Daniele Perito, Co-Founder Faire

 

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Per l’episodio di oggi abbiamo intervistato il founder di una startup che ha avuto un successo strabiliante e nonostante ciò, scommettiamo che non avete idea di chi stiamo parlando. Si tratta di Daniele Perito, co-founder di Faire.

Faire è un marketplace digitale che connette retailer e brand di tutto il mondo e che nasce per aiutare i piccoli business a competere contro i grandi della distribuzione come Amazon o Walmart. Tra il 2017 e il 2021, Faire ha raccolto 1.5 miliardi di dollari e ha raggiunto una valutazione di 12 miliardi di dollari. Oggi ha 10 uffici in tutto il mondo e sono ormai più di 100.000 i brand che si affidano alla piattaforma per vendere i loro prodotti. Faire nasce in Silicon Valley ma tra i suoi fondatori c'è appunto un italiano. 

Nonostante il successo ottenuto Daniele ci tiene a raccontare la sua storia per ricordare che per avere successo non si deve partire da chissà dove e non bisogna per forza avere piani machiavellici decisi a tavolino. 

Daniele nasce a Cassino, in provincia di Frosinone, da una famiglia come tante, il padre era operaio in fabbrica e la madre casalinga. Da piccolo scopre una propensione per l’informatica e sviluppa un forte desiderio di uscire di casa e girare il mondo. Sono questi gli ingredienti che lo porteranno a studiare e lavorare in giro per l’Europa e gli Stati Uniti, fino ad arrivare a lavorare da Square, una delle startup fintech della Silicon Valley in più forte crescita fondata da Jack Dorsey, il founder di Twitter. Li lavorerà con un gruppo élite di ingegneri tra cui Max Rhodes e Marcelo Cortes con cui lancerà Faire. 

Daniele ci ha parlato di tante avventure ed esperienze: dall’emozionante demo day di Y Combinator, dove Faire ha raccolto 3.4 milioni di dollari, alle strategie utilizzate per raggiungere 15 nuovi mercati e un miliardo di dollari di vendite annuali in meno di 5 anni dal lancio, ma anche dell’importanza del work-life balance e di come questo lo abbia convinto a fare uno step back dall’azienda che ha fondato.


TAKE AWAYS

L'infanzia e l'adolescenza di Daniele (00:01:08) Daniele parla della sua infanzia a Cassino e della sua passione per l'informatica. Descrive l'influenza della sua famiglia e la mentalità aperta che lo ha ispirato a viaggiare.

La scelta della specializzazione in informatica (00:05:08) Daniele racconta la scelta del liceo scientifico a Cassino e l'importanza di questa decisione nel suo percorso.

Esperienze all'estero e mentalità aperta (00:10:31)  L'importanza di vivere all'estero e la sua mentalità aperta nel cogliere le opportunità.

Decisioni basate sulle sensazioni (00:12:41) Daniele spiega come prende decisioni basate sulle sensazioni e come riesce a rimanere connesso con il suo gut feeling.

La decisione di non andare da Samsung (00:13:38) Rinunciare ad un lavoro in una multinazionale seguendo l’istinto.

Lavorare da Square (00:15:25) Daniele racconta come è stato contattato per lavorare da Square e come ha valutato l'opportunità in base alla passione e intelligenza delle persone coinvolte.

Iniziare a lavorare su Cash App (00:16:27) Come si è trovato inizialmente da Square e come ha iniziato a lavorare su Cash App, il nuovo prodotto di Square, dove ha conosciuto i co-founder con cui ha lanciato Faire.

La decisione di fondare una startup (00:22:37) Daniele spiega come ha preso la decisione di fondare una startup, basandosi su varie considerazioni come il desiderio di avventura e l'importanza dei co-fondatori.

Esperienza con Y Combinator (00:26:13) L’emozionante esperienza di Y Combinator e il famoso Demo Day: i processi, le strategie di preparazione al giorno di presentazione, e i risultati ottenuti.

Lavorare con Qonto (00:27:55) Una breve interruzione pubblicitaria per parlare dell'esperienza con lo sponsor Qonto per la gestione efficiente della contabilità.

La crescita rapida e il product-market fit (00:28:09) Discussione sulla crescita esponenziale della società e il raggiungimento del product-market fit.

L'importanza del team dei co-fondatori (00:29:09) Daniele parla dell'importanza di scegliere i co-fondatori e costruire un team forte.

Il testing delle features e il product market fit (00:33:48) Discussione sull'importanza del testing delle features e il raggiungimento del product market fit.

Il go-to-market e il referral program (00:38:39) L'importanza del go-to-market e del referral program nella crescita della società.

La decisione di lasciare l'azienda (00:43:52) Daniele racconta la sua decisione di lasciare l'azienda e il percorso personale che lo ha portato a questa scelta.

La lezione di crescita di una startup (00:44:25) Discussione sulla crescita rapida di una startup, le metriche di valore e la ricerca di un equilibrio tra vita lavorativa e personale.

Il valore reale della società (00:46:03) Riflessioni sul valore reale della società, l'importanza di creare prodotti che i clienti desiderano e l'attenzione alle metriche di vanità.

Lavoro e vita personale (00:47:40) Esplorazione della difficoltà di mantenere un equilibrio tra lavoro e vita personale nella crescita di una startup e le scelte personali legate al talento e al lavoro.

Nuove prospettive e ispirazione (00:51:08) Daniele parla dei suoi obiettivi e delle prospettive di future avventure imprenditoriali.

Sfide e opportunità nell'ecosistema startup italiano (00:52:51) Analisi delle differenze tra l'ecosistema startup italiano e americano, inclusi i fattori finanziari, le leggi del lavoro e la relazione tra università e imprese.

L'italianità e il successo imprenditoriale (00:55:20) Riflessioni sull'influenza della mentalità italiana nel successo imprenditoriale, l'approccio innovativo e la responsabilità nell'utilizzo delle abilità.

Che cosa è Qonto (01:00:27) Lo sponsor dell’episodio è Qonto, una soluzione di gestione finanziaria e contabile per start-up, PMI e freelance.

 

TRASCRIZIONE EPISODIO

IDaniele Perito (00:03:13) - Mio padre lavorava in fabbrica, mamma era una casalinga, quindi una storia abbastanza comune in Italia. Però avevo due sorelle che sono 10 e 11 anni più grandi di me e loro erano state le prime a studiare all'università. Quindi una delle mie sorelle mi aiutava a fare i compiti di matematica. L'altra sorella ha viaggiato in Francia per il suo dottorato. Quindi c'era già questa idea che io potevo viaggiare in realtà, e sono stato fortunato che già da Cassino, per esempio dove c'è un’ università i miei genitori mi abbiano permesso di andare a studiare a Roma dove ho imparato un sacco di cose e sono riuscito a studiare informatica lì e da lì poi sono riuscito a fare altre cose. Però sì, anche se la famiglia era molto, diciamo unita in una cittadina piccola comunque c'era sempre un occhio al mondo ed era sempre una cosa che mi aiuta tantissimo.

Camilla Scassellati Sforzolini (00:04:02) - Riesci a identificare da dove viene questa loro mentalità aperta? Il fatto che appunto le tue sorelle siano andate all'università a fare dottorati, magari cose che i tuoi genitori magari non avevano, non so se non avevano concezione in realtà per ma che loro non avevano avuto l'opportunità di fare.

Daniele Perito (00:04:17) – Non avevano opportunità di fare e quindi in realtà avevano finito solamente le medie perché quella era la possibilità nel paesino dove sono cresciuti però sapevano che erano importanti quindi c'era molto l'occhio sull'importanza dell'istruzione.

Daniele Perito (00:04:30) - Poi mio zio il fratello di mio padre, era vissuto a Londra dove era andato a fare il cameriere, cose così. Poi si era spostato a Ginevra, dove aveva aperto un alberghetto e mio padre anche aveva vissuto a Parigi, un pò a Londra. I miei genitori hanno vissuto un pò a Ginevra anche, quindi c'era sempre quest'idea che si potesse diciamo vivere all'estero e anche la famiglia da un punto di vista esterno non sembra proprio il posto ideale di dove iniziare una carriera da imprenditore. In realtà c'erano tanti degli elementi che mi hanno aiutato.

