Marco Ogliengo, Co-Founder Jet HR
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Questa settimana abbiamo intervistato un imprenditore che ha alle spalle una exit di successo e la raccolta del più alto round pre-seed in Italia: parliamo di Marco Ogliengo, co-founder di Jet HR.
Fondata nel 2022 da Marco e Francesco Scalambrino, Jet HR è una tech company che sta disegnando un nuovo modello di gestione del personale eliminando la complessità burocratica. In sole due settimane, Marco e Francesco raccolgono 4,7 milioni di euro, uno dei più alti round pre-seed del mercato italiano. Il progetto è stato subito supportato da Exor Ventures e Italian Founders Fund, oltre che da alcuni dei grandi nomi del panorama startup italiano come i founder di Satispay, Bending Spoons, Poke House e Casavo.
È il 2008 circa, anno di boom delle startup della Silicon Valley, quando Marco rimane affascinato dal successo di Facebook, Airbnb e Uber, e decide di voler diventare imprenditore inseguendo il sogno americano. Da lì l’inizio di tante esperienze: il tentativo di lanciare una prima startup, il lancio di Zalora in Asia lavorando per Rocket Internet, fino alla exit di successo di ProntoPro, la startup lanciata insieme alla moglie Silvia Wang (anche Silvia è stata ospite del nostro podcast nell’episodio numero 67, se volete andate ad ascoltarlo).
Con Marco abbiamo parlato degli insegnamenti che lo hanno portato a rimettersi in gioco dopo una exit e a raccogliere investimenti in tempi record, ma anche della vita da founder, da padre di 3 figli, e da marito di un’imprenditrice di successo. Siamo sicure che la storia di Marco sarà di supporto e ispirazione a molti first-time founders e a giovani imprenditori alla ricerca di consigli.
TAKE AWAYS
Infanzia e formazione (00:02:11) Marco Ogliengo parla della sua infanzia, dei suoi interessi e del suo percorso universitario.
L'approccio all'imprenditoria (00:07:24) Come è nato il desiderio di fare imprenditoria e come si è avvicinato a questo mondo.
Formazione e consulenza iniziale (00:09:41) La formazione universitaria, l’approccio all'imprenditoria e l'esperienza in consulenza con McKinsey.
La prima prova imprenditoriale (00:12:57) La prima esperienza imprenditoriale nel lancio di un business legato al calcio e le lezioni apprese.
Rocket Internet e l'opportunità in Asia (00:16:15) Marco Ogliengo racconta il suo ingresso in Rocket Internet e l'opportunità di lavorare in Asia per il lancio di Zalora.
Gestione di un fallimento aziendale (00:22:19) La difficile esperienza di dover licenziare le persone durante la chiusura di un business.
Successi e sfide di ProntoPro (00:25:39) Marco discute dei momenti positivi e delle challenge affrontate come imprenditore di ProntoPro, la startup fondata insieme a Silvia Wang.
Lavorare in coppia (00:28:26) Pro e contro di lavorare in famiglia. Le sfide, la fiducia e l'impatto sulla coppia.
La exit di ProntoPro (00:30:33) La difficoltà di abbandonare l'azienda e la sicurezza economica ottenuta con la exit.
La gestione familiare e imprenditoriale (00:32:05) Il periodo tra ProntoPro e Jet HR, l'arrivo dei figli e il supporto reciproco nella gestione familiare e imprenditoriale.
Come nasce Jet HR (00:35:43) La decisione razionale di avviare l'azienda, con criteri ben definiti e un'ambizione di crescita rapida. Marco racconta le motivazioni personali e pragmatiche di rimanere in Italia anziché espandersi all'estero.
Le sfide con gli investitori (00:39:29) La resistenza degli investitori alla decisione di mantenere il business in Italia anziché espandersi in Europa. Marco spiega l’importanza di convincere gli investitori sulla strategia internazionale e la difficoltà nel farlo.
La complessità del mercato italiano (00:41:21) Analisi della complessità burocratica e dei costi in Italia rispetto ad altri paesi per le imprese.
Il round di finanziamento (00:42:55) Esperienze e strategie di successo nel lanciare un round di finanziamento ottenendo uno tra i più alti round pre-seed in Italia in due settimane.
Costruzione del team e leadership (00:45:19) Sviluppo personale del founder, gestione di un team e consigli per essere un buon leader e manager. Consigli su come strutturare i processi aziendali in modo efficace e rendere il lavoro meno manuale.
Difficoltà nel dire di no agli investitori (00:51:44) Analisi dell'errore comune di non saper dire di no agli investitori e l'importanza di prendere decisioni indipendenti.
Il motivo per cui continuo a fare l'imprenditore (00:53:34) Marco spiega la sua attuale motivazione nell'essere imprenditore e l'adrenalina del fare impresa.
Consigli per founder (00:56:29) Marco fornisce consigli per i founder alle prime armi e condivide esperienze su come gestire una startup.
TRASCRIZIONE EPISODIO
Camilla Scassellati Sforzolini (00:02:11) - Iniziamo sempre dall'infanzia, dal contesto in cui i nostri ospiti sono cresciuti. Quindi partiamo da lì anche con te, senza grandi sorprese per i nostri ascoltatori. Il piccolo recap che posso dare è che sei nato a Torino, il primo di quattro figli, quindi famiglia numerosa, soprattutto per famiglie italiane, direi. Tuo padre lavorava alla Fiat e avete per il suo lavoro immagino vissuto in varie città diverse quando eri bambino poi ragazzo dalla Germania poi a Parma poi a Chicago dove c'è una grande sede della Fiat Chrysler. Se dovessi un pò descrivere questa infanzia, le esperienze che hai vissuto, il tipo di bambino o ragazzo, insomma non dobbiamo fermarci all'infanzia, i primi diciott'anni della tua vita. Cosa ricordi più vividamente di quel periodo? Pensi che si potesse già intravedere la tua ambizione di fare l'imprenditore? In quel primo contesto è una cosa che viene poi dopo, con l'università e con l'affacciarsi al mondo del lavoro?
Marco Ogliengo (00:03:05) - La mia infanzia è stata secondo me un'infanzia abbastanza normale, al di là del fatto che ho vissuto a Francoforte, Monaco, Parma, Chicago, Torino e così via. E forse anche frutto di questi continui cambiamenti.
Marco Ogliengo (00:03:16) - Ero un ragazzo molto introverso, ho sempre il naso in un libro. Alla domanda cosa ti ricordi di più? Forse il fatto che quando seguivo mia mamma a fare le compere avevo un libro in mano e lei mi diceva attenta a non sbattere contro il palo.
Camilla Scassellati Sforzolini (00:03:28) - E c'è anche raccontato che questa tua introversione eri molto intelligente o comunque applicato nell'imparare cose diverse, ma non eri per forza bravo a scuola, nel senso che non facevi di più per essere il più bravo della scuola, però eri molto bravo su alcune materie e una delle cose che hai fatto sin da piccolo, come tante delle persone che intervistiamo, in realtà è iniziare a programmare molto presto. Comunque giocare col computer molto presto, quindi direi libri e computer. Come hai iniziato a programmare? Cosa ti ha portato a fare cose sul computer? E poi se pensi un po a cosa hai raccolto da queste cose, pensi che questa tua attitudine al programmare, alle lingue, allo studio, a leggere ti abbia aiutato poi nel tuo percorso dopo una cosa che poi hai rivisto?
Marco Ogliengo (00:04:10) - Io separerei l'attitudine alle lingue e l'attitudine al programmare.
Marco Ogliengo (00:04:16) - L'attitudine alle lingue ce l'ho avuta probabilmente per il fatto che fin da piccolo ho viaggiato molto e questo è stato un apriporta incredibile, cioè il fatto di parlare l'inglese tanto bene quanto l'italiano in un periodo in cui iniziava a esserci internet. Ma il 99% dei contenuti su internet era in inglese, faceva sì che io avessi anche secondo me rispetto ai miei compagni accesso a una marea di informazioni che gli altri non avevano. Ancora oggi se guardi Wikipedia ci sono il quadruplo dei contenuti in inglese e rispetto a quanto c'è in italiano, la stessa programmazione mi è arrivata grazie a questa padronanza dell'inglese, cioè una lingua intercambiabile. Ho iniziato a programmare cercando online e poi comprando dei libri che erano scritti solo in inglese, perché all'inizio in italiano c'era ben poco. Sono andato a dodici anni, mi ricordo in libreria a Chicago, mi sono comprato un libro su come programmare e ho iniziato a, come dire, con carta e penna, probabilmente senza tanta cognizione a farlo. Mi faccio una programmazione, non so da dove venisse era nasceva anche dal fatto che era un altro modo di smanettare, una cosa che avevo sempre avuto a che fare dai lego da piccolo, poi al montare il computer e poi in ultima istanza programmare.
