Dario Vignali, Co-Founder Marketers

 

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L’ospite di oggi ha creato una delle più grandi communities in Italia, lanciato 7 aziende digitali e nel 2018 è stato nominato da Forbes tra gli under 30 più influenti in ambito Business e Digital. Parliamo di Dario Vignali, co-founder di Marketers.

Marketers è una community di imprenditori, aziende e giovani rivoluzionari che desiderano lanciare o scalare business digitali. Marketers Propone servizi di consulenza per le aziende, corsi di alta formazione, organizza meetup e uno degli eventi più famosi del settore digitale, Marketers World. Con il suo programma di accelerazione, Marketers ha lanciato 7 aziende, raggiungendo un fatturato complessivo di 5 milioni di euro. Il tutto senza finanziamenti e capitali esterni. 

Dario nasce a Ferrara da genitori insegnanti che fin da piccolo lo abituano ad avventure straordinarie durante lunghi viaggi in backpacking. Inseguendo il sogno di diventare un hacker, da adolescente Dario frequenta forum e blog online e per i 10 anni successivi ne apre e chiude, tantissimi. Durante l’università sperimenta un primo tentativo imprenditoriale che però non avrà successo, e così decide di concentrarsi su ciò che sa fare meglio: il blogging. Da lì la crescita è veloce ed esponenziale fino a quando la community wearemarketers, nata nel 2015, diventa una vera e propria realtà imprenditoriale.

Durante l’episodio Dario ci ha svelato tante delle strategie che ha imparato durante la sua carriera: dalla continua formazione, all’importanza delle community, fino al “metodo marketers” applicato nelle aziende che lancia, come per il caso di Yoga Academy, la scuola di yoga online aperta insieme alla compagna Denise Dellagiacoma.


TAKE AWAYS

L'infanzia e le influenze dei genitori (00:02:21) Descrizione della famiglia di Dario e le lezioni apprese dai genitori.

Viaggi, avventure e trasformazione personale (00:03:29) Influenza dei viaggi e delle esperienze personali sulla trasformazione di Dario.

Superare la timidezza e l'introversione (00:04:43) L'evoluzione di Dario da ragazzo introverso a imprenditore sicuro di sé.

L'importanza della community online (00:08:22) Come la partecipazione attiva in community online ha influenzato la crescita personale di Dario.

Il blogging e il percorso verso il successo (00:12:55) L'inizio del blogging di Dario, il suo sviluppo nel tempo e l'ascesa come lavoro.

Superare la timidezza (00:14:49) La trasformazione da ragazzo timido a imprenditore nel mondo digitale e nel settore dei locali. Dario condivide il senso di rivalsa e crescita personale legato alla sua timidezza e all'organizzazione di eventi.

Scelta degli studi universitari (00:18:31) Le difficoltà di ammettere di non essere portato per l'università e il cambio di percorso.

Multipotenzialità e focus (00:23:54) Il rischio della multipotenzialità e l'importanza di concentrarsi su un'unica cosa per avere successo.

La (ri)scoperta del blogging (00:26:31) Dario inizia a interrogarsi sul suo futuro lavorativo e scopre il potenziale del blogging attraverso un'intervista. Il racconto di come ha iniziato a monetizzare il blog attraverso affiliazioni e consulenze, ottenendo risultati economici significativi.

Diversificazione delle entrate (00:32:33) Dario espande le sue fonti di reddito, offrendo consulenza, vendendo info prodotti e diventando partner commerciale di tool e servizi.

Il potere dei contenuti evergreen (00:35:31) L’importanza di creare contenuti evergreen, come articoli e video, che continuano a generare traffico e vendite nel tempo.

La trasformazione in una community (00:38:46) Dario e Luca Ferrari trasformano il blog e l'agenzia in una community online, che successivamente diventerà Marketers.

La creazione del gruppo Facebook (00:38:52) Dario condivide l'esperienza di creare il gruppo "We are Marketers" su Facebook e l'organizzazione del primo evento a Milano.

La nascita della community (00:40:02)  Come i meetup hanno contribuito a creare una community e l'importanza di connettere le persone.

Costruire una community nel 2024 (00:42:52) Dario spiega la differenza tra pubblico e community e condivide consigli su come costruire una community nel 2024.

Sfide nella costruzione di una community online (00:44:59) Quali sono le sfide nel costruire una community online, l'importanza degli eventi e la necessità di concentrarsi sulle relazioni personali.

Studiare le competenze di domani (00:50:46) Discussione sull'acquisizione di competenze di digital marketing e le sfide nell'avviare un'agenzia.

Ripresa dell'attività di agenzia (00:51:50) La decisione di riprendere l'attività di agenzia e le sfide incontrate nel gestire i clienti.

Creazione di una community (00:52:49) La creazione di una community di yoga, le strategie adottate e il successo ottenuto.

Sfide nel crescere un business B2C (00:57:39) Consigli per la crescita di un business B2C e l'importanza dell'influencer marketing.

Costruzione di pubblico e community (00:59:23) Le sfide nel costruire un pubblico e l'approccio innovativo per finanziarsi con il pubblico altrui.

Ruolo del pubblico e community (01:02:27) L'importanza del pubblico e della community nel referral marketing e nel successo del business.

Condivisione delle strategie di crescita (01:03:20) Disponibilità a condividere le strategie di crescita attraverso blog e video.

Formazione e università (01:06:35 ) Dario condivide il suo punto di vista sulla formazione pratica e teorica, e riflette sull'importanza dell'università, della pratica e della teoria nella formazione nel digital marketing.

Conciliare lavoro e vita da viaggiatore (01:12:05) Dario spiega come concilia il lavoro con la sua vita da viaggiatore, sottolineando l'importanza della delega e della produttività.

Visione imprenditoriale e aggiornamento (01:13:19) Discussione sulla visione imprenditoriale e sull'importanza di rimanere aggiornati sul mercato e sulle tendenze.

Il riflesso delle persone (01:16:36) Dario parla dell'importanza di scovare talenti e creare relazioni nel mondo degli affari.

L'importanza della cultura (01:18:24) Il ruolo fondamentale della cultura nelle aziende e nel successo imprenditoriale.

Vantaggio dell'italianità (01:19:09) Dario esprime come l'italianità abbia influenzato positivamente il suo percorso imprenditoriale. L'importanza del branding e la cultura italiana nel mondo degli affari.

 

TRASCRIZIONE EPISODIO

Camilla Scassellati Sforzolini (00:02:21) - Descriverei i tuoi genitori, forse un pò anticonvenzionali. Sei d'accordo con questa descrizione? E quali sono le lezioni più importanti che hai imparato da loro?

Dario Vignali (00:02:29) - Allora assolutamente sì, perché direi che erano entrambi hippy backpackers i miei genitori, quindi è strano che poi io sia diventato un businessman capitalista. Quello che mi hanno insegnato e cosa ho tratto dalla loro esperienza? Dico sempre che mio padre mi ha insegnato a ricercare la verità nei viaggi e mia madre nei libri. Quindi la mia più grande fortuna sono state forse in parte i miei genitori. Mi hanno insegnato tante cose, ma le due cose più importanti sono state senz'altro viaggiare e imparare dall'esperienza altrui. Leggendo tanti libri, anche se all'inizio leggere non mi piaceva. Sono stato costretto.

Inès Makula (00:03:02) - Infatti ci piace sempre partire un po dagli inizi su Made IT per capire un po in che contesto sono nati i nostri ospiti e cosa li ha formati. Ovviamente i genitori sono una dalle parti fondamentali della vita. E poi tra l'altro aggiungo anche che nei viaggi dei tuoi genitori non era viaggiare in giro per il mondo come possono viaggiare le persone che portano i bambini al Club Med magari non so, in Tunisia. I tuoi genitori ti portavano senza prenotazioni a dormire in backpacking in giro per andare a vedere le tribù.

Dario Vignali (00:03:29) - Dico sempre che mio padre è stato un antropologo mancato, è stato un ricercatore del National Geographic mancato. Ha avuto la fortuna di fare delle spedizioni, anche se vogliamo documentaristiche, lavorando anche con Rotary Club o altri club in cui poi andava a raccontare le sue esperienze. Però la loro grande passione entrambi insegnanti quindi non tanto perché era la passione, l'insegnamento ma la passione era quella del viaggio. Erano insegnanti per poter avere tante ferie d'estate e quindi ogni estate i miei genitori partivano per il sud est asiatico e mio padre per tutto l'anno passava mesi e mesi a pianificare il grande viaggio estivo e quella che era loro era la sua grande passione. Era avvicinare queste tribù della Papua Nuova Guinea. Parliamo comunque degli anni 80, quindi tantissimi anni fa, imparando la loro cultura, vivendo a stretto contatto con loro. Quindi erano sicuramente esperienze fuori dall'ordinario.

Inès Makula (00:04:15) - Infatti questa cosa bellissima e sicuramente insomma hai viaggiato in un modo in cui penso pochissime persone abbiano viaggiato ma guardandosi adesso penso che una cosa che non si potrebbe mai immaginare che da ragazzo eri introverso e anzi estremamente timido, tanto che hai avuto difficoltà ad entrare nelle classiche dinamiche dei ragazzini a scuola, insomma alle medie, al liceo. Come pensi adesso a quegli anni, adesso che sei una persona comunque molto diversa e non appari più per niente timido e introverso? E che impatto pensi abbia avuto su di te?

Dario Vignali (00:04:43) - È particolare pensarci. Da un lato è illuminante, soddisfacente sapere che ho avuto la capacità e la possibilità anche di cambiare la mia identità, perché è di questo che si parla. No, perché il modo in cui percepiamo noi stessi poi va a contaminare le nostre azioni, il modo in cui agiamo nella nostra quotidianità e quindi anche i risultati che abbiamo nella nostra vita. E quindi soddisfacente vedere la strada che ho percorso soprattutto dal punto di vista personale quindi di rinascita di ricreazione dall'altro mi crea un senso di frustrazione e vedere come tante altre persone invece siano incapaci di riuscire a lavorare su se stesse no è come se in qualche modo avessi superato una prova e volessi condividere questa cosa con quante più persone. Ma mi rendo conto che non è così facile per tutti avere gli strumenti per farcela. Come abbiamo detto all'inizio della nostra chiacchierata, siccome gran parte delle mie fortune derivano veramente dal codice genetico dei miei genitori, non quello in realtà scientifico medico, ma il gene intellettuale e ho appreso molto da loro, mi hanno contaminato tanto con quelli che erano i loro interessi. C'è sempre stato un interesse spirituale di crescita personale di lettura e quindi questo appassiona alla ricerca. L'introspezione è stato di incredibile aiuto per me e forse anche per questo che oggigiorno, oltre a parlare poi di business, di imprenditoria, di marketing, mi piace molto parlare anche di psicologia, di introspezione, di meditazione, crescita personale.

Dario Vignali (00:06:12) - Sono lati della stessa medaglia e tante volte tante persone dicono di avere problemi di business, ma in realtà hanno dei problemi personali che si riflettono sul lavoro, sulla carriera e sull'imprenditoria o sulla propria carriera.

Inès Makula (00:06:24) - Quindi, oltre all'introspezione, ai libri, ai tuoi genitori, c'è stato qualcos'altro che ti ha fatto superare questa tua timidezza? E magari che consiglio daresti a una persona che si sente limitata dalla propria introversione, che ovviamente non è per forza un problema, però magari da ragazzo si può vivere in maniera ovviamente magari fai meno amici, entri meno nelle dinamiche di gruppo di cui parlavamo prima, ma se qualsiasi consiglio e anche esempi pratici che sono successi a te.

Dario Vignali (00:06:49) - A me è quello che ha aiutato tanto è stato iniziare a trovare il mio percorso. Cioè tante volte non ci rendiamo conto che il nostro cervello percepisce la nostra identità in contesti diversi sulla base di esperienze diverse che viviamo, ma poi tende a nidificare tutto quanto in un'unica identità. E ora cerco di spiegarmi meglio. Ero molto timido a scuola, ero molto timido, alle superiori, alle medie.

Dario Vignali (00:07:13) - E quindi quello era il contesto che proiettava su di me una maschera che era quello della timidezza. Tante persone ogni giorno si comportano da timide perché sanno che le altre persone si aspettano che loro siano timide e quindi è un feedback loop, che è un circolo vizioso che si autoalimenta. Quando a un certo punto ho scoperto la rete perché mia madre era insegnante di informatica, quindi abbiamo avuto la fortuna di avere un computer a casa già tanti anni prima rispetto a quando i computer poi si sono diffusi. Quando ho scoperto la rete mi sono appassionato alle dinamiche del web, quindi ero appassionato di sicurezza informatica, di Linux, di programmazione, sognavo di fare l'hacker, leggevo le grandi storie dei grandi hacker, dicevo questa sarà la mia carriera e quindi ho iniziato a iscrivermi a questi forum di hacking e di sviluppo e mi rendevo conto che all'interno di questi forum, a livello sociale c'erano delle gerarchie sociali dove c'era l'importanza ricollegata a un username o un utente che veniva data in base al suo valore per il resto della comunità e il valore non era determinato, come a scuola, dalle proprie capacità sociali, dalle proprie inclinazioni caratteriali, dal proprio carisma, ma era un valore che era determinato da quanto valore la persona portava al resto del gruppo sotto forma di guide, di tutorial, di insegnamenti pratici.

