Loris Degioanni, Founder & CTO Sysdig

 

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Oggi vi raccontiamo la storia di Loris Degioanni, founder di Sysdig, startup basata in Silicon Valley che a dicembre 2021 ha raccolto $350 milioni e raggiunto una valutazione da $2.5 miliardi. Eppure questa storia inizia a Vinadio, un paesino di soli 400 abitanti sperduto in mezzo alle montagne piemontesi.

Loris ci racconterà ogni passo della sua storia con umiltà e trasparenza. Ci direte cosa ne avete pensato, ma per noi è stata una grande intervista con un grande imprenditore. Loris ha condiviso tantissime lezioni imparate nello scalare due startup tech, la seconda ad altissimi livelli.

Quando abbiamo chiesto a Loris cosa lo ha spinto a ributtarsi nel vuoto per cominciare la sua seconda startup dopo la sua prima exit, ha citato un articolo di Michael Arrington di TechCrunch intitolato “Are You A Pirate?”, “Sei Un Pirata?” che compara gli imprenditori ai pirati. Spiega infatti che la maggior parte delle persone prendono le loro decisioni calcolando i rischi e benefici delle loro azioni. Ma gli imprenditori vedono il calcolo tutto al contrario perché traggono utilità dal rischio stesso. In altre parole, sono degli avventurieri.

Quindi vi lasciamo ascoltare la storia di un’altro pirata. Che dal Piemonte si è trovato in Silicon Valley a fondare e crescere una startup di Cloud computing, leader al mondo nei settori sicurezza e del monitoraggio dei Container, un'evoluzione del cloud.

 

TRASCRIZIONE EPISODIO

Camilla Scassellati Sforzolini (00:00:00) - Su Made IT Cominciamo sempre dall'inizio. Oggi sei qui perché sei il founder di un'azienda basata in Silicon Valley che nel 2021 ha raggiunto una valutazione di 205 miliardi. Ma sei partito da un piccolo paesino piemontese, quindi vogliamo scoprire un po 'le tue origini. Ci puoi raccontare cosa faceva la tua famiglia e dipingerci un po 'un quadro della tua infanzia? Sì.

Loris Degioanni  (00:00:26) - Dunque Vinadio è un paese di circa 400 abitanti. Era un po 'più grande quando. Quando io sono nato negli anni, negli anni 70, paese di montagna in Valle Stura, al confine fra la provincia di Cuneo e il sud della Francia. Mio papà era dipendente in banca a Borgo San Dalmazzo, che è il paese all'inizio della valle, quindi tutti i giorni scendeva in macchina in fondo alla valle per andare a lavorare e mia mamma ha sempre avuto per tutta la vita il negozietto di paese che vendeva un po di tutto, dagli articoli casalinghi, ai souvenir, ai giornali, eccetera eccetera. Quindi una famiglia non tecnologica sicuramente, e la mia è stata sicuramente un'infanzia non tecnologica, cioè è stata un'infanzia vissuta tra i boschi intorno al paese a sciare facendo cd, discesa, sci di fondo, sci alpinismo d'inverno e su e giù per sentieri e a giocare a pallone nei prati coi miei amici quindi proprio un po quei quei tipi di infanzia che che si immaginano quando uno nasce e cresce in un piccolissimo paese di montagna.

Camilla Scassellati Sforzolini (00:01:49) - Avevamo letto in un'altra intervista che che avevi fatto che dicevi che avevi imparato più cose sul business dal organizzare la festa di paese che dall'università. E quindi ti volevo chiedere anche quali sono altre lezioni che hai imparato crescendo a Vinadio in un Paese così piccolo ci sono delle lezioni che ti porti ancora dietro data la tua esperienza?

Loris Degioanni (00:02:10) - Io all'università ho fatto, ho fatto ingegneria informatica, quindi ho imparato moltissimo sul lato tecnico del mio lavoro il lato di di sviluppo del codice di creazione del prodotto eccetera eccetera però se dal lato diciamo business quello è stato più le lezioni di vita e lezioni di vita che ovviamente moltissime la maggior parte arrivano dal mondo lavorativo quando poi si inizia a lavorare si impara stando sul campo e vedendo quello che che che i propri Mentor fanno però sono anche tante volte lezioni di vita che uno magari ha imparato prima la festa del paese. Quando parlavo della festa del Paese intendevo il fatto che fare business il lato tecnico è ovviamente fondamentale però il lato tecnico ce l'hanno in tanti. Qui in Silicon Valley ce l'hanno tutti, no? Solitamente si arriva in un posto come come la baia di San Francisco, tramite un percorso che giocoforza valida le tue le tue qualità tecniche e quindi si gioca un livello in cui tutti sono estremamente dotati dal punto di vista tecnico però questo normalmente non è sufficiente per fare per fare impresa no per fare impresa ci vuole anche il lato umano e lato umano non lo si impara sui libri, non lo si impara normalmente davanti a un computer per lo meno non è stata la mia esperienza, ma il lato umano.

Loris Degioanni (00:03:43) - Io l'ho imparato molto, crescendo e dovendosi relazionare con qualunque tipo di persona e anche essere seduto al bar, alla festa del paese, facendo festa magari con con amici e con persone e con persone di età diversa, si impara a stare con la gente, si impara a interagire, si impara a proporsi in una certa maniera e questo poi mi è risultato utilissimo in 1000 ambiti lavorativi. In generale per me crescere nel piccolo paese di montagna, frequentare la montagna è stato molto anche un discorso di libertà, un discorso di. Avere meno confini direi, e poter spaziare il più fisicamente ma poi anche magari avere quella percezione nella vita in cui in cui si può si può andare un po 'più distante. La montagna per me è stata tantissimo. Una cosa fondamentale che mi ha dato mio papà è stato proprio l'amore per la montagna frequentata a livello alpinistico a livello sportivo una cosa che è ancora una parte fondamentale della mia vita e soprattutto da ragazzo sia lo sport. Ha fatto tanto sci di fondo diciamo la montagna come come arrivare in vetta e come far fatica si parlava si parlava magari di fatica e è proprio una cosa che che che che mi è rimasta dentro e che che che mi ha insegnato moltissimo e che mi ha dato moltissimo.

Camilla Scassellati Sforzolini (00:05:19) - Dato il percorso che hai fatto e il fatto che sono ormai anni che non vivi più in Italia, ti ritieni ancora legato alle tue origini?

Loris Degioanni (00:05:25) - Sì, tantissimo. Penso che quando nasce cresci in un posto così non riesci. Non riuscirai mai a essere completamente slegato dalle tue radici. E di nuovo lo trovo. La trovo una cosa, una cosa bella e anche abbastanza interessante. Come? Vivo negli Stati Uniti, sposato con una donna americana che nata e cresciuta qui in Baviera, vicino a San Francisco. Però è strano perché forse vedo più non forse sicuramente vedo molto più i miei amici d'infanzia di lei perché anche basta tornare per un weekend no a Vinadio e più o meno tutta la gente con cui sei cresciuto e ancora lì no, mentre qui negli Stati Uniti poi di solito uno ha una certa età, va all'università, quindi perdi un po tutti i contatti, tutte le radici che che avevi da ragazzino. Quindi per me questi contatti sono proprio ancora rimasti. E comunque anche con la mia famiglia. Adesso ho tre figli e tutte le estati cerchiamo di trascorrere qualche settimana in Italia proprio per non solo mantenere questo legame, ma spero trasmetterlo alle prossime generazioni della mia famiglia.

Camilla Scassellati Sforzolini (00:06:44) - Negli Stati Uniti c'è un rapporto completamente diverso dalle proprie origini. Appena uno fa il passo successivo è come se un po ti dimenticassi ogni capitolo, che è una cosa che gli aiuti ad essere, ad andare a guardare sempre avanti, no? Quindi in certi in certi casi è aiuta molto secondo me anche un po 'nella mentalità del rischio dell'innovazione però vuol dire anche che per noi italiani questa questo fatto di perdere la connessione con le radici è molto spaventoso quindi mi ha interessato molto la tua risposta.