Marco Ogliengo (00:05:28) - Non sono mai diventato un vero programmatore, è stato un giochino. Non mi definirei mai un developer, un programmatore, però è stata una cosa che mi ha permesso di parlare la stessa lingua. Quando poi sono entrato imprenditore chi fa software di chi fa interfacce parlare la stessa lingua come dire mi dà una concretezza una sensazione di quello che stiamo facendo come azienda che altre persone magari non avrebbero sentito.
Camilla Scassellati Sforzolini (00:05:51) - Qualcuno descrivere un po il ruolo del founder in un video recentemente che spiegava anche se tu sei il founder, non c'è bisogno che tu sappia fare le cose meglio di qualsiasi persona, cioè essere un programmatore, magari il più bravo dei programmatori, ma se non sai almeno le basi non sai chiedere le domande giuste, non sai dare la direzione giusta, non sai capire le informazioni che ti vengono spiegate dai tuoi sviluppatori, quindi non riesci a mandare avanti l'azienda se è basata sul tech, quindi effettivamente queste basi. Poi magari anche se non hai fatto poi il programmatore più in là ti sono come dicevi servite per poter parlare quella lingua rimanendo un pò su di te la tua infanzia.
Camilla Scassellati Sforzolini (00:06:27) - Se dovessi descriverti eri più introverso, estroverso, estremamente introverso. In che parte dello spettro ti metteresti?
Marco Ogliengo (00:06:35) - Era molto più verso un introverso che estroverso, molto più a mio agio con un libro in mano o andare a farmi i fatti miei anziché andare a parlare con persone che non conosco bene.
Camilla Scassellati Sforzolini (00:06:45) - Passo subito poi alla tuo periodo universitario sei andato, hai studiato alla Bocconi a Milano quindi poi sei rimasto in Italia, diciamo, anche se avevi un pò girato con la tua famiglia. Mi sembra di capire che appena arrivi all'università nasce il tuo fascino con l'imprenditoria, però quando la spieghi dici che era. Ti affascina l'imprenditoria per i motivi sbagliati, cioè più il glamour e il fascino che circondava le start up in quell'epoca. Era il 2008. Più che sapere veramente cosa voleva dire fare start up e fare l'imprenditore. Ci puoi spiegare questa cosa meglio? E esattamente da dove veniva questo fascino, questa, questa tua voglia di magari affacciarti all'imprenditoria?
Marco Ogliengo (00:07:24) - Mi sono avvicinato all'imprenditoria per i motivi sbagliati, anche in modo un pò provocatorio, a molte delle storie di successo.
Marco Ogliengo (00:07:31) - Spesso senti raccontare di un founder che aveva un problema che a tutti i costi voleva risolvere pur di risolverlo Ha avviato un'azienda? No, mentre io ex ante, ho deciso voglio avviare un'azienda e poi mi sono messo a dire ok, come faccio ad avviare un'azienda? Sono andato in cerca di un problema e questo spesso vedo che perlomeno in America nei sistemi più sviluppati è visto come un imprenditore di insuccesso. Io mi sono avvicinato per il glamour direi più forse per la voglia di andare a fare cose difficili. C'è un po’ come fare una scalata è difficile arrivare dove non tutti arrivano. Era questo quello che mi attraeva la voglia di achievement.
Camilla Scassellati Sforzolini (00:08:11) - Ti ricordi se c'era già stata qualcosa, una storia che hai letto? Perché ovviamente veniamo tutti portati verso una strada per un altro. Abbiamo alcune percezioni di certi percorsi perché sentiamo una storia o sentiamo qualcuno parlare o leggiamo un libro che ci fa pensare che questa è una cosa. Che cosa ti ha dato l'impressione che fosse la cosa più difficile? Che era la cosa da fare se volevi avere successo stare sopra gli altri Ti ricordi se hai letto qualcosa? Hai visto un film, non so, qualcosa che ti ha portato verso quel pensiero.
Marco Ogliengo (00:08:39) - Allora io leggevo come penso tutti al tempo, cioè non c'erano grandi risorse, quindi io leggevo tanto TechCrunch e poi da lì a pochi anni è nata o hai combinato? Ha iniziato a pubblicare materiale Web Combinator, quindi le due fonti di conoscenza che arrivavano in Italia erano queste due li vedevi. La storia di Facebook era il grande successo di cui si parlava tanto, diciamo la generazione precedente della bolla del 2001. Ero troppo giovane, quindi quella me la sono persa completamente. Dal 2006 in poi Facebook, Uber, Airbnb, tutti quelli che sono nate in quegli anni, quelle sono quelle che ho seguito più da vicino e che mi affascinavano. Non avevo un'indicazione che fossero la cosa più difficile, però era chiaramente una cosa difficile fuori dal normale e per questo mi attirava.
Camilla Scassellati Sforzolini (00:09:28) - E all'università offrivano corsi di imprenditoria, hai cercato di studiare imprenditoria, hai cercato di formarti sull'imprenditoria o hai capito che era una cosa che sarebbe venuta poi più in là quando avevi la giusta opportunità?
Marco Ogliengo (00:09:41) - l'Università qualcosa offriva. Il tempo però era molto embrionale e devo dire non tanto utile per diventare imprenditore era molto accademico come approccio tutto quello che ho imparato se poi penso mi ricordo una frase che ho detto 2 o 3 anni dopo aver avviato ProntoPro ProntoPro nasce ai contenuti di Y Combinator. Y Combinator aveva messo online dieci lezioni How to Start a startup che erano di qualità altissima e io mi ero guardato quei dieci video e grazie a quei dieci video ho fatto partire ProntoPro.
Marco Ogliengo (00:10:12) - Questa cosa che è molto diffusa in America di condividere di pay forward di give back è incredibile. Secondo me hanno veramente aiutato l'ecosistema imprenditoriale mondiale non solo americano grazie a questa condivisione gratuita di contenuti di come ce l'abbiamo fatta di come abbiamo superato le difficoltà in Italia questa cosa c'è molto meno in parte perché è meno diffuso l'ecosistema imprenditoriale ma anche un po culturale e quindi io sono estremamente grato a quelle persone di Y Combinator che hanno pubblicato questi contenuti e che onestamente sono il motivo per cui ProntoPro è stato un successo.
Inès Makula (00:10:45) - Infatti anche noi, nel nostro piccolo, con il nostro podcast, vogliamo fare proprio quello, cioè dare tramite le storie di persone come te a ragazzi che di tutta Italia. Infatti la ragione per cui l'abbiamo fatto in italiano era proprio per questo, per arrivare a chi magari non parlava inglese o chi non si riusciva ad identificare nel sogno americano. però non è iniziato subito da un'esperienza imprenditoriale. Dopo la Bocconi sei entrato in McKinsey, un passo che hai descritto come dettato più dalle aspettative sociali che da una tua precisa visione di carriera o quello che desideravi fare.
Inès Makula (00:11:15) - Se ripensi a quegli anni cosa ti motivava e volevi essere migliore nell'azienda più prestigiosa?
Marco Ogliengo (00:11:23) – Ti spiego la cosa nel modo più banale possibile, anche per far passare il messaggio che non è che servano persone eccezionali per fare gli imprenditori. Quindi quando all'inizio Camilla mi chiedeva c'era un'attenzione imprenditoriale fin da piccolo no, non c'era niente. No, Quando adesso mi chiedi cos'è che ti spingeva all'università a prendere la decisione di carriera ad essere completamente onesto, sono andato dove andavano tutti. Ho scelto economia perché era, diciamocelo, la facoltà degli indecisi, di chi non ha chiaramente in testa cosa vuole fare. E dopo Economia sono andao in consulenza perché durante il corso di economia saltava fuori che chi era bravo riusciva a entrare in consulenza, in investment banking e quindi sono andato in consulenza. Quindi senza un gran piano, senza reale consapevolezza di cosa stesse andando a scegliere. E questo lo dico per dire, non è che fin da subito ci fosse chissà cosa. Dal punto di vista imprenditoriale. Poi la consulenza è stata una bellissima scuola e sono contentissimo di averlo fatto.
