Stefano Buono, Co-Founder e CEO Newcleo

 

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L’episodio di oggi racconta la straordinaria storia di un fisico nucleare e imprenditore di fama internazionale. Parliamo di Stefano Buono, co-founder e CEO di newcleo.

Fondata nel 2021 insieme a Luciano Cinotti ed Elisabeth Rizzotti, newcleo sviluppa reattori nucleari di ultima generazione destinati a produrre energia pulita, sicura e sostenibile. In modo del tutto innovativo, i reattori di newcleo utilizzeranno le scorie nucleari come combustibile eliminando la complessità dello smaltimento dei rifiuti derivanti dall’energia nucleare. In un solo anno newcleo ha raccolto 400 milioni di euro con round partecipati anche da Exor, Liftt e Club degli investitori, e nel 2023 ha lanciato un aumento di capitale da 1 miliardo di euro.

Ma questa non è la prima esperienza imprenditoriale di Stefano, nel 2002 Stefano fonda con Paolo Pomè l’Advanced Accelerator Applications per commercializzare un brevetto sviluppato durante gli anni al CERN insieme a Carlo Rubbia e sviluppare prodotti di medicina nucleare per la diagnostica PET e SPECT e la terapia oncologica. Nel 2017 viene registrato il Lutathera, un medicinale per la cura dei tumori dell’intestino, dando inizio alla crescita esponenziale del mercato dei prodotti radiofarmaceutici. Advanced Accelerator Applications è stata quotata al Nasdaq e poi venduta a Novartis per 3.9 miliardi di dollari ma la crescita è ancora strabiliante, contando 1100 dipendenti, sedi in 11 paesi e una rete di distribuzione in 30 paesi.

La passione per la scienza e lo spirito imprenditoriale sono sempre stati centrali nella vita di Stefano.

Ascoltando Stefano capirete infatti che ha l’ambizione di un imprenditore ma l’anima di uno scienziato interessato ad impatto e risultati. E’ una persona super privata non interessata a esaltare il suo successo, quindi siamo particolarmente lusingate ci abbia dedicato un po' del suo tempo prezioso. 

Con Stefano abbiamo parlato della sua vita da innovatore e dell’importanza del nucleare per produrre un’energia più pulita, indipendente e sostenibile. Speriamo che la chiacchierata possa essere utile per approfondire una tematica così attuale, importante e a volte controversa.


TAKE AWAYS

Infanzia e influenze familiari (00:03:46) Stefano parla della sua infanzia, della sua famiglia e dei valori che lo hanno influenzato nella vita.

Attitudine allo studio e primi lavori (00:06:29) Discussione sull'attitudine di Stefano allo studio e sulle sue prime esperienze lavorative, inclusa la compravendita di libri usati.

Esperienza al CERN e fellowship (00:12:15) Stefano racconta la sua esperienza al CERN, la sua tesi di laurea e la fellowship ottenuta.

La fondazione di Advanced Accelerator Applications (00:17:09) La prima esperienza imprenditoriale di successo, la quotazione al NASDAQ e la vendita a Novartis per $3.9 miliardi.

Impatto personale e professionale (00:19:33) Stefano riflette sull'impatto personale e professionale dell'esperienza imprenditoriale.

La nascita di Newcleo (00:22:04) La missione di Newcleo, la tecnologia su cui stanno lavorando e il suo impatto sul mondo.

Vantaggi dell'energia nucleare (00:22:45) Stefano spiega quali sono i vantaggi dell'energia nucleare in termini di concentrazione energetica, impatto ambientale e indipendenza energetica.

Risposta alle preoccupazioni sul nucleare (00:25:22) Stefano affronta le preoccupazioni sulla sicurezza, i costi e i rifiuti del nucleare, proponendo soluzioni innovative.

Il nucleare come soluzione energetica (00:29:57) Discussione sull'importanza dell'energia nucleare come base stabile e pulita per il futuro energetico.

Affrontare la percezione negativa del nucleare (00:30:45) Strategie per affrontare la percezione negativa del nucleare e superare le paure associate.

Investimenti e strategie aziendali (00:35:58) Discussione sull'interesse degli investitori e le strategie aziendali per sviluppare la tecnologia nucleare.

Impatto sociale e ambientale (00:40:41) Creazione di un fondo per investire in innovazione, educazione, arte e cultura per avere un impatto positivo.

Motivazioni e impatto personale (00:42:34) La motivazione personale dietro l'impatto sociale e l'importanza di lasciare un segno positivo.

Visione sull'aspetto economico (00:43:31) Discussione sull'importanza della ricchezza personale e l'impatto economico nella realizzazione di progetti significativi.

Attitudine al rischio e gestione del fallimento (00:44:54) Discussione sull'attitudine al rischio imprenditoriale e la gestione del fallimento.

Consigli per giovani imprenditori (00:46:21) Condivisione di preziose lezioni apprese nel percorso imprenditoriale e consigli per accumulare esperienza.

Contributo dell'italianità al successo (00:47:10) Riflessione sull'apporto dell'italianità al successo imprenditoriale e alla creatività.

 

TRASCRIZIONE EPISODIO

Stefano Buono (00:03:46) - In realtà sono venuto a Torino non per fare solamente il liceo, ma dalla seconda elementare, quindi in realtà ho vissuto pochissimi anni ad Avellino, di cui ho ancora i ricordi molto vividi perché proprio era un'altra realtà.

Stefano Buono (00:04:01) - I miei genitori sono venuti a Torino essenzialmente perché volevano avere i figli nello stesso posto in cui c'era un'università, così potevano stare più attaccati possibile per lungo tempo e potevano supportarli, perché poi alla fine la mia è una famiglia di origini modeste, due impiegati e quindi anche supportare i figli fuori dalla propria città non era facile a quei tempi e quindi insomma l'idea di stare già in una città universitaria era perfetto.

Camilla Scassellati Sforzolini (00:04:30) - La parte sull'università, la parte di educazione era importante per i tuoi genitori nel senso che ti hanno cresciuto dicendoti devi essere bravo a scuola, devi andare all'università, devi avere certi successi accademici.

Stefano Buono (00:04:41) - No, direi che i miei genitori avevano la terza media, per cui il loro obiettivo era che noi facessimo un'università che era già molto al di là di quello che avevano ottenuto loro e quella generazione. Una generazione che aveva fatto la guerra e quindi, diciamo, voleva il bene dei figli lo voleva in un modo diverso da dalla nostra generazione. Credo che in tutta la loro vita non mi abbiano mai aiutato a fare i compiti una volta.