Dario Vignali (00:08:22) - Questa cosa in qualche modo mi rese molto più a mio agio all'interno di quei contesti, perché mi resi conto che potevo essere parte del gruppo semplicemente portando valore al resto del gruppo e quindi quello che facevo era leggere, studiare, formarmi, sperimentare, testare e riportare in forma scritta le mie esperienze, i miei test e costruendo quindi dei tutorial, delle guide a mia volta. E quando le persone in qualche modo mi mettevano i cosiddetti like o comunque quello che era commenti quello che c'era una volta sui forum, io in qualche modo mi esaltava. Ero gasatissimo della reazione delle altre persone nei confronti del valore che portava all'interno della community. Questo ebbe un profondo impatto a livello psicologico su di me perché mi resi conto del fatto che comunque online potevo avere un'identità che poteva funzionare sulle altre persone. Ero soddisfatto del fatto che comunque ero apprezzato, mi sentivo parte di un gruppo. Le cose cambiarono ancora di più quando nacque il web 2.0, che quindi comunque diventava una rete più partecipativa ed oltre i forum nascevano altri strumenti, come ad esempio il blogging.

Dario Vignali (00:09:20) - Quando ho capito che oltre a portare valore ad una community di qualcun altro, avrei potuto creare la mia community con le mie parole, lì è stato un momento di grande risveglio perché ho detto caspita, questo è il mio momento in cui posso costruirmi un pubblico di persone che sono interessate non tanto alla mia persona, ma ciò che ho da raccontare, quindi ciò che la mia persona può dare al prossimo. E scrivendo queste guide poi su dei blog che apriva e chiudeva costantemente a seconda di come cambiavano le mie passioni, avevo raccolto un pubblico e questo pubblico in qualche modo fece crescere in me un autostima, quello stesso circolo virtuoso o vizioso, anzi vizioso, che un tempo mi portava a diminuire la mia autostima, a rendermi più timido. Allo stesso modo stava diventando un circolo virtuoso dove online invece alimentava la mia autostima. Diventavo più soddisfatto di me stesso e più anche orgoglioso delle parole che gli altri spendevano su di me nei commenti. E non ci rendiamo conto che molte volte questi contesti che vanno al di là delle situazioni normali in cui viviamo, poi iniziano a gettare luce sulla nostra identità e sulla nostra personalità, anche ovviamente nel resto della nostra vita, in altri contesti e altre situazioni.

Dario Vignali (00:10:24) - E quindi quell'essere un pò più fiducioso nelle mie capacità e me stesso online mi rese anche un pò più fiducioso offline e diventai quindi più aperto all'idea che potevo cambiare la mia identità, che avrei potuto essere una persona in qualche modo non dico estroversa, ma comunque senza problemi anche offline. E questo è quello che capitò, secondo me. A un certo punto dissi Caspita, ma se riesco a essere così interessante per altre persone sul web, perché non lo posso essere anche nella vita reale? E fu una cosa divertente, anche perché alla fine, proprio in quell'epoca io ero un ragazzino. Si sentiva tanto parlare di quanto internet potesse essere pericoloso per i giovani. Gli psicologi, raccomandavano i genitori di come fosse importante tenere i bambini lontani da internet perché c'erano comunque dei luoghi, dei meandri della rete che potevano essere pericolosi. E poi magari i bambini arrivavano a chiudersi proprio al computer in rete, perché la vita reale era troppo difficile per loro e diventava più facile invece essere espansivi nei confronti del prossimo, nelle community o nei forum.

Dario Vignali (00:11:21) - Invece per me è stato un ponte di collegamento tra vita offline e vita online.

Inès Makula (00:11:26) - Infatti, stavo per dire, di solito c'era questa paura che uno si chiude sull'online e che crea questo mondo a parte non riesca più proprio a partecipare alla vita offline. Può capitare, lo può capitare assolutamente, però per te è stato l'opposto e ti ha dato questa fiducia in te stesso che poi ti ha permesso di sapere che potevi.

Dario Vignali (00:11:43) - Diciamo che la fortuna, come dicevo prima, deriva anche dalla contaminazione che mi è stata data. Quindi io ho sfruttato internet per lavorare su me stesso ed ero consapevole anche di certi processi psicologici che avvenivano dentro di me, perché mi appassionava la psicologia, mi appassionava la crescita personale. Se avessi passato le mie giornate su internet a giocare ai videogiochi 8 ore al giorno, ecco, magari io forse non avrei risolto gran parte dei miei problemi.

Inès Makula (00:12:06) - Diciamo no, assolutamente. Infatti ci vuole, diciamo, questa consapevolezza psicologica, diciamo un po prima hai avuto accesso al computer molto giovane che è sicuramente una cosa in comune con tante persone che sono venute ospiti sul nostro podcast, che poi hanno lavorato nel web, nel tech.

Inès Makula (00:12:21) - Avere questo vantaggio, questo competitive advantage o unfair advantage, come lo vogliamo chiamare per dato da altre circostanze, non magari da te, ma da tua madre. E infatti è nata poi la tua passione per l'informatica. Volevi fare la hacker, l'hai detto un poco prima e i primi blog, infatti nel 2003 è stato proprio il tuo primo blog, mi sembra se non sbaglio, quindi ben prima di quando i blog sono proprio partiti andati super di moda che era forse 2008 2009. Sotto un aspetto umano cosa ti affascinava dei blog? E lo vedevi già come un lavoro? Ci guadagnavi qualcosa a quell'epoca?

Dario Vignali (00:12:55) - Ho aperto il primo blog nel 2003 e ho guadagnato il primo euro nel 2013 grazie a un blog. Quindi dalla primo blog guadagnarci è passato di tempo, dieci anni, quindi non l'ho fatto per guadagnarci. All'inizio ero completamente inconsapevole del che potesse diventare un lavoro. Diciamolo apertamente, il motivo per cui arrivai al blogging fu proprio legato a quello di cui parlavamo prima l'idea di poter dialogare con qualcuno che avesse i miei interessi, le mie stesse passioni.

Dario Vignali (00:13:22) - Tanti di noi nascono in micro realtà paesane in Italia, non dimentichiamocelo mai, quando nasce una micro realtà paesana o in una piccola città non è detto che troverai persone che condividono i tuoi interessi. A me piaceva la programmazione, mi piaceva installare distribuzioni Linux, provare a modificare queste distribuzioni Linux e non erano sicuramente degli interessi che potessi condividere con la prima persona che capitava a Ferrara, che era la mia città. E poi ero nato in campagna, quindi provincia di Ferrara e quindi per me internet è stato prima di tutto un tentativo di andare alla ricerca di un luogo lontano da dove io vivessi non geograficamente ma virtualmente, alla ricerca quindi di persone che però potessero essere vicine ai miei interessi e che quindi parlassero una lingua simile alla mia. Il blog è stato uno strumento anche creativo, perché poi trovavo un grande piacere nella scrittura. Ho sempre amato scrivere, quindi il riuscire a imparare, studiare, provare e poi documentare sotto forma di articoli, scritti e guide mi dava anche un senso di soddisfazione. Dicevo caspita, se questa cosa l'avessi letta l'anno scorso mi avrebbe cambiato la vita, mi avrebbe migliorato l'esistenza, mi avrebbe facilitato l'apprendimento di quello che sto facendo e quindi fare qualcosa con questo scopo e vedere che poi c'era qualcun altro dall'altra parte dello schermo che apprezzava.

Dario Vignali (00:14:44) - Per me era qualcosa che dava delle botte di dopamina senza eguali.

Camilla Scassellati Sforzolini (00:14:49) - E ne parleremo ovviamente tantissimo, perché poi diventerà la tua carriera, la tua vita. Però come detto, ci hai messo veramente tanto tempo a trovare il modo di convertire. Quindi parlando di superare la timidezza, sei passato appunto da essere un ragazzo timidissimo che quasi non riusciva a fare amicizia e che si sedeva all'ultimo banco o al primo, non lo so, di solito è così, e poi hai iniziato a lavorare nel mondo dei locali a Ferrara. Cosa hai imparato da questa esperienza? Appunto. So che un'altra cosa che ha tante persone che sono sul podcast hanno fatto organizzare serate in discoteca, quindi siamo curiose.

Dario Vignali (00:15:24) - Numero uno Penso che prima di tutto ci sia un senso di rivalsa e di rivendicazione sociale, cioè quando un introverso scopre che può, cioè non un introverso, un timido cronico riesce a uscire da questa condizione cronica, fa il panico, cioè nel senso sente come se stesse fiorendo qualcosa dentro di lui e quindi è inizia a provare un senso di adrenalina, un senso di crescita legato al testare i propri limiti.

Dario Vignali (00:15:52) - Questo è quello che succedeva poi anche con le serate con l'organizzazione di eventi Io non ho mai sposato il mondo della notte per ideali, per valori. Non sono mai stata una persona che poi era l'anima della festa o stava al centro della pista. Però provavo una grande soddisfazione anche lì nell'avere un ruolo sociale all'interno di un contesto, un ruolo che cresceva in proporzione alle mie abilità e ovviamente, come ogni secondo me, percorso imprenditoriale dava vita a un feedback loop positivo alimentato proprio da questo senso di crescita economica, di controllo, di potere. Se vogliamo anche essere onesti non prendiamoci in giro quindi dall'essere il ragazzino timido che aveva paura a chiamare in pizzeria per prenotare e parlare con uno sconosciuto al diventare colui che magari gestisce un locale, gestisce un format in cui di serata in cui partecipano migliaia di persone e sapere che tutto dipende da te. Sei stato in grado di costruire tutto. Qualcosa che in qualche modo ti crea quel brivido, quel l'ebrezza che poi magari si converte in altre cose. Nel momento in cui una persona è appassionata di action sport o altre dinamiche sociali, però il senso è quello riprovare una sensazione che ti fa star bene e riconfermare a te stesso che sei in controllo e anche gran parte dell'imprenditoria.

Dario Vignali (00:17:04) - Siccome dipende da questo e forse è anche per questo che tanti imprenditori sono passati da quelle cose lì fare il PR in discoteca hai pochi anni, però hai la. Che sei re del mondo perché magari guadagni già dei soldi i tuoi compagni di scuola o comunque le persone che hanno la tua stessa età non li guadagnano. Magari riesci a guadagnare più soldi dei tuoi genitori, quindi ti da il via delle credenze che sono molto potenzianti. Perché non prendiamoci in giro quando iniziamo a credere di avere un certo valore sociale, quando iniziamo a credere di dover meritare una certa cifra economica, iniziamo ad esprimere un tipo di carisma e di propensione all'azione che fa sì che nella vita molte cose poi diventino realtà nel momento in cui le pensiamo. Non è legge d'attrazione, è semplicemente forza di volontà e anche espressione del valore che diamo a noi stessi. E quando il resto della comunità lo percepisce, solitamente è anche in grado di attribuirla e dire ok, forse questa persona vale di più, ma perché l'ha deciso lei? È assurdo, No? È incredibile.

Camilla Scassellati Sforzolini (00:18:00) - Molto interessante ed è effettivamente la prima prova di come dicevi di lavoro, di imprenditoria. Perché ti togli dai libri e inizia appunto a gestire dinamiche di business con soldi che entrano, soldi che escono poi di solito uno li spende in modi sbagliati e non è difficile costruire questo tipo di lavoro. Invece, parlando dei tuoi studi, hai scelto di studiare ingegneria gestionale, sei andato al Politecnico di Milano, quindi da Ferrara ti sei trasferito a Milano. Ma appunto, hai detto all'inizio perché hai capito abbastanza velocemente che non faceva…

Dario Vignali (00:18:31) - Non faceva per me, assolutamente.

Camilla Scassellati Sforzolini (00:18:33) - È stata la nostra domanda per te è stata una cosa difficile da ammettere a te stesso all'epoca, non sono portato per questo non voglio fare l'università, ho scelto il percorso sbagliato come ne hai parlato coi tuoi genitori, coi tuoi amici? Qual è stato il discorso interiore che hai dovuto fare per cambiare strada?

Dario Vignali (00:18:51) - Da un lato ho sempre studiato perché non ho mai voluto deludere i miei genitori. Avete sottolineato come i miei genitori fossero insegnanti e quindi per loro era importante che studiassi questo.