Camilla Scassellati Sforzolini (00:05:08) - E un altro elemento importante è che a 14 anni arrivato il momento di scegliere le superiore hai trovato un liceo scientifico a Cassino che offriva un programma di informatica ed eravate soltanto 13 ragazzi in classe e questo ti ha un pò instradato verso il mondo dell'informatica, dell'ingegneria. Insomma ti ha introdotto ai primi computer che è stato un pò poi il tuo percorso. pensi davvero che sia stata l'hai descritta come una scelta casuale o comunque un caso che tu abbia trovato questo programma? Pensi davvero che sia stato un caso? E quanto pensi che sia stato determinante questa tua scelta delle superiori nel tuo percorso più avanti?

Daniele Perito (00:05:48) - Credo che sia stata molto importante. Comunque sia, senza l'aiuto dell'industria informatica e la crescita dell'industria informatica non sarei riuscito. Non penso a fare quello che ho fatto poi è stato abbastanza diciamo casuale però ci sono stati degli elementi per esempio mio cognato che era a quel tempo lì era fidanzato di mia sorella, aveva portato un computer a casa penso fosse un 286 uno dei PC quelli degli anni 90 io mi faceva vedere le cose che ci potevi fare mi piaceva subito quindi poi quando c'è stato da scegliere questa possibilità di fare il liceo scientifico della specializzazione in informatica cioè sapevo qualcosa sapevo che mi piaceva quindi c'è sempre un po questa connessione familiare che m'ha permesso di fare queste cose.

Camilla Scassellati Sforzolini (00:06:36) - poi mi avevi raccontato anche che i tuoi genitori ti avevano comprato un computer per poterti aiutare anche a studiare alle superiori che ci lavoravi moltissimo, costruivi programmavi già dei piccoli giochi per i tuoi compagni del liceo. Hai avuto anche l'opportunità di avere il tuo computer a casa, che forse era una spesa importante, anche perché all'epoca i computer non erano così economici e facili da avere come oggi ovviamente. Quindi, come dicevi, la tua famiglia ti ha dato anche tutti gli elementi per riuscire nelle cose che volevi fare. Lo hai già anticipato, ma appunto per l'università hai scelto di trasferirti a Roma, oggi vivi a Los Angeles e hai vissuto in Silicon Valley, in tanti altri paesi del mondo. Però all'epoca già questo trasferimento da Cassino a Roma era comunque una scelta importante di decidere di studiare fuorisede è stato un sacrificio per i tuoi genitori poterti mandare fuori sede. E che idea avevi già delle idee per il tuo futuro o semplicemente sapevi che volevi andare un passo più lontano da casa?

Daniele Perito (00:07:31) - In realtà la scelta di Roma era la scelta di non essere a Cassino. Ed era il posto più vicino, più possibile. In realtà era un grande investimento per i miei genitori che comunque non è che c'erano tutti questi soldi per mandarmi in università. Poi in termini di timing si è trovato che le mie sorelle comunque stanno per uscire dalla casa perché si stavano per sistemare loro, quindi c'era un po più di disponibilità e quindi ci siamo trovati comunque sia, stringendo le cose da tutte e due lati sia dal mio e dai miei genitori, con un po di borse di studio ci si riusciva.

Camilla Scassellati Sforzolini (00:08:05) - Tua mamma ti ha detto molto presto che quando sei andato all'università che saresti diventato come Bill Gates, secondo te da dove veniva questa sua idea? E in qualche modo pensi che ti abbia condizionato nella vita che tua madre avesse grandi ambizioni per te e tu stesso avevi già grandi ambizioni per te stesso al tempo dell'università o non veramente ancora?

Daniele Perito (00:08:25) - Non so se mi abbia condizionato. Cioè in realtà nella cultura campana si fanno ste cose così, no? Arriva l'americano o quello che diventa Bill Gates e penso che magari in maniera subliminale mi ha convinto, però non lo so.

Inès Makula (00:08:38) - E hai capito velocemente che sarebbe stato importante scovare opportunità che ti avrebbero portato lontano da casa e dato occasione di scoprire il mondo, imparare l'inglese. E un'estate, infatti, durante gli anni universitari, avevi in mente di andare in Groenlandia per lavorare come pescatore di salmoni, ma poi il tuo coinquilino ti ha convinto di andare con lui a Cambridge, in Inghilterra, per fare il cameriere. Questo sembra essere un po uno sliding doors moment nella tua storia ci puoi raccontare perché? Cosa è successo poi?

Daniele Perito (00:09:06) - Sì, non sapevo l'inglese, quindi stavo cercando un posto da cameriere a Cambridge e andavo in giro per i ristoranti. Facevo I am looking for job do you have any vacancy, che era una frase che non sapevo neanche come pronunciare, non sapevo neanche cosa significasse e poi mi facevano la domanda e io non sapevo come rispondere. Poi si è trovato che due ragazzi siciliani stavano cercando di affittare una stanza lì a Cambridge. Sono andato a vedere la stanza. Questi due ragazzi mi hanno detto che c'era un college a Cambridge chiamato Gonville and Caius, dove c'era un Butler italiano, cioè la persona che in charge del catering del cibo sono andato a parlare con questo signore italiano mi ha assunto mi aveva chiesto se avevo fatto mai il cameriere io ho detto sì certo ho fatto il cameriere anche se non avevo mai lavorato come cameriere in vita mia e due settimane dopo stavo facendo il cameriere per il principe, il Duca di Edinburgo. Con questa fortuna sono stato lì a Cambridge per tre mesi e sono riuscito a imparare un po l'inglese.

Inès Makula (00:10:16) - Hai fatto un Erasmus a Birmingham, sempre in Inghilterra. E poi la tesi di master e il dottorato in Francia. Quanto è stato importante per te avere queste esperienze di andare all'estero per la persona che sei adesso e pensi sia un passo necessario per giovani ragazzi ambiziosi?

Daniele Perito (00:10:31) - Diciamo Vivere all'estero, diciamo Buttarsi fuori può essere anche importante secondo me perché la conoscenza di come funzionano le cose all'estero e le altre culture comunque ti permette di di capire che magari dei sistemi che di cui sei abituato in Italia sono diversi in un altro posto e quindi ti permette di capire quali sono le possibilità vere che esistono.

Inès Makula (00:10:53) - E infatti durante il dottorato hai fatto vari stage in California e deciso che saresti voluto rimanere proprio lì. Però ci hai raccontato che all'epoca non avevi nessuna concezione del mondo delle Start-Up e non avevi un vero progetto e in generale sei molto aperto anche nel dire che non avevi un piano strategico di vita di quello che saresti potuto diventare. Hai preso un po ogni opportunità pensando più a quello che volevi fare, anche un po in base al clima, alle tue preferenze personali che a quello a cui saresti potuto arrivare. Pensi che ci sia una lezione da questa tua mentalità che comunque è molto diversa dalle persone che abbiamo sul podcast Fino adesso, dove magari era un pochino più strategico pensato, facevano percorsi per arrivare, non so, per esempio consulenza per poi fare l'imprenditore. Tu non hai avuto proprio questo senso percorso.

Daniele Perito (00:11:38) - Ci ho pensato molto. Da un lato era semplicemente voler viaggiare non essere diciamo bloccato in un posto piccolo. è una euristica che può funzionare per molti non so se funzioni diciamo universalmente, però se ci pensi non è una euristica sbagliatissima, è una regola che puoi utilizzare per trovare cose nuove che magari ti ispirino dall'altro lato anche ci fosse c'era una un desiderio di lavorare con persone intelligenti che che sembravano che avessero qualcosa di speciale no in realtà questo è un altro un'altra cosa che mi ha guidato per tutta la carriera diciamo semplicemente non mi sono mai fermato a persone a lavorare in posti o con persone che pensavo che magari non fossero appassionati non fossero magari super di talento e quindi magari questa è una consiglio un po più diciamo diretto non lavorare con persone che da cui non stai imparando che magari sono persone che da cui che non pensi che siano grandissime che siano fortissime che alla. Se poi ti accontenti e lavori con persone che non sono ottime, alla fine magari ti blocchi.