Stefano Buono (00:05:11) – Io vivevo un po sulla strada quando sono arrivato che avevo sette anni andavo da solo a scuola perché ero a piedi dietro l'angolo. Se qualcuno mi voleva bullizzare me ne andavo a casa da solo. Erano altri tempi, ovviamente il loro, la loro influenza è stata comunque molto forte ed è stata proprio insomma il messaggio di serietà di andare avanti nella vita. Io c'ho mischiato anche un pochino l'allegria perché sono stato uno studente vivace però anche fortunatamente andavo molto bene cioè ero molto in gamba molto portato per la matematica per per le cose scientifiche quindi anche se studiavo poco e mi divertivo tanto alla fine i risultati sono arrivati.

Camilla Scassellati Sforzolini (00:06:01) - Questo infatti è un aspetto interessante della tua storia che volevamo esplorare un pochino, che è ovviamente sei lo hai detto sempre stato bravo a scuola, sei andato a studiare fisica all'Università di Torino e hai avuto dei successi importanti sul livello accademico anche dopo l'università di cui parleremo, ma in varie interviste abbiamo letto che dicevi sempre che studiavi. Eri bravo a scuola ma non avevi questo senso dello studio matto disperato tutta la notte di “Devo assolutamente essere il più bravo della classe”, ma le cose ti venivano abbastanza naturalmente. Forse avevi, non so, un'attitudine verso lo studio, semplicemente la tua mente riusciva a capire bene soprattutto concetti scientifici. Ci puoi parlare un po di questa tua attitudine allo studio? E in generale come pensi che vada affrontata l'università? Abbiamo tanti ascoltatori che sono anche magari giovani ancora in quel periodo della loro vita, quindi volevamo sentire il tuo punto di vista.

Stefano Buono (00:06:57) - Forse mentalmente qualche materia non la studiavo proprio. Credo di non aver mai studiato matematica perché sentivo bene, seguivo bene la lezione poi imparavo lì e quindi è stato quello un vantaggio. Però devo dire che se devo caratterizzare un po soprattutto il periodo del liceo e che io ho sempre un po. Ho fatto un sacco di lavoretti con mio fratello, è un po più vecchio di me e quindi era già nel mondo del lavoro. Era un fotografo pubblicitario, io lo aiutavo ai tempi del liceo e lavoravo per lui. Poi ho sempre amato viaggiare, quindi molto presto, a metà del liceo, ho cominciato a fare viaggi da solo, quindi mi pagavo i viaggi, poi mi compravo il motorino, poi cambiavo la moto ogni anno, sempre con i soldi che guadagnavo.

Stefano Buono (00:07:41) - Quindi c'è stata una, diciamo una volontà di essere indipendente dal punto di vista di tutte queste cose dei viaggi del lavoro finanziario eccetera sicuramente. Spirito, diciamo un po di lavorativo che avevo. Poi durante l'università facevo consegne di fiori tutti i giorni, vendevo libri tutta l'estate. Chiaro che forse questa voglia di lavorare, di fare cose, iniziative eccetera forse poi mi ha accompagnato a farmi fare la transizione verso il mondo imprenditoriale, magari più di altri.

Inès Makula (00:08:19) - Infatti ti volevo chiedere proprio di approfondire un pochino queste prime esperienze imprenditoriali, soprattutto quella della compravendita di libri usati. Come funzionava il progetto? Perché era importante per te e che cosa hai imparato da queste proprio prime esperienze che magari tipo ti sei portato dietro come lezioni?

Stefano Buono (00:08:34) - Non era proprio un progetto, perché quando sei così giovane fai le cose che ti vengono. C'era una piazza dove si vendevano i libri, vai con la macchina per il cofano e poi chiacchieri, fumi, ti diverti con gli amici, eccetera. Vedendo invece le attività della piazza. Insomma, c'è un ragazzo un po più più vecchio di me, che invece i libri li compravano, li vendevano, no? Quindi mi sono avvicinato così.

Stefano Buono (00:09:00) - Non perché lo volessi, perché ci sono capitato e quindi ovviamente lì prevale poi lo spirito un po imprenditoriale eccetera e quindi ho capito come funzionava. A giugno sono andato a comprare i libri da chi usciva dalla scuola dopo gli esami, quindi mi sono fatto una piccola riserva. Poi li compravo e li vendevo a persone che lo facevano lì. Anzi, ho cominciato proprio aspettare le mamme che andavano a iscrivere i figli al mio stesso liceo. Quindi ho fatto tutto un periodo in cui c'era il passaggio delle mamme che scrivevano i figli i primi di settembre, poi cominciava la scuola e questa piazzetta scoppiava. Insomma, imparato da vedendo gli altri. Ed è stato un po casuale il fatto che ogni anno raddoppiava il fatturato. Alla fine avevo un patrimonio di 3000 libri, quasi ho pensato di continuare a fare questo professionalmente, però ovviamente non si studia poi per cambiare mestiere, subito dopo avevo voglia anche di fare il fisico. È andata bene che che sono rimasto a fare qualcosa di scientifico.

Camilla Scassellati Sforzolini (00:10:02) - Se non sbaglio questo progetto appunto come detto ha preso comunque abbastanza una vita e tanto tempo nel tuo tempo di studiare quindi hai anche ci ho messo anche un anno in più a laurearti perché tutta l'estate la passavi sulla compravendita di libri non potevi dare gli esami nella sezione.

Stefano Buono (00:10:18) - Ci ho messo due anni in più a laurearmi. Il problema è che era i primi di giugno, dovevo andare a comprare i libri. Poi c'era l'estate d'estate sacra, si andava in vacanza, poi a settembre non si poteva ricominciare a studiare subito perché per me era full time job fino a metà ottobre, quindi io ricominciavo a studiare a metà ottobre. I primi corsi non li seguivo neanche e alla fine però non ero ossessionato da essere in tempo e poi addirittura però avevo l'idea di poter entrare subito nel mondo diciamo dell'industria e lavorativo per cui in realtà in questi due anni c'è anche un anno di militare che ho voluto fare prima di laurearmi. Allora il militare era obbligatorio e quindi uno doveva farlo subito dopo l'università io non volevo fare un gap fra fra il momento in cui mi laureai nel momento in cui trovai il mondo del lavoro cosa che invece oggi credo sia molto normale anzi molto ambito di avere questo gap year alla fine del liceo e una delle mie figlie ne ha fatti 3.

