA di 200 milioni, è una soddisfazione notevolissima.

Terzo caso, Dexcellence, ne abbiamo appena parlato, è una storia che mi sta a cuore. Oggi sto cercando di dedicare la quantità di tempo che ho dedicato ad OVS fino a poco tempo fa e questo spero che fra qualche anno, se magari vi invitate, ci raccontiamo la storia che Dexcellence è diventata se non un miliardo di fatturato, il top dell’arredamento del desiderio italiano, certamente un protagonista molto importante di questo bellissimo settore.

Inès Makula

una carriera incredibile comunque di sei costruito la tua azienda, comunque alla fine un'azienda, da nulla, hai quattro figli, una moglie insomma hai scritto libri, hai insegnato insegni, hai un rimpianto, c'è qualcosa che non hai fatto che avresti voluto fare o sei riuscito a fare tutto quello che avresti dovuto fare nella vita? 

Giovanni Tamburi

Di rimpianti ne abbiamo tutti tutti i giorni saremmo sbagliati mentalmente se non ne avessimo certamente

prima che mi la parlava del give back, io avrei potuto dare più give back nel senso che chiaramente ho dedicato tanto tempo al lavoro, alla famiglia avendo appunto anche questa doppia gestione della famiglia eccetera avrei potuto dare più, certamente dal punto di vista personale, viste le fortuna appunto che ho avuto avrei potuto, potrei e tra l'altro negli ultimi anni sto cercando di aumentare anche a livello, soprattutto a livello personale, a livello aziendale

essendo ormai una public company non è bello usare i soldi della public company per queste cose qui questa certamente è una cosa su cui nei prossimi anni io dedicherò più tempo più risorse personali e certamente più che essere un impianto è una svolta che secondo me un certo punto deve fare perché proprio la parola give back significa hai avuto tanto e qualche cosa e qualche cosa dai

altre cose, ho una famiglia bellissima, ho una storia di lavoro, abbiamo descritta oggi molto bene, molto fortunata, che cosa si può volere di più? C'è la salute, che poi è cosa più importante di tutto, e per cui finché la salute regge siamo qua. 

Inès Makula

Grazie poi per aver delicato, intanto credere anche nei nuovi media perché alcune persone magari podcast non capiscono, quindi sei qui e la cosa bella del podcast è che in un'ora del tuo tempo stai parlando a decine di milioni di persone, che è cosa più bella, no?

chiudiamo le nostre interviste sempre con la stessa domanda ti vogliamo chiedere in che modo diresti che la tua italianità ha contribuito al tuo successo? 

Giovanni Tamburi

Tantissimo! Tantissimo perché quello che detto adesso poi non ci sto a ricamare sopra è stato possibile l'eccellenza dell'uso e il design la stessa

incapacitato degli italiani di fare aggregazioni, di fare sistema mi ha concesso non voglio dire facilmente che di fare non c'è nulla ma di essere in prima fila a fare sistema in tanti casi per cui certamente ho capitalizzato su qualche cosa che altri avrebbero potuto fare, altri potrebbero fare e faranno meglio di me ma certamente certamente toccato questo nervo scoperto di tanta industria italiana, un po' di finanzi italiana, di un po' di borsa italiana e è venuta benino. 

Inès Makula

Giovanni, grazie di essere stato qui con noi, grazie per tutto

spero che ha ispirato tutti i nostri ascoltatori a fare sistema in qualsiasi settore e a qualsiasi livello possiamo unirci e andremo sicuramente più lontani, quindi grazie ancora. 

Giovanni Tamburi

Grazie a voi di avermi invitato perché io sono venuto ma mi avete invitato voi e sono stato felice di fare quest'ora con voi perché non c'è niente di più importante di confrontarsi con tutti, i più vecchi, i più giovani, ha certi tipi di curiosità e chi non li ha, spero di avere dato qualche stimolo. Assolutamente grazie mille.

Camilla Scassellati 

Grazie! Vi saluto da qua!

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