Inès Makula (00:12:41) - Questo è un consiglio in realtà super utile perché penso che spesso e volentieri ci si mette quando uno cerca un lavoro, ci si mette una posizione in cui sei solo tu quello che deve essere giudicato, no? E magari crescendo con un po di esperienza cominci a anche tu giudicare la persona che ti sta davanti, il tuo futuro capo. Però in effetti ogni lavoro sei lì per imparare, quindi avere grande stima di chi ti sta sopra, che alla fine sarà un po il tuo, il tuo mentre qualcuno che ti guiderà è importantissimo. Sicuramente avrei voluto avere questo consiglio da ragazza, avrei fatto magari scelte diverse, non lo so. Hai fatto poi il tuo post-doc, quindi una posizione di ricerca al Berkeley, in California e hai ricevuto un'offerta di lavoro da Samsung che però hai deciso di rifiutare perché avevi avuto questa sensazione che non sarebbe stato il posto per te. Come riesci a rimanere in contatto con le tue sensazioni, con il tuo gut feeling, quindi la tua sensazione di pancia? Cioè cosa hai sentito e come riesci a prendere decisioni basate su quello piuttosto che basate sul prestigio di un ruolo?

Daniele Perito (00:13:38) – Su questo punto qui ci sono diversi modi di pensare a quella decisione. Da un lato magari una persona più organizzata di me su queste cose qui avrebbe detto vabbè Samsung è un conglomerato sudcoreano che c'ha un ufficio a San Jose. Magari non è il posto dove ci sono le più grandi possibilità di crescita lavorativa perché è ufficio satellitare di una società che c'ha 1.000.000 di dipendenti. quello sarebbe stato una maniera di fare quella decisione dal punto di vista mio invece vedevo che era un diciamo un centro di ricerca un po diciamo meno attivo di meno diciamo dinamico di quello che avrei voluto con delle persone che non sembravano molto super excited per il loro lavoro e quindi ho scelto di non andare quindi ancora utilizzavo ancora queste euristiche perché diciamo il mio modello del mondo in realtà e questa è una cosa importante quando tu parti da una situazione di vita diciamo più piccola meno esposta esposta al mondo il tuo modello di come funzionano le cose è abbastanza sbagliato adesso lo so in retrospettiva lo so che Samsung è una società multinazionale con un conglomerato che c'ha tanti dipendenti, quindi se lavori in un ufficio satellitare non c'è queste opportunità di crescita.

Daniele Perito (00:14:56) - Però in quel momento io non lo sapevo. Quindi diciamo affidarsi alle sensazioni agli istinti che si basano su queste cose diciamo quante sono sono le persone appassionate se sono intelligenti magari è anche più efficace di diciamo pensarci perché se il tuo modello del mondo è sbagliato le decisioni saranno sbagliate.

Inès Makula (00:15:16) - E ci racconti di come hai deciso poi di lavorare da Square e perché anche qui entra in gioco un piccolo momento che tu hai preso come un po un segnale.

Daniele Perito (00:15:25) - Io sono stato fortunato, C'era un recruiter che si chiama Mike che mi aveva scritto. Sono stato molto fortunato lì, ho risposto. Prima di tutto ho parlato con un sacco di persone che mi hanno fatto l'intervista e il colloquio, diciamo tutti sembravano appassionati, intelligenti, sapevano le cose che io in realtà sapevo a malapena, sapevano più di me, e quindi quello era figo. Cioè come parlare con delle persone appassionate, intelligenti, che sapevano un sacco. La cosa che mi ha fatto proprio sapere che era il momento giusto è che in quei giorni lì a Square, nel 2011, 2012, era una società di 150 persone, 100, 150 persone. Ogni volta che facevano il deploy della nuova versione del server, cioè del software che girava sul server, mettevano una canzone che si chiama Idea di questo dj e quando sono andato in ufficio la facevano girare ed era una delle mie canzoni preferite. Quindi ha detto Ah, però poi ho saputo alla fine che era anche una delle canzoni preferite di Jack Dorsey e quella del motivo per cui la utilizzavano.

Camilla Scassellati Sforzolini (00:16:27) - Come ti sei trovato inizialmente da Square? Perché avevi avuto tante esperienze, ma tutte nel mondo dell'università. Alla fine non avevi ancora messo in pratica tutte le tue conoscenze dell'informatica in una startup che comunque cresceva una scala up che comunque cresceva velocemente e ti sei trovato poi a lavorare in un piccolissimo team che ha lanciato cash app, che un'altra app che ha avuto moltissimo successo soprattutto negli Stati Uniti e quindi ti volevo chiedere anche come hai fatto a trovare il tuo posto in una scala che cresceva così velocemente e trovarti comunque in un gruppo di élite che lanciava la start up dentro la scala up?

Daniele Perito (00:17:03) - All'inizio appena iniziato a Square, mi sentivo abbastanza piccolo, ma non mi viene la parola. Però diciamo non sapevo quello che non sapevo e pensavo che tutte queste persone americane in una società informatica di successo fossero tutti così capaci. E quindi dicevo ora mi devo abituare questa Corporate America che io sapevo dai film, dalle serie tv.  Una cosa che mi ha aiutato tantissimo nella mia carriera anche e l'ho detto tanto ai dipendenti di Faire. Questa idea che mi aiuta tantissimo è l'idea che io, Persona singolare, nel senso che io da solo avrei potuto avere un impatto grandissimo nella mia società. E questa era un'idea. A quel punto lì non avevo fatto nulla che diciamo suggerisse che io sarei stato in grado di fare quelle cose che io pensavo di poter fare però avevo la cazzimma di dire io da solo posso fare tante cose, posso diciamo. La mia idea è che avrei potuto far diventare la squadra io stessa una società il doppio della dimensione che ovviamente io era un ingegnere solo che aveva un livello abbastanza basso a quel punto lì che era un'idea diciamo assurda se ci pensi però l'idea stessa che tu ce la puoi fare in realtà ti aiuta a pensarci come farlo e almeno poi c'è la possibilità come si dice, you loose 100% shots you don’t take. Quindi quell'idea mi ha aiutato tantissimo e quindi quando abbiamo iniziato cash up io pensavo che nella maniera in cui era stata fatta Cash Up a quel punto lì era molto rischiosa per la società Square perché utilizzava questo meccanismo di mandare un e-mail per mandare i soldi che le e-mail non sono la cosa più sicura al mondo io il mio la specializzazione era sicurezza informatica. io ho detto fammi le aiutare perché se io non li aiuto questi magari fanno un errore che poi porta giù il valore di Square e quindi io stesso devo aiutarli e quindi poi a quel punto lì sono andato dal CTO di Square a quel punto quei giorni lì gli ho detto o fammi aiutare c quindi così ho iniziato a lavorare sulla Cash Up.

Camilla Scassellati Sforzolini (00:19:05) - Secondo me è anche importante quello che prendo da da da questa tua esperienza anche che non hai aspettato che qualcuno ti dicesse Daniele vuoi venire a lavorare nella Cash up perché abbiamo visto che sei bravo a fare questo e tu hai tenuto le orecchie aperte hai studiato magari oltre il tuo lavoro quello che facevano da Cash Up e ti sei messo nella posizione di farti volere in quel team o comunque di proporti a un team. Quindi essere meno reattivi ma più proattivi anche quando si è dentro un'azienda più grande. Non per forza in una start up.

Inès Makula (00:19:37) - Immagino che comunque la cosa bella di lavoro per le start up è che un po è anche la tua, anche se magari hai uno 0,0 qualcosa per 100. Però c'è qui l'incentivo di dire voglio che vada bene per avere perché le quote di questa azienda vadano bene, magari aiuta.

Daniele Perito (00:19:51) - Sì esatto diciamo è un è un sogno collettivo in realtà c'è tutti ci hanno lo stesso sogno alla fine può diventare realtà e se tutti lavorano in quel modo lì pensando che ognuno di loro possa diciamo ottenere un impatto grandissimo alla fine quindi è un equilibrio abbastanza strano.

Daniele Perito (00:20:09) - Ovviamente non sono non sto suggerendo una cosa mistica spirituale è una cosa diciamo reale tangibile che se le persone credono che possano farlo in realtà tutti e tutti lavorano per farlo alla fine c'è un'altra una possibilità molto più alta che venga fatta su quel punto lì io ho alzato la mano e mi sono, diciamo ho detto che volevo fare la cosa anche se non lo sapevo in realtà era anche un altro di quei momenti dove sono stato fortunato c'era questo protocollo di sicurezza delle e-mail di cui non sapevo nulla e ci avevo un meeting col CTO di Square. In quel punto lì, a 12:00 e mezzo stavo a pranzo, stavo parlando con un mio amico, la squadra che mi ha spiegato, diciamo per 5 minuti come funziona questi protocolli di sicurezza delle e-mail. Dopo mezz'ora ho fatto il meeting con il CTO e lui mi faceva Ah, ma tu conosci questo che erano questi nomi dei protocolli? Sì, certo, certo, gli ho detto due tre cose e e così diciamo lui sapeva che io sapessi tutte le cose. Quindi questo ti spiega come come funzionano queste cose alle volte.