Inès Makula (00:11:22) - Beata lei.

Stefano Buono (00:11:24) - Praticamente facendo di tutto cose super interessanti.

Inès Makula (00:11:29) - È vero che nella cultura italiana c'è poco questa cosa del gap year, ma ci sono delle culture che fanno lo fanno veramente tutti vanno a lavorare che secondo me in realtà almeno un anno di tra la scuola e l'università è importante anche capire un po come funziona il mondo perché certe volte cominci l'università stacchi dopo la scuola il primo anno comunque lo butti divertendoti facendo tutt'altro che studiare. Quindi ogni tanto ci sta anche di fare quella parte separata dall'università e poi concentrarsi. Ci hai detto che poi comunque sei tornato alla tua passione della fisica, quindi hai deciso di non proseguire questo business. E infatti poi hai fatto la tua tesi di laurea al CERN su una nuova architettura dei processori usati per gestire i dati degli esperimenti di fisica. E poi sei rimasto al CERN con una fellowship? Cosa ricordi di quel periodo al CERN che è la Mecca ovviamente per ogni fisico.

Stefano Buono (00:12:15) - Devo dire che ricordo poco della parte scientifica, è molto degli amici dell'uscire tutte le sere quando si è giovani è pazzesco come questa componente è sempre molto importante.

Stefano Buono (00:12:29) - Di nuovo era una situazione un po particolare perché non è stata la tesi a trovare me. Sono stato io a trovare un lavoro di un anno al CERN, pagato più di un ricercatore italiano, poi a trovarmi il professore che mi confezionava cioè mi aiutasse a confezionare una tesi sull'argomento che che avevo trovato io da solo. Quindi di nuovo era stato un po particolare comunque chiaramente. C'era un ambiente straordinario perché quello dei tempi d'oro in cui nell'immaginario di tanti gli scienziati discutevano le cose sui tovagliolini della caffetteria, tutto era molto informale, tutti ci davamo del tu. Se incontravi un premio Nobel andavi a prenderti un caffè eccetera. Quindi Si respirava una un'aria meravigliosa, chiaramente contagiosa. Il fatto di sei un fisico quello è il posto più ambito di fisici del mondo dove lavorare ma proviamo a lavorarci quindi finita da questo periodo la tesi, ho fatto subito domanda di Fellowship che è un posto fisso al CERN dove sei Un funzionario internazionale. era molto più pagato di quello di un professore universitario in Italia a fine carriera. Quindi diciamo combinava un po il fatto che non ti senti molto sfruttato come neolaureato da un per fare ricerca come capita in Italia in qualche altro Paese del mondo ma diciamo puoi cominciare a fare ricerca a livello in modo che sia almeno riconosciuto il tuo lavoro anche dal punto di vista finanziario.

Stefano Buono (00:14:14) - È stata una bella combinazione poter rimanere in un posto così di eccellenza per poi c'è non è solo la fisica il CERN e tanta ingegneria informatica tutto tutto è sempre front end e quindi si incontrano tantissime persone che non sono necessariamente fisici ma che sono eccellenti nel loro lavoro, quindi è un ambiente straordinario.

Inès Makula (00:14:38) - Sei poi stato chiamato da Carlo Rubbia, direttore generale del CERN per far parte del Gruppo dell'energia amplificare il progetto del CERN per produrre energia nucleare pulita e per smaltire scorie radioattive usando acceleratori di particelle. Dove sei rimasto per sette anni. Quali sono un po gli highlights dei primi anni e poi cosa successe al progetto? Che impatto ha avuto su di te?

Stefano Buono (00:14:58) - La cosa che è successo è che lui ha ha fatto una presentazione al CERN. Mi sono reso conto che era un progetto che poteva cambiare il mondo. Io stavo per cambiare la mia vita perché stavo per partire per un giro del mondo in barca a vela di cui avevo trovato gli sponsor, quindi avevo gli sponsor, stavo cercando la barca. Però andare a lavorare con un premio Nobel su un progetto che può cambiare il mondo mi ha mi attirava un pochino, per cui purtroppo abbiamo fatto una cena assieme.

Stefano Buono (00:15:26) - Gli sono piaciuto, mi ha subito offerto un posto purtroppo per la barca per fortuna per la vita ed è stato sono stati anni straordinari perché lavorare su un progetto super innovativo con un premio Nobel. Poi anche al suo fianco essenzialmente perché ero davvero una persona molto vicina a lui e lo aiutavo proprio nel in tutte le cose che facevamo facevamo tanti viaggi assieme quindi mi ha coinvolto in tutto è stato straordinario imparato tante cose e anche dal punto di vista scientifico abbiamo progettato un reattore che poteva essere sicuro pulito davvero cambiare il mondo però a quell'epoca questa nuova tecnologia non era molto interessante per il mondo purtroppo che non voleva essere cambiato perché gas e petrolio erano molto più economici, perché c'era una paura irrazionale verso il nucleare e quindi alla fine, dopo otto anni di splendide collaborazioni internazionali, avanzamenti, straordinari, viaggi, comunque non potevamo costruire e ho avuto così la voglia di costruire qualcosa perché insomma la mia spirito imprenditoriale è rimasto lì per tanti anni. Salto le altre cose che ho fatto imprenditoriali on the side ho preso un brevetto invece che avevamo preso nel corso della nostra ricerca che aveva un'applicazione in medicina nucleare e ho pensato di fare un'azienda portarla al successo far vedere che ero un buon imprenditore e poi fare un'azienda privata che avrebbe sviluppato l'energia nucleare in quel modo, con quell'innovazione che avevamo trovato negli anni 90.

Stefano Buono (00:17:07) - E così è nata l'idea di Newcleo.

Inès Makula (00:17:09) - Per farti una domanda su Advanced Accelerator Applications che hai lanciato nel 2002 e che poi hai quotato al Nasdaq nel 2015 e venduta a Novartis che l'ha acquisita per 39 miliardi di dollari. Cosa vedi come le più grandi soddisfazioni di quell'esperienza di quel tempo?