Loris Degioanni (00:07:12) - Il lato positivo so che è quello che descrivi tu qui negli Stati Uniti sicuramente c'è molto meno attaccamento, quindi c'è molta più propensione a comunque magari essere in grado di raccogliere opportunità nuove nella vita. Però una vita senza passato è anche triste secondo me quindi io sono anche comunque ancora molto legato dal punto di vista italiano perché avendo vissuto ormai per due decenni quello americano apprezzo anche quello italiano non ci sono solo lati negativi in quello italiano.

Camilla Scassellati Sforzolini (00:07:45) - Appunto ci hai raccontato di questa infanzia in montagna, nei boschi, in un paesino di 400 abitanti, detto tu stesso che non hai avuto molto, molte possibilità di essere esposto al mondo della tecnologia.

Camilla Scassellati Sforzolini (00:07:58) - Sappiamo che molti imprenditori tech iniziano a smontare computer a sette anni. Non mi sembra che questo sia stata la tua storia e quindi ti volevo chiedere o forse insomma, ti faccio raccontare, ma ti volevo chiedere come hai deciso poi di andare a studiare alla al Politecnico di Torino e hai scelto di studiare ingegneria informatica quindi da dove è venuta questa curiosità?

Loris Degioanni (00:08:16) - Allora torno indietro per un secondo perché in realtà, pur essendo nato e cresciuto nel paesino di montagna con 1000 magari difficoltà e svantaggi per dire il primo modem l'ho potuto per per collegarmi a internet l'ho potuto installare quando praticamente ero già all'università perché non non arrivava proprio la connessione ma neanche la connessione nel paesino dove sono cresciuto però comunque per qualche ragione questa questa passione ce l'ho sempre avuta direi fin da piccolo fin dalle scuole elementari quindi sì proprio sette otto anni e. Ho dovuto combattere abbastanza sia dal punto di vista diciamo del costruire le il mio background tecnico sia dal punto di vista di potermi magari confrontare con altre persone che avessero questa passione quindi l'ho vissuta in una maniera particolare in maniera completamente isolata però il primo computer il mio primo computer è stato un Commodore 64 convinto i miei genitori che non avevano neanche idea probabilmente di cosa di cosa effettivamente fosse una cosa del genere a comprarmelo quando ero alle scuole elementari, poi quando ero in forse il primo anno di superiori, ho lavorato d'estate, ho fatto un lavoretto come barista d'estate, quando tutti i miei amici compravano il motorino, soprattutto perché nel paese di montagna senza motorino non vai da nessuna parte.

Loris Degioanni (00:09:55) - Io invece ho investito questi soldi a comprarmi il computer comodo . Che sul quale poi dal punto di vista di sviluppo del software mi sono fatto le ossa. Mi ricordo che mando mio padre al alla libreria giù in città a Cuneo gli dicevo compra qualunque cosa che abbia qualunque libro che abbia un computer sulla copertina e poi io mi leggevo alcuni erano rilevanti alcuni no però mi prendevo questi libri me li leggeva me li divoravo quindi ho sempre avuto questa passione, proprio questo interesse per il software.

Inès Makula (00:10:25) - Ma Loris, scusa ti posso chiedere una domanda perché ovviamente non c'era internet, quindi come hai scoperto che c'erano i computer?

Loris Degioanni (00:10:31) - Direi che proprio a livello di scoperta i videogiochi al bar del paese no, Le macchinette in cui mettevi le monetine e giocare i videogiochi come bambino. Poi soprattutto immagina un paese di montagna dove arrivano nel bar del paese per la prima volta negli anni 80 arriva magari il primo videogioco e la magia di vedere uno schermo con le cose che muovono e quindi la voglia di capire come funziona.

Loris Degioanni (00:11:02) - Poi appunto che che che evolve nel nel comprare il primo computer e da lì però però direi che proprio da piccolo i videogiochi per me sono sempre stati una cosa che mi ha molto più interessato se da sempre capire smontarli metaforicamente dal punto di vista software per capire come funzionano piuttosto che giocare però è stato quello probabilmente.

Camilla Scassellati Sforzolini  (00:11:22) - Quindi tornando un po al tuo percorso universitario quindi hai scelto di di appunto seguire questa passione è molto interessante che sia nata anche in un contesto dove non era per forza la cosa ovvia o cool da fare no spesso noi seguiamo quello che fanno gli altri, invece tu sei andato un po controcorrente quindi se hai deciso di di seguirlo anche negli studi e passa un po faccio un po un fa sport questo periodo della tua vita. Finita la laurea specialistica decise anche di fare un dottorato e rimani sempre al Politecnico di Torino. Poi, finito il dottorato nel 2004, un professore della University of California, Davis ti chiama John. Si chiama John Bruno, ti chiama e ti propone di trasferirsi in California, proprio a Davis, per lavorare con lui.

Camilla Scassellati Sforzolini  (00:12:08) - Ci puoi raccontare appunto da Torino come è nato questo incontro, come hai deciso di lasciare Torino e partire per gli States? Aggiungo un piccolo commento che in tantissime delle storie che abbiamo scoperto di italiani che poi vanno in Silicon Valley c'è sempre questo fatidico professore che ti chiama credente, ti chiede di trasferirti. Quindi se troviamo un puntino da unire nelle storie credo che sia questo quindi volevo volevo chiederti di come è andata nel tuo caso.

Loris Degioanni (00:12:36) - Sì dunque tra l'altro la la prospettiva che porto in realtà non è da Torino ma dalla Nuova Zelanda perché quando John mi ha mandato una mail a Hamilton in Nuova Zelanda e stavo facendo un periodo di ricerca di un internship durante il mio dottorato fra tutti i posti al mondo dove c'era un'azienda che si occupava di analisi di rete a alte prestazioni che essenzialmente l'argomento del mio dottorato fra tutti i luoghi al mondo una piccola città in Nuova Zelanda e e dove c'era un'azienda che faceva questo quindi e ovviamente quando ho scoperto che c'era un'azienda in Nuova Zelanda che che che che operava nel mio settore immediatamente deciso di andare andare in Nuova Zelanda avevo ero giovane avevo voglia di viaggiare mentre ero in Nuova Zelanda John Bruno un professore alla University of California Davis manda una mail al nostro gruppo di ricerca perché durante il dottorato assieme al gruppo di ricerca, avevo lavorato a un progetto software che si chiamava Win Pickup, un software che permette praticamente di eseguire la cattura di pacchetti di rete.

Loris Degioanni (00:13:49) - Quindi prendere un computer o un laptop e trasformarlo in un device che può collegarsi a una rete normale wireless e può vedere cosa viene trasmesso e catturarlo e decodificarlo. E questo viene utilizzato sia per vedere le prestazioni, le funzionalità, ma anche sicurezza eccetera eccetera. A quei tempi non c'era nessun software di questo che potesse fare queste cose e quindi col gruppo di ricerca al Politecnico di Torino il Gruppo reti abbiamo sviluppato questo questo software e questo software è stato il risultato principale della mia tesi di laurea. Questo software tra l'altro l'abbiamo messo gratuito su internet come open source. Molta gente, decine centinaia milioni di persone hanno iniziato a scaricarlo. Fra queste persone c'era John, questo professore che ha iniziato a utilizzarlo per poter fare dei progetti nell'ambito delle reti avionica e quindi poter analizzare e fare il shooting di reti di. Di essenzialmente e siccome questo software era utile in alcuni progetti che che lui stava facendo ha deciso di mandare una mail al buio al gruppo di ricerca dicendo mi interessa collaborare con chiunque abbia scritto questo software. Lo invito a venire in California a lavorare con me per sei mesi io ero in Nuova Zelanda, ero a metà di questa internship in Nuova Zelanda quindi la prima cosa che faccio è giro la mail al mio gruppo di ricerca.