Camilla Scassellati Sforzolini (00:21:08) - Sia anche un po di come dicevi sempre secondo me è una versione di cazzimma no di di dire vabbè ce la posso fare, lo imparo, l'ho imparato velocemente, faccio un po di fake it until you make it, gli dico che lo so fare e tante storie che conosco a qualsiasi livello di successo. Iniziano così un po dire sì, sì, informarsi velocemente, far pensare alla persona che ti deve assumere o che ti, che ha le chiavi del tuo futuro in quel momento e dirle che sai fare le cose. Poi sapere che riuscirai ad impararle è sicuramente una strategia che magari troppo spesso pensiamo di dover essere degli esperti. Per fare una cosa invece bisognerebbe essere anche un pochino più furbi e arrivare dove vogliamo arrivare.

Daniele Perito (00:21:48) - Sì, puoi fare fake it until you make it, però poi stai diciamo scrivendo dei checks che non puoi cashare quindi poi devi lavorare il doppio per per imparare no quindi quella è una parte importante che magari la gente poi manca perché se poi non lo fai alla fine poi le cose non funzionano

Camilla Scassellati Sforzolini (00:22:06) – Ci puoi parlare un po di qual era la tua mentalità al tempo perché hai lasciato comunque un'opportunità ottima, un buon salario dell'equity, un qualcosa che stava funzionando molto bene per cominciare una tua cosa e ci hai detto che inizialmente, quando eri anche già da UC Berkley, non avevi tanto idea di start up di business. Non era, non era il tuo. Come sei arrivato poi a decidere che avresti voluto fare l'imprenditore che comunque avresti voluto seguire questo gruppo di persone e cercare di fare una vostra cosa.

Daniele Perito (00:22:37) - Max, Marcelo e me che abbiamo iniziato sono i miei co-fondatori iniziali. Abbiamo iniziato a parlare nel 2015 e semplicemente discutevamo delle idee senza nessun, diciamo, commitment. Dicevamo che semplicemente o sarebbe fico lavorare su questo? Sarebbe fico lavorare su quest'altro. Le cose poi sono diventate un po più reali quando Max si è licenziato nel 2016, ha preso un po un sabbatico per sei mesi e poi ha iniziato a lavorare sull'idea di Faire che tutti quanti ne stavamo parlando, Abbiamo deciso che fosse l'idea giusta. Vari, vari, diciamo ragionamenti mi hanno aiutato a scegliere che era una cosa giusta per me. uno e che a quel punto lì, nella mia carriera, pensavo che comunque sia le mie contributions a Cash Up fossero state molto alte. Le promozione cose così erano ancora non erano ancora arrivate al punto che mi serviva e c'avevo questa idea che quando lavori in una società il tuo successo è determinato dal tuo boss, nel senso che il tuo boss deve scegliere se vieni promosso, quando vieni promosso così così, se lavori una start up, alla fine il tuo successo è deciso dal mercato. E in realtà, quando il successo è deciso dal mercato, pensavo che comunque sia, c'erano più soluzioni possibili e invece di avere solamente un tipo di soluzione, lavorando col tuo boss, quando hai una start up tua, puoi scegliere di fare il marketing. Vuoi fare un prodotto figo, poi chiamare la gente per poi fare di tutto, cioè alla fine quello che funziona funziona, quindi le possibilità sono infinite. E visto che a me piace fare il problem solving mi piace risolvere i problemi. Sapevo che comunque sia, avendo più possibilità di avanzare avrei trovato qualche motivo in qualche modo di farlo. Un'altra cosa era questo desiderio di avventura, cioè sapevo che comunque sia volevo fare qualcosa di avventuroso e quindi iniziare una società era molto avventuroso. Un'ultima cosa l'idea che comunque sia, i miei co-fondatori fossero diciamo i fondatori migliori che avrei mai potuto sperare di avere e quindi poi avevo questa idea che se non l'avessi fatto in quel punto lì non avrei mai più fatto e quindi sarei stato semplicemente una di quelle persone che diceva che aveva avuto l'opportunità e che se l'avesse fatto avrebbe potuto fare qualcosa di figo. Però non l'ha mai fatto e non lo sai mai e quindi puoi star lì a raccontare il resto della tua vita che ci aveva opportunità l'aveva capito nel senso.

Camilla Scassellati Sforzolini (00:24:54) - Lo hai detto, ma l'idea era del tuo co-fondatore Max Rhodes e quindi l'idea non era tua, ma lui se non sbaglio. Poi mi puoi correggere. Aveva provato a fare e aveva partecipato in qualche modo in una società che faceva degli ombrelli neozelandesi, faceva degli ombrelli che resistevano al vento e si era reso conto che in realtà, anche se è un prodotto fighissimo, è molto difficile da vendere perché non trovi poi chi lo vuole comprare. Quindi aveva pensato se creassimo una marketplace in cui chiunque abbia un oggetto, un prodotto interessante lo può vendere, potrebbe essere una cosa che funziona.

Camilla Scassellati Sforzolini (00:25:26) - Quindi l'idea era partita un po da lui e tu quindi hai seguito. Non eri parte dell'ideazione, ma quello non era la cosa che ti interessava. Ti interessava il gruppo di persone, ti interessava l'opportunità e di essere, appunto, avere questa sensazione di essere con le persone giuste per fare qualcosa che poteva avere tantissimo successo. E con questa idea siete entrati a Y Combinator. Ne abbiamo parlato varie volte nel podcast. Però diciamo, è l'élite nel mondo degli acceleratori incubatori in Silicon Valley e abbiamo fatto vari episodi in cui abbiamo parlato con imprenditori che hanno fatto il processo di Y Combinator. Ma ci puoi raccontare la vostra esperienza? Lo avete fatto negli anni d'oro di Y Combinator e quanto è stato intenso per voi il processo di arrivare al famosissimo Demo Day, dove poi si presenta l'idea a investitori della Silicon Valley.

Daniele Perito (00:26:13) - Per noi abbiamo deciso di partire con una società che abbiamo creato quando siamo stati accettati da Y Combinator, quindi lo abbiamo fatto le corporation della società a dicembre 2016 ed era l'inizio di un vincitore nel gennaio 2017, quindi meno di un mese dopo, abbiamo iniziato ad andare da Y Combinator.

Daniele Perito (00:26:36) - Abbiamo deciso di iniziare da uno stand Still e quindi ci siamo dati questo obiettivo di lavorare praticamente 100 ore a settimana. Lavoravamo dalla domenica alla domenica, dalle sette di mattina alle 19:00, 98 ore a settimana, più o meno fino al demo day perché sapevamo che un paio di cose sapevamo che l'opportunità di presentare Demo Day era molto importante e la nostra impressione che facevamo lì sarebbe stata molto importante. Sapevamo anche che se la società iniziava con una quantità di lavoro e una quantità di output molto alta, magari sarebbe stato un modo per settare la barra come lavoravamo, perché sapevamo che le società quando iniziano alla fine c'hanno la produttività per persona più alta che avranno mai Se tu ci pensi No, perché quando i fondatori iniziano a lavorare su qualcosa la produttività per persone sta qui poi inevitabilmente la piccola società cresce più la produttività scende quindi se tu quando inizi Cerchi di fare la portabilità più alta ancora. Magari c'è questa idea che se quando scenderà inevitabilmente magari scenderà a un livello più alto. Quindi sapevamo che volevamo diciamo settare una barra di produttività molto alta.

Daniele Perito (00:27:50) - E sì era un periodo molto intenso.

Camilla Scassellati Sforzolini (00:27:55) - Facciamo una piccola pausa per parlarvi di Qonto. Il nostro sponsor Qonto potrebbe essere l'aiuto che vi mancava per gestire la vostra contabilità in modo efficiente e veloce. Niente più conti in banca vecchio stile e fogli Excel disorganizzati.