Stefano Buono (00:17:24) -  Ho imparato a essere ambizioso perché l'idea era all'inizio di fare qualcosa di imprenditoriale, però era anche fare un ponte fra l'innovazione tecnologica e le scienze della vita, non di cui non conoscevo nulla né di medicina né di farmaci eccetera. Quindi era più che ambizioso. Per me è stato bellissimo costruire qualcosa in. In tutti questi anni ho assunto 600 persone. Ho fatto 14 acquisizioni abbiamo portato sul mercato dei prodotti per la diagnostica ma soprattutto abbiamo fatto una rivoluzione che è stata l'idea di usare sempre la radioattività per curare i cancri ma con un approccio farmaceutico curava qualcosina con la radioattività, per esempio il cancro alla tiroide. Da tantissimi anni prima che io facessi questa azienda, ma mai la medicina nucleare è andata nel mondo farmaceutico quindi la sfida era quella di di rendere farmaceutica questa ricerca e di far entrare la medicina nucleare nella nella farmacia quindi il fatto che l'azienda sia stata acquistata sia stata la più grossa operazione di biotech in questo campo è un risultato ma il risultato più grosso per me è stato nei cinque anni successivi vedere che questo ha generato un interesse dell'industria farmaceutica che ha portato tutto il mondo della medicina nucleare a diventare parte del sistema biotech e quindi avere miliardi e miliardi di di finanziamenti per sviluppare nuovi prodotti che ho portato ad avere un prodotto molto efficace nella terapia dei cancri neuroendocrini poi sviluppare un secondo prodotto per la terra che del del cancro alla prostata che è un'indicazione molto più larga quindi vedo una dinamica in questo mondo che è straordinaria quindi diciamo questa è la grande soddisfazione aver contribuito allungare la vita di di tantissime persone e a volte a salvarla poi a vedere che ho creato una dinamica che che porta tanto denaro a fare la stessa cosa.

Camilla Scassellati Sforzolini (00:19:33) - Immagino anche da un punto di vista imprenditoriale visto che questa è stata in realtà oltre ai piccoli side projects la tua prima azienda creata con diciamo l'ottica di crescere qualcosa di veramente grande riuscire in un campo difficile come il biotech a portare un'azienda ad essere quotata ad essere acquisita e a crescere così velocemente. Sviluppare un farmaco funzionante da un punto di vista del imprenditorialità deve essere stato abbastanza impressionante come è successo poi so che anche a livello personale ti ha portato a vivere a New York. Penso abbia conosciuto tua moglie in questa avventura, quindi sicuramente un successo. Credo anche da sia per te scienziato che per te imprenditore insieme.

Stefano Buono (00:20:15) - Diciamo il successo non è che sia importante devo dire che non pressione la cultura aziendale non stavamo mai a fermarci a vedere le belle tappe che abbiamo fatto. Siamo sempre stati un po torinesi, un po stakanovisti a questo punto di vista dovevamo farlo, l'abbiamo fatto. Cosa c'è da fare dopo? Cioè dove si va al giorno dopo senza fare troppi celebrazioni? Quindi devo dire che ho fatto tutto sotto tono. Quando mi hanno intervistato la legge, un giornale francese mi ha voluto fare un'intervista un po particolare perché ho fatto un profilo un po lungo, intervistando persone che mi avevano conosciuto, eccetera.

Stefano Buono (00:20:53) - Ho scoperto che questa è stata la più grossa operazione di biotech francese. Però praticamente se adesso con molte più interazioni con il Governo francese per esempio con con i giornalisti eccetera quasi nessuno lo sapeva. E invece adesso il mio atteggiamento è un po cambiato non tanto perché voglio fare la star ma perché ho bisogno di fare un po da mediatore culturale fra una narrativa del passato ingiusta nei confronti dell'energia nucleare e un futuro radioso che che ci aspetta come umanità, perché riusciamo a ottenere delle cose straordinarie con l'energia nucleare. Quindi sono costretto un po più di visibilità. Non è nel mio carattere e comunque sono contento quando torno a fare scrivere documenti per la mia azienda, vedere cosa cosa fare nel passo successivo piuttosto che parlare nei podcast. Però mi rendo conto che ce n'è bisogno. Ho anche raggiunto un'età per cui devo dare un po di esempi. Posso contribuire con la mia esperienza non solo alla narrativa sul nucleare, ma anche a ispirare qualcuno, perché no? Così abbiamo più impatto, possiamo fare più impatto.

Camilla Scassellati Sforzolini (00:22:04) - Arrivando in realtà a Newcleo, che è l'azienda che hai fondato nel 2021 su cui stai lavorando. Come ci hai detto, si rilegga un po l'esperienza che hai avuto con Carlo Rubbia, che poi è finita nel progetto che è stato cancellato e adesso ti stai un po rimettendo sul progetto perché hai sempre avuto questo pallino che effettivamente il nucleare è la soluzione più semplice. Lo dico tra virgolette per creare energia pulita che possa veramente sostenere i bisogni del del nostro sistema economico. Quindi ci puoi parlare un po di cos'è Newcleo, cosa esattamente state facendo su che tecnologia state lavorando e perché credi veramente che possa avere questo impatto positivo sul sistema.

Stefano Buono (00:22:45) - Beh, l'energia nucleare è un'energia molto più concentrata di quella chimica, cioè di qualsiasi altra forma di energia, 1.000.000 di volte più concentrata. Quindi questo si riflette sul anche quanto si sfrutta il pianeta con i materiali e le risorse di cui abbiamo bisogno per ottenerla e quindi è una missione molto importante sfruttarla. La cosa bella è che appunto non si non è fossile quindi non si produce CO2. Quindi chiaramente per il clima del nostro pianeta anche molto importante e purtroppo negli ultimi due anni abbiamo capito che anche per gli equilibri geopolitici può essere importante perché quando c'è una dipendenza energetica da da Paesi che poi diventano instabili l'abbiamo purtroppo ce ne siamo resi conto in Europa si possono creare degli squilibri che hanno un impatto su tutti quindi l'indipendenza energetica anche un argomento molto importante in pratica quando si fa un reattore si ha il combustibile per farlo andare avanti per 40 anni quindi ci si toglie da tante dinamiche di costi di prezzi, di dipendenza da altre nazioni che non si possono prevedere.