Marco Ogliengo (00:12:23) - Mi ha mi ha sicuramente aiutato tantissimo in quello che è successo dopo. Ad affrontare problemi complessi, a capire come spacchettare, a capire cosa vuol dire essere analitico, dove ha senso semplificare e dove no. E anche da un punto di vista molto terra terra a fare le analisi in Excel tutti i business digitali alla fine non vede il cliente face to face. Spesso il cliente è un numero in un Excel, deve saperlo interpretare e analizzare. Quindi sono contentissimo di essere andato a McKinsey. McKinsey mi ha dato sicuramente una spinta importante per il successo imprenditoriale successivo, ma ci sono capitato per puro caso.
Inès Makula (00:12:57) - Esatto. Non tutti i percorsi sono stati, diciamo, studiati strategiezed a tavolino per arrivare in certi punti, ma sicuramente la consulenza l'abbiamo visto anche sul podcast. È quell'esperienza formativa che dà un impostazione su come essere analitici, come lavorare che è servito a tanti imprenditori durante gli anni di McKinsey. Hai fatto però una prova siamo alla tua prima prova imprenditoriale. Lancio un business per cercare bar in cui andare a vedere la partita. Però ci hai raccontato che non conosci neanche tanto bene il mondo del calcio, che non era uno sport che ti interessava particolarmente.
Inès Makula (00:13:27) - Quindi perché questo business? E poi si è ispirato a Fubles, che ci hai detto essere la startup italiana del momento. Ma dove pensavi di arrivare in quel primo tentativo? Cioè se ci riporti un po al tuo mindset di quegli anni perché sei partito così?
Marco Ogliengo (00:13:42) - Avevo questo desiderio di avvicinarmi all'imprenditoria e con un mio amico ci avviamo un'azienda. Cosa avviamo? E un amico fa sai, a volte non so dove andare a vedere la partita, io che non so neanche cosa sia un fuorigioco. Mai guardato una partita, non ho neanche una squadra del cuore. Ho detto va bene, facciamolo, no? Poi dopo tre mesi la roba è morta. No, Però se abbiamo aperto un sito ho trovato che gli sviluppatori hanno fatto un minimo di sviluppo commerciale. Abbiamo fatto male, assolutamente molto male i primi passi in quella direzione.
Inès Makula (00:14:15) - E cosa ti sei portato poi da quella prima esperienza, da quel piccolo fallimento? Non avevi investito tanti soldi, però comunque qualche migliaia di euro. I tuoi risparmi l'avevi investiti immagino sia stata comunque una una grande lezione di quello che non non bisogna fare magari non per la tua prossima esperienza.
Marco Ogliengo (00:14:30) - Sì diciamo è stata un'esperienza così breve che non è stata forse un'enorme lezione però mi ha dato idea della complessità dello sviluppo software complessità del delegare a un fornitore lo sviluppo di quello che è il tuo prodotto poi in tutte le mie aziende successive ma ti dirò una best practice in tutte le tech companies di successo lo sviluppo del software è internalizzato e la competenza è una cosa per la quale prendi un'agenzia esterna.
Camilla Scassellati Sforzolini (00:15:01) - Facciamo una piccola pausa per parlarvi di Qonto il nostro sponsor. Vi abbiamo già svelato che Qonto potrebbe essere l'aiuto che vi mancava per gestire la vostra contabilità in modo efficiente e veloce. Niente più conti in banca vecchio stile e fogli Excel disorganizzati.
Inès Makula (00:15:16) - Qonto vi permette di aprire un conto business online in pochi minuti e cominciare ad automatizzare e digitalizzare la vostra gestione finanziaria. Potrete pagare gli F24, inviare e ricevere fatture elettroniche e delegare in tranquillità la gestione delle spese. Monitorando i vostri pagamenti in tempo reale. Andate su www.qonto.com/it e potete utilizzare il voucher dedicato alla nostra community MadeX3 che vi permette di provare conto gratuitamente per tre mesi.
Inès Makula (00:15:43) - Trovate il link in descrizione. Si arriva poi l'opportunità di andare da Rocket Internet un po per caso. Rocket, lo ricordiamo. Ne abbiamo parlato tanto su questo podcast perché tanti imprenditori ci sono passati. Era un po la factory delle start up, no? Quindi copiava business model americani o super avviati. Li replicava in Europa e soprattutto in Asia. Qui ti chiamano e ci racconti come sei entrato e perché decidi di accettare. Passando comunque da McKinsey sapevi già che sarebbe stato uno step per quello che avresti poi voluto fare, magari un giorno?
Marco Ogliengo (00:16:15) - Rocket in quegli anni 2011, 2012, 2013 era in fase di massima espansione. Arrivavano dal successo dell'aver clonato eBay sotto forma di Alan e rivenduta poi a eBay stessa dopo 6 o 9 mesi per 40 milioni di aver lanciato Zalando e stavano lanciando e se non sbaglio siti deal che poi hanno venduto a Groupon come clone di Groupon. Avevano imbroccato una dietro l'altra una serie di successi. Avevano deciso di replicare questo modello che tu hai chiamato la fabbrica dei cloni su scala globale e in quel momento stavano clonando il modello Amazon, il modello Zalando.
Marco Ogliengo (00:16:56) – in Latino america, Africa e Asia stanno assumendo un sacco di persone smart e il modo in cui si muovevano era molto interessante. Poi alcune cose non funzionavano, però c'è sempre da imparare a vedere le cose. Portata all'estremo, il modo in cui si muovevano, dovendo assumere tante persone in gamba da mettere a capo dei business. Era mi fido del brand, non ho tempo per fare i colloqui, quindi prendo persone che sono che hanno superato i colloqui di McKinsey, BCG, Goldman Sachs, JP Morgan. Mi fido che siano intelligenti. Faccio un colloquio di 10 minuti per capire se sono interessate e se sono interessate. Faccio un'offerta. E così è stato per me un mio collega di università che con cui penso di aver parlato una volta onestamente, aveva sentito dire che ero abbastanza in gamba. Sono uno dei nomi che ha fatto. Ho fatto un colloquio di 10 minuti con Oliver Samwer, che era uno dei tre fratelli che hanno lanciato Rocket. Dopo 10 minuti mi è arrivata un'e mail con un'offerta pazzesca.
Inès Makula (00:17:51) - Non sapevo che era così rapido.
Inès Makula (00:17:53) - Poi mi piace questa cosa che usufruivano degli HR degli altri, gli investimenti per fare uno screening delle persone da assumere per loro però velocissimo quindi sì.
Marco Ogliengo (00:18:04) - Poi devo dire in alcune cose non funzionava sta questa proxy cioè hanno portato dentro tante persone con un mindset più mercenario che non ottimizzano magari per il bene dell'azienda ma per farsi una vacanza di un anno nel Sud-Est asiatico hanno portato anche dentro persone disoneste quindi c'è stato un po di tutto però nella media c'è un mercato molto interessante. Così mi hanno mi hanno poi chiamato a a Taiwan.
Inès Makula (00:18:30) - comunque non è proprio banalissimo come Paese in cui spostarsi come cioè sei stato subito subito gasato dalla proposta diciamo?
Marco Ogliengo (00:18:39) - Da un certo punto di vista era un po verso il rischio una volta che ero entrato in McKinsey. McKinsey ti dà uno status è entrato in un'azienda in cui non tutti riescono a entrare. Ci pensi due volte prima di buttare via questa cosa. Dall'altra parte mi offrivano l'opportunità di fare l'imprenditore, non come avevo provato con partitona, il sito dei bar, ma come dire, con una roba era fare l'imprenditore coi soldi degli altri e questa cosa aveva un fascino incredibile.
Marco Ogliengo (00:19:07) - E quindi certo che ho accettato l'offerta a quell'età poi devo dire andare a Taiwan cioè più remoto il posto più interessante no non era assolutamente un ostacolo se poi.