Inès Makula (00:28:09) - Qonto vi permette di aprire un conto business online in pochi minuti e cominciare ad automatizzare e digitalizzare la vostra gestione finanziaria. Potrete pagare gli F24, inviare e ricevere fatture elettroniche e delegare in tranquillità la gestione delle spese. Monitorando i vostri pagamenti in tempo reale. Andate su www.com/it e potete utilizzare il voucher dedicato alla nostra community MadeX3 che vi permette di provare Qonto gratuitamente per tre mesi. Trovate il link in descrizione.

Camilla Scassellati Sforzolini (00:28:40) - Quando siete arrivati al Demo Day abbiamo trovato questa citazione di Keith Rabois che è il general partner di Founders Fund che ha detto qua inizia cito letteralmente dice “letteralmente al demo dei di Y Combinator quando hanno presentato alla fine della presentazione ho detto questa è un'azienda da 100 miliardi di dollari. I fondatori sono fantastici le metriche sono ottime, le opportunità di mercato meravigliose, anche se la maggior parte delle persone la mancata.” Secondo te perché vi siete messi in qualche mese, appunto da zero ad avere solo un'idea a dentro il programma di Y Combinator Arrivare già a una review del genere da uno dei investor più importanti della Silicon Valley? Cosa avete fatto di giusto nelle execution dell'idea iniziale, nella presentazione? Come avete fatto a lasciare questa impressione? Se dovessi un po guardare a quello che avete fatto in quei primi mesi?

Daniele Perito (00:29:34) - In realtà, Keith era anche uno dei nostri mentor. In realtà, quando stavamo scegliendo l'idea di Faire avevamo anche altre idee, quindi Kei ci stava aiutando a scegliere l'idea giusta. Chi ha un occhio molto buono per queste quelle idee che possono funzionare. Quindi da un lato chi sapeva tutto quello che sapevamo anche noi e ci aveva aiutato a scegliere quindi diciamo che aveva un vantaggio rispetto agli altri investitori.

Inès Makula (00:30:01) - Quando avete tirato su quindi al demo Day di di Why Combinator.

Daniele Perito (00:30:05) – 3 Milioni e 4 dopo un preseed che era 500.000$ includendo sia Y Combinator sia altri checks

Inès Makula (00:30:18) - Quindi una volta usciti da I Combinator avete continuato a lavorare a 3000 all'ora e hai detto che secondo te Faire aveva il team che faceva meglio in tutta la Silicon Valley. Sappiamo quanto è importante costruire un team, Ce l'hanno detto veramente tutti gli imprenditori su questo podcast. Diciamo che quello che fa Make it or Break it è quello che farà davvero la differenza. Come avete fatto a costruire un team così forte? Cioè dare voglia le persone di dare il 100% e lavorare giorno e notte per voi quando non sono i fondatori?

Daniele Perito (00:30:47) - Prima di tutto inizia tutto dal team dei co-fondatori, cioè il team che puoi assemblare, è raramente migliore del team dei co-fondatori. Cioè poi assumerai specialisti. Però diciamo, le persone che assumi poi guardano a te per sapere se sei la persona per cui vogliono lavorare. Quindi prima di tutto direi che devi scegliere i tuoi fondatori in maniera molto giudiziosa. Ti stai sposando con i due co-fondatori. Se non è che a un meetup una volta ci parli tre giorni e poi inizi a fondare la società insieme, magari cerca di lavorare su quel progetto reale, cerca di discutere le cose vere, nel senso le difficoltà che hanno incontrato nella vita, come lavorano, cosa li motiva cioè cerca di andare proprio nel nel nocciolo della loro personalità della loro anima. In un certo senso no Poi quando tu c'hai dei co-fondatori che pensi che siano le persone giuste la cosa importante è che quando assumi la gente ci sono due risposte che puoi dire Io chiamo either Hell no o Fuck yes.

Daniele Perito (00:31:51) - Nel senso quando stai facendo il colloquio con qualcuno o parlando con questa persona che dice sì, questo è essere una persona perfetta andiamo o se dice però non so se ci sta quella cosa perché non mi piace. Scarta! soprattutto all'inizio e anche se sbagli ad assumere e correggere gli errori molto velocemente. Un altro fattore è devi devi lavorare con delle persone che sono diciamo team players in generale, sia per personalità sia perché non hanno ancora imparato che la la maniera in cui collaboro alla maniera in cui sono diciamo aperte. la maniera in cui aiutano gli altri è molto importante quelle persone possono lavorare, le persone che non hanno capito che non hanno ancora capito come si lavora in maniera produttiva e aiutando gli altri non possono stare in una società piccola quindi se ti trovi male con quelle persone così scartale. se hai fatto un errore correggi l'errore subito. Quindi una volta applicato questi due filtri che sembrano le persone siano diciamo intelligenti, brave e motivate e che sono persone in grado di lavorare in un team che riescono a lavorare in maniera produttiva Diciamo sono sono molto diciamo aperte vogliono aiutare poi lì puoi andare, gli dai una missione gli dai un obiettivo e loro vanno però se sei sbagliato su queste cose iniziali è impossibile perché poi magari c'è una persona che è intelligente ma pessimista quindi poi come fai i motivati in maniera giusta lo sanno fare le cose lo possono fare però per qualche motivo personale o perché non hanno ancora imparato, hanno sempre questo pessimismo quindi non è facile. O al contrario magari una persona ottimista però non è in grado quindi è impossibile fare le cose giuste senza il team giusto.

Inès Makula (00:33:48) - Anche però con tutto l'hype e il duro lavoro ci avevi detto che comunque avete fatto fatica inizialmente a trovare quello che si chiama product Market fit. Perché secondo te e cosa avete fatto poi per arrivarci?

Daniele Perito (00:34:00) - Quando hai un prodotto che funziona per una nicchia di persone in quella nicchia, tu gli spieghi il prodotto e loro fanno sì, questo è il prodotto che ho cercato negli ultimi mesi, negli ultimi anni. Lo voglio utilizzare ora. Se stanno lì lo devi spiegare e non lo capiscono, oppure lo scartano. Alla fine non è non hai trovato product market. Per noi era stato soprattutto una questione sia di product market, ma anche una questione di come lo spiegavamo ai nostri utenti, ai nostri consumatori perché alla fine da un lato stavamo iterando stiamo cercando di di scegliere le varie value proposition che ci aiutassero nel senso free returns l'abilità dei clienti di pagare dopo 60 giorni o 90 giorni.

Daniele Perito (00:34:49) - Avevamo dei pezzi di Lego che stavamo cercando di assemblare in maniera diversa per fare qualcosa che le persone vogliono utilizzare. Quindi avevamo 3 o 4 idee generali e poi stavamo cercando di semplicemente di assemblarle in maniera giusta. Quindi quello che ci ha preso sei nove mesi però in parallelo stavamo anche imparando come parlare di queste cose che offrivamo e mi ricordo c'è stato un momento diciamo forse a luglio 2017 dopo sette mesi che avevamo iniziato cambiato una virgola di quello che stavo facendo parlandone in maniera un po differente e da quel punto lì i clienti l'hanno capito e la differenza era immediata andare da un cliente al giorno, magari a dieci clienti al giorno nuovi. Ed è questa è la cosa che cerchi.

Inès Makula (00:35:37) - Certo, quindi era più per voi, non era un pivot veramente, ma era più un come comunicare alcune delle vostre features per avere quel sì immediato dal potenziale cliente Se ho capito bene.

Daniele Perito (00:35:49) – diciamo avevamo 3 o 4 features che volevamo utilizzare però non avevamo la combinazione giusta. Alcune alcune sono state scartate non le abbiamo più offerte e quindi era semplicemente scegliere le 2 o 3 features principali, assemblarle in maniera giusta e poi parlarne in maniera appropriata.

Daniele Perito (00:36:07) - Capito?

Inès Makula (00:36:08) - Certo. E quanto è stato infatti importante muoversi, diciamo velocemente all'inizio, testare tante features perché certe volte ti dicono ci sono stati consigli abbiamo sentito tipo di di di semplificare fare molto poco e avere una feature principale nel vostro caso mi sembra di capire che ce n'erano varie da incastrare bene quindi quanto quella parte di features quanto è stato importante il testing.