Stefano Buono (00:23:58) - Prima non potevamo prevedere, forse prima di 2 o 3 anni fa. Quindi ha un ruolo importante. Fortunatamente per il nucleare, sfortunatamente per il pianeta, ci siamo resi conto che stiamo cambiando il clima e questo ha riportato soprattutto i giovani a capire se il nucleare potesse giocare un ruolo, perché è l'unica forma di energia assieme a l'idroelettrico, il geotermico, che può dare una energia in modo continuativo ed è una componente essenziale per i sistemi energetici, perché le rinnovabili possono dare un contributo straordinario, ma non si può mai arrivare al 100% delle rinnovabili in un sistema di produzione di energia senza portare un eccesso di costi di sfruttamento delle materie del territorio. Le rinnovabili devono avere un po di appoggio da sistemi di produzione continua dell'energia e dai primi trattati di Parigi fino a oggi, anche se sono cresciute in modo straordinario. E il fatto che anche i combustibili fossili siano cresciuti del 2% significa che purtroppo c'è sempre bisogno di questa componente stabile di erogazione di energia. Allora tanto vale vedere se il nucleare può rispondere a queste esigenze perché il nucleare è una.

Stefano Buono (00:25:22) - Diciamo quali sono i problemi percepiti dal nucleare sono la sicurezza dei sistemi sono il costo che ovviamente importante e e rifiuti la nostra scommessa è stato a prescindere dalla fondatezza di questi tre problemi oppure no cioè se davvero e insicura. Nucleare che non credo se davvero i rifiuti sono un problema che non credo però addirittura il nostro la tecnologia ci può aiutare a rispondere a tutte e tre le preoccupazioni che hanno le persone perché si possono fare un nucleare passivamente sicuro vuol dire che sono macchine che si spengono da sole anche se non ci fosse nessun tipo di intervento umano meccanico, automatico che funzioni, si spengono da sole per la fisica, senza danneggiarsi, quindi senza creare impatto sull'ambiente né sulle persone. E questo è facile farlo. Alla fine la nostra esperienza di ottant'anni di nucleare ci permette di farlo in modo molto semplice. Fortunatamente, andando verso sistemi più sicuri si va su delle tecnologie che sono anche più economiche. Stiamo rispondendo anche al secondo importanza, anche se di per sé persino i reattori ad acqua che sono diciamo la tecnologia di oggi dell'efficienza in termini di costi sia un approccio industriale differente che quello dei piccoli reattori modulari.

Stefano Buono (00:26:49) - E infine il il rifiuto è un aspetto molto interessante perché in realtà noi sfruttiamo una piccola parte dell'energia che c'è nel l'uranio che stiamo dalla terra e quindi in realtà noi abbiamo già estratto energia per qualche migliaio di anni se solo utilizzassimo in un ciclo chiuso il combustibile nucleare questo anche non è un sogno di un ricercatore è una realtà che non è mai stata implementata è stata cominciata ancora prima che io nascessi come come strategia ma mai veramente implementata sempre per quei problemi che abbiamo sentito prima la narrativa negativa i costi eccetera e questo è molto interessante perché se uno capisce che la vera potenza nucleare crea praticamente quasi nessun rifiuto questo questo è un aspetto molto interessante pensa che la città di Roma in un anno di funzionamento può creare molto meno di un metro cubo di rifiuti radioattivi e rifiuti che dopo 200. 50 anni non sono neanche più radioattivi quindi parliamo di un volume molto ma molto ma molto più piccolo di qualsiasi altro sistema energetico in gioco e soprattutto innocuo dopo un breve lasso di tempo, perché questi rifiuti hanno davvero una pericolosità bassissima, si possono mettere in un contenitore e aspettare, poi diventano una risorsa.

Stefano Buono (00:28:18) - Sono 12%, sono terre rare utili anche ad altre applicazioni energetiche. Quindi è un modo completamente differente di utilizzo delle risorse. E credo che rispondendo a queste tre inquietudini che siano fondate o no diciamo si può andare davvero verso il nucleare nuove generazioni e magari anche una parte delle vecchie possono abbracciare come un po una bella componente del futuro dell'umanità.

Inès Makula (00:28:49) - Per questo episodio abbiamo uno sponsor molto speciale, Clemi’s Market, il brand di healthyfood che ho lanciato con mia sorella e ho una bellissima notizia da annunciarvi. Da oggi potete trovare due gusti delle nostre barrette energetiche in ben 95 Esselunga in giro per l'Italia e presto anche su Esselunga.com potete trovare la lista esatta dei negozi sul nostro sito www.ClemisMarket.com Cliccando su punti vendita il link lo trovate anche nelle note di questo episodio. Ma volete sapere un fan fact? Il buyer di  Esselunga ci ha scoperto proprio ascoltando MadeIT. Abbiamo davvero una community fantastica, quindi se state cercando uno snack sano ma allo stesso tempo gustoso, con un etichetta pulitissima di soli cinque ingredienti naturali, provatele e fatemi sapere cosa avete pensato! Grazie mille di averci ascoltato! Mi raccomando non dimenticate di iscrivervi al nostro podcast ovunque ci ascoltiate per non perdere nessuna puntata.

Inès Makula (00:29:40) - Se ci volete dare una mano a crescere, lasciateci cinque stelle su Spotify o scriveteci una recensione su Apple Podcast. Ci mettete davvero pochissimi secondi, ma è un prezioso aiuto per far scoprire il podcast a noi ascoltatori e continuate a condividere MadeIT con tutte le persone che conoscete.

Camilla Scassellati Sforzolini (00:29:57) - Nel mio piccolo io ho fatto un master in relazioni internazionali, ma con un focus su mercati energetici. E uno dei più bei progetti che ho fatto per uno dei miei corsi con i miei professori. Ci ha dato un software e ci ha detto ok, dovete fare un modello che faccia vedere che nel 2050 possiamo essere completamente avere un'energia completamente carbon free. Questi sono i vostri input. Create voi il mondo che volete e nel mio caso non sono riuscita ad essere avere una carbon free. Se non aggiungevo small Medium nuclear reactor nella mia base, perché come dicevi l'energia rinnovabile ovviamente va con i cicli del sole del vento, quindi è super variabile. Devi avere quella base stabile, pulita e anche se infili metti questi insomma cose che possono togliere senza andare troppo tecnici.