Inès Makula (00:19:16) - Visto il tuo background diciamo di essere cresciuto in giro per il mondo sicuramente non eri la persona che aveva più paura del cambiamento. Immagino che ti aveva comunque dato un'apertura mentale, un comfort nel cambiare vita, ricominciare che magari non tutti avevano. A quei tempi. Però frequentavi già Silvia Wang, che diventerà poi tua moglie e co-founder di ProntoPro, che abbiamo avuto ospite anche su questo podcast svariate volte. Siete partiti quindi insieme. Come avete gestito la relazione partire? Come sono andati quegli anni? Lei dove è andata con te? A Taiwan? Un altro paese?
Marco Ogliengo (00:19:46) - Sì, ha fatto un grandissimo sacrificio. Ha sempre avuto un po questo spirito. Per fare un piccolo inciso a un certo punto, quando ero in McKinsey, mi ricordo sai se all'inizio carriera io ho iniziato il McKinsey, l'aveva iniziato in un'altra multinazionale con un bel percorso di carriera la chiamano i genitori dicendo c'è bisogno che tu venga a lavorare nell'azienda di famiglia perché c'è bisogno di una mano.
Marco Ogliengo (00:20:07) - Siamo in difficoltà. E lei cosa ha fatto? Ha mollato la sua carriera proprio nei primi anni? Quelli dove definisci la tua traiettoria in maniera assolutamente generosa? Ha buttato via tutto e ha detto va bene, però vengo a dare una mano quando io poi ho ricevuto questa offerta andare a Taiwan devo dire ci frequentavamo. Era una relazione seria ma ci frequentavamo da un anno e mezzo non era ancora sulla traiettoria del matrimonio diciamo io volevo andare la relazione a distanza così non importa io volevo andare lei con consapevolezza che la relazione a distanza con 8 ore di fuso difficilmente avrebbe funzionato. Cosa decise di nuovo? Mollo la carriera e vengo con te e quindi diciamo siamo insieme esclusivamente per. Merito suo perché ha messo la relazione davanti alla al proprio come dire futuro no in un momento in cui la relazione ancora non si poteva sapere dove sarebbe andata. Ha trovato lavoro anche lei in Rocket internet a Taipei quindi vivevamo insieme poi quando con Rocket ci siamo spostati in Indonesia a Giacarta anche lì lei ha trovato lavoro in altre aziende, sempre del gruppo Rocket che come dire aveva sempre una gran fame di di bocconiani.
Camilla Scassellati Sforzolini (00:21:15) - A volte le scelte si fanno per due motivi ma poi aiutano anche su altri piani però mi è piaciuto molto come hai descritto diciamo il suo tra virgolette sacrificio come l'hai spiegato bene nel senso che è stata una cosa bella che lei ha fatto per voi e che poi si è rivelata un successo perché a volte si fanno anche questi sacrifici per i motivi sbagliati E ma parliamo di Taiwan appunto sei partito per aprire Zamora che era una di quelle copie cioè la copia di Zalando in sud est asiatico o comunque in Asia. Tu quindi eri responsabile di aprire Taiwan e come spesso succede con Rocket appunto come diciamo mandano questi ragazzi ad aprire un nuovo mercato o aprire proprio una nuova start up da zero ti mettono in magazzini ti fanno gestire lo stock, ti fanno gestire la piattaforma on line insomma ognuno ha un ruolo, anche se appunto non hai zero esperienza di gestire un magazzino. Ti ritrovi magari a gestire centinaia di persone in un magazzino e nel tuo caso già l'ora a Taiwan è stata un'esperienza difficile perché non ha funzionato e quindi ti sei trovato anche tu poi a dover licenziare tutte le persone che avevate assunto in quel mercato.
Camilla Scassellati Sforzolini (00:22:19) - E quindi ti volevo chiedere se ci raccontavi un po, quell'esperienza nell'ottica di l'hai vissuta come un fallimento, anche se non era un tuo fallimento personale ma insomma diciamo che era già stato avviato da Rocket, quindi non sei proprio in prima persona. Però comunque hai delle responsabilità in prima persona. E cosa hai imparato, cosa, cosa ti ha dato? Perché comunque so che sono esperienze molto formative anche molto impattanti perché appunto sei giovani ti ritrovi magari un po perso.
Marco Ogliengo (00:22:45) - Anche per via del fatto che Rocket aveva questo processo di assunzione così azzardato. Chiamiamolo si prendeva un po di ridondanza. Quindi il modello operativo che avevano su questi business era di mettere non una ma 2 o 3 persone a capo di un business ciascuna su un'area funzionale. Quindi a Taiwan eravamo in tre una persona, trattandosi di un sito di e-commerce una persona sulla parte di buying quindi della selezione alimentare o una sulla parte di marketing, l'ultima sulla parte di Operations inteso come call center, magazzino e studio fotografico. Io ero la persona a capo Operations, quindi mi trovavo, come dicevi tu, in un magazzino con 200 persone di cui una parlava inglese e altre forse cinese.
Marco Ogliengo (00:23:27) - È stata un'esperienza che, come dire, mi ha un po riportato con i piedi a terra. No, ci ha abituato magari ad avere successo in tutto quello che facevo. Era tutto facile senza avere avuto esperienza manageriale a gestire 200 persone e a fare le cose sbagliate perché non avevo esperienza di logistica. Una esperienza manageriale, figurati, mi ha dato una bella botta di umiltà. Mettiamola così dopo nove mesi Rocket ha deciso di chiudere Taiwan in quanto la visione che stavano vendendo gli investitori era di leadership nel Sud-Est asiatico. Taiwan non era il sud est asiatico è Nord Asia. Formalmente, quindi, dovendo ridurre un po il turn di capitali nella nella regione nel seguire Taiwan quindi è stata una decisione completamente slegata successo economico del business quindi non l'ho minimamente vissuta come un mio fallimento però mirato. Trovandomi io a chiudere il business mi ha dato una forte sensazione della realtà del fare impresa che quando non funziona va bene investitore posso capitare in 200% persone perdono il lavoro e magari per investitori capitale parte di un portafoglio per la persona la vita è una.
Marco Ogliengo (00:24:36) - E non hanno un portafoglio di opzioni di carriera no non tutte perlomeno quindi mi ha dato una cautela nell'assumere nel gestire l'azienda che poi mi sono portato dietro successivamente perché mi sono trovato io a licenziare persone anche che non ho assunto io però questa cosa è stata molto difficile emotivamente.
Camilla Scassellati Sforzolini (00:24:57) - Sì anche da una parte di comunicazione dover imparare come spiegare una scelta del genere una decisione del genere delle persone cui vai a impattare la loro vita di tutti i giorni e spesso appunto devi avere devi decidere se avere trasparenza non aver trasparenza come lo spieghi? Poi parleremo un po di leadership, ma questa è una cosa anche importante. Quando porti avanti, anche se non stai licenziando ma stai cercando di convincere persone a seguirti in un'avventura imprenditoriale, come spieghi le cose? Come dici? La ragione per la quale devono fare questa cosa e non quest'altra cosa che magari ritengono più giusta? Immagino rientri tutti un po nella stesse capacità che hai acquisito anche nella comunicazione, ma e rimanendo un po sulla tua vita. Poi sei andato a Giacarta, ce lo hai spiegato.
Camilla Scassellati Sforzolini (00:25:39) - Quindi se hai continuato con Rocket e poi dopo questa esperienza in Indonesia, tu e Silvia, decidete di sposarvi. Di tornare in Italia e di lanciare un business insieme. Abbiamo già raccontato in dettaglio con Silvia la nostra intervista, quindi rimando tutti i nostri ascoltatori ad ascoltare anche quella chiacchierata se volete sentire l'altra parte della storia dall'altra co-founder. Ti faccio solo una domanda quindi abbastanza aperta su cosa sono state le cose più belle di ProntoPro le cose che ricordi come i successi o comunque i momenti positivi per te? Come imprenditore invece, quali sono stati? Magari alcuni challenge, alcune cose che pensi che avresti potuto fare meglio? E scusa se ti do una domanda così ampia, però una storia per ogni lato.
Marco Ogliengo (00:26:20) - Se dovessi scegliere una cosa che mi è rimasta, che mi ha colpito. Mi ricordo quando eravamo ancora al secondo anno, che improvvisamente eravamo, penso una dozzina, una quindicina di persone, tutte in una stanza che stavano lavorando lavorando sodo e lavorando tra di loro senza aver bisogno di me. Di Silvia che si dice ci siamo guardati e come dire gonfiato il petto pieni di di orgoglio abbiamo della realizzazione non tanto di avere tante persone ma del fatto che avevano creato qualcosa dal nulla che c'erano delle persone con una missione che erano concentrate che stavano lavorando per fare qualcosa e quella cosa esisteva grazie a una nostra decisione a tavolino di avviare quindi una roba piccola che però mi ricordo mi ha dato una sensazione di cavolo questa roba è vera.