Daniele Perito (00:36:31) - Sì execution speed cioè la velocità con cui puoi fare le cose è fondamentale prima di product market però perché alla fine pensa così tu c'hai una quantità di soldi limitata e quindi c'è un periodo di tempo limitato perché non guadagni abbastanza soldi come società. Quindi se ti muovi più velocemente puoi provare più cose ogni settimana e ogni settimana hai il 5% al 2% probabilità di trovare la combinazione giusta. Se invece puoi fare due cose a settimana, raddoppi la probabilità che trovi la cosa giusta quella settimana. Quindi la velocità è molto importante, è fondamentale. Ovviamente è una questione complicata. Ci sono magari delle società che devono semplicemente focalizzarsi su una feature che sanno già che forse si aggiusta e quindi devono semplicemente aggiustarla un po fino a che trovano la combinazione giusta per quella feature e quindi devono concentrarsi su una feature.

Daniele Perito (00:37:28) - Altre società che stanno ancora un po più lontano da capire qual è, diciamo, l'idea giusta. Magari devono provare più cose per scegliere la cosa giusta. Quindi non è semplice dire focalizzati su una feature o cerca di provare tre feature e poi scegli quella giusta perché alla fine dipende da quanto sei vicino in maniera direzionale alla giusta che non lo sai a priori. Perciò comunque, per esempio, anche in questo mondo di dati, di analisi, di esperimenti alla fine gli investitori si affidano a i fondatori che c'hanno gli istinti giusti perché diciamo sono gli istinti dei fondatori dicono da questa parte qui ci sta qualcosa di interessante da questa parte qui non c'è mi focalizzo qui.

Inès Makula (00:38:18) - In meno di di cinque anni fa è arrivata a registrare 1 Milione dollari di vendite annuali essere presente in 15 mercati. una velocità di crescita quasi strabiliante come avete fatto così rapidamente a crescere e ci sono secondo te delle cose che avete fatto che sono indispensabili da fare per arrivare a crescere così velocemente?

Daniele Perito (00:38:39) - Quando tu c'hai un prodotto che ha product market fit ci sono delle cose che succedono.

Daniele Perito (00:38:45) - Ti do un primo punto perché in realtà è molto importante tutte e tutti. le società più grosse innovano sia con un prodotto eccezionale ma anche con un go to market molto forte. La realtà è che più il prodotto è eccezionale, meno ti serve il go to market, perché se il prodotto è la cosa adesso di crearsi un prodotto che fa il teletrasporto immediato da tutte le città al mondo, tutti lo utilizzerebbero. Sarebbero accettati 1.000.000.000 di dollari in una settimana. Perché il prodotto è così necessario e utile che sarebbe la cosa più forte che sia mai esistita. Ovviamente non so come fare il teletrasporto, non so neanche se sia possibile, però semplicemente come come esempio, se è un prodotto 1000 volte migliore della competizione, in realtà neanche serve tanto il go to Market. Ovviamente fare un prodotto 1000 volte meglio la competizione è difficile, quindi di solito fa un prodotto due tre volte meglio della competizione. Se sei fortunato, quindi devi pensare al go to market. Quindi prima di tutto ti focalizzi al product market, a creare un prodotto che sia due tre volte meglio della competizione.

Daniele Perito (00:39:53) - Quando c'è quello poi di crisi sul market, sul go to market devi scegliere delle cose come dove vuoi andare, devi essere differenziato. Se fai lo stesso marketing tutti quanti fanno probabilmente l'unica società che farà i soldi sarà Google o Facebook. Le società migliori sono create da avere sia un prodotto ottimo che un go to market differenziato. Quindi per noi siamo cresciuti così velocemente perché abbiamo creato un prodotto che alla gente gli serviva tantissimo e poi abbiamo creato questo sistema di referral e quello ci ha aiutato a crescere. Quindi abbiamo preso il prodotto che funzionava e l'abbiamo fatto crescere in maniera esponenziale tramite questo program diciamo questa è la ricetta principale.

Inès Makula (00:40:35) - il vostro referral program quindi, incentivare le persone a entrare sulla piattaforma, i vari clienti a entrare sulla piattaforma o far venire dei brand far venire dei negozi perché c'era lato brand ovviamente per vendere i negozi, incentivare il passaparola è forse una delle cose più se ti va bene incastri giusto e non spendi magari troppo spendi meno di ovviamente il lifetime value deve aver senso, però forse nelle cose più potenti, nel marketing, piuttosto che fare advertising come dicevi tu su Instagram eccetera. Quindi se riesci, soprattutto nel B2C o anche B2C2B , diciamo è importantissimo

Camilla Scassellati Sforzolini (00:41:11) - Come avete deciso di fare questo program? Come ci siete arrivati a perfezionarlo in questo modo?

Daniele Perito (00:41:17) - E quella è una cosa che abbiamo imparato a cash up. Perché Cash up? Perché è cresciuto con un referral program molto di successo che in realtà ci sono voluti forse più di un anno per capire tutti i fattori e quindi è stata un po più veloce per noi un magari un paio di cose da cui pensare. Prima di tutto ancora ce lo so che sembro sto ripetendo, però il prodotto deve essere ottimo, perché se poi il prodotto non è buono poi bruci i soldi. Devi settare un livello di incentivi, dire abbastanza incentivi per andare sulla piattaforma, Ma no, Così tanti che poi incentivano le persone che semplicemente vogliono il bonus e poi se ne vanno. Scegliere quel fattore lì semplicemente lo fai. Vai utilizzando i dati e retention del tuo referral program e lo compari Organic Channel, per esempio. Va bene se c'è un po di di gap tra le le retention dei due canali però se ci sta un fattore di tre quattro cinque volte di retention più bassa alla fine sai che il tuo referral program non è sano, sta creando degli incentivi sbagliati, quindi quello è un fattore molto importante.

Daniele Perito (00:42:29) - Un altro fattore che semplicemente tanti referral program hanno un problema di frode in realtà perché ovviamente non è difficile per un utente di capire che se ci hanno un bonus di 50€ quando fanno il primo ordine se poi fanno un nuovo account ci hanno un altro bonus di 50€ e vedo che comunque sia tante società non capiscono che comunque sia loro penso che il loro programma costa troppo e c'è la ritenzione molto bassa, però se vedono un po i dati capiscono che ci sta un sacco. Ci sono il 5% delle persone che stanno creando dieci account ciascuno e stanno uccidendo il programma di referral. Fai un po di analisi che non sono difficilissime. Vedi un po se ci sono una percentuale di email address ripetuti o credit card, carte di credito ripetute che puoi vedere con il tuo processore via Stripe, percentuale di numeri di telefono ripetuti così così che riesci a capire qual è la salute del tuo referral program. Idealmente dovrebbero essere crediti che vengono spesi nel nel sistema stesso che aiuta in tutti i fattori no perché così riduce gli incentivi di. Per le persone di fare le cose sbagliate e poi magari utilizzando questo diciamo questa mappa iniziale su come fare le cose giuste semplicemente aggiusti le cose un po qui e un po lì.

Camilla Scassellati Sforzolini (00:43:52) - E vogliamo tornare un po sul tuo percorso personale, perché succede una cosa molto importante nel 2020, nella tua vita, che ti porta poi a decidere di lasciare fare e di uscire dalla società. Ci puoi raccontare un po, appunto, cosa è successo, che tipo di presa di coscienza hai avuto e come hai preso questa decisione. Comunque difficile perché ferrea. Comunque continuava a crescere velocemente, continua ad avere successo e quindi hai deciso di comunque prendere uno step back in un momento in cui magari altri potrebbero potuto decidere di staccare

Daniele Perito (00:44:25) - Semplicemente fino al 2020 sono stato in ospedale per una settimana con il Covid ed in quella settimana lì avevo l'ossigeno. La prognosi era diciamo incerta e quindi pensavo al fatto come se comunque sia nei dieci anni precedenti ho semplicemente solamente lavorato e da quel punto lì ho deciso che volevo trovare un modo di lavorare un po meno. E poi quel quel percorso mi ha portato al 2023 maggio a smettere di lavorare tutti i giorni. sono ancora coinvolto nel consiglio d'amministrazione. Un po della gestione della società, però non sono più coinvolto tanto quanto prima.

Daniele Perito (00:45:08) - Non so quale sia la lezione. Semplicemente se spingi molto forte per tanto tempo, poi devi capire quando è il momento di prenderti una pausa.