Loris Degioanni (00:15:31) - In particolare c'era un altro dottorando, un mio grande amico, Gianluca, che lavorava con me su questo progetto e detto Gianluca Io ovviamente non posso andare perché sono in Nuova Zelanda, vacci tu. Gianluca ha deciso di non andarci e quindi io ho scritto a John e gli ho detto ora non ho tempo. Se puoi pazientare per altri 3 o 4 mesi io finisco la mia internship in Nuova Zelanda, torno in Italia, faccio il visto per gli Stati Uniti, rifaccio la mia valigia e vengo in California. John ha detto sì, nessun problema. Così a marzo 2000 e 4 io stavo facendo la mia valigia e sono venuto in California passando dall'Italia brevemente per una settimana due dalla Nuova Zelanda sei Gianluca ho sovente mi sono chiesto se Gianluca avesse deciso di accettare questa offerta non solo come sarebbe cambiata la vita mia ma come sarebbe cambiata la vita di di molte persone perché se adesso 800 persone che comunque sono accomunate dal fatto che io che io ho fondato questa azienda comunque Gianluca poi è venuta a lavorare con me nella mia prima azienda quindi effettivamente si è trasferito anche lui in California e vive ancora in California vive a San Francisco quindi sono proprio quelle quelle cose nella vita che che che succedono magari casualmente che però hanno un impatto così grosso sulla tua vita e sulla vita di altre persone e ho sempre trovato bello che la vita possa essere così.

Inès Makula (00:16:56) - Sì questi sliding doors moments dove una piccola decisione o anche in realtà all'inizio non era la tua decisione perché era quella di qualcun altro che poi ti ha rimbalzato diciamo la palla nel tuo campo quindi poi sì l'impatto anche i tuoi figli tua moglie voglio dire poi tutto no perché ovviamente andare lì implica.

Loris Degioanni  (00:17:13) - Conoscere gli stessi. Sì esatto.

Inès Makula  (00:17:16) - Pazzesco incredibile questa questa storia e quindi tu vai libertà di di Davis in California e insieme con John create la vostra prima azienda che Tecnology Technologies come nasce questa idea insomma di questa azienda e tu a quell'epoca insomma da dottorando che stava facendo uno stage ambiva a diventare un imprenditore Tech era quello che tu volevi fare non ci avevi neanche mai pensato magari fare ricerca non lo so quali erano i tuoi desideri all'epoca.

Loris Degioanni (00:17:44) - Allora io avevo la passione di scrivere software, costruire cose, costruire cose. Col software. Ho sempre avuto la passione di fare cose, ma il mio outlet creativo è sempre stato quello di fare software. Fin da ragazzino mi è piaciuto tantissimo. In realtà sì. Quando sono arrivato in in California la mia traiettoria era quella accademica ma più che altro perché appunto durante la tesi di laurea fatto questo software che è diventato ultra popolare e rimanere in università mi mi permetteva di rimanere legato a questo software e di continuare a contribuire a questo software di continuare a poter crescere la comunità che si stava formando dietro questo software arrivato negli Stati Uniti.

Loris Degioanni (00:18:35) - L'idea di imprenditorialità non è che ce l'avessi molto chiara. Poi sai, arrivando da un piccolo paese, anche il Piemonte, comunque una regione che per lo meno le valli dove sono cresciuto io abbastanza conservativa quindi per me il giovane imprenditore era il figlio del vecchio imprenditore. Non è che ci fosse proprio il concetto che un giovane può fare l'imprenditore il giovane va a lavorare per qualcun altro quindi essere proiettato in Silicon Valley in un posto dove dove tutti vogliono essere imprenditori Comunque proprio la cultura del prendersi il rischio di fare qualcosa di tuo proprio permea profondamente il più che sogno l'obiettivo no perché c'è ancora è ancora diverso fra sognarlo e tutti che lo fanno no e sono convinti di farlo quindi questo mi ha stimolato molto anche e anche con John John professore universitario coppia io e lui come coppia imprenditoriale probabilmente la più mal assortita che ti puoi immaginare perché io ero studente quindi mai lavorato in vita mia e lui professore quando ci quando abbiamo fatto partire che lui aveva quasi 60 anni quindi professore diciamo di di fine carriera no però entrambi con zero capacità imprenditoriali esperienza imprenditoriale però entrambi con voglia di farlo e la mia carriera universitaria una volta arrivata negli.

Loris Degioanni (00:19:59) - È durata molto poco. Dopo pochi mesi forse dopo poche settimane congiungersi parlavo che come faccio a mettere un'azienda insieme? Sono arrivato negli Stati Uniti a marzo e in autunno avevamo incorporato che se stavamo facendo la nostra azienda ed è stato ed è stato molto molto naturale però per me è una cosa in quel periodo rivoluzionaria e devo dire bellissima.

Inès Makula  (00:20:25) - Certo perché poi anche soltanto negli ultimi anni in Italia si comincia a parlare di start up prima come dicevi tu erano le imprese di famiglia che passavano di generazione in generazione ma c'era poca gente comincia proprio dal nulla e arrivare in America respirare quest'aria in pochi mesi hai capito che avresti fatto a un'azienda? E se dovessi condensare l'esperienza di casa cosa diresti? Che sta che è stata la lezione più importante che hai imparato in quel periodo?

Loris Degioanni (00:20:49) - Direi due. Una è quella di scoprire anche scoprire alcuni lati di di me stesso che che non conoscevo no perché non non non avevo mai provato a sperimentare quindi quelli di diciamo essere più risk taker come come si dice qua e piccolo aneddoto quando abbiamo fatto che per primo anno 2 abbiamo fatto principalmente consulenza perché non non abbiamo preso nessun tipo di investimento nessuno avrebbe investito in una in una coppia così però abbiamo iniziato a fare consulenza abbiamo affittato un piccolo ufficio e prima io e John e poi iniziando abbastanza presto a far venire altre persone Praticamente con gli introiti della consulenza abbiamo iniziato a fare prodotti il primo prodotto che abbiamo fatto si chiamava ERP ed era un piccolo adattatore USB che tu potevi mettere nel tuo computer per poter fare analisi di reti wireless.

Loris Degioanni (00:21:47) - Quindi questo adattatore aveva un'antenna, tu lo potevi collegare al computer e magicamente questo computer ti permetteva di vedere il traffico che c'era su su una rete wireless e quindi questo era un prodotto hardware, quindi per iniziare a venderlo abbiamo dovuto fare un investimento, abbiamo dovuto comprare l'hardware dalla Cina, abbiamo dovuto comprare 1000 di questi adattatori fisici che pagavamo 40$ quindi abbiamo dovuto fare un investimento di 40.000$. John aveva investito diciamo nel nella fase di setup dell'azienda quindi questo investimento doveva arrivare da me io avevo dei soldi da parte un po la mia borsa i soldi messi da parte durante il dottorato più un aiuto da parte dei miei genitori che quando ero all'università senza che io lo sapessi avevano versato un tot in un conto corrente ogni volta che io passavo un esame all'università, quindi aveva una cifra che era praticamente esattamente questi 40.000$ che che servivano mi ricordo che ho fatto un assegno di 40.000$ che erano tutto quello che io avevo in quel momento quei 40.000$ i nostri adattatori li compravamo 40$ dalla Cina li vendevamo a 200$ quindi praticamente in un mese o due abbiamo venduto questi questi 1000 adattatori con un ottimo profitto ne stavamo comprando altri poi ne abbiamo venduti migliaia e migliaia e migliaia di questi adattatori no però il concetto di avere un assegno con tutti i miei averi in mano e investirlo in adattatori senza sapere esattamente cosa succedesse, da un lato era spaventoso, dall'altro era era una grossissima soddisfazione perché dicevo io sto scommettendo la mia vita e sono orgoglioso di farlo.

Inès Makula (00:23:28) - E dopo sei anni, insomma, la scommessa ha ripagato. Perché dopo sei anni River Bud acquisisce case per una cifra che non è stata comunicata, ma ti abbiamo sentito raccontare che comunque ti ha dato una totale indipendenza economica. Come diresti che ti ha cambiato questo exit? Come ti sei sentito? È stato il giorno più bello della tua vita, ma si immagina che è quello che tutti i founders desiderano. Però abbiamo anche sentito di tanti, di tante storie in cui magari i founders imprenditori che dopo una exit si possono anche deprimere o non si godono questo momento di successo Quindi tu come l'hai vissuta?