Dario Vignali (00:19:03) - Per me, quindi era un principio, un valore che non volevo in qualche modo infrangere. Mentre studiavo sentivo sempre che non era il mio e da un lato questo mi faceva paura. Non nei confronti della mia vita o della mia carriera professionale, perché sentivo che in qualche modo a un certo punto avrei tradito i desideri dei miei genitori e quindi continuavo a studiare quel che bastava per passare gli esami. Quando mi sono iscritto a Ingegneria gestionale era il tentativo di andare alla ricerca di un insieme di intersezione tra ciò che poteva essere utile secondo mio padre, ossia l'ingegneria che ti permette di fare carriera e l'economia che avevo la sensazione che potesse essere un argomento a me vicino, perché all'epoca comunque già sentivo di essere affine al mondo degli affari e quindi ho detto ingegneria gestionale sarà il mio sì sì sarà sicuramente il mio. E invece assolutamente no. Ho passato mesi e mesi a studiare come mai avevo fatto per prendere poi forse un venti, un 18 in fisica. Uno ho detto questo non fa assolutamente per me, anche perché comunque mentre studiavo portava avanti i miei interessi imprenditoriali.

Dario Vignali (00:20:05) - Lì avevo smesso di lavorare nel mondo della notte perché avevo lasciato Ferrara e mi ero trasferito a Milano e con il mio coinquilino stavamo provando a lanciare un'azienda di shampoo. Quindi suo padre lavorava nell'estetica, era un distributore, aveva contatti con delle aziende e io decisi di vendere tutte le mie azioni della Apple per produrre 3000 flaconi di shampoo e di cui non riuscimmo a venderne probabilmente neanche uno, perché? Per un motivo molto semplice non avevamo la partita IVA. Però, e questa è sempre stata una cosa abbastanza ricorrente nella mia vita, ho sempre fatto le cose spinto dall'entusiasmo prima ancora di saperle fare. Secondo me questo nel mondo degli affari è necessario. Devi sempre lanciarti nelle idee, surfando l'onda dell'entusiasmo, perché l'entusiasmo è uno, una delle maggiori forze creatrici. No, procrastinare quando non abbiamo entusiasmo. Invece quando siamo entusiasti di qualcosa, siamo proiettati all'azione.

Camilla Scassellati Sforzolini (00:20:54) - Non trovi che ci sia un po il rischio di quando hai tutto questo entusiasmo e vuoi provare 1000 cose che non ne finisci a fare neanche una? Perché ti fai portare la cosa a casa? Perché conosco tante persone che come te hanno magari questo senso di Non voglio fare la scuola, voglio fare 1000 cose.

Camilla Scassellati Sforzolini (00:21:11) - Allora faccio il PR, il musicista vendo, cioè fai 1000 cose insieme quel consiglio hai per le persone come te che hanno così tanti interessi che spinte?

Dario Vignali (00:21:22) - Che poi se andiamo a studiare le storie di tante persone che ce l'hanno fatta comunque prima di fare ce l'hanno fatto 300.000 cose poi a consuntivo cioè in un secondo momento diventa facile dire nella vita dovresti fare una sola cosa impegnarti su quella e quant'altro. Però è anche vero che facendo 3000 cose tu impari a fare le cose, no? Cioè, se io non avessi prima aperto decine e decine di blog perché ne avrò aperti una quarantina su davvero decine di argomenti diversi, io non avrei imparato il marketing, non avrei imparato a costruirmi un pubblico. Quindi sai, ci sono tante persone che oggigiorno dicono sai che faccio, Apro un canale YouTube oppure lancio un blog online? Dopo un mese non vedono il pubblico e mollano per sempre. Invece magari la mia spinta di entusiasmo e di passione legata al blogging mi ha portato a rilanciare tante volte la partita. Era un continuo game over, ma poi ci ritrovavo e questo ovviamente nel lungo periodo mi ha portato ad avere delle competenze e le competenze sono l'assicurazione sulla vita.

Dario Vignali (00:22:12) - A un certo punto della mia vita mi sono davvero ritrovato a fare cose che la maggior parte delle persone magari dovrebbero fare corsi su corsi per riuscire a fare, ma io le ho imparate magari in dieci anni di vita i flyer delle discoteche. Usare Photoshop check l'avevo imparato, saper fare dei copy di descrizione serate, check l'avevo imparato, saper scrivere bene perché magari avevo scritto decine e decine di migliaia di parole con i post sui blog ero riuscito a imparare anche quello e poi ho imparato a farmi i video, ho imparato a montarmi i video per le serate, ho imparato a fare musica e a comporre. Quindi quando mi sono trovato, ad esempio, facciamo fast forward della mia vita lanciare una scuola di yoga online con la mia ragazza. Eravamo io e lei e lei mi ha detto Dario, io non voglio che tu mi presti dei soldi, vorrei usare i miei soldi. E ci siamo messi in due senza i miei soci a lanciare questa scuola online e abbiamo fatto tutto con 2.500€. La maggior parte di questi soldi sono stati spesi in ads.

Dario Vignali (00:23:00) - In un secondo momento ho provato a dare un pricing a tutto ciò che abbiamo fatto e se una persona normale fosse avesse deciso da un giorno all'altro perché magari era appassionata di yoga, era un insegnante di yoga di fare la stessa cosa che io, Denise, ci eravamo trovati a fare praticamente senza budget. Andando a fare shopping con le agenzie si sarebbe dovuta trovare a spendere tra gli 80.000 e i 160.000 euro, che è quello che spende mediamente una startup che Ovvio che non è una spesa ottimizzata. Gran parte di questi soldi vengono buttati via, ma quello è il costo dell'ignoranza. Quando invece tu magari fai tante cose nel corso della vita, acquisisci tante competenze. Questo è il primo lato della medaglia. Dall'altro lato della medaglia è anche vero, come dici te Cami, che c'è un grande problema ci sono tante persone che si sentono orgogliose nel definirsi multipotenziali. Allora benissimo che Elon Musk si definisca multipotenziale, che Steve Jobs sia stato multipotenziale, però la verità è che non è che siccome siamo interessati a tante cose, allora siamo dei punti potenziali.

Dario Vignali (00:23:54) - Dobbiamo sentirci speciali, soprattutto quando in realtà siamo appassionati a tante cose, ma non ne abbiamo combinata una. Non siamo dei multipotenziali, siamo dei pirla e questo secondo me va un attimo presa consapevolezza di questa cosa perché in realtà là fuori è pieno di persone che più disperdono l'attenzione, più si sentono speciali e tutta questa teoria della multi potenzialità è diventata anche uno strumento per giustificare un certo comportamento. Io questa lezione a un certo punto l'ho imparata, cioè quando sono arrivato nel 2015 a decidere cosa volevo fare nella mia vita è perché avevo capito che avevo aperto e chiuso decine di cose. Le cose non mi stavano funzionando e allora, in mezzo a tutto quel rumore, ho cercato il segnale e per me il segnale era Guarda, allora ho fatto l'azienda di shampoo, ho fatto tre agenzie, non è andata una. Il blog però sta iniziando a funzionare con le affiliazioni. Sto iniziando a guadagnare i primi qualche centinaio di euro e allora ho messo 8 ore al giorno sul blogging. Ho fatto downgrade della mia esperienza universitaria perché mi sono ricollocato a Ferrara facendo economia a Ferrara ed era una passeggiata rispetto ingegneria gestionale a Milano e dedicando quel tempo a un'unica cosa sono riuscito a costruire un'azienda che mi ha permesso poi di fare tante cose e ancora oggi io ho questo deficit dell'attenzione cioè sono una persona non sono un finisher sono uno starter, mi piace lanciare aziende, mi piace quell'onda dell'entusiasmo, di entusiasmo nel lavorare a progetti e quindi ho costruito un'azienda che mi permettesse di fare questo, di fare più cose E la prima cosa che faccio quando creo un'idea o comunque c'è sviluppo, un'idea o un'idea di prodotto, una progettualità.

Dario Vignali (00:25:20) - La prima cosa che faccio è chiedermi chi sarà l'imprenditore, perché sono certo che non lo potrò fare io. E questo è sempre la domanda di partenza. Quando lanciamo un nuovo progetto o comunque strappiamo un'idea all'interno di Marketers.

Camilla Scassellati Sforzolini (00:25:32) - Sì, esatto, perché infatti fai ancora 1000 cose. Insomma, diciamo variazioni sul tema di quello che hai costruito quindi un piccolo diciamo ecosistema intorno ai tuoi blog e tutte le tue attività

Dario Vignali (00:25:44) – Se tutte le persone del mondo fossero come me non si realizzerebbe niente.

Camilla Scassellati Sforzolini (00:25:49) - Però come ci hai detto ci sono stati tutti questi esperimenti poi c'è stato diciamo il punto di svolta comunque che ti ha permesso di gettare le basi per quello che poi hai costruito, che lo hai detto era il tuo blog di marketing che è ancora oggi perché esiste ancora Dariovignali.net morente però esiste se volete andarlo a vedere e poi ovviamente parleremo anche della scuola di yoga e di tutto ma parlando di appunto questo blog dove scrivevi di strategie di marketing ancora cosa che hai imparato facendo perché non è che avessi particolari diciamo background in quel mondo oltre che quello che avevi provato.

Camilla Scassellati Sforzolini (00:26:24) - Ci racconti appunto di perché questa è l'idea che è rimasta di tutte quelle che hai provato. E sì perché il digital marketing.

Dario Vignali (00:26:31) - Perché a un certo punto della mia vita c'è la storia coi locali era finita perché io ero andato a vivere a Milano, quindi avevo perso i contatti. A Ferrara gli shampoo erano falliti molto male e quindi mi sono iniziato a chiedere ma io per cosa sono portato? Cosa voglio fare? Perché è evidente che l'Università di ingegneria gestionale non sia il mio. Ora tornerò a Ferrara, ma non ne voglio sapere di lavorare in banca. Anche perché viaggiando tanto durante l'estate con i miei genitori guardavo la vita dei miei genitori e vedevo che loro passavano tutto l'inverno tutto l'anno a programmare il viaggio estivo. E poi quando andavamo all'estero conoscevo tante persone che in realtà vivevano in quei luoghi tutto l'anno e magari avevano un piccolo resort, un bar, dei bungalow sulla spiaggia. Quindi mi chiedevo come posso avere una vita non ordinaria come quel. Le persone che i miei genitori riescono ad essere solamente per tre mesi l'anno, mentre per il resto dell'anno fanno un lavoro che poi gli consente di diventare quel tipo di persona che sta lì per tre mesi.

Dario Vignali (00:27:21) - E quindi ho iniziato a farmi tutte queste domande e nel mare di rumore che vivevo e di pensieri. Quindi arrivò un segnale. Il segnale fu un'intervista che mi fu richiesta da Lugo Hotel, che era una Service design company che stava facendo un progetto editoriale che si chiamava Web economy. Mi contattò perché aveva notato che il primo blog l'avevo aperto nel 2003 e quindi assieme a Salvatore Aranzulla eravamo due tra i più giovani blogger italiani e quindi mi chiese di fare un'intervista. Fino a quel momento io non avevo dato peso al blogging perché avevo dato molto più peso all'idea di fare gli shampoo, l'agenzia di organizzazione eventi, perché era quello che sapevo fare. Per me il blogging era più un passatempo che continuavo a portare avanti da dieci anni nel mio tempo libero. Quando mi fu richiesta quell'intervista è come se dentro di me si è accesa la lampadina e quindi ho detto caspita, forse devo investire su questa cosa e quindi ho iniziato a scrivere i primi articoli. Ho iniziato a chiedermi ok in cosa sono bravo nel digital? Ora non so più programmare Linux non è un argomento che fa audience e quindi mi iniziai a pensare e pensai caspita! Comunque se riguardo ad oggi la mia storia io ho aperto decine di blog, quindi sono sicuramente bravo ad aprire blog e quindi iniziai nello scrivere di blogging iniziai a scrivere come aprire un blog.

Dario Vignali (00:28:31) - Perché aprire un blog? Come si guadagna con un blog? E questo dopo Perché ovviamente ho iniziato a guadagnare con le affiliazioni, quindi fu praticamente una semplicemente documentava il mio percorso. Io con Dario Vignali non mi sono mai posto come guru, non mi sono mai posto come professionista, come super esperto, ma semplicemente documentavano la mia passione, il mio interesse e i miei test di digital marketing del passato e del presente. Anche su Dariovignali.net era molto particolare come io creavo Dariovignali.net ottenevo dei risultati poi raccontavo su Dariovignali.net come funzionava Dariovignali.net quindi come mi posizionava a livello di SEO come guadagnavo con le affiliazioni e questo mi rapì completamente perché finalmente avevo trovato un'occupazione che non mi toglieva energia ma mi dava energia che mi appassionava, che faceva sì che ogni minuto speso a imparare di più fosse 1 minuto in cui mi sentivo soddisfatto di me stesso e di quello che stavo facendo. E poi ovviamente sono arrivati i risultati economici.

Camilla Scassellati Sforzolini (00:29:27) - Ci puoi parlare dei risultati economici, di come hai effettivamente iniziato a monetizzare il blog? So che ovviamente è una storia lunga, ma di base, come? Cioè quali sono state le due tre cose che hai fatto che hanno funzionato secondo te.