Camilla Scassellati Sforzolini (00:30:45) - Effettivamente facendo questo piccolissimo esercizio mi sono resa conto che non esisteva un mondo senza nucleare e al tempo ho pensato se tutti i cittadini italiani e non solo tutti i cittadini del mondo, potessero fare questo piccolo esercizio, si renderebbero conto che effettivamente stiamo sprecando una risorsa importantissima e abbastanza semplice di nuovo tra virgolette che a cui abbiamo già accesso perché la scienza esiste quindi è veramente molto emozionante il tipo di progetto a cui state lavorando come con questa consapevolezza però come dicevi la percezione negativa che l'umanità ha del nucleare soprattutto in Italia abbiamo una storia interessante con il nucleare è forse l'ostacolo più grande da superare, come ci ha detto. È per questo che anche sei qui a parlare di questo progetto. Come affronti questo tipo di scetticismo e pensi che siamo pronti a superare magari i preconcetti che avevamo dal nucleare, dati anche da crisi reali, nel senso che ci sono una generazione che ha vissuto lo stress di Chernobyl. Poi purtroppo c'è stato un altro incidente in Giappone che ha riportato un po queste paure, quindi pensi che siamo pronti a superare certe paure.

Stefano Buono (00:31:50) - Reagisco facendo un po'da ambasciatore, quindi parlandone con serenità, senza scontri, spiegando l'aspetto scientifico economico e le ragioni e poi tento di trovare degli strumenti. Per esempio ho prodotto il film di Oliver Stone Nuclear Now che è una bella rappresentazione diciamo di quello che è stato il nucleare del passato e come si posiziona il nucleare appunto nel bisogno di di diminuire l'impatto del cambiamento climatico sul pianeta quindi quello quindi con strumenti come questi un documentario il cinema eccetera probabilmente si può cominciare a far riflettere le persone togliere la paura perché è una questione di paura irrazionale che è stata generata e che è stata generata da tantissimo tempo E il nucleare è nato con la bomba I Paesi che avevano il nucleare dovevano mostrare gli altri che erano potenti e quindi le conseguenze anche solo dello scoppio di una bomba nucleare sono state esagerate. Perché una bomba nucleare, una bomba potentissima ma non ha un impatto radiologico né sull'ambiente né sulle persone se non esposta immediatamente all'effetto da bomba. Però anche il calore crea subito ovviamente un problema l'onda di pressione eccetera invece non ci sono problemi a lungo termine.

Stefano Buono (00:33:13) - Pensa che nella nello sviluppo purtroppo dell'industria bellica sono state scoppiate più di 5000 bombe nell'atmosfera con potenze molto più grossi quella di Hiroshima ma non si riesce neanche a determinare un minimo impatto sulla radioattività ambientale quindi già solo però il fatto di tentare di mettere l'accento sui fallout sugli inverni nucleari fa sì che chi ha la bomba è più potente e questo è stata una grande illusione. Poi dopo è arrivata quando Eisenhower ha cominciato a parlare di Atom for Peace e a parlare di energia nucleare fatta per la pace, per produrre appunto energia elettrica. Ci sono, si sono messi un pochino le mezzo le lobby del petrolio a finanziare una narrativa di nuovo che è riuscita ad arrivare a demonizzare il primo incidente nucleare di un impianto che non ha avuto nessuna conseguenza né radiologica né sulle persone che è quello di Three Mile Island negli Stati Uniti. Malgrado fosse una dimostrazione della sicurezza anche di un incidente maggiore in un impianto nucleare, è riuscito a non far costruire per tutti questi anni solo un nuovo impianto nucleare negli Stati Uniti. Quindi immagino l'impatto di quando so Bruce Springsteen si mette a fare un concerto contro il nucleare e quindi è stato diciamo siamo stati un po vittime e io credo che i giovani che hanno invece vedono l'aspetto positivo sono andati a rivedere questa narrativa sul nucleare hanno fatto le scoperte o accidenti sono morti solo 54 persone.

Stefano Buono (00:34:53) - L'incidente di Chernobyl ha la nube. Non ha fatto niente a nessuno. Queste sono le informazioni che si possono trovare da soli andando a leggere gli studi clinici, andando a leggere di porti internazionali eccetera eccetera. E quindi credo che i giovani si sentano un po presi in giro. Fukushima neanche un incidente per per la parte nucleare l'acqua di Fukushima che i cinesi usano per per proteggere il loro mercato ittico. Si può bere tutta la vita non si farà mai nulla figurati se non si può riversare nell'oceano. Sono tutte incredibili fake news che però i giovani riescono a scovare e a capire perché sono poi alla fine semplici da capire e a condividere. Quindi io spero che il nostro futuro sia molto più radioso semplicemente perché ritorna una componente razionale e la narrativa diciamo generata dagli anni 50 della guerra fredda. Tutte le altre cose se si riesca a capirne veramente perché è stata generata e che impatto ha avuto.

Camilla Scassellati Sforzolini (00:35:58) - Un segnale positivo sul mercato è stato proprio quello di Newcleo della vostra raccolta fondi perché avete lanciato un aumento di capitale da 1miliardo di euro dopo aver già raccolti 400 milioni tra la fine del 21 e del 22.

Camilla Scassellati Sforzolini (00:36:11) - Quindi sicuramente fa vedere che c'è appetito per investire in un progetto come il vostro. Ti aspettavi che ci sarebbe stato così tanto interesse su una per una start up focalizzata proprio sull'energia nucleare? O avevi paura che non sarebbe stato capito il progetto e che non sareste perché ovviamente vi servono molti capitali per sviluppare il tipo di tecnologia che voi state elaborando.

Stefano Buono (00:36:33) - No, non mi aspettavo che fosse stato un inizio così bruciante, perché addirittura io stavo preparando un'altra strategia. Prima ancora di creare l'azienda. Stavamo preparando una collaborazione con i cinesi per fare questo tipo di reattori, pensando che quel mondo lì che super dinamico avrebbe potuto finanziare realizzare questa tecnologia più velocemente Quando però da un lato ho creato la nucleo da un lato mi sono reso conto che c'è un incredibile interesse in Europa anche dal punto da investitori finanziari di di appoggiare nucleare e dall'altra parte si è cominciato a creare un pochino di di divario culturale con Hong Kong con tutte queste anche tensioni diciamo l'annessione di Hong Kong della Cina non è stata proprio nel massimo del rispetto della libertà individuale insomma è un po di tensione si respira a livello internazionale è cambiata la strategia e mi sono reso conto che l'Europa ha molti più numeri per tornare a essere protagonista e più partecipe del proprio futuro.