Loris Degioanni  (00:23:58) - Devo dire la verità me lo sono goduto e sì, forse c'è exit exit nel nostro caso un paio di cose. Prima di tutto non è stato Next enorme e l'azienda era era ancora piccola quindi è stato un outcome comunque molto positivo per tutti ed è proprio forse un pochettino più questa azienda che quando quando siamo stati acquisiti era 30 40 persone quindi un'azienda molto piccola no quindi la vivi proprio un pochettino come una cosa di famiglia e l'azienda che ci ha acquisito un'azienda che da un lato ci ha trattato molto bene non solo dal punto di vista finanziario ma dal punto di vista di starci bene dentro il tessuto dell'azienda tanto che la maggior parte dei ragazzi italiani.

Loris Degioanni  (00:24:43) - Perché poiché io quello che ho fatto che ho portato negli Stati Uniti a quei tempi era ancora abbastanza facile fare i visti quindi ho portato negli Stati Uniti tanti ragazzi italiani eravamo una piccola comunità di di giovani italiani no qui qui negli Stati Uniti. Consolidata all'interno di questa azienda quindi questa piccola comunità. Si è spostata in blocco all'interno di riserva ed abbiamo potuto continuare a fare quello, quello che facevamo e abbiamo potuto viverla tutti insieme non questa cosa. E io tra l'altro esattamente nello stesso periodo avevo i miei primi due figli gemelli quindi io mi ricordo che John veniva all'ospedale mentre stessi era era in travaglio a portarmi i documenti che dovevamo firmare per perché perché stava proprio succedendo la exit in quel periodo quindi è stata una roba folle di notti insonni non solo per l'azienda ma anche per i figli però però anche questa è una cosa memorabile che un periodo fantastico che super faticoso ma fantastico che ricorderò per il resto della mia vita.

Inès Makula (00:25:41) - È un periodo felice anche perché poi è stato bello che l'exit dato con i figli perché almeno è felice perché certe volte abbiamo sentito anche di founders che non si sono potuti godere il momento dell'arrivo dei figli perché magari c'era una tragedia con la loro start up in quel momento che dovevano sistemare quindi son contenta che ti che ti sia andata bene invece hai poi lavorato quindi due anni per per River band quindi sei diventato un po il loro dipendente che è quello che succede spesso quando ci sono acquisizioni dove l'azienda poi il founder poi va a lavorare poi per l'azienda che che ha acquisito come mai hai deciso poi di lasciare quindi River beh due anni dopo rimetterti in gioco qual è stato un po il motore principale di questa decisione?

Loris Degioanni (00:26:16) - Un classico articolo di Michael, il fondatore di TechCrunch.

Loris Degioanni (00:26:22) - Questo è un articolo vecchio che probabilmente i giovani non si ricordano neanche, probabilmente più di più di 15 anni fa, che però paragona i founder di startup a dei pirati che vanno in cerca di avventura sul sul sulla loro barca e combattono le loro battaglie. Io mi sono reso conto che dentro di me ero diventato un pirata e non potevo essere nient'altro che un pirata e non sarei stato capace di lavorare per qualcun altro. Quindi la exit con Keys non è stata una exit da miliardi, però è stata una exit che mi ha permesso di decidere se volesse continuare a lavorare e cosa volessi fare se avessi continuato a lavorare e quello che era certo e che non sarei stato in grado di fare un lavoro da dipendente per qualcun altro lavorando 8 ore al giorno. E quindi e sapevo anche ero relativamente giovane avevo 35 anni quando c'è stata questa exit quindi sapevo anche che non volevo passare il resto della mia vita a leggere il giornale quindi avrei voluto fare qualcos'altro quindi la scelta è stata abbastanza naturale. Facciamo facciamo un'altra azienda. Tra l'altro se dovessi tornare indietro nonostante le fatiche immense e i grandissimi mal di pancia che che mi ha dato di fare esattamente la stessa cosa perché non non potrei fare altro una volta che hai preso il virus di essere un pirata continua a essere un pirata per tutta la vita è.

Camilla Scassellati Sforzolini (00:28:04) - Vero che quando uno pensa che quando uno fa fa il tech entrepreneur e soprattutto lo fa con il livello di successo che che avevate raggiunto appunto, hai detto non un exit di miliardi. Però quando vedi che comunque le cose possono funzionare crei un po 'la tua famiglia, crei la tua azienda. Penso che sia molto difficile poi lasciare questa sensazione inizierà a fare tutte le cose noiose che devono fare, compresa i dipendenti e quindi hai detto che ti sei rimesso. Insomma, hai lasciato un'idea e ti sei rimesso un po 'a studiare cosa avresti potuto fare come come prossima azienda. Quindi ci puoi raccontare un po 'di quel periodo di ideazione? E poi come finalmente ti sei soffermato sull'idea di Seaside che come proprio nasce l'idea?

Loris Degioanni  (00:28:45) - Sono tecnico, sono sempre stato tecnico, quindi le mie aziende sono aziende che fanno diciamo tecnologia tra virgolette hard core e questa è la prima cosa la seconda cosa è che direi che si è un po nell'evoluzione dal punto di vista tecnico di quello che abbiamo fatto precedentemente in casa in generale penso che non si inventi mai nulla e ho trovato che dopo diciamo aver fatto un po di conversazioni allo specchio per capire esattamente cosa volessi fare successivamente però si gravi per lo meno io sono gradualmente gravitato verso le passioni che avevo prima e il how tecnologico che avevo prima.

Loris Degioanni (00:29:29) - Quindi diciamo che proprio dal punto di vista tecnologico l'inizio di si che è stato motivato dal trasportare quello che facevamo prima nel mondo del data center al mondo del cloud in particolare noi parlavo di pacchetti prima no il fatto che partendo dalla mia tesi di laurea io abbia lavorato su tecnologie che avessero a che fare con la possibilità di osservare ad alto. Livello di granularità. Le informazioni che vengono trasmesse su una rete e la rete è quello che collega qualunque tipo di device al mondo quindi a partire dai telefoni computer, i server nei data center eccetera eccetera Quindi quando si vede quello che che viene trasmesso su una rete si può capire se ci sono dei guasti si può capire se ci sono degli attacchi informatici si può capire quali siano magari Colli di bottiglia i problemi che ci che che ci sono su questa rete. Questo tradizionalmente appunto l'abbiamo fatto tramite queste tecnologie di cattura pacchetti che era quello che vendevamo che sviluppano e che vendevamo a casa nel momento in cui io ho lasciato ed era in corso una grossa transizione dal data center tradizionale dove le aziende compravano i server compravano la connessione a internet e poi sviluppano software che girasse su questo su questi server e fornisse servizi.

Loris Degioanni (00:31:00) - Grazie a questa connessione c'era una trasformazione verso il cloud, dove i server e la connessione internet sono comprati da questi grossi cloud provider Amazon, Microsoft, Google, IBM eccetera eccetera che te li affittano. Quindi tu puoi andare. Puoi dire voglio un server con connessione a internet da un giga al secondo e lo voglio per la prossima mezz'ora e lo voglio pagare al minuto e si va sul sito web di queste aziende e si compra questo server. Questo paradigma del cloud è rivoluzionario perché trasforma diciamo il computing soprattutto per le per le grosse aziende che forniscono servizi web. Da un paradigma dove tu devi fornire le tue risorse devi comprare e fornire le tue risorse a un paradigma più più di Utility dove queste risorse un po come l'acqua no l'acqua mica si scava il pozzo per avere l'acqua in casa no per lo meno quasi nessuno ormai lo fa cosa fai l'acqua la compri da da un acquedotto da un'azienda che te o l'elettricità che ti ti viene allacciata in pochi giorni e poi questa azienda si preoccupa di darti un servizio affidabile per per darti l'elettricità o l'acqua o il gas eccetera eccetera.

Loris Degioanni  (00:32:13) - Il computing al giorno d'oggi si è trasformato in una cosa del genere. Quindi questo ha molte implicazioni dal punto di vista per esempio della sicurezza informatica significa che mentre prima tu eri quello che era in controllo totale della rete e della connessione di rete, potevi mettere questi dispositivi di analisi dove volevi. Nel cloud non puoi più farlo no quindi l'idea iniziale di era quello che che tecnologia si può utilizzare per permettere di avere la sicurezza che avevano prima di avere il controllo di prestazioni che avevano prima eccetera eccetera. In un mondo dove affittano un server per mezz'ora invece di avere tutta la loro infrastruttura costruita dove possono mettere queste cose che noi vendevamo e dal punto di vista della tecnologia quindi mi sono messo a pensare come potesse essere risolto questo problema e questo e la tecnologia che abbiamo creato che ha a che fare con strumentazione un po. Questa è una roba un po 'complessa la strumentazione dei kernel per poter accogliere system, però il risultato è che riusciamo a ottenere dei risultati simili, ma per il cloud, e questo è come abbiamo lanciato Sysdig.