Marco Ogliengo (00:27:08) - Partite come un Excel, poi un PowerPoint, poi un racconto ad investitori, ma adesso questa cosa è vera. Poi ci sono stati dei momenti così quando il cliente sono arrivati a ringraziarci in ufficio, quando poi l'azienda ha superato i 100 dipendenti, 1000 altre cose però dovendo sceglierne una una ricordo ancora.
Camilla Scassellati Sforzolini (00:27:27) - Le cose che magari non vi aspettavate che sarebbe stata così difficile.
Marco Ogliengo (00:27:31) - Io mi ricordo a un certo punto che ero con uno dei nostri investitori parlando in una stanza parlando con un potenziale investitore futuro che mi ha detto questa frase che ha fatto impallidire l'investitore attuale come dire faccio questa azienda si regge in piedi per forza di volontà perché non ha ancora processi non ancora. Cioè se io scompaio come dire il castello ancora crolla e questo ha fatto impallidire l'imprenditore attuale perché chiaramente la sensazione di fragilità e forse non è il modo in cui porsi all'esterno però per i primi due tre anni anche per inesperienza nostra per incapacità di cose in maniera più intelligente per magari non voler mollare però per i primi due tre anni però era assolutamente molto dipendente dai fondatori e quindi questo si traduceva in orari estremamente lunghi e a ritmi molto intensi in errori che fai per perché ti stai sovraccaricando di lavoro.
Camilla Scassellati Sforzolini (00:28:26) - Domanda che non potevamo non farti… lavorare con tua moglie cioè lavorare in famiglia con una persona con cui condividi non solo la vita professionale ma anche la vita di casa, è stato difficile? Come siete sopravvissuti a questa esperienza perché so che non è la più facile.
Marco Ogliengo (00:28:43) - Lavorare con mia moglie ha avuto dei pro e dei contro. I pro se vuoi sono che c'è fiducia totale, ma a un livello superiore rispetto a quello che potresti avere con un qualsiasi, cioè il tuo futuro e il suo futuro. E quindi prendi la decisione giusta per l'azienda, a prescindere da ego, da mi piacerebbe essere io che parlo con gli investitori o così via. I contro sono che hai un approccio al partner che è molto più duro di quello che avresti con una persona con cui sei anche leggermente meno in confidenza. Magari un feedback a un socio lo daresti in maniera più delicata. Come si dà un feedback? No a una persona, alla tua famiglia, magari tende a essere molto più schietto e anche meno corretto.
Marco Ogliengo (00:29:26) - Alla lunga stressa la coppia non perché mette una una pressione sull'altro molto forte. Tutto il resto azienda è misurato su una misura e invece per il partner la barra minima è molto più alta, no? Il film è creato senza cura in maniera molto brutale all'inizio magari ti passa. Cioè va bene dice il bello di essere in confidenza. No, alla lunga non funziona.
Camilla Scassellati Sforzolini (00:29:50) - Quando avete deciso di vendere ProntoPro o comunque di fare la vostra exit come l'avete vissuta insieme? Ma come l'hai vissuta tu personalmente e come ti ha cambiato la vita? Fare una exit dal punto di vista di sicurezza economica o sicurezza nelle tue o comunque successo nella nell'essere riusciti a costruire qualcosa che non solo esiste adesso senza di voi continua ad esistere ma che avete potuto vendere ricominciare. Diciamo che ovviamente fare una exit per ogni imprenditore è il sigillo di successo soprattutto se l'exit viene fatta bene o ci sono exit e exit, perché comunque aver creato qualcosa che ha adesso una seconda vita senza di voi quindi come sì come ti sei sentito come ti senti adesso che come avete preso quella decisione?
Marco Ogliengo (00:30:33) - L'uscita non è stata facile perché ti senti di innanzitutto abbandonare una cosa che è stata la cosa principale della tua vita per gli scorsi sei anni nel mio caso, e quindi di colpo.
Marco Ogliengo (00:30:47) - Una cosa non c'è più, una cosa era ciò che dava senso alla tua vita, per cui ottimizzare la tua vita improvvisamente scompare. E c'è anche, devo dire, nei confronti di tutte le persone che lavorano in quella azienda. Quasi mi sono sentito di tradirli. No perché le persone alla fine assunte io e venivano in parte per sfiducia magari nella visione che io raccontavo da quel punto di vista è stato tutt'altro che facile dal punto di vista. Per la seconda parte alla tua domanda come è stato avere improvvisamente una sicurezza economica anche considerando il fatto che sempre ci troviamo stipendi molto bassi per sei anni no perché funziona così Allora non è cambiato assolutamente nulla nel day by day se abbiamo comprato casa basta, Non ha cambiato macchina, non ha cambiato nulla, non abbiamo cambiato i ristoranti in cui andavamo. Ti dà una pace mentale, sicuramente, che si è manifestata soprattutto nella decisione di continuare a fare l'imprenditore perché se non hai bisogno di avere un reddito nell'immediato puoi assolutamente permetterti con molta più calma, con molta più razionalità di fare le cose fatte bene per Silvia, di lasciare sereni e non pagarsi uno stipendio, di non avere fretta nel decidere che business lanciare.
Camilla Scassellati Sforzolini (00:32:05) - Infatti ci racconti un po questo in between per questo periodo a metà tra aver chiuso, insomma chiuso con ProntoPro, aver finito la exit, essere usciti voi come founder. E poi la scelta del percorso successivo. Come hai detto Silvia, lanciato relativamente velocemente, tu forse hai preso un pochino più di tempo tra ProntoPro e Jet chart per definire la tua idea, ma anche per diciamo avevate già un figlio avete avuto un secondo figlio dopo la exit quindi anche di occuparti del vostro secondo figlio ne avete un terzo in arrivo quindi c'è anche questo aspetto di famiglia che magari non viene nominata ma sono sicura dà molta direzione anche alle proprie ambizioni. Quindi come hai vissuto tu questo periodo A metà Ti si è occupato appunto del figlio, quindi come è stato fare il papà a tempo pieno? Insomma come ti sei trovato?
Marco Ogliengo (00:32:53) - Allora devo dire che i figli si sono incastrati in maniera abbastanza fortunata con le ambizioni imprenditoriali quindi il primo è arrivato quando eravamo in ProntoPro, ma quando ProntoPro era già abbastanza matura e Silvia ha potuto staccarsi per un po di tempo per dedicarsi al figlio, ha preso formalmente una maternità, però ha dato priorità al figlio a sapendo che io avrei coperto la sua parte.
Marco Ogliengo (00:33:15) - E ci siamo detti io rimango al 100% sul business e tu ti prendi cura della famiglia, no? Il secondo è arrivato dopo l'exit, quando Silvia stava lanciando Serenis mi ricordo che ha partorito e si parlava del computer in ospedale, poverina, proprio per via del secondo figlio, io ho deciso di posticipare almeno di un anno ogni mia decisione imprenditoriale per poter seguire il figlio, il figlio piccolo e dare spazio a Silvia di lanciare la sua azienda. Che quando arrivi in azienda, non importa quanto esperienza tu abbia inteso insomma diciamo il terzo figlio. Il timing è stato fortunato perché comunque, sebbene sia ancora un'azienda in rapida crescita dello stage già al primo anno e quindi stiamo morendo, non c'è più stato l'incastro fortunato, ma.
Inès Makula (00:34:00) - Fare il papà a tempo pieno per un periodo ti ha dato un'altra consapevolezza di cosa vuol dire crescere i figli, perché chiaramente se uno non se ne occupa magari non sai. Si sente tante volte dire io sono tante volte dire magari da uomini ma niente da fare cioè come se fosse una cosa facile invece è un lavoro c'è un vero lavoro, non che io abbia figli ancora che sto crescendo, ma un'altra visione su cosa vuol dire essere genitore a tempo pieno.