Stefano Buono (00:37:39) - E questa è stata una bellissima scoperta. Quindi la mia. I miei aumenti di capitale sono anche una provocazione per coinvolgere sempre di più anche finanziariamente l'Europa. Ovviamente sono faccio da ambasciatore anche a livelli governativi sempre di più per poter dare le ali a questa tecnologia che è nata in Europa è nata addirittura in Italia con Enrico Fermi che ha la possibilità di incidere sul nostro pianeta positivamente anche perché no sull'economia dell'Europa.

Inès Makula (00:38:10) - E quando prevedete di essere pronti a lanciare o a presentare il vostro primo prototipo, queste cose ovviamente ci possono mettere tanto tempo?

Stefano Buono (00:38:17) – Ci mettono tanto tempo. Probabilmente io spero che ci metta meno tempo che registrare il mio primo farmaco anche il biotech, così ci vogliono nove dieci anni per registrare un nuovo farmaco. Noi abbiamo cominciato già la il percorso regolatorio in Francia per accendere il primo reattore 2031 quindi in realtà sono pochi anni sono solo sette anni meno di un farmaco e c'è un bel percorso da fare oggi siamo 630 saremo 1000 entro la fine dell'anno tante collaborazioni quindi molte più persone coinvolte sul progetto un supporto incredibile di autorità delle autorità francese che con la sua industria ci sta supportando l'industria nazionale ci sta supportando molto, quindi in realtà c'è una bella massa critica per poter raggiungere questo obiettivo con questi tempi.

Stefano Buono (00:39:07) - La tecnologia esiste da tempo, noi l'abbiamo messa assieme in una nuova strategia industriale, ma la tecnologia è quella e quella conosciuta e e quindi non c'è un gap scientifico da colmare c'è davvero un gap un'industria da rilanciare quindi è fattibile. E poi vent'anni di deployment per dare un contributo forte agli obiettivi del 2050. E poi gli obiettivi 2050 sono i primi, poi bisogna consolidarli e mantenerli per dopo. E quindi il nucleare ancora bisogna fare tanto lavoro.

Inès Makula (00:39:40) - Come abbiamo menzionato nel 2015 hai quotato Advanced Accelerator Applications al Nasdaq. Pensi di quotare anche Newcleo in futuro e pensi che il mercato delle quotazioni sta tornando favorevole per questo tipo di attività?

Stefano Buono (00:39:52) - In realtà la quotazione di 3/5 dell'azienda farmaceutica aveva questo obiettivo di creare perennità in questa azienda e poter fare uno sviluppo diciamo di prodotti che va ben oltre la vita finanziaria e dell'investimento dei soci. Assolutamente quello è il percorso anche per noi ancora più importante mantenere una public company quindi se sul quando abbiamo tempo per farlo troveremo il momento giusto per farlo noi siamo pronti all'inizio, nel senso che l'organizzazione dell'azienda è già fatta per essere quotata.

Stefano Buono (00:40:31) - Fortunatamente l'esperienza precedente mi ha dato questa organizzazione mentale che ho trasmesso anche all'azienda e quindi possiamo farlo quando? Quando il mercato ce lo richiederà.

Inès Makula (00:40:41) - Però oltre a Newcleo, con i fondi che hai ricavato dalla vendita di di AAA tu e tua moglie Maribel avete lanciato LIFFT se non sbaglio, un fondo per investire in innovazione, educazione sociale, arte e cultura e avere un impatto positivo perché era importante per voi aprire questo tipo di fondo e che impatto vorreste che abbia LIFT?

Stefano Buono (00:41:01) - Allora con mia moglie Maribel abbiamo fatto una fondazione che ha questo obiettivo.

Inès Makula (00:41:06) - Ok, quindi la fondazione scusa LIFTT è un'altra però.

Stefano Buono (00:41:09) - LIFTT è invece una holding di investimento finanziario con cui siamo partiti con la Compagnia di San Paolo e la Fondazione Linx, che contiene anche il Politecnico di Torino. In realtà gli obiettivi sono impossibili non creare impatto. So che ovviamente la Fondazione è un progetto familiare che che va attraverso totalmente un'attività no profit invece LIFTT è una è una di noi un'avventura imprenditoriale perché pensiamo che la leva del dell'investimento finanziario di chi vuole creare impatto siamo sia importante e quindi abbiamo coniato un termine che è not only profit che che mostra proprio questa volontà di creare impatto che è importante quindi sono due esperienze ovviamente abbiamo investito non solo il nucleo all'inizio ma ma in alcune società e abbiamo trasferito questa voglia di investire in lift in modo un po più in innovazione in cose che possono creare impatto attraverso l'innovazione anche anche questa società.

Inès Makula (00:42:16) - E l'impatto sembra essere una delle principali motivazioni no del tuo percorso perché comunque dopo la vendita di AAA avresti potuto lasciare tutto, prendere la tua barca a vela e andare a fare il giro del mondo come sappiamo che è una tua grande passione. Però dove viene la tua motivazione e quanto conta l'impatto?

Stefano Buono (00:42:34) - Per me conta tutto, perché quando diciamo si è ottenuto tante soddisfazioni nella vita è molto giusto pensare agli altri. Quindi all'inizio si fa in modo, magari con meno mezzi e meno esperienza e dopo si può fare con più esperienza e più mezzi. Allora bisogna mettere quello che si è imparato al servizio degli altri, perché poi alla fine se vogliamo lasciare un segno lo lasceremo più per quello che abbiamo fatto che per gli altri che per quello che abbiamo fatto per noi stessi.

Camilla Scassellati Sforzolini (00:43:05) - Però troviamo anche molto interessante la tua storia che appunto come forse avranno avranno tutti capito ascoltandola anche sembra che il valore economico il guadagno economico non sia per niente un fattore motivazionale per te. Anzi secondo te da dove viene questa tua attitudine meno economica perché ovviamente tanti lo diciamo sempre quando raccontiamo le storie bisogna fare imprenditoria per il motivo giusto e per alcuni è veramente il guadagno economico.

Camilla Scassellati Sforzolini (00:43:31) - Quindi importante per loro fare un certo tipo di start up un certo tipo di percorso però è importante avere ben chiaro le proprie priorità, quindi ci piace sempre scoprire un po qual è la vera forza motivazionale dietro una persona. Quindi sì, per chiudere la domanda, ti sei reso conto da subito che i soldi non ti avrebbero dato la motivazione necessaria per andare avanti? Fare questo tipo di progetto che ovviamente è molto più rischioso anche.