Dario Vignali (00:29:38) - Se uno pensa darwiniani punto net pensa Madonna che fortuna! No, perché adesso vi racconto una storia che uno dice e vabbè, ma hai avuto una botta di culo pazzesca, è vero, ho avuto una botta di culo pazzesca, però era dal 2003 che ricercavo quella botta di culo. Quindi secondo me anche la fortuna a che vedere con l'attitudine e col timing. Come dicevamo prima, il timing è tutto nell'imprenditoria. Cosa accadde? Accadde che io nel 2013 aprii il blog, iniziai a scrivere e iniziai a scrivere delle guide su come si creavano dei blog. Non sapevo niente di SEO ma. Ma poi scoprivo che riuscivo sempre a posizionarmi per primo per queste parole chiave iper competitive, perché poi ci arriviamo. Sono parole chiave che rendono molto dal punto di vista economico. Iniziai ovviamente a studiare un po la SEO, trovai un mentore, una persona comunque con cui dialogava spesso, che era comunque un esperto di SEO e mi insegnava un po alla volta tutto ciò che c'era da sapere sulla SEO. Però le mie competenze di SEO non sono mai diventate superiori alla media degli esperti italiani.

Dario Vignali (00:30:32) - Ecco, però ero molto bravo secondo me, a scrivere perché avevo scritto tanto e leggevo tantissimo e quindi la mia fortuna era che secondo me ero in grado di catturare l'attenzione delle persone col copywriting all'interno dei miei articoli e soprattutto impersonificare nelle persone che mi leggevano perché io ero il mio pubblico era il me stesso di dieci anni prima, quello il Dario che nel 2003 si affacciava per la prima volta il blogging. Quindi raccontavo sempre la mia esperienza con i miei articoli, con la mia persona, le mie storie personali. A un certo punto mi arrivano le prime richieste di preventivo. Io ancora non ho la partita IVA in tutto questo, non oggi. Al tempo. Quindi che cosa succede? Mi contatta il mio primo cliente, Anna Francisco, tra l'altro una delle più grandi wedding planner oggi italiane, e mi chiede Dario, mi faresti un blog? Io dico caspita, qui c'è del lavoro vero? Posso trasformare questa cosa in una professione? Dopo l'intervista di Logotel Anna Francesco per me è stata il secondo grande segnale in mezzo al rumore e quindi faccio la pagina servizi e quindi inizio a vendere i miei servizi, ossia la realizzazione dei blog che inizio a fare per 100, 200, 300€.

Dario Vignali (00:31:32) - Non avevo neanche la partita IVA, quindi non prendete spunto dalla mia intervista. E quindi che cosa succede? A un certo punto scopro le affiliazioni scopro che praticamente gli stessi articoli che io avevo già scritto su come creare un blog avrebbero potuto diventare una forma di guadagno se andavo a inserire i link di affiliazione. Per chi non lo sapesse, link di affiliazione, come ad esempio il programma di affiliazione Amazon, funzionano in modo tale che se tu linki un prodotto di un'azienda che ha un programma di affiliazione e qualcuno fa clic su quel link che magari hai messo nel tuo articolo del blog e compra, tu blogger guadagni una commissione. Quindi ho scoperto che quando insegnavo le persone a creare un blog e gli insegnavo come comprare l'hosting, ossia lo spazio web e il dominio, poi le persone facevano click sul sito di SiteGround che era l'hosting che usavo io e compravano il servizio, il prodotto e scoprii che SiteGround aveva un programma di affiliazione. E quindi che cosa accade? Accade che io dalla sera alla mattina passai dal fare 0€ a 2.500€ al mese subito col programma di affiliazione di SiteGround, quindi praticamente un solo programma di affiliazione che poi iniziai a spingere tante cose mi pagava 2.500€ al mese.

Dario Vignali (00:32:33) - In tutto questo però volevo anche un vero lavoro. Cioè io mi sentivo che le affiliazioni fossero un po fuffa, cioè non so spiegarvi, mi sembrava di aver vinto la lotteria e quindi pensavo che da un momento all'altro qualcosa sarebbe cambiato, mi sarei posizionato su google e quindi ho detto comunque devo curare i clienti e quindi iniziai anche a fare consulenza, a fare consulenza, nel senso che poi in realtà ero operativo totale, realizzavo siti web o blog per poche centinaia di euro e infine quello che accadde è che iniziai a capire il potere dei funnel, se vogliamo, di conversione. Quindi iniziai a creare tantissimi articoli che avevano come unico obiettivo quello di aiutare le persone ad aprire un blog. Quindi mi andai a prendere tutte le long tail keyword su Google, mi andai a posizionare per le long tail keyword e poi iniziai a mirare alle keyword principali. Quindi come creare un blog, come comprare un dominio, come acquistare un hosting? E riuscii ad arrivare primo per la quasi la totalità di tutte queste parole chiave e passai dal fare 2.500€ al mese a fare 10.000€ al mese solamente con il servizio degli hosting.

Dario Vignali (00:33:28) - Poi iniziai ovviamente a promuovere tanti altri servizi, tutto ciò che era necessario per riuscire a realizzare un blog, fare digital marketing e quindi per diversi anni parliamo. Dal 2013 al 2016 Dario Vignali divenne molto seguito da tutti gli operatori professionali del mondo del digital marketing, soprattutto lato blogging, SEO, eccetera e vendevo come partner commerciale di tanti tool e servizi decine e decine di migliaia di euro ogni mese. Per loro, quindi per me in commissioni erano o riuscivo magari a spuntare alcune commissioni alti, percentuale di commissioni alte e quindi riuscivo a portare a casa somme più di 100.000€ l'anno solo da affiliazioni. Poi c'era la consulenza con i clienti, c'era la vendita di infoprodotti perché avevo fatto 2 o 3 guide e tutto questo, insomma, iniziò a funzionare molto bene.

Camilla Scassellati Sforzolini (00:34:17) - Facciamo una piccola pausa per parlarvi di Qonto. Il nostro sponsor Qonto potrebbe essere l'aiuto che vi mancava per gestire la vostra contabilità in modo efficiente e veloce. Niente più conti in banca vecchio stile e fogli Excel disorganizzati.

Inès Makula (00:34:33) Qonto vi permette di aprire un conto business online in pochi minuti e cominciare ad automatizzare e digitalizzare la vostra gestione finanziaria. Potrete pagare gli F24, inviare e ricevere fatture elettroniche e delegare in tranquillità la gestione delle spese. Monitorando i vostri pagamenti in tempo reale. Andate su www.qonto.com/madeit e potete utilizzare il voucher dedicato alla nostra community MadeITX3 che vi permette di provare conto gratuitamente per tre mesi. Trovate il link in descrizione.

Inès Makula (00:35:05) Pazzesco. Poi in realtà poi sono queste stesse dinamiche che hanno utilizzato gli influencer quando poi sono partiti gli affiliati sui prodotti diciamo vestiario make up queste cose qua tu invece l'hai fatto nei primi anni dove il blog era la forma più becera, il più traffico possibile. Adesso sicuramente fare così tanti soldi su un blog è molto più complicato di prima, perché il traffico si è spostato forse anche a creare un da un blog dall'inizio, proprio from Scratch. Direi che c'è ancora l'opportunità.

Dario Vignali (00:35:31) - Guarda, io ti dico la maggior parte delle persone sono ossessionate dai contenuti che scadono, quindi reel, shorts, TikTok e tutte queste cose che nel giro di una settimana o tre giorni non prendono più traffico. Quando tu invece impari la SEO e scrivi articoli di blog o posizioni, un video YouTube per primo per una parola chiave su youtube molto ricercata.

Dario Vignali (00:35:50) - Io dico sempre è come se tu facessi un investimento immobiliare nel mercato dei contenuti, perché è come giocare a Monopoli quando tu trovi una parola chiave che fa traffico e ti posizioni. In Italia la competizione non è così alta. Magari un tool come sembra ti dice competizione alta, ma rispetto agli Stati Uniti la competenza SEO in Italia è bassissima. Ci sono poche persone che sanno scrivere contenuti bene e possiedono anche lì le strategie e la competenza di SEO, dall'altro è pieno magari di persone che conoscono la SEO ma non sanno scrivere dannatamente bene. Quindi se tu possiedi il copywriting e la SEO ancora oggi sai parlare bene in video. Ti puoi posizionare bene per tante parole chiave e quei video o quegli articoli possono continuare a prendere traffico per mesi e mesi e mesi e tu magari stai vendendo un prodotto, un servizio in affiliazione o un tuo prodotto in vendita. Io ad esempio vi faccio un esempio classico che faccio spesso avevo un corsetto per aumentare i follower Instagram perché nel 2015 iniziai a lavorare con un amico che lavorava in California con delle modelle, quindi stava esplodendo tutto il fenomeno Instagram.

Dario Vignali (00:36:47) - La sua ragazza era una modella attrice abbastanza famosa, quindi mi parlò per la prima volta di questo mondo. Iniziammo a studiare come si aumentavano i follower su Instagram con le grandi pagine, quindi facemmo di nuovo timing. Perfetto questo corso nel 2015, mi pare, e io scrissi semplicemente un articolo sul blog che si chiamava Come aumentare i follower Instagram e mi posiziono ai subito per ovviamente questa parola chiave quell'articolo. Immaginate quanto è salito poi nel tempo l'interesse legato a questo topic stava lì, noi non facevamo ads. E semplicemente di organico. Quel corso continuato a fare 16.000€ al mese di vendita da un solo articolo. Quindi, e ancora oggi ci sono tanti articoli o cose da cui comunque noi vendiamo tanto. E la grande fortuna è che gli influencer, i content creators non hanno più voglia di dedicarsi a queste cose. Ma al momento, per quanto ci sia l'intelligenza artificiale, le cose stanno cambiando. Quando le persone hanno un problema o vanno su Google o vanno su YouTube e quelle persone hanno una propensione all'acquisto molto, molto, molto più alta rispetto a chi è seduto sul water e sta scrollando Instagram TikTok e Facebook.

Inès Makula (00:37:48) - Finché però staranno tutti a cercare su ChatGPT e non ci sono più, lì non si può più affiliare il proprio blog. Chissà. Però è vero che in effetti è un pezzo di real estate, diciamo di immobiliare online che rimane piuttosto che un video che passa velocemente.

Dario Vignali (00:38:02) – E pensa che l’effort che ci metti è circa lo stesso

Inès Makula (00:38:03) - Stesso. Tornando un attimo indietro a quegli anni in cui Dario Vignali sta cominciando a fatturare molto bene anche in quel periodo, mi sembra che hai incontrato Luca Ferrari, che è il tuo socio oggi i marketer.

Dario Vignali (00:38:15) - Purtroppo non è non è Luca Ferrari di Bending Spoons no.

Inès Makula (00:38:19) - Infatti.

Inès Makula (00:38:21) - Ho dovuto controllare all'inizio quando ho visto non è la stessa persona no non siete ancora 2.5 billion di validation che è uscito adesso recentemente. Dai speriamo bene, speriamo che non mi porta magari fortuna. E insomma con Luca avete cresciuto insieme una community online. Perché una community? Come avete trasformato il blog? Quello che stai facendo l'agenzia in una community? Con che scopo e come poi è diventata Marketers questa community?

Dario Vignali (00:38:46) - Una delle mie poche fortune, no dai, tutte diverse nella vita, è che non sono mai stata una persona molto, sono una persona molto altruista, nel senso che mi piace condividere molto con il resto delle persone. Poi ho notato nella mia vita come questo comunque mi abbia portato più vantaggi che svantaggi. Comunque condividere fa sì che un pezzo di torta con gli altri fa sì che la torta diventi sempre più grande che proporzionalmente. Quindi ho conosciuto Luca in un momento della mia vita in cui guardavo il pannello analytics del mio blog e vedevo comunque migliaia di persone e ripensando al diario di tanti anni prima, dicevo Caspita, pensa quante altre persone, cioè tutte queste persone in Italia condividono le mie passioni, i miei interessi. Quindi decisi di creare di nuovo un forum. Voglio creare il mio forum ma all'epoca non aprire un forum. Aprire un gruppo facebook che esiste ancora oggi si chiama We are Marketers, cioè 80.000 iscritti. Quasi quando eravamo partiti eravamo poche centinaia di persone in questo gruppo Facebook e conoscevo tutti per nome, per cognome. Luca organizzava eventi anche lui, guarda caso e aveva un'agenzia di eventi su Milano e ed era un lettore del mio blog e quindi mi disse Dario, ma perché non facciamo un meetup su Milano? Organizziamo un evento in cui tutte le persone che ti leggono magari si possono ritrovare? Quindi all'epoca abbiamo organizzato questo evento in una discoteca di corso Como, tra l'altro perché non sapevamo cosa affittare Luca lavorava con i locali e venne un sacco di persone cioè noi pensavamo che venissero.