Marco Ogliengo (00:34:24) - Ti dico onestamente non me ne rendo conto cioè non ho realizzato di essere cambiato nel farlo ma probabilmente sì cioè adesso do per scontato magari prima no che il carico lavorativo relativo ai figli sia diviso equamente tra me e Silvia cioè adesso quando Silvia torna con la terza figlia che è piccolina e io prendo cura degli altri due di mettere i denti per fare colazione, porto a scuola perché è il modo più razionale per dividersi le cose, magari il mindset con cui sono cresciuto, vedendo come la famiglia tradizionale di 30 40 anni fa era la donna si occupa dei figli e non ora. Il lavoro invece no.
Inès Makula (00:35:04) - No, infatti è bello questa cosa, soprattutto per tutte le donne che vogliono fare le imprenditrici. È bello vedere che due persone ambiziose possono essere insieme, aiutarsi sia sul lavoro che nella famiglia. Penso sia un grande esempio. Per questo ne parliamo ed è importante parlarne anche con gli uomini, non solo con le donne. E arriviamo finalmente a Jet HR. Il vostro motto è odiamo la burocrazia. Penso che siamo tutti d'accordo col vostro motto e hai spiegato che in parte l'idea nasce dalla tua frustrazione personale quando eri da ProntoPro di aver dovuto gestire burocrazie, processi complessi di gestione del personale, perderci davvero tanto tempo.
Inès Makula (00:35:37) - Ci puoi spiegare in dettaglio come hai deciso che questa fosse l'idea giusta e che ragionamenti analisi di mercato avete fatto prima di lanciare?
Marco Ogliengo (00:35:43) - Allora magari prima dico anche bene cosa fa getta? Jet è una soluzione tecnologica per gestire il personale vuol dire assumere, pagare gli stipendi e l'amministrazione ordinaria dal tenere traccia di ferie, note, spese di contratti, corsi, sicurezza obbligatori, formazione obbligatoria, visite mediche e potrei continuare a lungo perché l'Italia ha veramente tanta, tanta, tanta libertà d'azione e quindi fornisce una piattaforma in cui tu puoi fare tutte queste cose in autonomia, con pochi click, in maniera molto smart. Affiancato da un consulente del lavoro partner di Pescara che ti può aiutare e guidare in tutte le tematiche più complesse che non sono trasformabili in bottoni. La decisione di avviare Jet è nata in maniera estremamente razionale, mentre la decisione di avviare ProntoPro è stata molto più di impulso. Ok, ho capito che sia un problema difficile trovare un idraulico o un personal trainer. Facciamo un business qua. C'era molta più consapevolezza della dimensione del mercato in cui mi sarei andato a cacciare delle dinamiche di acquisizione clienti, di cosa vuol dire successo, di che tipo di team avrei dovuto costruire e così via.
Marco Ogliengo (00:36:54) - Quindi anche qui ho deciso che avrei fatto un'azienda e poi sono andato a decidere cosa avrei avviato, però con dei criteri. Il primo criterio era volevo costruire un'azienda, quindi volevo vendere ad altre aziende, non ai consumatori, perché è molto più facile. Non dipendi da Google, da Facebook per l'acquisizione dei tuoi clienti, hai più controllo del tuo destino. E come dire anche un po una reazione a dopo sei anni di fatiche sono pronto pro volermi togliere un pezzo di fatica che avevo conosciuto. Volevo fare un business che fosse italiano, fosse venture scale, che potesse raccogliere soldi dai venture capital, avere una crescita molto rapida e di conseguenza avere una una dimensione minima necessaria altrimenti il Venture capital non funziona deve per forza fare una crescita più lenta. Quindi volevo avere un business in rapida crescita, non perché è bello raccogliere soldi e vendere pezzi della tua azienda agli investitori, ma perché è bello fare qualcosa dove hai un impatto molto in fretta. Cioè, se io posso considerare la stessa azienda in vent'anni tenendola al 100% o in tre anni vendendo dei pezzi a investitori per andare più veloce, sicuramente meglio la seconda cioè magari da un punto di vista economico di puro ritorno economica meglio la prima sicuramente da un punto di vista di come vuoi vivere la tua vita più interessante la seconda esperienza più divertente quindi volevo costruire un business che fosse come si dice Venture scale in rapida crescita ma che potesse esserlo sulla sola Italia.
Inès Makula (00:38:19) - Questo mi incuriosisce perché sono interessata a questo.
Marco Ogliengo (00:38:23) - Due motivi uno tutto ciò che fai in Italia da italiano è più vero, cioè molto più concreto finire sul Corriere della Sera che sul Jakarta Times. Quindi c'è un punto di vista completamente irrazionale che è bello fare business in Italia è bello fare business nel tuo Paese bello vedere l'impatto di quello che fai nel tuo Paese mentre è molto più astratto se lo fai su una scala internazionale. Il secondo motivo più pragmatico e che è difficile andare all'estero se tu guardi tutti questi leader europei che ricevono un sacco magari di investimenti e poi vai a vedere i loro numeri spesso il 90% del loro fatturato il 95% della fatturato e nella cantieri da cui sono partiti e tutto il resto è una promessa sul futuro no. Un investor story che magari l'azienda riuscirà a raggiungere magari no però è veramente difficile l'Europa non è un mercato e ogni volta che vai in un altro Paese riparti da zero è tutt'altro che scontato il successo quindi interesse personale a rimanere in Italia e pragmatismo nel dire è molto difficile andare all'estero.
Camilla Scassellati Sforzolini (00:39:29) - E non hai avuto risposte negative dagli investitori quando hai raccontato un po questa storia che il business doveva essere italiano, perché sappiamo che spesso a volte si racconta anche la storia del importare l'azienda all'estero, perché è quello che vogliono farsi dire gli investitori. In un certo senso. Cioè il tuo mercato non può avere il tetto dell'Italia. Deve essere abbastanza grande da crescere in tutta Europa. Ci hanno spinto un po su questo punto quando facevi i tuoi primi pitch?
Marco Ogliengo (00:39:55) - Assolutamente sì, proprio per quello che hai detto tu nella testa dell'investitore, un business per essere sufficientemente grande deve essere internazionale. Infatti, per quanto il round sia stato un successo e abbia l'abbia chiuso in essere sincero una settimana due settimane ci sono stati dei no assolutamente c'è stata aziende che non hanno investito proprio per questo motivo devo dire che adesso a un anno di distanza un po perché ho imparato a raccontarla meglio questa obiezione viene meno però è sempre una discussione che avviene nel nei dialoghi con gli investitori il vero tema è far capire all'investitore che quello che magari è in una sua check list Standard no internazionalizzazione qual è la tua strategia di internazionalizzazione dire no non mi serve per questo motivo guarda quanto è grande questo business se lo fai bene in Italia convincerli su quel pezzo a volte.
Marco Ogliengo (00:40:47) - Non è banale, perché non basta dire il mercato è grande così e questo numero tre giocare con la cosa cioè a volte il semplice numero quando si parla di numeri così grandi non dà la sicurezza e quindi bisogna saperla spiegare in modo che uno possa dire cavolo, ok, adesso l'ho capita, ha molto senso e quindi magari non vai più semplicemente a quantificare il time, il total black market vai più per analogia.
Inès Makula (00:41:10) - Se poi mi sembra aver capito che è un mercato talmente grande l'Italia per quello che state facendo, che avete insomma tanta strada da fare per arrivare lì. Ma è un mercato enorme proprio per questo tipo di business.
Marco Ogliengo (00:41:21) - l'Italia è il Paese con i cedolini paga, le buste paga più cari al mondo. Questo rispecchia la complessità del sistema burocratico italiano. Più è complesso più passaggi hai per calcolare uno stipendio, più diventa caro così tanto pensa che costano sei volte di più che in America. Quindi noi abbiamo un settimo della popolazione americana. Ma il singolo la singola busta paga costa sei volte di più e quindi il mercato italiano non è tanto più piccolo di quello americano.
Marco Ogliengo (00:41:50) - E l'America ha sette unicorni che fanno quello che facciamo noi. Noi non ne abbiamo.