Camilla Scassellati Sforzolini  (00:33:17) - E l'avventura di Cacce, come abbiamo raccontato, era iniziata con John, che era un po 'il tuo co-founder, ma anche mentor. Insomma capiva le cose insieme. Però avevi questo, questo ruolo di John Quando è iniziato? Avevi un advisor o uno sparring personale, uno sparring partner personale, quindi quella persona che ti aiuta a vedere cose che magari non stai vedendo, che fa challenge la tua idea e ti dice no, così non può funzionare, ma secondo me dobbiamo applicarla così. E se lo avevi come, come lo hai trovato e se è stato importante nel tuo percorso.

Loris Degioanni  (00:33:51) - Dunque se la domanda e ho fatto si dicono un co-founder la risposta e non non proprio nel senso che o provato nel corso del primo anno anno e mezzo a associarmi con un paio di di partner che potesse potessero essere proprio un pochettino co-founder in maniera un po un po più formale in particolare io sono tecnico quindi io volevo fare il sito e cercavo qualcuno che che facesse il SEO però per una serie di ragioni non sono riuscito a trovare la persona giusta nonostante mi sia associato con un paio di persone inizialmente.

Loris Degioanni (00:34:30) - Quindi a quel punto sono semplicemente continuato andare e non non ho portato un SEO in azienda per quasi cinque anni. Per all'inizio ho fatto principalmente vita di founder singolo, che è una cosa che probabilmente non raccomanderei e che probabilmente non farei di nuovo. Però è andata così ed è anche importante una cosa fondamentale una cosa che dico sempre. Il co-founder è la cosa più vicina nella vita al partner, moglie o marito.

Camilla Scassellati Sforzolini  (00:35:05) - Meglio soli che male accompagnati, come si dice. In parole povere.

Loris Degioanni  (00:35:09) - Fare un po 'di percorso da soli. E questo è quello che ho fatto. Ovviamente ho fatto. Mi sono basato tantissimo su mentor e visitatori esterni all'azienda, però non ho avuto un co-founder formale.

Camilla Scassellati Sforzolini (00:35:25) - Sì, immagino anche dall'esperienza di case che tu avessi trovato intorno a te persone capaci a fare business che ti potevano aiutare. Però appunto, ok, non immensa. E appunto a parte la decisione del co-founder che come hai detto forse l'avresti cambiata tornando indietro ma appunto è semplicemente andata così. Cioè hai cercato ma non l'hai trovato. Ci sono delle decisioni che hai preso non nel fondare SISDE che nei primi insomma mesi anni di crescita che pensi che in qualche modo abbiano determinato il successo dell'azienda.

Camilla Scassellati Sforzolini  (00:35:58) - Sì dal punto di.

Loris Degioanni (00:35:59) - Vista tecnico quello che dicevo scommettere su un mercato quello del cloud ed in particolare un sotto settore del cloud che è quello che era quello dei container e di Kubernetes. Senza andare nei dettagli ma è proprio ancora un un un'area specifica all'interno del cloud computing che era estremamente nascente in quel periodo quindi ho fatto una scommessa dal punto di vista tecnologico su una piattaforma di computing che non era ancora matura sperando che questa piattaforma esplodesse e che quindi i servizi che io offrivo per questa piattaforma esplodessero potessero praticamente cavalcare quest'onda e potessi crescere su questa cosa ed è solitamente una scommessa rischiosa in questa fase quando già stai facendo startup che è rischioso di per sé e in aggiunta ti associ a un mercato rischioso. Quindi però quello che ho detto è comunque mi sto prendendo del rischio, quindi perché non prenderlo bene? E ovviamente come sempre in tutto nella vita, non solo nella finanza, più rischio ti prendi più c'è possibilità di andare a gambe all'aria ma anche c'è possibilità di exploit se va bene. Quindi è stata una scelta. Comunque conscia e che per fortuna ha pagato perché effettivamente questa scommessa sull'esplosione del sotto settore sul quale mi sono appoggiato è effettivamente successa.

Camilla Scassellati Sforzolini (00:37:31) - Ti stavo proprio per chiedere se era appunto una scelta che hai fatto sapendo dicendo ok penso che questo sia la cosa che funzionerà nel mondo cloud e io devo farne parte in qualche modo su questa cosa quindi avevi avevi diciamo fatto un sì proprio un bet che questo sarebbe stato il futuro del cloud.

Loris Degioanni (00:37:49) - E questo ovviamente è fondamentale per fare questo tipi di Bet avere una conoscenza profonda sia della tecnologia della tecnologico del mercato in cui operi ma anche del lato diciamo competitivo e business perché ovviamente queste scelte sono sempre scommesse ma è importante appunto per quello che faccio io faccio tecnologia il mio background e tecnologia quindi non faccio social network quando fai tecnologia è importante avere una conoscenza molto profonda sia del lato tecnico che del lato competitivo del mercato, in modo da poter fare questi bet in maniera informata. E questa è una delle ragioni per cui non mi sono voluto fermare quando ho finito Cass e dopo aver lasciato io dopo poche settimane stavo già facendo fundraising per se da un lato me ne pento perché ho quasi 50 anni e non ho mai fatto penso più di una settimana di vacanza consecutiva in vita mia e quella sarebbe stata l'opportunità, magari per prendermi sei mesi o un anno per fare qualcosa, no? Mentre mentre non l'ho fatto, però è proprio necessario.

Loris Degioanni (00:38:55) - È un po 'come uno sport ad alto livello non smetti di praticarlo se smetti di praticarlo va in pensione. Quindi se vuoi stare, se vuoi rimanere, che ne so, un ciclista, un calciatore di alto livello, continui finché. Finché hai voglia di farlo. Perché? Perché devi essere veramente al top. E questo è un po quello che è successo quando hai fatto sistema.

Camilla Scassellati Sforzolini (00:39:15) - E poi magari anche ti fai superare dagli altri che sono nello stesso spazio. Immagino che magari altre persone facessero cose simili intorno a te, quindi l'idea anche di non è proprio uno, resta chi arriva prima però di farlo bene prima in un certo momento storico. Quindi se avessi aspettato sei mesi magari avresti fatto qualcosa di completamente diverso, perché questo non sarebbe stato più altrettanto rilevante.

Loris Degioanni  (00:39:37) - Certo, ed è anche un discorso di portare i vantaggi che ti sei costruito nella tua carriera quindi le conoscenze tecnologiche come come ho detto che abbiamo applicato quello che abbiamo fatto per i dieci anni precedenti nel campo delle reti l'abbiamo applicato al settore del cloud quindi arriviamo con un punto di vista con con conoscenze tecniche e con con una capacità di esecuzione e di conoscenza del mercato che arrivava da quello che che avevamo fatto prima.

Camilla Scassellati Sforzolini (00:40:02) - Abbiamo parlato un po appunto di questa fase di ideazione di come sei arrivato a capire esattamente cosa volevi fare la scommessa che hai fatto Ti volevo chiedere anche una domanda sul product market fit in realtà chiederti un consiglio perché per sempre cercare di portare lezioni e consigli dalle storie che raccontiamo per i nostri ascoltatori. Quali sono gli errori più comuni che vedi fare nei founder nelle fasi di di product market fit in nel mondo Deep tech diciamo e forse magari ce lo racconti spiegandoci come voi avete come tu hai trovato product ma anche per Sisley.

Loris Degioanni  (00:40:37) - Direi quasi che il product marketing non esiste. Scusa se parto con una frase un po radicale, però non è che magicamente a un certo punto ti accorgi che ho risolto il problema market fit. Onestamente abbiamo entrate ricorrenti nelle centinaia di milioni e ci stiamo ancora là. Secondo me ci stiamo ancora lavorando perché è un continuo fare tuning, adattarsi al mercato, capire come si muove la competizione, lavorare all'evoluzione dei propri prodotti, anche solo le condizioni macroeconomiche del mercato. C'è stato il Covip che ha avuto alcune implicazioni.