Dario Vignali (00:40:02) - Venti persone. Invece eravamo in 200 e c'erano un sacco di persone. Poi che negli anni hanno fatto carriera. A un certo punto mi ricordo che c'era un tizio ubriachi di fianco a me che era non so che gin tonic che mi fa sono uno psicologo ed era Luca Mazzucchelli, per intenderci. E quindi lì è stato il momento in cui ci siamo conosciuti e abbiamo iniziato a sviluppare questo progetto, che era quello dei meetup, che non lo facciamo con una finalità di guadagno perché alla fine ci perdevamo sempre soldi, quasi perché comunque organizzare affittare locali costava tanto, però per me era quello di cui avevo bisogno c'era un ritorno al sto tornando a fare eventi, ma col pubblico che amo io c'erano tutte persone come me. Non era come quando andavo in discoteca di cui ero felice del prodotto imprenditoriale risultato economico, ma non me ne fregava niente del format. Gli stavo facendo qualcosa con delle persone che avrei voluto vedere tutti i giorni e questo avrebbe fatto la differenza. Cioè stava facendo la differenza per me. La grande intuizione è che ho capito all'epoca che ci sono brand che comunicano in maniera univoca.

Dario Vignali (00:40:58) - E poi ci sono brand ombrello che mettono in connessione le persone tra di loro. Una community si verifica quando non c'è più solamente una comunicazione one to one tra brand e community, ma c'è anche una comunicazione tra le persone che seguono un brand, oppure magari seguono un movimento e quindi abbiamo iniziato a costruire questi meet up con questa intuizione, ossia creare un'economia circolare, creare una sorta di network effect che all'epoca non si chiamava sicuramente così all'interno di marketers e alimentare questa community. Anche qui c'è stata una grande fortuna. All'epoca ho conosciuto Lorenzo Green, che è stato il fondatore di Stack Money Holding, che sono stati fondatori di A Figli Award, di AdWords, di tantissimi eventi e con World sono tra i più grossi eventi al mondo di digital marketing. Quindi comunque conoscere loro e conoscere lui che è stato il co-founder è stata una grande contaminazione nella mia vita. Quindi a un certo punto ho cercato di capire anche quello che loro facevano all'estero e riportarlo in Italia in maniera molto onesta. E quindi niente, la community è nato in questo modo qua.

Dario Vignali (00:41:58) - Questo è stato il motivo per cui l'abbiamo creata, è stata semplicemente entusiasmo però è stato anche ciò che poi ci ha permesso di costruire quello che abbiamo costruito, perché tutte le persone più importanti nelle aziende che abbiamo fondato sono tutte persone che abbiamo conosciuto ai meet up per lo più quindi tutti i nostri attuali soci sono persone che abbiamo conosciuto nei meetup tra il 2015 e il 2018.

Inès Makula (00:42:18) - Super interessante è sicuramente una parte che Camilla ed io vorremmo spingere di più proprio per MadeIT nella nostra community. Noi siamo. Non vivendo in Italia è un po più complicato, però ci siamo promessi la settimana del 13 maggio. Camilla sarà in Italia e anche io sarò in Italia. Quindi abbiamo detto organizzeremo il primo evento MadeIT Community. Tutti parlano di community, adesso tutti i brand hanno capito l'importanza, tutte le aziende, insomma tutti.

Dario Vignali (00:42:41) - Però tutti sbagliano.

Inès Makula 00:42:42) - No, infatti non tutti ce la fanno. Infatti parliamo subito di quanto è importante costuire una community e un po i tuoi Do’s and Dont’s su come costruire una community nel 2024.

Dario Vignali (00:42:52) - Allora, prima di tutto la community non è pubblico e tutti abusano della parola community, ma perché hanno un pubblico.

Dario Vignali (00:42:58) - Quindi molti brand, personal brand, influencer, creators dicono io ho la mia community, ma tu hai un pubblico che è diverso. E la differenza sostanziale tra community e pubblico, l'abbiamo detto prima, è sta proprio nel fatto che le community sono persone che si incontrerebbero tra di loro anche in presenza del personal brand o dell'influencer o del creators o del brand. Quindi la prima cosa che ci ha fatto pensare abbiamo una community è che i marketers meetup si sviluppavano e si organizzavano anche senza la presenza mia o di Luca o di qualsiasi altro membro di marketers in Italia e quindi questo ci ha portato a dire abbiamo creato un movimento, una sorta di anzi stiamo lavorando al servizio di un movimento cioè non è che abbiamo la pretesa di dire abbiamo creato un movimento però si sta sviluppando un movimento all'estero lo stiamo catalizzando in Italia noi stiamo lavorando al servizio di questo movimento quindi il nostro lavoro fin da sempre è stato un costruire servizi, prodotti, strumenti, contesti al servizio di persone che volevano navigare terreni non ordinari e fare cose al di fuori dell'ordinario grazie alla rete, agli strumenti messi a disposizione da internet.

Dario Vignali (00:43:58) - Il fatto che si organizzassero questi meetup senza di noi e che ci fossero degli ambassador che lo facevano per propria volontà, non erano neanche retribuiti, ci faceva pensare Ok, abbiamo costruito una community e anche il fatto che comunque il gruppo Facebook era super attivo, quindi se tu hai un canale YouTube e hai un profilo Instagram, non hai una community, hai un pubblico perché le persone non interagiscono tra di loro e non sono incentivate a farlo e non hanno neanche magari il piacere di farlo. Se invece il tuo lavoro è al servizio di qualcosa che esiste già nel mercato, perché di nuovo tu non puoi creare una community, ti metti al servizio di una community preesistente e diventi colui che più di tutti gli altri porta valore a quella community. Quindi io posso servire la community dei digital marketer, ad esempio, ma non è che l'ho creata io, è qualcosa che stava nascendo per un fattore di timing e questo è quello che è stato fatto. La seconda cosa che molte persone non si rendono conto oggi è che purtroppo sta diventando quasi impossibile costruire community online perché c'è troppa competizione e c'è troppo concorrenza contenutistica tra tra tutti coloro che lavorano online.

Dario Vignali (00:44:59) - Quindi l'attenzione è molto. Molto molto frazionata, perché come una persona può seguire me, può seguire il vostro podcast, ne segue altri dieci, poi ne ascolta un altro, poi si innamora di un altro content creatore. Smette di ascoltarci per un mese e tutto questo crea no questo movimento fluido. Io dico sempre le piattaforme stanno diventando sempre più comuniste quando un tempo erano sempre più capitaliste, ossia un tempo. Se tu eri un content creator e ti eri costruito un pubblico, eri padrone di quel pubblico. Oggi conta molto meno quanti follower hai, ma conta molto di più quanto il singolo contenuto è pensato per andare virale e mantenere l'attenzione di quante più persone. Quindi sei sempre in un contesto dove non hai più il controllo del tuo pubblico e quindi la community deriva anche comunque da un'esposizione continuata a messaggi, valori, contesti. Ma se non siamo più in grado di costruire retention, purtroppo questo diventa molto complesso da portare avanti. E attenzione che per retention non intendo nemmeno il pagamento di una subscription, perché sapete quante persone sono abbonati a servizi, app o prodotti ma poi non li utilizzano veramente? No? Quindi io posso guardare, non so, gli iscritti a Marketers Yoga Academy, dirò una community di 5000, 10.000, 100.000 persone, ma non è la community neanche quella.

Dario Vignali (00:46:07) - E quindi nel tempo ci siamo iniziate a chiedere come faccio a vedere una community? Quello che mi sono reso conto è che, ad esempio, che gli eventi sono la cosa più importante, sono ancora il singolo modo più importante. Anzi, oggi più che mai, per creare una community per davvero, Perché la memorabilità di un evento è superiore a qualsiasi contenuto che puoi creare. L'evento ha delle barriere all'ingresso organizzative e di costo enormi, quindi non tutti li possono organizzare e soprattutto è ciò che più di qualsiasi altra cosa ti permette di portare a casa quella che io chiamo la strategia della collana di perle. Cioè per creare una community tu devi impattare singolarmente su persona dopo persona. Ed è anche un po il problema del vendere online. Cioè è un po, parafrasando l'ologramma, il fare cose che non scalano. Noi oggi giorno pensiamo che per fare una community devi fare un contenuto che vada virale, raggiungere quante più persone oppure fare delle ads che funzionino benissimo, raggiungere quante più persone e portare tutte le persone dentro un gruppo Facebook.

Dario Vignali (00:47:00) - Ma la verità è che oggi più che mai c'è un ritorno al ciclo opposto. Vuoi creare una community vera? Concentrati sulla singola relazione e trova il modo di avere un rapporto one to one con quante più persone possibile, poi metterle in relazione tra di loro in contesti reali e veritieri. Tra l'altro, con tutto questo mondo digitale virtuale secondo me ci sarà un ritorno al offline e all'esperienza di TA fortissima. Ed è anche per questo che noi stiamo organizzando il Marketers World, il festival ormai da anni, anche se ci perdiamo una montagna di soldi perché il festival? Il primo anno che l'evento di Yoga Academy ci abbiamo perso 170.000€ e l'anno scorso se ne abbiamo persi 140.000 e il marketing ha perso circa 140 150.000€ ogni anno fino all'anno scorso, che ha fatto una perdita di 30.000€. Quindi perché lo stiamo facendo? Perché siamo pazzi e perché crediamo molto che quello che poi succede a quell'evento si riflette nel resto dell'anno e comunque nel lungo periodo sarà molto molto importante. Crea dei fattori critici neanche dei fattori critici di successo delle barriere all'ingresso al nostro mercato degli eventi importanti e soprattutto una grande relazione con le persone.

Camilla Scassellati Sforzolini (00:48:01) - E guardando a marketers appunto gli eventi che fate, quello che fate. Aggiungerei che una cosa importante è trovare il giusto tone of voice, che sia giusto per voi, per il vostro brand, per le persone, perché diciamo che il centro dei vostri eventi è divertirsi, stare insieme. Ci sono anche momenti, magari che uno può reputare non seri, cioè che si balla, si beve, si sta insieme, che magari non tutti i brand sono disposti magari a fare con lo stesso trasporto in cui lo state facendo voi.

Dario Vignali (00:48:30) - Sì, il problema è che comunque il mondo del lavoro è noioso, lavorare noioso e bisogna anche divertirsi nella vita e rendere la formazione le cose che si fanno anche piacevoli. Quindi secondo me quando vai a casa da un evento, ciò che ti ricordi di più è quanto ti sei divertito e le persone che hai conosciuto e che emozione hai provato. Se tu non fai provare emozioni non resta memorabilità. Io sono stato tantissimi eventi tra i più grandi al mondo, dal Web Summit a tutti gli Affiliate award, gli Affiliate Summit, AdWorld, eccetera.

Dario Vignali (00:48:54) - E le uniche cose che mi ricordo di quegli eventi. Non c'è un solo speech che mi ricordo di quegli eventi forse Neil Patel perché mi era estremamente utile in quel momento tutti gli altri non li ricordo mi ricordo gli speaker non mi ricordo gli speech ma mi ricordo tutti i momenti in cui mi sono divertito e gli eventi in cui ho continuato a tornare. Erano perché erano quelli in cui mi ero divertito di più e dove ho conosciuto le persone che poi mi sono portato avanti nel corso della mia vita. E quindi quello è diventato un appuntamento fisso in cui volevo continuare ad andare perché lì c'era la mia tribù e quindi siamo tutti delle scimmie. In realtà ancora.

Inès Makula (00:49:24) - Super utile sentire da te da una persona che ha creato un business comunque intorno alla community e sa cosa vuole una community perché community e pubblico sono. Mi è piaciuta molto la differenza dalle due cose penso che sia una parola che la gente non ha ben capito e quindi grazie per tutto questo chiarimento e soprattutto sono d'accordissimo con tutta la parte offline Eventi è importantissima e anche se c'era stato perdite con gli eventi fa comunque crea community.

Inès Makula (00:49:47) - Magari non è un business ancora o lo sarà, forse lo sarà però per il momento è un investimento anche su quello che che è marketers ma ci racconti cos'è marketers adesso perché comunque si è evoluto tanto quindi nel 2024 cosa è marketers?

Dario Vignali (00:50:00) - Allora noi abbiamo un duplice volto. Il primo è quello della community, cioè noi abbiamo sempre tenuto nascosto l'aspetto B2B dei marketers per tanti anni, perché ci sembrava, ci sentivamo quasi sporchi a far vedere che eravamo un'azienda, perché noi siamo proprio nati sul concetto di community. Cioè all'inizio noi avevamo questa sensazione di essere un fight club con tante persone interessanti e ci vedevamo in giro per l'Italia e il digital marketing all'epoca era qualcosa di underground e quindi per noi marketers non voleva essere un'azienda. Non ci reputavano neanche imprenditori. All'epoca eravamo appassionati di questo mondo, poi a un certo punto, per continuare ad alimentare questa macchina siamo diventati azienda. Oggi abbiamo un front end che parla molto al B2C, che poi ovviamente in realtà è anche un B2B perché sono tutti professionisti, freelance eccetera. Però sono persone che in qualche modo si vogliono avvicinare al mercato imprenditoriale o al mercato digitale.