Inès Makula (00:41:55) - Esatto. Quando la spieghi così fai capire già un altro tipo dato un mercato enorme. E poi una cosa che ci siamo detti anche con Marco quando ci siamo visti all'evento di Giancarlo Rocchetti per la presentazione del suo libro fare il founder in Italia rischi di passare il 95% del tuo tempo, adesso esagero, magari a gestire le complessità burocratiche piuttosto che fare il tuo lavoro come in tanti altri paesi. Però alla fine competi con gli altri Paesi. Cioè tu stai competendo con start up di altri paesi che non hanno questi tipi di problemi o costo del lavoro così alto quanto ce l'abbiamo in Italia, infatti la gente guadagna poco. Una delle ragioni per cui uno guadagna poco è perché all'azienda cose tipo il 30% in più del tuo stipendio, mentre in altri paesi molto meno è molto più agevolata. Quindi abbiamo veramente dei seri dei seri problemi che vanno risolti. Infatti è bellissimo vedere come sta cercando di risolvere questo enorme problema. E infatti ne hai parlato. C'è stato un super base, avete chiuso un round in una o due settimane? Il sogno per ogni founder avete tirato su uno dei pre-seed più grandi d'Italia da 407 milioni di euro.
Inès Makula (00:42:55) - Aver venduto una startup fatta bene prima penso sia stata una delle principali ragioni per le quali così veloce rispetto a una prima esperienza. Cosa avete fatto bene nel lanciare getti secondo te adesso guardandosi indietro i primi passi l'anno scorso che comunque relativamente ancora tutto molto nuovo.
Marco Ogliengo (00:43:12) - Allora l'esperienza sicuramente paga e devo dire che abbiamo imbroccato 2 o 3 decisioni di fila molto bene il round è stato un successo in parte perché sì c'era la credibilità di di un founder che era la seconda azienda e di Francesco l'altro founder che aveva già affrontato la tematica in in unicorni all'estero in parte perché il mercato era molto concreto cioè nel momento in cui vai a parlare con imprenditori e guarda che io risolvo questo problema. La reazione non era spiegami bene come funziona questa cosa intelligenza artificiale relazionerà ha finalmente qualcuno che lo fa perché tutti imprenditori hanno vissuto in prima persona quel problema il partner in fondo è un imprenditore nel fondo è un'azienda che ha dei dipendenti eppure parlare del fondo era vissuto quindi come dire era super concreta erano tutti consapevoli che ci fosse niente. Siamo stati bravi se vuoi anche nelle piccole cose più tattiche, no? Prima di presentarci ai fondi più strutturati siamo andati dagli imprenditori più di spicco, i founder di Satispay.
Marco Ogliengo (00:44:13) - Divenne sponsor di altre super aziende italiane che hanno investito e poi improvvisamente tu ti presenti al al mercato con Non solo abbiamo una mega idea e siamo un super team ma abbiamo anche i migliori imprenditori italiani che hanno investito nell'idea quindi l'esperienza ci ha portato a fare dei ragionamenti anche sulla sequenzialità con cui abbiamo fatto le cose no e.
Inès Makula (00:44:32) - Anche il network che vi siete creati ovviamente con queste persone diciamo arrivare a queste persone con una credibilità diversa da se sei Marco 23 anni fuori dalla Bocconi senza avere un'esperienza lavorativa.
Marco Ogliengo (00:44:43) - Sì sì sì certo c'era un network di imprenditori che avevano conosciuto durante ProntoPro con cui c'era una una grande come dire rispetto reciproco e questo sicuramente aiutato quindi non penso che quello che abbiamo fatto sia replicabile da un founder alcuni pezzi sì però assolutamente abbiamo costruito su anni e anni di lavoro e di esperienza.
Inès Makula (00:45:00) - E oltre alla parte burocratica che state risolvendo una grandissima parte del lavoro da founder è quella di crescere il team tenere tutti motivati. Sono curioso di sapere che comunque ti sei descritto come un ragazzo super introverso a cui non piaceva parlare con persone che non conosceva bene.
Inès Makula (00:45:19) - Come hai sviluppato questo tuo tratto adesso che comunque devi in ProntoPro un certo punto il team è arrivato a 100 persone. Sei comunque tutti i giorni confrontato a dover motivare il tuo team. Intanto come sei uscito dall'essere un ragazzo, diciamo introverso, a fare il leader di un'azienda e hai dei consigli su come essere un buon leader e manager?
Marco Ogliengo (00:45:38) - Io devo dire che nel mondo tech vedo che ci sono tantissimi imprenditori, che sono molto introversi, anche più di me. Questa cosa èun po accettata ormai. Quindi non non è forse un'enorme forzatura dire puoi essere un leader e poi essere introversa. Sicuramente ho una tendenza a rifuggire il management. La crescita del numero di persone troppo rapida e repentina. Penso che l'azienda ti metta in situazioni di stress così frequentemente e di stress così intenso che tenere una facciata non funzionerebbe. Essere se stessi, essere abbastanza genuini è la cosa che dà più anche fiducia ai colleghi. Sanno che hanno davanti
Inès Makula (00:46:29) - La nostra azienda principalmente it plus e invece parlando di processi abbiamo detto la tua esperienza prima quando parlavamo di ProntoPro eravamo ovviamente un po più alle prime armi quindi non avevate setup tutti i processi. Adesso, avendola fatta una seconda volta hai qualche consiglio? Magari più per i first Time Founder su come strutturare meglio i processi all'inizio e renderle insomma tutto questo lavoro un po meno, diciamo manuale. Ci sono delle cose che consiglieresti di fare?
Marco Ogliengo (00:46:56) - Purtroppo i consigli più importanti sono quelli che si sono già sentiti, però finché non li vivi è difficile capirli. Un consiglio, per esempio, è che le persone che assumi sono la cosa che fa la differenza per l'azienda, no? Una banalità sentita 1000 volte. Però la cosa non puoi fare tutto tu. Quindi la cosa più alta leva che puoi fare è assumere la persona giusta. La cosa difficile, secondo me, soprattutto all'inizio, quando hai fretta, se in sofferenza l'azienda sta crescendo, ha assolutamente bisogno di una persona. Se no arrivi in ritardo surround, se no non raggiunge il target di crescita e così via.
Marco Ogliengo (00:47:30) - È forte la pressione, la tendenza a voler fare compromessi. Questa persona non è wow, me la prendo comunque quella roba ammazza le aziende, soprattutto nelle prime sei sette assunzioni in ProntoPro. Per fortuna l'avevano fatta bene e mi ricordo che la 6.ª persona che era una persona che era venuta, il CTO, mi ha detto che era impressionata dalla qualità delle persone giovani ma brillanti che avevamo. E quando hai quel gruppo di persone iniziali, improvvisamente gli altri si adattano. Cavolo, gli altri sono super brillanti e lavorano un sacco. Anche io devo lavorare un sacco. Anch'io cerco di di di essere metterci più la testa no e non fare il commento così la prima cosa che mi viene in mente e questa cosa crea la cultura aziendale. Improvvisamente si alza la barra per tutti. Se dovessi scegliere un consiglio forse sarebbe questo.
Inès Makula (00:48:16) - Sicuramente un consiglio che hanno condiviso altri imprenditori sul podcast soprattutto come dici tu nelle prime aree, perché una persona su sei può cambiare la dinamica del team, può cambiare tutto. Ovviamente una persona su 3000 se sei una corporate la puoi sbagliare.
Inès Makula (00:48:29) - Batterà, diciamo la direzione o il futuro dell'azienda. Però i primi, i primi hire non bisogna come dici tu, essere impazienti, andare per la persona wow piuttosto che fare il compromesso. Ci hai detto che nel round hanno investito, anzi le prime persone che hanno vissuto sono grandi founder di aziende italiane. Quindi hai citato prima Alberto Dalmasso, Luca Ferrari, c'è anche Max Ciociola, Matteo Pichi, Giorgio Tinacci. Che rapporto hai con altri founder italiani e sapresti un po indicare alcune delle caratteristiche che secondo te queste persone hanno in comune? Questi imprenditori di maggior successo in questo momento in Italia hanno in comune?
Marco Ogliengo (00:49:00) - È buffo che non saprei dirti cosa hanno in comune, cioè alcuni dei nomi che hai fatto sono persone che sono diametralmente opposte. Oddio, una cosa ce l'hanno tutti che la tenacia alla fine il fare imprenditore vuol dire avere molti alti bassi più bassi che alti. E quindi questa è una cosa che riconosco in tutte le persone che hai menzionato e che riconosco anche in me stesso no il rischio forse che che hanno alcuni founder è non sapere quando mollare.