Loris Degioanni  (00:41:17) - Poi adesso invece c'è un po una una crisi economica del software no quindi non non finisce mai di di di adeguarti e di continuare a fare FIT e proprio una cosa costante magari magari qualcuno ci riesce a un certo punto a dire bon ho finito ho fatto FIT sono arrivato a me non è mai successo in 30 anni di carriera tech. Detto questo dal punto di vista diciamo di quello che vedo da un lato rigidità di esecuzione soprattutto all'inizio quando non si ha nulla è veramente importante muoversi velocemente essere in grado di di cambiare rotta non solo strategicamente ma in pratica nell'esecuzione nel nelle ingegneri nel marketing nel nel nel management eccetera eccetera velocemente questa forse è una cosa più da Silicon Valley però abbiamo avuto soprattutto durante il video un po di inebriamento dal punto di vista anche. Di fundraising. Le dimensioni dei round sono aumentate, eccetera eccetera. Soprattutto all'inizio questo può essere un problema perché hai tanti soldi, inizia a investire pesantemente, devi scegliere una direzione, ma questa direzione non la sei ancora chiaramente e crei una una barca troppo grossa che poi è difficile da navigare no nel nei venti e nelle onde nelle avversità.

Loris Degioanni (00:42:40) - L'altra cosa è la tenacia cioè in realtà secondo me chi ha successo è solo gente che ha resistito perché soprattutto all'inizio e dura è dura per tutti e dura anche per quelli che hanno fortuna trovano magari una nicchia giusta eccetera eccetera e il default e arrendersi quindi è proprio una questione di di di di di saper incassare pugni e andare avanti e questa se devo vedere soprattutto magari aziende anche di gente che conosco che magari non hanno avuto successo nel 90% dei casi semplicemente perché si sono fermati troppo presto quando avrebbero potuto magari non fermarsi.

Inès Makula  (00:43:20) - Sì che la parte veramente difficile perché c'è chi si ferma troppo presto ma c'è anche chi si schianta perché si è fermato troppo tardi magari è andato avanti su una cosa che non poteva funzionare, quindi trovare il balance giusto di dire ok, smetto, quando cioè è sempre un po difficile. Poi c'è chi si è innamorato della propria azienda, c'è chi invece non riesce a tenere quando riceve 100 porte in faccia. Quindi penso che veramente chi è molto bravo sa, riesce a spingere quando può ancora spingere. E ad oggi però.

Loris Degioanni  (00:43:46) - Scusa ma vorrei dire che innamorarsi della propria azienda già vuol dire che non hai seguito quello che dicevo. Come primo punto c'è la rigidità. Se sei ancora dopo cinque anni con un'azienda che magari non fa revenue o fa revenue bassissime vuol dire che secondo me non vuol dire che ti sei innamorato troppo di quello che stai facendo, ma vuol dire che non hai avuto quella quella quella capacità di essere snello e di e di modificare la tua direzione per invece andare verso la crescita e il revenue Generation ad oggi.

Inès Makula  (00:44:20) - Ha tirato su più di 750 milioni di dollari di capitali da investitori di fama mondiale. Qual è l'arma segreta secondo te per convincere gli investitori a credere nel proprio progetto?

Loris Degioanni  (00:44:30) - I 750 milioni un po fanno parte di quel periodo di cui ho detto durante il ed in cui tirar su soldi era molto facile ed è una cosa non sono un grandissimo fan di di di di raccogliere troppo capitale però il problema è che eravamo in una dinamica di mercato dove c'era moltissimo capitale e come dicevo la cosa principale è sopravvivere e se tutti i tuoi competitor tirano su tantissimo capitale lo devi fare anche tu altrimenti ti sei immediatamente svantaggiato perché il capitale è un tool un'arma per per per per poter competere.

Loris Degioanni (00:45:04) - Detto queste 750 milioni comunque anche in quei in quel frangente di mercato non sono piccoli non sono e non sono banali da raccogliere questo è un misto di del fatto che operavano e operano ancora in un mercato caldo appunto quell'esplosione del nostro mercato di cui parlavo c'è stata il calo computing e il mega trend nel software degli ultimi cinque anni. Sarà il mega trend dei prossimi 20 o 30 anni, finché l'intelligenza artificiale non ci manda tutti a casa e quindi c'è stato grosso interesse da parte degli investitori perché comunque noi forniamo soluzioni di cybersecurity per il cloud. E ed è un grosso mercato con un total total black market enorme. E noi abbiamo provato di poter avere un business che è ripetibile e che può crescere è una tecnologia molto forte quindi il sostegno da parte degli investitori è arrivato come conseguenza di questo.

Inès Makula (00:46:05) - Quindi leggendo così e vedendo questa crescita pazzesca comunque un'azienda la vostra azienda come dicevamo prima è stata valutata nelle 21 a 205 miliardi Si può pensare che le cose sono nate sempre molto bene e però immagino che è un percorso il percorso di un Panda è sempre un percorso di alti e bassi, quindi ci sono stati magari dei momenti bui nella crescita di sistemi, sia da un punto di vista magari dell'azienda o anche personale in cui pensavi che magari le cose potevano saltare da un momento all'altro e invece sono andate bene.

Inès Makula  (00:46:32) - Non so se ci puoi raccontare un aneddoto, qualcosa che è successo continuamente.

Loris Degioanni  (00:46:36) - Il percorso di un founder non è di alti e bassi e di tantissimi, tantissimi bassi, pochi alti e il mio caso non è differente. Mi ricordo diverse volte in cui magari ho detto a mia moglie Guarda, secondo me con questa azienda non ce la faccio. Appunto, forse l'unica dote non non ritengo di essere un genio non ritengo di essere però forse l'unica dote che ho. E che anche forse solo un po 'per paura per voglia di dimostrare qualcosa non non ho mai mollato però di questi momenti ce ne sono stati ancora ce ne sono costantemente.

Inès Makula (00:47:15) - Ci piace ricordarlo perché uno sai quando. Il giornale può sembrare che le cose sono sempre no uno ovviamente si promuove non racconta tutte le le cose terribili che succedono ma la vita di un padre può essere molto solitaria ci si può sentire molto soli nei propri problemi nei piccoli fallimenti eccetera. Quindi cerchiamo sempre di condividere un po 'per far vedere che ci sono tanti altri, ci sono un po' di alti, ma ce ne sono comunque tantissimi.

Inès Makula (00:47:35) - Basti quello che dici tu, la tenacia, la perseveranza di andare avanti e quello che poi determina chi magari ce la fa da chi non ce la fa.

Loris Degioanni  (00:47:40) - E non c'è mai l'altra cosa che ci si confronta sempre con gli altri e magari si considera il proprio percorso un fallimento in confronto ad altri no. E magari il mio percorso 750 milioni la valutazione da 2 miliardi e mezzo, un'azienda da 800 persone può sembrare un successo estremo in realtà se io lo guardo confrontato altre aziende magari magari il mio è un fallimento no perché comunque c'è sempre qualcuno che che che fa meglio di te e non può essere questo il metro per misurare perché altrimenti altrimenti.

Inès Makula  (00:48:18) - Non è mai abbastanza in realtà ci si.

Loris Degioanni (00:48:19) - Arrende.

Inès Makula  (00:48:20) - Esatto e ti ho sentito dire l'anno scorso durante Italian Tech Week dove in realtà ho scoperto la tua storia a Torino, quindi l'anno scorso. Una cosa che mi è rimasta impressa è che hai detto che una caratteristica che secondo te accomuna gli imprenditori di successo è l'amore per la fatica. Ne abbiamo parlato un po 'all'inizio dell'intervista e anche del ruolo dello sport nella tua vita, ma questo tratto caratteriale in realtà sta diventando sempre più raro nella nostra società.