Dario Vignali (00:50:46) - Studiare le competenze di domani che ancora oggi magari non sono ben approfondite in contesti ordinari di istruzione ordinaria. Acquisire delle competenze di digital marketing. Dall'altra invece siamo prettamente B2B, nel senso che facciamo consulenza e soprattutto costruiamo delle compartecipate. C'è stato un momento della nostra vita in cui abbiamo iniziato a fare agenzia perché all'inizio è stato drammatico provarci. Io e Luca abbiamo iniziato a fare agenzia, non sapevamo fare agenzia, non sapevamo fare gli imprenditori, quindi prendevamo tutti i clienti possibili immaginabili, convinti che più clienti significava più guadagni. Invece più clienti significava più collaboratori più collaboratori diventava più complessità più complessità, diventava burnout. Burnout significava poca efficienza e poi implicava che le cose iniziassero andare molto male. Quindi a un certo punto abbiamo chiuso proprio il tema agenzia finché non l'abbiamo ripreso in mano in maniera un po più intelligente nel 2018. All'epoca abbiamo conosciuto il nostro attuale socio, Emanuele Amodeo, che è l'amministratore delegato di Marketers Accelerator e abbiamo deciso di tornare a fare agenzia. Lui era un copywriter del nostro sito web dove aveva un blog dedicato a Marketers e ci dice Ragazzi, io vorrei iniziare a gestire dei clienti.

Dario Vignali (00:51:50) - Voi avete infiniti clienti, non li gestite perché non li gestiamo insieme e noi abbiamo detto ok, torniamo a fare agenzia e quindi abbiamo iniziato a fare agenzia e forti anche del fatto che ormai avevamo costruito e consolidato un bel brand, quindi diventava un po più facile avere potere contrattuale e anche avere il coltello dalla parte del manico e avere anche la possibilità di avere margini più alti portando avanti un pricing più alto della media di mercato. E quindi così abbiamo fatto. Abbiamo iniziato a lavorare con l'agenzia e lì si è verificato comunque il solito problema per quanto avessimo margini più alti, agenzia significa avere turnover alto. Ci metti mesi a lanciare un progetto, Il cliente funziona bene, poi dopo lo perdi, si rivolge a un'altra agenzia oppure si arriva davanti a te, ti dice quest'altra agenzia, mi dice che fa le stesse cose, si fa pagare meno, quindi diventa un grande pasticcio, secondo me poco efficiente da gestire. Lì però sono stati anche gli anni, proprio il 2017 in cui io inizio a Mi fidanzo con Denise, la mia attuale ragazza, e lei era un insegnante di yoga.

Dario Vignali (00:52:49) - Vivevamo a Barcellona, gli riempivo i corsi di Barcellona con le ads local e le insegnava a Barcellona. Però avevamo il sogno di viaggiare in giro per il mondo, quindi a un certo punto gli dico ascolta, io ho un po di sindrome dell'impostore. Cioè ho la sensazione che fino ad oggi ho creato marketers, poi non ho più creato nient'altro. Quindi ogni volta penso ma quello che io insegno alle persone che mi ha consentito di creare marketers funziona. Cioè io comunque insegno alle persone a diventare imprenditori lanciarsi nel mondo digitale ma sarei in grado di rifarlo in un altro contesto e quindi mi stuzzicava l'idea di creare qualcosa assieme a Denise. Lei era molto brava, io ero appassionato allo yoga comunque di per sé andavo a lezione di yoga con mia madre prima di conoscere Denis, quindi sottolineo e quindi gli propongo di fare questa cosa assieme. Ovviamente non potevo andare dai miei soci dicendo costruiamo un business per la mia ragazza e quindi decido di costruire questa cosa assieme a lei con l'idea di farci so qualche migliaia di euro al mese lordi affinché lei potesse viaggiare.

Dario Vignali (00:53:45) - Lei mi dice voglio farlo con i miei soldi, non voglio che tu mi aiuti quanto hai 2.500€. Quindi gli dico va beh, sai che c'è? Compriamo Lost in qualche altro tool Active Campaign per l'email marketing e poi ci spendiamo il resto in pubblicità e ripartiamo da ciò che abbiamo fatto con Marketers. Quindi creare una community per creare una community. Comunque non prendiamoci in giro prima di creare il pubblico, però noi pubblici li creavamo sempre dentro i gruppi Facebook perché questo era un bel trick per incentivare in maniera molto veloce il passaggio da pubblico a community. Perché mettevi le persone dentro un gruppo per seguire il tuo palinsesto di format? No? Quindi le persone erano lì per essere il tuo pubblico, ma poi scoprivano di essere in relazione, insieme ad altre persone, attorno a un interesse, quello dello yoga, del benessere. Quindi immagine tu ti iscrivi al gruppo per seguire i contenuti di Denise, ma poi scopri che ci sono altre decine di persone dentro il gruppo che hanno un interesse come il tuo, lo yoga, il benessere.

Dario Vignali (00:54:33) - Quindi inizia a dialogare con queste persone e quindi questo si trasforma più facilmente in community piuttosto che aprire un canale Instagram o un canale YouTube. Quindi all'interno del gruppo iniziamo a pubblicare un bel po di lezioni gratuite delle live. Poi nel tempo abbiamo sviluppato tante strategie per creare empatia tra personal brand community, sviluppare pubblici più facilmente e quindi facciamo un lancio e si iscrivono abbastanza persone per arrivare a un fatturato di 14.000€. Sul primo lancio però erano solamente abbonamenti ricorrenti e quindi si trattava di 14.000€. Il mese in cui era andata benissimo era molto superiore alle nostre aspettative. Eravamo felici, io ero felicissima. Denise piangeva, aveva una sindrome dell'impostore allucinante, voleva restituire tutti i soldi dalla prima persona fino all'ultima. Ha avuto veramente un burnout che gli è durato per venti giorni. Litigavamo, Lei voleva restituire i soldi, non ce la faceva. Alla fine è riuscita a tenersi i soldi e io è andata avanti. Quello è stato anche il momento in cui ho capito che noi ce che avevano ragione i nostri haters perché c'erano tanti haters che ci dicevano scusate, ma voi insegnate agli altri a fare i soldi online al di là che poi avevamo i clienti e facevamo consulenza, quindi queste parole potevano anche non ferirmi.

Dario Vignali (00:55:38) - Però sono sempre stata una persona sensibile alle parole brutte nei miei confronti eccetera. Quindi mi dicevano ma se voi insegnate alle persone a fare i business online e guadagnate su questa formazione, ma perché non fate voi i business e non vi tenete i soldi? Classica chiacchiera poi potremmo parlarne per ore perché noi non avremmo fatto tutto ciò che abbiamo fatto senza fare formazione al mercato perché comunque crea un'economia di scala un network un effetto network incredibile, conoscenze di persone, personal brand eccetera che porta 1000 benefici al di là della vendita dei corsi. E quindi gli ho detto caspita comunque queste persone hanno ragione ma invece di gestirci i clienti ma perché non ci facciamo dei business come Yoga Academy? Cioè Yoga Academy è nostro. Ora non è che abbiamo lo stress del cliente che è antipatico oppure a un certo punto ci inizia a dire che vuole passare sotto un'altra agenzia o perdiamo il cliente? Ci dobbiamo rimettere a lavorare sull'acquisizione di nuovo cliente ed era pure meglio dei rapporti di revenue share che già avevamo avuto in passato perché avevamo perso un sacco di soldi e questo capita ancora oggi.

Dario Vignali (00:56:33) - Cioè noi troviamo dei clienti, ci lavoriamo a performance convinti che apriremo una S.r.l. le cose vanno benissimo e poi a un certo punto questa persona ha la pretesa di dire va be, ma allora me lo posso fare da solo non apriamo le sorelle e poi si crea l'agenzia interna le cose non vanno mai troppo bene poi quando succede questa cosa però ti ti porta a rovinare i rapporti, avere delle tue aziende che ti puoi gestire. Caspita perfetto. E quindi abbiamo iniziato ad alimentare Yoga Academy che ha iniziato a scalare abbastanza bene. L'abbiamo portata a fare 1.600.000, poi abbiamo fatto l'errore di fare il mana che ci ha fatto perdere un sacco di soldi. Però non è un errore anche una una visione futura. E poi abbiamo iniziato a replicare questa cosa con altre aziende abbiamo iniziato a fare un Lab S.r.l. che è un'agenzia poi dopo abbiamo fatto aria training con Giulia Calcaterra che anche questa sta crescendo molto bene veloce siamo già 2500 iscritti paganti e quindi abbiamo iniziato a fare tutta questa serie di aziendine che stiamo portando avanti in bootstrap senza capitali esterni completamente da soli.

Dario Vignali (00:57:31) - Poi è una bella sfida e non so dove andremo a finire. Faremo l'edizione successiva del podcast in cui come è finita Marketers.

Inès Makula (00:57:39) - Vedremo fra qualche anno. Però siamo un modello vincente che sta andando bene. Ma hai qualche consiglio su come crescere un business B2C da zero per i nostri ascoltatori e su che cosa bisogna puntare? Ovviamente voi avevate tutte queste competenze dentro che non tutti hanno. Quindi se dovessi dare un consiglio a qualcuno che ci sta provando.

Dario Vignali (00:57:57) - Sì, insomma, il tema dell'influencer marketing è centrale, solo che non ci rendiamo conto che non è quello che fanno le agenzie, ma è un altro tipo di influencer marketing. No? Ora sentiamo tanto parlare che nelle Silicon Valley tante startup aziende iniziano a mettere gli influencer nelle cap table, eccetera. Ed è più quello è più quello. Nel senso oggi tutto ciò che è difficile costruirsi un pubblico e poi la community, la community è difficilissimo ma già in partenza costruirsi un pubblico è molto difficile perché come dicevamo prima, la comunicazione online è super frazionata, ci sono tantissimi interlocutori, è pieno di gente che urla, poca gente che ascolta.

Dario Vignali (00:58:29) - Se guardiamo le statistiche di crescita dei contenuti su qualsiasi sito di statistiche vediamo praticamente quello che viene definito da Mark. Si chiama non mi ricordo il content shock. No, c'è una curva di crescita contenutistica talmente spaventosa che sarà impossibile starci dietro. Ci sono troppe persone che fanno contenuti, troppi contenuti e non abbastanza persone che li consumano. Quindi ad oggi la singola cosa più difficile da fare è ottenere l'attenzione delle persone tramite i nostri contenuti. E se lo è difficile oggi, immaginate come sarà tra dieci anni o tra due anni, quando avremo le intelligenze artificiali che fanno ottimi contenuti e chiunque può erogare infiniti contenuti al giorno. Quindi non chiedetemi come sarà il futuro perché non ne ho idea. E però già oggi la situazione è molto drammatica e quindi secondo me quello che noi abbiamo capito è che il problema più grande da risolvere all'inizio è come costruire il pubblico, perché una volta che tu hai un pubblico puoi fare infiniti prodotti e venderli, ma se tu hai infiniti prodotti ma non hai un pubblico, stai certo che il business non lo crei.

Dario Vignali (00:59:23) - Quindi cosa fanno tante startup? Tante startup vanno sul mercato e prendono centinaia di migliaia di euro di finanziamenti. Per far cosa? Alla fine? Per costruirsi un pubblico? Cioè se noi andiamo a vedere la maggior parte delle startup falliscono per il marketing, per mancanza di product market e soprattutto anche per incapacità di fare marketing, che è assolutamente legittimo perché come stavamo dicendo fino a poco fa, è difficilissimo oggigiorno. Perché se pensiamo al marketing come lo strumento per costruirsi il pubblico, ecco, oggigiorno siccome non è così facile farlo, quindi abbiamo due teorie. La prima è sei una persona che ha già un pubblico o sai costruirti un pubblico o stai studiando per imparare a farlo, allora diventerà facile per te costruire un business B2C perché hai già la. Le persone non guarda vera la guarda Tanti altri business che si basano sul personal brand e il prodotto è dall'altra parte. Se invece sei una start up, quello che mi chiederei è come posso finanziarmi col pubblico altrui? Quindi noi cosa abbiamo fatto? I marketers. Non è vero che facciamo boostrapping se vogliamo, perché noi quello che facciamo è che ci finanziamo, ma ci finanziamo con il pubblico altrui, cioè andiamo alla radice del problema.

Dario Vignali (01:00:23) - Invece di spendere un sacco di soldi, prendere un sacco di soldi in finanziamenti da sprecare in ogni dove su agenzie per fare marketing, per acquisire un pubblico. Andiamo da chi un pubblico ce l'ha già e gli diciamo quante quote puoi darci o quante quote possiamo darti per fare un'azienda assieme di prodotto dove tu continui a fare quello che tu già fai e noi costruiamo il prodotto perfetto e gestiamo tutta l'azienda dall'amministrazione, la contabilità, la fatturazione, la vendita online, il marketing e quant'altro. Cioè noi non ti stiamo chiedendo di diventare imprenditori, ti stiamo dicendo noi facciamo gli imprenditori, tu ci dai il tuo pubblico e però dobbiamo costruire assieme un prodotto sentito che sia autentico che abbia valore che porti valore al mercato. Ed è quello che abbiamo fatto con Yoga Academy, con Denise, quello che poi abbiamo fatto con Giulia Calcaterra e ciò che stiamo facendo con Nicola trilione che è un medico chirurgo bravissimo nel fare contenuti. Quindi la nostra teoria è prima sviluppiamo pubblici assieme a queste persone una volta che abbiamo i pubblici e abbiamo le SRL in regola ci iniziamo a chiedere cosa possiamo produrre con loro per fare un VP che ci consenta di fatturare subito centinaia di migliaia di euro sul primo anno.