Inès Makula (00:49:28) - Su questo bisognerebbe fare un podcast totale, perché c'è la tenacia, ci sono quelli che non mollano mai e poi ci sono quelli che devono mollare e quindi capire quando devi essere tenace a capire quando devi mollare non è sempre evidente chiaramente, visto che c'è gente che non molla al momento giusto.
Marco Ogliengo (00:49:43) - Perché io conosco tanti imprenditori non famosi che sono in qualche maniera un po bloccati in aziende con un successo discreto ma niente di eccezionale. Questo con l'azienda funziona perché l'imprenditore è super in gamba, ma hanno scelto l'azienda sbagliata e se loro volassero e si mutassero in qualcosa di nuovo, scegliendo con più cura il mercato con tutte le esperienze che hanno accumulato nella prima azienda, lì veramente vanno a costruire degli unicorni e quindi è vero. Però è difficile, difficile perché hai davanti qualcosa che comunque in qualche modo funziona, qualcosa che aveva assorbito la tua vita difficile la chiarezza mentale di dire aspetta, forse è il caso che faccia un passo indietro anche perché nel farlo inevitabilmente ci saranno persone che saranno risentite e investitori che ha messo soldi in quell'azienda.
Camilla Scassellati Sforzolini (00:50:29) - Sì, è un po come uscire da una relazione che non funziona.
Camilla Scassellati Sforzolini (00:50:32) - Funziona abbastanza bene, ma non bene abbastanza da essere la migliore. Insomma, ci sono sempre questi momenti di lasciare che sono difficili. Poi, come diceva Ines, ti viene un po inculcato quando fai l'imprenditore che devi non mollare mai fare. Tu sai meglio degli altri come funziona questo mercato, perché se lo stai andando a rivoluzionare, quindi non puoi seguire i processi esistenti e quindi devi sempre cercare un modo creativo di uscirne. Però a volte semplicemente non c'è un modo creativo di uscire da questo problema. Questo problema non funziona e dovresti prendere uno step che invece ti forzi a non mollare mai, perché è quello che devi fare, ma ci sono. In realtà bisogna essere molto aperti a feedback, a data quello che ti arriva se non ricevi i dati di crescita giusti. Forse dovrebbe essere molto analitico e forse togliere molto le emozioni dal processo, ma come dicevi è molto difficile e parlando di errori ci sono altre cose. Questo è molto interessante. In realtà ci sono altri errori che vedi fare da magari Più First Time founders.
Camilla Scassellati Sforzolini (00:51:30) - Sono sicura che adesso giochi anche un ruolo di mentore, visto la tua posizione nel mondo startup italiano. Quando vengono persone a parlarti, noti delle cose che fanno sbagliate all'inizio e che vorresti correggere. Vorresti dire una volta per tutti attenzione a questa cosa, c'è.
Marco Ogliengo (00:51:44) - L'errore del fai, del non saper dire di no all'investitore l'investitore forse anche per per come veniamo cresciuti no sistema scolastico c'è qualcuno che determina se sei bravo cattivo qualcuno che ti dà il voto poi magari entri in nella corporate e c'è il tuo capo che determina se sei bravo cattivo se progressione tua carriera con ritrovi a fare l'imprenditore spesso c'è forse questa tendenza a cercare il capo chi è che determina se sono bravo sei cattivo. E molti magari si rifanno all'investitore e l'investitore al mio capo è l'investitore che mi dice se sono bravo, se sto facendo bene, se sto facendo male. La verità è che l'investitore è un investitore, non è imprenditore. Molto spesso poi ci sono le figure ibride, però. Cioè non sa veramente se stai facendo male o bene, ti dà una sua opinione o un'opinione che tu devi prendere in considerazione nel nel farti una tua idea però non non puoi fidarti ciecamente di quello che dice lui semplicemente accettare peggio le condizioni magari per un round che lui prova, cioè il capo sei tu, sei tu che decidi se fai male.
Marco Ogliengo (00:52:49) - Questo switch è molto difficile da fare io stesso ho fatto molta fatica all'inizio perché c'è questa tendenza a volersi rifugiare in qualcun altro che prende le decisioni difficile, che ti dice cosa fare.
Camilla Scassellati Sforzolini (00:53:01) - Sì, poi ovviamente ti danno i soldi, quindi pensi di dover fare tutto quello che dicono loro, quindi magari cambia anche le tue idee convinzioni per seguire quelle dell'investitore. Poi manca quella spinta in prima persona che tu dovresti avere come founder nel crescere nel prendere le decisioni giuste per per la tua azienda non per le altre perché ovviamente se no poi finisce a fare quello che fanno gli altri. Ci hai detto all'inizio hai detto in modo provocatorio che ti sei approcciato all'imprenditoria per i motivi sbagliati. Adesso pensi di aver trovato i motivi giusti per fare l'imprenditore E se dovessi spiegarli ad altri secondo te quali sono?
Marco Ogliengo (00:53:34) - Allora adesso ho visto con un po di anni di esperienza, così tante strade verso il successo imprenditoriale che non c'è. Mi sono reso conto che non c'è una strada giusta né sbagliata. Si, della Silicon Valley è una strada e ce ne sono n altre tutte super interessanti.
Marco Ogliengo (00:53:51) - Il motivo per cui io voglio continua a fare l'imprenditore adesso e che trovo super motivante essere il non fare quell'errore che raccontavo prima, cioè essere io che decido cosa importante non dover far qualcosa semplicemente per apparire nei confronti di qualcun altro. Questo è vero fino a un certo punto perché fintanto che l'azienda in perdita comunque c'è un impacchettare quello che fai verso il mercato e se dopo l'azienda si quota ancor peggio però è molto più controllo ok non non dipende dal dall'opinione del tuo capo con cui puoi essere d'accordo o meno sei tu che decidi qual è la cosa più importante per il successo di questa azienda ti convinci di quella cosa e fai quello. Questa cosa è super motivante quindi questa è per me la l'adrenalina del fare impresa.
Camilla Scassellati Sforzolini (00:54:37) - Arriviamo alla nostra ultima domanda che era quella che forse si temeva di solito si teme di più che in che modo la tua italianità ti ha aiutato nel tuo percorso, soprattutto nelle tue. Se posso suggerire un follow up a questa domanda nelle tue decisioni comunque vostre perché c'era anche Silvia in alcune di queste di comunque tornare in Italia per fare impresa lasciare l'Indonesia tornare in Italia fare pronto oppure in Italia ora fare jet charter l'Italia allora è.
Marco Ogliengo (00:55:03) - Molto difficile secondo me definire l'italianità però una cosa che ho notato fin dalla mia prima esperienza lavorativa quando sono entrato in McKinsey e che secondo me gli italiani in media lavorano molto di più si sbattono molto di più di altre di altre culture. Ci sono altre culture che lavorano tanto quanto noi coreani, cinesi e altre però sono molte meno quelle che si battono di più rispetto a quelle che si sbattono di meno c'è proprio abbiamo questa cultura non so se sia nata dal dal cattolicesimo onestamente della della cultura della sofferenza del lavorare del dover. Soffrire per meritarsi qualcosa. E l'ho visto già in McKinsey, che era l'ufficio al mondo perché in tutti i paesi del mondo ed era uno dei due uffici forse nella Corea dove si lavorava nelle ore più lunghe ok. E questa cosa secondo me questa cultura del non cercare la scorciatoia ma del essere consapevoli che c'è una fatica enorme da fare e la vita è così ed è bello così e va bene così e facciamo questa fatica secondo me. Sicuramente mi ha permesso di. Nel mio non so se sia vero per tutti però nel mio è stato uno dei fattori chiave del successo perché se tu lavori di più del tuo competitor, a parità di input avrai più successo.
Camilla Scassellati Sforzolini (00:56:29) - l'Ufficio di Milano di McKinsey, leggendario per essere il più tosto del mondo. E però, scherzi a parte, grazie mille Marco di averci raccontato la tua storia dall'inizio, ma anche di averci dato anche qualche consiglio iniziale su come stai gestendo e come commessa questa seconda startup come questo. Insomma tutti i consigli che date possono aiutare, magari first time, founders o founders alle prime armi o all'inizio della loro crescita. Penso che abbiamo parlato di tante cose molto interessanti, quindi grazie mille.
Marco Ogliengo (00:56:58) - Grazie a voi, è stato un piacere.