Camilla Scassellati Sforzolini (00:45:18) - E infatti abbiamo detto che è cresciuta veramente velocemente. Diamo un'altra metrica per dare un'idea, avete raccolto 1.5 miliardi di dollari dal 2017 al 2021 e appunto con una valuation che è arrivata ad essere nel 2021 quasi a 12 miliardi di dollari, adesso un po sopra i 12 miliardi di dollari. Quindi di nuovo do un'idea di quanto velocemente è andata questa crescita e quanto strabiliante è stata anche la la crescita a livello di value chain basato sul fund raising e quindi ti volevo chiedere appunto qual è la lezione pensi che sia veramente possibile e crescere una startup così velocemente quanto avete cresciuto fare ma dare più spazio alla vita personale o semplicemente è un sacrificio che bisogna fare se queste sono le ambizioni del gruppo?

Daniele Perito (00:46:03) - Prima di tutto vorrei dire una cosa dal punto di vista del valore della società quanto abbiamo alzato ovviamente è importante per far capire un po la diciamo la scala della società la dimensione della società però in realtà ogni volta che abbiamo alzato i soldi quelle sono vanity metrics cioè ti fanno sentire figo però devi capire che in realtà è una promessa futura di valore che devi creare.

Daniele Perito (00:46:27) - Quindi per me era sempre questa cosa che si cercava questo numero su un pezzo di carta. Però il nostro obiettivo è far sì che siamo una società che crei valore reale nel mondo, valore per cui i nostri utenti vogliano pagare e valore che poi venga riflesso nel valore della società. Vedo che troppo spesso diciamo i fondatori vengono distratti da queste metriche diciamo di vanità e non capiscono che tutte queste cose sono solamente importanti. Crea un prodotto che la gente voglia è un prodotto che puoi vendere a tante persone sul fundraising e cose così però sappi che la cosa più importante è concentrarsi sul valore che crei per per i clienti.

Camilla Scassellati Sforzolini (00:47:11) - Che spesso sentiamo in queste storie. La più raccontata credo che sia in questo momento quella di Brian Chesky, founder di Airbnb, che dice molto che anche lui un po qualche rimpianto sul fatto che ha usato tutta la sua vita a lavorare 24 ore al giorno alla fine perché non staccava mai e sacrificare tutto il resto del suo vita personale. Quindi racconta che appunto si è allontanato, allontanato dalla sua famiglia da tutte le sue amicizie non ha mai riuscito a costruire una relazione duratura nella sua vita. Se non quella con il suo cane, perché ovviamente non aveva tempo da dedicare alle persone intorno a sé e ora in qualche modo in qualche modo rimpiange la perdita della sua libertà della della sua libertà ma di aver dedicato tutto a Airbnb però d'altra parte se non dedichi tutto quel tempo come tu lo hai dedicato a fare. Mi chiedevo secondo te è possibile avere work life balance in un certo senso o è semplicemente un'impossibilità? E bisogna dire se voglio crescere una start up a questa velocità devo sacrificare? E poi è giusto come hai fatto tu, trovare poi il modo di al momento giusto prendere uno step. Non so se hai pensieri al riguardo di questa.

Daniele Perito (00:48:19) - No, ce l'ho. Ci sono tanti, ci sono dei limiti da un punto di vista devi lavorare tanto, almeno che non sei una delle persone fortunate, che magari si trova semplicemente al posto giusto al momento giusto. E poi le cose succedono. Però non è una strategia essere fortunata, non è una strategia di successo, è una scommessa. No. Invece io ho visto che le persone più di successo sono quelle che lavorano più degli altri.

Daniele Perito (00:48:45) - Ci sono delle cose da considerare qui e sono importanti. Da un lato c'è una relazione tra talento e quanto lavori. Nel senso, se sei portato, portata a una certa industria, un certo tipo di lavoro, puoi lavorare un po di meno che la persona che meno portata a quel tipo di lavoro. Quindi quello che fai deve essere una riflessione dove il tuo, la tua natura, il tuo talento personale, utilizzando i tuoi talenti magari puoi utilizzare, puoi lavorare un po di meno o se scegli di lavorare di più è perché vuoi avere, diciamo vuoi ottenere risultati eccezionali. Da un altro lato, il tuo talento in realtà non è solamente naturale, viene anche scelto da quello che ti piace di fare. Se fai qualcosa che ti piace, in realtà è meno un lavoro, è più una cosa che ti piace fare. Lo fai di più, naturalmente diventi più bravo, brava. Quindi scegli di fare una cosa che sai fare. È una cosa che ti piace fare. Poi alla fine puoi farlo di più e accumulare più talento.

Daniele Perito (00:49:41) - Quindi ci sono tutte questi fattori. Le scelte decidono quanto devi lavorare, quanto è possibile che tu abbia successo. Io direi prima di tutto chiediti tu stesso se sta che se stai lavorando su una cosa che ti piace, se non stai lavorando su una cosa che ti piace, probabilmente non riuscirai mai a lavorare abbastanza per abbastanza tempo che è una realtà. Poi, da quel punto lì, se quel quella combinazione di talento e lavoro ti permette di avere risultati eccezionali, va bene, se si mette ad avere risultati ottimi va bene se ti permette di avere risultati buoni va bene. È difficile sforzarsi al di sopra di quello che puoi. Per me era semplicemente un cambiamento delle mie priorità. In realtà io potevo fare quelle cose che facevo perché mi piaceva il lavoro e mi piaceva la quantità, quindi quello non era un sacrificio. Però poi quando ho capito che le mie priorità erano cambiate, poi mi sono reso conto che era più difficile per me motivarmi e a quel punto lì mi sono dovuto staccare.

Inès Makula (00:50:40) - Su cosa ti stai concentrando adesso? Come è la tua vita? Sei passato comunque da da vivere e lavorare 24/7 ovviamente a staccare adesso sei sul consiglio d'amministrazione che però non è la stessa ovviamente quantità di lavoro quindi come è stato per te anche a livello di identità dopo aver passato dieci anni a lavorare così tanto hai qualche rimpianto o no E su che cosa ti stai concentrando? Che ambizioni hai per il futuro?

Daniele Perito (00:51:08) - Leggo tanto, faccio gli esercizi, Ho comprato un secondo cane, ho una ragazza con cui stiamo molto bene, sono stato molto fortunato su quel fronte lì che è successo al momento giusto. Faccio un po di advisory a società, soprattutto società italiane, quindi questo è uno dei motivi per cui in realtà sono venuto qui da voi perché mi piace dare consigli agli imprenditori, un imprenditore magari un po più junior e soprattutto imprenditori italiani, perché penso che ci sia necessità più in Italia che magari negli Stati Uniti. Sto pensando a varie idee per il futuro, però me la sto prendendo con calma perché so che mi deve venire l'ispirazione, come si dice, mi deve venire l'ispirazione.

Inès Makula (00:51:50) - Quindi ti stai un attimo godendo la vita. però è l'ambizione comunque di un giorno, magari di fare qualcosa, ricreare qualcosa da zero.

Daniele Perito (00:51:57) - O di fare qualcosa da zero o di fare qualcosa Figo che mi piace. Cioè non deve essere semplicemente una nuova società tecnologica che può esserlo, però semplicemente la mia. Sto utilizzando. Sto cercando di utilizzare lo stesso decision making process che ho utilizzato tutta la mia vita semplicemente di cercare di capire quello che voglio fare, un po deliziando l'istinto, un po utilizzando diciamo, una maniera di pensare più logica e cerebrale e unire tutte e due le cose e scegliere la prossima avventura.

Inès Makula (00:52:32) - Va bene, va be, allora ci ritorneremo fra qualche anno, poi per vedere dove dove sei andato. e l’hai accennato adesso, qualche minuto fa. Vuoi fare give back all'Italia. Che cosa pensi che manchi all'ecosistema startup italiano avendo vissuto quello americano adesso per gli ultimi dieci anni?

Daniele Perito (00:52:51) - In realtà è una domanda che ho fatto un sacco di persone in Italia perché volevo capire. Io prima di tutto direi che sono fuori dall'Italia da 17 anni oramai quindi non c'è la mia è una idea esterna non non vorrei dire le cose che poi la gente pensa che siano sbagliate semplicemente perché non c'è il contesto giusto.