Dario Vignali (01:01:24) - Il prodotto che facciamo oggi è il prodotto che sarà domani. La storia di marketing ci insegna? No, perché noi oggi potremmo ad esempio con Nicola Trilione decidere di fare dei corsi di formazione sull'integrazione sulla medicina il bio hacking e quant'altro ma domani potremmo decidere di fare un'azienda di integratori quindi alla fine ciò che veramente conta è la costruzione la mantenimento di pubblici e community perché finché hai quelli puoi sempre decidere di andare a cambiare il modello di business, cambiare la tipologia di prodotto. Io dico sempre difficili, è diverso avere clienti o avere un pubblico. I clienti non ti perdonano l'errore, il pubblico ti perdona l'errore molto più facilmente se tu vendi un prodotto che non piace ai clienti, i clienti mettono una croce sul tuo brand e decideranno di non comprare più da te. Se invece hai un pubblico di persone affezionate, le persone compreranno il prodotto. Magari non gli piacerà o magari non lo compreranno, ma saranno sempre lì in attesa di un tuo prossimo contenuto e a un certo punto compreranno qualcosa. Quando io guardo il pubblico di Marketers o di Yoga Academy, l'ottanta per 100 del nostro pubblico non ha mai comprato un prodotto di marketers o di Yoga Academy.

Dario Vignali (01:02:27) - Ma per me questo non è un problema, perché io so che a un certo punto qualcuno se continua a diventare a rimanere pubblico comprerà. E avere un pubblico significa avere comunque un continuo referral marketing perché quel 80% di pubblico dormiente che ancora non è diventato cliente comunque ci consente di fare passaparola perché magari parlerà un amico di marketers e di e quindi acquisiremo un cliente tramite lui quindi è sempre il pubblico la stella polare di tutto. Ovviamente poi il passaggio a Community che è molto complesso secondo me non è una cosa che tutti possono fare.

Camilla Scassellati Sforzolini (01:02:58) - Uno direi che siccome nello spirito di Dariovignali.net racconti sempre molto apertamente come raggiungere gli obiettivi che raggiungi se persone sono curioso di vedere per esempio sulla storia di Yoga Academy esattamente come avete cresciuto e vogliono magari replicare alcune delle vostre strategia. Hai scritto un blog intero di pagine in cui spieghi esattamente ogni passo.

Dario Vignali (01:03:20) - C'è un video YouTube di 30 minuti

Camilla Scassellati Sforzolini (01:03:22) - C'è anche un video, c'è anche un articolo, quindi.

Dario Vignali (01:03:25) - E da lì sono cresciuto un sacco di scuole di yoga online.

Camilla Scassellati Sforzolini (01:03:28) - Esatto. Dalla nostra audience, direi, se siete curiosi e volete insomma ora c'è raccontato comunque molto anche qui ma c'è tanto contenuto che tu hai prodotto per aiutare a spiegare esattamente come crescere una community come come marketing come fare marketing online quali sono le strategie che hanno funzionato per voi per cui c'è sempre cura, trasparenza E anche passando alla parte economica, hai menzionato che appunto siete cresciuti in Bootstrap. Avete mai avuto qualcuno che vi ha approcciato per per offrirvi un investimento? Magari io prendo una parte dell'equity del gruppo e come avete ragionato a quella domanda avete mai avuto la tentazione di cambiare strategie di crescita per poter accelerare in.

Dario Vignali (01:04:06) - Questo periodo ne stiamo parlando tanto e abbiamo parlato con tanti interlocutori già da un anno a questa parte molto grandi. Non abbiamo mai venduto niente e non siamo neanche in procinto di vendere. Però comunque parliamo e dialoghiamo con queste realtà per capire quale potrebbe essere la nostra fase successiva. Cioè io non ho mai avuto una famiglia imprenditoriale alle spalle che mi insegna a fare questo lavoro e siamo arrivati secondo me come dicevo prima una fase molto critica della nostra esistenza divertente tra virgolette non pericolosa però critica nel senso dobbiamo iniziare a capire cosa vogliamo diventare poi cioè mi piace molto la filosofia del creare per non vendere e se dovessi decidere nella vita forse opterei per quella strada continuare a creare creare o il dare tutto e tenerti tutto e continuare a crescere questo portafoglio di aziendine un po sulla strada.

Dario Vignali (01:04:53) - Sono un grande fan di Warren Buffett, Charlie Munger eccetera. E però anche lì a un certo punto, se mai ti servono capitali perché. Se tu inizi a costruire tante aziende già a finanziarci questa azienda è stata difficile? No, perché noi usiamo i nostri utili per finanziare aziende sottostanti. È un gioco dove ci deve essere un intelligenza nel decision making enorme. Non mi do le pacche sulla spalla da solo, ma ho la fortuna di avere grandi soci perché se sbagli una decisione è un attimo che ti crolla tutto il castello di carte, perché non è che abbiamo un contenitore che è il deposito di Paperon de Paperoni da cui attingere, cioè abbiamo delle aziendine che produrrebbero degli utili se non li stessimo tutti e che sono sempre lì? No, e quindi è un gioco molto stressante, molto soddisfacente. Però dall'altra parte dobbiamo anche chiederci cosa vogliamo fare poi perché non è che possiamo continuare a costruire tante aziende con la presunzione di poter gestire tante aziende contemporaneamente anche perché poi non è facile reperire così tante persone eccellenti, ad esempio nuovi amministratori delegati o persone che si occupino di dirigere queste realtà Poi in realtà non abbiamo in realtà una un progettino che è stato finanziato che è ok partiamo noi se abbiamo una quota minuscola dentro perché noi partecipiamo in un'agenzia del gruppo che si chiama limits e limits è partecipata partecipano ok partiamo che è un tour operator finanziato da ca viaggi penso che ci abbiano messo dentro 100.000€ una roba del genere e quindi sì quella in realtà è finanziata se volessimo ad esempio vendere un pezzo oppure decidere di farci finanziare in alto su l'azienda che poi partecipa sottostante a tutte quante e quindi diventare una sorta di piccolo fondo privato comunque Venture che investe nelle sottostanti questo è ancora tutto da decidere se qualcuno che sta ascoltando il podcast vuole aiutarci e dirci la sua o ha le risorse per farlo mi contatti qua.

Camilla Scassellati Sforzolini (01:06:37) - La vediamo se la nostra community funziona anche se non ci abbiamo investito tanto e torno, torno un po sulle domande più personali. Usciamo un po dall'ambito business per concludere la nostra chiacchierata. E una cosa interessante del tuo percorso, che comunque, appunto, come dicevi, fai formazione, quindi è un lavoro in cui devi anche tu costantemente formare per poter formare gli altri. Devi imparare tutto quello che succede nel digital marketing, che comunque è un tema, un settore che cambia costantemente perché cambiano costantemente le regole del gioco cambiano le piattaforme insomma tutto cambia nel tuo mondo. Cosa pensi della formazione dell'università? Qual è il modo migliore di formarsi? Come si impara? Hai dei pensieri su come possiamo noi sempre rimanere al passo con quello che sta succedendo?

Dario Vignali (01:07:26) - Io credo che la più grande formazione che uno possa portare avanti nel corso della propria vita sia quella pratica. Penso che la grande rivoluzione portata avanti da internet sia dare a disposizione a chiunque un ambiente di sperimentazione straordinario, dove non è il permesso di nessuno per poter cominciare a fare.

Dario Vignali (01:07:42) - E questo è stato forse il vantaggio competitivo nella mia vita rendermi conto di questa cosa e rendermi conto che non avevo non avevo bisogno del permesso di qualcuno per aprire un blog per iniziare a dare valore online. Non mi serviva avere dei clienti per iniziare a costruire una pagina Instagram o un canale YouTube. È qualcosa che puoi partire a fare semplicemente perché lo vuoi te. E questo crea comunque un vantaggio straordinario sia di timing che di preparazione, perché facendo queste cose acquisisci competenze che sono reali. Quel dare Vignali ragazzino che vent'anni fa ormai giocava a creare i blog non lo sapeva ma si stava creando lo stack di competenze che poi gli avrebbe permesso di costruire io Academy con 2.500€ di fare marketers quindi questo prima di tutto mettere le mani in pasta e sperimentare quanto prima possibile. La seconda cosa più importante è ovviamente la teoria e riguarda la teoria. Sono assolutamente convinto che il nostro sistema educativo italiano soprattutto, non abbia gli strumenti per darci tutto ciò che serve. Io non sono assolutamente una di quelle persone che incita le persone a lasciare l'università, anzi, tutt'altro.

Dario Vignali (01:08:40) - Io non ho completato la laurea perché un giorno ho litigato con mio padre in giardino e gli ho detto Papà, ma io già guadagno un sacco di soldi. Va bene la mia vita, so cosa sto facendo, perché hai fretta che io mi laurei e lui mi ha detto prima o poi Dario. Lui è nato in povertà e si è costruito da solo, si è laureato e mi fa prima o poi qualcuno Dario, ti guarderà dall'alto verso il basso e io voglio che tu gli possa dire che sei un dottore. E quello è stato il momento in cui ho promesso a me stesso che non mi sarei laureato e ho semplicemente smesso di andare a lezione. Sono ancora iscritto, probabilmente.

Dario Vignali (01:09:10) - Riguardo il sistema educativo italiano però io penso che numero uno se uno ha la facoltà, la possibilità di studiare gli piace è importante anche perché poi alla fine ti rendi conto che è importante nella vita sviluppare una disciplina. Lo studio all'università significa sviluppare disciplina verso se stessi, verso un obiettivo chiaro. Questo nella vita ti serve sempre.

Dario Vignali (01:09:27) - e il numero due. Amplia il tuo contesto, cioè la tua rete sociale. Ti fai degli amici che ti porti avanti per tutta la vita. Però oltre all'università dobbiamo uscire dal modello studia, studia, studia, poi fai, ti fai fino alla fine della tua vita, ma devi entrare nel modello. Studia, fai, impara, studia, fai, impara, studia, fa, impara, studia, fai, impara. Ed è un ciclo che va portato avanti in tutto il corso della nostra esistenza. Ed è importantissimo. Dobbiamo alimentare sempre questo circolo virtuoso e penso che ognuno di noi debba avere un proprio programma personale di studio e quindi io la cosa che faccio sempre all'inizio dell'anno ogni tre quattro mesi e cercare di rivedere. Questo percorso di studio, perché so che le risorse che io posso consumare durante l'anno sono limitate in numero di ore e numero, ovviamente di libri che posso leggere o di corsi che posso seguire. E quindi quello che provo a chiedermi non è qual è il libro preferito di Warren Buffett? Lo aggiungo al carrello.

Dario Vignali (01:10:15) - Qual è il libro che mi ha consegnato il mio amico, Ma mi chiedo quali sono le mie mancanze e come posso integrare i libri Sono come integratori, i corsi sono come integratori. Quindi mi chiedo oggi mi trovo qua, domani vorrei essere là, Che competenze mi servono per poter colmare questo gap e quindi questo gap informativo? Con quale risorse lo posso colmare? E quindi quali sono i corsi, i libri o le risorse migliori da seguire per poter colmare questo gap informativo? E quindi mi faccio un percorso di studio dove so esattamente cosa devo studiare per poter arrivare in quel luogo, in quella direzione. Ed è anche per questo che spero che non ci sia la domanda qual è il mio libro che consiglio a tutti per il digital marketing o altre cose Perché sì ci sono dei libri che sicuramente che posso consigliare belli però secondo me ognuno di noi si trova in una fase diversa della propria vita professionale e ognuno ha bisogno di leggere cose diverse. No magari io posso consigliare un libro su un argomento che qualcuno poi studia dice ma cos'è sto schifo? E non si appassiona alla disciplina, ma semplicemente perché alla disciplina trattata nel libro, ma semplicemente perché magari non era il touchpoint o il punto di ingresso giusto per sviluppare passione verso quella cosa.

Camilla Scassellati Sforzolini (01:11:18) - È vero, è molto utile leggere i libri nei momenti giusti, anche soprattutto quando si parla di libri, di formazione, di business, di marketing. Perché abbiamo tutti quella domanda e spesso se il libro non risponde non è così utile. Quindi mi ritrovo molto in quello che hai detto parlando del tuo lifestyle. Cioè hai detto che uno dei tuoi obiettivi era comunque avere una vita abbastanza flessibile per viaggiare tutto l'anno, continuare, avere 1000 avventure, cose che fai. Cioè se uno ti segue sui social vede che sei spesso in viaggio con la tua ragazza facendo 1000 avventure, andando anche in posti remoti. Insomma, se continui ad essere un viaggiatore, come ti hanno insegnato da piccolo i tuoi genitori, come fai? Come funziona la tua vita in quel senso? Come fai a conciliare comunque tutti i tuoi lavori con a con questa vita?