Stefano Buono (00:43:55) - Beh, da un lato mi sono io ho capito che la ricchezza non è mai abbastanza, quindi tanto vale sentirsi ricco subito. Quindi io mi sentivo ricco già quando mi sono comprato il mio primo motorino e bisogna essere felice con quello che uno ha e sentirsi ricco dal punto di vista finanziario. Poi cambiano gli zeri ma onestamente non deve cambiare la la soddisfazione interiore il successo economico ti da più strumenti per per poter creare impatto per poter fare cose più importanti quindi cambiano gli obiettivi però anche obiettivi meno ambiziosi hanno la loro importanza e possono avere impatto su meno persone ma comunque creare qualcosa di positivo quindi e questo secondo me l'atteggiamento giusto sentirsi sempre soddisfatti anche per obiettivi che sembrano diciamo meno importanti degli altri ma è importante che lo siano per noi stessi per le persone che abbiamo attorno.

Camilla Scassellati Sforzolini (00:44:54) - Un'altra caratteristica di tutti i tuoi progetti imprenditoriali del tuo percorso è che hai scelto di fare progetti, Le tue aziende, con un alto livello di rischio e con un orizzonte temporale molto lungo prima di vedere risultati. Quindi ti volevo chiedere da dove pensi che venga questa tua attitudine o appetito al rischio o pensi di avere appetito a rischio e pensi mai al fallimento? Hai paura di fallire in tutte queste tue imprese? Un aspetto su cui ti concentri o ti ti fermi a pensare.

Stefano Buono (00:45:22) - Non bisogna mai avere paura del fallimento in questo gli americani sono bravissimi perché anche un fallimento arricchisce. Invece per noi fallimento, noi europei abbiamo un'attitudine molto diversa del fallimento qualcosa di pesante insopportabile uno si suicida se se fallisce no. Quindi questo questo è molto importante altrimenti difficile diventare imprenditori perché essere imprenditori vuol dire assolutamente inserire il rischio nella propria equazione di vita e quindi bisogna saper gestire senza mal di pancia contro liquidità è un po come si. Secondo me la barca a vela mi ha insegnato molto. Se in barca vedi una tempesta che si avvicina fai le cose che bisogna fare.

Stefano Buono (00:46:05) - Tutto lo devi fare sempre mantenendo la calma, perché il panico non aiuta e star male non aiuta. Se posso dare un consiglio è proprio ritrovare questa sicurezza interna, questa tranquillità nell'affrontare qualsiasi cosa nella vita,.

Camilla Scassellati Sforzolini (00:46:21) - Ripensando un po il tuo percorso Imprenditoriale o nel percorso imprenditoriale in cui sei ancora adesso. In realtà c'è un consiglio, una lezione particolarmente preziosa che hai imparato, che ti senti di condividere a chi si approccia a questo percorso. So che appunto con LIFTT anche vedete molti imprenditori in erba cos'è la cosa che vorresti dire a tutti su un'attitudine un modo di fare che forse potrebbe aiutare?

Stefano Buono (00:46:44) - Diciamo accumulare esperienza un'esperienza importante non mai sottovalutarla non avere l'urgenza di voler fare delle cose diciamo imprenditoriali a tutti i costi ma imparare e da lì anche il fallimento può aiutare però secondo me è importante trovare dei buoni Mentor trovare imparare anche molto dagli altri quindi valutare molto questo aspetto qui e ti.

Camilla Scassellati Sforzolini (00:47:10) - Facciamo la nostra ultima domanda con cui concludiamo tutte le nostre interviste. In che modo pensi che la tua italianità abbia contribuito al tuo successo?

Stefano Buono (00:47:20) - Io credo che noi italiani siamo molto creativi, abbiamo un'educazione straordinaria, quindi abbiamo sicuramente una marcia in più potenzialmente nell'essere imprenditori.

Stefano Buono (00:47:33) - Quindi questa è la parte che mi ha aiutato di più, direi.

Camilla Scassellati Sforzolini (00:47:37) - Grazie mille Stefano, grazie del tuo tempo, sappiamo che non è la tua cosa preferita, quindi ti ringraziamo doppiamente e speriamo, anzi sappiamo che la tua storia sarà di grande ispirazione per i nostri ascoltatori e spero appunto che possa essere anche un terreno fertile per veicolare il vostro messaggio sul nucleare anche con tanti giovani italiani che forse non hanno la giusta percezione del del progetto quindi grazie mille.

Inès Makula (00:48:03) - Grazie Stefano.

Stefano Buono (00:48:04) - Grazie a voi e a presto.

Inès Makula (00:48:09) - Per questo episodio abbiamo uno sponsor molto speciale, Clemi’s Market, il brand di healthyfood che ho lanciato con mia sorella e ho una bellissima notizia da annunciarvi. Da oggi potete trovare due gusti delle nostre barrette energetiche in ben 95 Esselunga in giro per l'Italia e presto anche su Esselunga.com potete trovare la lista esatta dei negozi sul nostro sito www.clemismarket.com Cliccando su punti vendita il link lo trovate anche nelle note di questo episodio. Ma volete sapere un fan fact? Il buyer di Esselunga ci ha scoperto proprio ascoltando MadeIT.

Inès Makula (00:48:42) - Abbiamo davvero una community fantastica, quindi se state cercando uno snack sano ma allo stesso tempo gustoso, con un etichetta pulitissima di soli cinque ingredienti naturali, provatele e fatemi sapere cosa ne avete pensato! Grazie mille di averci ascoltato! Mi raccomando non dimenticate di iscrivervi al nostro podcast ovunque ci ascoltiate per non perdere nessuna puntata. Se ci volete dare una mano a crescere, lasciateci cinque stelle su Spotify o scriveteci una recensione su Apple Podcast. Ci mettete davvero pochissimo secondi, ma è un prezioso aiuto per far scoprire il podcast a noi ascoltatori e continuate a condividere Made IT con tutte le persone che conoscete.

Camilla Scassellati Sforzolini (00:49:14) - Ci potete seguire su Instagram a MadeIT Podcast o su LinkedIn cercando MadeIT podcast dove condividiamo tanti contenuti esclusivi. Quindi andateci a seguire. Vogliamo ringraziare Mirko Mercantili, il nostro sound editor Mattia Cittadino, per il suo aiuto nella creazione dei contenuti social e GRS Entertainment per aver composto le nostre musiche.

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