Daniele Perito (00:53:12) - Penso che da un lato la disponibilità del capitale in Italia è diversa la disponibilità di capitale negli Stati Uniti c'è semplicemente la struttura finanziaria della nazione completamente diversa quindi quella è un fattore grandissimo ed è un fattore che diciamo può essere solamente cambiato in maniera lenta facendo lavori come tutti questi italiani che stanno cercando di convincere le fondi pensioni cose così di investire. Società nei fondi di investimento VC quello molto importante ci sono mi sembra ci sono delle delle leggi particolari che poi non aiutino. Ho sentito che diciamo le leggi del lavoro sono molto stringenti e diverse da come qui in California per esempio dove tutto il lavoro e attuale. L'idea che tutti fanno lavorano fino a che vogliono lavorare se o l'imprenditore o la società o la persona non vuole più lavorare per qualsiasi. Non penso che sia la cosa giusta. Poi le due entità possono separarsi in maniera amichevole. In Italia sembra un po più un processo burocratico che non sembra aiuti tanto. Poi ovviamente c'è il fatto che in Italia, almeno quando c'ero io, non c'è questa idea che ci sia una forte relazione tra le università e le società.

Daniele Perito (00:54:30) - Quindi tutti vanno a fare gli internship durante il bachelor durante l'università imparano diciamo cose da fare in Italia meno quando c'ero io non non c'era questo meccanismo e sono dovuto andare a fare il cameriere per imparare l'inglese invece di fare il software engineer ho capito quindi quello penso che sia una cosa importante.

Inès Makula (00:54:51) - Assolutamente sì ne abbiamo ne abbiamo anche parlato con vari imprenditori soprattutto quelli che sono all'estero ed è bello vedere che avete tanti di voi avete voglia di di give back all'Italia e di anche comunque col vostro tempo il vostro mentoring la vostra esperienza di aiutare i founders italiani. Questa risposta si collega bene alla nostra prossima domanda che anche la nostra ultima famosa domanda in che modo pensi che la tua italianità ti abbia aiutato nel tuo percorso, nell'aver successo in quello che hai fatto?

Daniele Perito (00:55:20) - Allora io faccio una risposta che non so se sia appropriata, però me lo dico tanto io ho scelto una carriera nella sicurezza informatica e poi si è trasformata in una carriera dove io cash up con cash up ero la persona che si occupava dell'anti frode e della sicurezza. Un paio di cose una è che magari in Italia c'è questa idea che le regole sono create per essere aggirate in una certa maniera.

Daniele Perito (00:55:46) - No, Tutti quanti pensano cercano di trovare la maniera per aggirare le regole. In realtà ti insegna a capire che ci sono persone lì che vogliono aggirare le regole per la sicurezza per la frode no quindi ma io nella mia nella mia carriera personale semplicemente di perché ero molto bravo a capire come le persone potevano aggirare i sistemi di sicurezza o aggirare i sistemi antifrode quello mi ha aiutato tantissimo. Un'altra cosa secondo me c'è anche un certo una certa mancanza di rispetto per le istituzioni e per diciamo il potere questa è una cosa positiva molto positiva secondo me perché troppo rispetto per le istituzioni troppo rispetto per le persone più anziani di successo poi alla fine limitarti ci deve essere un'idea che le istituzioni possono aiutare però in realtà sono comunque sia delle istituzioni umane quindi se cerchi di trovare una maniera di di aggirare di trovare la tua la tua quindi non lo so forse forse sto cercando di dire che la cultura italiana è una cultura di intelligenza molto di cercare di trovare soluzioni uniche di di di aggirare non lo so in maniera positiva e secondo me è una cultura che se utilizzata in maniera giusta può essere molto utile nel nel successo soprattutto nelle startup perché comunque quando fai una start up una delle cose devi fare devi trovare soluzioni innovative devi cercare di trovare di fare cose che gli altri non avrebbero mai fatto e quindi non lo so mi sembra che ci sia qualche connessione lì non so se l'ho detto nella maniera più rispettosa o più appropriata che potessi però.

Inès Makula (00:57:26) - Sottolineavo che se usato per il bene ed è il sicuramente la maniera giusta di fare ovviamente fare il furbetto per per il male magari no però mi è piaciuta questo tuo esempio che sapendo avendo un po la mentalità italiana e quindi come raggirare come approfittarsi di un sistema come magari andarlo a a craccare se è andato a proteggerlo per la tua azienda perché avevi questa mentalità che sinceramente ogni tanto anche io diceva mia madre io penso sempre a certe volte anche se non sono una che frega gli altri, però penso a come fregherei e quindi non mi faccio fregare. Poi diciamo dagli altri perché io ho già anticipato come avrebbe fregato la persona che è vero che è molto italiana come cosa.

Daniele Perito (00:58:06) - La cosa importante è utilizzarla per motivi giusti cioè tutta questa intervista magari hai sentito che io pensavo di creare valore per i clienti di fare prodotti che chi li aiuta Se poi applichi queste abilità che hai imparato magari in Italia per cose giuste, per crescere, per fare cose che aiutino le altri, è una realtà, un super potere secondo me assolutamente.

Inès Makula (00:58:28) - E sicuramente siamo un popolo molto meno naive diciamo di altri perché siamo abituati un pochino a farci fregare o sapere che gli altri sono un po furbetti e quindi abbiamo anche questo no questo senso di diciamo un po diverso di pensare che che può aiutare tantissimo. Daniele grazie grazie di essere stato qui con noi per aver condiviso la tua storia la tua esperienza di fare gli back per gli imprenditori italiani. Dicevo a Camilla quando Marcello mi ha fatto l'intro che erano anni che volevamo intervistarti perché ho un'amica che lavora da ferro e mi aveva detto che uno dei co-founder qualche anno fa guarda che uno dei nostri co-founder era italiano, allora eri nel nostro radar. Avevamo provato a contattarti, però abbiamo trovato finalmente il momento giusto anche della tua vita in cui sei sicuramente un po meno assorbito da dal crescere l'azienda quindi grazie per per tutto e non vediamo come dicevo prima allora di vedere che cosa quindi farai nel futuro di vederti più presente anche nell'ecosistema startup italiano. So che Camilla mi diceva che sarai all'Italian Tech Week quest'anno quindi ci sarà un'occasione di di incontrarti per tante persone di questa community

Camilla Scassellati Sforzolini (00:59:37) - Infatti mi viene in mente prima di concludere di farti questa domanda Daniele se un imprenditore italiano volesse mettersi in contatto con te o volesse come dicevi usufruire dei tuoi consigli qual è il modo migliore per approcciarti? E c'è un modo per approcciarti?

Daniele Perito (00:59:52) - Se mi followi su LinkedIn e se sei una persona italiana magari ti raggiungo indietro.

Daniele Perito (01:00:00) - Se avete un sistema per contattare tramite di voi. Lavoro con Endeavor a Milano che è molto allineato a questo. L'obiettivo che ho di aiutare l'imprenditoria italiana, quindi se mi potete contattare tramite Endeavor e sto iniziando a lavorare con Italians Founders Fund che è una nuova diciamo un nuovo fondo italiano anche tramite lì.

Inès Makula (01:00:22) - Fantastico! Grazie mille Daniele

Camilla Scassellati Sforzolini (01:00:27) - Questo episodio è stato sponsorizzato da Qonto la soluzione di gestione finanziaria e contabile che aiuta a start up, PMI e freelance risparmiare tempo e aumentare la produttività.

Inès Makula (01:00:37) - Se avete bisogno di un conto business che vi aiuti anche a gestire le spese-. Mi raccomando e provatelo gratuitamente per tre mesi con il voucher Made it x3. Trovate il link in descrizione. Grazie mille di averci ascoltato. Mi raccomando non dimenticate di iscrivervi al nostro podcast ovunque ci ascoltiate per non perdere nessuna puntata. Se ci volete dare una mano a crescere, lasciateci cinque stelle su Spotify o scriveteci una recensione su Apple Podcast. Ci mettete davvero pochissimi secondi, ma è un prezioso aiuto per far scoprire il podcast a noi ascoltatori e continuate a condividere mail con tutte le persone che conoscete.

Camilla Scassellati Sforzolini (01:01:13) - Ci potete seguire su Instagram at MadeIT Podcast o su LinkedIn, cercando MadeIT podcast dove condividiamo tanti contenuti esclusivi. Quindi andateci a seguire. Vogliamo ringraziare Mirko Mercantili, il nostro sound editor Mattia Cittadino, per il suo aiuto nella creazione dei contenuti social e GRS Entertainment per aver composto le nostre musiche.

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