Dario Vignali (01:12:05) - Devi essere molto brava a delegare. È la verità.

Dario Vignali (01:12:10) - È un'arte. La delega è un'arte. Trovare le persone giuste a cui delegare è la cosa più difficile in assoluto. E su questo sono stato molto fortunato.

Dario Vignali (01:12:17) - Detto questo, ovviamente c'è anche il contesto, il senso della produttività No, devi essere produttivo e io sono assolutamente convinto che per essere produttivi dobbiamo riuscire a delegare tutto ciò che non ci entusiasma perché quando ci rimane invece per lo più un lavoro da fare che ci entusiasma diventiamo molto produttivi e troviamo sempre il tempo per portarlo avanti. Quindi ad oggi ho la fortuna di fare davvero poche cose che non mi piacciono. Ovvio, come tutti mi trovo a fare delle tasche di cui non sono felice, ma in proporzione sono poche. Il grande problema degli imprenditori che si trovano poi a vivere una situazione quando ormai è troppo tardi, in cui non hanno più il tempo per capire come delegare certe cose e non hanno più il tempo da dedicare a trovare la persona giusta, brava come loro a fare quella specifica cosa e quindi continuamente nel corso della loro vita diventano vittime di se stesse, continuano a portare avanti tutto in prima persona. Gran parte di tutto il lavoro di marketer dal punto di vista delle agenzia o dal punto di vista della gestione dei clienti partner soci non la porto avanti in termini operativi, la porto avanti è semplicemente in termini di vision.

Dario Vignali (01:13:19) - Io penso che poi venga spesso dimenticato quanto sia importante avere vision e penso che invece sia il lavoro più importante di un imprenditore. Tante volte l'imprenditore ha successo perché inizia, perché si rivolge all'esterno, quindi a contatto col mercato, capisce cosa vuole il mercato e quindi inizia a fornire al mercato ciò che vuole. Poi inizia a sviluppare la propria azienda e la propria realtà e inizia a rivolgersi all'interno e quindi continua a stare in contatto con l'azienda, la realtà, i problemi da gestire. Ma questo lo porta a rimanere lontano da ciò che più di qualsiasi altra cosa conta, ossia il rapporto col mercato, la comunicazione con i propri clienti, la vicinanza alle necessità, i bisogni, i desideri del mercato e soprattutto anche tutta l'informazione che riguarda ciò che cambia. No, io dico sempre il cambiamento ha fatto fuori i dinosauri, ha fatto fuori gli imperatori, ha fatto fuori anche la maggior parte degli imprenditori. Ed è responsabilità di un imprenditore continuare ad aggiornarsi come un ossesso per chiedersi qual è la prossima grande onda da solo fare. Quando impari, essere, fare mi piace essere fare la prima cosa che ti insegnano che devi devi anticipare l'onda.

Dario Vignali (01:14:16) - Cioè non è che tu aspetti l'onda e quando l'onda arriva la prendi. Tu devi iniziare a remare, ossia abbracciare e portarti alla stessa velocità dell'onda. Se tu riesci ad avere la stessa velocità dell'onda, l'onda ti spinge. Se tu non hai la stessa velocità dell'onda, l'onda o ti si chiude addosso e ti frulla oppure ti supera. Questa è un'ottima metafora nel mondo imprenditoriale, perché se tu vuoi riuscire a continuare a fare il mercato devi continuare a vedere le onde, devi continuare a guardare al di fuori e devi continuare a capire come si sta muovendo il mercato, come la swell, come il moto delle onde e soprattutto quando sta per arrivare l'onda e soprattutto iniziare a remare o abbracciare prima che l'onda arrivi. E quindi e quindi devi acquisire abbrivio. Quindi questo è quello che cerco di fare tenere tante ore del mio tempo da dedicare allo studio alla visione, al cercare di sviluppare. Scenari futuri. Anche perché da tante ore non dedicate alla produttività interna, ma allo svago, al dedicarmi a qualcosa che mi è venuto in mente, mi entusiasma.

Dario Vignali (01:15:09) - Sono poi nate tante cose che sono diventate tra i business più importanti di Marketers Academy. Non è nato dal dall'essere diligente o virtuoso nella mia task list, anzi è nato dal Ma sai che c'è? Stamattina faccio una scuola di yoga per la mia ragazza e poi è diventato un business più profittevole di Marketers Company stessa a livello di formazione e quindi cerco di avere tante ore libere in cui comunque dedicarmi al business ma che non sono state programmate. Quindi cerco sempre di ascoltare l'impeto creativo che che pervade la mia mente molto spesso. Questo sicuramente è quanto. Poi è ovvio che devo rispettare la task list, ci sono cose urgenti, uso il calendario, però magari provo a lasciarmi delle ore libere al mattino per cercare di lavorare in deep work su cose importanti o che mi vengono in mente o creative o comunicazione. Anche perché scrivere, fare video richiede un sacco di energia mentale se vuoi fare cose fatte bene e quindi cerco di lasciarmi le mattine libere per questo. Il pomeriggio invece magari me le riempio di call con i manager o gli amministratori delle aziende e e oppure potenziali clienti partner esterni o comunque le call di team di marketing.

Dario Vignali (01:16:09) - Porto ancora avanti attivamente tantissimo il marketing di marketers, questo sì. Sono ancora super coinvolto nel ideare le campagne, ideare i lanci, fare il marketing del world, avere controllo su queste cose, dirigere il team.

Camilla Scassellati Sforzolini (01:16:21) - Abbiamo parlato tantissimo, quindi hai raccontato la tua storia. Diciamo abbastanza in dettaglio, ma se dovessi dire una cosa che secondo te la gente non conosce, non capisce il tuo percorso, quale sarebbe?

Dario Vignali (01:16:36) - Osservare il prossimo e basta? Cioè, nel senso molti mi intervistano, mi fanno le domande riguardo alla mia vita, ma ciò che abbiamo costruito in realtà è semplicemente il riflesso delle persone che sono riuscito, di cui sono riuscito a circondarmi. E tutto l'ecosistema marketers è stato costruito per scovare talenti. Ci sono tante persone che sono nate nelle community di marketers e poi hanno fatto altre cose. Ci sono tante persone che sono nate nella community di marketers, hanno lavorato in marketers che mi hanno aiutato a fare tante cose e quindi se c'è una cosa in cui dedico tanto il mio tempo è cercare di capire qual è la prossima persona a cui possiamo, con cui possiamo sviluppare qualcosa.

Dario Vignali (01:17:12) - Secondo me questo è importante. Una delle lezioni di business più importanti l'ho appresa dalla insegnante di yoga della mia ragazza che dice The mind is the last but not no. La mente è l'ultima sapere e quindi secondo me l'imprenditore più di qualsiasi altra cosa deve avere intuito imprenditoriale e soprattutto intuito a livello relazionale, perché il business è fatto dalle persone. Ce ne dimentichiamo troppo spesso noi gli amministratori sono persone i clienti sono persone, i fornitori sono persone. Quindi avere a che fare con le persone è importante, ma è molto importante avere a che fare con persone che siano simili ai propri valori, quindi ascoltare di pancia chi abbiamo davanti e capire se c'è un potenziale di relazione, anche di espressione creativa condivisa. Secondo me quella è la cosa più importante e abbiamo la tendenza a celebrare gli imprenditori senza renderci conto che gli imprenditori non sono altro che la somma delle relazioni che hanno perpetuato nella loro esistenza, che da cui sono stati forgiati e che in qualche modo saranno aiutati nel loro percorso di realizzazione personale, di costruzione di progetti. Noi pensiamo sempre che sia l'imprenditore a firmare l'azienda, ma l'azienda è firmata secondo me dalla cultura e la cultura è permeata dal DNA di pensiero del Creatore, ma poi da tutte le persone che è riuscito ad attrarre.

Dario Vignali (01:18:24) - E quindi nell'imprenditoria si parla spesso di strategia, di marketing, di business, di economics, ma non si parla mai abbastanza di cultura. E secondo me invece la cultura è fondamentale, perché se tu guardi la maggior parte delle aziende falliscono dopo pochi anni. E quasi sempre un problema di cultura, di mancata sinergia, di management sbagliato. E non è un caso che se guardiamo poi i più grandi illuminati, investitori imprenditori ci dicono sempre che comprano aziende, sistemano il management e le rivendono o le possiedono per una vita. E quelle aziende poi diventano aziende multi mega milionarie. Perché il management conta tanto e perché poi la cultura che crea il management è fondamentale e.

Camilla Scassellati Sforzolini (01:19:00) - Siamo arrivati alla fine. Quindi la nostra ultima domanda è in che modo pensi che la tua italianità ti abbia aiutato nel tuo percorso fino ad oggi?

Dario Vignali (01:19:09) - Come italiano ho sempre lavorato in Italia, quindi all'estero. Non è che abbia mai fatto qualcosa da dire, mi ha aiutato. Io penso che essere italiani ci dia un grande vantaggio perché quello intuito di cui parlavo è estremamente sviluppato in noi.

Dario Vignali (01:19:22) - No? Io ad esempio sono molto appassionato di branding, di design. Penso che il design sia un linguaggio importantissimo in rete, perché quando diciamo che la prima impressione conta parecchio è che il paraverbale è più importante del verbale, anche vero in rete, cioè tutto ciò che tu vedi a livello di interfaccia di design sub comunica delle cose che in 2 secondi crea delle impressioni di chi ti scopre. E noi italiani non tutti ma in ottima misura abbiamo un grande una grande capacità di branding inespresso se pensiamo all'Italia l'Italia è famosa all'estero per tutto ciò che ha realizzato perché sono delle idee talmente forti o hanno una presentazione talmente forte che possono essere veramente dei veri e propri brand no la pasta la. Il gelato sono iconici. Tutto è iconico nella comunicazione, nell'esperienza, nella narrazione e nella cultura. Perché se noi guardiamo l'Italia, l'Italia ha una cultura straordinaria. E ti basta la foto di un vecchietto con un bambino seduto a fianco su una panchina mentre mangiano un gelato. E già quello semplicemente è poesia. Ti racconto una storia fortissima e quando facciamo marketing facciamo comunicazione, Quando costruiamo idee, quando vendiamo idee, dobbiamo ricordarci di questa incredibile capacità che l'Italia ha avuto nello sviluppare queste cose, perché è esattamente ciò che funziona nel business.

Dario Vignali (01:20:34) - E se tu guardi quella scena c'è cultura e nel business ci deve essere cultura. Se fai le cose grazie. Se fai le cose con l'anima non c'è un'intelligenza artificiale che possa veramente mettere in discussione o in pericolo ciò che tu stai facendo vendendo e le persone se ne accorgono sempre.

Camilla Scassellati Sforzolini (01:20:49) - Grazie mille Dario di averci raccontato la tua storia e anche dato tanto anche insights sulle tue strategie che possono anche essere replicate da altri, quindi invito tutti a seguire la tua a seguirci sui social, a seguire marketers, a seguire i tuoi blog se sono curiosi di scoprire un po di

Dario Vignali (01:21:07) - Stiamo mettendo in piedi Dariovignali.net, quindi magari sarà uscito il nuovo blog entro l'uscita di questa di questo episodio.

Inès Makula (01:21:14) - Andremo a guardarlo assolutamente. Grazie mille Dario.

Dario Vignali (01:21:17) - Grazie mille voi, è stato un mega piacere partecipare e ringrazio anche tutti quelli che ci hanno ascoltato fino adesso.

Camilla Scassellati Sforzolini (01:21:25) - Questo episodio è stato sponsorizzato da Qonto, la soluzione di gestione finanziaria e contabile che aiuta startup, PMI e freelance a risparmiare tempo e aumentare la produttività.

Inès Makula (01:21:35) Se avete bisogno di un conto business che vi aiuti anche a gestire le spese, andate su www.qonto.com/IT conto con la Q. Mi raccomando e provatelo gratuitamente per tre mesi con il voucher MadeIT x3. Trovate il link in descrizione. Grazie mille di averci ascoltato. Mi raccomando non dimenticate di iscrivervi al nostro podcast ovunque ci ascoltiate per non perdere nessuna puntata. Se ci volete dare una mano a crescere, lasciateci cinque stelle su Spotify o scriveteci una recensione su Apple Podcast. Ci mettete davvero pochissimi secondi, ma è un prezioso aiuto per far scoprire il podcast a nuovi ascoltatori e continuate a condividere con tutte le persone che conoscete.

Camilla Scassellati Sforzolini (01:22:13) Ci potete seguire su Instagram @madeit.podcast o su LinkedIn cercando MadeIT podcast dove condividiamo tanti contenuti esclusivi. Quindi andateci a seguire. Vogliamo ringraziare Mirko Marcattili, il nostro sound editor, Mattia Cittadino per il suo aiuto nella creazione dei contenuti social e GRS Entertainment per aver composto le nostre musiche.

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