Inès Makula  (00:48:43) - Le persone vogliono fare sempre meno fatica, facciamo tutti meno fatica perché la vita è diventata più facile con la tecnologia e siamo tutti più comodi. Come fai a coltivare questo tuo amore per la fatica? E che tipo di vita hai fatto in queste in questi ultimi vent'anni in Silicon Valley? Cioè lavori 20 ore al giorno hai detto hai preso massimo una settimana di vacanza consecutiva cioè ci sono dei sacrifici ovviamente no fare il percorso che hai fatto tu quindi se ci puoi dare un po una visione della fatica della tua vita.

Loris Degioanni (00:49:11) - Per me onestamente fatica non è lavorare 20 ore al giorno. Mi ricordo tante, tante volte durante la mia vita da imprenditore sorpreso a invidiare le persone che fanno fatica fisica, che fanno magari 10 ore di fatica fisica durante il giorno. Tantissimo rispetto per chi lo fa. Non voglio dire che sia una vita bella, che sia una fatica facile, ma per me la fatica è sempre stata non dormire la notte. Perché? Perché non hai idea se la tua azienda ci sarà ancora la settimana prossima o non ci sarà.

Loris Degioanni  (00:49:49) - E magari hai 50 100 persone che lavorano per te e non sai se il mese prossimo, se fra due mesi dovrai dirgli guardate, andiamo tutti a casa oppure se ci sarai ancora. La fatica è finire un trimestre lottando con le unghie per i denti per riuscire a ottenere i risultati che avevi detto al consiglio di amministrazione e il giorno dopo ricominciare il trimestre successivo e ricominciare tutto da capo. E poi ce n'è un altro e poi ce n'è un altro, poi ce n'è un altro ed è infinito, no? Quindi è più la base costante di stress e di commitment che che per me è fatica più che più che lavoro fisico, lavoro, fisico. Mi hai dato un grande. Non è mai stato un grande problema, anzi la fatica fisica ancora adesso partire. Continuo a fare sport, andare in montagna a correre quasi tutti i giorni perché quella è una fatica che secondo me la fatica di di farsi una corsa tutti i giorni è una fatica che trovo rigenerante quasi no e non so se però lavorare molto e fare e fare molte ore non non è un problema anzi è quasi una cosa che quando lo fai per passione mi piace mi piace quasi.

Inès Makula  (00:51:06) - E cosa fai? Quindi? Hai qualche consiglio su come gestisci lo stress? Perché comunque hai un livello di stress molto elevato. C'è chi ovviamente gestisce meglio gestisce però tu come come qual è il tuo coping mechanism per per andare avanti allora.

Loris Degioanni (00:51:19) - Nella vita in generale assumere un amministratore delegato quindi io per i primi cinque anni si ho fatto il CEO l'ho fatto io poi ho portato dentro Surace e io adesso sono tornato a fare prima ero ho e sito di disse finché l'azienda non è stata di circa 100 dipendenti qualcosa del genere poi è subentrato Surace ci ho messo un po'di tempo ma ho portato dentro una persona che potesse guidare l'azienda da quel punto di vista e ovviamente anche solo potermi concentrare sul lato tecnico che è quello che che mi piace è stato mi ha mi ha permesso di abbassare di gran lunga il livello di stress per quel che riguarda la vita quotidiana appunto io direi che quel i miei grandi stress sono lo sport fare qualcosina tutti i giorni perché trovo che il muoversi fisicamente mi aiuti tantissimo proprio dal punto di vista del benessere mentale. Ale lo so che è scontato, ma la mia famiglia quando a fine a fine giornata comunque puoi staccare.

Loris Degioanni (00:52:23) - Perché? Perché i figli ti obbligano a staccare un pochettino. Poi magari continui dopo che vanno a letto, però comunque durante quelle ore stacchi completamente perché devi essere con loro.

Inès Makula (00:52:33) - No, bello bello, ci fa sempre sentire qualche consiglio, visto che anche chi lo fa da vent'anni ha ancora dei livelli di stress elevatissimi e quindi dobbiamo tutti convivere con questo stress e cercare di trovare modi di stare bene. E se ripensi al tuo percorso qual è il consiglio di cui avevi bisogno ma che non hai magari mai ricevuto?

Loris Degioanni  (00:52:53) - Se chiedi a un qualunque dipendente di una frase di Loris ti diranno anche centimetro per centimetro. Ha a che fare con la resilienza si dice in italiano resilienza non lo so col fatto che appunto parlavamo di stress parliamo di difficoltà parlavamo di fatica. Questa appunto mi piace correre. E. La maniera migliore per fare bene quando corri non concentrarsi sui chilometri che hai ancora davanti. Immagina di correre una maratona quando sei al chilometro 10 o 15, magari che hai ancora 20 o 30 km davanti. Ma concentrati sul prossimo passo, sul prossimo centimetro che fai, perché ogni passo ti porta più vicino alla meta.

Loris Degioanni  (00:53:47) - Stai concentrato. Un altro passo lo puoi fare. Un altro chilometro magari no, Dieci chilometri magari no, ma l'altro passo lo puoi fare. Fai quel passo, celebra che l'hai fatto e vai avanti. E magari un messaggio scontato, ma lo puoi applicare quasi quotidianamente nella vita da imprenditore e in una. E quando stai facendo un'azienda alta crescita ed è una cosa che mi ha aiutato e che e che dico sovente e che ormai tutti ripetono quasi come un mantra è.

Inès Makula  (00:54:18) - Il motto di si ma in realtà è verissimo. Ne abbiamo parlato anche con Camilla. Quando uno pensa a un obiettivo e pensi subito a raggiungere l'obiettivo enorme, lo vedi così diventa quasi impossibile. Però poi lo spezzi, lo spezzetta. Micro micro tasks per arrivare lì diventa pensi solo alla prossima task, mi dici tu qual è il prossimo passo. Quello lo puoi fare anche nello sport. Quest'estate ero sul Monte Kenya a scalare Monte Kenya e l'unica cosa che dicevo è un passo. Fai solo il prossimo passo quando stavo male, quindi lo puoi applicare in tutto ed è una bellissima è una bellissima un bellissimo motto da avere e a cui pensare sempre Se dovessi rivedere un po tutta la tua storia, quanto pensi che la fortuna abbia giocato un ruolo nel tuo successo e quanto magari il duro lavoro?

Loris Degioanni (00:55:02) - Parlavamo all'inizio del fatto che Gianluca ha scelto di non andare negli Stati Uniti, se no boh, chissà cosa stai facendo.

Loris Degioanni (00:55:10) - Quindi nega che la fortuna sia stata una parte fondamentale del proprio successo. Secondo me mente e o in generale poco onesto io ritengo che la fortuna sia stata 99%.

Camilla Scassellati Sforzolini (00:55:30) - Sì, credo che abbiamo anche una relazione strana con la parola fortuna che pensiamo che se ammettiamo che ci sia stata fortuna vuol dire che non è merito nostro. Sì, esatto mentre in realtà è anche bisogna pensare la fortuna anche nel senso di caso tutte quelle cose casuali che succedono e che poi uno ha diciamo la lungimiranza e la capacità di seguire però a volte come dicevi appunto qualcuno non risponde il tuo amico decide di non andare ci vai tu tutte queste cose magari sono sicura che sono 1000 incontri con investitori incontri con altri partner che magari in qualche modo casuale più.

Loris Degioanni  (00:56:05) - Che la vera capacità è quella di mettersi in posizione di poter essere fortunato giusto perché se comunque non decidi di come nel mio caso di andartene di andare in giro per il mondo di magari far partire qualcosa pur sapendo di non avere ancora l'esperienza di Cioè ci sono sovente l'ho come esempio uso tuffarsi nella piscina piena di coccodrilli no poi si impara a nuotare molto velocemente.

Loris Degioanni (00:56:37) - Questa è di solito la maniera in cui imparo il salto nella vasca di coccodrilli, poi diventato bravissimo a nuotare molto in fretta. Posizionarsi per essere fortunati è una cosa che è una cosa che non tutte le persone hanno.

Camilla Scassellati Sforzolini (00:56:52) - Concludiamo la nostra chiacchierata con qualche domanda sull'Italia che una delle cose belle di come hai raccontato e hai notato più volte che comunque adesso ci sono venti uffici in giro per il mondo ci sono 800 dipendenti che che lavorano per questa azienda e la cui vita ovviamente è stata impattata dalla creazione di questa azienda e 140 di questi dipendenti sono proprio in Italia e quindi anche da lontano perché sei comunque sempre basato in. Silicon Valley sta avendo comunque un impatto positivo sul tuo paese di origine. Diciamo che pensieri hai riguardo ai dibattiti sulla fuga di cervelli, sugli imprenditori che dovrebbero rimanere in Italia e non andare in Silicon Valley? Cosa pensi che sia la cosa giusta da fare?

Loris Degioanni (00:57:34) - Questo dibattito viene sempre un po 'posizionato in maniera binaria uno o sta o se ne va con i pro e contro di entrambi. In realtà, come tutto nella vita, è un discorso più complesso di quello che magari viene viene descritto, soprattutto quando si fanno questi dibattiti, ed è un discorso con molte sfumature di grigio invece che essere solo in bianco e nero.

Loris Degioanni(00:58:04) - Il mio è un esempio abbastanza evidente dove se sono andato via dall'Italia ormai da quasi vent'anni non pago le non pago le tasse in Italia la mia famiglia e negli Stati Uniti in California quando vado a comprare il pane o la carne lì li vado a comprare in California, negli Stati Uniti. Però ho mantenuto i miei legami, ho fatto venire molti italiani dall'Italia qui in California, ma ho anche dato lavoro e sto dando lavoro a molti italiani che comprano il pane e la carne in Italia dando lavoro a panettieri e macellai italiani. Pagano le tasse in Italia, quindi anche come ricaduta fiscale. Penso di poter dire, senza esagerare, che influenzò direttamente probabilmente milioni di tasse che sono pagate in Italia. Quindi i cervelli secondo me è sempre buono che possano esprimere le potenzialità al meglio. In alcuni casi scappano, scappano per davvero e sono magari un investimento perso per il paese, ma non è sempre così e secondo me è sempre buono per il paese. Se un cervello viene valorizzato perché non sai mai, magari succede quello che è successo con me e c'è e ci può essere comunque una ricaduta non trascurabile per il Paese.

Camilla Scassellati Sforzolini (00:59:32) - Un'altra domanda riguarda invece la tua visione sullo stato dell'imprenditoria in Italia. Abbiamo abbastanza in termini di ingredienti se pensiamo a cultura, cervelli, sistema educativo, mezzi finanziari, abbiamo un po tutti gli ingredienti che potrebbero rendere l'Italia un posto dove l'ecosistema startup, l'imprenditoria, l'innovazione è funzionante e continua a crescere. Secondo te cosa manca in Italia perché diventi un po ', diciamo, il posto dove è facile innovare o avviare un'attività imprenditoriale?

Loris Degioanni (01:00:09) - Allora partirei da hai detto cultura e in Italia c'è moltissima cultura, ma secondo me non molta cultura imprenditoriale. Anche cosa significhi l'imprenditorialità cosa sia e quale valore porti al alla società adesso magari le cose sono cambiate però quando sono andato via io dall'Italia vent'anni fa nel 2004 io stesso onestamente non avevo una scarsissima idea di cosa significasse imprenditorialità e onestamente avevo un concetto un po ambiguo degli imprenditori. E l'imprenditore è sempre un po il furbetto, quello che non paga le tasse, quello che quello che magari fa profitto e si fa la villa o la Ferrari a discapito degli altri. Come se farsi la villa o la Ferrari fosse una cosa negativa, come se ci dovesse essere una scelta.

Loris Degioanni (01:01:08) - No fra fra l'avere l'avere la villa e l'essere una una persona che che che contribuisce alla società in maniera positiva e alza il tenore di vita per tutti gli altri no quindi quando c'è una percezione di questo tipo che non so se magari anche un po ha ragione no perché perché ci sono anche stati dei casi negativi in Italia c'è magari una maniera un po meno pulita tra virgolette di fare di fare l'imprenditore però quando c'è una percezione così diventa più difficile fare azienda e deve essere riconosciuto secondo me di più no in modo che che possa essere veramente efficace l'altra cosa forse negli Stati Uniti rispetto all'Italia è la rigidità e c'è molta meno rigidità negli Stati Uniti adesso in questo momento come dicevo prima si dica 140 150 dipendenti in Italia che mi rende orgogliosissimo. l'Europa e l'Italia in particolare sono sicuramente. Le aree geografiche dove è sempre più complicato fare business sono cose di base anche queste culturali. Una cosa che mi ha stupito quando sono diventato imprenditore è il valore di poter licenziare e licenziare facilmente che detta così probabilmente la gente che ci ascolta pensa a licenziare e la cosa più brutta che possa succedere.

Loris Degioanni (01:02:43) - E e solo gli orchi licenziano i loro dipendenti non la cosa più importante e più bella che possa fare un un imprenditore e tenere i propri dipendenti a scapito magari della competitività e la profittabilità dell'azienda mentre invece la possibilità di di lasciare a casa alcune persone rende l'azienda più efficiente rende l'azienda migliore per le persone che ci sono rende l'azienda più competitiva e quindi rende anche possibile per l'azienda di poter assumere di più in futuro e soprattutto per l'ecosistema intero poter assumere di più perché la flessibilità sul lavoro sì fa sì che tu magari perde il tuo lavoro più facilmente ma in generale fa sì che sia più facile trovare lavoro. E questo l'ho capito da imprenditore lo ho capito vivendo negli Stati Uniti mentre in Italia questa rigidità nel mondo del lavoro viene viene vista magari come un valore no del del della nostra società qui di nuovo c'è da un lato un po un fattore culturale e c'è da un lato semplicemente un fattore di che il sistema ingessato e gli incentivi sono sbagliati perché gli incentivi politici sono sono nella direzione magari che poi è negativa per tutti no però però è difficile vederla per per il politico e per la gente però questa rigidità sicuramente quando sono arrivato negli Stati Uniti è stata una una cosa che mi che mi ha proprio aperto gli occhi non vedere come flessibile e come è veloce il mondo del lavoro.

Camilla Scassellati Sforzolini (01:04:14) - Ultima domanda che è sempre facciamo sempre la stessa ultima domanda ai nostri ospiti che è in che modo pensi che la tua italianità quindi l'essere italiano abbia contribuito al tuo successo?

Loris Degioanni  (01:04:26) - Sono italiano? Allora io adesso ho la doppia cittadinanza. Qualche anno fa ho preso anche la cittadinanza negli Stati Uniti, ho il doppio passaporto, mi sento italiano, mi sento un italiano che ha la cittadinanza americana. Mi sentirò italiano per per il resto della mia vita l'educazione la cultura il senso del bello la la solarità la la capacità di relazionarsi con gli altri. La percezione da parte di tutto il mondo positiva verso gli italiani che mi ha aiutato tantissimo di solito va in giro per il mondo sentono che hanno un accento infatti ormai non mi interessa neanche più perderlo il mio accento italiano e non voglio nasconderlo perché quando sentono che un accento ti chiedono da dove vieni e dici sono italiano è sempre una reazione positiva, è sempre un modo per rompere il ghiaccio, è sempre un modo per avere un piccolo vantaggio rispetto all'equivalente americano, francese, israeliano, eccetera eccetera. Questi sono tutti regali che l'Italia come la somma totale di persone in Italia mi ha fatto, mi ha portato nella vita.

Loris Degioanni  (01:05:43) - Sono piccoli vantaggi che sono vantaggi personali ma sono anche vantaggi professionali che rimangono rimarranno sempre per me rimarranno sempre per chiunque sia italiano e sia italiano all'estero penso che voi due anche siete italiani all'estero potete potete confermare questa cosa, quindi devo moltissimo all'Italia e mi sento e mi sentirò sempre italiana.

Inès Makula  (01:06:03) - Grazie mille Loris, è stato.

Camilla Scassellati Sforzolini  (01:06:04) - Veramente meraviglioso scoprire la tua storia. Grazie di avercela raccontato in così così tanti dettagli e dando veramente colore a tutti, a tutti questi momenti importanti del tuo percorso. Così abbiamo potuto anche noi capire un po come sei arrivato, dove, dove sei arrivato, che è, che è veramente la missione del nostro podcast. Quindi ti ringraziamo del tuo tempo.

Loris Degioanni  (01:06:26) - Grazie a voi.

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